Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
Segui la storia  |       
Autore: Vega_95    04/09/2014    3 recensioni
Questa storia racconta delle avventura dei protagonisti della serie 5D's e di Jessica,la sorellina minore di Yusei,più piccola di lui di 2 anni,apparentemente sembra una normalissima ragazzina ma in realtà dentro di lei è nascosto qualcosa di potente e misterioso di cui nemmeno lei è a conoscenza.
Questa storia inizia due anni prima e termina molti anni dopo la lotta contro i Dark Signer,Yliaster non ci sarà,per un motivo che verrà svelata in seguito.
Ho cercata di renderla più shonen possibile ma per alcune parti non ce l'ho fatta descrivendo diverse scene shojo.
Una furiosa corsa contro il tempo,una disperata lotta contro l'oscirità che da millenni attanaglia l'umanità,amori sbocciati,una famiglia ritrovata,l'illusione di un'Utopia e una disperata ricerca della vendetta... saranno in grado i Predestinati di impedire l'apocalisse che si prepara a sconvolgere il loro mondo?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Crow Hogan, Jack Atlas, Yusei Fudo
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il duello tra Yusei e Yagari è a un punto morto,l’uomo dell’inganno ha smesso di combattere e si è messo a parlare, all’inizio blaterava solo e Yusei non aveva la minima voglia di sentirlo, ma solo di concludere quel combattimento e farsi dire dove si trova sua sorella, ma poi ha cominciato a parlare seriamente attirando l’attenzione dei ragazzi e spaventando a morte Yusei e Jack «erano belli i tempi del Satellite in cui dilagava il terrore per la Strega del Satellite» ridacchia il demone.
«ne ho già sentito parlare» dice Carly «pare che fosse un essere malvagio che terrorizzava la gente del Satellite»
«sono solo dicerie, non ha mai fatto nulla del genere» la difende Jack che ricorda bene quegli anni e il terrore che la gente aveva di lei, ma ingiustamente.
«chi è? »domanda Ichiru
«non pensarci, non esiste più» cerca di sviarlo Crow, ma il dado è tratto e più i ragazzi cercano di evitare l’argomento, più i loro amici insistono per saperne di più.
«vuoi sapere chi è? » ride Yagari osservando Yusei e Jack nervosi e terrorizzati all’idea di rispolverare i loro ricordi sulla Strega «era una bambina, una bambina molto potente. Nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi a lei, nessuno tranne uno, un bambino che le è restato accanto finora, che l’ha cresciuta e volete sapere il nome di quel bambino? Yusei Fudo» rivela loro sghignazzando e ridendo del dolore e della rabbia apparse sui volti di Yusei e Jack i cui sguardi si riempiono d’odio e rimorso, Crow si sente mortificato mentre i loro amici restano stupiti e quasi scioccati
«lei era come me…» mormora, sorpresa, Akiza stringendosi una mano al petto, ma il demone la corregge subito «lei era molto peggio, lei era distruzione e morte per chiunque incrociasse il suo cammino»
«è una menzogna! »urla Yusei accelerando per affiancarlo
«non la è Yusei, tua sorella era un vero mostro» ride attirando su di se le occhiate sprezzanti di disprezzo di tutti i ragazzi
«non hai il diritto di giudicarla! » grida Leo  agitandosi talmente tanto di rischiare di cadere dallo skateboard, loro la conoscono bene e se il suo passato è oscuro, a loro non interessa, le vogliono bene per quello che è ora, i suoi trascorsi non contano.
«dimmi dov’è! Dove la tenete prigioniera?! » urla, furente Yusei.
«la cara Strega sta solo aspettando il tempo, il tempo che passa, che scorre, che arriverà» ghigna, ma dimentica ancora una volta Ichiru e quelle parole gli fanno intuire qualcosa, comincia a capire dove possa essere imprigionata la madre
«perché Jessica era così? Cosa le era successo? » chiede Carly a Jack, sa di Akiza, sa di cosa provocò i suoi poteri psichici che le affibbiarono il nome di Strega, ma per Jessica è incomprensibile per lei
«lascia stare Carly» le risponde, freddo, Jack, ma di nuovo Yagari s’intromette pronto a rispondere alle loro domande, quella a cui Yusei, Jack e Crow non vogliono rispondere.
«immaginate una bambina, una neonata con enormi poteri accarezzata dalla morte che, l’ha vista in faccia. Un’orfana che cresce in mezzo alla distruzione e alla desolazione e convive con la morte ogni giorno, è debole e ha paura» le racconta il demone facendo sparire la sua espressione divertita, facendosi estremamente serio «un bambino che ha paura e si sente minacciato, è come un cucciolo ferito che mostra i denti, ma lei aveva i poteri, immensi e distruttivi poteri»
«non si fidava delle persone, aveva paura di tutti» continua Jack che ricorda con tristezza e dolore quel periodo.
«mia madre non è una strega! » si oppone Ichiru e Crow gli da ragione, ma ciò non cancella ciò che è stato.
 
Il contatto è attivo tra Jessica e i Predestinati e attraverso Crow anche lei vive ciò che stanno passando i suoi amici e ascolta tutto, tutte quelle storie sulla Strega del Satellite, le leggende e i racconti dei ragazzi la sera erano vere e lei ne era sempre stata protagonista senza saperlo, il solo saperlo le provoca un fortissimo dolore al petto e la testa ricomincia a farle male, comincia a vedere cose strane, le fiamme, la luce e le grida, ha paura e l’oscurità attorno a lei l’alimenta, trema e quel tremore fa stringere ancora le catene attorno a lei ferendola e impedendole ogni genere di rigenerazione.
 
Ricordare è un dolore anche per Yusei che non ha il coraggio e la forza di proferire parola
«seminava il panico per le vie del Satellite, la gente fuggiva al solo vederla e poi tutto cambiò» racconta ancora Yagari voltandosi a guardare Yusei, terrorizzato al solo ricordo di quel giorno« il giorno in cui morì la Strega e con lei, anche tu»
Una rivelazione del genere spaventa tutti a morte, Jessica per prima, nessuno capisce, insomma Yusei è proprio lì con loro, come può essere morto, eppure è così e Yagari non ritratta, né Jack smentisce.
«lui voleva uccidere Jessy» mormora Yusei senza alzare lo sguardo
«lui chi? » chiede Akiza che finalmente riesce a capire chi davvero sono i suoi amici, ma nessuno sa risponderle, nessuno tranne il demone che pare avere una risposta a tutti i loro quesiti
«il suo nome è Z-One e arriva dal futuro con lo scopo di salvarlo» spiega
«uccidendo dei bambini?! » lo trova ridicolo Crow
«uccidendo la famiglia responsabile della distruzione del mondo, il reattore costruito da vostro padre distruggerà questo mondo in futuro e la missione di Z-One era di fermare il dr. Fudo e la sua famiglia per questo incaricò Roman Goodwin di eliminarvi, chiese il nostro aiuto e sfruttò il risveglio delle tenebre per farlo, ma Roman fallì, 3 delle sue 4 vittime erano ancora vive e Z-One decise di occuparsi personalmente di voi ecco perché vi ha attaccati»
«chi era la terza persona? »è l’istintiva domanda di Yusei a cui Yagari risponde con una sonora risata
«non dirimi che non lo sai! Non dirmi che hai vissuto finora senza sapere che tua madre si salvò all’esplosione! » esclama il demone, del tutto ignaro del fatto che Yusei ne fosse all’oscuro.
«e ora dov’è? » domanda, spaventato, il ragazzo
«Z-One la uccise la notte prima di venire a cercarvi»
«così oltre a voi dovremo occuparci anche di un pazzo venuto dal futuro! » esclama Akiza, stufa di tante battaglie e lotte per la sopravvivenza
«io non lo definirei pazzo, è stato un genio, non solo ha dato speranza all’umanità quando era al suo declino, ma ha trovato il modo di viaggiare nel tempo e sistemare le cose. Certo ha fallito, ma solo  causa della scelta sbagliata»
«quale scelta? » non capisce Luna
«Jessica non sarebbe mai dovuta andare in quell’accademia, Z-One fece di tutto per fermarla e usò anche Crow per fermarla, ma non ci riuscì» racconta facendo ricordare a Yusei e Crow il giorno della partenza, la strana ansia del ragazzo per quell’arrivederci
«ora l’emissario del futuro è rinchiuso in una bolla temporale da cui non uscirà mai più, a meno che un evento tanto devastante non riavvii il tempo liberandolo» ipotizza Yagari, ma la trova una cosa molto improbabile
«ma in che situazione siamo finiti…» borbotta Jack amareggiato e arrabbiato
«non era nel vostro destino arrivare a questo punto, nessuno di voi sei sarebbe dovuto essere coinvolto,  è stata la vostra principessa a mettervi in questa situazione, molto tempo fa, quando creò i Predestinati, lei vi ha maledetti» rivela loro
«lei mi ha dato questo potere…» mormora Akiza, forse la più spaventata da quello perché a lei i poteri hanno causato più dolore che agli altri e più di tutti ha desiderato non averli mai ricevuti e ora sa anche di chi è la colpa.
«la strega stava morendo e per salvarsi dovete rinunciare a parte del suo potere dividendolo nei Predestinati, donò il suo potere distruttivo a te Akiza e il suo dolore alla piccola Luna e la sua forza a voi. Avete tutti stretto un patto con lei, ma lei non lo potrà mantenere per sempre e voi non reggerete ancora a lungo questo potere, sta crescendo e presto non sarete più in grado di sostenerlo»
«noi siamo Predestinati! È il nostro destino custodire questo potere! » reagisce Leo svegliando anche i suoi amici dal torpore del dubbio «siamo stati scelti per combattere il male! »
Le parole di Leo diventano una certezza che accomuna tutti i ragazzi tranne Yusei, ancora sconvolto dai ricordi che lo spingono a stringersi una mano al cuore, si sente come il bambino spaventato di quel giorno di 14 anni fa
«il tuo cuore non ti appartiene Yusei, la Strega divise il suo donandotene metà costringendoti a condividere il suo dolore»
Yusei sta cedendo, tutto quello è troppo, dopo tanti anni sperava che quello fosse un capitolo chiuso della sua vita, era solo un brutto ricordo da dimenticare, ma ancora lo perseguita terrorizzandolo ancora e ancora «Jessy…» sussurra stringendo la mano ancora più forte al petto.
 
«mi dispiace» singhiozza Jessica scoppiata in lacrime da quando si è resa conto di essere la Strega del Satellite, ogni parola che Yagari aggiungeva accresceva il suo dolore e risvegliava i suoi ricordi. Sono solo immagini confuse e disordinate, ma che le procurano un dolore incredibile, ricorda la sua lotta contro Z-One, nella sua testa ci sono urla e dolci parole, sorrisi e tanto sangue, rabbia e lacrime, la luce e la disperazione, tutto riflesso negli occhi di una bambina di 5 anni additata come strega dagli abitanti di una città intera. L’aveva dimenticato, ma ora lo ricorda e il dolore la sta distruggendo e non solo il suo, anche quello di Yusei, la condanna nel convivere il cuore con Yusei è che anche lei prova ciò che prova il fratello e non solo il contrario e ora Yusei sta soffrendo terribilmente. È distrutta, i dispiaceri la stanno logorando facendola urlare e singhiozzare
«deve tornare» mormora quasi inconsciamente «deve svegliarsi» comincia a prenderne coscienza «mi dispiace» singhiozza mentre le sue lacrime cominciano a colorarsi prima di un leggero rosa fino a diventare rosse come i suoi occhi illuminati dalla luce cremisi. Il suo cuore palpita e le brucia nel petto «mi dispiace» è l’ultima cosa che riesce a dire, un attimo dopo un immenso potere la travolge costringendola ad accettarlo nel suo corpo, strilla e si dimena, ma quando le catene che le avvolgo il torace cercano di stritolarla si spezzano, liberandola grazie all’energia sprigionata dal risveglio.
Nel mondo reale sono pochi minuti, mentre in quel mondo è un tempo interminabile, specialmente per Jessica travolta dal suo stesso potere, rimasto assopito per tutti quegli anni, le ombre che la circondano provano a fermarla, ma vengono annientate e l’unica cosa che Hélia può fare è osservare impotente e furente.
L’enorme potere che ha stravolto tutto si ritira facendo tornare quasi tutto alla normalità, ma ora Jessica è diversa, non è solo più potente, anche il suo aspetto è cambiato, la Strega è tornata, la vera Jessica Meika Fudo si è risvegliata e si capisce dal mutamento del suo aspetto,il segno brilla e brucia sulla sua spalla e illumina i due ciuffi biondi che, dalla nuca, le scivolano lungo tutto il corpo e contrastano la lunghissima chioma corvina che la ricopre quasi completamente. La forza liberata l’ha distrutta e perché il suo debole corpo possa essere in grado di reggerla, deve risparmiare le energie, esausta, Jessica perde i sensi, ma non prima di essersi liberata anche gambe e braccia dalle catene che la tengono prigioniera, cade a terra inerme, permettendo alle ombre di assalirla.
 
Non è solo l’Oscuro ad esser furioso per quel risveglio ma anche una donna che si tiene celata, ma di cui lui conosce bene l’identità
«non avresti dovuto permetterle di svegliarsi» lo rimprovera
«lo so, non sono riuscito a fermarla, ma non ti preoccupare punirò severamente il responsabile» digrigna i denti per la rabbia l’uomo che richiama all’istante Yagari, sottraendolo al duello che stava per riprendere.
 
Ora i Predestinati sono in guai seri, sono in piena guerra e loro sono indifesi, privi della loro principessa e preoccupati per la loro amica prigioniera del nemico sempre più forte ogni giorno che passa.
«maledizione! » esclama Yusei sbattendo un pugno sulla moto cercando di sfogare la sua rabbia, ma inutilmente.
Non appena gli altri lo raggiungono, Ichiru salta giù dalla moto del padre correndo accanto allo zio e chiamandolo, ma Yusei non risponde, è travolto dalla rabbia e dal rancore e non ha voglia di sentire le lamentele di un ragazzino in pena per la ‘mamma’
«zio Yusei! » insiste Ichiru dando al suo tono un’importanza tale da far capire a Yusei che ha qualcosa di importante da dire «io credo di sapere dove si trova la mamma» afferma più convinto di quando non dica «Inganno ha parlato di tempo, tempo che passa. Il mondo oscuro si muove secondo il volere del suo padrone, ma c’è un luogo in cui il tempo si muove molto più rapidamente di quanto lui non voglia, secondi del nostro mondo, lì sono ore e se la mamma è prigioniera lì da quando è sparita, allora per lei saranno passati anni»
«stai scherzando?! » si spaventa Crow voltandolo verso di se in cerca della verità nei suoi occhi, è vero e una tale notizia lo terrorizza, se per lei sono passati anni chissà in che condizioni potrà mai essere, se sarà cambiata, se Hélia l’avrà cambiata
«la mente sente il tempo che passa, ma non il corpo, insomma, sì cambia se si è mortali, ma soffre per il tempo» aggiunge il ragazzino cercando di farsi capire
«vai a prenderla» gli sorride Akiza avvicinandosi a loro «noi vi aspettiamo a casa». Non sono tutti d’accordo, ma lo sguardo della ragazza li costringe a fare come dice lei, tutti eccetto Crow che insiste per andare con Ichiru. In un attimo padre e figlio svaniscono in un turbine di piume nere che li materializza nel luogo suggerito da Ichiru, mentre Yusei e gli altri tornano a casa ad attenderli.
 
Tornato a casa, Inganno trova Hélia ad attenderlo, s’inchina subito al suo cospetto, ma non immagina che sarà punito duramente, l’Oscuro  gli si avventa contro afferrandolo per la gola «idiota! » urla « Non riesci proprio a stare zitto vero? Non ne sei capace! » lo rimprovera severamente sollevandolo da terra per poi sbatterla contro la parete oscura «guarda cos’hai fatto! » gli mostra la loro prigioniera, libera anche se priva di sensi e in preda a dolori atroci che la fanno gemere e tremare attirando le ombre che non la lasciano libera un secondo mordendola e ferendola
«si è risvegliata? »si sorprende Yagari osservando i capelli ricoprirla completamente
«non era necessario per loro sapere della Strega! Perché lo hai fatto?! »
«volevo solo risvegliare il lato oscuro del ragazzo, volevo rendere i Predestinati vulnerabili» si giustifica, ma la collera del suo padrone è incontenibile e non gli permette alcun perdono« non hai svegliato il lato oscuro di Yusei! Hai risvegliato la Strega maledetto incompetente! Ora per me liberarmi è praticamente impossibile! L’unica fonte pura di potere tu l’hai contaminata!»
In quel momento, davanti ai loro occhi, nella stanza del tempo infinito dove si trova Jessica, appaiono Crow e Ichiru con grande sgomento del demone che chiede al suo signore di perdonarlo e riscattarsi catturando i due intrusi.
«avresti davvero il coraggio di metterti contro il Figlio del Drago dopo che avrà visto sua madre in quelle condizioni? » lo sfida, ma vedendo la determinazione del demone, mette definitivamente le carte in tavola «essere eliminato da un essere come lui sarebbe un privilegio troppo grande per una bestia come te» lo fulmina con lo sguardo sollevandolo di nuovo da terra tenendolo per la gola
«mio Signore no! » biascica con la gola serrata nella forte mano di Hélia che stringe sempre di più sollevandolo sempre più in alto, finché, il demone smette di agitarsi e allora lo lascia andare e cadere, ma non tocca terra, durante la caduta il suo corpo perde la forma umana diventando prima ombra e poi dissolvendosi come polvere
«a quanto pare è vero che se vuoi una cosa fatta bene, te la devi fare solo» borbotta, ma le sue catene glielo impediscono e ciò lo fa infuriare ancora di più spingendolo a strattonarle via e urlare
«o puoi lasciare che la tua vera e unica alleata se ne occupi di persona» sorride Charlotte avvicinandosi a lui, ma non troppo per non essere travolta dalla sua furia «lasciami intervenire».
È la sua unica speranza, ma ora ha le mani legate, attaccare ora sarebbe un imprudenza e non vuole rischiare di perdere anche la sua adorata Contessa.
 
È difficile individuare Jessica in un luogo in cui regnano solo oscurità e desolazione, ma lo strano squittio delle ombre indirizzano la loro attenzione su uno stormo di creature intente a colpire e nutrirsi di qualcosa, all’inizio è solo una sensazione ,ma diventa terrore quando tra il nero vedono uno stivale bianco. Corrono all’istante verso lo stormo e mentre Ichiru lancia una sfera di fuoco, Crow si getta a capofitto per raggiungere la ragazza chiamandola e scuotendola, ma è totalmente priva di sensi e non riesce a riprendersi; il ragazzino li raggiunge mentre Crow la prende tra le braccia sperando di trovarla ancora viva. Respira, ma è tremendamente debole, ha macchie di sangue ovunque anche se nessuna ferita e la tuta a brandelli, è gelata e ciò spinge Ichiru a metterle la sua giacca sulle spalle nella speranza di riscaldarla. Il viso è rigato di rosso e per Crow quelle non possono essere che lacrime, con un dito gliele asciuga e poi si alza tenendola stretta a se.
«torniamo a casa» mormora Crow, serio come mai prima d’ora .
 
La tensione a casa è alle stelle, tutti si aspettano di veder comparire i loro amici da un momento all’altro, ma sanno già che il loro arrivo non sarà mai abbastanza atteso da impedire loro un colpo al cuore e infatti, mentre Carly sta scendendo le scale, ecco che nell’ingresso di casa appaiono madre, padre e figlio. Sono fuori dal campo visivo di Yusei, ma quando vede i suoi amici sorridere alla vista delle piume nere, allora si volta correndo ad affacciarsi all’ingresso, ma quando se li trova davanti e vede sua sorella in quelle condizioni con quell’aspetto, si sente talmente male da saltare indietro sbattendo contro il muro e impallidendo di colpo; in quel momento avrebbe preferito morire o diventare l’entità oscuro che voleva Yagari pur di non vederla così. Jack ha una reazione molto simile alla sua, ma più controllata anche se gli toglie ogni forza per alzarsi
«Jessica! » esclama Akiza ignorando i suoi amici e correndo dall’amica in pessime condizioni «cos’ha?! » non riesce a capire, non ha ferite eppure pare così tormentata e dolorante
«sì è risvegliata, non è vero? » è la tremenda domanda che Crow temeva di fare ai suoi amici, ma lo sguardo di Yusei e Jack dice tutto, quei capelli, quelli che Jessica ha sempre visto come una favola, ma che in realtà erano l’emblema di un oscuro passato di sangue e terrore. È dura, ma per il suo bene Yusei deve riuscire a controllarsi e farsi forza avvicinandosi di qualche passo, il suo colorito non migliora, ma trova la forza di parlare «i suoi poteri stanno cercando il loro posto e finché non si stabilizzerà non potrà stare bene» cerca di farsi capire «deve riposare»
Così, senza aggiungere altro, Crow s’indirizza al piano di sopra mentre i lunghi capelli della sua ragazza fanno da strascico su per le scale, come un velo di tenebre che riapre un capitolo che si credeva concluso.
 
Sola nella sua stanza, Jessica sta affrontando tutti i suoi fantasmi che la riportano indietro di moltissimi anni facendole rivivere la sua infanzia, vede se stessa neonata nel laboratorio del reattore, i suoi genitori lottare contro Roman per salvare lei e l’intera città dalla distruzione, ma ormai era troppo tardi, il conto alla rovescia era già stato innescato e il loro pensiero andò ai loro bambini, mentre suo padre mise Yusei in salvo, sua madre si preoccupò di allontanare il malvagio Predestinato Oscuro da lei, la prese con se e cominciò a correre in cerca di una via di fuga, ma non la trovò, era ferita gravemente e i suoi movimenti erano rallentati, quando suo marito la trovò, fu troppo tardi, il reattore esplose inghiottendo tutto e tutti. Jessica piangeva e strillava mentre sua madre la stringeva forte chiedendole perdono per non averla protetta e fu allora che una dolcissima voce parlò alla bambina
«il tuo destino sta cambiando, tutto gira e presto la Vita ti chiamerà» disse attirando l’attenzione della piccola avvolta in uno scudo invisibile che proteggeva lei e sua madre, intorno a loro la luce inondava tutto distruggendo ogni cosa che incontrava, il boato e le urla delle vittime entrarono molto chiaramente nella testa della piccola che, però, aveva orecchie solo per la dolce voce che le sussurrava «tu sei l’ultima custode di Meika, proteggila e custodisci il potere che le servirà per adempiere al suo destino» terminò. Allora Jessica era solo una neonata, ma quelle parole, quelle urla e quella luce rimasero impresse nella sua mente trasformandola in ciò che le diede la fama di Strega.
L’esplosione sconvolse completamente la città di Domino spaccandola in due parti, una si salvò riportando il minor numero di danni, ma la zona circostante al reattore fu completamente rasa al suolo e dove prima c’era il laboratorio, si formò un immenso cratere. Yusei e molti altri bambini furono portati da Martha e dal dr. Schmitt che allestirono un orfanotrofio in casa loro in cui prestarono cure ai bambini.
Nicole e la sua piccola furono ritrovate sull’orlo del precipizio, la bambina stava bene e fu portata da Martha perché sua madre non era nelle condizioni di occuparsene, era in fin di vita e probabilmente non avrebbe superato la notte.
 
Con quelle poche e sconvolgenti immagini nascoste nei più profondi meandri della sua mente, Jessica scoprì cos’accadde veramente, Roman non poteva sapere tutta la storia, lui stesso si sorprese di vederla ancora in vita e ora Jessica sa il perché, ma ancora non è finita, ancora non ricorda tutto e le immagini ancora vorticano in modo confuso davanti a lei posizionandosi molto lentamente. Ciò che vede le fa male e la tormenta e Yusei se ne accorge quando trova il coraggio di entrare nella sua stanza per vederla, sembra che il tempo non sia mai passato, in quel letto gli sembra di vedere la bambina di 14 anni fa, seria e malinconica, ma che gli voleva un gran bene e aveva sempre qualche parola dolce per confortarlo e non fargli sentire la mancanza della loro famiglia. Con molta fatica e timore, si siede al suo fianco prendendole la mano ed è lì che il legame si attiva collegando le loro menti, mostrando anche a lui ciò che vede lei, ma non solo Yusei, tutti i Predestinati, grazie ai loro segni, cadono in un profondo sonno che fa loro sognare quella che fu l’infanzia della piccola Jessica e del suo fratellone Yusei. Carly. L’unica cosciente tra loro, può solo sedersi e attendere, è chiaro che sta accadendo qualcosa tra di loro e lei è inerme.
 
I fratellini Fudo crebbero, insieme, all’orfanotrofio di Martha, tutti sapevano  che Yusei era più grande, ma li chiamavano comunque ‘i gemelli’, si somigliavano incredibilmente anche se differivano per il loro carattere; Yusei era un bambino come tanti, rideva e giocava volentieri con tutti e tutti volevano essere suoi amici, ma avevano una paura folle di sua sorella Jessica, la bambina dal mantello di capelli corvini con le ciocche bionde che sembravano brillare in mezzo a tutto quel nero, nessuno aveva mai visto un sorriso apparire sul suo visino pallido, era sempre seria e quando non la era piangeva. Non permise mai a nessuno di avvicinarsi a lei per cercare di conoscerla e fare amicizia, lei era la prima ad allontanare tutti da se, tutti tranne suo fratello.
È puro istinto, vedere l’infanzia della sua sorellina fa ricordare a Yusei il giorno in cui cominciò a camminare, aveva  due anni e fino a quel giorno tutti si erano preoccupati che la bambina avesse dei problemi che le impedissero di stare in piedi da sola, ma Yusei ancora ci credeva e quel giorno insistette perché lei lo raggiungesse da sola e lo fece, rimasta sola, a terra, la  piccola si alzò e andò incontro al suo fratellone che la aspettava a braccia aperte, a quell’età stava cominciando a prendere coscienza di ciò che c’era nella sua testa e i sorrisi cominciarono a diminuire, ma quel giorno si sforzò e ne regalò uno a Yusei, anche se quando scattarono la foto che entrambi custodiscono nei ciondoli, aveva già smesso, ma ancora i suoi occhietti brillavano per la gioia e l’euforia del momento.
 
Più Jessica cresceva, più cresceva la paura verso di lei e piano, piano le fu affibbiato il nome di Strega del Satellite, le sue emozioni erano la chiave di tutto, lei voleva solo proteggere chi la circondava e per farlo doveva trattenere ogni sua emozione, ridere, divertirsi, avrebbero dato sfogo ai suoi poteri mettendo in pericolo chi la circondava ed era una cosa di cui prese coscienza fin da quando riuscì a pensare, ma non riusciva a trattenere la paura che attanaglia ogni bambino, la paura del buio, di restare sola, dell’uomo nero e gli incubi, costanti e tremendi incubi che la terrorizzavano e mettevano a rischio, ogni volta, tutti i bambini della casa.
Entrambi i fratelli, stavolta, ricordano una notte in particolare, forse la prima in cui la bambina sentì il cuore di suo fratello e si legò a lui. la piccola rivedeva l’esplosione, la luce circondarla e distruggere, piangeva e gridava nel sonno, vedeva la gente morire e questa volta vide anche suo padre venire travolto. Martha non riusciva a svegliarla, la scuoteva e chiamava a gran voce, ma era inutile; le luci cominciarono a lampeggiare minacciando di esplodere, la donna era nel panico, doveva svegliare la bambina per il suo bene e di tutti, ma era impossibile
«Martha che succede? » domandò Yusei, svegliato dalle urla, strofinandosi gli occhietti assonnati
«Yusei vai di là, va tutto bene» gli sorrise nel tentativo di non spaventarlo «sveglio Jessica e ti preparo un latte caldo»
Yusei non le diede retta, da bravo bambino, aveva l’abitudine di non ascoltare mai e così fece anche quella volta, saltò sul lettino della sorella e gattonò fino a lei «ha paura» mormorò sfiorandole i capelli raccolti in due code «Jessy» la chiamò una sola volta sdraiandosi accanto a lei in attesa del suo risveglio, la bimba aprì gli occhi poco dopo trovandosi davanti gli occhioni blu del fratello che le sorrise, era terrorizzata e scoppiò a piangere di nuovo, prima cercò Martha che la strinse forte «era solo un brutto sogno» provò a tranquillizzarla riuscendo a convincerla a dimenticarlo
«avevo paura» singhiozza ancora , ma non ci mise molto a tranquillizzarsi
«io resto qui, così se fai un altro brutto sogno, io lo mando via! » esclama il piccolo Yusei infilandosi sotto alle coperte con lei.
È un dolcissimo momento che entrambi i fratelli ricordano con gioia mentre un dolce calore scalda i loro cuori, quella notte tutto ebbe inizio e si formò il legame che li unì per sempre.
 
Ora, però, sta arrivando qualcosa che Yusei attende di sapere da fin troppo tempo, non raccontò mai a nessuno la storia di Jessica e anche quando rivelò qualcosa ai suoi amici Crow e Kalin, molte cose restarono oscure non solo perché non voleva, ma anche perché non poteva, nella sua versione della storia ci sono sempre stati dei grossi buchi neri che ora sta per colmare.
La piccola Jessica, passati i tre anni, prese una bruttissima abitudine: sparire per ore per poi tornare da chissà dove senza dare spiegazioni, le sgridate e le punizioni di Martha servirono a poco, in un modo o nell’altro la bambina riusciva a sfuggirle e allontanarsi, Yusei non seppe mai cosa facesse in quelle ore, almeno fino ad ora, la vede in un giorno come tanti, allontanarsi dal parco giochi e correre via, vagare per le strade del Satellite in cerca di qualcosa.
La piccola Jessica che in quell’occasione aveva già 5 anni, corse a lungo fino ad arrivare ad un vecchio e malridotto edificio, un condominio abbandonato e per metà crollato, ma con ,ancora molti appartamenti in buono stato ed è in uno di questi che Jessica entrò
«sono a casa! » salutò chiudendosi al porta alle spalle
«ciao tesoro» la salutò una donna dai capelli castani legati in una coda di cavallo, il viso ovale e sfregiato da due brutte cicatrici e che zoppicava pendendo dal lato destro
«mamma! »esclamò la piccola Jessica correndole incontro per farsi prendere in braccio dalla sua mamma Nicole, miracolosamente sopravvissuta  a tutti gli interventi che dovette subire a causa dei traumi provocati dall’esplosione e dallo scontro con Roman.
Sedute sul letto, Nicole sciolse i capelli della figlia cominciando a spazzolarglieli dolcemente
«questa notte ho fatto un brutto sogno» disse, ancora un po’ spaventata, la piccola
«un altro? » si preoccupò Nicole
«c’era una luce, una luce cattiva che faceva male alle persone e ha preso anche papà» racconta la bambina, sentirle nominare suo padre  spaventa Nicole che per un momento smette di spazzolarle i capelli, ma ricomincia subito per non spaventarla ancora «avevo paura» aggiunge la bimba «però poi è arrivato Yusei e ha detto che avrebbe mandato via tutti i miei brutti sogni»
«vuoi molto bene a tuo fratello, vero? » sorrise dolcemente la sua mamma che avrebbe tanto voluto avere lì con se anche il suo bambino, ma non poteva e dovette accontentarsi solo dei racconti di Jessica
«ti sei fatta qualche amichetto? » cerca di cambiare discorso la donna, ma ancora una volta Jessica scuote la testa «non voglio fare male a nessuno» le risponde per l’ennesima volta «e poi sta arrivando qualcosa di cattivo e se ho degli amici, loro poi si fanno male» cerca di spiegarsi, malamente, la piccola Jessica
«ma potrebbero aiutarti» cerca di convincerla Nicole, ma non c’è niente da fare e come lei, anche la sua bambina cambia discorso tornando a parlare di Yusei e della voglia che ha di vivere tutti e tre assieme, ma allo stesso modo di Jessica, nemmeno Nicole può ancora uscire allo scoperto, sa bene che chi ha mandato Roman a ucciderli, li sta ancora cercando e l’unico modo per tenerli al sicuro è restare separati finché la minaccia non sarà sventata.
Lo shock per Yusei è stato forte, scoprire che sua madre era viva e non averlo saputo per tutti quegli anni gli fa, per un momento, rimpiangere di non aver lasciato risvegliare a strega anni fa, ma si rimangia subito tutto, vorrebbe svegliarsi, ma ancora non è finita e ora tocca a Jack manovrare tutto, qualcosa di quel giorno lo collega al suo arrivo all’orfanotrofio, il giorno che incontrò Yusei e Jessica.
Quando Jessica tornò a casa trovò assieme a suo fratello Yusei un bambino biondo poco più alto di lui che sembrava morire dalla voglia di conoscerla. Non appena li raggiunse Yusei la abbracciò guardandola negli occhi, brillavano di gioia benché sul suo visino non vi fosse traccia del più piccolo sorriso, era sempre così quando tornava ed era l’unica cosa che rendeva tutti meno preoccupati delle sue sparizioni, sentendosi tagliato fuori, il piccolo Jack si fece avanti attirando l’attenzione con un colpo di tosse
«ah Jessy, lui  è Jack, è arrivato oggi» glielo presentò Yusei vista l’insistenza del nuovo amichetto, ma sapeva già che non sarebbe servito a molto, infatti la piccola si chiuse nelle spalle osservando la mano di Jack tesa a salutarla «ciao Jessy! Non vedevo l’ora di conoscerti! » le sorrise con grande entusiasmo
«mi chiamo Jessica» precisò la bambina sposandosi di fianco al fratello come a volersi proteggere da lui, ma almeno con lui aveva scambiato due parole
«è vero che sei una strega e sai fare le magie?! » chiese ancora il bambino sempre più estasiato ed eccitato, ma sentire quella parola fece arrabbiare Jessica che gli voltò le spalle
«andiamo a giocare?! » si mise in mezzo Yusei per evitare qualsiasi guaio, entrambi i bambini annuirono seguendolo nella piscina di sabbia del parco giochi dove i due maschietti cominciarono a giocare e Jessica si sedette a terra a osservarli. La loro idea fu di costruire un enorme palazzo di sabbia e la determinazione di Jack incuriosì la bimba che s’inginocchiò al bordo della piscina per osservarli meglio e fu allora che il nuovo arrivato colse l’occasione «Jessica quanti anni hai? » le domandò per intavolare una conversazione, Yusei smise di giocare voltandosi a guardare la sorellina, stranamente attirata dal loro gioco e da quel bambino dagli occhi lilla tanto vispi e vivaci, quanto tristi, nessuno le aveva mai rivolto la parola così tante volte e lei non aveva mai risposto, ma quella volta lo fece, si sedette a terra e rispose «ho 5 anni»
«io ne ho 8! »disseJack
«sei più grande di Yusei» si sorprese Jessica, ma la sorpresa fu ancora più grande per Yusei che per la prima volta la vide parlare con un altro bambino che non fosse lui e abbastanza spontaneamente
«Jessica dov’eri prima? » fu la domanda sbagliata, andava tutto bene e poi il passo falso che fece richiudere in se la bambina che non parlò più a Jack per il resto del pomeriggio limitandosi a osservarli giocare.
 
Quello fu un inizio, il primo incontro, qualche mese dopo avrebbero incontrato Crow  e poi Kalin, ma allora tutto sarebbe già compiuto, mentre a Jessica serve ricordare cos’accadde quel giorno, il giorno in cui morì la Strega del Satellite. Yusei e Jack si dibattono con tutte le loro forze per negare quel giorno, ma è impossibile, la volontà della ragazza e le immagini che vorticano nella sua testa sono più forti e non possono impedire ancora che ricordi.
 
Passarono un paio di settimane dall’arrivo di Jack che si legò subito a Yusei e anche a Jessica anche se lei non lo avrebbe mai ammesso, era affascinata da quel bambino tanto coraggioso da starle accanto nonostante conoscesse la sua reputazione.
Quel pomeriggio i bambini dovettero rientrare in casa prima del previsto perché un brutto temporale si abbatté sulla città
«ci stavamo divertendo…» si lamentò Jack fissando il cielo grigio dalla finestra «giochiamo a nascondino? » propose ai suoi amichetti, ma Jessica, per niente spaventata dal temporale, con aria antipatica, lo fermò« Martha non vuole che corriamo in casa»
«ok, allora il gioco della verità! » propose con un secondo fine fin troppo evidente
«non saprai mai il mio segreto» insistette Jessica fulminandolo con uno sguardo gelido che, però, non spaventò minimamente il ragazzino. D’un tratto un brivido percorse la schiena della bimba che si strinse le braccia al petto e cominciò a tremare spaventando  tuti e due che temettero un malore
«ho paura…» mormorò lasciandosi abbracciare dal fratellone «c’è qualcosa di cattivo nell’aria». Yusei sapeva fin troppo bene che sua sorella non diceva mai niente per dire, ma era talmente spaventata che pensò di distrarla prendendola per mano e portandola a giocare per distrarla.
Quella notte, per il Satellite s’aggirava un’ombra sinistra a cui ogni movimento era accompagnato da un rumore metallico, cercava qualcosa e la trovò quando raggiunse il vecchio palazzo abbandonato, salì le scale e raggiunse l’appartamento di Nicole; la sua tunica bianca si era sporcata di fango, ma i lampi la facevano comunque risplendere nella notte e attirarono l’attenzione della donna quando, aprendo la porta, lo trovò di fronte a se illuminato da un fulmine che squarciò il cielo, in quel momento, alle sue spalle, era un uomo alto e possente con una tunica bianca e il volto coperto da un cappuccio, ma si riuscì lo stesso a vedere una mano metallica sotto alla veste
«chi sei? » si mise subito in difensiva la donna
«è meglio che tu non lo sappia» disse l’uomo che altri non era che Z-One, era lo stesso che i ragazzi avevano incontrato né più giovane, né più vecchio, lo stesso uomo che avevano incontrato al Satellite da ragazzini.
In un seconod Nicole estrasse una pistola, ma lui fu più rapido e la disarmò afferrandola per la gola «credimi, farà più a me che a te » disse con l’intento di spezzarle il collo
«certo, ne sono sicura» rispose la donna sbattendogli una lampada da tavolo in testa riuscendo a liberarsi dalla sua presa e  colpendolo allo stomaco con un pugno e poi con un calcio  al volto che fece saltare via la maschera. Vederlo in volto terrorizzò talmente tanto la donna che le sue urla coprirono il boato di un tuono.
 
La stessa Jessica avvertì il pericolo e il terrore della madre che le procurò un tremendo incubo che terminò con le sue urla e il suo risveglio che mise in allerta di nuovo tutti. La prima a raggiungerla fu Martha, ma la bimba era già scesa dal letto e corse via, uscendo dalla stanza e dall’orfanotrofio cominciando a correre a piedi nudi sotto la pioggia lungo la strada dissestata. Martha dovette seguirla, non poteva lasciar andare una bambina così piccola in una notte come quella in giro per il Satellite, da sola, ma prima dovette raccomandarsi con Yusei e Jack, svegli e preoccupati, perché non uscissero di casa.
Il vento travolse Jessica che cadde a terra, ma non si arrestò, cercò di resistere rimettendosi in piedi e riprendendo a correre a perdifiato, scavalcò un mucchio di rottami, ma raggiunta la cima, inciampò rotolando giù dalla collina, è si ferì, si fece male nella caduta, ma era talmente spaventata da non rendersene conto, si alzò e tornò a correre per raggiungere la sua mamma. Anche se era buio, trovò facilmente il palazzo e si lanciò al suo interno cominciando a correre su per le scale, inciampando e rialzandosi continuamente, scivolò su diversi pianerottoli bagnati, ma non ci fece caso e proseguì, almeno finché non raggiunse l’appartamento di Nicole, la porta era aperta e a lei bastò spingerla per vedere al suo interno. Fu il momento sbagliato, il peggior momento per arrivare, un lampo illuminò la stanza trasformando le figure di Nicole e Z-One in ombre, ma la scena fu comunque sufficientemente cruenta da terrorizzare la bambina, l’ombra di Z-one colpì al cuore con un coltello la donna che si accasciò al suolo.
«mamma! » strillò la bimba correndo da lei, era stesa a terra con il volto girato in giù e una chiazza di sangue sotto di lei che cominciò ad allargarsi a macchia d’olio, per la piccola fu impossibile non sporcarsi, specialmente quando si coricò su di lei chiamandola e  scrollandola. Sentendo la sua piccola chiamarla con così tanta disperazione, la donna riprese conoscenza sollevando la testa e sorridendole, anche se con la mano sporca di rosso, le accarezzò il viso  per asciugarle le lacrime macchiandola, era evidente il terrore, ma qualcosa di peggio stava per accadere, qualcosa che avrebbe ambiato per sempre la bambina; a Z-One non bastò togliere di mezzo Nicole, l’intera famiglia era una minaccia e aveva davanti a se la bambina, con una pistola carica e pronta a sparare, l’uomo fece un passo avanti uscendo dalle tenebre in cui si era celato e alzò l’arma, sparò all’istante, ma Nicole fu più veloce, con le sue ultime energie spinse a terra la figlia mettendosi in mezzo, nemmeno prendendo la mira sarebbe stato più preciso, la colpì esattamente al cuore freddandola sul colpo. La piccola Jessica, sporca del sangue della madre, si ritrovò immobile a fissare quegli occhi vitrei privi di vita, mentre un fulmine squarciava il cielo, Nicole crollò addosso alla sua bambina che ormai non vedeva altro che sangue, il terrore fu talmente grande che cominciò a urlare, strillava e non si fermava, riprendeva fiato e ricominciava a gridare e non solo lei, anche nella realtà, fuori dal sogno dai suoi ricordi Jessica cominciò a gridare mentre Yusei, inconsciamente, le strinse ancora più forte la mano non riuscendo a trattenere le lacrime per il dolore di quelle immagini. Furono immagini molto forti che sconvolsero tutti, ma ancora non era finita.
Martha raggiunse la bambina che ancora gridava e piangeva; appena la vide l’uomo si ritrasse nell’oscurità svanendo e lasciando la bambina alle sue urla disperate che cessarono solo  quando Martha l’abbracciò forte, ma solo per pochi secondi, il tempo di riprendere fiato, appena la donna cercò di allontanarla dal corpo di Nicole, la bambina ricominciò ad agitarsi e scalciare per tornare da lei cercando di toccarla, sentire ancora il suo calore e il suo dolce profumo. Martha non capiva, era buio e vedeva solo un corpo, ma quando un lampo illuminò il cielo allora la riconobbe e capì il perché di tanta agitazione e capì anche dove fosse Jessica tutti  giorni
«mi dispiace» mormorò prendendo di nuovo tra le braccia la piccola Jessica e stringendola forte per calmarla
«guariscila ti prego! » piagnucolò cominciando a singhiozzare tra le sue braccia; era riuscita a calmarla e quasi convinta ad andarsene quando gli agenti della Sicurezza irruppero nella stanza spaventando entrambe e facendo tornare la piccola a piangere e gridare allungandosi verso la madre come a volerla proteggere da quegli uomini che aveva sempre visto come cattivi
«lasciatela stare! Andate via! » si rimise a piangere la bambina. Gli agenti stavano facendo il loro lavoro e non le avrebbero dato retta se non fosse stato per un particolare che li fece desistere dall’avvicinarsi, tutti tranne uno, un giovane con un fazzoletto giallo legato attorno al collo, il viso squadrato, i capelli neri e due folte sopracciglia che si avvicinò alla bambina inginocchiandosi «andrà tutto bene piccolina» provò a tranquillizzarla, non ci riuscì e dovette fare un grande sforzo per resistere alla paura di quei luminosi occhi color cremisi, ma si fece forza e guardò Martha «state bene? »chiese alzandosi e osservando la ‘scena del delitto’
«no! »trovò ovvio Martha «la bambina è sotto shock, sua madre è appena stata uccisa davanti a lei! » gli fece notare con grande sfrontatezza. L’agente, che sulla divisa aveva scritto il nome Tradge chinò il capo e tornò ad avvicinarsi alla bambina, aveva paura, ma non lo diede a vedere «ci prenderemo cura noi della tua mamma» disse con estrema dolcezza. Quella notte tutto cominciò, quella fu la notte del declino, gli attori erano tutti in scena anche se ancora non sapevano cosa li attendeva.
«andiamo a casa piccola» disse Martha prendendola in braccio e alzandosi, nel mentre gli agenti presero un lenzuolo e coprirono il corpo della donna, fu un gesto sbagliato e fu lo stesso gesto che gli agenti fecero quando morì Jessica e fece scattare Yusei, allo stesso modo Jessica saltò a terra scoprendo il viso pallido di Nicole tornando a urlare e piangere, di nuovo perse il controllo, i fulmini si concentrarono sopra di loro e iniziarono a colpire il palazzo, alcuni agenti furono colpiti e uno cadde a pochi passi dalla bambina, ma ormai era allo stremo delle forze, non lo notò e dopo pochi minuti perse i sensi. Martha la prese di nuovo tra le braccia e, scortata da due agenti, tornò all’orfanotrofio dove Yusei,Jack e il dr. Schmitt le aspettavano con ansia. Ancora non era scesa dalla volante quando la piccola si svegliò e si aggrappò al suo vestito «non dirlo a Yusei, per favore» mormorò prima di tornare a chiudersi in se, stretta alla donna che la strinse forte raggiungendo la casa di corsa per farle prendere meno acqua possibile.
 Fu una notte tremenda quella, il temporale fu reso ancora più tremendo dal dolore e dallo shock della piccola Jessica e nemmeno la presenza di Yusei accanto a lei fu sufficiente a consolarla.
 
Yusei non vorrebbe andare avanti, ha troppa paura, sa cosa sta per accadere e stringe forte la mano della sorella che, imperterrita, prosegue tornando con la mente al giorno seguente a quella tremenda notte. L’aria che si respirava quella mattina nell’orfanotrofio era gelida, la malinconia e il dolore della piccola Jessica aveva contagiato tutti e per la casa regnava il silenzio più totale, sia Martha che il dr. Schmitt erano molto preoccupati per le condizioni della bambina, quel malessere si sarebbe potuto trasformare in una qualunque e pericolosa malattia viste le sue precarie condizioni di salute.
Seduti sull’altalena, i fratellini  si dondolavano senza aprire bocca guardando la terra bagnata e le goccioline d’acqua scivolare giù dai fili d’erba, Yusei sentiva che era successo qualcosa di grave e avvertiva anche si aver perso qualcosa di molto prezioso e ciò lo faceva sentire molto male.
« ti sarebbe piaciuto conoscere la mamma? » gli chiese dopo un po’, la risposta di Yusei fu ovvia e lo sconforto della piccola crebbe perché lei che era più piccola l’aveva conosciuta e aveva vissuto con lei mentre Yusei ricordava appena il suo dolce profumo. Stava per scusarsi e raccontargli la verità quando un sibilo le arrivò alle orecchie facendola scattare in piedi e colorò i suoi occhietti di rosso; Yusei si spaventò ed esclamò il nome della sorellina attirando l’attenzione di Jack e Martha, anche loro nel cortile, il biondino insisteva con Martha per sapere cos’era successo la notte precedente, quando udirono l’urlo.
Jessica cominciò a camminare allontanandosi da casa e i tre la seguirono a distanza, c’era qualcosa di strano, ma non riuscirono a fermarla per cui si limitarono a seguirla. Jessica si allontanò di parecchio dall’orfanotrofio prima di fermarsi in una zona deserta del Satellite, attorno a lei palazzi crollati e macerie poste in cerchio attorno ad uno spazio vuoto di terra battuta. Martha e i bambini si nascosero dietro ad alcuni resti a una ventina di metri da Jessica che si guardava intorno con aria sospetta, ma poi smise e si voltò a guardare un punto ben preciso «vieni fuori» fu il suo ordine, pochi secondi dopo apparve dal nulla Z-One con indosso la tunica completamente bianca e ripulita dal fango e dal sangue, il cappuccio non gli copriva più il capo avvolto dalla maschera metallica da cui si vedeva solo quell’occhio blu
«chi è quello? » domandò Jack sospettoso e preoccupato per la piccola amica, ma nessuno seppe rispondergli e si dovette limitare a guardare
«ti prometto che sarà veloce e indolore» disse Z-One avvicinandosi a lei di mezzo passo, ma la piccola non si mosse, restò ferma a osservarlo nell’occhio non come farebbe una bambina, ma una donna adulta che non ha paura di una semplice minaccia e che è consapevole dei crimini di quell’uomo «io però non posso fare la stessa promessa» rispose infatti. Jessica era troppo sconvolta per intervenire e Crimson, che già viveva dentro di lei, dovette aiutarla a mantenere la calma influendo molto sul suo comportamento
«sei sfacciata, proprio come tua madre, ma  questa notte non le è stato molto utile il suo coraggio, si è fatta tradire dalla sua più grande debolezza: tu» rise facendo capire alla bambina di essere lui l’assassino di sua madre
«eri tu…tu l’hai uccisa?! » sbiancò di colpo la piccola indietreggiando di mezzo passo, nemmeno la principessa del passato ebbe potere su uno shock del genere, ma stranamente Jessica non perse subito il controllo. La stessa rivelazione scioccò sia i bambini che Martha, avevano davanti un assassino, ma solo Martha capì esattamente cosa fosse successo perché lei era lì.
«perché?! » strillò Jessica, scoppiata di nuovo a piangere, ma con la rabbia e l’odio che le oscuravano il cuore
« era d’intralcio,con lei viva,non sarei mai riuscito ad arrivare a voi» ammise scatenando su di se l’ira della Strega i cui poteri esplosero provocando una tensione elettrica nella zona in grado di radere al suolo tutto in un raggio di 10 km, bastava poco a far scattare la scintilla che avrebbe distrutto tutto, l’energia fu talmente forte da avvolgere la bambina sollevandole in aria i lunghi e pesanti capelli «hai ucciso la mia mamma…tu non…nono avresti dovuto! » strillò concentrando l’energia su di lui e facendola esplodere limitando la zona circostante.
Martha prese i due bambini stringendoli forte per proteggerli; passarono diversi minuti prima che l’area tornasse visibile e il pericolo fosse scampato, ma quando  tutto si tranquillizzò e il polverone sollevato dall’esplosione svanì, Z-One era ancora lì, incolume anche se con la tunica un po’ impolverata. Anche se sorpresa, Jessica non lo diede a vedere e, con le lacrime che le scivolano lungo le guance arrossate, continuò a fissarlo digrignando i denti. Ora era il turno del suo nemico che sfilò una pistola e cominciò a sparare, l’istinto di Yusei fu di correre a portarla via, ma Martha lo trattenne, non ce ne fu bisogno, la piccola Jessica si difese egregiamente alzando uno sudo che respinse i proiettili, ma erano tanti e dopo un po’ cominciò a faticare nel tenere alzata la barriera infatti l’ultimo colpo la disintegrò e la bambina cadde a terra sbucciandosi le ginocchia
«non ce la fa» esclamò Jack muovendosi anche lui per andare ad aiutare l’amichetta, Martha dovette fermare anche lui «state calmi voi due! Non avete nulla per difendervi! » cercò di convincerli, le piangeva il cuore lasciare Jessica da sola a lottare  e difendersi, ma lei avere delle armi con cui proteggersi, i bambini no e se fosse intervenuta lei stessa avrebbe messo a rischio, maggiormente, la vita di tutti e tre, non sapeva che fare se non pregare perché la piccola trovasse un modo per salvarsi.
Z-One cercò di colpirla con un calcio, ma lei rotolò via rimettendosi in piedi, l’uomo aveva abbassato la guardia e lei con un gesto riuscì a rubargli la pistola, era pesante per le sue piccole mani e non aveva idea di come usarla, l’aveva visto solo in un paio di film, ma dal film alla realtà c’è una differenza enorme, finse di saperla usare tenendo l’uomo sottotiro
«vai via, lasciaci in pace» piagnucolò
«non sei così potente con chi sa contrastarti, se qualcuno ti vedesse adesso, direbbe che la temibile Strega del Satellite è solo un’insignificante mocciosa» la prese in giro avvicinandosi a lei senza alcun timore
«io non sono una strega» mormorò la bimba resistendo alla paura e cercando di non farsi prendere di sorpresa
«sei solo una bambina» disse tendendo una mano verso di lei per sfilarle l’arma dalle mani, Jessica lo anticipò lanciandola a terra, lontana da entrambi colpendolo poi con una sfera di fuoco che lo allontanò, ma non si limitò a questo, l’onda d’urto fece saltare via la maschera dal volto dell’uomo e, proprio come era successo a Nicole la notte scorsa, anche la piccola Jessica fu terrorizzata da quell’aspetto, il viso allungato e rovinato dagli anni, asciugato e con la pelle rugosa, per metà coperto da una placca metallica che lo faceva sembrare un cyborg, ma poi c’era quell’occhio, quell’occhio blu come il mare che unito a quel viso la collegava ad una sola persona: suo fratello Yusei. Sia la somiglianza che le condizioni dell’uomo la terrorizzarono a tal punto da immobilizzarla, era pietrificata e non riuscì muoversi nemmeno quando Z-One recuperò la pistola e gliela puntò contro
«mi dispiace principessina, addio» disse.
«chi sei? » piagnucolò ancora la bimba, ma in risposta l’uomo promette il grilletto un , non c’era scampo, Jessica era troppo spaventata per muoversi o anche solo per rendersene conto, chiuse semplicemente gli occhi, ma non accadde nulla, non sentì nulla, per un momento pensò che la morte fosse così, rapida e indolore, ma poi udì un gemito e un tonfo che la spinsero a riaprire gli occhi, lo guardò solo per un istante, dopo di che un urlo di terrore si propagò per tutta  l’isola facendo raggelare il sangue a chiunque la sentì, persino a Z-One, Martha e Jack rimasti scioccati dall’accaduto. Se il proiettile di una pistola viaggia a 350 m/s, Yusei fu più veloce o ebbe la prontezza di intuire cosa stava accadendo e scivolare via dalla presa di Martha, in ogni caso si mise in mezzo tra l’uomo e Jessica e il proiettile lo colpì al petto.
«Yusei! Yusei rispondimi! » gridò la bambina scrollando il fratello «apri gli occhi, rispondimi!! »
Z-One era senza parole, il coraggio di quel bambino era stato impressionante, non l’avrebbe creduto possibile, rimase fermo a guardare i bambini, la piccola piangere e il maschietto immobile, sapeva che avrebbe dovuto eliminare anche lui, ma in quel momento provò un forte senso di colpa, forse l’avrebbe provato anche uccidendo Jessica, o forse no, ma ciò gli impedì di proseguire con il suo lavoro.
«papà, mamma, Yusei…. Perché? perché??! » gli gridò contro la bambina rivolgendogli tutto il suo odio« basta! Basta! » strillò con tutta la voce che aveva in gola. Il suo immenso potere si sprigionò tutto d’un colpo, un’aura di fuoco l’avvolse e prese le sembianze di un drago costringendo l’uomo a indietreggiare, glielo cagliò contro scaraventandolo a terra, fu un semplice tocco, ma Z-One fu gravemente ferito, la placca sulla sua testa cominciò ad emanare piccole scosse, segno di un malfunzionamento di qualche circuito e fu costretto a ritirarsi.
Bastò la sua scomparsa a calmare la bambina la cui priorità divenne suo fratello
«Yusei! » lo chiamò ancora mentre Martha la raggiunse di corsa per prestare soccorso al bambino « Martha ti prego fai qualcosa,salvalo! » la implorò piangendo e strillando, ma quando Martha toccò il bambino si spaventò tirando indietro la mano, non ce la fece a parlare e scosse solo la testa voltando lo sguardo, il piccolo Yusei era morto, non ce l’aveva fatta, il colpo l’aveva preso al cuore, era morto in pochi secondi
«non è vero! »pianse la bambina accasciandosi sul corpicino del fratello «svegliati Yusei! Non lasciarmi sola, ho paura!! » urlò, ma non servì a niente, in poche ore aveva visto morire sotto ai suoi occhi sua madre e suo fratello, il suo piccolo e debole cuore non poteva sopportare tutto quello «non voglio… non voglio!! » si ribellò. Il suo desiderio divenne più forte della sua volontà, non riuscì a controllarsi e nonostante l’immenso dolore al petto, le sue mani estrassero il suo cuore, la sua essenza, la sua anima, pura e bianca, brillante come una stella; l’anima di ogni bambino è pura e bianca, ma quella di Jessica la era ancora di più perché lei era stata toccata dalla Vita. Ma al suo cuore, seguì una sfera color cremisi che non avrebbe dovuto abbandonarla, ma lo fece dividendosi in sei piccole luci che si sparpagliarono in giro per il mondo
 
In città,nel frattempo, il nuovo reattore Ener-D costruito dopo l’esplosione del primo, cominciò a sovraccaricarsi inspiegabilmente,preoccupando molto gli scienziati che lo studiavano, l’energia che fluiva nella capsula cominciò ad esser pervasa fa fulmini scarlatti che generarono spaventosi picchi energetici.
In quello stesso momento, in città una bambina stava giocando a duel monsters con suo padre, si stavano divertendo e lei stava per attivare una carta trappola, quand’ecco che il cellulare del padre suonò interrompendo il loro duello. di fronte a quella scena Akiza sussultò, la ricordava molto bene, fu il giorno in cui tutto cambiò, in cui nacque la Strega Rosa Nera perché quella bambina dai capelli rossi era lei e l’uomo con cui giocava era suo padre, il senatore Izynski; quella chiamata fu l’inizio di tutto, ancora una volta suo padre la lasciava sola, al reattore c’era un problema ed era suo dove re andare a controllare, ma per Akiza che era solo una bambina e altro non voleva se non un po’ di attenzioni da parte di suo padre, sentirsi abbandonare fu un duro colpo che le spezzò il cuore e fu lì che arrivò la voce, la dolce e calda voce che accorse in suo soccorso «non è così che dovrebbe essere, tu non lo vuoi, non vuoi restare sola e non la sarai, te lo prometto» disse« l’umanità è minacciata, l’oscurità incombe sul tuo mondo, stringi il patto del Drago, porta su di te il segno ed io ti donerò il potere per cambiare tutto questo, non sarai mai sola e non perderai più nessuno» le promise e Akiza non esitò ad accettare, una sfera rossa entrò dalla finestra entrando in lei e nel momento in cui suo padre richiuse il dueling disk e le disse di doversene andare,allora lì si scatenò il suo potere psichico generato dal patto, attivò la carta trappola e un turbine di taglienti petali scaraventò il senatore contro il muro ferendolo. Il patto era suggellato e il segno del Drago s’impresse sul braccio della bambina,.
 
Il suo cuore era sospeso davanti a lei dandole una sensazione di semicoscienza, si sentiva mancare, più l’anima sarebbe restata fuori dal suo corpo più per lei sarebbe stato pericoloso, ma ora che il desiderio comandava la volontà, lei sapeva anche qual’era la cosa giusta da fare; allontanò da se il cuore rendendo ancora più forte il dolore e quella sensazione di incoscienza, ma non si fermò, divise il suo cuore in due e ne lasciò cadere metà sul petto del fratello che lentamente l’assorbì, subito le sue guance ripresero colorito e lentamente tornò a respirare. Era salvo e la ferita scomparsa. Ma ora arrivava il peggio, la piccola Jessica restò ferma con la luce tra le mani incapace di riportarla dentro di se, sempre più pallida e debole, restava ferma a mezz’aria a fissarla mentre lentamente il bagliore si faceva più debole, sveglio, la prima cosa che vide Yusei fu la critica situazione in cui si trovava la sua sorellina, ma qualcosa di ancora più tremendo stava per accadere: sotto di lei si aprì la porta agli inferi, oscura e gelida da cui emersero decine e decine di spiriti che si arrampicarono su di lei per fuggire, ma erano incatenati a quel mondo e ottennero il risultato contrario, ovvero, cominciarono a trascinarla giù con loro, la piccola stava morendo e non riusciva a impedirlo, non ne aveva la forza. L’aria gelida e l’energia spettrale cominciarono a consumarla e un primo segno furono i capelli corvini che lentamente stavano diventando bianchi. Alcuni spettri riuscirono ad arrampicarsi su di lei nel tentativo di strapparle il cuore dalle mani, ma l’urlo di Yusei li bloccò tutti «no!! » gridò chiamando la sorellina, tentò d’intervenire, ma fu respinto e fu allora che la sentì, la donna gentile che gli sussurrò all’orecchio « tu puoi proteggerla se vuoi, puoi salvarla e potrai farlo sempre» disse «accetta il patto, combatti per il Drago, sconfiggi le tenebre e io ti donerò il potere per salvarla, accetta di portare su di te il segno del Drago e tutto cambierà» anche Yusei non ebbe esitazione e accettò immediatamente, la sfera entrò in lui, i suoi occhi si colorarono di rosso e lui avvertì il potere fluire, si sentì incredibilmente forte e capace di combattere qualsiasi cosa. Un’aura bianca lo avvolse e gli permise di avvicinarsi alla sorellina contrastando la porta degli inferi mentre gli spettri fuggirono, fu solo un contatto, ma aiutò Jessica a tornare in se, però non prima di aver udito i sussurri della dolce voce « ti è stato affidato un compito non dimenticarlo principessa della vita! VIVI »fu l’ordine.
I ciondoli dei bambini s’illuminarono ed entrambi chiusero gli occhi, una calda luce li avvolse, era l’aura di Yusei che avvolse la sua sorellina scaldandola e facendola sentire al sicuro
«non te ne andrai! Jessy io ti proteggerò, posso farlo ! » esclamò prendendole il viso tra le mani e guardandola intensamente negli occhi che la costrinse a riaprire, era ancora spaventata, ma lentamente stava svanendo e sparì completamente quando Yusei spinse il cuore nel suo petto. Ora la voce poté parlare ad entrambi « il vostro destino è tracciato predestinati,voi salverete il mondo,affidatevi ai vostri cuori puri perché sarà proprio grazie a quelli che la luce trionferà sulle tenebre» disse, un attimo dopo tutto svanì e i due bambini si ritrovarono svenuti a terra.
Alla fine di quella brutta avventura, Jessica cadde in coma per due mesi e al suo risveglio non ricordò assolutamente nulla della sua vita precedente, la Strega era morta e la piccola e dolce bimba era semplicemente Jessy, la Jessy di Yusei.
 
Non c’è altro da vedere e i ragazzi si risvegliano, ora conoscono la verità, non temono la loro amica, ma scoprire il suo passato li ha resi molto inquieti. Yusei è ancora nella camera di sua sorella, sveglio e la osserva dormire ancora non stringendole la mano non può non ripensare a ciò che accadde pochi istanti dopo il suo risveglio, quando la vide stesa a terra immobile, era terrorizzato e lo fu ancora di più quando la osservò da testa a piedi, quell’espressione sofferente sul viso, le ferite e quei capelli bianchi, ormai le restava solo un caschetto nero
«mai più…» piagnucolò accarezzandole il viso «io ti proteggerò sempre, nessuno ti farà più del male, diventerò più forte e ti difenderò» si promise asciugandosi le lacrime e prendendo una decisione che lo rese ciò che è oggi.
 
Non solo Yusei si è tenuto un ricordo per se, ma anche Jack e anche lui ricordò quei momenti alla fine della tremenda avvenuta quando Martha e Yusei si preoccuparono della bambina, lui restò in disparte, spaventato a morte e in lacrime, ma a consolarlo giunse una sfera rossa che si posò tra le sue manine, anche lui accettò all’istante il patto e la sfera entrò insidiandosi dolcemente nel suo cuore.
Sta ancora ricordando quel giorno tremendo quando Yusei li raggiunge di sotto sedendosi con loro, le domande sono tante ,ma i fatti sono chiari, l’hanno visto con i loro occhi e ora sanno anche come sono nati i loro poteri.
A Ichiru non importa neanche un po’ di ciò che è stato il passato di Jessica e nemmeno ascoltare i loro commenti, nel cuore è ancora un bambino e ora che l’ha ritrovata, vuole solo la sua mamma perciò, senza dire una sola parola, corre di sopra, ma quando arriva davanti alla porta si blocca, ha un po’ paura, teme di trovarla ancora assopita, mentre lui vorrebbe essere abbracciato forte, preso coraggio, sta per entrare, ma si vede nel riflesso della finestra infondo al corridoio, sembra ancora un demone e presentarsi così di fronte a suo madre lo mette in imbarazzo, ecco perché con uno schiocco di dita si trasforma in un affascinante adolescente con una tshirt arancione, una giacca di jeans chiara con il colletto di pelo bianco, dei jeans un po’ più scuri e i capelli spettinati, ma che gli lasciano scoperto il viso, corti dietro e più lunghi davanti con una mezza frangetta. Ora si sente meno in soggezione e spinge la porta aprendola, Jessica è sveglia ed è seduta sul letto a osservare il cielo dalla finestra con i lunghissimi capelli che le ricoprono quasi tutta la camicia da notte bianca lasciandone intravedere solo poche strisce davanti. Il cigolio della porta aperta attira l’attenzione della ragazza che volta lo sguardo trovandosi faccia a faccia con suo figlio
«ciao Ichiru » gli sorride parlandogli con un tono pacato, è ancora molto debole e anche la sua voce è flebile, ma la gioia nel rivedere suo figlio è incontenibile e la dimostra con i suoi occhi che brillano di gioia. Emozionato e impaziente Ichiru le corre incontro gettandole le braccia al collo «mamma! » esclama mentre anche lei lo abbraccia forte
«va tutto bene, è finita» mormora stringendo forte il suo bambino« sei a casa e non ti lascerò andare via mai più»
Finito quel lungo e dolce abbraccio, Ichiru resta inginocchiato a terra stringendo forte la mano della madre che gli accarezza i morbidi capelli neri che stanno cominciando ad avere strane sfumature rossicce, quasi aranciate
«ti voglio bene mamma» le dice per la prima volta tenendosi stretto a lei che gli bacia i capelli rispondendogli con la stessa frase
«sei sveglia» attira la loro attenzione Crow che si avvicina lentamente andando a sedersi accanto a loro, era così preoccupato e spaventato per lei che ora che ce l’ha di fronte non sa che fare o dire, ma poi, guardandola negli occhi, capisce cosa vuole e come sentirsi più sollevato, prendendole il viso tra le mani e baciandola dolcemente «sei a casa» mormora prima di darle un altro bacio a cui lei non si sottrae di certo, ma che assapora e si gode fino in fondo, mentre il loro piccolo Ichiru non ci pensa un solo momento a lasciarle la mano. Ora sono una famiglia, si sono ritrovati tutti e tre e non si lasceranno di certo.
«scendiamo» sorride Jessica che dopo due anni vuole rivedere tutti i suoi amici e specialmente suo fratello, ora che è tornata se stessa, ci sono molte cose da chiarire ed è meglio farlo il prima possibile. Prova ad alzarsi da sola, ma è ancora debole e le gambe non la reggono, così con Crow che la regge da una parte e Ichiru che le tiene la mano dall’altra, si avviciano alle scale scendendo lentamente ogni gradino. I primi a salutarla con gioia sono Leo e Luna che le corrono incontro abbracciandola
«ragazzi che bello, da quanto tempo» sorride
«sì beh, un paio di settimane, 3» alza le spalle Crow non trovando tutto questo gran tempo
«solo tre settimane» sorride, un po’ sorpresa Jessica «allora per voi è stato quasi nulla, immagino che abbiate avuto il vostro bel da fare… per me sono stati due anni infernali» sospira guardandosi allo specchio e sentendosi quasi più vecchia o comunque più matura, il suo viso non è più quello di una ragazzina, ma di una donna adulta, di una madre, di una donna con delle responsabilità e ora che si è risvegliata questi doveri sono ancora più grandi.
Dopo aver salutato tutti i suoi amici, solo Yusei manca all’appello, il più spaventato di tutti, specialmente ora che ricorda e sa tutto
«mi dispiace per la mamma» si fa avanti lei cercando di camminare da sola, era una cosa che voleva dirgli da moltissimo tempo, ma che aveva dimenticato «se solo fossi arrivata prima…» dice seguendo il suo istinto e addossandosi anche quella colpa, ma Yusei non la fa andare avanti, la tira a se abbracciandola forte «sei tu, sei la mia sorellina ,sei tornata! » mormora immergendo le mani e il viso nei suoi lunghi e morbidi capelli che tanto adorava e per cui tanto lottò perché Martha non li tagliasse. Jessica era in coma da pochi giorni e quei capelli bianchi ricoprivano il letto, erano da tagliare, ma Yusei non voleva, per ore cercò di fermare Martha gridando e battendo i piedi, cercò anche di chiudersi nella stanza con la sorellina per fermarla, gli altri bambini pensarono che stessa facendo capricci, ma non era così, per Yusei era una cosa seria, era molto importante e pianse a lungo quando vide quelle gigantesche forbici argentante fare a pezzi quelle ciocche, soffrì a ogni taglio, ma non riuscì a staccare lo sguardo e anche quando ebbe finito, lui se la prese con la donna era furioso e triste, si era sconvolto tutto e non capiva più nulla.
Ora, però, Jessica è lì, è tornata quella di un tempo
«non andartene più» la pregò stringendola ancora più forte
«no, non voglio» rispose lei.
 
È il momento di parlare e chiarirsi tutti e Jessica è la prima a parlare «suppongo che vogliate qualche spiegazione»
«in realtà sappiamo già tutto» ride Ichiru tenendosi stretto al suo braccio «ce l’hai mostrato tu»
«probabilmente il potere della Strega ha reso più forti i legami» capisce la ragazza sforzando un sorriso «ora sapete chi ha devastato le vostre vite» sospirò stringendo a sua volta la mano di Ichiru cercando di non guardare in faccia i suoi amici «credetemi, mi dispiace, io non avrei mai voluto… se ne avessi avuto il controllo io…» cerca di far capire loro. Akiza scatta in piedi tenendo la testa bassa « sei stata tu, quella voce, eri tu…i miei genitori, i compagni di scuola….» mormora stringendo i pugni lungo le gambe, quel tono fa capire a Jessica quanto sia grande il rimorso dell’amica per lei «mi dispiace Akiza…» si scusa ancora e con lei personalmente, ma non è quello che Akiza vuole, non è quello che intende, anzi le si getta al collo abbracciandola «sarai anche cresciuta, ma sei sempre la solita stupida ragazzina che non capisce niente! » la rimprovera con la voce tremante
«non c’è nulla da capire» risponde ancora con un tono pacato « Ho distrutto le vostre vite,specialmente la tua Akiza»
«ma se non fosse stato per te, io non sarei qui! » esclama « è grazie a te che ho trovati dei veri amici che so che mi vogliono davvero bene, ho te! ho dei genitori che mi vogliono bene.. è questo che ho sempre desiderato! »
«probabilmente li avresti ottenuti molto prima se non fosse stato per me» insiste nel mortificarsi Jessica che ancora non si perdona gli errori del suo passato e quello di dare vita ai predestinati è stato solo uno dei tanti
«ma Jessy, guarda quante difficoltà abbiamo superato e siamo ancora qui, tutti  insieme e guardaci, abbiamo un fantastico bambino, presto ci sposeremo e vivremo tutti felici» cerca di convincerla anche Crow scompigliando i capelli del suo ragazzo «noi abbiamo un fortissimo legame che mai nessuno potrà spezzare»
«siete obbligati, sono i segni ad unirci» persiste Jessica che sta diventando quasi una cantilena
«non lo vuoi capire, vero? tu non hai fatto nulla» le sorride Luna
«è stata una nostra scelta, tu ci hai dato una scelta e noi l’abbiamo fatta, sapevamo a cosa saremmo andati incontro» riesce, forse a convincerla Leo
«forse è vero, abbiamo passato momenti orribili, le persone mi odiavano, mi chiamavano strega,mi allontanavano,compresi i miei genitori,ma poi… poi ho incontrato Yusei, quel giorno in quella piazza» sorride dolcemente guardando il suo ragazzo che ricorda come se fosse ieri quell’incontro «e poi te, Leo, Luna, Jack Crow e tutti gli altri. Grazie a te ora noi siamo una squadra, anzi no! noi siamo una famiglia, una grande e fantastica famiglia»
«non avete mai desiderato non aver stretto quel patto? Ora voi potreste essere liberi e adesso…»
«adesso tu saresti sola» finisce la sua frase Jack «è sempre stato il tuo peggior difetto, certo dopo l’essere arrogante e combina guai» è il suo intervento serio  a cui non può certo mancare un tocco d’ironia per istigarla, ma non funziona e non gli importa nemmeno « non puoi sempre fare tutto da sola e stavolta non di certo, non ce la faresti mai, se abbiamo questi poteri è perché siamo stati scelti, tu sei la nostra Principessa e noi i tuoi Predestinati» ammette, forse per la prima volta in vita sua, Jack riconoscendo nella ragazza davanti a lui la sua guida
«tu sei Meika » le ricorda Yusei e quelle sue parole riportano alla mente di Jessica quelle che sentì il giorno in cui morì la strega. ‘ti è stato affidato un compito non dimenticarlo principessa della vita! VIVI’.  E quelle parole la fanno reagire «sì! Io devo vivere! » esclama scattando in piedi. Dopo di lei tutti si alzano compresi Ichiru e Carly che finora non hanno aperto bocca né partecipato alla discussione, i 6 Predestinati s’inchinano davanti a lei senza essere costretti dai segni, ma di loro spontanea volontà, è ora per tutti di accettare il proprio destino e i 6 sono i primi a farlo
«tu sei la nostra Principessa, sei la nostra guida e noi ti seguiremo ovunque, guidaci alla luce, squarciamo le tenebre e riportiamo la pace, guidaci nel nostro destino» le chiede Yusei portandosi, come gli altri, una mano al cuore e tenendo il capo chino.
Ancora titubante, Jessica ricorda l’ultima cosa che Hélia le disse nel suo mondo « finché avrai timore del tuo stesso potere, non sarai mai una principessa del Drago completa. Tu temi le tue fiamme e se temi loro, temi il Drago » ma ora, la sicurezza dei Predestinati le fa comprendere fino a che punto sono decisi a spingersi e ciò le da quella sicurezza necessaria a trovare la fiducia in se, basta quello per far reagire i segni, la sua aura s’incendia permettendole di trasformarsi come faceva una volta, ora con il suo abito scarlatto, Jessica è pronta ad assumersi le sue responsabilità « noi porremo fine a questa guerra, io vi guiderò in questa lotta e vi prometto che vinceremo! »
Nessun Predestinato morirà. Si dice ricordando le mie parole, la mia profezia.
 
Dopo quella specie di cerimonia, tutti i ragazzi sono andati a riposare e ognuno è tornato a casa, tutti meno Crow che è restato con la sua famiglia permettendo anche a Jack e Carly di stare un po’ soli viste le mille avventure vissute in quella giornata, ma ora dorme nella stanza infondo al corridoio, Jessica era esausta e pochi minuti dopo la sua solenne promessa, perse i sensi, starle troppo vicino non l’avrebbe aiutata riposarsi abbastanza e visto quello che aveva passato ne aveva davvero bisogno, ma a notte fonda, a mezzanotte già scoccata, la ragazza è ridestata dal suono del suo cellulare, le basta un tocco per rispondere e creare davanti a se l’ologramma di Vega
«ma ti sembra questa l’ora» borbotta andando ad affacciarsi al balcone
«non gliel’hai detto» sembra quasi volerla rimproverare la donna
«non ho voluto, ha già abbastanza preoccupazioni» si giustifica Jessica osservando la città illuminata
«ma è un suo diritto sapere chi è davvero» insiste Vega.
«sono tanti i diritti che hai perso e da tempo» la rimprovera guardandola con aria di sufficienza prima di voltarle di nuovo le spalle «questo è un segreto che mi porterò nella tomba cara Vega e tu non m’impedirai di nasconderlo»
«io ero lì, io l’ho visto»
«già e se avessi fatto meglio il tuo lavoro, forse ora la vera Meika sarebbe ancora viva! »
«non è colpa mia! » si difende Vega,ma a questo punto Jessica vuole sapere cos’accadde davvero e costringe Vega a raccontarglielo
«i tuoi genitori discendono da due potenti famiglie, quella di Hoshiko, la sorella di Hélia e quella di Crimson. Hoshiko fu il primo essere  umano a prendere nelle mani il potere supremo della Vita, l’energia che muove l’Universo»
«l’energia di ogni singolo essere vivente nell’Universo, sì so cos’è» cerca di farla andare avanti
«lei tramandò alla sua discendenza questo potere e così accadde alle generazioni di Crimson perché suo figlio era anche figlio di Hélia che come sua sorella portava quel potere sigillato nel cuore anche se non lo seppe mai»
«allora è vero che Crimson non uccise il bambino…» sorride Jessica, sollevata all’idea di non essere il successore di un’assassina
«non lo pensò nemmeno, diede alla luce una bambina che chiamò Pervinca e che proseguì la genealogia fino ad arrivare a tua madre. L’incontro di queste due potenti famiglie non poteva che generare Meika, la Salvatrice, ma i nemici di Meika sparsi per l’Universo attaccarono tua madre in uno dei momenti più delicati della gravidanza e dei due gemelli che aspettava solo uno rimase in vita»
«Yusei»
«il potere della bambina restò dentro a tua madre, ma non poteva restare tanto a lungo libero per questo cercò un rifugio…»
«e fu Yusei ad assorbirlo» le è chiaro, finalmente «però Yusei non era destinato a quel potere per questo io sono qui, concepita e nata per servire Yusei, per sostenerlo nel suo compito e donargli il potere quando ne avrà bisogno. Io sono nata per servire Meika, mio fratello Yusei» capisce tutto d’un tratto Jessica riuscendo a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle «Ichiru mi ha parlato di una malattia di Yusei, ma non capisco…»
«non puoi pensare che un incidente come quello di perdere un bambino abbia lasciato l’alto incolume, Yusei nacque prematuro, solo poche settimane, ma con una grave malformazione ai polmoni, ci fu un momento in cui rischiammo di perderlo, ma lui era un bambino forte e riuscì a sopravvivere» racconta Vega che ricorda bene il giorno in cui nacque il suo nipotino e sorride nel ricordare la prima volta che lo tenne in braccio e l’immensa sensazione di pace che gli diede solo toccandolo, ma quei ricordi la stanno sviando dalle cose  importanti «i segni che portate sul vostro corpo sono i simboli di Meika, le ali bianche e nere per volare alto nel cielo sconfiggendo le tenebre, opposte per simboleggiare l’equilibrio che non andrà mai spezzato e il pugnale per purificare le anime» le spiega ancora Vega «ma perché questo accada, perché Meika porti a compimento il suo dovere, è necessario che ne sia consapevole» prova a convincerla ancora, ma Jessica è irremovibile
«non lo saprà mai, io mi prenderò ogni responsabilità, ho accesso anch’io a quel potere e lo userò per salvare mio fratello e il mondo intero»
«stai diventando la donna che non volevo tu diventassi»sospira Vega,rassegnata e delusa
«come te intendi? »intuisce Jessica «nemmeno io voglio essere come te,assolutamente,non la diventerò,toglimi solo una curiosità,perché hai battezzato me Meika? Sapevi fin dall’inizio che il primogenito di Nicole,il bambino sopravvissuto,avrebbe ereditato il potere della Vita. È Yusei il bambino benedetto, non io»
«sapevo che saresti stata tu a usare quel potere, è tuo il potere di Meika…»comincia a dire Vega,ma Jessica la interrompe«sì la so la storia: concepita e nata al solo scopo di servire a Yusei,al momento opportuno lui dovrà usarmi per evocare l’infinito potere dell’Universo e dell’intero creato eccetera…. Ma Meika è Yusei! »
«credo che voglia dire che per ora il potere che mi spetta per diritto di nascita è ancora in mano tua»interviene Yusei, ha ascoltato tutto e nonostante la rivelazione l’abbia scioccato, cerca di mantenersi calmo e distaccato  «il tempo passa, ma tu rimani sempre la stessa stupida che eri da ragazzina»dice Yusei sentendosi quasi ferito dalla diffidenza della sorella «non negarmi ciò che mi spetta, non negarmi il mio destino»
«non volevo che lo sapessi così»dice Jessica « un Predestinato morirà in questo guerra e non voglio che sia tu» cerca di fargli capire
«lasciami prendere in mano il mio destino, strinsi un patto con te per proteggerti, lasciamelo fare» tenta di convincerla «lasciami prendere consapevolezza di ciò che sono»
«hai ragione fratellone»sorride Jessica« sono stata proprio una stupida a negarti qualcosa che ti appartiene di diritto» si convince accarezzandogli il viso e guardandolo intensamente negli occhi, un attimo dopo Yusei crolla a terra, sta perdendo lentamente i sensi, ma c’è un ultima cosa che Jessica gli vuole dire «uno di noi dovrà morire e io farò di tutto perché non sia uno di voi 6» gli sorride baciandogli la fronte, un attimo dopo Yusei cade a terra svenuto
«scusami fratello, ma sapere chi sei ti esporrebbe ad un potere troppo grande e per ora all’Universo basta essere liberato dalle ombre di Hélia, non è ancora l’ora di Meika» si giustifica
«la trovo una cosa un po’ meschina raccontargli tutta la verità e cancellarli la memoria un attimo dopo»
«mi dispiace che tu non approvi, ma è questo ciò che sono ora, sono la Strega del Satellite e sono disposta a qualsiasi cosa pur di tenere la mia famiglia al sicuro! Nessuno intralcerà i miei piani, nemmeno tu! » arriva quasi a minacciarla, anzi la minaccia apertamente «e ti dirò ancora una cosa Vega, non so come, ma so che tu sei implicata nel rapimento di mio figlio, per cui ti do un avvertimento Regina Guerriera, stai alla larga dal mio bambino o te ne farò pentire amaramente» la fulmina con lo sguardo prima di chiudere la conversazione e lanciare il cellulare nella piscina.
Finalmente ha preso in mano il suo destino e non solo, anche quello di tutte le persone che si è presa l’obbligo di proteggere e se per farlo dovrà mentire e uccidere, lo farà.
 
 

TO BE CONTINUED...
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's / Vai alla pagina dell'autore: Vega_95