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Autore: Liberty Butterfly    05/09/2014    2 recensioni
Boston anni 80'.
Grace Larsen trova per caso in soffitta una vecchia scatola; una volta aperta scoprirà un segreto sconvolgente sul passato di sua madre Victoria, giovane adulta nei favolosi anni 60'.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo otto

“ 9 luglio 1963 “

Gli anni passarono e Mark ed io affittammo un appartamento appena poco più in fuori dell’università. Passavamo molto tempo con i nostri amici Ingrid e Richard, ormai facevamo parte di un unico gruppo. Ci chiamavano i fantastici quattro.

Mi vantavo della nostra vasta scelta di dischi, avevamo adibito una stanza della nostra casa a sala da ballo.

Col tempo Mark m’insegnò a cucinare e a suonare la chitarra, componevamo dei brevi testi insieme, la nostra vita aveva raggiunto l’apice.

Sapemmo di una protesta a favore delle persone di colore in piazza a New Heven.

Decidemmo di partecipare tutti e quattro, preparammo dei cartelli e ci dirigemmo presso il luogo della rivolta.

Altri ragazzi e ragazze indipendentemente dalla nazionalità e dal colore della pelle erano già sul luogo a far valere le proprie opinioni.

Ci unimmo a loro quasi subito, Mark ed Io salimmo sul tetto di una caffetteria ; poco dopo ci seguirono Richard e Ingrid insieme ad altri ragazzi sconosciuti.

La protesta andò avanti per ore, fino a quando qualcuno, non chiamò la polizia.

Arrivarono sei pattuglie in poco tempo, tutti iniziarono a scappare, tranne noi; Mark voleva rimanere a ogni costo, lo amavo troppo per lasciarlo lì da solo.

La polizia ci acciuffò, tentammo di opporre resistenza ma non andò a buon fine.

A breve arrivarono i giornalisti,che iniziarono a scattarci foto e domande.

Ci portano nella prigione della città vicina, ci costrinsero a non parlare se non in presenza dei nostri avvocati e ci fu concessa una telefonata; telefonai al nonno, che il giorno successivo venne a pagarci la cauzione.

<< Pronto papà sono Io, Victoria, ti devo parlare >>

<< So già cosa mi devi dire! Ti abbiamo visto al telegiornale, che vergogna,sta mettendo la tua famiglia in imbarazzo con tutti questi tuoi movimenti sovversivi. Tua madre è molto arrabbiata con te, sappilo >>

<< Papà mi dispiace tantissimo! Se solo tu sapessi il motivo, capiresti che è inevitabile battersi. Puoi venirci a pagare la cauzione per favore? Ti restituiremo tutto con gli interessi se necessario >>

<< Domani mattina verrò, per una sera non ti farà di certo male dormire in cella! Non voglio i soldi di nessuno >>

Così dicendo ritornai in cella con gli altri.

  Il mattino seguente il nonno venne a pagarci la cauzione, ma mi riportò a casa con lui. Non volevo assolutamente ritornare a Boston a casa mia.

La nonna mi accolse in malo modo, come se fossi una delinquente.

<< Victoria! Ti rendi conto di ciò che hai fatto seguendo quel ragazzo? Mi vergogno per te! Non lo vedrai mai più, tu cambierai università. Non t’interessa della brutta figura che hai fatto fare a me e a tuo padre? Tutti penseranno che abbiamo cresciuto una selvaggia >>

<< Mamma ti prego non dire così! Io lo amo più di ogni altra cosa al mondo! E’ la mia vita! Non voglio separarmi da lui! Non me ne vergogno di ciò che ho fatto, avevamo le nostre buone ragioni per farlo >>

<< Tu stai andando contro la tua famiglia! Te ne rendi conto? >>

<< Io lo amo e voglio stare con lui per tutta la vita, che voi lo vogliate o no! >>

<< Allora se la pensi così quella è la porta e non tornare! >>

<< Non tornerò mamma, stai tranquilla. La mia vita è con lui ormai >>

<< Hai fatto la tua scelta >>.

   
 
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