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Autore: SylviettaMyss    05/09/2014    1 recensioni
... se nuovamente un pazzo creasse un gioco dove le persone muoiono veramente?
... se la figlia di Kirito si trovasse in quel gioco?
... se incontrasse niente-popò-di meno che Kai Hiwatari, finito anche lui lì per caso?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asuna Yuuki, Kazuto Kirigaya, Un po' tutti, Yui
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Uno strano gioco ( parte 2)

I’ve become so numb I can’t feel you there
become so tired so much more aware
I’m becoming this all I want to do
is be more like me and be less like you
NUMB - LINKIN PARK


Se ne poteva andare al diavolo, per quanto gli riguardava. Questo pensò mentre fissava il corteo funebre. Lui se ne stava su una collinetta ad osservare la scena. Mani in tasca, nell’enorme giaccone nero, e sigaretta in bocca.

Non gli importava del legame di parentela che avevano, non sarebbe ritornato sui suoi passi.

- Signor Hiwatari, dopo la cerimonia dovrebbe seguirmi per sistemare alcune carte … - disse l’avvocato. – Pensateci voi, io non voglio averci nulla a che fare!- Rispose secco lui.
Voleva stare solo. Solo! Solo nella solitudine riusciva a ritrovare la calma e la serenità. Ormai aveva diciotto anni, era a tutti gli effetti un adulto per la legge, quindi in grado di cavarsela da solo.

Fin da quando era piccolo aveva avuto un sogno: essere il migliore. Così aveva scoperto il bey blade. Si era impegnato. Allenamenti e scontri l’avevano reso più forte. Era uno dei migliori blader al mondo. Era… quel mondo gli sembrava così lontano, anche se erano passati solo due anni. Ormai quel mondo non gli apparteneva più. Non voleva più averci a che fare, non voleva più avere a che fare con qualcosa o con qualcuno.

Forse erano solo riflessioni di quel giorno. Era rabbia e frustrazione per l’accaduto visto che non aveva potuto fare nulla.

Lui era lontano, in America a studiare. Aveva deciso di intraprendere la carriera ingegneristica per rimanere il più possibile vicino al bey blade. L’università non era difficile per lui, d’altra parte era sempre stato un ottimo studente. Poi quella telefonata. Un incidente, dicevano. Ma lui sapeva che non era vero. Suo nonno, Hito, era un uomo potente e si era fatto un sacco di nemici. Pensò subito che qualche pazzo l’avesse fatto fuori.

Riflessioni su riflessioni. Mente inspirava il fumo.

Si sentiva gli occhi adosso. Ora toccava a lui mandare avanti la baracca, ma, come aveva già pensato e detto, non voleva averci nulla a che fare e se ne potevano tutti andare al diavolo. 
 
I suoi ex compagni di squadra erano venuti al funerale. Avrebbe dovuto apprezzare il gesto o no… ma quel giorno gli rappresentavano solo una seccatura.- Ci dispiace molto, amico! Condoglianze! – Disse Max. Kai non rispose, si limitò ad annuire. – Per qualsiasi cosa, ricorda che potrai contare sul nostro aiuto! – sopraggiunse Rei. Ma lui non batteva ciglio, diede a tutti l’impressione di non soffrirci nemmeno un po’ - Insomma, Kai! Era tuo nonno! – Esordì Takao. – Esatto! E se non vuoi fare la sua stessa fine, ti consiglio di chiudere la bocca – Concluse, gettando la sigaretta a terra e andandosene. Takao saltò su tutte le furie ma Rei lo tranquillizzò. – Ci vuole un po’ di tatto, Takao… ogni persona vive il lutto a modo suo… - disse poi. – Si, ma lui lo vive strano… - concluse il giapponese.

Salì sulla macchina e questa partì. Sul sedile posteriore, poté finalmente sciogliersi i nodo della cravatta che lo stava soffocando. Guardava fuori dal finestrino oscurato. Vedeva ragazzini correre, giocare o andare in biciletta. Dovette ammettere che gli mancavano quei tempi. Era libero. Poteva far ciò che voleva e non aveva responsabilità. Ma quei tempi erano finiti. Quel giorno diventava un uomo.

Entrò in casa ed andò subito in camera sua. Rifiutò la cena. Non aveva fame, voleva solo stendersi e fumare. Bel vizio che aveva preso! pensò.

Sulla scrivania, tutte le foto dei suoi anni come blader. Già gli mancavano quegli anni. Fissò una foto e notò che si dipingeva le guance. Poi si guardò allo specchio, toccandosi il volto. Faceva uno strano effetto confrontare quel volto con quello di adesso. Appoggiò la sigaretta al posacenere e aprì un cassetto della scrivania. Tra mille scartoffie, penne ed altro, trovò una scatolina. L’aprì e si sedette sulla poltroncina.

L’aveva conservato, nonostante rimanesse poco di lui. Dranzer . La sua aquila rossa. Ridotta in frantumi da quel mentecatto di Brocklyn . Per fortuna, dopo lo scontro con Takao l’avevano rinchiuso in un centro per malati di mente. Il posto adatto a lui! pensò.

Si cambiò. Si levò tutti i vestiti eleganti e li gettò sul letto. Poi aprì l’armadio e si mise una banalissima camicia e un paio di jeans. E continuò a fumare, fissando il vuoto.
Qualcuno bussò alla porta. Era il suo maggiordomo. – Signore, è arrivato il pacco che aveva ordinato. Ve lo lascio sulla scrivania assieme alla cena – Disse l’uomo andandosene. – Grazie, Albert! – Rispose lui.

Si avvicinò alla scrivania. Prese un cutter e aprì il pacco. Estrasse uno strano caschetto che somigliava ad una visiera. – Nervegear?! Mah! – Lesse su quello strano oggetto. Poi prese il gioco. Ormai funzionava tutto con i codici! Pensò. Accese il pc e lesse un po’ il librettino del gioco. Battle Blade Online… funziona con l’apposito nervegear … bla bla bla… creato da Kazuto Kirigaya… Informazioni inutili. Ancora non capiva perché l’avesse comprato…

Inserì il codice del gioco. Poi si infilò il caschetto. Forse mentre giocava avrebbe potuto distrarsi dal mondo reale… almeno per qualche ora…

Si ritrovò all’identikit del suo avatar. Uno stanzone bianco con uno schermo, una tastiera e un mouse.Prima di tutto doveva scegliere il nickname. Ma quale nickname! Scrisse Kai H. con la mano sulla tastierina. Sesso. Ovvio, maschio. Scelta dell’avatar. C’erano diverse classi. Ovviamente, in base alla scelta avrebbe deciso se il suo personaggio fosse stato buono o cattivo. Non voleva scegliere ne un buono ne un cattivo. Così scelse il cacciatore di demoni. L’aspetto. Il caschetto aveva fatto uno scanner facciale e aveva capito perfettamente anche la sua corporatura. Non lo modificò più di tanto. Gli abiti erano standard per tutti i giocatori alle prime armi. L’avrebbe modificato a seconda dei soldi che racimolava durante le missioni.

Decise di inziare.

 
- LINK START! –
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Salve a tutti! 
Si, vero, ci ho messo un sacco a scrivere il secondo capitolo... chiedo umilmente perdono...
La verità è che dovevo decidere a quale gioco ispirarmi prima di creare il vero BBO ( che non è un panino del McDonald's , ma l'abbreviazione del gioco)...
così ho deciso a cosa ispirarmi. 
Veniamo a Kai... l'idea del bel blader tenebroso + sigaretta in bocca... volevo dargli un aria da "dannato e bello"... 
Comunque! Ora vedo come fare il terzo, intanto ho già deciso il titolo! Si chiamerà "Non si può uscire" o qualcosa del genere...
Non dimenticate di commentare! 
Alla prossima!
SylviettaMyss
  
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