Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: cisqua92    05/09/2014    1 recensioni
"Ho sempre odiato il mio riflesso allo specchio. Sono pienamente convinta che non riflette ciò che sono realmente.
Distorce la realtà. È un’invenzione odiosa. Subdola. Crudele. Soprattutto in quest’epoca, dove l’aspetto esteriore è più importante di quello interiore.
Ma fino a qualche anno fa, non mi importava."
Contemporaneamente alla pubblicazione de "Il Lato Oscuro", ecco qua una storia che mi sta particolarmente a cuore.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Lysandro, Nuovo personaggio, Rosalya, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAP.1 IL TRIO “OCHE GIULIVE”
 
- Ciao! Posso sedermi accanto a te? -
La ragazza seduta nel banco infondo alla classe, vicino alla finestra che dava sul cortile, si voltò a guardare l’ultima arrivata. Quest’ultima sorrideva radiosa, aspettando una sua risposta.
“Perché è venuta proprio da me?” Si domandò la ragazza seduta, ricordandosi all’ultimo che quello accanto al suo è l’unico banco libero in tutta la classe.
- S-si… certo… -
- Grazie! - Il sorriso si allargò sul viso della nuova arrivata. Appoggiando lo zaino a terra, si tolse il cappotto e si sedette. Facendo finta di niente, la ragazza seduta vicino alla finestra, approfittando del fatto che l’ultima arrivata stesse tirando fuori i libri per la lezione odierna, la osservò.
“È proprio bella.” Pensò.
La nuova arrivata era magrolina, con lunghi e fluenti capelli argentati raccolti in una treccia morbida, occhi color dell’oro, estremamente luminosi e allegri. Indossava un semplice mini-abito color lavanda in lana, dal collo ampio e le maniche lunghe, leggings bianchi e stivaletti neri con dei ponpon attaccati dietro. Ma la nuova arrivata, stava solo fingendo di non essersi accorta che la ragazza la stesse osservando.
“È naturale…” pensò sorridendo “… sono nuova. È giusto che sia incuriosita.”
Senza smettere di sorridere, la nuova arrivata si voltò verso la ragazza che sobbalzò e tornò a fissare il libro aperto davanti a sé. Era imbarazzata, la nuova arrivata l’aveva sorpresa mentre lei la fissava. Congiunse le mani sotto al banco e iniziò a torturarsi le pellicine attorno alle unghie, come soleva fare quando era nervosa. Ovvero ogni volta che entrava in classe.
“ Sicuramente si arrabbierà e mi sgriderà.” Ma non fu così. La nuova ragazza continuava a sorridere e questo le diede un pochino di coraggio, quel tanto che bastava per sollevare lo sguardo verso di lei, anche se di poco.
- Mi presento. Io sono Rosalya, ma puoi chiamarmi Rosa. Anzi, devi chiamarmi Rosa! -
- Oh… v-va bene. -
Rosa inclinò la testa di lato e ridacchiò.
- Quando qualcuno si presenta, è perché vuole conoscere il nome dell’altro. Mi dici il tuo? -
La ragazza sobbalzò e tornò a guardare il libro arrossendo leggermente. Rosa s’incuriosì nel vederla reagire in quel modo.
- I-io… ecco… m- mi chiamo… -
La sua voce era ridotta in un sussurro e Rosa non riuscì a capire il nome della sua nuova compagna. Provò a chiederle di ripetere, ma l’ingresso della professoressa la interruppe.
Così ebbe inizio il primo giorno di scuola di Rosalya.
 
Le prime quattro ore di lezione volarono, e in un lampo arrivò l’intervallo. Rosa aspettava con ansia quel momento. Voleva richiedere il nome alla sua compagna di banco, ma il caos la distrasse e la ragazza ne approfittò per prendere qualcosa dallo zaino e fuggire via. Neanche quel comportamento sfuggì a Rosa.
“L’intervallo è il momento da passare con gli amici. Perché è fuggita così?e cos’ha preso dallo zaino?”
Curiosa, la nuova arrivata si alzò e tentò di raggiungerla, ma venne bloccata dalla restante componente della classe che, incuriosita, le si avvicinarono. Ma prima tra tutti, fu una ragazzina che si piazzò prepotentemente di fronte a Rosa.
- Ciao! Hai detto che ti chiami Rosalya, giusto? - Le domandò la biondissima ragazzina dagli occhi verdi e un neo sotto l’occhio sinistro. Rosa la osservò rapidamente: vestiva alla moda ed era troppo truccata per avere solo 13 anni. E dal modo in cui si spostava i capelli in continuazione, Rosa capì che quella ragazzina era una snob con la puzza sotto al naso.
- Si. E tu come ti chiami? -
- Ambra. Dì un po’, ti piacerebbe fare un giro? Ti faccio vedere la scuola e tutti i posti più “in”. -
“No, scusa… ha detto “in”? Santo cielo! È un termine più antiquato di mio padre! Questa mi sta già antipatica.”
Ma Rosa era una persona educata. Perciò decise di accettare. Ambra sorrise felice e, prendendola a braccetto, la accompagnò fuori dalla classe vantandosi della sua nuova amica e presentandola a tutti come tale. Rosa non disse null’altro se non il suo nome, dato che Ambra non stava un secondo in silenzio. Durante il giro, fece la conoscenza di altre due ragazzine, Charlotte e Li, entrambe molto belle e le tre formavano un trio perfetto.
“ Il trio “oche giulive”. Ecco, ho trovato il loro giusto nome.”
Dopo circa cinque minuti, arrivarono in cortile, e lo sguardo di Rosa venne catturato da una figura accovacciata sotto un albero, intenta a leggere quello che sembrava un libro o un fumetto. Rosa non riuscì a capire, ma riconobbe la sua compagna di banco. Ambra si accorse che la nuova arrivata non la stava ascoltando, così ricatturò la sua attenzione.
- Non ti interessano i ragazzi? -
- Come? - Rosa si voltò verso la “capa giuliva”, la quale sembrava particolarmente irritata dal fatto che dovesse ripetere il discorso appena finito.
- Ti stavo parlando dei ragazzi della scuola, ma sembra che non ti importi. -
- Non più di tanto. Senti, mi puoi dire il nome di quella nostra compagna di classe? - E indicò la sua compagna di banco. Il “trio giulivo” si sporse per vedere a chi si stesse rivolgendo Rosa. Resosi conto di chi fosse, le tre si guardarono stupite per poi scoppiare a ridere, attirando l’attenzione della ragazzina che alzò gli occhi dal libro che stava leggendo per osservare la scena, sapendo già come sarebbe andata a finire. Rosa le guardò esterrefatta.
“Perché ridono?”
Li fu la prima a parlare.
- Ma chi? Ciccio-lynn? Oh no, ti prego! Quella non merita le tue attenzioni! -
- Esatto! - Intervenne Ambra - Ciccio-lynn non è nessuno in confronto a noi. Quella se ne sta sempre per i fatti suoi, leggendo schifezze o disegnando oscenità, non partecipa a nessuna attività della classe ed è una schiappa negli sport. E poi, andiamo, l’hai vista? Si veste da schifo, ha una risata orribile e dei capelli da spavento. Inoltre, non hai visto com’è grassa? È peggio di un maiale! -
Rosa non volle credere alle proprie orecchie. Guardò il trio con la bocca spalancata e sentì la rabbia salire velocemente. Bruscamente, allontanò il braccio della bionda dal suo e la osservò inorridita.
- Come vi permettete di dire una cosa del genere? Siete… crudeli! Siete cattive! Non voglio avere nulla a che fare con voi tre zitelle acide! - E si allontanò infuriata verso la classe, ignorando il trio che si mise a parlottare tra di loro.
 
“Lo sapevo…” Pensò la ragazza seduta sotto l’albero, osservando la nuova arrivata a braccetto con il “trio bellissime”. Tornò a leggere tristemente il suo libro, ignorando tutto ciò che la circondava e sentendo una nuova ferita lacerare il suo piccolo cuore di tredicenne già dolorante.
“Le parleranno di me e lei riderà con loro e si divertirà a prendermi in giro… è sempre così… sono troppo grassa per avere un’amica”.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: cisqua92