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Autore: Uptrand    05/09/2014    15 recensioni
Ripropongo in versione riveduta e corretta la mia prima storia sperando che risulti migliore non solo a me ma anche a voi.
Il comandate Shepard ha salvato il consiglio, curato la genofagia, fermato la guerra tra Quariane geth e usato il crucibolo per distruggere i razziatori e tutti i sintetici. Ora si trova a Londra sepolto dalle macerie mentre la Normandy con Ashley Williams, la donna amata, e il resto dei compagni sono precipitati su un pianeta sconosciuto.
p.s. La prima volta che l'ho pubblicata delle frasi erano state mangiate, stavolta dovrei aver corretto il problema. se avete smesso di leggerla solo per questo, chiedo un altra possibilità
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashley Williams, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Erano passati ormai cinque mesi dalla fine della guerra e l'ammiraglio Hackett era intento a leggere i rapporti sul progetto Icaro, nome in codice per il progetto riguardante l'attivazione dei portali, che facevano sperare per il meglio. Le comunicazioni venivano garantite da gruppi di dati spediti in pacchetti informatici quantici che, giunti su un pianeta, arrivavano ai singoli destinatari tramite le normali reti di comunicazione. Il sistema era lento ma garantiva un costante flusso di dati, dando la possibilità di coordinarsi con i vari settori impegnati nel progetto; garantire un flusso d'informazione e la riapertura al pubblico di molti settori della Cittadella aveva sollevato il morale generale e il miglioramento delle condizioni gli aveva anche permesso di accogliere la domanda di Miranda Lawson di rimettersi sulle tracce di Shepard.
Aveva anche accettato la richiesta del tenente Ashley Williams di lasciare che la Normandy fosse la prima astronave a testare i portali una volta funzionanti. Quando Williams mandò la sua richiesta direttamente al Consiglio e all'Alleanza, affermando che in caso di rifiuto lo avrebbe fatto lo stesso, poterono solo accettare la sua pretesa.
Riguardo a Shepard sembrava che il Consiglio se ne fosse dimenticato, gli unici che chiedevano notizie erano l'ammiraglio Quarian Krios, il Primarca Victus e Wrex.
Mentre i mass media si chiedevano quando si sarebbero tenuti i funerali del comandante, su extranet cominciavano a fiorire le teorie complottistiche sulla sua fine.
-- Shepard, in quale inferno sei finito per essere sparito nel nulla?-- Pensò Hackett.
Ormai la giornata era giunta al termine. Hackett si stiracchiò, sentendo piacevolmente le articolazioni del corpo scricchiolare: era tempo di andare a riposare.
Come per contraddirlo, il telefono squillò.
Mezz'ora dopo lui, Miranda, Jacob, Zaeed, Kasumi, Wrex, Grunt e Samara erano al Huerta Hospital sulla Cittadella a parlare con la dottoressa Michel.
« Dottoressa, per ora mi dica solamente se è Shepard e se è vivo!» Esclamò Hackett.
« Non c'è dubbio che sia lui e che sia vivo...» disse la dottoressa Michel che non riuscì a dire altro.
A quelle parole, i compagni di Shepard erano esplosi in festeggiamenti. Wrex e Grunt lanciarono grida d'incitamento tipiche dei Krogan, Jack esplose in colorite affermazioni come Zaeed che lo definì il più fortunato dei bastardi, Samara ringraziò la dea, altri si limitarono a un genuino entusiasmo. Anche Miranda si emozionò, ma nessuno si accorse di quella piccola lacrima di gioia.
Superato il caos del momento, la dottoressa proseguì il suo discorso « È vivo, ma ferito. Il suo corpo è un campo di battaglia e gli impianti cibernetici andranno eliminati, ma niente fa pensare che sia in pericolo di vita. In una o due settimane al massimo dovrebbe essere in grado di lasciare l'ospedale.»
Hackett ringraziò la dottoressa e disse « Shepard è una priorità, per qualsiasi cosa le serva contatti il mio ufficio e l'avrà. Ho però alcune domande da farle non avendo ancora ricevuto nessun rapporto al riguardo e spero che possa rispondere lei al posto del comandante.»
« Se posso, volentieri.» Rispose il medico.
« Com'è giunto Shepard sulla Cittadella? Ci aspettavamo di trovarlo a Londra dove il suo ID è stato identificato l'ultima volta o vicino al corpo dell' Ammiraglio Anderson e dell'uomo misterioso, ma niente. Com'è possibile che ricompaia ora, da una capsula di criostasi rinvenuta in mezzo a delle rovine? » Chiese Hackett.
La dottoressa poté rispondere solo in parte « La capsula in cui è stato rinvenuto Shepard non è un modello standard, lo so perché hanno preferito portarla qui in ospedale piuttosto che aprirla sul posto dandomi cosi l'occasione di esaminarla. Sul fatto che sia in vita non ci vedo niente di strano, in passato esperimenti di criostasi hanno permesso ad alcuni soggetti di rimanere in quello stato per almeno diciotto mesi...»
Hackett non poté fare a meno di pensare al Prothean rimasto in uno stato simile per 50,000 anni; al confronto cinque mesi sono appena un minuto.
«... Sul perché abbia deciso di entrarvi non posso pronunciarmi, dovrebbe chiederlo direttamente al paziente. Di sicuro è stato fortunato, la rimozione delle macerie del settore dove è stata rinvenuta la capsula è iniziata solo oggi, avrebbero potuto impiegare settimane a trovarla. » Disse la dottoressa terminando il suo discorso.
«Quando pensa che gli potremmo parlare?» Chiese Hackett.
Lei ci rifletté un attimo e rispose « Penso tra quattro giorni, quando avremmo terminato tutti gli interventi, se dovesse essere possibile prima l'avvertirò.»
« Capisco. La ringrazio per la disponibilità dottoressa.»
Miranda si fece avanti per parlare a sua volta con il medico « Dottoressa Michel, sono Miranda Lawson e ho operato io su Shepard gli interventi per installare i suoi impianti cibernetici, se ora bisogno rimuoverli potrei esserle d'aiuto se lo permette.»
« Certamente, la ringrazio. Le farò sapere data e ora dell'intervento.» Rispose Michel.
Hackett desiderava parlare con Miranda, riteneva che in quella prima ricostruzione sui movimenti del Comandante qualcosa non tornasse, ma prima che potesse farlo la sua attenzione fu attirata dal resto del gruppo: i compagni di Shepard sembravano intenti a decidere qualcosa.
«Bene!» esordì Jack all'improvviso.
« Cosa succede? » domandò Hackett con tono incuriosito.
Jacob si inserì: « Lasciare Shepard da solo sarebbe troppo pericoloso, i nemici non gli mancano. Abbiamo stabilito dei turni in modo che ci siano sempre due di noi con lui.»
--In effetti è una buona idea, avrei io stesso messo delle guardie per la sicurezza del comandante. Con questi uomini Shepard sarà senz'altro più al sicuro.-- Pensò l'ammiraglio.
«D'accordo.» - sentenziò Hackett - « Stilerò subito gli ordini necessari.»
« Non ricordo di essere stata interpellata.» Fece notare Miranda
« Infatti non ci sei cheerleader, non volevo perdessi preziose ore del tuo sonno di bellezza.» Rispose Jack con il suo solito tono.
« Basta così! » - taglio corto Hackett - « Miss Lawson, ho bisogno di lei per un'altra faccenda, voi sarete più che sufficienti a garantire la sicurezza del comandante. Per favore ora mi segua.»
Hackett si diresse all'ascensore, seguito da Miranda. Appena entrati l'ascensore si chiuse e partì diretto agli hangar d'atterraggio. Lei alzò il braccio per premere il tasto d'emergenza, bloccando l'ascensore.
« Che succede Ammiraglio? La storia che avete sentito dalla dottoressa non vi convince? » Domandò Miranda con l'aria di chi conosceva domanda e risposta.
«No.» rispose Hackett.
Miranda fu del suo stesso parere « Neanche a me. I dati di lettura dell'ID di Shepard sono chiari: prima era in stazione, poi di nuovo a Londra. Desidero esaminarli nuovamente per capire cos'è successo.» - Miranda sospirò assumendo improvvisamente un'aria stanca - « Lavorando con Cerberus e più spesso in clandestinità, ho capito che i buchi e le incongruenze nelle storie ci sono sempre e solo per lo stesso motivo, qualcuno mente.»
«In questo caso, chi pensi che menta?» Chiese l'ammiraglio.
« Non lo so, impossibile dirlo fino a quando non avrò sentito la versione di Shepard, ma ora non sono neanche sicura che ci sia una bugia su cui indagare.»
« Lasci perdere gli altri incarichi e si dedichi solo a questo.» Disse l'ammiraglio facendo ripartire l'ascensore.
*****
Era passata una settimana da quell'incontro e Hackett, seduto dietro la sua scrivania, si stava chiedendo come una giornata iniziata in modo tranquillo potesse concludersi in questo modo e ripensò ai fatti degli ultimi giorni.
Miss Lawson indicava che la capsula che conteneva Shepard non aveva segni di registrazione, era “artigianale” e non era possibile rintracciarne la provenienza.
Ma avevano ottenuto qualche indizio dal nucleo di elemento zero che serviva ad alimentarla. Questi nuclei, come l'uranio usato sulla terra nel XX secolo, avevano tracce energetiche uniche e con i giusti metodi si poteva risalire fino al luogo d'estrazione. In questo caso le tracce conducevano a una nave civile Batarian di piccole dimensioni.
Miss Lawson era andata con Zaeed a parlare con colui che era riconosciuto come il leader dei Batarian, Ka'hairal Balak. Lasciare libero un individuo colpevole di terrorismo contro gli umani era uno dei compromessi più amari che avesse mai fatto, ma doveva accettarlo se non si voleva ritrovare con una rivolta Batarian tra le mani e il Consiglio era della sua stessa opinione.
Anche vedere Aria T' Loak allo stesso tavolo con consiglieri e diplomatici non era una cosa ortodossa, ma tra i vari crimini imputabili non c'erano il terrorismo o azioni dirette contro l'Alleanza. Questo rendeva più facile chiudere un occhio.
Con la persuasione di Zaeed e una discreta somma di denaro da parte di Miss Lawson, avevano ottenuto alcune informazioni dal Batarian. La nave non faceva più parte della sua flotta da quando il suo capitano l'aveva venduta mesi prima in cambio di una notevole cifra, per essere ritrovato morto e derubato il giorno dopo averla ceduta. Quando la ritrovarono risultò essere di proprietà di un contrabbandiere Turian, che dopo aver sentito le ragioni di Jack aveva deciso di collaborare. La nave era sotto sequestro del C-sec e il Turian all'ospedale, ma avevano saputo che il precedente proprietario era un Salarian, ma lì le tracce s'interrompevano.
Invece Shepard si era finalmente svegliato. Hackett aveva avuto modo di parlarci e gli aveva riferito dell'incontro con la IA nota come catalizzatore e dei propri dubbi riguardo al sacrificare i geth. Lui gli aveva fornito il proprio sostegno alle scelta fatte, anche se lui e il Consiglio dovevano ancora decidere come classificare quel resoconto che sembrava quasi un sogno. Hackett gli aveva comunicato che i geth disattivati erano stati dati ai Quarian ma nessuno sapeva bene cosa farne; si era pensato di smontarli e usarne le parti, ma nessuno voleva fare a pezzi chi aveva combattuto contro i razziatori. L'opzione migliore sembrava quella che i Quarian, una volta tornati su Rannoch, realizzassero un cimitero per i geth.
Alle domande poste riguardo a come fosse finito in quella capsula, Shepard rispose solo che non sapeva. Raccontava degli avvenimenti precedenti fornendo tante, troppe informazioni sui singoli dettagli, ma senza dire niente di utile. L'ammiraglio alla fine si congedò, pensando che forse si stava preoccupando per niente.
Shepard rispondeva bene alle cure e i medici non avevano trovato niente di strano: dopo tutto ciò che aveva passato, avrebbe anche potuto subire cambiamenti nel suo modo d’agire.
Ma ora il suo problema era un altro e più immediato. Nel suo ufficio era appena entrato l'ammiraglio Hannah Shepard, più giovane di lui di quattro anni, due magnifici occhi verdi e una capigliatura rossa naturale.
Si erano conosciuti assieme ad Anderson all'accademia ufficiali quando Hackett la frequentava già da un paio d'anni, quando loro due arrivarono come potenziali ufficiali e lui se li vide assegnati alla propria sezione. In poco tempo dimostrarono le loro qualità, distinguendosi rispetto agli altri cadetti.
Hannah in quel momento era furiosa: arrivava da una visita al figlio, mentre ad alta voce si chiedeva del perché non era stata subito informata assieme a lui, perché il suo amico d'accademia non l'aveva avvisata di persona invece di lasciare che ad occuparsene fosse un oscuro funzionario che gli aveva spedito un messaggio con le informazioni necessarie.
-- Diavolo, è veramente arrabbiata, sembra un Krogan in preda alla furia sanguinaria.-- Penso Hackett.
«Hannah...» - disse Hackett approfittando di una sua pausa - «L'importante è che Shepard stia bene. Quando il comandante era disperso diedi ordine di riferire tutto a me, così quando ci sono state novità hanno avvisato solo me, non era mia intenzione tenerti all'oscuro. Non ti ho avvisato di persona perché ritenevo fossi già al corrente del suo ritrovamento, e ti stessi precipitando alla Cittadella. È stato solo un errore per malinteso.»
A queste parole gli sembrò che Hannah si calmasse, il rossore del viso stava calando. Lei si fece avanti, Hackett se la trovò proprio di fronte e non poté evitare lo schiaffo che gli fece girare di schianto lo testa.
--Ringrazio che siamo soli altrimenti dovrei prendere provvedimenti, per non parlare delle strane voci che circolerebbero.-- Pensò Hackett.
Dopo lo schiaffo, Hannah sembrava essersi davvero calmata. In quel momento suonò il cicalino della porta. Miranda Lawson entrò nella stanza.
« Buongiorno Ammiraglio. Mi scusi, non sapevo avesse ospiti, torno dopo.»
«Non serve Miss Lawson. Le presento l'ammiraglio Hannah Shepard, la madre del comandante.»
«Piacere di conoscerla Miss Lawson, John mi ha parlato di lei alcune volte. Se ho ben capito è merito suo, se mio figlio è uscito vivo dall'attacco dei collettori.» Disse Hannah.
« Possiamo dire così ammiraglio. Comunque avervi entrambi qui è un colpo di fortuna, desideravo parlare con lei ammiraglio Hannah. Riguardo a Shepard, ha notato niente di strano nel tempo passato con lui?» Chiese Miranda
« Steve, che significa questa domanda?»
« Hannah, per favore rispondi. Prometto di spiegarti tutto.» Disse lui
«Mi è sembrato normale, ma mentre parlavamo sembrava sempre più distaccato, quasi angosciato. Avevo l'impressione che i suoi occhi non mi stessero davvero guardando, non fossero gli occhi di mio figlio. Non ho prove al riguardo, sono sicura che è John ma sento che ha qualcosa. Potete chiamarla un’intuizione materna.» Disse lei.
« In verità, ammiraglio, anche altre cose lo fanno pensare ma niente di concreto, tutte prove circostanziali raccolte dalla persone che hanno conosciuto Shepard e che come lei notano degli atteggiamenti diversi.» Raccontò Miranda.
« È possibile che questo sia dovuto a quello che ha passato. Nel corso di questa guerra gli è stato chiesto di essere sempre in prima linea, ha visto persone a lui care sacrificarsi per vincere e tutti si sono affidati a lui. Sono cose che lasciano un segno anche sul più forte degli uomini.» Fece notare Hannah.
« Ha ragione, ammiraglio. Ma questi atteggiamenti sono presenti in maggior misura solo su domande riguardanti gli ultimi cinque mesi e la capsula. I medici segnalano dei continui per quanto lievi mal di testa, ma gli esami al riguardo hanno dato esito negativo: non sono state trovate anomalie.» Commentò Miranda
Hannah trasse un sospiro di sollievo a queste notizie.
« Ma c'è dell'altro.» - continuò Miranda - « Ho fatto al comandante un piccolo test cognitivo andando da lui tutti i giorni per una settimana, chiedendogli di raccontarmi la storia di come è arrivato alla capsula. Potete leggerla voi stessi.» e porse dei datapad ai due ufficiali.
« Mi pare la stessa di sempre: una forte esplosione, un crollo di diverse parti del presidium, ma niente che dica come sia arrivato ad una capsula situata in un distretto così lontano. Per arrivarci sarebbe dovuto andarci a piedi per la mancanza di mezzi e nel suo stato era una fatica immensa, oltre a non avere senso.» Commentò Hackett.
« Non solo questo, ammiraglio Hackett. Se guarda bene vedrà che il resoconto è sempre lo stesso, sempre gli stessi dettagli, detti nel medesimo ordine. Non esiste persona che rievocando un ricordo, lo racconti per due volte nel medesimo modo. I dettagli, per quanto qualcuno si sforzi, sono destinati a cambiare, la mia impressione è che si tratti di un discorso imparato a memoria, non un ricordo genuino.» Spiegò Miranda.
« Ritieni che Shepard stia mentendo? Ma perché, se è cosi?» Chiese Hackett, mentre Hannah si faceva più attenta.
« Ammiraglio, non lo so. Quello che abbiamo sono solo ipotesi, mentre era all'ospedale non sono stati segnalati comportamenti anomali, è anche possibile, come sostengono i medici, che sia stress post traumatico; anche così però alcune domande rimangono senza risposte per ora.»
« La ringrazio per il lavoro svolto miss Lawson, continui pure con l'indagine e informi il resto della squadra che non voglio che lascino il comandante da solo.» Disse Hackett congedandola.
«Certo Ammiraglio, saranno lieti si sentirlo.»
Miranda salutò e uscì dalla stanza.
« Adesso, spiega.» Disse Hannah.
-- Un Krogan sarebbe meno pericoloso. -- Pensò Hackett.
Da una decina di giorni Shepard era stato dimesso dall'ospedale, ma non aveva avuto riposo. I mass media erano sempre alla sua ricerca, il Consiglio e i rappresentanti di tutte le razze volevano che partecipasse a ogni sorta di ricevimento.
Dall'ospedale si era trasferito all'alloggio sulla Cittadella, che per un incredibile colpo di fortuna era rimasto intatto, tranne alcuni vetri e crepe. Quello spostamento era stato però un’idea voluta da chi lo controllava e immaginava anche di essere sorvegliato, ma non aveva trovato tracce. Il Controllo gli imponeva di non uscire più del necessario: andava alle conferenze per poi ritornare a casa senza deviazioni. Nonostante i diversi inviti ricevuti dagli amici per uscire aveva sempre rifiutato o, per esattezza, quello che c'era dentro di lui aveva fatto in modo che rifiutasse. Quando accadeva aveva come l'impressione di guardare attraverso gli occhi di un’altra persona: udiva la sua voce ma non era lui a parlare, poteva sentire i muscoli facciali e del corpo muoversi contro il suo volere; cercava di resistere, di lottare con l'unico effetto di ottenere un rallentamento delle risposte e un forte mal di testa. Ma da queste esperienze aveva imparato qualcosa: questo Controllo poteva attingere dai suoi ricordi e con quelli creare una risposta ma questo richiedeva alcuni secondi, non era in grado d'inventare e gli impediva di nuocere a se stesso. Di fronte a situazioni inaspettate o a domande insistenti o dettagliate, il sistema incontrava delle difficoltà non potendo usare le risposte date in precedenza o in grado di soddisfare la domanda, aveva però certe capacità d'adattamento. In quei casi Shepard avvertiva un forte dolore alla testa e le persone cessavano di chiedere. Sicuramente una misura di sicurezza per sistemare le persone più insistenti, che svolgeva bene la sua funzione.
Il cicalino della porta suonò e Miranda Lawson fece il suo ingresso. Le porte dietro di lei si chiusero, arrestandosi per un attimo a metà del percorso.
«Shepard, ti sei sistemato bene, vedo.»
« Ho avuto fortuna, non ci sono stati danni.» Rispose lui.
« Ti va un po' di compagnia?» Chiese.
«Sono parecchio stanco.» -- No, rimani Miranda, se c'è una persona che può arrivarci sei tu.-- Pensò la mente libera di Shepard
Passarono la mezz'ora successiva a parlare. Le domande di Miranda si concentrarono soprattutto sugli incontri che aveva avuto uscito dall'ospedale, sulle visite frequenti dei vecchi compagni, di sua madre e sulle notizie della Normandy.
« Ho saputo che hai mandato un messaggio.» Disse Miranda.
« Sì, ho ricevuto una risposta solo ieri, stanno tutti bene. Tali si sta impegnando al massimo, al momento è l'ufficiale più in alto in comando su tutto Rannoch, sicuramente Garrus e tutti gli altri la stanno aiutando al meglio delle loro capacità. Anche la riparazione del portale prosegue senza intoppi, bisogna dire che nessuno è migliore dei Quarian a recuperare risorse dove non esistono.»
« Questo è indubbio. Hai saputo di IDA?»
« Si , mi sento come se fossi tornato su Virmire. Mi chiedo come potrò guardare in faccia Joker.» Al pensiero di aver sacrificato IDA e tutti i Geth provava un’angoscia che gli attanagliava il corpo, ma era davvero convinto che quella fosse stata la scelta giusta. Come sempre, sentiva la sua coscienza spinta da parte quando era in preda di forti emozioni, il suo viso tirarsi e assumere un espressione di facciata, la sua voce dare una risposta di circostanza.
Controllare un’emozione in corso risultava più difficile che bloccarne una sul nascere con le sue eventuali manifestazioni. Non era possibile controllare ogni singola manifestazione, per questo il Controllo era limitato a quelle più forti come odio, rabbia, frustrazione, angoscia e amore.
« Ho bisogno di bere, vuoi qualcosa Miranda?»
« Sì, grazie.»
Shepard si alzò dalla poltrona recandosi al mobile bar situato lì vicino, prese un paio di birre e si voltò per tornare da Miranda.
Ma lei era lì in piedi accanto a lui, l'aveva seguito senza farsi sentire. Così vicina che i loro nasi si sfiorarono, la mano di lei sul petto di lui e le loro labbra molto vicine.
Gli occhi di Miranda puntati in quelli di Shepard.
« Chi sei?» Domandò Miranda.
« Comandante John Shepard, Alleanza terrestre dei sistemi uniti.» Shepard per la prima volta volle esultare, l'azione improvvisa di Miranda l'aveva colto di sorpresa e il suo ritardo nella risposta aveva fatto in modo che il Controllo rispondesse al suo posto. Dando una risposta esatta, ma strana in quel contesto.
« Forse è ora che vada. Arrivederci Shepard.»
« Arrivederci Miranda.»
Adesso che era solo poteva sentire il Controllo allentarsi, non c'era bisogno di fingere ma lo sentiva vigile nella propria mente. Era contento della visita di Miranda, gli aveva fatto intravedere una possibilità di giocare il controllo esercitato, doveva sperare nei suoi amici. Avrebbe lottato.
*****
Su Rannoch, i Quarian stavano lavorando sodo per portare avanti la nuova città, ogni capitano di nave si occupava dei lavori del proprio equipaggio. Si partiva usando la propria astronave come punto centrale e da lì si tracciavano spazi dove sarebbero sorti edifici e strade; per distinguerli ognuno di questi settori veniva denominato col nome dell'astronave, di conseguenza più numeroso era l'equipaggio più grande era il settore. Incredibilmente la cosa più difficile non fu provvedere ai bisogni primari come acqua o energia e neanche stabilire in che modo doveva svilupparsi la nuova città: il vero problema fu stabilire come dovevano essere gli edifici, i Quarian vivevano in astronavi, non costruivano o vedevano edifici da secoli.
Nel corso dei loro pellegrinaggi avevano costruito dei rifugi, ma si trattava di edifici squadrati, privi di eleganza e senza senso estetico. Ora che avevano l'occasione di ricostruire una vera città Quarian, volevano edifici degni di questo nome. Incominciò una ricerca di ogni testimonianza del passato che potesse dare una descrizione di quegli antichi edifici e alla fine vennero tracciate delle linee guida ma dando possibilità a ogni settore di dare un tocco personale.
Per i geth ormai disattivi, ora che la pace era conclusa, i Quarian provavano emozioni contrastanti da quando l'ammiragliato aveva reso accessibile per tutta la flotta le informazioni sulla guerra degli albori. Alla fine si era deciso di riunire i geth sul pianeta in apposite aree, in attesa del ritorno della flotta, anche perché nessuno voleva smantellarli e l'ammiraglio Tali'Zorah vas Normandy era contraria all'idea.
Era mattina su Rannoch. Sulla Normandy, atterrata vicino all’insediamento Campo Tre, parte dell'equipaggio si stava svegliando mentre un’altra, terminato il turno di notte, andava a riposare. I Quarian, consapevoli del ruolo svolto dalla Normandy nella battaglia per il loro pianeta, avevano fornito tutto il necessario per riparare la nave, senza bisogno di un intervento di Tali.
In mensa, al momento quasi deserta, c'erano l'ufficiale al comando Ashley Williams, Liara e Garrus. La nave aveva fatto il pieno di viveri prima d'affrontare i razziatori, evitando ora eventuali problemi sulla disponibilità alimentare. Le razione dell'Alleanza non erano il massimo, ma duravano a lungo e se ne potevano stipare un gran numero in stiva. Garrus e Tali, per evitare di consumare le scorte di destro-amminoacidi della nave, usarono il cibo del pianeta. La Quarian in particolar modo fu felice di poter far assaggiare del “naturale” cibo del suo popolo a Garrus che fece la sua parte mangiando quello che gli veniva portato. Le navi serra costituivano ancora la fonte più importante di cibo, ma i Quarian erano curiosi d'assaggiare i frutti cresciuti sul pianeta e in altri campi erano state avviate delle culture.
L'aspetto più importante che si avvertiva sulla Normandy era però l'atmosfera. Con la ripresa delle comunicazioni la notizia che il Comandante John Shepard fosse vivo, comunicata da Hackett assieme a un messaggio del comandante, aveva raggiunto l'equipaggio della nave, accendendo un entusiasmo che si credeva spento. I ringraziamenti agli spiriti, alla dea, agli antenati, furono un’infinità così come le battute sulla fortuna di Shepard, al fatto che fosse immortale e indistruttibile.
Con le buone notizie erano arrivate anche quelle cattive: non esisteva una sola persona a bordo della Normandy che non avesse qualcuno per cui piangere. Ma Garrus aveva saputo che la sua famiglia era salva, come la sorellina di Joker e la famiglia di Ashley, che ora come fosse uno scherzo del destino si trovava in debito con Aria T'Loak. Le sue sorelle e sua madre erano sulla Cittadella quando i razziatori se ne impadronirono e non sapendo dove trovare rifugio si misero a correre fino ad arrivare al Purgatory. Lì Aria, con i suoi uomini, affrontava le truppe dei razziatori senza esclusione di colpi, aiutata anche dagli avventori del locale; tra questi non mancavano soldati in licenza, alcuni ubriachi, che affrontarono i razziatori con armi fornite dalla regina pirata e su cui non era il caso di far domande. Chi non combatteva cercava come poteva di aiutare i feriti, chi era inutile cercava di essere utile spronato dalla promessa di Aria di consegnare ai razziatori i pesi morti se non li avesse uccisi lei. Un episodio vide protagonista sua sorella Sara: mentre cercava di portare al sicuro un Salarian dotato di armatura pesante, aiutata da un'altra ragazza che evidentemente conosceva il ferito, un bruto piombò in sala di fronte a loro e solo l'intervento di Aria le salvò.
--Sarà una criminale, ma devo almeno passare di persona a ringraziarla -- Pensò Ash.
« Ash... Ehi, Ash…»
« Scusa Liara, stavo volando con la mente.»
« Troppi pensieri come tutti... Volevo sapere se avevi avuto altre notizie da Hackett o da Shepard.» Chiese l'asari.
« Niente di nuovo, ho però saputo da mia madre che Hackett ha chiesto qualche favore per mia sorella per trovarle un posto in ospedale, ora che la gravidanza è avanzata.»
« A essere uno s.p.e.t.t.r.o. qualche vantaggio si ottiene, vedendo Shepard me l'ero chiesta diverse volte.» Commentò Liara scherzando; Ashley però notò che quella frase conteneva una certa dose di verità.
Ma l'asari aveva anche alcune notizie sullo stato della galassia in generale « La situazione sulla Terra e altri pianeti è ancora grave, anche se sta migliorando lentamente. Stranamente, invece non è peggiorata quella su Tuchanka o Rannoch dopo l'arrivo dei razziatori, forse perché non c'erano strutture degne di questo nome da distruggere.»
«Vuoi dire che avremmo fatto meglio a distruggere da soli i nostri pianeti. Molto confortante.» Commentò Ashley.
«Ah, ah... Scusa, hai ragione. Ma di Shepard non ci sono altre notizie?» Chiese Liara.
«No» La cosa infastidiva Ash, più di quanto volesse dare a vedere. Dopo il primo messaggio dato da Hackett, non c'erano state altre comunicazioni. Niente diretto al suo terminale privato. Lei aveva pregato, sperato e pianto per lui e ora si sentita messa da parte. Alla fine aveva scritto lei, ottenendo come risposta dei messaggi stringati che non dicevano nulla. --Maledizione Shepard, non è così che dovevano andare le cose!-- Pensò Ash -- Che ci siano dei problemi dovuti alla partenza della Normandy? Che si senta tradito da coloro che riteneva una famiglia?--
Il suo pensiero andò a Miranda Lawson, aveva letto i rapporti su di lei e l'aveva conosciuta la prima volta dopo averla aiutata a salvare la sorella dal padre su Horizon. Non dubitava della fedeltà di Shepard, ma Miranda sapeva come far colpo e tutti gli uomini hanno momenti di debolezza, specialmente se c'era qualcosa che non andava.
--Inutile pensarci ora, devo ritornare sulla terra il prima possibile e rimettere a posto le cose.--
«Cosa mi dici invece di te e Javik? Siete diventati argomento di conversazione.» Disse rivolgendosi a Liara.
« Che intendi? Passiamo molto tempo assieme… Mi aiuta con le mie ricerche sui Prothean, ed è un modo per aiutarlo a non fissarsi su quell'idea del suicidio.»
« Davvero…» - intervenne Garrus - « So che avete fatto le ore piccole ieri notte.»
« Per la dea, non starete dicendo che per voi c'è qualcosa tra noi!» Protestò l'asari.
« È un Prothean» Rispose Ash.
« È irritante, tutto pieno del fatto di essere un Prothean, in continuo disaccordo con le mie ricerche e sul libro che abbiamo deciso di scrivere assieme.»
« È un Prothean» Ribadì Garrus.
« Ammetto che ha una certa leadership, non mi è indifferente da un punto di vista scientifico, è un buon soldato e di sicuro è pronto a tutto per difendere ciò a cui tiene.»
«Ah, ah.» Ridacchiò Ash.
«Attenta dottoressa T'Soni, sta elogiando il nemico.» Fece notare Garrus.
« Elogiando chi?» Domandò Tali che tornava da un incontro con i capitani del Campo 3.
« Per la dea, ecco qualcuno che ascolterà la voce della ragione. Tali, puoi spiegare ai nostri amici che tra me e Javik, chiaramente non c'è niente?» Chiese Liara.
«Beh... Mi è sembrato fossi piuttosto coinvolta dalla sua compagnia e con lui ti sfreghi di nuovo le mani come facevi con Shepard quando stavamo sulla Normandy SR-1.» Disse la Quarian.
«Ahahaha.» Mormorò Liara mentre si alzava dal tavolo per abbandonare la conversazione.
« Ci sono novità dalla nuova città, Tali? Non ti abbiamo visto molto ultimamente, ammiraglio.» Dichiarò Ash.
« Risparmiami i titoli Ash, è da ore che sento dire ammiraglio... Bosh'tet... Tutto quello che faccio è firmare autorizzazioni.»
«Se me lo permetti, so come alleviare tutto questo stress accumulato. » Propose Garrus.
« Ma davvero? » Chiese Tali divertita.
« È ora di prendere servizio e voi avete l'aria di voler rimanere da soli.» Disse Ash e salutò la coppia che rispose con un laconico assenso.
In verità non c'era niente da fare tranne il normale lavoro, tutti stavano svolgendo i propri compiti e anche Joker si era ripreso abbastanza. Come sapeva anche lei, solo il tempo guarisce le ferite del cuore e a volte neanche quello.
*****
Alla fine, a dispetto delle difficoltà, il progetto Icaro fu portato a termine con un mese d'anticipo e i generatori a base di elemento zero furono messi in funzione.
L'impianto, delle dimensioni di un gigantesco parallelepipedo grande quanto tre corazzate messe in fila, incominciò ad accumulare energia oscura. Piano, poi più intensamente l'intera struttura cominciò a brillare di un blu elettrico. Giunta al livello critico l'energia oscura venne pompata all'interno del portale di massa.
Tra lo stupore generale, non successe niente.
I tecnici non sapevano cosa aspettarsi, una simile operazione non era mai stata tentata prima, sapevano solo che l'energia oscura stava continuando a fluire nel portale e così fece per le successive ventiquattro ore.
Tra il Consiglio e i rappresentanti delle varie razze a bordo della Ascension ormai la tensione era palpabile, un po' ovunque nella sala si erano formati gruppetti di gente che parlava sottovoce.
Hackett, in compagnia di Shepard, sfoderò la sua miglior faccia da poker; non poteva dare segni di debolezza quando la posta in gioco era il futuro della Terra. Se le altre specie non potevano tornare a casa, da alleate potevano diventare nemiche: come insegnavano le lezioni di biologia, ogni specie occupa una determinata nicchia nel suo habitat e se è costretta a dividerla con un’altra il risultato è una lotta.
Poteva ordinare alle flotte dell'Alleanza di schierarsi a difesa, ma rischiava un effetto domino dove tutti iniziavano a puntarsi le armi a vicenda e prima o poi un colpo sarebbe partito. Non poteva nemmeno dirsi sicuro di chi fossero i suoi alleati, se tutti si fossero schierati contro i padroni di casa il risultato era uno solo.
Improvviso, abbagliante, accecante, un sole blu esplose il quel momento nello stupore più totale. Rapidamente quella luce smise di espandersi, si concentrò e ruotò e con essa gli anelli del portale.
La stessa cosa veniva riferita da ogni altro settore tramite le comunicazioni quantiche: ci erano riusciti, il portale funzionava, ora mancava solo qualcuno che lo provasse.
*****
Mezz'ora dopo l'attivazione dei portali, nella cabina di pilotaggio della Normandy, Joker e Ashley aspettavano il via libera per la seconda parte dell'operazione.
« Notizie da campo Icaro?» Domandò Ash.
« Negativo, non abbiamo ancora l'ok. Scommetto che le teste d'uovo che l'hanno progettato sono talmente impegnati a festeggiare che si sono dimenticati di noi.» Commentò il pilota.
« Traynor, cosa leggono i sensori?» Chiese Ash collegandosi all'interfono.
« I segnali sembrano buoni, non rilevo fluttuazione d'energia. I diagrammi energetici corrispondono a quelli precedenti al crucibolo. Aspettate... Messaggio da campo Icaro: danno l'ok per iniziare con l'operazione Falena.»
L'operazione consisteva nel lanciare una sonda con i sensori potenziati attraverso il portale; se tutto funzionava sarebbe arrivata nel sistema Sol attraverso il portale Caronte, fornendo molte informazioni e la prova che i portali funzionavano.
« Lancio!» Ordinò Ash.
« Sonda lanciata, entrerà nel portale tra 10... 5... 3...1... Entrata.» Affermò Joker
« Traynor, la sonda è arrivata?» Chiese Ash, mentre secondi interminabili passavano.
« L'hanno ricevuta. È integra.» Annunciò la specialista.
In tutta la nave si udirono urrà d'eccitazione.
« Campo Icaro autorizza al lancio, sono pronti a riceverci con tutti gli onori.»
«Ricevuto Traynor. Joker, rotta per la Terra.» Ordinò Ash.
« Sissignore, ma fatemi dire che il nome in codice di questa operazione fa schifo. Quegli insetti muoiono sempre scoppiettando avvicinandosi alla fiamma... Entriamo nel portale.» Disse il pilota.
Un lampo a cui seguì una sensazione famigliare... Poi il niente.
«Joker... Dove...»
«Guarda fuori Ash.» Lei guardò attraverso i vetri della cabina di pilotaggio.
« Tenente Ashley Williams all'equipaggio della Normandy, siamo nel sistema solare. Vi consiglio di guardare fuori.» Comunicò Ashley tramite l'interfono rivolgendosi all'intero equipaggio.
Rivedere la Terra era già un’emozione, vederla con le flotte schierate che rendevano omaggio alla Normandy sparando colpi a salve rendeva lo spettacolo unico.
« Qui Traynor, signore. Diversi messaggi in arrivo, si congratulano per il nostro successo. L'ammiraglio Hackett ci chiede di attraccare all'Ascension.»
« Ricevuto, sentito Joker.»
« Sissignore e...grazie Ash.»
 
Salivano a bordo dell'Ascension il tenente Ashley Williams, l'ammiraglio Tali'Zorah vas Normandy, l'esperto in razziatori Garrus Vakarian e la dottoressa Liara T'soni. Gli altri, per varie ragioni, decisero di rimanere sulla Normandy dove il lavoro appariva preferibile a un convegno ufficiale con diplomatici vestiti elegantemente, Javik invece perché non nutriva nessun interesse per i leader dei “primitivi”.
Il primo a farsi incontro e a dare il benvenuto fu l'ammiraglio Hackett.
« Tenente e tutti voi, grazie. Ora, prima di procedere all'incontro con i consiglieri, c'è qualcuno che vorrete incontrare.»
« Salve Ashley, sono contento di vedere che stai bene e anche tutti voi.» Disse Shepard; oramai aveva compreso che il modo migliore per contrastare l'effetto era non fare niente e fare il vuoto nella mente o pensare ad altro. Il Controllo riusciva a stabilire una risposta comportamentale corretta ma con dei ritardi e spesso risultava priva del giusto valore emozionale.
«Shepard, è bello vederti.» Rispose Ashley. Aveva un milione di cosa da dirgli e non poté evitare di avere gli occhi lucidi; avrebbe voluto abbracciarlo ma non lo avrebbe mai fatto davanti a un superiore, anche se Hackett sapeva già della loro storia.
Anche gli altri scambiarono velocemente qualche parola con lui: Garrus commentò che per quello che aveva fatto gli poteva concedere una rivincita; Liara lo abbraccio e Tali per l'emozione di vederlo si mise a piangere, aiutata poi da Garrus che la prese tra le braccia.
« Bene signori, è il momento di andare ora, consiglieri e diplomatici vi stanno aspettando.» Aggiunse Hackett.
Circa due ore dopo l'incontro era finito, gli ultimi arrivati nel sistema Sol avevano ricevuto tutti gli onori e ringraziamenti, paragonando la loro impresa a quando per la prima volta una nave di una delle qualsiasi specie della galassia era entrata nel portale senza sapere cosa avrebbero trovato.
Si incominciò quindi a discutere su come premiare l'equipaggio della Normandy: si era infatti deciso di aspettare il loro ritorno in modo da premiare comandante ed equipaggio tutti insieme, su come le flotte sarebbero dovute ritornare ai rispettivi pianeti.
Si discusse del problema della Cittadella. Nessuno era contento della sua attuale posizione ma nessuno sapeva come spostarla, né lo si sarebbe potuto fare fino a quando i danni maggiori non fossero stati riparati.
Hackett a quel punto diede permesso all'equipaggio della Normandy di congedarsi.
«Shepard, se lo desideri puoi ritornare sulla tua nave. Immagino che sarei ansioso di rivedere nave ed equipaggio.»
«Si, ammiraglio. Ma preferirei rimanere qui, penso che potrei dare una mano con i preparativi delle flotte.»
« Be’... Se è quello che desideri, non ho niente in contrario.»
«Grazie, signore. Ashley, ragazzi, ci vediamo sulla Cittadella.»
«Cosa... Sì, d'accordo Comandante.» Rispose Ashley.
Lui e Hackett si avviarono verso il resto dei diplomatici.
« Ma che gli è preso?» Domandò Garrus accanto ad Ashley.
« È stato distaccato... A dir poco.» Commentò Liara.
« Non lo so... Torniamo sulla nave.» Rispose Ashley. --Dannazione Shepard, che ti succede? --
Shepard non avrebbe voluto lasciare la donna che amava e i suoi amici, ma non era lui che comandava. Sapeva solo che quello che si stava per discutere era essenziale per il piano di Sal e il Controllo voleva fare in modo che fosse presente. Alla fine, grazie alla presenza di Shepard la Normandy ottenne il privilegio di essere la prima nave ad aprire il corteo, scortando le altre navi fino al portale.
   
 
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