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Autore: cin75    05/09/2014    13 recensioni
Come possono Sam e Dean riscattarsi nei confronti di Castiel !? Nell'unico modo che conoscono: rischiando il tutto per tutto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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In quel momento dei rumori di lotta e grida, raggiunsero la stanza in cui Dean stava per morire.
Il demone si allarmò. Non era previsto un attacco. Non aveva messo in conto l’intraprendenza del giovane Winchester. Sapeva di non avere lasciato tracce.
Come avevano potuto rintracciarlo?
Tutto il suo piano era nato dopo che aveva riconosciuto Dean nella città in cui il cacciatore stava seguendo il suo poltergeist. Ma ignorava, che prima di muoversi, il maggiore, aveva redatto un fascicolo che era rimasto, poi, nel bunker.

In pochi minuti vide piombare nella cripta Sam e quello che veniva indicato come Castiel, l’angelo.
“Come avete fat….” stava per chiedere, quando il pugnale di Ruby gli si piantò dritto nel petto. Il demone venne invaso da convulsioni e come se attraversato da mille scariche elettriche, si accasciò al suolo, privo di vita.

Per pochissimi interminabili secondi, Sam, restò impietrito.  La visione di suo fratello in quelle condizioni lo aveva raggelato. Gli sembrò, per un attimo, di essere ritornato nella fabbrica in cui vide Dean venir pugnalato da Metatron.
Anche lì, il tempo sembrò fermarsi.

Fu solo il richiamo di Castiel, che lo risvegliò da quella momentanea empasse. Corse vicino alla vecchia ara e provando a restare il più lucido possibile, di fronte al sangue che vedeva sul e intorno al corpo del fratello svenuto, cercò di tamponare le sue ferite. Soprattutto quella al fianco.
“Cass!!???...fa qualcosa….!!” sembrò supplicarlo, vedendo che , come lui, anche l’angelo cercava di tamponare i vari tagli che Dean aveva sul corpo.
Il maggiore era a busto scoperto e i suoi pantaloni era ridotti a pezze sdrucite e luride. Il torace era coperto di ferite, oltre a quella più evidente e grave al fianco destro. Un vistoso livido gli copriva l’altro fianco e quando lo avevano liberato dalle corde che lo tenevano bloccato, videro che la pelle era lacerata e sanguinante. Sembrava come se qualcuno l’avesse recisa, tanto le corde erano state strette.
Castiel spostò lo sguardo sulle gambe. Le toccò appena e capì che una era fratturata e l’altra, la sinistra era spezzata. Poi, notò qualcosa mentre lo osservava. Piccoli rivoli di sangue che provenivano da sotto la schiena dell’amico ferito.
“Cass!!?” lo richiamò ancora Sam, allarmato e anche sinceramente perplesso dal fatto che l’angelo non faceva ancora niente. Lo guardò confuso e solo allora capì che Castiel non stava esitando, ma solo studiando le ferite del fratello per capire come agire e su quale fosse la più grave.
“Aspetta! …devo controllare una cosa….aiutami a girarlo.”, disse senza spiegare altro
 “Ma cosa…”
“Fa quello che ti dico, Sam!!” replicò. “Ma…..fa… piano.” precisò.
Sam, si ritrovò ad obbedire senza replicare. Mise una mano sulla spalla del fratello e l’altra su un fianco e facendo forza, gentilmente, tirò e girò il corpo di Dean verso di lui, dando la possibilità a Castiel di guardargli la schiena. Quando vide lo sguardo dell’angelo rabbuiarsi, si stupì e si sporse per guardare anche lui.

Una rabbia feroce gli salì dalle viscere, quando vide le condizioni in cui era ridotta la schiena del fratello. Se ciò che stava provando adesso, l’avesse provata ai tempi in cui Lucifero lo aveva posseduto, altro che “giovane Skywalker”!!
Il demone che aveva fatto una cosa del genere, doveva ritenersi fortunato. Se prima di infilzarlo, Sam, avesse visto quello che aveva appena visto, di certo, non sarebbe morto così velocemente ma avrebbe chiesto, pregato, supplicato che mettessero fine alla sua miserevole e dannata vita.

Lentamente, misero di nuovo Dean in posizione supina.
“Aiutalo!” fu l’unica cosa che riuscì a dire.
“E’ quello che voglio fare. Ma la mia grazia, nelle condizioni in cui è, non mi permette di guarirlo completamente.” spiegò mortificato. “Dovrò curare le ferite più gravi. Per le altre dovrà avere pazienza!!”
“Fa’ quello che puoi!...se ne farà una ragione!!” disse solo Sam, ma in quel momento il corpo di Dean fu come preso da convulsioni. Il ragazzo aveva difficoltà a respirare, anzi sembrava stesse soffocando. Cominciò ad ansimare e poi a sputare sangue. Il suo corpo si contraeva spasmodicamente tanto che sembrava stesse lottando contro quello che gli stava succedendo.
“Cass!! ..soffoca!!!....sta’ morendo!!!...” gridò Sam, preso dal panico per quello che vedeva accadere al fratello e sentendosi completamente inutile.
Castiel non era messo meglio di lui. Guardò l’amico sofferente e poi il fratello, che con sguardo supplichevole, chiedeva aiuto.
“Alzalo!!..tienilo su. Quando lo guarirò, la sua schiena, nelle condizioni in cui è, potrebbe arrecargli ancora più dolore e costringermi a prolungare la guarigione.” Ordinò, mentre cercava concentrazione. Sam obbedì e tirando su il corpo di Dean se lo appoggiava al petto, mentre le gambe ferite del maggiore restavano inermi sulla pietra fredda.
Castiel fece un respiro profondo e poggiò una mano sul petto di Dean e l’altra sulla ferita al fianco. Fece ricorso a tutte le sue forze angeliche e a quella grazia a cui con tutto se stesso chiese di non abbandonarlo in quel momento.
Doveva…voleva salvare Dean.
Una luce calda si sprigionò dall’angelo che, occhi chiusi e respiro quasi assente, continuava quella sua opera di guarigione, sotto gli occhi preoccupati e speranzosi di Sam, che teneva ancora stretto al suo petto il corpo del fratello.
Poi, la luce svanì.

Dean ricominciò a respirare regolarmente, riprese pian piano il suo colorito; le ferite, che prima gli martoriavano il corpo, erano sparite e il cacciatore lentamente riaprì gli occhi. La prima cosa che vide fu lo sguardo sollevato e sorridente di Sam che lo sorreggeva ancora.
“Ce ne hai messo di tempo, fratellino!!!” scherzò, facendo sorridere più serenamente il minore.
“Scusa, ho dovuto fare di nuovo benzina all’Impala!!!” fece aiutandolo a sedersi meglio. “Come stai!?” gli chiese poi.
Dean annuì per rassicurarlo e poi spostò lo sguardo sull’amico angelo al suo fianco.
“Di certo sto meglio di te, amico!!” disse notando lo sguardo esausto di Castiel. L’angelo ricambiò il sorriso, anche se poi, sentì qualcosa rompersi dentro di lui. Dean e Sam videro il suo sguardo perdersi nel vuoto davanti a lui. Gli videro contrarre il viso in una smorfia di dolore silenzioso e subito dopo, portarsi una mano al centro del petto.
“Castiel!!??” lo chiamò Dean allarmato da quello che vedeva, mentre Sam faceva il giro per raggiungerlo, ma non fece in tempo nemmeno ad avvicinarsi, che Cass, stramazzò letteralmente al suolo, privo di sensi.
“Castieeeel!!??”  gridarono entrambi mentre gli si facevano vicini per aiutarlo.
“Portiamolo via di qui!!” fece Dean, mentre si metteva un braccio di Castiel sulle spalle e aiutato da Sam, lo infilavano nella macchina e lo portavano al bunker.

Guidò Sam, mentre Dean, dopo essersi infilato una camicia di scorta, che avevano sempre in una borsa nel bagagliaio, continuava a fissare l’amico svenuto sul sedile posteriore. Sam, intanto gli raccontava tutto e Dean, sentendosi in colpa, ringraziò silenziosamente quell’amico che continuava ad andare in loro aiuto nonostante fosse lui quello che ne aveva bisogno. Lo guardò. Era pallido, paurosamente immobile.
“Andiamo amico!!” sembrava incoraggiarlo. “Non farmi scherzi!!”

Arrivarono al bunker e misero Castiel in una stanza, la stessa che gli misero a disposizione quando per la prima volta lo portarono in quel posto: dopo la sua “tresca” con la mietitrice che lo torturò e lo uccise!
Passarono molte ore, prima che Castiel ebbe segni di ripresa. Aprì gli occhi, si guardò intorno e riconobbe il posto e riconobbe il ragazzo seduto sulla poltrona poco distante da lui.
“Perché sono qui!!?” domandò stupidamente.
“Perché sei svenuto come un principiante!!” lo canzonò Dean. “Come ti senti!?” fece poi apprensivo.
“Io devo andare..io devo…” blaterò cercando di alzarsi ma una fitta potente alla testa lo obbligò a poggiare di nuovo la testa sul comodo cuscino.
“Sta’ giù, Clarence!!” e Castiel, anche se non voleva, sorrise. Era dai tempi di Meg, che qualcuno non lo chiamava così e ora, dopo che Metatron gli aveva fatto quel  download televisivo, ne capiva anche il significato. “Devi dormire!” suggerì ancora apprensivo, Dean.
“Dean, se non l’hai dimenticato: gli angeli non dormono!” gli ricordò rimanendo però nella stessa posizione sdraiata.
“Già e neanche svengono!” gli fece presente l’amico. “Ma tu l’hai fatto, quindi adesso chiudi gli occhi e dormi, fin quando io e Sam non capiremo cosa fare con un angelo derelitto o un relitto di angelo…scegli tu!!” provò a scherzare e fece per uscire.
“Dean!!?” lo richiamò l’angelo.
“Che c’è!?” fece seccato pensando ad una nuova replica.
“Come si fa ?!”domandò mortificato.
“A fare cosa?....dormire??!!” chiese stupito il ragazzo e rimanendo sconcertato dall’annuire dell’angelo. “L’hai già fatto centinaia di volte nell’ultimo anno. Che…”
“Sì…ma ero umano, mi veniva naturale. Ora…io…non…”
“Sentì, fa come tutti. Chiudi gli occhi e conta le pecore!!” gli suggerì esasperato.
“Quali….pecore!?” fece Castiel guardandosi intorno come se stesse cercando i nominati ovini per la stanza.
Dean non ci credeva. Non sapeva se mandarlo a quel paese o scoppiare a ridere. Decise, così, per un uscita veloce dalla stanza e mettere fine a tutto. In un modo o nell’altro, l’angelo avrebbe comunque riposato.

“Come stà?!” fece Sam quando vide ritornare Dean.
“Dorme..più o meno!”
“Più o meno?!”
“Non chiedere!!”, poi un silenzio cadde quasi palpabile tra loro.
“Sai anche tu che cosa è successo in quella cripta!” disse Sam.
“Mmmh!!” annuì mugugnando Dean, pensieroso.
“E’ la sua grazia. Deve essersi quasi del tutto consumata!”
“Per salvare me!!”
“Per salvare un amico!, e poi gli ho chiesto io di farlo. Quindi non darti tutta la colpa!!” lo consolò Sam, anche se infondo sapeva che era per quel motivo che Castiel era in quelle condizioni e se fosse morto, Dean non se lo sarebbe perdonato. “Senti, prima di farci prendere dallo sconforto e dai sensi di colpa, qui dentro c’è una conoscenza che farebbe paura ad Atlantide e ai Maya messi insieme. Che ne dici se proviamo a scovare qualcosa che ricarichi le batterie al nostro amichevole angelo di quartiere??!” disse fiducioso, mettendo una mano sulla spalla del fratello.
“Ok!, pare che abbiamo un lavoro da fare!” lo assecondò Dean. E così fecero.
Misero sottosopra l’intera biblioteca dei Men of Letters, i loro archivi, gli scantinati e tutto ciò che poteva essergli d’aiuto.

Dopo ore  e ore di ricerche, Sam sembrò trovare qualcosa finalmente. Qualcosa che però, dopo, una lettura più attenta, sembrava essere inattuabile.
“Dean senti questa!!” disse uscendo dallo scaffale che lo copriva alla vista del maggiore. “….Un angelo privo della sua grazia celestiale, solo recidendo col sangue il primo legame che lo ha legato alla corruzione degli uomini, potrà riottenerla e con essa il suo potere divino e il perdono del Padre….
Dean lo guardò stranito mentre Sam certo di aver compreso immediatamente a cosa il manoscritto si riferiva, si sentiva  timoroso nel doverlo spiegare anche al fratello.
“Hai tradotto l’indovinello, vero, Frodo??!” notando l’incertezza del fratellino.
Sam esitò un po’. “Da quello che leggo: L'angelo, nel nostro caso Castiel, dovrebbe ucciderti!!” lo spiazzò decisamente.
“Quando si dice non usare mezzi termini!!” ironizzò sul prologo del fratello. “Ok! Va avanti!!”
“Sì…insomma.. poichè tu, come uomo, sei corrotto e Cass salvandoti dall’Inferno si è corrotto. Quindi bisogna recidere quel primo legame di corruzione.”
“Mi stai dicendo che se in quella cripta mi avesse lasciato morire, ora, riavrebbe la sua grazia?!”
“NO. Non è stato lui a ridurti in quel modo. Credo che qui intenda che deve essere la sua mano a causare la tua morte!” spiegò anche se la sua espressione era la personificazione della delusione. Non era decisamente una cosa fattibile. Non per lui. Non per Dean. Tantomeno per Castiel.
I due ragazzi continuarono a cercare un'altra soluzione, ma Sam vedeva che sul volto di Dean c’era qualcosa che non gli piaceva. Una decisione che sembrava già presa. Cercarono ancora e ancora, ma tutto sembrava riportare al primo indizio e Sam si maledisse per averlo trovato. Dopo svariate discussioni e un litigio che quasi li portò alle mani, misero a punto un piano, anche se Sam non ne sembrava affatto convinto.
 
"Non lo farà mai, Sam!" disse comunque sconfitto, Dean, anche se aveva persuaso Sam ad andare avanti.
"Certo, che non lo farà. E poi, credi, che io glielo possa davvero permettere?!", riprese il minore. "Gli voglio bene ma non lascerei mai che faccia del male a te!!, non lo lascerò avvicinare a te… non fin quando non sarò certo che…."
"Perchè no?!" chiese semplicemente, interrompendolo.
"Cosa..mi prendi in giro?!" stupito che il fratello potesse fargli una simile domanda.
"Castiel a parte. Noi.. a parte. Diciamo le cose come stanno. Io sono corrotto, Sam. Ho ucciso non so quante persone. Ho fatto del male chissà a quante altre. Per non parlare del mio periodo demoniaco. E non sto mettendo nella lista quello che ho fatto a te e a lui. Perchè io dovrei vivere e lui morire per colpa mia!"
"Non pensarci nemmeno Dean. Non osare. Non dopo tutto quello che hai passato fino a qualche mese fa. Quello che ho passato io in quel periodo e tutto quello che ha fatto Cass per salvarti!" lo rimproverò aspramente e dolorosamente Sam, avvicinandosi al fratello, commosso nel risentire quel “non osare” dalla voce di Sam questa volta. L’ultima volta era stato lui a dirlo al minore, quando gli chiese, anzi gli ordinò di “non osare pensare che ci fosse qualcosa o qualcuno di più importante di lui al mondo” e ora Sam stava cercando di fargli capire la stessa cosa.
"Appunto!! Io ho commesso solo errori nella vita. Lui combatte per salvare il Paradiso o almeno la parte sana che quel posto rappresenta!", replicò comunque per spiegare le ragioni della sua decisione.
"No. E' fuori discussione!" e fu categorico. Davvero non ce la faceva ad accettare il piano assurdo del fratello.
"Sam. Lui mi ha salvato dall'Inferno. Ha fatto da esca con i Leviatani e tutti gli altri mostri quando eravamo in Purgatorio. Ci ha salvato la vita tante di quelle volte che ormai ne ho perso il conto e..."
"Ma tu sei mio fratello!" disse con tono quasi remissivo il minore.
"Sammy...Non ho saputo vivere. Saprò almeno morire."
"Ma. Tu. Sei. Mio. Fratello!!" calcò ancora cercando di far comprendere a Dean di quanto fosse importante per lui quella frase e quello che significava.
"Ti fidi di me!?" chiese a quel punto Dean.
"Come...come puoi farmi questa domanda adesso?!"
"Sammy, ti fidi di me!?" ripetè con voce bassa.
"Sei mio fratello. Mio fratello maggiore e io mi fiderò sempre di te. Devo farlo!"
"Ok! Allora io vado a parlare con Cass, tu fa quello che abbiamo deciso e vedrai..."
"Dean, per favore...non...", provò ancora a fermarlo, a farlo ragionare.
"Vedi solo di non metterci troppo!!" cercò di scherzare. "E Sam??!", lo richiamò. " Se ci dovesse essere qualche problema di comprensione, sfodera i tuoi occhi da cucciolo. Quelli non falliscono mai!!"
"Stronzo!”
"Puttana!" e raggiunse Castiel.
*****
"Ehi! come vanno le batterie celesti?!" gli chiese. Era andato nella sua stanza, ma non lo aveva trovato, poi quando raggiunse la grande sala del bunker , lo vide che disegnava qualcosa sul pavimento.
"Non bene come speravo dopo essermi riposato. Io…. devo riaprire il portale. Devo tornare in Paradiso se voglio ..." disse mentre continuava a segnare il pavimento e ogni tanto doveva fermarsi per cercare di respirare meglio.
"Vuoi andartene per morire lontano dai tuoi amici?!" lo anticipò Dean, ma più che altro fu una provocazione a cui Castiel rispose in una maniera a cui Dean non era preparato.
"Voglio andarmene per evitare che i mie amici assistano alla mia morte!"
"Cass.."
"Dean..”, questa volta fu l’angelo ad interromperlo. “.. tu e Sam, siete stati dei fratelli qui in Terra, migliori di molti dei miei lì in Paradiso e l'ultima cosa che voglio è vedere i vostri volti mortificati e addolorati mentre muoio." confessò.
"Possiamo evitarlo, Cass."
"No, non possiamo!" e sorrise.
"Cass, possiamo evitare che tu muoia!" confermò risoluto.
"Lo so ed è per questo che ti dico che non possiamo!" rivelò con aria consapevole.
Dean lo scrutò per un attimo pensieroso di quella risposta. Poi, capì. "Figlio di....tu..tu sapevi del rito??!!" lo accusò sorpreso.
"Sì. Dà un po' ormai. Ma non l'ho mai preso in considerazione!!"
"Perchè??!!, dopo tutto quello che ho fatto !!!", disse mentre , comunque, tirava fuori una lama angelica e gliela metteva tra le mani. Cass guardò quel gesto sorridendo alla determinazione dell'amico fraterno.
"Uccideresti Sam!?" lo spiazzò angelicamente.
"Ma ...", fece stringendogli la lama nelle mani aiutandosi con le sue.
"Hai mai pensato di ucciderlo anche quando Lucifero lo teneva sotto controllo?!", continuò.
"No, ma questo..." rinsaldando la stretta.
"Allora puoi capire perchè mai e poi mai io ucciderei te, Dean!"
"Cass.." sconfitto da quelle parole.
"Se così è scritto che io debba morire. Allora sia. Morirò per chi ho giurato di difendere fino all'ultimo dei miei giorni e non chiedo di meglio." disse facendo per entrare nel sigillo.
"Ma non è quello che chiedo io!" fece deciso, Dean, rimettendogli la lama tra le mani e assicurandosi che l'angelo la tenesse stretta solo tra le sue di mani.
"Dean, mi sento debole ma sono ancora abbastanza forte da spingerti via!"
"E io sono ancora abbastanza stupido da sorprenderti!!" e così dicendo, spostò le sue mani dalle mani di Castiel e si lanciò letteralmente sulla lama. Il metallo angelico trapassò il suo corpo come burro e mentre nella sua testa scoppiò il dolore, nella sala principale del bunker risuonò, disperato , il grido di Castiel.

"Noooooo!!!!" urlò mentre sfilava dal petto l’arma angelica, gettandola via lontana, e accoglieva tra le braccia il corpo ferito di Dean. La debolezza era troppa e i due finirono entrambi a terra. Con Castiel appoggiato ad una poltrona e Dean fra le sue braccia.
"Perchè?? Perchè??" ripeteva furioso ma disperato, l'angelo, mentre cercava di tamponare la ferita che sicuramente era mortale. Si infuriò ancora di più quando capì che non sarebbe riuscito a guarire quella ferita. Si infuriò con Dean per quel gesto e si infuriò con se stesso e la sua debolezza. “Perchèèèèè?!” gridò esasperato.
"Perchè... è quello che fanno..... i veri amici: danno la vita..... per coloro che amano!!" e riuscì appena a sorridergli. Chiuse gli occhi e morì. 
"No.no.no.no.no.!!!" cominciò a ripetere e a piangere l'angelo e nel momento esatto in cui Dean esalò l'ultimo respiro, una luce forte, abbagliante, di un bianco sfolgorante striato di un azzurro cristallino invase l'intera stanza e avvolse l'angelo e l'uomo. Poi, pian piano quella stessa luce sembrò scomparire dentro Castiel che rivolse il suo primo sguardo angelico colmo della sua nuova grazia, all'amico morto.

Castiel per un attimo rimase immobile in quella posizione. Non riusciva a crederci. Dean Winchester era morto. Aveva offerto la vita per la sua grazia. E ora giaceva morto tra le sue braccia. Non era così che doveva andare. Non era quella la storia che si doveva raccontare. Non era quello il destino del cacciatore, né il suo.

Sam giunse poco dopo  e si fermò poco distante da loro. Sapeva quello che stava succedendo, ma vedere comunque suo fratello morto, era qualcosa che gli spezzava il respiro. “Dean!” disse a fior di labbra.
"Io non volevo...lui ...lui..." si disperava e continuava a ripetere: "Mi ha ridato la mia grazia...lui mi ha ridato la mia grazia..."
"Lo so!! Non voleva altro!!" disse poi stranamente serafico Sam, che rimaneva fermo dov’era, anche se non riusciva a staccare gli occhi dal corpo morto del fratello.
"Ma...come ...come puoi essere così...come fai a startene lì...." lo aggredì Castiel. Le sensazioni che stava provando, rabbia, dolore, sconforto, rimorso, tutte sensazioni prettamente umane eppure lui le sentiva anche adesso che era di nuovo un angelo a tutti gli effetti. E le sentiva amplificate e la cosa lo stava facendo impazzire.
"Ora basta...lo salverò." disse mentre si apprestava a toccarlo per guarirlo.

"Non farlo Castiel!!" fece la voce di Hanna alle sue spalle. "Non farlo. Se non vuoi che tutto sia inutile e il legame ripristinato!"
"Ma cosa..." e non lo fece finire, perchè la fedele amica, si avvicinò a Castiel e spostando la sua mano dalla fronte del cacciatore, impose la sua. Si concentrò e dopo pochi attimi, il respiro cominciò a gonfiare di nuovo il petto di Dean.
Castiel la vide guarire Dean, riportarlo indietro alla sua amicizia, all’amore di suo fratello. Ma in tutta sincerità ancora non comprendeva che cosa stesse succedendo.
"Il manoscritto diceva che tu avresti dovuto spezzare il legame, ma da nessuna parte c'era scritto che qualcun altro non avrebbe potuto salvare Dean!" gli venne incontro Hanna percependo la confusione del fratello celeste.

"Mi stai dicendo che adesso sono in debito con te?!!" mormorò Dean, che si era ripreso e che era ancora tra le braccia di Castiel.
"Ci puoi giurare cacciatore e io sono una che reclama sempre ciò che le spetta!!" fece con molta convinzione.
"Questo è vero!!" confermò Castiel tirandosi su e portandosi dietro l'amico. "Mi avete ingannato!" esclamò, poi, tra l'arrabbiato, il deluso e il sorpreso.
"Io non la metterei così!" si apprestò a spiegare Dean, mentre quasi disgustato si guardava l'ennesima camicia sporca di sangue. "Tu non dovevi sapere del piano, la tua ...anima..o essenza o qualsiasi cosa tu abbia lì dentro, doveva essere pienamente inconsapevole di tutto. Dovevi solo uccidermi!"
"Sam, tu eri d'accordo?!" Chiese l'angelo, sbalordito dalla semplicità con cui Dean gli aveva spiegato il piano appena messo in atto e concluso.
"No. Ma tu conosci Dean e sai quanto sia testardo. Non offenderti, Cass, ma fino a mezzora fa gli ho chiesto di rinunciare!!" ammise mortificato il giovane.
"Nessuna offesa. Anzi ritengo che tu sia l'unico essere umano intelligente qui dentro!!" sentenziò guardando l'amico resuscitato.
"Ehi!! non c'è di che!!" fece offeso Dean e anche un po’ deluso.
"A proposito di intelligenza!!" suggerì poi Sam, avvicinandosi al fratello.
Dean guardò Sam che aveva ancora lo sguardo decisamente teso. Il maggiore gli si avvicinò. "Che ne dici se prima ci abbracciamo e poi mi prendi a pugni!?"
"Che ne dici se ti prendo a pugni adesso e anche dopo???!! …il piano era che avresti agito in quella maniera quando ti saresti assicurato che Hanna era qui pronta ad intervenire!!" lo redarguì.
“Lo so…ma sai…sono uno che improvvisa….l’effetto sorpresa e poi…” ma Sam non lo fece finire e abbracciò il fratello appena tornato dal mondo dei morti. Di nuovo.

Hanna fu la prima a servirsi del portale per ritornare in Paradiso. Poi sarebbe stata la volta di Castiel, ma solo perché voleva salutare i suoi amici in modo privato. Abbracciò Sam e facendo in modo che Dean sentisse, ad alta voce disse: “Mi raccomando, tieni d’occhio quel kamikaze di tuo fratello!!” e Sam rise e li lasciò da soli.

Doveva recuperare qualcosa di cui aveva bisogno per parlare con Dean quando sarebbero stati soli.

Angelo e cacciatore, per un po’ rimasero in silenzio, quasi in imbarazzo. Fu Castiel a rompere quella strana quiete.
“Dean..” iniziò l’angelo.
“Te lo dovevo, Cass!” disse solo.
“Hai rischiato troppo!”
“Te lo dovevo!”, confermò serio.
“E se Hanna non fosse venuta!?” chiese curioso della risposta.
“Puntavo sul fatto che lassù ti vogliono al 100% !!” rispose semplicemente.
“Ma ti ho ucciso e riavuto la mia grazia e se Hanna non avesse voluto riportarti indietro ?!” chiese vagliando solo ora questa possibilità.
“A quel punto avrei contato sulla tua capacità di persuasione angelica!!” constatò sorridente l’amico.
“Hai sempre una risposta pronta!” fece l’amico, sconsolato.
“Dono di natura.” Disse l’altro, orgoglioso.
“Ci vediamo presto, Dean!” porgendogli la mano in segno di saluto. Dean la strinse, fiero di quel legame sincero e sempre leale che c’era sempre stato tra loro e che sembrava essere di nuovo vigoroso e forte.
“Non sparire, amico!” fu il saluto di Dean. Poco dopo Castiel sparì tra i fumi generati dai sigilli del portale e poi più nulla.
“Ben tornato, Castiel!” disse, dopo essere rimasto da solo.

Andò nella salone del bunker e vide Sam seduto al tavolo. Sembrava lo stesse aspettando.
“E’ andato?!” fece il giovane.
“In una nuvola di fumo paradisiaca!”
“Plateale come uscita!” disse sorridendo appena.
“Già!” convenne il maggiore. “Ma credo che tu debba chiedermi altro, vero?!”, conosceva troppo bene il suo fratellino. E Sam sorrise. “Andiamo, sputa il rospo. Che c’è?! Ancora arrabbiato per la mia improvvisazione??!” disse ancora vedendo che il fratello era incerto se parlare o meno.

Poi lo vide muoversi e tirare fuori , da sotto la camicia, un agenda. Un diario.
Il volto del maggiore si rabbuiò all’improvviso. I suoi occhi si accesero di un verde intenso mentre fissava il volto in cerca di risposte del giovane fratello. Il suo stomaco cominciò a tremare e i mille ricordi legati alle pagine che erano scritte in quel diario che doveva essere e restare segreto, cominciarono a girare vorticosamente nella sua testa.
“Non dovevi prenderlo, Sam!” lo rimproverò.
“No. Non dovevo.” concordò convinto.
 “Non è tuo.”
“No. Non lo è. ” ancora.
“E non sono affari tuoi!”
“E qui ti sbagli. Sì, che sono affari miei.” Rispose questa volta.
“Cosa?!”
“Dimmi che non ha fatto queste cose….dimmi che non si è comportato davvero così…che non ti ha costretto a….” disse con tono via via più rancoroso.
“Sammy, tu non capisci!” lo fermò.
“Cosa devo capire, Dean!!?, che avresti tutto il diritto di questo mondo per odiarmi, perché grazie a lui e a quello che ti ha fatto, io ti ho rovinato la vita??!”
“Non è così!!” si affrettò a rispondergli e nello stesso tempo a cercare di capire cosa rispondergli. “Non…non è…..così!!” riuscì, invece, solo a ripetere.
“E come è allora?!, spiegamelo!!, perché in questo momento stò odiando nostro padre con tutto me stesso e come non ho mai fatto in vita mia!” ammise con durezza Sam.
Dean deglutì alla freddezza che gli leggeva in volto, alla rabbia e al rancore che risuonavano nelle sue parole.
Quello che poteva fare, in quel momento, era solo un a cosa: dire la verità.

“Lo ha fatto, perché io fossi in grado di proteggerti Sammy. Perché era quello che dovevo fare: imparare a proteggerti! Da tutto. Da tutti. Ad ogni costo!” , ma il magone che si sentì salire in gola, non gli permise di continuare e andò via prima che Sam vedesse le lacrime segnargli il viso.

 
N.d.A.: Spero che questa idea su come salvare Cass vi sia piaciuta. Lo so che è strana ed è cruenta e che come al solito il povero Dean deve passare sempre un brutto quarto d’ora prima di salvare qualcuno, specie se si tratta di Cass.
E ora se volete sapere che cosa c’è scritto nel Diario di Dean, non dovete fare altro che aspettare il prossimo racconto, che posterò a breve!!! 
Recensite se vi va e fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Cin
:):)

 
   
 
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