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Autore: Giuls_breath    06/09/2014    0 recensioni
Elena Gilbert era una ragazza come le altre almeno fino a che la sua vita non si è incrociata a quella dei fratelli Salvatore.
Tratto dal secondo capitolo:
"Mamy" sussurra addormentata.
"Amore, torna a dormire" le rispondo con dolcezza "Fai tanti bei sogni, ti voglio bene".
"Secondo te anche il mio papà me ne vuole?"
Sento il mio cuore sbriciolarsi a quella domanda così innocente e una lacrima mi riga il volto.
"Ma certo che te ne vuole. E ora fa' la nanna".
Prima storia sulla mia coppia preferita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO


                                             
Incidente.
Questa parola è legata ad uno dei momenti più difficili della mia vita, la fine della mia adolescenza e l’inizio della mia crescita e vera e propria introduzione alla vita.
L’incidente in cui morirono i miei genitori.
Da quel momento sono cresciuta, molto.
Mi chiamo Elena Gilbert. Ero figlia unica e senza parenti stretti così la famiglia di Caroline Forbes, mia migliore amica, mi ha praticamente adottata e cresciuta. Abbiamo continuato a frequentare la stessa scuola e i corsi insieme ad altre nostre amiche Bonnie Bennett e Vickie Donovan. Fu quest’ultima a presentarmi il fratello Matt, più grande di noi e il più bel ragazzo della scuola.. almeno così pensavamo tutte fino al loro arrivo.
Un giorno Caroline tornò a casa con un ragazzo molto bello, di grande cultura, carismatico. Il suo nome era Stefan Salvatore. Ci affascinò. Doveva aiutarci a studiare, lui e Matt avevano la stessa età, ma finimmo con il fargli solo domande sulla sua vita e sulle sue origini. Ci affascinò molto. Erano le otto di sera, la madre di Care ci chiamava per andare a cena, ma noi – aiutate ancora da Stefan, il quale non aveva famiglia eccetto un fratello più grande con cui non andava d’accordo – studiavamo ancora.
Rimase a cena con noi Stefan e finì con il conquistare anche la mamma che difficilmente simpatizzava per qualcuno. Ormai era tardi così Stefan chiamò il fratello per farsi venire a prendere. Non fu quella sera in cui lo conobbi, ma qualche tempo dopo.
La sveglia suonò a lungo e né io né Caroline volevamo alzarci, per fortuna Stefan ci salvò mandando un messaggio sul telefonino di Care. Ci alzammo, lavammo e vestimmo in meno di venti minuti e correndo lo raggiungemmo davanti scuola.
Ci sorrise dolce e ci salutò con un bacio sulla guancia, in quel momento sentii la sua voce la prima volta che chiamava il fratello, mi voltai cercando di capire da dove proveniva quella voce tanto suadente quanto misteriosa, ma nulla non lo vidi. Stefan si allontanò da noi e la campanella ridestandoci ci fece iniziare la settimana scolastica.
Stefan non entrò a scuola quel giorno e neanche il giorno dopo, Caroline aveva preso un bel raffreddore e così per evitare di peggiorare aveva deciso di non uscire: siccome avevo preso appunti più approfonditi del solito per mia sorella, pensai a Stefan e a come era stato gentile nei nostri confronti e pensai di andare a casa sua a fargli visita, forse era malato anche lui.
Avevo il suo indirizzo perciò ci andai dopo scuola.
Quella non era una casa, ma una villa enorme. A due piani almeno, ma non erano solo lui e il fratello? Bussai al campanello un paio di volte, ma nessuno mi aprì.
Solo quando stavo per bussare di nuovo mi accorsi della porta socchiusa.
La aprii piano ed entrai.
“Stefan!”
L’interno era tutto in mogano, mobili antichi. Tutto era tremendamente silenzioso. Faceva quasi paura stare lì. Rimasi affascinata da quell’arredamento così raffinato, elegante. Guardai verso l’alto soffermandomi su un lampadario di cristallo, tintinnava appena come se ci fosse del vento lì.
“Stefan!” chiamai di nuovo.
La mia voce sembrò quasi rimbombare nel silenzio, a un certo punto in quell'inquietante silenzio sentii un verso alle mie spalle mi spaventai talmente che mi girai di scatto e a quel punto lo vidi, me lo trovai a pochi centimetri di distanza. Mi fissava e mi sorrise in modo criptico. Era un sorriso affascinante eppure da quel momento cominciò l’incubo.






                                                           
 
  
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