- Prologo
 
La guerra è finalmente finita, il bene ha trionfato sul male, l'alleanza ninja  aveva fatto il suo dovere, cappeggiata dall'eroe di quest'era, il ninja più imprevedibile di konoha, la forza portante di kurama, L'unico capace di poter fermare questa atrocità, ovvero Naruto Uzumaki.
Si era fatto carico del dolore di tutti, la disperazione ed il peso dell'esito della guerra, riuscendo vincerla ed anche di collegare i sentimenti di tutti, unirli sotto un unico segno, quello dell'allenza ninja. Nessuno meglio di lui poteva riuscirci, aveva in sé qualche potere speciale, che era al di là della potenza di kurama che risiedeva dentro di se o del suo essere ninja, quel potere , capace di cambiare le persone, mutare i sentimenti della folla ed essergli amico.
Tutti credevano in  Naruto, affidandogli il proprio dolore e le proprie aspettative, senza mai curarsi di come si sarebbe sentito o di cosa lui stesso avrebbe perso.
Durante la sua vita aveva fatto molte promesse, dalle più futili a quelle più importanti, ma c'è ne stata una che non è stato in grado di mantenere, ovvero quella di proteggere tutti i suoi amici.. Ci aveva provato, con tutta la forza che aveva , con tutta la sua caparbietà , mettendo in pericolo la sua vita, arrivando sul filo della morte, dove se non fosse stato per sakura, sarebbe morto.
Nessuno aveva considerato, che pur essendo molto forte, forse il ninja più forte della storia di konoha; dietro forse al primo hokage ed a suo padre, potesse essere fragile; lui più di tutti gli altri, aveva patito le sofferenze di una guerra che ha devastato il mondo ninja.
Quella guerra che aveva ucciso molti dei suoi amici, come neji, rock lee ed il maestro gai, che si era spinto oltre alle sue possibilità, attivando l'ottava porta, per salvare naruto.
Lui più di tutti, ne era il più risentito, non era più il classico ragazzo ingenuo, ottimista , impulsivo e sempre sorridente. Aveva sostituito tutto questo con tristezza, serietà e riflessione, dove  si da quando aveva finito la guerra aveva imparato a riflettere su tutto quello che faceva e tutto ciò che lo circondava e sopratutto fare promesse che sapeva di non poteva mantenere.
Ma non era l'unico aver cambiato, tutti si portarono dentro , chi più, chi meno, i segni indelebili della guerra.  Hinata, aveva perso suo cugino e forse anche quello che probabilmente aveva provato naruto in quel periodo per lei. Ino e Shikamaru persero  i loro rispettivi padri, ma sopratutto ino che non era più la ragazza ingenua e scherzosa. infine c'era  Sasuke, che dopo aiutando l'alleanza e Naruto , a vincere la guerra, inizialmente non accettò di tornare al villaggio, affermando che doveva capire qual'era la sua strada e cercare di redimersi per quello che aveva fatto, da quando aveva abbandonato molti anni orsono konoha.
Erano passati sei mesi e tutti si davano un gran da fare per ricostruire il villaggio e riportare pace e serenità , dove mancava da tanto tempo ,dal più anziano al più giovane , sia donne , che uomini cercavano di dare una mano anche nel suo piccolo .
Ma uno più di tutti lavorava incessantemente, senza sosta, dove passava più tempo a lavorare, fino allo sfinimento , passando più tempo fuori casa, di chiunque altro .Preferiva distrarsi e non pensare alle atrocità della guerra, agli amici morti ed alla promessa non mantenuta. Tutti se ne accorsero, sopratutto la sua migliore amica, Sakura, ma nessuno sapeva come comportarsi con lui, perché avevano paura di ferire i suoi sentimenti o per lo meno non sapevano come avrebbe reagito se avrebbero cercato di aiutarlo.
Ma quella a soffrire più di tutti oltre a naruto era la stessa sakura, che a causa del non ritorno di sasuke ed alle  sofferenze di naruto, non poteva fare nulla, si sentiva così inutile, non facendo  altro che piangere ogni  notte. Ino la sentiva, sapeva dei suoi pianti, ma preferiva non impicciarsi, per crogiolarsi nel suo dolore più grande, la perdita del padre .Da quando era morto, infatti , lei si trasferì a casa della rosa, ed aveva smesso persino di fare il ninja, perché aveva capito interiormente che non era tagliata per essere ninja, dedicandosi all'attività di famiglia, che la madre non volle mandare avanti, per la sofferenza della perdita del marito.
Shikamaru invece  dalla morte del padre, aveva preso i redini della dinastia nara, diventanto prima un jounin e stratega di konoha e poi capo clan.
Inoltre in quel periodo, si era legato maggiormente con Naruto, riuscendo a comprendersi a vicenda e capire la sofferenza dell'altro, ritrovandosi a giocare a scacchi, senza proferire parola, capendosi solo con lo sguardo. Le uniche parole che uscivano dalla loro bocca durante le loro solite partite , quasi quotidiane, di scacchi , erano  vinto oppure perso o ci vediamo.
Nel villaggio tra le persone vi era tornata quasi la serenità , pace e tranquillità, tranne che per i nostri protagonisti, che non potevano dimenticare assolutamente la guerra e la perdita di cari ed amici, oscurando per questo quello che provavano l'uno per l'altro.
Ma questa è un'altra storia...