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Autore: formerly_known_as_A    05/09/2014    3 recensioni
Sousuke è influenzato, ma ha chi si prende cura di lui e si assicura che stia meglio molto presto.
{SouRinAiMomo, polyamori, future!fic}
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
- Questa storia fa parte della serie 'Quattro gradi di unione'
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Essere svegliati da Rin è strano, per Sousuke. Di solito è lui il primo ad alzarsi, senza bisogno della sveglia e tirarlo giù dal letto.

Stamattina non solo non si è svegliato prima, ma non ha neppure sentito la sveglia del compagno.

Questo pensa, prima di aprire gli occhi con addosso una spossatezza strana, la schiena appiccicata alle lenzuola e una gran voglia di tornare a dormire. Fa fatica a mettere a fuoco il rosso, ma sbatte le palpebre più volte per provarci meglio.

Rin ha un sorriso strano sul viso, le sopracciglia corrucciate ma l'espressione che solitamente riserva ai gattini abbandonati nelle scatole di cartone.

Sousuke è solo nel letto e pensa in modo confuso che dev'essere proprio tardi, per essere così.

"Ah, Sousuke, hai la febbre?" domanda, toccandogli la fronte con un palmo fresco. È piacevole sulla pelle, in un modo che lo fa sospirare di sollievo. Si sente pieno di brividi, ha freddo e caldo allo stesso tempo. Chiude gli occhi, ma la mano sparisce subito, obbligandolo a riaprirli.

"Torna nel letto." borbotta, sorprendendo se stesso per averlo chiesto. Ma se Rin è tanto fresco, può solo dargli una sorta di sollievo.

"Devo andare a lezione e prima chiamare in piscina per dire che stai male." risponde l'altro, rimettendogli le braccia sotto le coperte e rimboccandole come una madre premurosa.

"Non è niente, non è necessario." cerca di protestare, ma l'altro porta la mano sulle sue labbra, zittendolo e Sousuke affonda il viso nel fresco, di nuovo, senza vergogna.

"Ma guardati." commenta Rin, prima di abbandonarlo in camera.

Si chiede un momento se lamentarsi ed esagerare la propria condizione possa convincerlo a tornare, ma poi scuote la testa. Deve andare in università e dopo ha l'allenamento. Non può essere così irresponsabile.

Eppure... quand'è l'ultima volta che hanno trascorso la giornata nel letto a non fare nulla? Di solito non è una richiesta che parte dal moro e per questo torna ad affondare metà del viso nella parte fresca del cuscino, in imbarazzo.

Non gli piace avere la febbre. Non gli piace pesare sulle persone e preferisce sopportare i deliri degli altri piuttosto che scoprire con quale sincerità può esprimere i propri bisogni, in quelle condizioni.

"Fatto! Sakamichi dice che puoi prenderti pure un paio di giorni!" annuncia Rin, un sorriso immenso sul viso mentre sprofonda accanto a lui nel letto. Lascia che posi la fronte sul suo petto, anche se teme di attaccargli qualcosa e socchiude gli occhi senza protestare. Non sa che ore siano, ma forse hanno ancora del tempo prima che Rin debba andare in stazione.

"Mi spiace lasciarti da solo per tutta la mattina." mormora quello, sfregando la fronte su di lui come farebbe una sorta di animaletto.

Sousuke scuote la testa, attento a non dire nulla per paura di lanciare altre bombe come quella di prima. Gli piace essere sincero, ma sui propri sentimenti vuole essere cauto, non dire niente per cui varrebbe la pena essere preso in giro.

"Per pranzo ci sono ancora dei resti di ieri, credo, devi mangiare e tornare in forma!" esclama l'altro, allontanandosi per guardarlo negli occhi.

Dev'essere rimasto fragile, per lui, lo capisce dalla preoccupazione con cui lo guarda, dalla mano che sale ad accarezzargli i capelli con fare materno. In quel momento è un fratello ammalato e la cosa un po' non riesce a non dargli fastidio.

Non gli va' che Rin, a distanza di anni, si preoccupi ancora in quel modo. Gli ha promesso di essere sincero e fino a questo momento lo è stato, non c'è bisogno di preoccuparsi per un'influenza.

"Carino." borbotta il rosso, sorprendendolo. Lo lascia spiazzato anche la velocità in cui sente le guance -già calde di loro- infiammarsi per quel commento.

Non ha modo di vedere la faccia di Rin, che lo bacia rapidamente sulle labbra e scatta verso la porta troppo in fretta, ma dopo di questo cerca ancora sollievo sul cuscino, borbottando un "buona giornata" in eco al suo.

Gli sembra di essere una teiera che fischia vapore, ma dev'essere solo una sua impressione.


Dev'essersi addormentato senza rendersene conto, perché è risvegliato dal frastuono di pentole che cadono una sull'altra.

Si lamenta sommessamente, la gola in fiamme e si mette a sedere per cercare dei fazzoletti. Guarda l'ora, sospettoso. Non gli sembra di aver dormito abbastanza, ma effettivamente è mezzogiorno.

Decide di alzarsi dal letto e trascinarsi fino alla cucina e non lo sorprende vedere Momotarou.

"Cosa ci fai qui." chiede, l'inflessione della domanda persa da qualche parte.

Non è il casino che regna nella cucina, a sorprenderlo e dargli sui nervi -il maniaco della pulizia non tornerà a casa prima delle sei, c'è tempo di sistemare prima di sentire liti che, con il mal di testa che si ritrova, vorrebbe evitare- ma la presenza stessa di Momo a quest'ora.

Il ragazzo si irrigidisce, poi fa un giro di centottanta gradi per salutarlo in modo nervoso.

"Soucchi!"

"Non ci provare." lo ferma subito, lo slancio della giravolta che fa perdere a Momo l'equilibrio per un momento. Sa esattamente perché Sousuke sembra così arrabbiato, almeno.

Si chinano entrambi per raccogliere una padella caduta e il rosso è più veloce e rimetterla a posto, aiutandolo a non cadere quando si solleva troppo in fretta. Si sente un vecchio centenario e odia la cosa.

Momo non sembra volere più parlare, gli da' le spalle per rimestare qualcosa nelle padelle e Sousuke si appoggia al tavolo per non dare una facciata per terra. Da qualche parte aspetta una risposta, anche se è più probabile che il suo non essere presente a lezione sia giustificato con una balla.

“Rin mi ha scritto che non stavi bene, avevo una lezione estremamente noiosa, sei fortunato!” esclama, sorprendendolo di nuovo.

Non gli è venuto neppure in mente che potesse essere rientrato per lui. Non ha nemmeno pensato per un momento che Rin avesse potuto mandare messaggi agli altri due, visto che sono usciti prima.

“Non sto morendo.” precisa, anche se si sente in colpa per la poca fiducia che ripone nel più giovane. Non è esattamente sbagliato pensare che forse sarebbe stata più indicata per lui una carriera lavorativa appena uscito dal liceo, visti i risultati scolastici che ha sempre avuto, ma per il momento non gli è sembrato poco convinto della scelta.

Senza contare che Ai lo vede ogni giorno all'università, quindi perché pensa queste stupidaggini?

Si siede e per poco non da' una testata sul tavolo, per punire la propria idiozia. È la febbre. È sicuramente la febbre che lo fa diventare paranoico.

“Bah, Soucchi, non fare quella faccia! Lo so che avresti preferito Rin, ma almeno io so fare da mangiare!” esclama Momo. È detto in tono scherzoso, ma Sousuke, anche se il momento non è dei migliori per pensare troppo, non riesce a fare a meno di dirsi che forse Momotarou ci crede davvero.

“Vieni qui.”

Il ragazzo spegne la fiamma sotto l'ultima padella, ma sembra esitare prima di voltarsi.

Sousuke non allarga le braccia, non fa nessun gesto che potrebbe incitarlo ancora, ma Momo si avvicina lentamente prima di saltargli letteralmente in braccio, stretto con gambe e braccia con una forza che, per poco, non fa cadere entrambi dalla sedia.

Gli posa una fila di baci sulla guancia, rumorosi come è solito fare quando qualcosa lo rende felice e Sousuke si reputa soddisfatto dello scampato pericolo. Lascia che appoggi la fronte alla sua con le palpebre abbassate.

"Sei tanto caldo, Soucchi." mormora, passando le dita tra i capelli.

Lui sente freddo, scosso ancora dai brividi, ma nonostante il mal di testa martellante gli dia la nausea, si sta bene, lì. Si lascia baciare ancora un po', il timpano che non apprezza lo schiocco, cerca di ricordarsi quand'è l'ultima volta che sono rimasti soli in quel modo. Gli viene in mente solo il Natale precedente e tutte le cose di coppia che Momo ha voluto fare.

Lo fa ondeggiare un poco, il suo respiro nel collo che gli fa il solletico ed è il ragazzo a scendere dalle sue gambe.

Con una punta di malinconia si ritrova a chiedersi se a Momo, che era il suo ragazzo prima di tutto questo, prima ancora di Rin, vada bene questo tipo di relazione. Ma è una domanda che richiede una mente lucida e la sua è ancora troppo confusa davanti al piatto che non ha visto riempirsi e le bacchette che il ragazzo tiene sospese con un pezzo di frittata sopra.

Si avvicina ed ingloba il boccone, assaporandolo nonostante il naso chiuso glielo permetta poco. Ma è caldo e leggermente speziato e gli sembra subito di respirare meglio.

"Non credevo ti saresti lasciato viziare." commenta il rosso, appoggiato al tavolo con le braccia per imboccarlo meglio -anche se quella posizione sembra parecchio scomoda- un sorriso di nuovo sul viso. Scaccia le preoccupazioni, quel sorriso, come ha sempre fatto.

"Sei tu. Ma non vantartene." ammette, allungandosi per baciarlo.

Se Momo si ammalerà, almeno avrà modo di imbarazzarlo a propria volta.


"Sousuke, non puoi dormire sul divano."

Oh, sì che può, invece. Lo stava facendo finché Ai non lo ha interrotto, il televisore acceso su un canale che trasmette un quiz che non ha mai avuto l'occasione di vedere.

Si mette a sedere con gli occhi ancora chiusi, sentendosi un po' meglio grazie al pranzo caldo, ma ancora parecchio intontito. Le mani di Ai gli avvolgono il viso e gli spostano i capelli dalla faccia e lui finalmente lo guarda.

Ha le guance rosse e il respiro un po' affrettato, come se avesse appena corso e Sousuke si appoggia con tutto il proprio peso a lui, con un sospiro.

Ha effettivamente male ad ogni singolo osso del corpo, come se qualcuno gli fosse passato addosso con un camion. Non è divertente.

"Vieni, ti preparo un bagno." ordina Ai e chi è lui per dire di no ad un dottore. Peccato studi veterinaria, ma in questo momento non se la sente di stare a concentrarsi sulle piccolezze, ha bisogno di un bagno, di togliersi di dosso la stanchezza e si appoggia forse un po' troppo all'altro perché lo sente cedere di tanto in tanto.

Lo porta in bagno, lo fa sedere sullo sgabello su cui, la sera, Ai e Momo lanciano i loro vestiti e su cui, al mattino, Rin sclera per il disordine. Gli scappa una risatina ed alza docilmente le braccia quando l'altro ragazzo lo spoglia. Dopo alcuni tentativi e il rischio di dare una craniata sul lavandino, riesce ad entrare nella vasca, l'acqua piacevolmente calda che lo fa sentire sia più rilassato sia uno schifo.

Probabilmente perché si sente già uno schifo. Starnutisce con la potenza devastatrice di un elefante e Ai scoppia a ridere, in ginocchio accanto alla vasca e con le maniche arrotolate per poter mettere le mani nell'acqua.

Lo lascia fare mentre gli toglie di dosso la stanchezza con la spugna, docile come riesce ad essere forse solo con lui. Dev'essere la calma o il modo materno con cui tratta tutti, di certo dolce, ma anche capace di essere fermo nelle proprie opinioni.

"Momo mi ha detto che è venuto a casa... Ti sei arrabbiato con lui?"

Apre appena gli occhi, le sue mani sulle spalle che allontanano il dolore alle ossa. Scuote la testa, anche se non è del tutto vero.

"È solo che ultimamente sembra un po' più triste del solito... e non so cosa fare." ammette, portando lo sguardo alla schiuma e passandoci il palmo sopra. Non sembra esageratamente triste, ma lo è. A tratti, per piccole ombre dietro agli occhi e quelle frasi che lo fanno pensare ancora e ancora a quello che può pensare davvero di quella situazione.

"Magari non è niente. Magari è qualcosa che è successo fuori casa. Mi sembra che ti si appenda addosso esattamente come al solito." commenta Ai, un sorriso incoraggiante sul viso.

Annuisce, anche se vorrebbe dire dell'altro. Forse domani, quando sarà più lucido, dirà ad Ai che è preoccupato davvero, che non sa se la loro scelta sia stata quella giusta. Non vuole ferire Momo.

Per il momento torna sul suo sorriso, cerca di rispondervi senza successo e si appoggia con il mento alla vasca.

"Sei geloso?"

Aiichirou scoppia a ridere, approfittando per lavargli la testa. Gli mette così tanta schiuma negli occhi che Sousuke dubita li riaprirà ancora, ma quando finisce di sciacquarlo ha la sua risposta.

"Non posso essere geloso, ho Momo tutto per me per gran parte della giornata, no?"

Sousuke reprime un sorriso, nonostante la stanchezza.

È anche per questo che funzionano così bene. Perché sì, Ai può avere un debole per Rin e Rin per Ai e Sousuke, Sousuke può preoccuparsi di più per il cuore di Momo, ma c'è un amore reciproco che, se tutto dovesse cessare all'improvviso, se dovessero ricadere nelle coppie di un tempo, lascerebbe un vuoto.

“Non pensarci troppo.” mormora il ragazzo, sistemandogli i capelli bagnati all'indietro e baciandogli la fronte come se il gesto potesse distenderlo.

E lo fa. Sousuke chiude gli occhi e smette di pensare.

Si rilassa nella vasca, le mani di Ai che gli massaggiano le spalle e la schiena, le dita che sembrano abituate a sciogliere i nodi dei muscoli e dei nervi.

Lascia che si appoggi alla sua spalla e la baci dolcemente, prima di uscire dal bagno e rivestirsi. Quando entra in camera, la finestra è stata aperta e le lenzuola cambiate. Ci si infila dentro senza esitazioni, sospirando per la sensazione di pulizia che lo fa subito sentire meglio.

Gli sembra di appisolarsi per un momento, giusto il tempo di appoggiare la testa sul cuscino fresco, perché sobbalza nel sentire il letto abbassarsi, Ai che si infila sotto le coperte, seduto accanto a lui con il quaderno in mano.

Borbotta qualcosa sul proprio sonno disturbato, ma il ragazzo gli porta una mano tra i capelli e prende ad accarezzarlo distrattamente. Non smette di toccarlo neppure per voltare le pagine, le dita che si bloccano solo per ritrovare la posizione migliore o quando gli finiscono in un occhio.

“Lo sai, non credo sia davvero importante avere dei preferiti.”

Per un momento crede di esserselo immaginato, ma Ai ha posato il quaderno sul materasso e lo guarda dall'alto, la mano ferma su una delle guance, a pizzicarlo. Sembra averci pensato davvero e Sousuke si rende conto di non essere davvero nelle condizioni di affrontare il discorso.

“Forse non è esattamente normale, quello che siamo, ma è normale che tu preferisca Momo e Rin. A volte mi dico che forse dovremmo tornare ad essere due coppie soltanto, molto legate, ma so che mi mancherebbe tutto questo. Non riuscirei a guardare te e Momo senza pensare che cavolo, ucciderei per una frittata non carbonizzata o i momenti in cui voglio mollare tutto e tu mi fai sentire così tanto in colpa che devo per forza rimettermi a studiare.” spiega, torturando la coperta ma guardandolo ancora, le guance tinte di rosso.

“Non mi sembra di esserti utile o importante, da come mi descrivi.” borbotta il più grande, cercando conforto da quelle parole nel cuscino fresco. Non può fare a meno di sentirsi il cuore nelle orecchie, però, nel capire che anche per lui è importante.

“Sousuke.” lo chiama Ai, costringendolo a guardarlo con le mani che gli stringono le guance, facendolo sentire un pesce rosso. “Lo sai che ti amo?”

Sousuke non può fare a meno di rantolare, nascondendosi sul suo fianco, ascoltando la sua risata risuonargli dentro.


Ha perso il conto delle volte in cui si è risvegliato senza ricordare come si sia addormentato, oggi, ma di sicuro l'ultimo è quello migliore.

C'è un peso non indifferente sul suo petto, qualcosa che respira e ridacchia e gli da' dei baci sul collo. I baci sul collo sono meravigliosi, il resto decisamente meno, ma, ehy, baci sul collo!

Apre gli occhi con un mormorio di approvazione e non lo stupisce poi tanto di vedere una massa di capelli rossi a coprirgli la visuale.

"Soucchi! Sei più fresco di oggi! Ero preoccupato!" esclama Momo, riprendendo a stritolarlo, ma almeno liberandogli gli occhi e permettendogli di notare l'altro rosso alla sua destra.

"Buonasera." mormora Rin, allungando le dita per spostargli i capelli dalla fronte. "Ti senti meglio?"

Annuisce, lasciando che si avvicini per baciarlo a lungo, salvo poi cacciare un grido quando Momo lo morde. Sousuke scoppia a ridere, beccandosi un calcio sotto le lenzuola, ma assistendo al battibecco successivo con un sorriso.

"Soucchi, proteggimi!" sbotta Momo, cercando di nascondersi sotto al suo braccio.

"Sei stato tu a mordermi!" protesta Rin, agitandosi per bloccare la sua fuga.

"Bah, eri tutto concentrato a tubare con Soucchi, te lo meritavi!" è la naturale risposta dell'altro, broncio incluso. Sousuke sa che potrebbe guardarli battibeccare in eterno e non lo stancherebbero, mal di testa martellante a parte, ma bacia quel broncio e subito si sente attirato dall'altro, per sedare il finto litigio.

I due si ritirano da una e l'altra parte del più grande, osservandosi con circospezione.

Forse non funziona per farli smettere, ma fa meraviglie per la sua preoccupazione e quando sente una risatina quasi malefica provenire dal corridoio, seguita dall'aggiungersi di un peso sul suo petto -l'autore della risatina che ora si fa davvero malvagia- un altro, molto meno piacevole, va' a sollevarsi dal cuore.

“Fuggiamo da questi due, Sousuke-senpai.”

Il tono di Ai è troppo serio per non farlo ridacchiare di nuovo, ma sono le espressioni degli altri due, sinceramente preoccupate, a farlo rilassare davvero.

“Andiamo in Brasile, Ai-kun.” risponde, con cipiglio severo.

“Eeeeh? Non mi piace il Brasile, Soucchi!” protesta Momo, il broncio di ritorno.

“Nessuno ti ha invitato!” esclama Rin, spingendolo via con la punta delle dita. Momo, per vendetta, si lancia su Ai, schiacciando entrambi e solo allora Rin ride, probabilmente per l'espressione sul viso del ragazzo dai capelli grigi.

Momo fissa gli altri, l'espressione adorabilmente confusa e Ai lo tira di nuovo nel mucchio, il braccio di Sousuke che lo cinge e se lo porta addosso insieme a Rin.

“Non andiamo da nessuna parte, Momo.”

E, davvero, Sousuke sa di non avere bisogno di muoversi da quel letto.

   
 
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