Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Malec Lovers_    05/09/2014    8 recensioni
E se Alec avesse perso la memoria in battaglia?
E se tutti i suoi ricordi di Magnus fossero ormai perduti?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
La porta si aprì cigolando, lasciando così ai due ragazzi la possibilità di poter scorgere l’interno dell’appartamento.
Magnus una volta sentito il rumore accorse all’ingresso e si diresse in direzione della porta.
«Oh, Ale...» le parole gli morirono in gola non appena vide Kyle con lui.
«E così è ancora illeso eh?» pensò con un misto di rabbia e furia omicida.
I suoi occhi felini scrutarono il nuovo ospite a fondo.
«E lui chi è?» chiese con voce possente, sperando di spaventare almeno in parte il ragazzino. Ma niente. Era rimasto con quel fastidiosissimo sorrisetto stampato sulla faccia.
«Lui è Kyle» Questa volta fu Alec a parlare; aveva lo sguardo assente rivolto verso lo stregone, come se lo vedesse senza guardarlo davvero. L’azzurro dei suoi occhi era spento e il suo viso non lasciava trasparire alcuna emozione.
«Sono il suo ragazzo» disse Kyle, e la voce dolce da ragazzino che aveva avuto prima era sparita, sostituita da un’acida voce sottile e matura, in un certo senso ammaliante.
Magnus digrignò i denti. Come si permetteva quello stupido insolente di entrare così in casa sua, e autoproclamarsi il ragazzo di Alec?!
Palle! Erano tutte palle. Alec era il suo di fidanzato e non c’era niente più vero per lo stregone. Non c’era spazio per un moccioso presosi una cotta. Come dargli torto però, il Cacciatore era bellissimo, con i capelli corvini che gli ricadevano in ciocche disordinate sopra gli occhi azzurri così intensi, il fisico, che lui stesso aveva avuto stretto a sé tante volte, era impeccabile.
Per un dannato come lui, un demone, Alec era uno spiraglio di luce, un angelo, la possibilità di avvicinarsi alla cosa più simile al Paradiso. Ne avevano passate tante insieme e non sarebbe certo stato lì con le mani in mano mentre un moscerino del genere cercava di portargli via il suo vero grande amore.
Ma perché Alec non diceva niente? Non potevano davvero stare insieme.
«Alec» sussurrò a voce bassa in modo che solo il diretto interessato potesse sentirlo.  «Davvero?» Il terrore era ben visibile nei suoi occhi. Come era potuto succedere? Sembrava che si stessero avvicinando, ma adesso … le sue erano solo illusioni? Era tutto falso, tutto frutto della sua immaginazione?
Il Cacciatore con lo sguardo perso nel vuoto non fece altro che un cenno di approvazione con la testa. 
Magnus rimase impietrito mentre i due entrarono definitivamente in casa. Il giovane Lightwood gli si avvicinò e nell’orecchio gli bisbigliò «Cerca di non farti scoprire, è solo un mondano». Fantastico. Non solo colui che gli aveva soffiato il ragazzo era un lurido insetto, ma anche un mondano.
Mondano? Magnus gli diede un’altra occhiata accurata. Aveva qualcosa di strano, di certo non sembrava un semplice mondano. Cosa stava succedendo? E perché Alec si stava comportando in quel modo? Se ne stava lì immobile con lo sguardo assente e gli occhi completamente spenti. Quello non era il suo ragazzo, o meglio, tecnicamente lo era, era lì in piedi di fronte a lui, eppure non sembrava la persona che aveva conosciuto quel fatidico giorno alla sua festa, la persona di cui si era innamorato. In quel momento sembrava che il tempo si fosse fermato, tutto era immobile e silenzioso, se solo avesse potuto avrebbe aperto le porte dell’Inferno per scaraventarci il biondino.
Il tempo riprese il suo corso, e Kyle senza troppi complimenti si sedette sul divano impeccabilmente colorato.
«Se non ti dispiace noi dovremmo parlare, da soli. Sai, cose da fidanzati» fece il moscerino con una smorfia in viso.
«Oh, ne so molto più di te di cose da fidanzati» pensò Magnus. 
Il sangue gli ribolliva in testa. 
«Chissà se sorriderai ancora così dopo che ti avrò spaccato la faccia» disse lo stregone tra i denti. Non voleva andarsene, non voleva lasciarlo da solo con Alec. Si girò verso il Cacciatore sperando in qualcosa che lo facesse restare, ma niente, anzi, gli stava facendo cenno di andare. Kyle non faceva altro che fissare Alec, quasi ad indicargli le parole da dire e i gesti che compiere.
Sembrava essere diventato il suo burattinaio.
Volente o dolente, Magnus doveva lasciare quella casa per dirigersi da un suo vecchio amico che forse avrebbe avuto più informazioni sul modo per far tornare la memoria al suo ragazzo.
«Non temere Alexander, tra poco tutto finirà e ci saremo di nuovo solo io e te» cercò di fargli capire lo stregone con uno sguardo ferito e malinconico, ma il messaggio non arrivò al destinatario, perché c’era qualcosa, come una spessa parete trasparente che salvaguardava Alec e la sua mente dall’esterno che lo circondava.
Prese in mano il pomello, si voltò verso i due e disse: «Tornerò a breve» girò la mano e la porta si aprì. Prima che potesse essere del tutto fuori dell’appartamento si voltò in direzione di Kyle e, lanciandogli un’occhiata assassina, aggiunse: «Non me ne sto andando perché un moccioso mi ha detto di farlo». Prima che potesse uscire, Chairman Meow gli si strusciò vicino il polpaccio, e Magnus si chinò poggiandosi su un ginocchio e accarezzò con dolcezza la testa pelosa del gatto, per poi sollevargli il muso così da permettere un perfetto contatto visivo. «Mei oculus sunt tuus oculus»* sussurrò al gatto guardandolo dritto negli occhi. Qualcosa accadde, lo sguardo dello stregone divenne ancora più felino di quanto non fosse già. Si sollevò in piedi e lanciò un ultimo sguardo ai due ragazzi. Quella che a prima vista sembrava una coccola al proprio animale era in realtà un potente incantesimo che avrebbe fatto in modo che tutto ciò che avesse visto Chairman Meow sarebbe apparso nella testa dello stregone. Si sarebbe occupato del moccioso più tardi, non sopportava l’idea che Alec stesse con lui, c’era qualcosa che non lo convinceva in Kyle, ma gli serviva aiuto e l’unico disposto ad aiutarlo era Remus. 
I due stregoni si incontrarono in uno di quei stretti vicoli di Brooklyn poco distante dalla sua abitazione. L’altro aveva lo stesso aspetto giovanile di Magnus ma la sua pelle era chiara oltre ogni immaginazione e i suoi capelli lunghi erano di un rosso acceso. Questo era l’aspetto che vedeva l’altro stregone o chiunque fosse dotato della Vista, ma agli occhi mondani era un giovane ragazzo sulla ventina dai capelli neri e la pelle rosea. Aveva legato nella mano un guinzaglio attaccato all’altra estremità ad un collare indossato da un bulldog, che in realtà era un cane di media statura con due teste bavose e sul busto rigido due ali da pipistrello che si muovevano piano. Cuccioli demoniaci, così erano conosciuti. Piccoli demoni addestrati per stare al fianco dei figli di Lilith, che a differenza di quelli lasciati a piede libero non potevano essere sfiorati dai Nephilim, ma erano eccentrici animali da compagnia.
«Magnus Bane, mio vecchio caro amico» esclamò in tono caloroso lo stregone dai capelli infuocati « Saranno secoli che non ci si vede » fece sembrando di essersi rituffato nel passato.
«Remus Lupin» fece serio il Sommo stregone di Brooklyn «Per quanto io adori stare in tua compagnia, sono venuto da te per chiederti una mano» disse avvicinandosi all’amico.
« Già, il tuo Cacciatore.» dal tono di voce usato sembrava capire la sensazione che stesse provando il suo compagno di vecchia data.
«E tu come lo sai?» chiese sbalordito. Oltre che con Isabelle e Jace, non ne aveva fatto parola con nessuno: non avrebbe nemmeno potuto chiedere aiuto al Conclave, che avrebbe archiviato sicuramente il caso.
«Le voci girano nel Mondo Invisibile, dovresti saperlo» fece alzando le spalle. «Vieni, seguimi, diamo un’occhiata a quei vecchi volumi polverosi» disse dandogli una pacca sulla schiena per poi avviarsi verso l’uscita del vicolo in cui si trovavano. Si incamminarono per il grande vialone da cui prendevano vita altri piccoli viali, girarono in uno di quelli e si trovarono di fronte ad un portone dorato. Remus infilò la chiave dorata nella fessura, bastò un piccolo scatto e la grande porta si aprì, permettendo così ai due stregoni l’ingresso nel palazzo. Nel frattempo, nel loft di Magnus tutto era stranamente silenzioso e tutto ciò che lo stregone vedeva nella sua mente era quella coda piena di pulci del suo gatto. Cosa gli era saltato in mente? Affidarsi al gatto? Anche se prima gli era sembrata l’unica cosa da fare. Sperava fortemente che avrebbe trovato un rimedio con l’aiuto di Remus, ma innanzitutto doveva capire che razza di mostro era Kyle, aveva sicuramente fatto qualcosa ad Alec per averlo reso così vegetale. 
L’appartamento dell’altro stregone aveva uno stile di gran lunga più sobrio, rispetto al suo, quasi squallido, iniziando dall’arredamento. Aveva giusto il necessario: un piccolo divanetto con un tavolo e una piccola televisione comprata al mercato dell’usato. Il tutto era nero o grigio e le pareti erano totalmente bianche, spogli di ogni colore, fatta ad eccezione per quelle macchie di umidità ben visibili sulle pareti e sul soffitto oramai rovinato.
«Che pessimo senso dell’arredamento» pensò, più si guardava in giro, più i suoi occhi sanguinavano. Quella casa non era assolutamente di suo gusto e se non fosse stato per Alec, sarebbe scappato di corsa inventandosi una scusa. I due lasciarono quell’atrio povero di arredamento e si diressero verso una porta di legno scuro graffiato qua e là, questa volta non c’era nessuna fessura e nessuna chiave, gli bastò avvicinare la mano e chiudere gli occhi e piccole scintille verdi circondarono il pomello che da solo si girò e fece in modo che la porta si spalancasse. A differenza del resto della casa, la stanza in cui erano appena entrati era pulitissima e decisamente colorata. I muri erano ornati da migliaia di libri dalle variopinte copertine. Al centro della sala c’era un lungo tavolo di legno ramato. Magnus rimase affascinato, non aveva mai visto una libreria del genere e vedendo l’atrio non si sarebbe mai immaginato una così bella e sistemata raccolta di volumi.
«Benvenuto nella mia biblioteca» fece lo stregone Lupin divaricando le braccia come per far ammirare all’ amico la sua collezione. «Parlami di ciò che è successo con la tua dolce metà» disse con gentilezza. Voleva forse offrirgli una spalla sui cui piangere? Lo stregone gli raccontò tutto, dall’ingresso di Alec ferito a casa sua, al bacio con Kyle.
«Bè, è una bella pulce nell’orecchio quel ragazzino eh, come hai detto che si chiama?» fece l’amico al termine del suo racconto rivolgendosi all’altro stregone.
«Kyle» disse con tono sprezzante e nella sua voce erano ben udibili rabbia e rancore. Stupido gatto che non faceva altro che guardarsi la coda. Il padrone di casa gli diede un altro sguardo per poi dirigersi verso una scala e salirci sopra; arrivato in cima prese un paio di grossi libri e portandoli in braccio con fatica, riscese le scale e ritornò sul pavimento. Posò con forza i libri sulla spessa scrivania e con un movimento della mano fece segno a Magnus di avvicinarsi. Si sedettero ed iniziarono a sfogliare le prime pagine di uno dei libri.
«E così il tuo Cacciatore era in trance? Non mi sembra nuovo come caso, ma non avrebbe dovuto avere qualche protezione?» chiese Remus sfogliando ancora le pagine polverose.
«Si, ma da quando è tornato a casa le sue rune sono sbiadite, non hanno più nessun potere, penso che siano state bruciate da veleno demoniaco.» rispose Magnus guardando l’amico. 
«Trovato!» esclamò lo stregone dalla pelle spaventosamente bianca indicando con l’indice un nome sul libro: Demone incantatore. Una volta attirata l’attenzione dell’amico dallo sguardo felino, iniziò a leggere. «I demoni incantatori sono capaci di cambiare sembianze, non hanno un sesso predefinito quindi possono decidere se tramutarsi in un uomo o una donna e grazie alla propria figura sono capaci di incantare la loro preda…»
Nel frattempo nella sua casa il gatto si era mosso, vagava senza meta per il soggiorno; Alec era rigido sul divano con la testa rivolta verso il basso e di Kyle non c’era traccia. La porta della camera in cui dormiva il Cacciatore era spalancata ed era stata messa completamente a soqquadro, tutti i cassetti erano stati svuotati e gettati sul pavimento con forza. Gli occhi di Magnus erano spalancati, terrorizzati. Cosa stava succedendo in casa sua? L’amico accorgendosi della sua preoccupazione gli toccò una spalla «Magnus, cosa succede?» chiese a sua volta preoccupato.
«Sta succedendo qualcosa a casa mia ed Alec è lì» rispose con in viso un’espressione terrorizzata «Scusami devo andare» fece alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta.
«Vengo con te, potrà servirti una mano, ed è da tempo che non entro in azione» disse facendo spallucce. Una volta usciti di casa di fretta e furia con passo estremamente veloce si incamminarono verso casa Bane, e in pochi minuti erano arrivati fuori al portone del palazzo, dove in quel momento sostava la vecchietta con l’ombrello e l’impermeabile. Appena si avvicinarono l’anziana signora strinse forte la maglia di Magnus e la tirò verso il basso per far raggiungere allo stregone la sua altezza. «Il ragazzo sta sbagliando, sbagliando tanto, lui non ha la tua luce, il senno, ritrovagli il senno» poi i suoi occhi si posarono su Remus, fece un piccolo sussulto e gli si avvicinò. Sembrava strano ma quella signora terrorizzava l’altro stregone. «Il sole fa bene, esci di casa più spesso, hai mangiato? Ti vedo pallido» disse per poi iniziare a sghignazzare e salire le scale. 

«E quella chi è? La strega di Hansel e Gretel?!» chiese in preda alle palpitazioni. Se a Magnus erano le pareti dell’atrio dell’amico a fargli venire voglia di scappare lontano, per Remus era quella signora. 
«Quella è Gwen, è una delle poche mondane dotate della vista.» poi rivolgendo un occhiata all’altro aggiunse «E ha ragione, un po’ di sole non ti farebbe male».
Salirono di corsa la scalinata e con un gesto veloce spalancarono la porta d’entrata e finalmente furono in casa. Magnus corse subito da Alec, che sembrava avesse perso conoscenza, gli si avvicinò l’amico e allontanandolo con una mano disse «Vai! Pensò io a lui». Diede un ultimo sguardo al Cacciatore e si avviò verso le stanze. La porta del suo studio era semi aperta, con passo felino si avvicinò, aprì lentamente la porta, vi entrò e se la chiuse alle spalle. Di fronte a lui c’era Kyle che rovistava tra la sua roba come rovisterebbe un barbone in un bidone della spazzatura.
Magnus prese tutto il fiato che potesse prendere e con voce ferma e possente chiese «CERCHI QUALCOSA?!»
Se prima non era riuscito ad intimidire il ragazzo questa era stata la volta buona. Kyle tremava come una foglia.
 
Nota delle autrici:
Lucrezia: hello! :3 speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto, perché noi ne siamo molto soddisfatte, in quanto abbastanza lungo e ricco di informazioni. E poi c’è Remus*o* fandom di Harry Potter, capitemi. Ringrazio come sempre tutti quelli che leggono e recensiscono i capitoli <3
Ilenia: Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto. E’ stata una vera faticata, soprattutto per quella piccola frase in latino che mi ha bloccato mezza giornata, ed a proposito dovrebbe significare (se la mia traduzione è corretta) “I miei occhi sono i tuoi occhi”. Spero abbiate amato come me la vecchia signora,I love you Nonnina <3, e vi invito a recensire e dire la vostra!!
Ps. So che molte di voi, se non tutte, mi capiranno, mentre descrivevo Kyle mi stavano uscendo parole non proprio educate, anche se lo considero come mio figlio lo voglio vedere morto. FeelLikeJocelyn!!


A presto <3,
Malec Lovers_
 
 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Malec Lovers_