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Autore: _Takkun_    06/09/2014    2 recensioni
[UsuixMisaki]
La storia è ambientata all'ultimo episodio dell’anime in cui vediamo i due piccioncini camminare mano nella mano lungo il corridoio. Questa è una “What if…?” di ciò che potrebbe essere successo se l’episodio fosse andato avanti di un pochino.
[Storia partecipante al contest "Multifandom Contest: coppie su coppie" indetto da Eireen_23 sul forum di Efp]
[Terza classificata e vincitrice del "Premio Risata"]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Takumi Usui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: _Takkun_
Titolo: Ti odio, Usui Takumi
Fandom e Paring: Maid-Sama!/UsuixMisaki
Pacchetto: prompt 4 – scale/cerotto
Genere: fluff, romantico
Rating: verde
Avvertimento: nessuno
Introduzione:  la storia è ambientata all’ultimo episodio dell’anime in cui vediamo i due piccioncini camminare mano nella mano lungo il corridoio. Questa è una “What if…?” di ciò che potrebbe essere successo se l’episodio fosse andato avanti di un pochino.

Eventuali vostre note: finalmente approdo anche nel fandom di “Maid-Sama!”. Prima FF che scrivo in cui i protagonisti sono i personaggi di questo bellissimo Anime/Manga quindi spero che non risulti una stupidata e, naturalmente, mi auguro di non aver sforato nel temuto OOC.
Buona lettura! ^^
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Ti odio, Usui Takumi
 
 
Camminavano lenti, loro due soli, lungo i corridoi della scuola, rimanendo in silenzio con ancora addosso quegli stupidi travestimenti.
Misaki maledì mentalmente la situazione imbarazzante in cui si trovava al momento.
Quell’emozione, per lei, era davvero qualcosa di insostenibile, non la sopportava.
Il battito cardiaco era insopportabile. Una simile tachicardia non le veniva nemmeno quando correva da una parte all’altra per il Seika.
Il rossore sulle sue guance era semplicemente ridicolo, avrebbe sicuramente fatto concorrenza ad un pomodoro.
Le sue labbra erano in fiamme a causa del loro precedente contatto con quelle dell’alieno, e ogni volta che ci pensava il calore presente sulle gote si faceva ancora più intenso, se possibile.
Inoltre…
“Ayuzawa.” La chiamò il biondo, inclinando un poco il capo per provare ad intravedere il volto della ragazza, rivolto con lo sguardo verso il basso.
“C-cosa?” Balbettò lei con un acuto tono di voce, incapace di incrociare gli occhi di Usui, dandosi dell’emerita idiota.
Il ragazzo dagli occhi color smeraldo sorrise appena, rafforzando la presa sulla mano della corvina.
“La tua mano è sudaticcia.” Fece tranquillo, provocandola intenzionalmente, assumendo quell’espressione da pesce lesso che tanto la faceva incavolare.
E lei non poté far altro che cadere in quella provocazione.
Un po’ perché sentiva davvero il bisogno di gonfiare di botte quell’idiota, e un po’ perché sarebbe riuscita a trovare un pretesto per ritornare la solita Misaki, levandosi di dosso tutto quel disagio.
“So bene che la mia mano è sudata, non ho certo bisogno che tu me lo faccia presente!” Urlò, interrompendo bruscamente il loro contatto. “E-e se ti dava fastidio potevi anche lasciarmela!” Gli fece presente, iniziando a camminare con passo legato verso le scale che l’avrebbero condotta fuori da scuola, così che anche lei potesse godersi lo spettacolo pirotecnico e prendersi una bella boccata d’aria per mettere apposto le idee.
Usui la osservò teneramente, incapace di smettere di sorridere. Quell’atteggiamento era così da lei che, se non avesse saputo quanto la sua Misaki fosse permalosa, si sarebbe anche lasciato sfuggire una piccola risata a causa di tutta quella malcelata timidezza. 
Raggiungendola qualche istante prima che scendesse il primo gradino, intrecciò nuovamente le sue dita con quelle della ragazza.
“Non mi sembra di aver detto che mi dava fastidio, o sbaglio?” Le prese il mento tra l’indice e il pollice della mano libera, costringendola ad alzare lo sguardo, così da poter incrociare gli occhi color oro di lei con i propri.
La Presidentessa strinse con forza i denti, cercando di sviare il contatto visivo con il biondo, ma quest’ultimo non sembrava essere della stessa idea.
“E poi…” Aggiunse Usui con una voce maledettamente calda e profonda. “A me piace il sudore della mia Misa-chan~!” Confessò, sorridendole.
Misaki sollevò svariate volte un sopracciglio, in preda ad un tic nervoso.
“Sei un idiota, Usui!” Esclamò, appoggiando una mano sul suo petto, così da poterlo allontanare. Dopo quello che era successo, dopo ciò che si erano detti, come poteva quello sciocco trovare anche solo il coraggio di prenderla in giro?
“Lasciami stare, voglio tornarmene a casa.” Disse voltandogli le spalle, finendo però con l’inciampare nell’abito lungo da Giulietta, perdendo di conseguenza l’equilibrio.
Chiuse con forza gli occhi, aspettando solo l’impatto con i gradini della scala, ma così non fu.
Riaprì lentamente un occhio e poi l’altro, guardandosi intorno, perplessa.
“Ho una Juliet alquanto problematica, qui.”
La voce del biondo la fece sobbalzare, e solo nel momento in cui i loro sguardi si incontrarono per l’ennesima volta quella sera, la Presidentessa poté realizzare la situazione, arrossendo fino alla punta delle orecchie.
“C-che cavolo stai facendo?! Rimettimi giù all’istante!” Urlò incredibilmente imbarazzata, scalciando con le gambe.
Ehhh~…” Assunse un’aria delusa il ragazzo. “Io ti salvo e tu reagisci così? Non posso ricevere una ricompensa, Kaichou? ~” Sporse leggermente le labbra verso la corvina, ricevendo in risposta il palmo di quest’ultima sul viso.
“Che bisogno c’era di prendermi in braccio?! Avrei preferito cadere!” Gli sbraitò contro, esasperata, voltando lo sguardo altrove.
Usui sospirò. “Sei davvero crudele, Ayuzawa.” Disse, stringendo maggiormente a sé la ragazza, iniziando a scendere uno dopo l’altro ogni gradino, tenendola sempre tra le sue braccia.
“T-ti ho detto di l-lasciarmi, pervertito!” Provò a divincolarsi, invano.
“Romeo lascerà a terra la sua Juliet solo quando si sarà assicurato che non si sia fatta male. Ergo, questo pervertito ti sta portando in infermeria.” Disse con naturale pacatezza, ricevendo uno sguardo sbigottito da parte della ragazza.
“Ma che diamine vai blaterando!? Non mi sono fatta niente, idiota!”
“Questo lo vedremo, Juliet.” Sogghignò il biondo.
“E piantala di chiamarmi in quel modo!”
 
 
Arrivati davanti la porta dell’infermeria del Seika, il biondo chiese cortesemente alla sua amata fanciulla di aprire al posto suo la porta visto che, chiaramente, lui non avrebbe potuto. La corvina borbottò qualcosa di incomprensibile sottovoce, eseguendo comunque la richiesta nonostante la sua espressione adorabilmente contrariata –a detta di Usui- a causa di tutta quella idiozia.
Il diciasettenne premette con l’aiuto del gomito sinistro l’interruttore per accendere la luce, illuminando la stanza. Camminò in direzione di uno dei letti presenti e ci fece sedere Misaki, adagiandola con delicatezza.
“Aspetta qui, non muoverti.” Le disse, andando a cercare il kit di pronto soccorso.
“È stupido, Usui, non ho alcun tipo di graffio!” Incrociò le braccia sotto al seno, attendendo il ritorno del ragazzo. Il biondo non sembrò prestarle attenzione e, una volta trovato il kit, ne estrasse un cerotto sotto lo sguardo interrogativo della Presidentessa.
“Che cavolo vuoi fare con quel cerotto?”
Usui, senza ancora degnarla di una risposta, afferrò con la mano uno sgabello lì vicino e lo portò davanti alla sedicenne, sedendosi poi di fronte a lei, esaminandola con attenzione.
“Già, sembra tutto a posto.” Constatò.
Misaki sospirò, scuotendo la testa. “È quello che ti sto dicendo da più di dieci minu-“ La corvina si bloccò all’istante quando sentì qualcosa attaccarsi sul ponte del suo naso.
“Ma che…?!”
Il biondo appoggiò una mano sulla guancia, inclinando la testa di lato e osservando attento la sua Kaichou. Lo sbuffò divertito che uscì dalla sua bocca cominciò ad alimentare pian piano l’ira della “Presidentessa Demone”.
“Quel cerotto ti dona davvero molto, Ayuzawa, ti dà l’aria di una bambina che ama cacciarsi costantemente nei guai.” Rise, subendone la conseguenza.
Un potente pugno finì con l’abbattersi sul capo dello sventurato ragazzo, creando un bernoccolo dalle considerevoli dimensioni.
Mi hai fatto male, Kaichou~…” Piagnucolò mostrando una delle sua migliori espressioni da cane bastonato, massaggiandosi dolorante il punto colpito.
“Era proprio quello il mio intento! Non dirmi che mi hai portato qui solo per mettermi questo stupido cerotto addosso!” Urlò, trattenendosi a fatica dal colpirlo una seconda volta, e magari eliminarlo una volta per tutte dalla faccia della Terra.
“Se dico sì, ti arrabbi?” Chiese mettendo le mani alzate davanti a sé, così da potersi difendere da un altro possibile attacco.
Lo sguardo di Misaki si infiammò all’istante e, stringendo i denti, cominciò a scrocchiarsi le nocche, pronunciando il nome del biondo lettera per lettera.
“U-s-u-i…!”
“Una bambina.” La interruppe con un leggero sorriso sulle labbra. “Chissà se la Presidentessa era davvero quel tipo di bambina da piccola. Sono quasi certo che se qualcuno si azzardava a prendersela con qualche bambino, Ayuzawa partiva subito all’attacco per difendere i più deboli, finendo a sua volta per farsi male. Chissà quante scatole di cerotti avrà dovuto usare tua madre, eh? O forse mi sbaglio?”
“N-no, beh, in effetti non sbagli.” Si grattò una guancia con l’indice, la corvina, ricordando le sgridate ricevute in passato da parte di Minako Ayuzawa, sua madre, e le scuse inventate per rassicurarla dicendole che non c’era stata nessuna lite a scuola, ma bensì che, avendo fatto poca attenzione, fosse inciampata, cadendo di conseguenza a terra.
“Lo immaginavo. Il forte senso di giustizia della Presidentessa era già presente nella sua infanzia, impressionante.” Scherzò, spostandole dietro l’orecchio una ciocca di capelli davanti agli occhi.
“Impressionante è il modo in cui riesci a distogliermi dall’argomento principale, stupido extraterrestre!”
“Ma è proprio questo l’argomento principale, Kaichou, perché questo extraterrestre vuole poter sapere ogni cosa della donna della quale è profondamente innamorato, anche la più stupida. Non posso, forse?” Le chiese, accarezzandole lentamente una guancia con il dorso della mano.
“B-baka Usui, io ti-“
“Prima che tu finisca, lascia che ti dica una cosa, Ayuzawa. Citando William Shakespeare: amami o odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore. Se mi odi, sarò sempre nella tua mente. Quindi va’ pure avanti col dirlo, lo interpreterò come un onore.” Le sorrise, avvicinandosi alla sedicenne per darle un tenero bacio sulla fronte.
Misaki rimase in silenzio, mordendosi con forza il labbro inferiore.
Odiava il fatto che fosse sempre lui ad avere l’ultima parola, lasciandola in silenzio con il suo crescente imbarazzo.
Odiava il fatto che lui fosse stato l’unica persona capace di far uscire allo scoperto le sue debolezze, lasciandola senza difese davanti a quegli occhi color smeraldo.
Ma più di tutto, ciò che davvero non sopportava, era la consapevolezza del vero significato che c’era dietro a quelle due parole.
Perché il suo ti odio stava in realtà per qualcos’altro, qualcosa che il suo forte orgoglio non le avrebbe ancora permesso di pronunciare a voce alta… almeno per il momento.
“T-ti odio, Usui.” Borbottò, incrociando con timidezza gli occhi del ragazzo, il quale ampliò ancora di più il suo sorriso.
“Sei davvero testarda, Ayuzawa, ma ti amo anche per questo.”
 
 
 
  
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