Capitolo otto
“ 9
luglio 1963 “
Gli anni
passarono e Mark ed io affittammo un appartamento appena poco
più in fuori
dell’università. Passavamo molto tempo con i
nostri amici Ingrid e Richard, ormai
facevamo parte di un unico gruppo. Ci chiamavano i fantastici quattro.
Mi vantavo
della nostra vasta scelta di dischi, avevamo adibito una stanza della
nostra
casa a sala da ballo.
Col tempo
Mark m’insegnò a cucinare e a suonare la chitarra,
componevamo dei brevi testi
insieme, la nostra vita aveva raggiunto l’apice.
Sapemmo di
una protesta a favore delle persone di colore in piazza a New Heven.
Decidemmo di
partecipare tutti e quattro, preparammo dei cartelli e ci dirigemmo
presso il
luogo della rivolta.
Altri
ragazzi e ragazze indipendentemente dalla nazionalità e dal
colore della pelle
erano già sul luogo a far valere le proprie opinioni.
Ci unimmo a
loro quasi subito, Mark ed Io salimmo sul tetto di una caffetteria ;
poco dopo
ci seguirono Richard e Ingrid insieme ad altri ragazzi sconosciuti.
La protesta
andò avanti per ore, fino a quando qualcuno, non
chiamò la polizia.
Arrivarono
sei pattuglie in poco tempo, tutti iniziarono a scappare, tranne noi;
Mark
voleva rimanere a ogni costo, lo amavo troppo per lasciarlo
lì da solo.
La polizia
ci acciuffò, tentammo di opporre resistenza ma non
andò a buon fine.
A breve
arrivarono i giornalisti,che iniziarono a scattarci foto e domande.
Ci portano
nella prigione della città vicina, ci costrinsero a non
parlare se non in
presenza dei nostri avvocati e ci fu concessa una telefonata; telefonai
al
nonno, che il giorno successivo venne a pagarci la cauzione.
<<
Pronto papà sono Io, Victoria, ti devo parlare
>>
<<
So
già cosa mi devi dire! Ti abbiamo visto al telegiornale, che
vergogna,sta
mettendo la tua famiglia in imbarazzo con tutti questi tuoi movimenti
sovversivi. Tua madre è molto arrabbiata con te, sappilo
>>
<<
Papà mi dispiace tantissimo! Se solo tu sapessi il motivo,
capiresti che è
inevitabile battersi. Puoi venirci a pagare la cauzione per favore? Ti
restituiremo tutto con gli interessi se necessario >>
<<
Domani mattina verrò, per una sera non ti farà di
certo male dormire in cella!
Non voglio i soldi di nessuno >>
Così
dicendo
ritornai in cella con gli altri.
Il mattino seguente il nonno venne a pagarci
la cauzione, ma mi riportò a casa con lui. Non volevo
assolutamente ritornare a
Boston a casa mia.
La nonna mi
accolse in malo modo, come se fossi una delinquente.
<<
Victoria! Ti rendi conto di ciò che hai fatto seguendo quel
ragazzo? Mi
vergogno per te! Non lo vedrai mai più, tu cambierai
università. Non t’interessa
della brutta figura che hai fatto fare a me e a tuo padre? Tutti
penseranno che
abbiamo cresciuto una selvaggia >>
<<
Mamma ti prego non dire così! Io lo amo più di
ogni altra cosa al mondo! E’ la
mia vita! Non voglio separarmi da lui! Non me ne vergogno di
ciò che ho fatto,
avevamo le nostre buone ragioni per farlo >>
<<
Tu
stai andando contro la tua famiglia! Te ne rendi conto? >>
<<
Io
lo amo e voglio stare con lui per tutta la vita, che voi lo vogliate o
no!
>>
<<
Allora se la pensi così quella è la porta e non
tornare! >>
<<
Non
tornerò mamma, stai tranquilla. La mia vita è con
lui ormai >>
<<
Hai
fatto la tua scelta >>.