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Autore: Sam__    05/09/2014    6 recensioni
• Calzona / AU / OOC. •
L'arrivo della supplente, Callie Torres, all'Evergreen State College non passa inosservato alla ribelle studentessa, Arizona Robbins.
La donna prese un respiro profondo. “Come ti chiami?” chiese poi.
“L’ho chiesto prima io.” La sfidò Arizona.
“Allora credo che la tua risposta sia scritta alla lavagna da circa mezz’ora…signorina?!”
Callie Torres.
Lesse Arizona nella sua testa. “…R-Robbins.” Si affrettò poi a dire.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Capitolo 11.

 
Arizona aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu la sveglia che segnava le 10:07.
Merda, la scuola!
In un attimo l’assalì un’ondata di panico che pian piano regredì appena si ricordò che era domenica.
Lasciò andare un respiro e si rilassò, girandosi dall’altra parte del letto.
Callie non c’era. Eppure era sicura di aver dormito con lei la scorsa notte…e poi quella era casa della donna quindi dove poteva essere?
Si alzò, dirigendosi in cucina.
“Buongiorno.” La accolse un sorriso dal piano cottura della cucina.
“Che buon profumino!” affermò annusando l’aria, la ragazza.
Callie sorrise. “Ho preparato i pancake.”
Arizona si andò a sedere di fronte al bancone sul quale Callie poggiò prontamente il piatto con i pancake.
La bionda iniziò a mangiare, e la donna sorseggiò il suo caffè.
“Ho fatto delle ricerche stamattina presto, quando ancora dormivi.” Buttò lì Callie.
“Ma di quale malattia soffri per alzarti presto anche la domenica?” ribatté Arizona.
“Mi sono semplicemente svegliata.” Si giustificò.
“Mh…dicevi?”
“Che ho fatto delle ricerche…ci sono molti college a Portland.”
Arizona posò la forchetta con il boccone di pancake che stava per mangiare sul piatto.
“E’ lì che ti spediscono? Portland?”
“Già.”
“Come puoi stare ai loro ordini? Farti sballottare da un posto all’altro senza poter mantenere nemmeno il minimo contatto con niente e nessuno a causa loro?”
“Sono giovane. I posti fissi da insegnante sono rari e non lo darebbero sicuramente a me ma a qualcuno che ha più esperienza. Sono una supplente. E se non mi sta bene ciò che loro mi danno, mi mandano via e devo cercarmelo da sola il posto e non c’è cosa più difficile. Preferisco avere una buona parola sul mio conto e andare dall’altra parte dello stato piuttosto che rimanere in mezzo alla strada.” Spiegò Callie.
La ragazza annuì. “Beh perché hai cercato dei college visto che ieri sera hai detto che saresti rimasta qui?”
“Ho pensato…e sono arrivata alla conclusione che tu puoi continuare gli studi ovunque, io non so dove trovarlo un posto…”
“Certo e potrei trovare un lavoro part-time anche lì, qualcuno con cui dividere il prezzo del dormitorio anche lì…” rispose sarcasticamente.
“Dovrai pagarti solo il college. Non avrai bisogno di una stanza nei dormitori. Vivrai con me.”
“Dovrò pagarmi mezza casa invece di mezza stanza.”
“No, pagherò tutto io. E un giorno, quando finirai gli studi e troverai un lavoro, prenderemo una casa insieme e lì mi aiuterai a mantenerla. Ma non adesso. Mi basta che tu venga con me.” Ribatté Callie cercando di far capire ad Arizona quanto serio era tutto quel piano che aveva pensato.
“Se ti basta questo perché non mi paghi pure il college mentre che ci sei? Così non devo lavorare!” sbottò Arizona.
Callie restò in silenzio.
“Scusami. Solo che…potrei anche chiedere ai miei genitori di mandarmi dei soldi ogni mese ma non voglio. Non voglio dipendere da nessuno, men che meno da loro. Soprattutto non adesso, dopo che me ne sono liberata. Sarebbe chiedergli aiuto ed essergli debitrice e io non lo voglio.” Spiegò la ragazza.
“Quindi cosa proponi?” chiese la donna.
“Io-non…io…non credo di poter partire.”
“Oh, bene! Grazie per aver ammesso il vero problema! Quindi io dovrei restare qui per te ma tu non puoi andare via da qui per me?” alzò la voce Callie.
“Guarda che sei stata tu a dirmi che non saresti mai andata via! Io mi stavo allontanando da te e tu mi hai praticamente detto che mi ami e che saresti rimasta!” si difese Arizona.
“L’ho detto in quel momento perché era l’unica chance di non perderti!”
“Mi hai detto che mi ami perché era l’unica chance?”
“No, non mi riferivo a quello!”
“Quindi hai detto che saresti rimasta, anche se non era vero, solo per non farti lasciare? Ti rendi conto di quanto egoista e immaturo sia? Quella era una chance! Una chance per lasciarsi andare ma tu hai preferito incasinare tutto dicendo parole a cui non credevi nemmeno!” urlò la ragazza.
“Ci credevo! Ma ci sono altre cose da considerare oltre le parole!” ribatté.
“La prima cosa da considerare erano quelle! Le parole hanno un peso diverso per ognuno di noi, e tu dovevi pensarci prima di buttarle lì, come se non valessero niente!”
A quel punto, un cellulare squillò senza dare il tempo a Callie di ribattere.
Arizona si alzò, riconoscendo la sua suoneria, dirigendosi nella stanza da letto e rispondendo al telefono.
Parlava a bassa voce, quindi l’’unica cosa che arrivò alle orecchie di Callie fu il porca vacca! Che Arizona imprecò ad alta voce.
Riattaccò tornando dov’era Callie.
“Devo andare.” Disse.
“Dove? E’ domenica, non devi né studiare né lavorare.”
“Si. Lo so. E’ solo che…oggi è il mio compleanno e facciamo questa cosa con i miei amici da sempre…passiamo l’intera giornata insieme.” Scrollò le spalle.
Callie dischiuse le labbra, perplessa.
“Io non lo sapevo. Perché non me l’hai detto?”
“Non mi piacciono i compleanni…in specie il mio.” Rispose sinceramente.
“Ehm-io-non…ecco, spero di non averti rovinato la giornata.” Si scusò imbarazzata Callie.
“Non hai rovinato niente, tranquilla. Ora devo andare.”
Callie annuì tristemente.
Capiva l’abitudine annuale del gruppo, ma anche lei voleva passare del tempo con Arizona il giorno del suo compleanno. Specie dopo quella discussione.
Arizona le andò vicino, stampandole un bacio casto sulle labbra.
“Stasera puoi venire a festeggiare con noi, se ti va.”
“Davvero? Non ti sentiresti a disagio?” chiese premurosa la donna.
Arizona abbozzò un sorriso per poi scuotere il capo.
“Ti faccio sapere il posto e l’ora.” Disse, mentre usciva di casa.
*
 
“Chi si vede!” esclamò Alex non appena Arizona entrò nella sua stanza.
“Che ci fai qui?” chiese sorpresa la ragazza, sapendo che l’appuntamento per incontrarsi era da un’altra parte.
“Buon compleanno!” esclamarono un mucchio di voci, prima che Teddy, Lexie, Meredith e Cristina uscissero dal bagno.
Arizona rimase perplessa a fissarle. “Eravate tutte e quattro nascoste in quel buco di bagno?!”
“Anch’io ho detto che era una pessima idea.” Si lamentò Cristina, ottenendo un’occhiataccia da Meredith.
“Sapevo che saresti venuta prima a cambiarti, per questo abbiamo pensato di farti una sorpresa!” esultò Teddy.
“Beh, se sapevo che dovevamo uscire per festeggiare…non è che sia stata proprio una sopresa…sapevo già che vi eravate ricordati del mio compleanno…giorno che perfino io avevo dimenticato, tra parentesi.” Alzò le spalle Arizona.
Teddy la fulminò con lo sguardo “un semplice ‘grazie’ sarebbe bastato.”
Arizona rise. “Okay, okay...grazie.”
Teddy ricambiò il sorriso. “Va a cambiarti, abbiamo tantissime cose da fare.”
“Tipo?” chiese la ragazza, aprendo il suo armadio e rovistandoci dentro.
“Quello che ti va di fare, facciamo. Come ogni anno.” Rispose l’amica.
Arizona scrollò le spalle “mi basta che stasera andiamo a bere qualcosa in qualche bar.” Affermò per poi dirigersi in bagno “pensate voi a cosa fare da qui a questa sera.” Si richiuse la porta alle spalle.
“Potremmo andare al mare.” Propose Lexie.
“Andiamo a mangiare qualcosa.” Ribatté Cristina.
“Facciamo un giro al lunapark.” Buttò lì Alex.
“Possiamo fare ognuna di queste cose, abbiamo tutto il giorno.” Osservò Meredith.
“Esatto! Direi anch’io di fare un po’ di tutto.” Sorrise Teddy.
Arizona uscì dal bagno, trovandosi cinque paia d’occhi piantati addosso.
“Cosa?!” chiese confusa.
“Hai sentito ciò che abbiamo detto? Ti va bene?” chiese Lexie.
“Ho detto che possiamo fare quello che volete, quindi si, va bene.” Sorrise.
E così, uscirono dalla camera discutendo su cosa fare per prima.
 
Si stavano dirigendo al mare come prima tappa, quando Alex disse “non pensavo ti saresti davvero fatta viva.”
“Perché?” gli chiese Arizona perplessa.
“E’ un bel po’ che non stai con noi…e onestamente pensavo volessi passare anche il compleanno in compagnia di lei.” Spiegò il ragazzo.
La bionda restò sconcertata. “Lei chi? Teddy ti ha detto qualcosa?”
“Teddy lo sapeva! Ne ero sicuro! Ma continuava a dirmi che non c’era nessuna e invece c’è! E non me l’hai detto…perché non me l’hai detto?”
“Già. Siamo amici. Perché non ci hai parlato della tua nuova ragazza?” s’intromise Meredith.
“Quando poi sembra anche una cosa seria…visto che tu non sei tipo da ragazza fissa…” osservò Cristina.
Teddy rimase in silenzio come Lexie, non sapendo che dire, conoscendo già tutta la faccenda.
“Io…ehm…” tentò di pensare velocemente a qualche scusa ma, se tanto Callie doveva presentarsi quella sera, tanto valeva dire la verità.
“La conoscerete stasera.” Sorrise imbarazzata.
“Uh, fantastico!” esclamò Meredith.
“Rimane sempre il fatto che non ci hai mai parlato di lei.” Puntualizzò Alex.
“Perché non era una cosa ancora seria. Lo è appena diventata.” Si giustificò la ragazza.
Alex annuì incerto.
“Come si chiama?” chiese Cristina.
“Scoprirete tutto stasera.”rispose la ragazza, sorridendo misteriosa, cercando di mascherare la tensione.
 
“Verrà davvero stasera? O dirai che ha avuto un imprevisto?” chiese Teddy mentre rientravano in camera, quel tardo pomeriggio, per darsi una sistemata e riuscire.
“Verrà davvero.”
“Oh. E la cosa non ti crea alcun problema?” rispose sorpresa Teddy.
“Siete miei amici. Nessuno di voi mi metterebbe nei guai dicendo che sto con una professoressa, lo so per certo.”
“Si. Su questo hai ragione.”
Ci furono attimi di silenzio. Poi Arizona prese un respiro profondo prima di parlare.
“Mi ha chiesto di andare a Portland con lei.” Disse.
“Cosa?”
“Già, ma non ho intenzione di andarci, comunque.” Scrollò le spalle.
“E perché?” chiese stranita Teddy.
“Seriamente?” inarcò un sopraciglio Arizona “la mia vita è qui. Con te ed Alex e tutti gli altri. Siete la mia famiglia. Non posso lasciarvi.” Spiegò.
Teddy sorrise. “Si che puoi, Arizona, se è quello che vuoi.”
L’amica la guardò, terrorizzata da quelle parole. “Stai dicendo che dovrei andare?”
“Sto dicendo che dovresti farlo se è quello che vuoi, senza preoccuparti di me o di Alex. La famiglia ti aiuta a crescere, poi vai per il mondo a crearti la tua.”
“Non credo di riuscire a vivere lontano da voi. Da te.” Ammise la ragazza.
“La distanza non è un problema. Ci sentiremo ogni giorno per telefono e poi verrò io a trovare te o tu a trovare noi.” La rassicurò.
“Non…io ho bisogno di tempo, per pensarci…ci sono tante cose da valutare…”
“Io credo che tu voglia prendere tempo perché in verità non vuoi andarci per altri motivi oltre me e Alex, e non sai come dirlo a Callie.” Osservò l’amica.
Arizona sospirò. “Si okay, è vero.” Ammise. “Non mi sento pronta a fare le valige, abbandonare tutto ciò che conosco e andare a vivere dall’altra parte dello stato con…con una sconosciuta, in pratica! Stiamo insieme da quanto? Una settimana?! E’ una sconosciuta.”
“Ma vi siete piaciute da molto prima…dalla prima volta che vi siete viste, oserei dire, quindi questo implica circa tre mesi…” le fece notare Teddy.
“Si ma non…non so praticamente nulla di lei…e se l’andare a vivere insieme ci allontanasse? Magari non andremo più d’accordo vedendoci 24 ore su 24…” ribatté Arizona.
“Ma come fai a saperlo se non ci provi?”
“Sembra che tu debba convincermi per forza ad andare via…”
“Sembra che tu voglia qualcuno che ti dica di restare qua…”
Arizona sospirò.
E’ vero. Voleva qualcuno che le dicesse cosa fare.
Non che le desse due possibilità. Sapeva già di averle, e non sapeva quale delle due scegliere.
Voleva qualcuno che le imponesse una decisione…e magari, vedendosi costretta, avrebbe capito cosa voleva davvero.
“Arizona, non devi chiederti se litigherete e quanto spesso accadrà. La cosa da domandarti è: la ami? Perché se è così, avete una cosa al quanto potente a vostro favore che vi terrà per sempre unite. In caso contrario, è inutile anche continuare a parlarne.” Spiegò Teddy.
“Io…io non lo so.” Confessò Arizona.
“Va bene, lo saprai quando arriverà il momento. Ora, forza, a cambiarsi che rischiamo di arrivare in ritardo!”
*
 
Erano tutti riuniti intorno al tavolo del bar e Arizona aveva mandato un messaggio con l’indirizzo a Callie una quindicina di minuti fa.
Da lì a poco sarebbe arrivata, e definire Arizona nervosa in quel momento, era un eufemismo.
“Quando arriva?” chiese Cristina, mentre s’ingozzava di noccioline arrivate lì insieme agli aperitivi.
“Presto.” Rispose secca Arizona.
Teddy notò quel nervosismo e strinse una mano dell’amica tra le sue. “Sta tranquilla, andrà tutto benissimo.”
Arizona annuì piano ma non era per niente convinta.
Del resto era la prima volta che si facevano vedere in giro come coppia, ma soprattutto, che si facevano vedere in rapporti “intimi” davanti ai suoi amici.
Come cazzo ci si comporta quando si sta in una relazione? Pensò Arizona.
Magari devo far finta che gli altri non esistano e comportarmi come se ci fossimo solo noi due.
Ma io so che non ci siamo solo noi due!
Porca la miseria, Arizona, che cosa hai fatto?! Perché non potevi starti zitta e buona? Sempre a crearti da sola i problemi.
E mentre la bionda pensava tutto questo, Teddy le sussurrò un lieve “è qui.”
Alzò lo sguardo e la vide: bellissima come sempre, in jeans attillati, maglietta rossa e giubbotto di pelle con quello sguardo un po’ spaesato che si guardava intorno.
Si prese di coraggio. Respirò profondamente. “E’ arrivata.” Disse al gruppo, mentre alzava una mano per farsi notare da Callie.
La donna aguzzò la vista in un primo momento, per poi sorridere all’accettarsi che fosse davvero Arizona.
Tutti i presenti al tavolo dov’era seduta la ragazza, si girarono a guardare una professoressa di filosofia avanzare verso una sua alunna, baciarla castamente sulle labbra, sorriderle per poi porgerle un piccolo pacchetto e dire “buon compleanno.”
 
Gli amici di Arizona non furono gli unici a rimanere sconcertati dalla presenza di Callie e, soprattutto, dal bacio pubblico che aveva dato ad Arizona.
Infatti, anche quest’ultima era rimasta leggermente scombussolata e avrebbe voluto riavvolgere il tempo fino a tornare a quella mattina e rispondere con un: si, mi sentirei a disagio ad averti lì.
Prese il pacchetto dalle mani della donna “grazie.” Le regalò un leggero sorriso.
Gli altri rimasero ancora un po’ a guardarle a bocca aperta, eccetto Teddy e Lexie che si comportavano come se fosse la cosa più normale del mondo, e poi Alex fu il primo a proferir parola.
“Ma non era la più grande cavolata del secolo?!” disse.
Tutti lo guardarono ed Arizona si schiarì la gola.
“Beh si, le cose sono un tantino diverse ora…” sorrise colpevole.
“Un tantino diverse? Cazzo Robbins, potevi dirmelo che non volevi che ci provassi perché la volevi tu, invece di venire a farmi la morale!” sbottò il ragazzo.
“Alex, calmati.” Affermò Meredith, vergognata da tutte le persone che ora li guardavano a causa del tono di voce alto di Alex.
“Calmati un cazzo, Mer! Si è comportata da schifo!” ribatté.
“Alex, io non ho fatto niente! A quel tempo io non la volevo, è successo dopo e non era nemmeno una cosa seria all’inizio. Lo è diventata da pochissimo, ve l’ho detto.”
“Era lei la tipa vero?!” incalzò Alex “la tipa più grande che non sapevi se ti piaceva o meno!” rise sarcastico “E ti ho pure consigliato di provarci! Sono proprio un coglione.”
“Alex, non è vero, non è affatto colpa tua.” Rispose Arizona.
“Certo che no.” Ribatté risoluto il ragazzo “è colpa tua! Tu mi hai detto di non provarci, di non giocarmi il college per una scopata, ma tu adesso te lo stai giocando tranquillamente!”
“Okay, adesso basta.” S’intromise Callie. Stanca di tutte le persone che stavano guardando.
“Se sai mantenere un tono di voce moderato e un linguaggio civile, potete stare qui a discutere altrimenti andate fuori.”
“Io non voglio discutere proprio un cazzo! Ho chiuso.” Disse alzandosi e dirigendosi fuori dal locale.
Arizona si alzò prontamente, andandogli dietro.
Raggiunse Alex che camminava a passo spedito, mentre cercava di accendersi una sigaretta.
“Alex, lasciami spiegare.” Disse piazzandosi davanti a lui.
“Non voglio ascoltarti. Levati dalle palle.” La sigaretta che aveva in bocca si accese e ripose l’accendino in tasca.
Arizona gli mise le mani sulle spalle, fermandolo dalla sua camminata. “No, ora tu mi ascolterai che tu lo voglia o no.”
Alex guardò la ragazza, ormai stanco di ribattere.
“Non mi sto giocando il college per una scopata okay? Credi che l’avrei fatta venire qui se non ci tenessi davvero? Quando ti ho detto quelle cose, ci credevo davvero. Per questo la prima volta che l’ho baciata, mi sono nascosta da lei nella speranza che non vederla avrebbe cancellato quello che provavo e quando mi ha baciata lei, ho fatto finta di niente convincendomi che fosse solo un rischio ciò che volevo intraprendere a tutti i costi. E Teddy mi ha fatto la predica, non sai quante volte, ma poi Calliope è venuta da me e i tuoi consigli sono rimbombati nella mia testa e mi sono buttata. E poi Nick ha fatto la predica e io non ne potevo più di persone che mi dicevano ciò che era meglio fare o non fare e ho tenuto questa cosa per me. Per questo non te ne ho parlato. Perché a me non serve un’altra predica. ” Abbozzò un sorriso la ragazza “so cosa ti ho detto quella sera e credimi, niente di tutto questo era nei miei piani…ma è successo. Ed io non porrò rimedio a una cosa che mi va bene esattamente così com’è.”
Tolse le mani dalle spalle del ragazzo, facendo un passo indietro.
“Io ti voglio bene, Alex. E spero che, come mio amico, tu possa capirmi.”
Il ragazzo sospirò.
“Cazzo, ti piace davvero, eh?” rise.
Arizona abbassò lo sguardo, sorridendo timidamente.
Alex fece un tiro alla sigaretta per poi porgerla ad Arizona. “In segno di riappacificazione.”
La ragazza scosse il capo. “Sto cercando di smettere.”
“E da quando?”
“…te l’ho detto…le cose sono diverse ora.”
Alex spalancò la bocca. “Altro che piacere…tu sei innamorata persa.” Fece scoppiare a ridere la ragazza.
Poi le mise un braccio intorno alle spalle e rientrarono nel locale.
 
All’inizio serata, Arizona era terrorizzata dal comportamento che doveva assumere con Callie davanti a tutti.
Ma poi, con la naturalezza di Callie, tutto divenne più facile.
Fuori dalla scuola non dovete trattarmi come una professoressa. Sono un essere umano come voi.
 
Era stata questa la premessa di Callie dopo che Arizona ed Alex erano rientrati.
E adesso, se ne stava a ridere e scherzare con Cristina e Meredith, come fossero amiche di lunga data, mentre la sua mano era saldamente stretta alla mano di Arizona, posate entrambe sulla coscia di quest’ultima.
Callie le aveva perfino scoccato qualche bacio durante la serata.
Tutto sembrava così naturale.
Ed Arizona si accorse di essere così felice in quel momento che quasi le si spezzò il cuore poiché da lì a poco non avrebbe più avuto momenti così.




NDA:
Guess who's back! :D
Rieccomi qui, più tardi di quanto avrei voluto ma prima di quanto avessi sperato.
Eccoci all'undicesimo capitolo, il penultimo di questa storia.
Il dodicesimo è già scritto e arriverà entro la prossima settimana, promesso!
Allora, è il compleanno di Arizona..e so che ha fatto 18 anni e quindi tipo "la festa grande?", ma ricordate che sono in America e lì la maggiore età si raggiunge ai 16, la "grande festa" la fanno ai 16 ^^
Quindi, ha presentato Callie ai suoi amici e sembrava andare tutto bene ma 'Riz ha deciso di sviglarsela çç
E di certo, Callie che decide di punto in bianco di non restare ma di far partire Arizona con lei..non è d'aiuto!
Non le piacciono molto i cambiamenti...diciamo così.
Se ci siete ancora, vi ringrazio per avermi aspettato e ricordate di recensire! **
Detto questo, alla prossima settimana (non so dirvi il giorno preciso) con l'ultimo capitolo!
Baci.
Sam__♥
  
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