Di
cuori che battono piano e
passi che svaniscono
(Avviso:
se cercate una flashfic che finisce bene, piena di sorrisi zuccherati e
con un minimo di senso, allora
siete nel posto
sbagliato. Vi pregherei di uscire in ordine, seguendo la fila senza
spintonare per
scappare via prima degli altri da questa follia di parole.
Avviso
serio: sono semplicemente triste. Troppo. E ho scritto queste righe per
sfogarmi. Non c’è una vera e propria trama.
È solo un ammasso di tristezza.)
“Veglierò
comunque su di
te.”
Il cuore che batte piano.
“Non
puoi restare?”
Un per favore muto.
L’angolo di una
bocca che si alza in un sorriso
accennato.
“Per
cosa, per aspettare
il litigio che verrà? Io che me ne andrò e tu che
non tornerai più?”
Occhi bassi, labbra che
tremano.
Non piangere, non piangere,
non piangere non
piangere nonpiangerenonpiangere.
“Non
–”
“Non
voglio, Lou. Non ora
che sono felice con lui.”
Occhi azzurri che si rialzano,
sgranati, sorpresi,
tristi – ma Harry è felice. Oh.
“Oh.
Non voglio rovinarti la
felicità, certo che no, sicuro.”
Balbetta quasi, stritolandosi
il cuore tra le mani.
Affonda i denti nella pelle tenera dell’interno guancia,
qualcosa dentro di lui
e fuori e tutto intorno e da qualche parte su una stella e stretto tra
le proprie
dita si spezza.
“Louis..”
“Ti
auguro il meglio,
ovviamente. Ovviamente. Ci sentiremo?”
È più
una domanda che un’affermazione, il sorriso
sul volto che è più una smorfia di dolore, gli
occhi azzurri più liquidi che
solidi.
“Più
in là. Credo.”
Harry gli sorride, si china
per baciargli la
fronte.
La pelle di Louis diventa
bollente in quel punto,
come se le labbra rosse dell’altro avessero lasciato un
segno. L’avessero
marchiato a fuoco.
“Allora
addio, Lou.”
Gli sorride (il suo
è un sorriso vero, quello dolce
con l’ombra di una fossetta, quello che gli dedicava prima di
coricarsi insieme
a letto) e se ne va, lasciandolo solo.
Se ne va.
A Louis non è mai
sembrato così semplice e doloroso
andare via.
Il rumore dei passi che si
allontanano.
E poi,
semplicemente,
svaniscono.
“Ciao,
Harry.”
Dedicata
ovviamente a te,
che non
leggerai mai queste righe,
e che te
ne sei andato.
Di nuovo.
Dedicata
anche
un po’ a me,
che non
tornerò più.