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Autore: glam2012    05/09/2014    3 recensioni
Ascoli Piceno, Marche, Italia. Quattro amiche un po' strane e un po' bulle sono state escluse dal progetto di scambio culturale all'estero organizzato dalla scuola a causa di un brutto scherzo architettato precedentemente alla loro acerrima nemica, Antonella Alberghini. Di conseguenza sono costrette a passare l'ultimo anno di liceo in Italia, vivendo la solita e monotona routine. Ma tutto cambia quando conoscono i nuovi studenti arrivati dall'estero: Calum, Ashton, Luke, Micheal, Niall, Louis e Harry si rivelano infatti ottimi compagni di avventura per le loro marachelle, e non solo. Una storia ideale per farsi due risate, ricca di humor, comicità, e anche un po' di romanticismo, ambientata nella classica atmosfera italiana. Larry moments.
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Assemblea d'imbarazzo
 
Nello stesso istante le guance di Atena e Luke si dipinsero di un eloquente rosso scarlatto, mentre il silenzio continuava a prolungarsi e le bocche dei presenti a spalancarsi: le sue amiche non avevano mai visto Atena durante un momento di cotanta fragilità.

Un attimo più tardi quella situazione insopportabile lo diventò ancora di più, dato che Nives e Micheal, del tutto inappropriati, scoppiarono in una fragorosa risata e cominciarono a tirare pizzicotti sulle gote ribollenti dei rispettivi amici.
–Allora Atena, perché non ci hai detto niente? Volevi tenerti questa nuova conoscenza tutta per te, eh?-
Il rossore della mora non era più dovuto all’imbarazzo, ma alla rabbia, e questo significava che di lì a poco il dolce faccino della sua amichetta sarebbe stato completamente sfigurato.

Ma per fortuna ad interrompere il tutto intervenne il ragazzo con le fossette che aveva tanto affascinato Nives il giorno prima: la ragazza passò dall’espressione fastidiosamente ironica rivolta ad Atena, ad una completamente beata non appena vide il suo beniamino avvicinarsi spavaldo.
Poi tutto successe molto velocemente: il pugno di Atena scalfì l’aria dato che il suo bersaglio si trovava già alcuni metri dietro di lei, e la povera ragazza perse l’equilibrio cadendo a terra ai piedi di Luke.
Ma Nives stava ignorando il resto del mondo in quel momento, infatti era troppo concentrata ad apparire il più attraente possibile spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sbattendo le palpebre ripetutamente.

Quando si trovò a pochi centimetri da quel ragazzo, e quest’ultimo non poté far altro che rivolgere il suo confuso sguardo verso la presenza che gli aveva intralciato il cammino, Nives, con un sorriso a cinquantaquattro denti, esordì con:
- Ciao, mi chiamo Nives Quercetti e frequento la quinta C, la mia più grande passione sono le fossette e gli occhi verdi mentre il mio più grande sogno è infilarci le dita dentro…cioè nelle fossette…eheh…tu come ti chiami? Robert? Richard? Raimondo? Non so perché ma il tuo viso mi comunica che il tuo nome comincia con la err…-
-Ashton, mi chiamo Ashton.- disse il ragazzo interrompendo l’irrefrenabile flusso di parole che trapelava dalla bocca di Nives.
–Wow, proprio come quel gran bel pezzo di manzo di Ashton Kutcher!- disse la ragazza cercando di rimediare, ma rendendosi conto che la reazione che aveva provocato nel suo interlocutore non era affatto positiva.
–Ora fammi passare!- le disse Ashton sorpassandola con agilità, palesemente spazientito, per poi raggiungere il resto del gruppo il quale aveva assistito ammutolito a tutta la scena.
–Ragazzi si è fatto tardi, che ne dite di andare?- propose in modo del tutto naturale ai suoi amici, Micheal e Luke, il quale teneva ancora la mano di Atena dopo averla aiutata a rialzarsi.
–Certo, certo- disse il biondo lasciando immediatamente la mora e seguendo i suoi due amici verso l’uscita.
–CIAO RAGAZZI, CI VEDIAMO DOMATTINA IN AUDITORIUM PER L’ASSEMBLEA D’ISTITUTO!!- urlò Nives dalla sua postazione mentre agitava velocemente entrambe le braccia a mo’ di saluto.
Quando i tre amici furono lontani dal suo campo visivo, la ragazza mutò completamente espressione ed inaugurò un fastidioso lamento.       
–Ragà mi odia, l’ho capito dal suo sguardo! Dobbiamo per forza escogitare un piano e voi mi aiuterete, intesi??-

Ciò che ebbe come risposta furono gli schiocchi di tre mani su tre fronti.
 
La notizia dell’assemblea d’istituto straordinaria che si sarebbe svolta quella mattina circolava di bocca in bocca sin dal primo giorno.
Il preside Scotti, infatti, aveva annunciato ai suoi studenti questa piccola variazione di date, per cui aveva deciso di anticipare l’assemblea al terzo giorno di scuola “a causa di una comunicazione molto importante” che egli stesso avrebbe fatto.                                                                          

Talia quella mattina non faceva altro che giocherellare a Kim Kardashian Hollywood sull’iPhone senza troppo badare ai discorsi delle sue amiche. Si limitava ad annuire ogni tanto e a seguire Nives attraverso le file di sedie dell’auditorium in cerca di posti il più possibile discreti.

–Tutto bene Tà?- chiese Immacolata con voce flebile, seduta accanto a lei.
–Mh- , fu tutto quello che riuscì a rispondere la bionda. –C’è un ragazzo laggiù che ti sta salutando- disse Mimma indicando qualche fila più avanti di loro. Harry, il compagno di banco di Talia, stava infatti agitando la manina nella sua direzione, visibilmente euforico; ma tutto cio’ che la ragazza riuscì a notare fu la persona che gli sedeva accanto: quella sagoma le era ormai impressa nella mente.
Stupita, tornò a guardare Harry come a volergli chiedere spiegazioni, e il ragazzo indicò il proprio smartphone.
Senza perdere tempo, Talia, controllò i messaggi sul suo cellulare:

Harry u mbtmàt* (10:34)
 “si chiama Calum Hood ;-)”

Ancora faccine col naso. Incredibile. Talia, però, decise di passarci su: in quel momento c'era ben altro su cui concentrarsi.

Tu (10:36)
“gli hai detto per caso qualcosa riguardo me??”

Harry u mbtmàt (10:36)
“no tesoro, non è di molte parole… e non ha affatto buon gusto nel vestire!”

Leggendo l’ultimo messaggio, Talia scoppiò in una fragorosa risata, senza però rendersi conto che era calato il silenzio da qualche minuto, e che il preside Scotti la fissava dal suo leggio… insieme agli studenti… a TUTTI gli studenti… compreso QUELLO studente.
Proprio per questo la ragazza ignorava sia le gomitate di Mimma, sia l’ennesima umiliazione pubblica che quell’uomo le stava rifilando, per godersi il primo sguardo che la sua –non più- misteriosa preda le stava rivolgendo.

“Calum Hood” era il nome che la scimmia urlatrice nella sua testa non faceva altro che ripeterle. E mentre lei si abbandonava all’inebriante musicalità di quel nome, il ragazzo in questione stava portando pian piano il dito indice al proprio viso.
–Non mi vorrà per caso fare un cenno? O vorrà toccarsi le labbra? Oh mio dio!- erano i pensieri che in quel momento affollavano la mente di Talia.

Ma non ci fu né un cenno, né un’ammiccante toccata di labbra, bensì un’energica esplorazione del setto nasale, la quale provocò sul viso della ragazza un’espressione inorridita.
Perciò si lasciò ridestare dalla centesima gomitata di Immacolata e tornò alla realtà.
-…Intesi signorina Rubini?- il preside Scotti stava concludendo proprio in quel momento la ramanzina della quale Talia, ancora scioccata, aveva captato solo le ultime parole.
–Sì, signore!- rispose lei, con inconsueta educazione.
–Ma che ti prende?- sussurrò Immacolata, preoccupata.
–R-Robin…Hood…si è appena messo un dito nel naso!-
-Talia ma che stai dicendo? Ti senti bene?- 
Talia si voltò a guardare in faccia la sua amica e capì di averla spaventata: conoscendola, avrà sicuramente pensato che il demonio si fosse impossessato del proprio corpo. 
–Sì, certo, sto benissimo! Ora però ascoltiamo che sta a dì Scotti che non mi voglio stà a sorbì un’altra cantilena!- e così dicendo si voltò nuovamente a guardare il preside.
Nonostante nella sua testa continuava a ripetersi quella riprovevole scena, Talia riuscì a comprendere l’argomento principale dell’assemblea: in poche parole negli ultimi dieci anni si erano registrate sempre meno iscrizioni al liceo Orsini e ciò aveva provocato anche un costante calo dei fondi.
In tutto ciò il preside si rivolgeva agli alunni per chiedere il loro supporto.
–Abbiamo bisogno di voi per mantenere attiva la scuola! Vi assegno il compito di pubblicizzare e fare propaganda in tutti i modi che vi vengono in mente e vi consiglio di approfittare della presenza dei nuovi studenti stranieri. Ovviamente terremo conto dei vostri contributi e sarete abbondantemente ripagati dei vostri sforzi con un aumento dei punti di credito a fine anno.-
Un forte applauso risuonò per tutta la stanza.
–Se lo scorda!- esordì Atena.
–Concordo. Che cazzo me ne frega se questa baracca fallisce? Sono finalmente all’ultimo anno e di certo non mi ammazzerò di fatica per tenerla in piedi, per Dio!- disse Nives beccandosi la tipica occhiataccia da parte di Immacolata.
–Scusa Mimma, mi è scappato. Ora andiamo, non voglio perdere altro tempo qui- continuò Nives mentre si dirigeva verso la porta seguita dalle sue amiche.
Ma non poterono andare lontano che subito si imbatterono nel preside Scotti.
–Tra cinque minuti in presidenza- le ragazze si guardarono tra loro, confuse.
–Tutte e quattro.- 

Guai in vista.


*mbtmàt: parola che si usa generalmente nel dialetto ascolano per indicare una persona imbranata e goffa.
   
 
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