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Autore: Kotoko_chan    04/09/2014    2 recensioni
Questa raccolta di one shot saranno collegate alla mia opera principale, ossia "Junjou Revolution!". Tutte cercheranno di completare alcune lacune della storia principale mentre altre saranno divertenti. Buona lettura! (Per chi non ha letto la storia principale consiglio di leggerla per poter capire bene questa raccolta).
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi, Ryūichirō Isaka, Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una canzone ambigua
 
«Era una splendida giornata estiva. Il sole lambiva i giovani corpi dei due amanti che spasimavano sulla sabbia rovente di una graziosa spiaggia isolata.
“Ti prego… vai piano Akihiko…” ansimò il più piccolo sotto le spinte del suo amante.
“Mi dispiace Misaki… non posso resisterti…”»
Driiin… DRIIIINNNN!!!!
“Pronto?”
“USAMI SENSEI!!!! IL MANOSCRITTO!!! HAI FINITO DI SCRIVERLOOOO????”
Usagi allontanò il cellulare dal suo orecchio per evitare di diventare sordo.
“Aikawa l’ho finito ieri. Non ti è arrivata la mia email?” chiese pacato.
Ci fu un silenzio assordate e poi una serie di ticchettii sulla tastiera.
“Ah… eccolo… ahahah… che cosa divertente… io… ci sentiamo sensei!”
Chiuse il telefono facendo ridacchiare Usagi. Era da tanto che non finiva di scrivere in tempo però quella volta aveva fatto un’eccezione. In serata Misaki entrava ufficialmente in ferie e lo avrebbe raggiunto a casa per poi partire il giorno dopo per una lunga vacanza. Non vedeva l’ora di poter stare insieme così a lungo perché era raro per loro una cosa del genere a causa dell’intenso lavoro di Misaki. Quando poteva, rientrava a casa in tarda serata, di solito verso le tre di notte, per poter stare insieme. Purtroppo crollava puntualmente dopo dieci minuti. Ma ad Akihiko non importava, il solo vederlo e abbracciarlo per quel che restava della notte lo rendeva felice. Avevano passato momenti difficili in passato ma ora le cose erano radicalmente cambiate.
Con un largo sorriso salvò il documento a cui stava lavorando e spense il computer dirigendosi verso la cucina per farsi una tazza di thè. Poi uscì fuori nel terrazzo per potersi godere il tramonto della sua città.
Ormai erano passati sei mesi dal loro riconciliamento e anche se continuavano a vivere in case diverse non facevano altro che sentirsi e vedersi il più possibile. Misaki preferiva restare nell’enorme villa con il resto della sua band perché lì aveva tutta la strumentazione per poter incidere le loro canzoni. Lui non aveva insisto per farlo tornare a vivere lì perché sapeva cosa si provava. Se Misaki gli avesse chiesto di andare a vivere a casa sua avrebbe di sicuro rifiutato perché nella sua casa aveva il suo ufficio, la sua biblioteca, i suoi centinaia di Suzuki e tutto ciò che gli serviva per creare storie. E poi all’occorrenza aveva Misaki per inventare nuove boys love.
Ridacchiando prese il suo cellulare che aveva iniziato nuovamente a suonare.
“Ehi Misaki!” esclamò contento dopo aver visto il nome sul display.
“Ciao Aki-chan” lo adorava quando lo chiamava in quel modo “arriverò tra un paio di ore e per la cena non devi preoccuparti, porto delle pizze. Inoltre posso chiederti un favore?”
“Certamente” rispose lui guardando tristemente l’orologio “Ancora due ore” pensò.
“Nella mia vecchia camera ci dovrebbero essere un paio di cd. Sono delle vecchie incisioni che mi sono dimenticato di prendere per il nuovo album”.
“Nuovo album? Ma non dobbiamo andare in vacanza?”
“Si, ma servono alla presidente. Li vuole sentire. Sono inediti che scrissi ai tempi delle superiori. Comunque tra un po’ verrà a prenderli il signor Ogawa”.
“D’accordo. A più tardi allora”.
“Ah, Usagi-san!” esclamò.
“Dimmi”.
“Ti amo” bisbigliò per poi interrompere la conversazione.
“Anch’io” rispose sorridendo al telefono ormai muto.
Finalmente Misaki si era aperto. Nessuna nuvola oscurava il suo sguardo e i suoi sentimenti erano chiari e sinceri. E lui non poteva fare altro che esserne felice.
Con passo baldanzoso, posò la tazza di thè sul bancone della cucina per poi dirigersi al piano di sopra entrando nella vecchia camera di Misaki. Ormai lui non la usava più perché condividevano la stessa camera da letto.
“Uhm… dove sono i cd?” si chiese ad alta voce.
Iniziò ad aprire diverse scatole dove trovò molti spartiti bianchi, pezzi di chitarra rotti, gadget vari degli “Shake” e una serie di libri in inglese.
“Eccovi qua!” esclamò notando due cd a terra sotto la scrivania.
Mentre stava per uscire fuori dalla camera una scatola che aveva messo a posto cadde dalla mensola sparpagliando i fogli. Sospirando si chinò per recuperarli notando che alcuni fogli non erano bianchi come aveva pensato prima. Curioso prese quello che attirò di più l’attenzione.
“Imprevedibile?”  pensò leggendo il titolo della canzone.
Iniziò a leggere e impallidì man mano che scorreva le parole.
Imprevedibile
di giorno sembri la persona più affidabile,
ma nella notte se il nemico più temibile
ingestibile
quando c'è la luna piena arrivi tu...
 
Imprevedibile
strisciando arrivi nel momento più impensabile,
mordi e colpisci tutti i punti deboli
i più fragili
la mia torre cade mentre arrivi tu.
 
Io non so che cos'è
che mi prende di te
ma è la voglia che ho
di stare solo con te...
Con un po' di follia
esco dalla realtà
che non è più armonia
ma solo dolce fobia.
Mi travolgi nel corpo e nell'anima,
tu vieni verso di me
tu come un'alta marea
come il sole più caldo dell'Africa,
dammi le mani
prendi le mani
non le lasciare mai..mai!
 
Imprevedibile,
dietro quegli occhi dolci tu nascondi un rettile
arrivi al bar e fissi la tua preda immobile
irresistibile
il mio mondo crolla quando arrivi tu..
Imprevedibile
attacchi e uccidi col veleno più piacevole
il sesso,
senza lasciar tracce torni a casa tua
tu sei l'amore..
fammi stare male ..sì...
 
Io non so che cos'è
che mi prende di te
ma è la voglia che ho
di stare solo con te...
 
Interruppe bruscamente la lettura. Era chiaro come il sole. Quella canzone non era per lui ma per Ijuuin sensei. Sconvolto scese le scale per poter aprire la porta al signor Ogawa che intanto era appena arrivato.
“Ah! Buonasera sensei. Come sta? La vedo in ottima forma!” salutò lui cortesemente.
Per tutta risposta Akihiko gli diede i cd e gli chiuse la porta in faccia lasciandolo basito.
“Ehm… buona serata anche a lei…” disse perplesso andando via.
Cos’era successo? Di solito era sempre gentile disponibile. Forse qualche problema con i suoi manoscritti?
E mentre il signor Ogawa accantonò il sensei imbronciato, Akihiko stava analizzando, accasciato sul divano la canzone sentendosi male ad ogni parola.
“Imprevedibile
di giorno sembri la persona più affidabile,
ma nella notte se il nemico più temibile
ingestibile
quando c'è la luna piena arrivi tu... “
 
“… la persona più affidabile potrei essere io, ma il resto? Non coincide! E’ lui!” esclamò disperato.
 
“Imprevedibile
strisciando arrivi nel momento più impensabile,
mordi e colpisci tutti i punti deboli
i più fragili
la mia torre cade mentre arrivi tu”
 
“… no no no no no no. Ti prego Misaki…”
 
“Io non so che cos'è
che mi prende di te
ma è la voglia che ho
di stare solo con te...
Con un po' di follia
esco dalla realtà
che non è più armonia
ma solo dolce fobia.
Mi travolgi nel corpo e nell'anima,
tu vieni verso di me
tu come un'alta marea
come il sole più caldo dell'Africa,
dammi le mani
prendi le mani
non le lasciare mai… mai!”
 
“E’ vero… Misaki… stava sempre con lui… e poi… no no no! Non ci voglio pensare! Sta con me ora! Questa canzone ormai… è vecchia!!!!”
Buttò il foglio lontano e si accese una sigaretta per calmarsi.
“Calmati Akihiko, ormai è una vecchia storia. Ha lasciato il sensei molto prima di partire per l’America… quindi sono passati quasi due anni. E lui con quell’album ti ha dimostrato il suo amore e lo fa tutti i giorni…” pensò riprendendo la sua calma abituale.
Rivolse lo sguardo a terra allo spartito stropicciato.
“Allora perché lo conserva ancora?”
 
***
 
“Ehi Misaki, goditi queste vacanze!” esclamò Sumi senpai.
“Si e fai il bravo con Usami sensei” aggiunse Shinno.
“Buone vacanze anche a voi ragazzi” li salutò entrando in auto.
Mise in moto la sua macchina anonima e si avviò felice verso casa di Akihiko. L’odore delle pizze acquistate dal signor Ogawa avevano impregnato l’auto facendogli venire l’acquolina in bocca. Distratto dall’odore prese una buca sbattendo di testa contro il soffitto dell’auto.
“Ahio!” esclamò dolorante.
Sperando che le valigie non si fossero aperte per il colpo iniziò ad immaginare la vacanza che avrebbe fatto con Usagi.
Le cose andavano fin troppo bene tra di loro e gli sembrava di toccare il cielo con un dito. Da quando erano tornati insieme non riusciva più a stargli lontano e se non riuscivano a vedersi doveva per forza chiamarlo anche solo per sentire la sua voce e risollevarsi dalle fatiche della giornata.
Si aprì in un enorme sorriso quando vide il complesso di appartamenti in cui abitava e dopo aver parcheggiato recuperò le pizze correndo di sopra.
“Aki-chan! Sono arrivato!” esclamò spalancando la porta con forza. Era fin troppo eccitato.
Il silenzio che seguì lo rese però inquieto.
“Sarà uscito?” pensò. Di solito lo accoglieva festosamente.
“Usagi-san?” chiamò entrando. Posò le pizze in cucina guardandosi intorno e trovò Usagi intento a stritolare Suzuki sul divano. Il suo viso era coperto per cui non riusciva a cogliere la sua espressione.
“Aki-chan, è successo qualcosa con il manoscritto?” chiese incerto. In quel momento era l’unica spiegazione plausibile per quel comportamento.
Lui alzò lo sguardo cupo verso Misaki soffermandosi sul suo aspetto e rimase sconvolto. Di fronte non aveva più il Misaki degli ultimi sei mesi ma quello di due anni fa. Il Misaki ribelle.
Giacca di pelle nera, jeans stretti, maglia con il teschio, capelli in disordine fermati con un paio di Ray-Ban. Tutte le sue paure presero il sopravvento.
“Cosa sta succedendo Misaki?” chiese sconvolto.
“Eeehh? Dovrei essere io a chiedertelo” rispose lui sedendosi accanto.
Per tutta risposta Usagi si allontanò mettendosi il più lontano possibile.
Misaki era sempre più confuso osservando il suo compagno nascondere il viso in Suzuki.
“Usagi-san?”
Lui non rispose.
Irritato cercò di staccarlo da Suzuki ingaggiando un’estenuante lotta.
“Idio-ta! Smettila… di fare il… bambino!!”
Non riuscendo a smuoverlo perse l’equilibrio e cadde a terra rovinosamente sbattendo la testa contro il tavolino.
“Ahia! E sono due oggi!” esclamò ripensando al colpo di prima in auto.
Si mise a sedere massaggiandosi la testa e il suo sguardo cadde su uno spartito vicino al divano.
“E questo che ci fa qui?” chiese ad alta voce afferrandolo.
Akihiko non si mosse e rimase in silenzio finché spazientito emerse da Suzuki per guardare Misaki e ciò che vide non gli piacque. Era diventato molto rosso in viso e sembrava un bambino sorpreso a rubare dolciumi.
“Allora è vero…” mormorò.
“L’hai trovata in camera mia?” chiese deglutendo nervosamente.
Lui annuì.
Misaki arrossì nascondendolo.
“Ormai l’ho letta. So tutto” parlò in tono secco.
“Davvero? Ehm… cosa ne pensi?” chiese agitato.
Akihiko iniziò a boccheggiare incredulo.
“Cosa ne penso? COSA NE PENSO??? SECONDO TE???”
Misaki intimorito guardò il sensei. Non avrebbe mai potuto immaginare che quella canzone lo avrebbe turbato così tanto.
“Usagi-san… l’ho scritta un po’ di tempo fa impulsivamente… non pensavo che potesse agitarti così tanto… dopotutto l’ho scritta per…”
“IJUUIN SENSEI!”
“… te”.
Si guardarono per una frazione di secondo con perplessità.
“COSA!?” esclamarono all’unisono.
“Tu pensavi che l’avessi scritta per…”
“Questa canzone è per…”
“IJUUIN SENSEI???”
“ME??”
Si guardarono ancora senza riuscire a proferire parola. Il volto di Usagi divenne rosso mentre Misaki scoppiò a ridere.
“Ora capisco perché eri sconvolto quando mi hai visto vestito così!” disse ridendo.
Si alzò in piedi per sedersi accanto ad Usagi che aveva ripreso Suzuki per coprirsi la faccia.
“Mi sono vestito così per un servizio fotografico. Molti fan hanno richiesto di rivederci nei nostri vecchi panni. Mentre come ti è passato per la testa che la canzone fosse per quel tipo??? Non hai letto la data? Risale a quando ci siamo conosciuti” disse perplesso.
Usagi emerse da Suzuki e lesse la data. In effetti risaliva a circa quattro anni prima. Non l’aveva notata perché era scritta dietro.
“Ma quattro anni fa non stavi studiando per i test di ammissione con me?” chiese cercando di capire.
“E’ successo dopo. Dalla tua proposta” rispose leggendo il testo imbarazzato.
“Quale proposta?” chiese confuso.
“Di vivere insieme”.
Usagi perplesso tornò con la mente indietro nel tempo al giorno in cui un pulcino bagnato si presentò a casa sua con la sua montagna di preoccupazioni e problemi. Non sapeva dove andare durante il periodo universitario perché Takahiro si doveva trasferire fuori per lavoro, così gli chiese di vivere insieme. Dopo qualche incomprensione aveva accettato e poi c’era stato l’episodio della cucina…
“Oh… capisco…” disse lui annuendo.
“Infatti subito dopo ho scritto questa canzone… ti vedevo come una persona… Imprevedibile appunto” rivolse lo sguardo imbarazzato al testo iniziandolo a leggere.
 
“Imprevedibile
di giorno sembri la persona più affidabile,
ma nella notte se il nemico più temibile
ingestibile
quando c'è la luna piena arrivi tu... “

“Qui ti trovavo una persona affidabile però poi c’erano quei momenti in cui mostravi il tuo lato nascosto, che neanche Takahiro conosceva. Infatti le parole giorno e notte le ho usate per creare una metafora, per esprimere questa tua ambivalenza…”
Usagi lo guardava affascinato. In quel periodo non potevano di certo dire che si conoscessero bene eppure lui lo aveva compreso.
 
“Imprevedibile
strisciando arrivi nel momento più impensabile,
mordi e colpisci tutti i punti deboli
i più fragili
la mia torre cade mentre arrivi tu”
 
“Sei sempre stato in grado di colpire sempre i miei punti deboli, di farmi riflettere, di mettere in discussione me stesso facendo crollare la mia corazza”.
 
“Io non so che cos'è
che mi prende di te
ma è la voglia che ho
di stare solo con te...
Con un po' di follia
esco dalla realtà
che non è più armonia
ma solo dolce fobia.
Mi travolgi nel corpo e nell'anima,
tu vieni verso di me
tu come un'alta marea
come il sole più caldo dell'Africa,
dammi le mani
prendi le mani
non le lasciare mai… mai!”
 
“Ehm… qui dopotutto io e te avevamo avuto già il nostro primo bacio e quell’approccio… e non ho mai capito come sei riuscito a… travolgermi… corpo e anima…” si zittì imbarazzato.
“Ti imbarazzi ancora dopo avermi dedicato un album intero per riconquistarmi?” chiese divertito Usagi.
Misaki per tutta risposta gli diede le spalle per non far vedere il suo viso che ormai era andato oltre al rosso.
Akihiko si avvicinò abbracciandolo di spalle togliendogli lentamente la giacca di pelle nera.
“E il riferimento alle mani?” mormorò con voce calda continuando a spogliarlo.
“Perché…” trattenne il fiato zittendosi perché gli aveva sbottonato i jeans sfiorandogli il membro che iniziò a indurirsi.
“Perché?” continuò risalendo con le mani sotto la sua maglia.
“Le tue mani mi hanno sempre dato un senso di protezione…” ansimò mentre Akihiko giocava con i suoi capezzoli.
“E poi?” lo girò verso di sé per poter vedere il suo viso languido.
“E poi baciami stupido!” esclamò Misaki afferrandolo per la camicia e baciandolo con foga.
Usagi accolse quelle labbra avide. Due lingue il lotta per potersi assaporare. Ma nonostante tutto non era un bacio violento, ma dolce.
Con lentezza si spogliarono esplorando con le mani e la lingua ogni centimetro del loro corpo, masturbando insieme i loro membri senza staccare le loro labbra e perdersi ne vortice della passione nel momento in cui si fusero insieme.
“Akihiko…” ansimò con voce roca Misaki venendo copiosamente.
“Ti amo Misaki…” mormorò Usagi avvolgendo con le sue mani il piccolo corpo tremante del suo amante.
Lo prese in braccio e lo portò di sopra, sotto gli sguardi di mille giocattoli rumorosi che inutilmente cercavano di coprire i suoni dei loro respiri, del loro amore. Continuarono così, per tutta la notte, esprimendo i loro sentimenti con passione, finalmente liberi di essere rilassati senza l’ansia di doversi separare. Finché il sole non fece capolino nel cielo costringendoli ad alzarsi per partire.
Però poco importava. Ora l’unica cosa che pensavano e che ovunque andassero, qualsiasi cosa accadesse, loro sarebbero stati sempre insieme.
 
Angolo della follia
Finalmente l’ho conclusoooooooooo! Yo festeggiate con me =D allora… il ritorno della nostra coppia preferita e immediatamente hanno avuto problemi xD ahahah pensavate fosse per Ijuuin sensei la canzone eh?? ;) Comunque per chi non la conoscesse la canzone è "Imprevedibile" di Paolo Meneguzzi.
Bene per il prossimo capitolo non ho anticipazioni purtroppo. Ma niente paura ;)
Ci sentiamo =D
 
P.S. sono su Facebook sotto il nome di Kotoko Chan, aggiungetemi ;)
 
 
   
 
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