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Autore: ChiaKairi    04/09/2014    9 recensioni
Ti ho incontrato lì dove la terra incontra il mare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Minho, Onew, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. Mujun Razen – Spirale di paradosso
 
|Jinki|
 
“Vi ho visti.”
Jonghyun è sdraiato sulla solita poltroncina, fuma una sigaretta perché ormai lo psicologo ha smesso di insistere e glielo lascia fare. Sente che raddrizza la schiena, posa la cartellina con gli appunti.
“Hyung, vi ho visti, l’altra sera.”
Silenzio per un secondo.
“Oh.”
Sapeva che Jinki non avrebbe mentito, e nemmeno fatto finta di non capire. Ormai lo conosce bene, forse è quello che Jonghyun comprende con più facilità.
“Non l’ho fatto apposta.”
“Non fa niente Jonghyun. Sarei dovuto stare più attento.”
“Sono rimasto piuttosto… stupito, in realtà.”
“Non ne dubito.”
“Insomma, tu e…”
“Se vuoi oggi facciamo una pausa e… si beh, ti racconto un po’ io di me.”
Jonghyun spegne la sigaretta nel posacenere, si alza allegramente e va a fare alzare Jinki.
“Su, su…”
“Ma…”
“Avanti, inversione di ruoli.”
Prende possesso della sua poltroncina mentre lo psicologo si siede sul divanetto, ridendo.
“Spara tutto.” Lo incoraggia Jonghyun, imitando il suo modo di sedere a gambe accavallate. Jinki scuote la testa divertito, poi inizia.
“Vedi, io e Minho abbiamo studiato insieme. Ci conosciamo da quando andavamo alle elementari.”
“Wow, è un bel po’ di tempo.”
“Sì, lo è. Beh, ormai lo saprai, non ha avuto proprio un’infanzia felice. Parliamoci francamente, la sua famiglia è sempre stata un gran casino.”
“Un puttanaio.”
Jinki tace e acconsente.
“Taemin, beh… so che questo non aiuta molto la mia reputazione di psicologo integerrimo ma… mi sono innamorato di lui che era ancora un bambino. Gli sono stato vicino, ecco.”
“Te lo sei scopato prima che diventasse legale?” Jonghyun sfodera il suo famoso ghigno di perfetto combina guai e Jinki agita subito le mani.
“No, certo che no! Non l’ho toccato.”
“Tsk, fino ai diciotto anni immagino. Quanti anni ha ora?”
“…diciannove.”
Jonghyun scoppia a ridere.
“Merda… speravo ne avesse di più.”
“Perché?”
“Lascia stare, vai avanti.”
Meglio sorvolare riguardo ai pensieri impuri che gli sono venuti mentre si baciavano sott’acqua, ovviamente.
“Beh, gli sono stato vicino, un po’ come un secondo fratello.”
“Ma tu non sei suo fratello.”
“Esatto. Senti Jonghyun, cosa ti devo dire?”
“I particolari torbidi, avanti. Tu scavi nella mia vita rivoltandola come un calzino, suvvia.”
“Sì beh, con scarsi risultati fino ad ora…”
Jonghyun fa finta di niente.
“Gli ho dato il primo bacio a sedici anni. Poi però ho aspettato, non mi fraintendere. Non siamo mai arrivati a quel punto prima che Taemin fosse maggiorenne e responsabile di se stesso.”
“Se ho capito un po’ com’è fatto, quel ragazzino sarà impazzito nell’attesa.”
“Credo che il primo tutto di Taemin sia stato con me. Penso di essere ossessionato da lui, dalla prima volta che Minho me l’ha presentato.”
“Davvero, non riesco a capire come mai.”
“Noto del sarcasmo.”
Jonghyun sorride.
“Guarda hyung, da te una cosa del genere non me lo sarei mai aspettato.”
“Lo so, aish, nemmeno io da me stesso.”
“Voi strizzacervelli siete tutti fuori.”
“Come balconi.”
Jonghyun ci pensa su, poi guarda Jinki con diffidenza.
“Senti hyung… anche se siamo amici, no… questa è comunque una seduta di psicoterapia.”
“Sì.”
“Quindi quello che ci diciamo non esce da qui, vero?”
Un altro dei tipici silenzi assensi di Jinki.
“Beh, vedi… non so cosa gli sia preso ma… Taemin mi ha baciato, qualche giorno fa.”
“Oh sì, me lo ha detto.”
“Bwo?”
“Me lo ha detto la sera stessa temo.”
Piccolo bugiardo…”
“Non ti arrabbiare Jonghyun-ssi, Taemin non ha molti amici, generalmente parla solo con me o con Minho. No, fermo, non l’ha detto a Minho.”
Jonghyun si risiede sulla poltroncina.
“E come mai sei così tranquillo? Insomma, il tuo amore storico ha appena baciato un altro.”
“È un po’ che Taemin mi parla di te. E da ancora prima, mi ha detto che voleva provare a baciare qualcun altro, per vedere cosa si prova. Te l’ho detto, nella sua vita ci sono sempre stato solo io. È normale che sia curioso. È ancora tanto giovane, non mi permetterei mai di soffocarlo.”
“Anche tu sei giovane hyung.”
“Sì, ma è solo un bacio Jonghyun ed io mi fido di lui. Ti ha infastidito?”
“No… non me l’aspettavo ma… no.”
“Qual è l’ultima volta che sei stato in rapporti simili con qualcuno, Jonghyun-ssi?”
Il ragazzo alza gli occhi al cielo e sospira. Torna a sedersi sul suo divanetto mentre Jinki ride, perché i ruoli ormai sono tornati quelli di sempre e lui l’ha già capito.
“Non c’è mai stato nessuno, ok?”
“Non ti va di parlarne o davvero non c’è mai stato?”
“Non c’è stato.”
Jinki non è convinto, Jonghyun lo sa già senza nemmeno guardare.
“Scusami hyung.”
“E di cosa?”
“Proprio non ce la faccio. Non è testardaggine, è che… non voglio parlare di me, della mia famiglia… non voglio parlare di niente.”
“Non ti aiuterai così, lo sai vero?”
Jonghyun fissa il soffitto.
“Va bene, se non vuoi parlare… posso dirti due cose io?”
“Mh?”
“Vedi Jonghyun-ssi…” posa la cartelletta, unisce le dita delle mani. “Un’idea su di te me la sono fatta ormai, anche se non conosco i particolari del tuo passato. Hai dei sintomi ben evidenti, che mi hanno portato ad una conclusione di cui sono certo al… novanta percento.”
“È una statistica abbastanza alta.”
“Abbastanza. Hai mai sentito parlare di Tantofobia?”
“Bwo?”
“È la paura di perdere qualcuno che amiamo. A volte può diventare così forte, così intensa, da condizionare la nostra intera vita. Può diventare un’ossessione.”
Jonghyun inghiotte un groppo di saliva.
“Io non ho più niente da perdere, Jinki. Ho già perso tutto.”
 
.
 
|Jonghyun|
 
Jinki aveva ragione, Jonghyun adesso ripensa alle sue parole mentre conta le goccioline di siero che cadono lungo la flebo e si infiltrano nel suo braccio. Aveva ragione quando ha notato che Jonghyun non riesce più a piangere, e aveva ragione anche riguardo alle cose che non sapeva, che non poteva sapere. Intuiva il giusto guardandolo negli occhi, aggrappandosi alle parole smozzicate che Jonghyun non gli aveva detto.
Anche se non ha più niente, anche se più di così il fondo del barile non lo può raschiare, la paura rimane perché, malgrado tutto, non si può fare a meno delle persone. Non ci si può costringere a rimanere soli, nemmeno quando si è caduti così in basso da non poter più tornare a galla.
Solo in un letto di ospedale si capiscono certe cose.
Che non si torna indietro, e il mondo gira come vuole lui, che lo vogliamo o no.
 
.
 
|Minho|
 
Il telefono fisso non squilla praticamente mai in casa, quindi quando entra in salotto e sente la suoneria intermittente, si stupisce. Appoggia la borsa della spesa e inizia a salire le scale, verso la cucina.
“Jonghyun-hyung?” è scalzo, si è tolto le scarpe all’ingresso e non riesce a trovare le ciabatte.
“Hyung?” chiama ancora. Vede dal corridoio che Jonghyun ha risposto al telefono a muro, ora ha le labbra aperte e ascolta, la cornetta ben premuta contro l’orecchio.
“C-come fai a sapere che sono qui?”
Minho si ferma, la voce di Jonghyun è piena di terrore. Il cuore del giovane dottore manca un battito.
“Cazzo…” Jonghyun l’ha visto. Per qualche assurdo motivo, si tiene ben stretto il ricevitore senza fili e corre a chiudere la porta della cucina in faccia a Minho, lo scatto del più giovane non è bastato. Strattona con forza la maniglia, ma il ragazzo l’ha chiusa a chiave.
“Hyung! Che succede?” sbatte un pugno sulla porta vetri, riesce a vedere l’interno della cucina, anche se un po’ sfocato a causa della finestrella opaca.
“N-non credere che io… no! Sei un figlio di puttana!”
“Jonghyun!” Minho vede con orrore il più grande che getta con violenza il telefono a terra, sente il rumore della batteria che esce dal ricevitore e dei pezzi che si sparpagliano in giro.
Jonghyun si appoggia al tavolo al centro della stanza, trema come una foglia e ha lo sguardo spiritato.
“Hyung ti prego, apri questa fottuta porta!” la strattona, sta pensando di rompere il vetro con un calcio, sta valutando quanto è spesso.
“No, no… io non ce la faccio così…”
“Merda hyung APRI!”
“Hyung!” dietro a Minho corre Taemin, deve aver sentito i rumori ed è uscito dalla sua stanza.
Incredibile, Taemin è uscito dalla sua stanza mentre c’è altra gente in casa.
Il cervello di Minho lo realizza in un istante, poi lo afferra per le spalle.
“Tae, vai a prendere le chiavi di scorta!”
“Dove…”
“Giù, nel ripostiglio, vai!”
Il ragazzino sta già caracollando per le scale. Minho si mette le mani nei capelli.
La paura gli attanaglia il cuore, entra nelle sue vene e si diffonde come un virus letale, quando vede Jonghyun che afferra un bicchiere e poi sente il tintinnio metallico del vetro che va in mille frantumi.
“No, Jonghyun! Kim Jonghyun, giuro che butto giù la porta!”
Taemin fai presto, perché questa cazzo di inutile casa è così grande!
“Jonghyun ti prego!” dà un calcio alla porta vetri, la sente vibrare. “Entro a spallate, lo giuro su Dio! Cazzo…”
Jonghyun lo sta guardando, gli occhi rossi e le mani tremanti proprio come quando è fuori di sé.
Quando lo spettro si impossessa di lui.
Ha raccolto da terra il pezzo di vetro più grande.
“Jonghyun… non lo fare. Io ti amo.”
Il ragazzo nella stanza sembra rinsavire per un momento, sbatte le palpebre più volte, si passa il dorso di una mano sudata sugli occhi.
“Te l’avevo detto di non innamorarti di me, Minho.”
“Ti amo. Ti prego, ne usciremo insieme. Fammi entrare Jonghyun, fammi entrare e si risolverà tutto.”
“Non cambierà niente.”
“Merda… Jonghyun, NO!”
Quasi la rompe davvero la porta, dalla violenza con cui strattona la maniglia quando vede Jonghyun che appoggia il polso della mano libera sul tavolo, rivolto verso l’alto, e poi ci conficca la punta scheggiata del bicchiere rotto.
Arriva Taemin ma al ragazzino tremano le mani, allora Minho lo aiuta e in un secondo sono dentro. Un secondo di troppo però.
 
.
 
È come nei suoi incubi. Fuori ha iniziato a piovere e sulle mani ha il sangue di Jonghyun che scorre copioso. Il rosso gli riempie gli occhi, il cuore di Minho martella nelle sue orecchie, mentre tampona con decisione il polso martoriato del più grande. Non riesce a parlare.
Taemin gli allunga dello scottex pulito, ma non serve a niente. Jonghyun ha mirato per bene e ha premuto in profondità, come un vero esperto. Ha anche tirato un po’ verso l’alto, in quella scintilla di follia che lo porta a farsi del male, non si sa per chi o per cosa.
Minho una cosa del genere non la concepisce, davvero non ci riesce.
Lo trova stupido e odioso e dannatamente inutile.
“Non è così che ti libererai di me hyung. Non è così che ti lascerò risolvere i tuoi problemi.” Sono seduti a terra, Jonghyun ha la nuca appoggiata al frigorifero e guarda con occhi vacui le mani di Minho che lavorano con foga.
“Hyung, il sangue…” non ha mai sentito la voce di Taemin così incerta, così spaventata.
“Tae, la ferita va suturata, chiama il numero del dottor Park, ok? È nella mia rubrica, il cellulare è di sotto.”
“Ma io…”
“Tae, per favore.”
“Ok.”
“Aish…” Minho ha la vista annebbiata, combatte contro le lacrime e contro la voglia di gridare. Il sangue scorre copioso, sta gocciolando sul pavimento. Ne ha visto tanto di sangue, ma questo gli fa troppo senso.
“Ti macchi i pantaloni…” sussurra Jonghyun, con voce roca.
Minho alza la mano, ha davvero l’istinto di colpirlo con un pugno. Si trattiene per miracolo.
“Porca troia hyung, perché cazzo l’hai fatto.” Gli trema la voce. “Fanculo.”
Jonghyun sospira e chiude gli occhi.
“Ho un conto in sospeso.”
“Non ho più voglia di stare a sentire le tue stronzate. Chi cazzo era al telefono?”
“Il mio passato che mi cerca.”
Si guardano negli occhi e si sfidano.
“Non ti lascerò vincere hyung. Passerai le pene dell’inferno con me, davvero.”
Jonghyun sorride mesto.
“Come se non le stessi già passando.”
Minho deglutisce a fatica, si sente di merda.
“Non è per colpa tua Minho, davvero.” La mano sana di Jonghyun si alza, gli dà due carezze tra i capelli e Minho smette un attimo di tamponare il sangue, è la prima volta che il più grande fa un gesto carino nei suoi confronti.
Le lacrime si liberano dai suoi occhi prima che riesca a trattenerle, le scaccia via subito.
“H-hyung… dico sul serio…”
“Lo so Minho, ma non c’è niente che tu possa fare. Te l’ho detto, l’amore non esiste se ci sono di mezzo io.”
“E chi te lo dice, eh?” Minho vorrebbe risultare minaccioso, avvicina il viso a quello di Jonghyun, così vicino non si è mai spinto, ma ormai non ha più freni, è lui contro tutti.
La mano di Jonghyun sale ancora e gli accarezza uno zigomo, mentre i suoi occhi vacui si riempiono di tristezza.
“Mi ero innamorato, Minho. Era l’amore della mia vita e avevo tutto. Guardami ora. Questa non ti sembra una prova sufficiente?”
Minho si allontana, sconfitto.
Arriva Taemin e dice che ha chiamato, saranno lì in una mezz’ora.
Per lavare via il sangue di Jonghyun e richiudere quella cazzo di ferita, ancora una volta.
 
.
 
|Taemin|
 
La pioggia ticchetta fuori dalla finestra. Non fa freddo, ma è tutto buio anche se è ancora metà pomeriggio. Che estate strana, ne parlano tutti.
Eppure è bella lo stesso, c’è il mare che accoglie allegramente le gocce di pioggia e si gonfia, salgono i cavalloni alzati dal vento.
Taemin si è seduto sul letto, non dice niente. Jonghyun è sveglio e non apre bocca, è perso nel suo mondo. Taemin gli accarezza l’avambraccio con un dito e vede che si riempie di pelle d’oca.
È preso da un moto di nervosismo quando vorrebbe seguire le belle vene di Jonghyun fino alla mano ma incontra la fasciatura stretta all’altezza del polso.
“Hyung… mio fratello sta cercando di rintracciare la chiamata. Ma Jinki dice che è un casino, sai, per la privacy.”
Jonghyun non risponde, manda giù un groppo di saliva.
Taemin si china su di lui, lo costringe a guardarlo in viso. Si appoggia al suo petto e sente il silenzio, si lascia penetrare dalla profonda inquietudine che permea la stanza. Suo fratello gli ha detto che le persone emanano una precisa aura, e che l’atmosfera è importante per guarire. L’atmosfera che emana Jonghyun non va affatto bene.
“Hyung, perché non vuoi l’amore di mio fratello? Non ti sembra crudele, da parte tua, comportarti così?”
“Non è che non lo voglio… è che non c’è speranza.”
“Per Minho c’è sempre speranza, lui non si arrende mai. E poi, se fossi così sicuro… ti saresti già affogato, no? O ti saresti buttato da un palazzo. Tu invece hai paura di morire, non è vero? Non puoi fare a meno di avere paura, allora ti fai del male e basta. Ma così fai del male anche a mio fratello, e questo non lo sopporto. Mi fai incazzare, hyung.”
Jonghyun ride sommessamente. Accarezza i capelli morbidi di Taemin con la mano fasciata.
“Ah, Tae… siete proprio gente strana voi.”
“Senti chi parla.”
Taemin ha abbassato la voce. Chiude gli occhi e si china su Jonghyun, gli lascia un bacio lento sulle labbra, un bacio che diventa più profondo quando le mani del più piccolo afferrano i lati del suo viso, e che poi sale di quota quando Jonghyun si mette a sedere, come il volo di un gabbiano.
“Taemin, tu ami Jinki, non è così?” chiede Jonghyun, una volta che si separano. I baci di Taemin non lo inquietano più, lo rendono più leggero.
“Sì, lo amo.”
“Allora perché non vai da lui? È di sotto, no?”
“Jinki non ha bisogno di me, tu sì.”
“Dovresti stare con lui e basta, per come la vedo io.”
“L’amore ha tante forme hyung. Amo anche l’oceano, ma non è che sto con lui sempre.”
“Anche io amavo qualcuno, e non volevo mai separarmene. Ancora adesso, mi sembra che mi manchi l’aria.”
“È per questo che ti fai del male, hyung?”
“Taemin-ssi… se te lo dico, mi prometti che manterrai il segreto questa volta?”
“Quando mai non ho mantenuto un segreto?”
Jonghyun alza gli occhi al cielo.
“Fidati di me, hyung.”
Jonghyun scuote il capo e decide di lasciarsi andare. Se non lo dice esploderà, sente le parole che si accumulano in modo inaspettato all’imboccatura dello stomaco e premono per uscire.
“Me l’ha detto lui. L’ultima volta che ci siamo visti.”
“Prima del tuo incidente?”
“Non è stato un incidente quello…”
“No, infatti. Volevi sparire, non è così?”
“Me l’ha chiesto lui di sparire.”
“La persona che amavi?”
“Sì.”
“È questo il tuo conto in sospeso, hyung?”
“Non voglio dargli la soddisfazione di poter dire che sono un codardo.”
“Perché morire così hyung, ti sembra una cosa coraggiosa?”
Jonghyun si morde un labbro, sente uno strano pizzicore agli occhi, è punto sul vivo.
“Non è solo una questione di orgoglio e di testardaggine, Taemin. Io lo amavo davvero. E senza di lui non sono niente.”
“Sei tu. Quando ti ho conosciuto, eri già solo no? Non mi sembri poi una persona così terribile, anzi. Tu sei tu Jonghyun, e non ti facevo un tale rammollito. Alzati da questa merda di letto e vai a bruciargli la macchina, disegnagli un pene sulla porta di casa, no?”
Jonghyun suo malgrado ride, scuote il capo.
“Cazzo ragazzino, ma chi ti ha cresciuto così?”
“Vado a letto con uno strizzacervelli da quasi due anni, di che ti stupisci.” Non è nemmeno una domanda.
“Sparisci…” sorride Jonghyun, e lo caccia via sul serio, se lo scrolla di dosso con decisione. Taemin si alza dal letto, ma non ha ancora finito.
“Hyung, è l’ultima cosa che ti chiedo, davvero… era il tuo primo amore? Il figlio di puttana che ti ha rovinato la vita.”
Il sorriso di Jonghyun si spegne. Si stringe il polso ferito e lotta per ritrovare la voce.
“Sì. Era quello, e molto altro.”
Taemin unisce le mani dietro la schiena, abbassa lo sguardo.
“Beh hyung… sappi che il primo amore di mio fratello sei tu.”
Si guardano per l’ultima volta e Taemin sfodera il suo sorriso che non promette niente di buono, poi esce dalla stanza.
 
.
 
A volte me lo sono chiesto, quanto in là mi dovrò spingere?
[Sento una voce che mi dice ‘non mollare’,
la tua voce.]
‘La tua felicità è anche la mia’.
Quelle parole,
me le ricorderò per sempre.
In questa sporca città,
tu sei la persona che
si unisce alle stelle,
e mi mostra qualcosa di bello.
Ti proteggerò per sempre,
così che tu non perda mai
ciò che hai di più prezioso
vicino al tuo cuore.
 
.
 
|Jinki|
 
Jinki lo osserva ed è sinceramente preoccupato. È tanti anni che non lo vede così, con le sopracciglia corrucciate e lo sguardo tetro. Si è fatto schioccare tutte le dita e ora continua a massaggiarsele, stringendo i pugni e la mascella.
“Minho-ssi, mi stai facendo venire il mal di testa.”
“Scusa hyung, è che lui è là sopra con un braccio tagliato, di nuovo, e io mi sto chiedendo che cosa cazzo io sia stato qui a fare in questo ultimo mese.”
“Non è colpa tua.”
“Avrei dovuto spaccare la porta.”
“Così portavamo te all’ospedale poi.”
“Anzi no, avrei dovuto spaccargli la testa, così rinsavisce.”
“So che ti dispiace. Ti sei innamorato di lui, vero?”
“Fanculo.”
“Penso che sia venuto il momento che tu e lui parliate chiaramente.”
“Gli ho detto che lo amo, più chiaro di così…”
“E lui?”
“Lui si è conficcato un pezzo di vetro nel polso.”
“So che è dura Minho, ma questo non c’entra niente con te. È colpa di quello che gli è successo prima di conoscerti.”
“Sì ma ora mi conosce, eppure non mi parla. Ho tentato in tutti modi di farlo parlare, ma è come…”
“Ha paura.”
“Parla più con Taemin che con me.”
“Proprio perché sente che tu sei serio riguardo a ciò che provi, ha paura di accettarti per come sei. La tua sincerità lo spiazza Minho, non ci è abituato.”
“Ma che gli hanno fatto per ridurlo così?”
Jinki sospira.
“Non dovrei dirtelo Minho, sono riflessioni riservate che non dovrebbero uscire dal mio studio.”
Gli occhi del giovane medico si spalancano.
“Ti ha detto qualcosa?”
“Quanto basta.”
“Parla, avanti!”
Jinki si sporge verso l’amico, abbassa la voce e Minho trattiene il fiato.
“Lo stanno inducendo a farlo, Minho. Qualcuno di molto vicino, qualcuno a cui lui teneva più di ogni altra cosa. Doveva fidarsi ciecamente di questa persona, tanto da fare tutto quello che gli diceva. Per qualche strana ragione, questo tizio ad un certo punto l’ha abbandonato al suo destino. Prima diceva di amarlo e gli dava tutto ciò di cui aveva bisogno, poi invece, di punto in bianco, l’ha lasciato solo. Questo può causare un trauma devastante, in una mente già predisposta. Ti crolla il mondo addosso.”
Minho non riesce ad aprire bocca, sente che gli gira la testa.
“E poi…”
“Poi cosa?”
“Come se non bastasse, credo che questa persona lo stia inducendo al suicidio. Jonghyun è testardo, è orgoglioso… ci sta cascando sul serio, Minho. Dobbiamo fare qualcosa. Ma il vero problema, sai qual è?”
“Quale?”
“Che è un reato. L’induzione al suicidio è un reato bello e buono.”
“Lo ammazzerò con queste mie stesse mani Jinki, lo giuro.”
“Shh, non dire sciocchezze. Adesso devi occuparti di Jonghyun e basta. Lo aiuteremo Minho, fosse l’ultima cosa che faccio.”
Jinki gli prende le mani, lo fa smettere di tentare di conficcarsi le unghie nella pelle.
“Ti prego Jinki, dobbiamo capire chi è. E poi gli voglio spaccare la faccia, per quello che ha fatto a Jonghyun.”
“Te lo concedo.”
“E adesso voglio andare ad abbracciarlo.”
“Sì Minho, però sii gentile con lui. Davvero, secondo me ci tiene a te, ma non può permettersi di ricaderci un'altra volta, capisci? Ha paura di perderti, di essere tradito di nuovo.”
“Non lo tradirò…”
“Io e te lo sappiamo, ma Jonghyun? Mettiti nei suoi panni.”
Minho stringe i denti e annuisce, abbassando lo sguardo.
È in quel momento che i loro sussurri malcelati si interrompono e Jonghyun entra nel salotto, camminando piano. Si sta infilando la camicia, va verso la porta di casa senza guardare nessuno. Minho scatta in piedi.
“Hyung, dove…?”
“Devo prendere una boccata d’aria. Non farò niente di stupido, puoi rilassarti.” Il suo tono è burbero come sempre, ma Minho nota gli occhi rossi e le labbra morsicate.
Chiede aiuto a Jinki con lo sguardo, mentre Jonghyun esce di casa e la porta si richiude con un tonfo.
“Vagli dietro, ma da lontano. Giusto per precauzione, arasso? Se hai bisogno chiamami.”
Minho annuisce.
Usa tutta la sua forza di volontà per non mettersi a correre. Vorrebbe solo riacciuffarlo, dargli una bella scrollata e stringerselo addosso per il resto dei suoi giorni.
 
.
 
|Minho|
 
Decide di uscire allo scoperto quando Jonghyun arriva al mare, stringe i pugni e fissa i cavalloni prepotenti. Il vento è così forte che solleva la sabbia, mozza il fiato e fa bruciare gli occhi. Lo chiama, non sa nemmeno se l’ha sentito perché un’onda bianca si è schiantata a riva. Piove forte ora, fa freddo e Jonghyun indossa solo la canottiera e i pantaloncini.
Lo prende per le spalle, non ha più parole da dirgli. Jonghyun lo guarda, non sa se sono gli schizzi della marea, la pioggia o il vento, ma ha le guance bagnate. Minho gliele bacia entrambe e il più grande lo guarda con occhi inequivocabili.
Aiutami.
Abbassano lo sguardo perché fissarsi in viso è imbarazzante, ora che tutte le difese sono crollate, ora che sono entrambi allo scoperto.
“Vieni qui…” dice Minho contro al vento, e lo abbraccia stretto. Jonghyun ricambia e per la prima volta Minho sente la forza delle sue braccia attorno alla vita, le dita che si aggrappano alla maglietta, stropicciandola sulla schiena.
“Hyung.” Gli bacia una spalla, poi volta il viso e le labbra di Jonghyun sono lì.
Se le è immaginate mille volte, nel dormiveglia prima di addormentarsi, quando la mente purtroppo lavora da sola e non c’è verso di fermarla.
Le incontra e il vento ulula nelle sue orecchie, nel suo cuore, la testa diventa leggera, non fa freddo perché Jonghyun è ovunque e la sua bocca è morbida e calda e lo invade così piacevolmente da togliergli il fiato. Gli affonda le mani nei capelli castani e si rifiuta di aprire gli occhi, ne vuole di più, si spinge contro di lui con tutto quello che ha e capisce che è la fine, è un sogno.
Sobbalzano entrambi e si separano quando un suono così intenso da rompere i timpani li sovrasta, poi un altro, e un altro dopo pochi secondi. Sono fulmini che scoppiano sul mare, così vicini che non c’è praticamente distanza di tempo tra la luce e il tuono.
Minho se lo stringe ancora, Jonghyun è più basso e la sua guancia ci sta alla perfezione appoggiata al suo petto. Guardano i lampi che si ramificano, l’istante in cui esplodono sembrano sottilissimi alberi giganti dalle mille braccia, luminosi, così tanto da mettere in luce uno spicchio di mare e uno spicchio di nuvole, facendo risaltare la pioggia che cade a scrosci, copiosa.
“Hyung sei fradicio.” Gli bacia il capo, non può smettere di baciarlo.
“Mh?”
“Sei fradicio!”
Un’onda si schianta ai loro piedi, era alta e scura mentre arrivava.
“Non ho mai visto una tempesta sul mare così da vicino.” Lo sente sussurrare, non sa nemmeno come ha fatto a sentirlo.
“Andiamo via, neh?”
“Minho…”
“Dimmi.”
“Sono contento che tu ti sia innamorato di me.”
Il cuore di Minho è esploso ed è diventato quel fulmine terrificante e bellissimo che si è scaricato al largo tra le onde, poi si è sciolto e adesso piove su di loro e si confonde con il sale e il vento.
Ride di gioia e lo bacia ancora, velocemente. Jonghyun gli regala il primo, vero sorriso che Minho gli abbia mai viso in viso, ed è così bello che si sente morire.
 
.
 
Fanno l’amore in silenzio e i fulmini che scoppiano vicino al mare illuminano i loro contorni, mentre ogni altra luce è spenta. Tengono gli occhi aperti, è Minho a dettare il ritmo e va piano, si vuole godere quel momento perché è qualcosa di insperato. Sta sopra Jonghyun e continua a baciarlo, sorridono bocca contro bocca ed è sicuro, nemmeno lui sta provando dolore. I bicipiti di Jonghyun sono tesi e le sue dita vanno su e giù per la schiena di Minho. Il più giovane preferisce aggrapparsi saldamente alle sue cosce per tirarlo più vicino, per manovrarlo con più facilità, anche se non c’è molto da manovrare, Jonghyun è perfetto così com’è.
“Ti piace?” chiede Jonghyun, inaspettatamente. Minho lo bacia prima di rispondere, si gode un suo respiro spezzato perché ha appena spinto dentro di lui, dove sa che è più piacevole.
“Vale per tutte le volte che me lo sono immaginato.”
Jonghyun ride.
“Bwo? Te lo immaginavi?”
“Di continuo…”
“Porco.” Ridono e tornano a baciarsi, mentre Minho si muove deciso e poi deve stringere i denti perché sta diventando troppo. Jonghyun flette gli addominali e lo asseconda, piegando le ginocchia dietro la sua schiena.
“Minho… è solo perché sei tu.” Ora è serio.
“Lo so.”
“Questo non significa che riuscirò ad amarti.”
“Lo so Jonghyun, potresti chiudere quella cazzo di bocca adesso?”
“Yah…” ma sta sorridendo, lo prende per la nuca e se lo tira addosso per baciarlo.
“Jonghyun, Taemin mi ha detto…”
“Dio, ora chi è che parla troppo?”
“Scusa, è che…” proprio non ce la fa a stare zitto. “Mi ha detto che il bastardo che ti ha fatto questo…” gli accarezza i polsi, glieli afferra e li porta sopra la sua testa. Jonghyun gli mostra i denti, poi Minho riprende a spingere e il più grande si distrae. “Il bastardo che ti ha fatto questo… ne eri innamorato, vero?”
“Minho…” un ringhio.
“Ti amo.” Gli bacia il collo, poi scende. Sente Jonghyun che tira, tenta di liberarsi dalla sua presa, ma le mani di Minho tengono le sue braccia ancorate al cuscino.
“Non ti deluderò, non io.”
Jonghyun non risponde, apre la bocca e il suo respiro si fa affannoso. Minho si rende conto che anche lui sta per raggiungere il limite, non riesce più a pensare, va più veloce.
Gli lascia liberi i polsi, gli afferra un braccio e glielo divora con le labbra, bacia lungo ogni cicatrice, con foga. Poi drizza la schiena e posa le mani sugli addominali di Jonghyun, li accarezza e li sente irrigidirsi.
“M-Minho, io…”
Il più grande gli afferra gli avambracci con forza.
Un ultimo bacio sulle labbra, poi i loro occhi si chiudono e l’ennesimo fulmine esplode sul mare.
 
.
 
Abbiamo fatto l’amore solo una volta, io e te,
ma è bastata per tutte quelle che invece ci siamo solo immaginati.
Non è così?
 
.
 
|Jonghyun|
 
Jonghyun passeggia per la sua stanza d’ospedale.
Paradosso.
Tutta la sua vita è stata solo un grande, enorme paradosso. L’amore per Minho, ad esempio, che non potrà mai nemmeno essere amore perché lui non ne è più capace. Eppure è intenso, è un desiderio che non lo abbandona mai nemmeno adesso che è circondato dal bianco ed è in alto e vede la città e non sa nemmeno a che piano è, non se lo ricorda. Trovarsi lì è un paradosso, dopo tutto quello che gli è capitato. Aver fatto l’amore con Minho come quella sera, durante la tempesta di fulmini, è un paradosso. Tutto ciò che è successo dopo, è un paradosso.
È un vortice che Jonghyun non vorrebbe rivivere più, vorrebbe poter tornare sull’altro pianeta, quello in cui è con Minho e fuori piove, oppure quello in cui bacia Taemin sott’acqua. Vorrebbe tornare indietro e non svegliarsi più.

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[La citazione in corsivo circa a metà capitolo è tratta dalle lyrics della canzone di Ayumi Hamasaki 'Free & Easy' che adoro.]
Ed eccoci al penultimo capitolooo >.< Mi dispiace già che questa mini stia per volgere al termine <3 Ci sono così affezionata ;; I miei bimbi *coff* 
Col Guess Who della settimana scorsa siete stati bravissssssimi!! In realtà volevo vedere quante testoline perverse mi seguono hehehe (vi ho beccati, voi che avete pensato all'incesto!!! kkkk).
Per questa volta vi lascio un'altra domanda, forse più semplice. Se avete colto con che criterio sto creando i banner, mi saprete sicuramente dire chi troveremo nel prossimo ed ultimo capitolo! ;)
Detto questo..... madonna i feels che ho per la OnTae D:

E sul nostro Min, come la vedete? Secondo voi ha conquistato la preda?

Questo capitolo è davvero quello centrale, considero il prossimo una sorta di epilogo infatti. Spero che vi sia piaciuta la 'Tempesta di Fulmini' ;) Sono davvero curiosissima di sapere le vostre osservazioni sul capitolo!
Come si comporterà ora il nostro bellissimo triste puppy? ;;;33 *Chiara controlla il fangirleggiamento* 

Grazie a chi mi ha seguita soprattutto a chi mi ha recensita fino a qui!!
- Chiara
  
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