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Autore: Serenella88    05/09/2014    8 recensioni
Ed eccomi qua, di nuovo loro ad ispirarmi, la mia storia di Sara e Lorenzo è però un pò diversa da quella che è andata in onda nella fiction tv. Sara lascia Lorenzo e vuole andare via da Roma, ma una scoperta sconvolgente cambierà i suoi piani. E quella scoperta riguarda entrambi. Sara riuscirà a portare a termine la sua scelta di vita? Come reagirà Lorenzo quando capirà il sacrificio che lei sta compiendo? Cos'ha ancora in serbo per loro il destino?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14. Il giorno che non avrei mai voluto vivere

(Marco)

Quando arriviamo a casa di Stefano proviamo a citofonare a più riprese ma non otteniamo nessuna risposta, Maria compone il numero di Sara che squilla sempre a vuoto, comincio ad essere sempre più fuori di me e sempre più preoccupato, riusciamo ad arrivare alla porta, urlo e suono dando inoltre dei colpi al portoncino, qualcosa mi dice che Sara è lì dentro e il fatto che non dia segni mi angoscia.

Maria chiama Stefano che le da la conferma di quello che temevo, è andato via da casa sua una mezz’ora prima e Sara gli aveva promesso di andare a riposarsi un po’. Prego con tutte le mie forze che mia sorella abbia solo il sonno pesante, che apra questa maledetta porta da un momento all’altro e ci rendiamo conto tutti di esserci presi solo un brutto spavento. Ma i minuti passano e non succede nulla. Stefano sta rientrando con le chiavi per sincerarci di cosa stia accadendo io nel frattempo chiamo Oscar che ritiene opportuno inviare qui un’ambulanza. Ho tanta paura come forse non ne ho mai avuta in tutta la mia vita.

Neanche a dirlo Stefano si è scapicollato qui, apre ed entriamo subito per cercare Sara, poco dopo la vediamo sul divano distesa, è pallida come un fantasma e subito mi avvicino per vedere se respira, il respiro è lento quasi impercettibile ed anche il polso ha il battito lentissimo. Maria richiama Oscar, che fortunatamente è a bordo dell’ambulanza, sono a pochi minuti da qui.

“Resisti sorellina mia, resisti, per te e per la tua bambina resisti, non lasciarci ora”

 

Due ore dopo.

(Lorenzo)

Sono appena atterrato a Roma, sono inquieto, nervoso, teso, quei maledetti brutti pensieri non mi lasciano in pace, è come un’ossessione, più cerco alternative, spiegazioni diverse, chiavi di lettura differenti e più tutto mi sembra portare nella stessa unica direzione. L’unica che non vorrei, la più drammatica.

Mi sento il cuore attanagliato da un peso e lo so che non è normale ma in questo momento vorrei solo due cose: riabbracciare Tommy e stringerlo per assicurarmi che vada tutto bene e poi anche solo per un momento rivedere lei, ho bisogno di vedere e di sapere che Sara sta bene perchè gli incubi passano, non durano mai più di pochi minuti. E’ sufficiente solo aprire gli occhi, mettere a fuoco e tutto per incanto va a posto e riprende il proprio ordine delle cose.

Riaccendo il cellulare e recupero il mio bagaglio, prima Tommy e poi lei mi ripeto inquieto, e non fa niente se ci soffrirò ancora, non fa niente se ho promesso cento volte di non volerne più sapere niente, tanto poi duecento volte ho infranto la promessa, al diavolo tutto ho solo bisogno di sentire lei.

 

(Villa Aurora)

(Tommy)

Siamo tutti nella sala d’attesa della clinica e dopo la grande gioia per la nascita dei gemellini di Marco e Maria ora la tensione si taglie a fette, siamo tutti tristi e preoccupati, nessuno dice una parola solo talvolta ci chiediamo perché non ce ne siamo mai accorti e perché Sara non ci ha mai detto che stava molto male e che la sua gravidanza era così difficoltosa. Ora più che in tutti questi dieci giorni mi manca papà. Se ci fosse anche lui mi sentirei meno preoccupato per Sara, non solo perché è mio padre ma perchè lui è uno dei migliori davvero e sono sicuro che nelle sue mani lei sarebbe al sicuro. Chi sa se papà sa qualcosa del problema di salute di Sara e chissà se in qualche modo questa brutta storia possa avere a che fare anche con la loro rottura. Stiamo aspettando un professore da un’altra clinica, che si chiama Viale dei Fiori, forse se non ho capito male è il luminare con cui collabora mio padre per la ricerca su quel nuovo farmaco che stanno sperimentando. Qualcosa mi dice che appena arriverà a Roma sarà anche papà a raggiungerci il più in fretta possibile.

Guardo il cellulare che vibra. E’ proprio lui.

“Pà” rispondo subito.

(Lorenzo) “Tommy, ciao. Senti sono appena atterrato, sono di nuovo a Roma finalmente, tu dove sei?”

(Tommy) “In clinica, a Villa Aurora”

(Lorenzo) “In clinica? Come mai? Come stai?”

(Tommy) “Io sto bene, sto bene, si tratta di Sara, lei…”

(Lorenzo) “Arrivo subito”. E tutto ancora una volta sembra confermare la mia assurda ma sempre più realistica intuizione, Sara sta male ed il mio posto, nonostante tutto è ancora accanto a lei.

 

(Maria)

Siamo nello studio di Oscar, stiamo attendendo il professor Scarfoglio, era all’università per un seminario ma quando gli hanno spiegato la situazione ha affermato che sarebbe venuto il prima possibile per concordare sul da farsi. Sara, intanto, è stata sedata, grazie ad un lungo massaggio cardiaco sono riusciti a rianimarla, il suo cuore ha ripreso a battere ma è inutile dire che il quadro clinico è pressappoco disperato. Disperato come il mio Marco. E a dirla tutta sono terribilmente angosciata anche io, per non parlare della nostra “famiglia” che ha praticamente invaso Villa Aurora, nessuno di noi vuole perdere Sara, lei non vuole rinunciare alla sua bambina e c’è chi sta perdendo più di tutti ed ancora non ne sa niente, io non oso nemmeno immaginare il momento in cui Lorenzo scoprirà tutto quello che è successo e comprenderà tutto quello che può accadere.

 

(Lorenzo)

Sono arrivato con un taxi direttamente dall’aeroporto, ho intimato all’autista di correre il più in fretta possibile, ho provato a richiamare Emilio, ho visto che mentre ero ancora in aereo mi aveva contattato ma non sono riuscito a trovarlo. Ho tentato di pensare e ripensare ai dati clinici di cui sono venuto a conoscenza durante la ricerca sul Caso1, non riesco ad essere lucido, a tratti mi sembra evidente che quella donna, quella ragazza sia Sara, mentre in certi momenti non posso fare a meno di considerare, forse di sperare con tutto me stesso, che non può essere lei, insomma questa ragazza ha scoperto di essere malata quasi due anni fa quindi prima ancora che io conoscessi Sara ciò significa che se così fosse Sara avrebbe mentito a tutti e soprattutto a me, tutto quello che abbiamo condiviso l’avrebbe fatto consapevole che non le sarebbe rimasto molto da vivere e non è possibile che sia stato così. Poi Marco, Stefano insomma è pur vero che negli ultimi mesi non ho praticamente visto Sara ma loro si, come potrebbero sapere una cosa del genere e nasconderla? Per non parlare della gravidanza, questa donna quando è rimasta incinta le avranno spiegato che è praticamente impossibile salvare entrambe. Quindi ribadisco il fatto che non può essere stata Sara a fare questa scelta assurda e soprattutto non gliel’avrebbe permesso chi le è vicino.

Sono angosciato, confuso, sragiono e so solo una cosa voglio vederla!

Ho bisogno di vederla.

Finalmente il taxi posteggia davanti Villa Aurora, lo pago e scendo al volo senza nemmeno premurarmi del resto ne del bagaglio che ho praticamente lasciato al tassista. Quando entro i Martini mi circondano e dalle loro facce capisco sempre di più che l’impossibile è diventato possibile, che quel maledetto incubo sta diventando realtà, che tutto ciò che mi è sembrato inspiegabile era molto più chiaro di quanto pensassi. Tommy mi abbraccia, io lo saluto e poi non capisco bene cosa mi dicono ma mi faccio spazio continuando a ripetere “devo andare dentro… devo andare dentro” Gloria mi saluta e mi dice solo “sono tutti riuniti nella stanza di Oscar” attraverso quel corridoio come un lampo.

 

(Marco)

Oscar ci sta spiegando che il farmaco di Scarfoglio in Italia non è ancora utilizzabile, stanno aspettando un incontro al Ministero per la prossima settimana, devo rispettare un protocollo, io sono talmente arrabbiato che sfonderei un muro e manderai al diavolo chiunque mi parlasse di burocrazia e protocolli e non si rende conto che qui stanno morendo una donna e la bambina che porta in grembo.

La porta si spalanca, la sensazione è che chiunque l’abbia aperta l’abbia fatto con violenza e rabbia, la mia stessa rabbia, non è Scarfoglio come abbiamo pensato tutti quando ci siamo voltati in direzione dell’entrata, è Lorenzo.

Io non so cosa sappia, se sappia, come mai ora sia qui, ma so soltanto che lo fisso negli occhi e quando lui ricambia il mio sguardo è palese che quel momento è arrivato: il giorno che non avrei mai voluto vivere.

 

(Lorenzo)

Apro la porta con impeto, adesso qualcuno mi deve spiegare e di spiegazioni me ne deve dare tante, poi dopo andrò da lei, ma adesso devo capire ogni singolo dettaglio di questa situazione non accetterò più che mi venga omesso niente, niente!

Guardo Oscar, il suo viso è triste e preoccupato, fa cenno di no con la testa quasi volesse dirmi che non c’è più niente da fare e questo lo vedremo, poi ovviamente mi giro verso Stefano mi prudono le mani io se potessi lo prenderei a sberle ma non si rende conto che sta perdendo la donna che ama? Che non avrebbe mai dovuto progettare un figlio con lei nel suo stato? Sara non dovrebbe essere incinta meno che mai al sesto mese di gravidanza! Guarda dritto davanti a sé non nego che è terrorizzato anche lui ma non glielo perdono, a lui non gliela perdono e se dovesse accadere qualcosa a lei lo riterrò diretto responsabile.

Maria è accanto a Marco, credevo di conoscere bene mia cugina e, invece, mi sono sbagliato di grosso, lo sapeva, sapeva anche lei e nonostante tutto ha taciuto, leggo una certa tenerezza nei suoi occhi nei miei riguardi, non voglio essere compatito da nessuno, non c’è niente da compatire.

Infine fisso Marco e lui diversamente dagli altri due mi tiene testa con lo sguardo, tra noi due non c’è mai stato buon sangue è evidente, ma ho sempre avuto stima e rispetto di lui, in queste ore in cui piano piano tutto ha assunto questa dimensione drammatica ho fatto appello a lui mentalmente ed ho sperato nel fatto che se si fosse trattato di Sara lui non lo avrebbe permesso, ho sbagliato anche con lui! Non c’è nessun su cui avrei potuto riporre la mia fiducia per sapere la verità? Nessuno? E’ stata Sara a volere i loro silenzi e perché? Cosa ha pensato che se fosse morta e noi nemmeno ce ne fossimo accorti sarebbe stato meglio? Sarebbe stato meno devastante?

Gli sguardi, la tensione, il silenzio che è calato da quando sono entrato qui e i miei pensieri si dissolvono di fronte a Emilio che entra nella stanza approfittando del fatto che l’ho lasciata aperta “Buongiorno a tutti, Lorenzo ci sei anche tu mi fa piacere trovarti già qui, non so se hai già avuto modo di parlare con i signori Levi, con il dottor Nobili, la situazione di Sara Levi è ulteriormente degenerata, dopo è necessario fare un punto sulla ricerca e sui risultati proprio per capire come procedere con il Caso1”

Se c’è ne fosse stato bisogno Emilio me ne da la conferma il Caso1 è Sara. Do un pugno ad un armadietto dei medicinali sfondando un vetro, questo è il giorno che non avrei mai voluto vivere.

N.d.A. Nel ringraziarvi immensamente di tutte le vostre recensioni, preferenze, del vostro seguito vi informo che per me è in arrivo un'altra settimanina di vacanza e quindi ci riaggiorniamo dalla settimana del 15/09, intanto spero che questo capitolo sia gradito.

  
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