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Autore: youaremysoul    05/09/2014    1 recensioni
Ed eccomi qua. Dopo un lunghissimo viaggio dall'Australia, sono arrivata in Inghilterra. Pronta a cambiare vita.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qua. Dopo un lunghissimo viaggio dall'Australia, sono arrivata in Inghilterra. È stato un viaggio tragico. Non volevo trasferirmi. Tutta colpa del lavoro di mio padre. Fino ad ora ero sempre rimasta con la mamma durante i suoi viaggi, ma da qualche mese si sono separati e visto che lei ha deciso di viaggiare intorno al mondo, ho deciso di avere una vita stabile con mio padre. Ha avuto il posto fisso a Londra e molto probabilmente non dovremo più trasferirci. Siamo, o meglio, eravamo, una famiglia di certo non povera. Mia madre fa l'archeologa, mio padre lavora per le pubblicità. In Australia ho lasciato la mia migliore amica Abbey.

<< Ti prometto che ti verrò a trovare, Amber. Di certo non ogni giorno, ma ci vedremo lo stesso, anche se sei dall'altra parte del mondo!>>

Questa è stata la sua “ultima” frase.

La casa dove avrei vissuto la mi nuova vita era enorme. Molte volte avevo detto a mio padre che era troppo grande, soprattutto perchè eravamo solo io, lui e Alanah, la tata che mi aveva cresciuta e che non avrebbe mai rinunciato a me. Lui invece insisteva che era quello che ci voleva per me. Così avrei potuto fare feste e pigiama party. Ok, per le feste ci siamo. Ma i pigiama party.. stiamo scherzando? Credeva che avessi ancora 6 anni.

La casa aveva tre piani; ogni piano era enorme ed aveva due bagni. La casa quindi aveva sei bagni. Ora mi chiedo: siamo in tre, a cosa ci servono sei bagni? Comunque non è che mi dispiaceva una casa così. La mia camera era enorme. Tutta lilla con un letto di una piazza e mezza. Amavo mio padre solo perchè sapeva benissimo i miei gusti. Sempre nella mia stanza, a fianco del letto, c'era una finestra enorme, bianca, che dava sul mare; dall'altro lato due librerie che avrei riempito con i libri che avevo portato dalla mia vecchia camera.

 

<< Allora, ti piace? >> mi chiese mi padre speranzoso, appena varcata la porta.

<< Si papà, è molto... grande >> dissi l'ultima parola prendendo fiato.

<< Si, lo so. Ma volevo che avessi tutte le comodità possibili.. >>

<< Si papà, lo so! Ti ringrazio moltissimo per questo! >> gli risposi sorridendo, dandogli speranza.

<< Forza, ti porto le valige e gli scatoloni nella tua camera >>

La mia camera si trovava al terza piano. Come avrei fatto la mattina, appena sveglia, a fare tutte quelle scale?

Arrivati in camera, mio padre aveva il fiatone, ma era felice, lo si leggeva nei suoi occhi. Quando uscì, cominciai ad aprire per primi gli scatoloni, che avrebbero portato un po' di Australia in quella casa dannatamente british. Nel primo scatolone c'erano i miei peluches, di tutte le misure e colori. Ne sistemai alcuni sul letto ed altri sulle mensole. In un altro scatolone c'erano le foto e le scarpe. Vidi una specie di porta rosa molto chiaro a due ante, così pensai che fosse l'armadio. Ed era l'armadio, ma molto più grande di quanto si potesse immaginare. Ci si poteva entrare e dentro c'erano mille scaffali per le scarpe. In quell'armadio misi tutti i miei vestiti. Erano tre scatoloni di vestiti e l'armadio era ancora vuoto a metà. Uscita da quel mondo, finii di arredare la mia camera e scesi al piano terra.

<< Domani cominci scuola!>> mi accolse mio padre.

<< si papà.. puoi anche non ricordarmelo ogni due secondi.>>

<< ma dai.. non sei felice? Conoscerai gente nuova, ti farai molti amici nuovi!>>

<< cosa ti fa credere che farò amicizia? Io le persone che amo le ho lasciate dall'altra parte del mondo>>

Dopo la mia ultima frase, papà cambiò faccia, diventò cupo, e mi accorsi del male che gli avevo appena procurato.

<< Mi dispiace>> mi disse serio, senza alzare lo sguardo dalle sue mani. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.

<< scusami tu papà. Infondo è stata una mia idea. E poi sono certa che mi farà bene cambiare un po'!>> lo rassicurai sorridendo.

<< la cena è pronta!>> ci chiamò Alanah. Ci sedemmo a tavola. Nessuno spiccicava parola. Erano tutti un po' tristi per il trasferimento. Ma decisi di rompere io il silenzio, era impossibile mangiare con calma in quella tensione.

<< Allora, Alanah, ti piace la nuova casa?>>

<< Oh, si Amber. È bellissima, anche se un po' grande. Non ho mai avuto una camera così grande e bella!>> e continuò a parlare solo lei per tutta la serata, facendoci ridere e rilassare, come se non ci fossimo mai mossi da casa.

<< Papà, vado a dormire, sono molto stanca. Notte Alanah!>> dissi a fine cena. Entrambi mi risposero con una buonanotte piena d'amore e mi avviai verso la mia camera. Entrai nell'armadio. Girovagai lì dentro per mezz'ora. Non ricordavo dove avevo messo il pigiama. Finalmente lo trovai; accanto c'era l'uniforme che avrei dovuto indossare la mattina seguente. Era carina, ma io avevo un mio stile ed odiavo le uniformi.

Dopo aver indossato il pigiama, presi l'uniforme ed uscii dall'armadio. La posai sulla sedia banca di legno con il cuscino a fiori rosa accanto al mio letto.

Mi addormentai in fretta e la mattina arrivò in un lampo.

Mio padre mi venne a svegliare alle 6.00. La scuola era distante e ci avrei messo un po' per arrivare. Non feci colazione. Ero troppo in ansia. Misi l'uniforme, che mi stava abbastanza bene, formata da una gonna azzurra, una camicia verde acqua ed un maglione da mettere sopra, rosso. Abbinai degli scaldamuscoli rossi e delle scarpette nere. Misi la mia collana portafortuna. Era un' acchiappa sogni in miniatura che mi aveva regalato la mamma al mio compleanno. Andai a lavarmi e truccarmi nel mio, ovviamente, enorme bagno e scesi al piano terra. Siccome eravamo appena arrivati, la macchina e l'autista non c'erano ancora. Dovevo, quindi, andare a scuola a piedi, ma non mi dispiaceva. Salutai frettolosamente mio padre ed Alanah ed uscii di casa. Il cielo quel giorno era grigio e di tanto in tanto alcuni raggi di sole scaldavano la città. Avevo già visto dov'era la mia scuola, così non ebbi problemi ad arrivarci. Arrivata là fuori, mi sentivo una prigioniera che andava alla sedia elettrica. Entrai, non potevo credere ai miei occhi. Erano tutti uguali! Le ragazze avevano i capelli lisci raccolti in una coda. L'uniforme senza alcun cambiamento. I ragazzi avevano tutti i capelli corti e con il ciuffo alzato. Lì dentro sembravo una pazza. Insomma, avevo i capelli rossi, cosa che è sempre un po' strana, ricci, lunghi e sciolti. Ero opposta a tutti gli altri. Prima di entrare mi sedetti su un muretto poco distante dall'entrata ed estrapolai dalla borsa una sigaretta a menta. Non avevo il vizio, ma quando ero nervosa non ne potevo fare a meno. Terminata la sigaretta gettai il mozzicone a terra e presi un sospiro prima di entrare.

Andai in presidenza, per prendere le chiavi del mio armadietto.

<< Buongiorno..>> dissi appena entrata. Di fronte mi ritrovavo un uomo sulla sessantina, con un paio di baffi grigi ed i capelli bianchi. Mi accolse con un caloroso sorriso.

<< buongiorno signorina. Lei è..?>>

<< sono Amber Thompson. È il mio primo giorno e mi servirebbero le chiavi dell'armadietto e il mio orario delle lezioni..>>

<< Ah si, Thompson. Ecco tenga.>> mi porse tutto quello che avevo chiesto e mi salutò augurandomi un buon anno scolastico nella sua scuola. Il mio armadietto era il numero 339. Mentre vagavo nei corridoi alla ricerca di quel numero mi accorsi che nonostante fossero tutti uguali, i ragazzi erano molto carini. Finalmente trovai il mio armadietto. Lo aprii ed era veramente pulito, cosa che non mi aspettavo. Presi i libri dalla cartella e cominciai a sistemarli negli scaffali.

<< Ciao, sei nuova?>> mi disse una voce maschile da dietro la porta dell'armadietto. Quando la spostai mi ritrovai un ragazzo carino che mi sorrideva. Aveva i capelli castani e leggermente ricci. Gli occhi erano verdi. Ma un verde particolare che non avrei mai saputo definire.

<< Ehm.. si. Si nota?>>

<< Beh, si. Sei diversa da tutte quante. Le altre sembrano copia e incolla di Rinah, la ragazza più popolare della scuola. Comuqnue, piacere, Alex.>>

<< Piacere Amber.>> risposi tendendo la mano.

<< Australiana?>> mi chiese puntandomi l'indice contro.

<< Si.. ma come fai?>>

<< L'ho capito dall'accento, dall'aspetto e dal nome.. non prendermi per stalker..>> mi disse grattandosi la nuca.

<< No, non preoccuparti. Avevo dimenticato del mio accento..>>

<< Che hai alla prima ora?>>

<< Inglese nell'aula.. 224>>

<< Anche io ho inglese, se vuoi andiamo insieme!>> mi disse sorridendo. Il suo sorriso era un amore.

<< Certo amdiamo..>> gli sorrisi, ed insieme ci avviammo verso l'aula.


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salve, è la prima volta che scrivo una ff sui personaggi di supernatural. Ci tengo a precisare che nella mia storia hanno qualche anno in meno e che il carattere è completamente inventato. Si sa che il primo capitolo è sempre un po' moscio, pian piano comincerà a prendere forma. Ancora non è stato presentato alcun personaggio del telefilm, li vedremo entrare in scena nel prossimo capitolo. Spero vi piaccia, a presto! c:
  
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