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Autore: Goldor    04/09/2014    2 recensioni
Claude Evans e Gabriel Scott sono due quindicenni, amici e compagni di classe. Anche se Gabriel non lo immagina, dietro alla tranquilla facciata dell'amico si cela un segreto straordinario. Un giorno Claude chiede aiuto all'amico per risolvere un gigantesco guaio in cui si è imbattuto, che rischia di alterare il loro stesso futuro
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve ragazzi, il prossimo  capitolo di questa fanfic è finalmente pronto, naturalmente riveduto e corretto solo per voi. Come avevo accennato, in questo capitolo finalmente verranno svelati molti dei misteri a cui Gabriel ha assistito nelle ultime ore e soprattutto si scopriranno molti dettagli sulla vita di Claude. Se non l’avete ancora fatto, vi invito a lasciare una piccola recensione o anche solo un breve commento alla storia. Naturalmente vi risponderò il prima possibile.
E ora vi auguro come sempre… Buona lettura!!!

 

3° CAPITOLO: LA FOLLIA DI DIMITRI

Gabriel, roso dai dubbi e dalle preoccupazioni, stava ancora riflettendo tra se su cosa avesse potuto fare quello che per lui era un normalissimo studente liceare con un quoziente intellettivo superiore alla media.
-So cosa stai pensando-, disse Claude, sorridendo. –Ma il tempo cambia le persone, ricordatelo-.
Gabriel annuì e vide l’amico frugare nei cassetti della scrivania. Ne aprì uno diviso in piccoli scomparti in cui alloggiavano piccoli oggetti sottili, simili alle chiavette dei computer. Ognuno di essi era etichettato minuziosamente.
Claude ne scelse una che recitava: “Esplosione del Centro di Fisica Polidimensionale”.
-Prima di tutto-, cominciò lui –devi capire che il Tempix non è l’unico modo di viaggiare nel tempo. Certamente se Dimitri avesse saputo della sua esistenza avrebbe cercato di rubarlo, invece di elaborare un piano così complesso-.
Gabriel annuì. Era chiaro che aveva scelto la soluzione più semplice se ne avesse avuto l’opportunità. Era la cosa più logica ed intelligente. Decisamente una pensata degna di un cervellone.
Claude proseguì. -In ogni caso, studiando la fisica polidimensionale e in particolar modo la sua quarta dimensione, il tempo, scoprimmo subito qual era l’idea di base per viaggiare nel passato o nel futuro-.
-Sarebbe?-, chiese Gabriel, curioso.
-Le distorsioni, Gabri! Le distorsioni temporali sono la chiave per viaggiare nel tempo. Come ti ho già detto, una distorsione non è altro che uno strappo del continuum spazio-tempo che collega due tempo diversi. Naturalmente questo era soltanto l’inizio dei nostri studi-.
Gabriel ascoltava affascinato, mentre l’amico descriveva il suo lavoro con così tanta passione.
-Avevamo scoperto che in natura, le distorsioni temporali si aprivano dal collasso di grandi quantità di energia magnetica. Purtroppo, gran parte delle distorsioni erano instabili e pertanto inadatte ai viaggi nel tempo-.
-Un momento!-, lo fermò l’amico confuso –Cosa intendi con “instabile”?-.
Claude annuì e spiegò. –In Fisica Polidimensionale, con il termine “distorsione instabile” si intende una distorsione che dopo “l’utilizzo” collassa su se stessa distruggendosi-.
-In pratica è una distorsione monouso-, disse Gabriel.
Claude confermò. –Sì, io ti ho portato qui con una di esse. Generalmente, le distorsioni temporali instabili sono molto pericolose da attraversare, ma non avevo altra scelta per portarti nel futuro-.
Gabriel annuì, senza riuscire a reprimere un brivido che gli corse lungo la schiena quando pensò a cosa sarebbe potuto accadergli se Claude avesse sbagliato i suoi calcoli. Probabilmente era meglio non fare domande su questo.
-Per i viaggi nel tempo-, continuò l’amico –sono necessarie invece distorsioni stabili, ovvero che possono essere attraversate più volte senza auto-collassare su se stesse. Purtroppo le distorsioni stabili in natura sono rarissime e non è possibile stabilire la data di arrivo-.
Gabriel capiva perché le distorsioni naturali fossero inadatte al viaggio. Dopotutto se non si poteva scegliere la destinazione erano completamente inutili: nessuno avrebbe mai accettato di viaggiare in un tempo a caso.
-Quindi di conseguenza, avevamo bisogno di creare distorsioni temporali artificiali e guidarle in modo tale che portassero verso una data ben precisa e questo è stata una sfida-.
Claude aveva rallentato la narrazione, segno che stava per arrivare al nocciolo della questione. Gabriel lo osservava in silenzio, cercando di intuire cosa l’amico avrebbe detto: ormai la faccenda lo aveva davvero incuriosito.
-Inizialmente riuscimmo a crearle grazie ai campi magnetici emessi dall’acceleratore di particelle del centro, ma avevamo ancora il problema di guidarle dove volevamo noi-. Claude si interruppe un secondo prima di continuare. -Eravamo riusciti a spedire alcuni oggetti con successo indietro nel tempo e persino qualche soggetto umano, ma non potevamo scegliere con precisione la data di arrivo; solo il periodo temporale-.
Gabriel lo interruppe di nuovo. –Con che approssimazione?-.
-Circa di 10 anni. Rischiavi di finire o 10 anni prima o 10 dopo. Tutto cambiò con la scoperta di Engel-.
Gabriel annuì. –La “Chiave del Tempo”-.
-Esatto!-, disse Claude. –Con la Chiave potevamo finalmente guidare la distorsione dove volevamo ed essere finalmente precisi al minuto, se non di più. Da qui il passo fu breve. In segreto, Engel costruì la macchina-.
-Che chiamò Tempix-, finì Gabriel per lui.
Claude annuì. -Già, in sostanza il Tempix apre una distorsione intorno a sé che gli permette di viaggiare nel tempo. Tutto questo però Dimitri non lo sapeva per fortuna. Era convinto che aprendo una distorsione avrebbe potuto compiere il suo obiettivo-.
-E come ci riuscì?-, chiese Gabriel. –Come riuscì ad aprire una distorsione senza il Tempix?-.
-Con l’acceleratore di particelle, Gabri-, rispose Claude. -Usò l’enorme energia prodotta dallo scontro di alcune particolari particelle elementari per creare il campo magnetico e farlo collassare su se stesso-.
-Ma è da pazzi!-, urlò l’amico. –Tutto questo sembra incredibilmente pericoloso-.
Claude annuì. – E non hai ancora sentito cosa accadde dopo-.
Prese la chiavetta etichettata e la infilò nel proiettore. Poi lo accese. L’aggeggio ronzò per un po’ e partì, diffondendo uno strano ronzio nell’aria e illuminando la stanza con fasci intermittenti di luce azzurrina.
-Indossa questi-, disse Claude passandogli un paio di occhiali scuri. Gabriel vide che lui li aveva già indossati al posto dei propri. –Sono occhiali per la realtà aumentata-.
Gabriel si infilò gli occhiali color carbone e sbarrò gli occhi dalla sorpresa. La stanza intera era scomparsa, come pure Claude che fino a poco prima si trovava al suo fianco. Curioso, Gabriel si guardò intorno, senza ben sapere cosa dovesse guardare.
Si trovava sospeso in aria ad un’altezza considerevole. Sotto di lui, si trovava un complesso di edifici curiosi. Gabriel vide un gigantesco anello luccicante di metallo cromato, che brillava come se fosse fatto di pura luce. Anche se non ne aveva mai visto uno, sapeva che cos’era.
“L’acceleratore di particelle!”, pensò allarmato, vedendo che la luminosità dell’apparecchio aumentava sempre di più. E poi all’improvviso accadde.
Gabriel udì uno scoppio terribile e venne investito da una fortissima corrente d’aria. Per un momento, tutto fu luce. Fu quasi tentato di urlare, salvo poi ricordarsi che si trovava in una specie di realtà virtuale e che tutto ciò a cui stava assistendo era già accaduto.
Quando la luce si dissolse, lo spettacolo che vide era orripilante. Il centro e l’acceleratore erano stati completamente rasi al suolo, così come gran parte degli edifici intorno. Poi, senza preavviso, tutto diventò buio.
Gabriel si tolse gli occhiali scuri e indossò i propri guardandosi intorno. Si trovava nello studio di marmo bianco e Claude era di nuovo accanto a lui. L’amico lo guardava, come per cercare di intuire i suoi pensieri.
Mentre spegneva il proiettore, Claude gli disse: -Ti piace la nostra realtà aumentata di ultima generazione? Quella che hai visto era la registrazione di una delle telecamere aeree del centro-.
-Spiegami tutto-, sussurrò Gabriel, sempre più in ansia.
Claude annuì. –Dobbiamo tornare a circa sei mesi fa. Come ti ho detto, Dimitri passava sempre più tempo solo con gli scienziati dell’acceleratore e Engel si insospettì, iniziando a tenerlo d’occhio. Una mattina, venne da me a comunicarmi la notizia, ma era troppo tardi. Scoprimmo che Dimitri aveva sequestrato diversi scienziati nel centro e stava lavorando all’acceleratore-.
-Ma allora è stato lui a…-. Gabriel si interruppe, non sapendo bene come continuare.
-A causare l’esplosione?-, gli venne in aiuto Claude. -Sì. Quando capimmo quel che aveva in mente era troppo tardi per fermarlo. L’esplosione distrusse buona parte del centro. Dopo lo scoppio, fui il primo ad arrivare e a constatare che tutti gli scienziati erano morti-.
-Tutti?-, chiese l’amico. –Anche Dimitri?-.
-Vedi-, gli rispose Claude. –Qui viene il bello. Lo cercammo tra le macerie, ma di lui nessuna traccia. Conclusimo che il corpo doveva essersi disintegrato nell’urto. Tuttavia, pochi giorni dopo, analizzando i filmati, fecimo una scoperta sconvolgente-.
-Cioè?-.
Claude sospirò. –Dimitri se n’era andato dal centro durante l’ultima fase dell’esperimento. Sapeva che l’acceleratore, già spinto al limite, rischiava di esplodere. Così si allontanò e obbligò gli scienziati a concludere il lavoro per lui, obbligandoli con ricatti e minacce. Ormai sappiamo tutti le conseguenze-.
-Terribile!-, urlò Gabriel, disgustato. –Tutto questo è orribile-.
Claude annuì. –Contemporaneamente, Engel notò uno strano cambiamento della linea temporale, la Timeline-.
-Vuoi dire che Dimitri era riuscito a cambiare il passato?-, chiese Gabriel, allarmato.
-Sì, scoprimmo che Dimitri aveva inviato indietro nel tempo un diario pieno di appunti sul futuro-.
Gabriel era allibito, ma Claude continuò. –Nei successivi anni, acquisì potere e ricchezze, grazie a quel libriccino. Sospetto che vi avesse scritto molto più di qualche giocata al lotto-.
-Ok-, disse Gabriel –Ma io cosa c’entro? Voglio dire, in tutta questa storia-.
-Ci sto arrivando-, lo calmò Claude con un gesto della mano. -Analizzando i dati, abbiamo scoperto che Dimitri ha inviato il diario nel tuo tempo, anche se non ha potuto specificare una data precisa. Ho bisogno di te per fermarlo-.
-Ecco perché ti sei costruito una vita nel passato!-, esclamò Gabriel –Stavi cercando di sorvegliare il giovane Dimitri e impadronirti del diario-.
-Esatto! Non per niente sei uno dei più intelligenti della classe-, disse Claude –Quando scoprimmo che il futuro stava cambiando, io e Engel ci siamo rifugiati nell’unico posto sicuro. Il passato. E precisamente nel tuo tempo-.
-Ma in che modo posso…-.
Gabriel fu interrotto da un sonoro “Bing”. Una voce femminile disse: -Quinto livello. Ufficio del Primo Ministro-.
La grata dell’ascensore si aprì e uscì un ragazzo più grande di lui, sui vent’anni, che si rivolse a Claude e sussurrò: -Ci siamo, è ora-.
Claude annuì. –Scusa Gabri, continueremo dopo. Vieni-.
-Dove andiamo?-, chiese lui.
-Al Tribunale Aurogamot, qualche piano più sotto-.
-Perché?-, chiese il ragazzo lievemente in ansia.
-Per il processo. Portare un Arretrato nel nostro tempo è un crimine. E come tale viene giudicato dal supremo tribunale di Auropoli-.
 

Anche il terzo capitolo è giunto alla fine, aprendo un nuovo dubbio sulla sorte di Gabriel, processato per essere giunto nel futuro. Inutile dire che questo capitolo è di vitale importanza per la trama, quindi tenetevelo bene a mente. La lunghezza di questo capitolo è più o meno uguale al precedente, ma vi prometto che il quarto capitolo sarà molto più corposo.
Al prossimo capitolo: “Il Processo Arretrati”

  
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