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Autore: _GiorgiaWriter_    05/09/2014    0 recensioni
Avete mai nascosto un vostro segreto pur di non ferire la vostra famiglia?
Ma se poi la situazione degenera è meglio continuare a mentire o ammettere la verità, soprattutto a se stessi?
Giulia era una madre normale, ricca e molto felice.
Ultimamente è vittima degli sbalzi d'umore, si sveglia la notte e piange, va di nascosto in Chiesa ed è sempre più ostile con tutti, sarà Miriam, sua figlia, una bambina bionda e riccioluta a scoprire tutto per prima e sarà colei che proverà a smuoverla dalle sue paranoie e dai suoi peggiori incubi.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La domenica passò tranquillamente, i figli grandi erano usciti, Andrea aveva portato Miriam ad una festa di compleanno e Giulia era rimasta in casa col piccolino.
La mattina seguente, Beatrice stava uscendo per andare all'università dato che i corsi riprendevano dopo la pausa natalizia e anche Miriam ricominciava la scuola.
-Accompagno io Mir a scuola!- si offrì Tommaso, i due erano molto legati nonostante la differenza d'età.
-Tanto non hai altro da fare- disse il padre scrollando le spalle.
Tommaso aveva un diploma dell'Itis, all'università non ci pensava affatto, Andrea era molto deluso ma si stava pian piano rassegnando.
A infastidirlo era l'idea che non volesse nemmeno trovarsi un lavoretto: non per una questione economica in quanto fossero più che benestanti, ma perché non concepiva che lui stesse  svagarsi tutto il giorno, un po' come faceva la moglie ma questo lui lo tollerava di più.
In realtà la pittura o la fotografia possono diventare dei veri e propri lavori, Giulia ha commissionato vari quadri per mostre, locali, gallerie ed ha venduto molte opere.
-Non dire così, sta preparando le foto per la mostra, non è vero?- fin dall'infanzia Giulia ha sempre avuto un atteggiamento speciale verso Tommy.
Non che sia il suo figlio preferito, ama tutti allo stesso modo anche se non sempre lo dimostra, ma a lui lo vede ancora come un bambino piccolo, da proteggere e difendere sempre comunque e dato che in qualche modo ha deciso di “seguire” le orme della madre, giustifica ogni sua azione infastidendo i fratelli a volte, specie Beatrice che ha sempre brillato nella carriera scolastica ma che non è mai stata valorizzata particolarmente da Giulia.
“Abbiamo la libertà di esprimerci attraverso la musica, l'arte, la poesia...Perché devi rinchiuderti in un ufficio o in un ospedale?” ripeteva spesso questa frase a Beatrice quando scelse medicina, lei sorrideva ed evitava di aprire discussioni inutili perché cosciente del fatto che la madre vivesse, come suo fratello Tommaso, in un mondo tutto suo fatto di tanti colori e pochi pensieri.
-Si..Infatti poi vado al parco per fare qualche scatto.-
Erano da poco passate le sette e mezza quando Giulia rimase sola in cucina a lavare tazze e cucchiaini, visto che della lavastoviglie non si fidava.
Non sapeva come si sentisse, le capitava spesso ultimamente.
Stava e basta, né bene né male.
Qualcosa dentro di lei la stava sviscerando, la stava trasformando, si sentiva cambiare ogni giorno e alla domanda “Come stai?” sia che fosse posta dal marito, sia dai figli, sia dagli amici rispondeva con un biascicatissimo “ok”.
Prese Nicholas dal seggiolone e lo mise nel box nella veranda dove passava gran parte del suo tempo dipingendo, ma adesso l'ispirazione non c'era più, così si mise a giochicchiare col bambino.
Dalle vetrate si vedeva il retro del giardino, l'albero con l'altalena appesa e qualche gioco sparso qua e là.
Il cielo era piuttosto cupo, di lì a poco sarebbe piovuto.
Giulia giocava con il figlio, ma con la mente era da tutt'altra parte: ogni tanto fissava la tela e i colori che erano lì come sempre ad aspettarla.
Li osservò a lungo e penso “Perché abbandonarli?”.
Se era triste, avrebbe dipinto cose tristi tanto i suoi colori non avrebbero mai avuto nulla da ridire, non avrebbero protestato, non si sarebbero messi ad urlare né a chiedere spiegazioni.
-Vedi Nicholas, loro non possono soffrire...Loro no, quindi io dipingo e tu gioca sereno-
Il bambino sorrise alla mamma emettendo qualche versetto dei suoi e riprese a mettere e togliere anelli colorati dal cilindro bianco di plastica.
Giulia mise su “I notturni” di Chopin, sperando che la calma, la scorrevolezza e la dolcezza di quella melodia la tranquillizzassero, ma le sue pennellate erano tutt'altro che dolci e calme.
Dopo due ore, nella quale Nicholas cullato dalle note del pianoforte si era addormentato, si incominciava ad intravedere quel che Giulia stava dipingendo.
Lo sfondo erano pennellate puramente casuali, grigio scuro e nero sfumato, qualche schizzo rosso e al centro veniva su una donna, come stesse uscendo da una folata di fumo: una donna scarna, pallida e con i capelli spettinati, grigi.
Teneva una mano sulla testa e l'altra pareva fosse su una spalla, ma Giulia doveva ancora dipingerla del tutto.
Era messa di profilo con gli occhi chiusi e qualche lacrima che scendeva.
Giulia era soddisfatta, stava li incantata a sorridere, ma il suo sorriso celava una grandissima amarezza; la donna delle pulizie era arrivata da poco e osservò stupita la tela sul cavalletto
-E' stata lei a dipingerlo?-
Quella voce stridula la disincantò e Giulia tirò un pennello verso la donna
-Vattene!Sai che non puoi venire qui, vattene!-
Ma la povera Lilia, tutti i torti non li aveva: Giulia era solita dipingere paesaggi, spesso disegnava spiagge con bambini che giocavano e facevano il bagno, immense praterie con i cavalli che liberi correvano, pianure colorate e di tanto in tanto faceva ritratti o ripeteva scene di vita quotidiana della sua famiglia, lasciandoli indelebili ed eternamente su una semplicissima tela.
-Lilia!Torna qui-
-Mi dica signora-
-Prendi questo quadro e buttalo via, non dire a nessuno cosa hai visto chiaro?-
-Ma..-
-Senza ma!Giurami che lo butterai-
-Lo butterò-
-Giuralo!-
-Glielo giuro su Dio signora Arsalia-
-Porta Nicholas nel suo letto, io vado a farmi un bagno caldo. Non voglio essere disturbata se chiama qualcuno digli di richiamare-
-Si signora, certamente-
  
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