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Autore: sakura_87    25/09/2008    9 recensioni
La guerra è finita da pochi minuti, Harry, Ron ed Herm stanno uscendo dallo studio di Silente, ma il Bambino sopravvissuto deve sistemare ancora un affare prima del meritato riposo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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NON E’ IL MOMENTO ADATTO, MA VUOI SPOSARMI?

“Quella bacchetta procura più guai di quel che vale” concluse Harry. Poi voltò le spalle ai dipinti. Pensava solo al letto che lo aspettava nella Torre di Grifondoro: chissà se Kreacher gli avrebbe portato un panino lassù. “E sinceramente” aggiunse, “ho passato abbastanza guai per una vita intera”. (Harry Potter e i Doni della Morte, pag. 688)

Il trio uscì dall’ufficio di Silente e tornò in Sala Grande. L’atmosfera era pesante. Erano tutti stanchi, spossati e soprattutto provati dal dolore.
Harry decise di allontanarsi. Perdendo Lupin aveva perso l’ultimo legame con la sua famiglia. L’ultimo membro della combriccola di amici dei suoi genitori che ancora gli dava la forza di andare avanti. E vederlo disteso lì, bianco, con gli occhi chiusi, sapendo che non si sarebbe più svegliato, accanto a Ninfadora, gli metteva una tristezza addosso che avrebbe rischiato di farlo crollare. E voleva resistere ancora un po’. Solo qualche minuto.
Aveva bisogno di risolvere una questione prima di andare a riposare per dormire almeno due giorni interi!
Si voltò di nuovo verso la distesa di corpi. Vide subito la persona che cercava.
Si avvicinò al gruppo di chiome rosse e diede un colpetto sulla spalla di Ginny.
Senza guardare verso Fred, le intimò di seguirlo. Se avesse visto, anche solo con la coda dell’occhio, il corpo dell’amico credeva che non avrebbe potuto trattenersi dall’urlare e spaccare qualsiasi cosa gli fosse passato tra le mani.
Una volta nel parco, sulle rive del Lago Nero, entrambi guardarono verso l’orizzonte, senza parlare, per molti minuti.
Poi, all’improvviso, Harry si voltò verso di lei, prendendola per le spalle.
Piangeva, era disperato. Stava sfogando la tensione accumulata in quelle ore infinite di battaglia. Ginny lo capì al volo.
Posò le sue mani su quelle del ragazzo, e le fece stringere dietro la sua schiena, abbracciandolo a sua volta.
“Piangi, Harry. Piangi quanto vuoi.”
Gli passò una mano sui capelli corvini, e come sempre indomabili.
Per minuti, per ore, per giorni. Non seppero mai dire quanto rimasero in quella posizione. Lui con il volto nell’incavo del collo della ragazza, con le lacrime copiose che scendevano dai suoi occhi verdi, quel verde che era stato la speranza di molti. Lei che lo coccolava cercando di consolarlo. Ma erano entrambi convinti che era quella la posizione che avrebbero voluto mantenere per il resto della vita. Una nelle braccia dell’altro.
E fu questa consapevolezza a farli staccare leggermente, a farli guardare negli occhi con un’intensità tale che si sarebbero bruciati le iridi a vicenda se quegli sguardi fossero stati tangibili.
E fu sempre questa consapevolezza a far avvicinare i loro visi, a far congiungere le loro labbra, come se quei mesi di separazione non fossero mai esistiti.
“Ginny…” Harry, allontanandosi solo di pochissimi centimetri dalle labbra di lei, iniziò a parlare la voce ancora incrinata dal pianto liberatorio.
“Dimmi Harry”.
“Ecco, io… Insomma, ora che la guerra è finita… Oh, non so da dove cominciare!”
“Fammi dire una cosa a me allora intanto che tu pensi. Harry, adesso che Voldemort è morto, nessuno potrà più usarmi per arrivare a te. Quindi ascoltami. Io voglio tornare felice. Voglio avere di nuovo qualcuno accanto a me che mi faccia sentire amata. Quindi, dato che non esistono più scuse, dimmelo subito. Mi vuoi ancora accanto a te o no?”
“Piccola. Certo che ti voglio accanto a me! Te l’ho appena dimostrato”.
Harry era stupito. Certo, erano stati insieme per qualche mese l’anno prima, avevano passato le ultime vacanze estive. Ma la sua intraprendenza lo sconvolgeva sempre.
“Io ti voglio per sempre accanto a me, Ginny”.
Lei lo guardò interrogativa. La sua voce l’aveva messa in agitazione. Non era mai stata così incrinata, nemmeno quando avevano discusso, ore prima, dei programmi di attacco. Neanche quando aveva saputo di dover morire.
“Harry, sii più chiaro, ti prego”.
“Ginny, mi vuoi sposare?”
Gli occhi azzurri della rossa si spalancarono, così come la sua bocca.
“Lo so, lo so. Non è il momento giusto. Ne sono consapevole. Ma mi hai chiesto tu di essere chiaro.”
“Oh, Harry!”
La piccola di casa Weasley saltò letteralmente in braccio al salvatore del mondo magico, baciandolo con passione!
“Certo, sicuro, sì! Lo voglio!”
“Ehi, ehi. Calma! Tesoro scusami ma devi scendere. La schiena mi fa male!”
Lei scese e lo fissò, poi scoppiò a ridere.
“Che hai?” chiese Harry alzando un sopracciglio.
“Sei esilarante. Hai sconfitto il mago oscuro peggiore di tutti i tempi, sei sopravvissuto sue volte all’anatema che uccide, e ora ti fai mettere k.o. da un mal di schiena!”
Si guardarono ridendo per un po’, poi si abbracciarono e baciarono di nuovo.
“Ti amo, Harry.”
“Ti amo, Ginny.”




SPAZIO AUTORE:
Ragazzi, placate la mia fantasia!!! Io devo preparare degli esami, altrimenti addio laurea!!!
Vabbè, cercherò di studiare e scrivere insieme, anche se la vedo dura.
Ora lascio da parte i vaneggiamenti. Come sempre, se vi è piaciuto lasciatemi un commentino, li apprezzo tanto!!
A presto, la vostra Saku!
  
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