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Autore: Goldor    05/09/2014    1 recensioni
Claude Evans e Gabriel Scott sono due quindicenni, amici e compagni di classe. Anche se Gabriel non lo immagina, dietro alla tranquilla facciata dell'amico si cela un segreto straordinario. Un giorno Claude chiede aiuto all'amico per risolvere un gigantesco guaio in cui si è imbattuto, che rischia di alterare il loro stesso futuro
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve ragazzi, ed ecco che finalmente anche il quarto  capitolo di questa fanfic è finalmente pronto, riveduto e corretto. Il capitolo riprenderà dove era finito quello precedente, con Claude alle prese con il supremo tribunale di Auropoli che ha deciso di sottoporre Gabriel ad un udienza formale. Se non l’avete ancora fatto, vi invito a lasciare una piccola recensione o anche solo un breve commento alla storia. Naturalmente vi risponderò il prima possibile.
E ora vi auguro come sempre… Buona lettura!!!

 

4° CAPITOLO: IL PROCESSO ARRETRATI

Gabriel era scioccato dall’ultima novità, tanto che non riusciva a muoversi o a parlare.
“Processato dal tribunale supremo di Auropoli”. Aveva già conosciuto la reazione degli amici di Claude nei suoi confronti e non gli era piaciuta per niente.
Qualcuno, non sapeva se Claude o il ragazzo più grande, l’aveva afferrato e condotto dolcemente verso l’ascensore. Lu non aveva protestato, troppo sfinito per opporsi.
-Stai calmo per favore-, gli sussurrò l’amico all’orecchio. –Tu non hai fatto niente di male. Non permetterò che ti condannino-.
Gabriel lo fissò con un po’ più di colore sul viso ed entrò nell’ascensore.
Il ragazzo più grande gli porse la mano. –Piacere, sono Matthew Travers, del Dipartimento Studi Vulcanologici-.
Gabriel gli strinse la mano esitando. –Gabriel Scott-.
Stava per chiedere a Matthew cosa intendesse con “Studi Vulcanologici”, ma questi si era rivolto a Claude che stava per premere il tasto dell’ascensore.
-Io scendo nei sotterranei-, disse. Claude annuì e pigiò il tasto più in basso di tutti.
La grata dell’ascensore si chiuse e la cabina iniziò a scendere. Claude era al suo fianco e tentava con scarso successo di calmalo in vista dell’imminente processo a cui ingiustamente doveva partecipare.
Dopo un tempo che gli parve interminabile, l’ascensore si fermò, emettendo il solito “Bing”. Una voce femminile gracchiò: -Livello sotterraneo. Ufficio Misteri-.
La grata dorata si aprì e Matthew Travers, dopo aver fatto un cenno di saluto ad entrambi i ragazzì, uscì in tutta fretta. Gabriel ne approfittò per osservare meglio il luogo misterioso in cui si trovavano.
L’ascensore dava direttamente su un lugubre e spoglio corridoio, privo di finestre e illuminato a malapena dalla luce delle torce appese qua e là sui muri. Le pareti erano di ossidiana nera e cupa, che rifletteva a malapena la luce.
L’unica via d’uscita che Gabriel riusciva a vedere in quel momento era una piccola porticina di legno scuro in fondo al corridoio, così lontana da essere quasi invisibile nella semioscurità in cui era immerso l’ambiente.
Claude si preparò a premere il pulsante per risalire, ma una voce melodiosa canticchio: -Un momento, per favore!-.
Gabriel spostò lo sguardo lungo il corridoio, scorgendo una persona che era appena uscita dalla porticina. La voce apparteneva ad una bella ragazza di forse sedici o diciassette anni, dal fisico snello e una chioma biondo scuro, che veniva verso di loro.
La ragazza entrò nell’ascensore e salutò allegramente Claude che subito le rispose: -Ciao Ariana, anch’io sono felice di vederti-. Poi si rivolse all’amico. –Gabriel, lei è Ariana Gold, dell’Ufficio Misteri…-.
-Dipartimento Esplorazioni sotterranee e Scavi archeologici, piacere-, disse lei tutto d’un fiato. Poi guardandolo meglio, aggiunse: -Tu devi essere il ragazzo del passato-.
Gabriel annuì, stupendosi del fatto che non l’avesse chiamato “Arretrato”. Era la prima persona oltre a Claude che non l’aveva fatto, dopo il suo arrivo nel futuro.
-Mi dispiace che tu debba prendere parte al processo-, disse lei, addolcendo lo sguardo. –Sai, trovo che le genti del passato siano affascinanti. Nell’Ufficio Misteri abbiamo una sezione dedicata allo studio delle vostre tradizioni e usi-.
Gabriel sorrise e abbassò la voce, in modo che solo Claude lo sentisse. –Cos’è l’Ufficio Misteri?-.
Claude gli fece segno di tacere e sussurrò. –Lascia perdere, te lo dirò dopo-.
Già abbastanza scosso, Gabriel sobbalzò quando il “Bing” riecheggiò nella cabina, segno che l’ascensore si era fermato.
–Livello interrato-, gracchiò la solita vocina –Tribunale Aurogamot-.
-Ci siamo-, disse Claude –Sei pronto?-.
Gabriel annuì, poco convinto e uscì dall’ascensore, seguendo Claude. Si trovavano in un lungo corridoio in pietra nera, illuminato dalla luce fioca di alcune torce nascoste in piccole nicchie lungo il muro. Alla fine del corridoio, Claude gli indicò una piccola porticina di legno.
-Buona fortuna-, cantò la voce soave di Ariana Gold, mentre la grata dell’ascensore si chiudeva.
Nervoso e in ansia, Gabriel percorse il corridoio a grandi passi, mentre l’amico non lo perdeva di vista neppure per un secondo e raggiunta la porta, la aprì ed entrò in una grande sala, gremita di gente e poco illuminata.
La stanza era rettangolare e in pietra nera, come il corridoio dell’Ufficio Misteri, ma grande il triplo e illuminata dalle candele appese lungo i muri e da un grande lampadario che però non faceva altro che aumentare la penombra in cui era immersa la sala.
Lungo due delle pareti opposte della stanza, si trovavano delle tribune in legno foderate di tessuto rosso, su cui erano seduti una moltitudine di persone vestite in toga rossa con una “A” dorata stampata sul petto.
In fondo alla stanza, si trovavano tre grandi scrivanie di legno sopraelevate. In quella centrale, era seduto un uomo sulla quarantina, dai capelli scuri, che teneva un martelletto da giudice, brandendolo in aria.
Alle altre due scrivanie, sedevano rispettivamente un uomo più giovane, biondo e una donna dai capelli corvini, che fissava verso il basso con aria severa. Claude lo guidò verso il banco degli imputati, vicino all’ingresso della sala.
Il giudice lo fissò con uno sguardo strano, che non gli faceva presagire nulla di buono. –Dichiaro aperto il processo contro l’imputato Gabriel Scott, accusato di essere un Arretrato e di aver varcato la barriera tra il nostro e il suo tempo-.
Gabriel lo vide prendere fiato e leggere un fascicolo che gli era stato porto dalla donna coi capelli corvini. –Giudice del processo: Gregor Lockhard. Inquisitori: Amelia Smell e Barty Law-.
Claude prese la parola. –Avvocato della difesa: Claude Vincent Evans-.
Il giudice lo guardò male per un momento. Poi prese la parola dicendo: -Allora, le accuse contro l’imputato sono le seguenti: egli, nella piena consapevolezza delle sue azioni, pur essendo un Arretrato, ha attraversato una distorsione temporale illegalmente e si è trattenuto di sua spontanea volontà nel nostro tempo-.
-Obiezione!-, urlò Claude in modo che tutti nella sala lo sentissero. –Il signor Scott non ha fatto niente del genere, almeno non intenzionalmente-. Fece una piccola pausa per riprendere fiato. –Sono stato io a far in modo che fosse portato qui-.
Un vociare si diffuse nella stanza, ma il giudice rimase impassibile. –Tutto questo non ha importanza! Intenzionalmente o no, l’imputato è un Arretrato. Intende forse negarlo, signor Evans?-.
Claude fece no con la testa. –Ovviamente non posso contraddirla, eccellenza-.
Il giudice sembrava soddisfatto. –Dunque saprà di certo che il solo fatto di attraversare le distorsioni senza permesso e trattenersi in altri tempi è proibito e punito da questo tribunale. Non è forse vero, stimati colleghi dell’Aurogamot?-.
Gabriel si sentì perduto quando sentì i mormorii d’assenso riempire la sala. Erano decisamente fregati: sembrava che tutti i membri dell’Aurogamot volessero un verdetto di colpevolezza.
-Quindi a nome di tutto l’Aurogamot chiedo-, continuò il giudice implacabile –che il qui presente imputato venga rinchiuso immediatamente nelle segrete oscure in attesa di essere rispedito nel suo tempo legittimo-. E indicò qualcosa alle sue spalle.
Gabriel spostò lo sguardo in quella direzione e rabbrividì. Il giudice indicava un lungo corridoio buio dal quale si sentivano provenire lamenti e gemiti che non riusciva a identificare. Guardò verso Claude che ora pareva decisamente più preoccupato.
-Un attimo!-, urlò Claude alla fine, poco prima che il giudice decretasse il verdetto. –Non potete farlo! L’imputato è innocente, non ha colpa delle sue azioni!-.
Il giudice lo guardò impassibile. –L’imputato è un Arretrato e questo basta a farlo colpevole. Secondo gli studi dell’Ufficio Misteri gli arretrati costituiscono un pericolo per la nostra sicurezza!-.
-Obiezione!-, cantò una voce melodiosa dietro di lui. Tutti si voltarono, vedendo una bella ragazza bionda entrare nella stanza.
Ariana Gold guardò il giudice con aria di sfida, spostando poi lo sguardo su Gabriel. Il ragazzo la vide sfoggiare uno sguardo di pura determinazione, mentre si accingeva ad aiutarli a sfuggire a quella situazione disperata.
-E lei chi sarebbe?-, chiese il giudice, visibilmente irritato –Come si permette di entrare durante un processo?!-.
Lei lo guardò negli occhi. –Il mio nome è Ariana Gold e lavoro nell’Ufficio Misteri. Posso asserire che quello che ha affermato è assolutamente falso. Secondo gli studi, gli Arretrati non costituiscono e non hanno mai costituito alcun pericolo per il nostro sviluppo-.
-Menzogne!-, urlò il giudice rosso come un peperone. –Sta mentendo: non datele ascolto!-.
-La tecnologia degli Arretrati-, continuò lei con voce da usignolo –costituisce la base delle nostra e dunque non vedo come potrebbe essere una minaccia-.
-Le sue sono solo parole!-, la attaccò il giudice, mentre tutti i membri del tribunale lo fissavano. –Non ha alcuna prova!-.
Ariana sorrise, incurvando le labbra. –Io direi che potrei fornirgliene a bizzeffe. Inoltre, gli studi dell’Ufficio Misteri sono estremamente riservati. Quindi non vedo come lei possa essere venuto a conoscenza dei fatti che ha esposto-.
Il giudice sembrava sul punto di esplodere. –Ora basta! La smetta!-.
Ma Ariana non si fermò. –Se i signori volessero seguirmi nell’Ufficio Misteri, in questo momento, potrei dimostrare a tutti che quello che ho detto corrisponde al vero-.
Un nuovo vociare si diffuse nell’aria. Claude ne approfittò per prendere la parola. –Signori dell’Aurogamot, ascoltatemi. Permettetemi di ricordarvi la vostra funzione. Voi siete qui per giudicare i crimini più gravi del nostro tempo-.
Claude fece una pausa prima di ricominciare con più enfasi. –Allora vi chiedo, qual è la minaccia più grave? Un pazzo scienziato che cambia la storia e si impadronisce del mondo o un ragazzino di 16 anni che finisce per errore nel nostro tempo?-.
Nella sala calò il silenzio. Gabriel vide che i membri del tribunale si guardavano l’un l’altro, pieni di vergogna. Il giudice, che aveva assunto una tonalità bordeaux, disse: -Molto bene, allora mettiamolo ai voti. Chi è a favore di una condanna?-.
La sua mano si alzò, seguita da quella dei due inquisitori al suo fianco, ma nessun’altro si mosse.
Claude urlò a voce alta: -Chi a favore dell’assoluzione da tutte le accuse?-.
Una cinquantina di mani si alzarono. Gabriel capì con gioia che avevano vinto. Ariana li aveva salvati per il rotto della cuffia. Doveva assolutamente ricordarsi di alzarle un monumento appena fossero usciti dall’aula.
-Assolto da tutte le accuse-, disse il giudice di malavoglia, uscendo dalla sala, diretto verso l’ufficio.
Velocemente, l’aula si svuotò, finche rimasero solo in tre. Lui, Claude e Ariana.
Mentre tornavano verso l’ascensore, Gabriel fece ringraziamenti a profusione alla ragazza, che gli sorrise, augurandogli nuovamente buona fortuna.
Fecero una sosta all’Ufficio Misteri per accompagnare Ariana e poi risalirono all’ultimo piano.
-Allora-, disse Claude appena rientrarono nell’ufficio di marmo bianco. –Dove eravamo rimasti?-.
 

Bene, direi che come promesso il quarto capitolo è considerevolmente più lungo degli altri. Considerate che si tratta di un capitolo di transizione, più che altro utile per capire un po’ la mentalità delle varie persone del futuro. Dal prossimo capitolo, si tornerà invece al nocciolo della storia, partendo esattamente dal punto in cui ci siamo interrotti nel capitolo 3.
Al prossimo capitolo: “La Resistenza”

  
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