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Autore: Daisy_of_light    06/09/2014    8 recensioni
Una città, una leggenda, un mostro del passato. I fratelli Winchester ricevono delle coordinate da parte di John e giungono in un paese ai piedi di una montagna. Lì, vengono a sapere di misteriosi sparizioni, ma cosa ci sarà sotto veramente?
Un caso vecchio stile, ambientato nella prima stagione. Una cosa vi dico per certa, Bromance!
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
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BAGLIORI D'ORO TRA LE MONTAGNE

ATTO IX: addio, Bennet!



 
Dean scese dalla montagna il più velocemente possibile, il cuore in gola, mentre delle dolorose fitte gli attraversavano il petto stretto in una morsa d’ansia. Si era dimenticato delle ferite che gli aveva inferto la Gorgone alla spalla quando lo aveva scagliato sulla parete. Si era dimenticato della botta che aveva preso alla schiena. Si era dimenticato di tutto, tranne di una cosa: del fratellino che era precipitato dalla montagna sulle spalle di un mostro enorme e letale.

Non appena mise piede a terra, sul tappeto erboso, corse vero la direzione in cui era caduta la creatura. Fece solo qualche passo prima di vedere la massa immobile di spire e ali dorate che era diventata la Gorgone. Si avvicinò velocemente, restando sempre all’erta. Non aveva la certezza che Sam avesse decapitato la creatura prima di toccare terreno. Le girò intorno, cercando la presenza del fratellino. Temeva da un momento all'altro di veder spuntare, tra quel groviglio che era diventata la coda di serpente del mostro,  un braccio o una gamba ben conosciuti. Quasi con sollievo si accorse che la Gorgone non giaceva sulla schiena, come sarebbe stato naturale visto che era caduta all’indietro, ma a pancia in giù, priva di testa. Questo significava che Sam non era finito schiacciato e che era, addirittura, riuscito a uccidere il mostro. Il problema era un altro adesso: dove era finito il suo fratellino?
 
 
 
Il sollievo momentaneo, che lo aveva colto qualche attimo prima, svanì come fumo disperso nell’aria. Il suo cuore riprese a battergli forte nel petto, mentre iniziava a camminare nei dintorni del corpo della creatura, chiamando:
-Sammy! Sammy! Rispondi dannazione!-
Si innoltrò nel bosco, acuendo la vista, tendendo le orecchie, in modo che non gli sfuggisse né un gesto né un suono. Fu il sibilo debolissimo di un serpentello ad attirarerlo verso un arbusto ben sviluppato ai piedi di una grande quercia, poco lontano da lui.
-Sammy!- urlò ancora Dean, dirigendosi verso quella direzione, sperando, pregando che non fosse un serpentello qualsiasi, ma uno della testa tagliata della Gorgone che stava vivendo gli ultimi secondi di vita.
Forse, qualcuno da qualche parte, volle per una volta, ripagarlo per tutto il dolore che aveva provato fin da quando aveva 4 anni, e gli fece trovare proprio quello che cercava, il pezzo mancante del mostro. Le ultime bisce che ne componevano la chioma stavano pian piano morendo, accasciandosi le une sulle altre. Il volto accecato e sfigurato della Gorgone che era rimato paralizzato in un muto grido di disperazione, mostrava le zanne sporche del sangue che doveva essere del suo fratellino.
-Ghhh…-
La testa di Dean scattò a quel gemito di dolore che proveniva dalla parte opposta del grande arbusto. Corse dalla parte opposta, raggiungendo l’autore di quel suono. Davanti a Dean giaceva il corpo di Sam scompostamente riverso su un fianco. Il volto pallido in contrasto con il sangue di cui era macchiato.
Il fratellone gli fu a fianco in un battito di ciglia, chiamandolo, portandogli due dita alla carotide  e una al petto. Battito e respiro erano presenti e non sembravano dare segno di pericolo imminente, ma Dean non si concesse di abbassare la guardia. Dalla sua posizione, poteva vedere che il taglio, che si era procurato Sam alla testa la sera prima,  aveva ripreso a sanguinare. Il fratellino aveva dei graffi su tutto il volto e in varie parti del corpo, lì dove la maglietta era stata strappata dalla caduta o dagli artigli della Gorgone che avevano cercato di toglierselo dalla schiena. Il braccio sinistro sembrava abbastanza malconcio…le zanne di Euriale erano entrate in profondità e le lacerazioni sanguinavano parecchio.
Prima di muoverlo o fare altro, decise di tentare di svegliare il ragazzo.
-Ehi…fratellino! Sveglia! Non voglio di certo baciarti per farti riprendere, Bell’Addormentato!- scherzò Dean, cercando di alleviare la tensione.
Diede degli schiaffetti leggeri al viso di Sam, la pelle calda sotto le sue mani indicò al fratellone che Sam stava svilupando un febbrone ancora più alto di quanto potesse essere prima.
-Sveglia, sveglia, sveglia!- fece ancora il maggiore, con voce calma, ma decisa.
Sam iniziò a rispondere ai richiami: mosse la testa sotto il tocco di Dean, cercando di andare incontro alla voce che lo chiamava.
-Dea…n…- fu il sussurro debole del più giovane dei Winchester, aprendo un po’ gli occhi, cercando di
mettere a fuoco chi o cosa aveva davanti a sé.
Due occhi verdi, scuriti dalla preoccupazione, incrociarono i suoi e Sam gemette di nuovo, mormorando:
-Dean…sei tu?-
-L’unico e il solo, fratellino!-
Sam provò a muoversi lentamente, ma fitte ripetute di dolore lo paralizzarono sul posto.
-Argh…- fu il lamento di Sam e Dean intervenne subito a dire:
-Ehi, ehi, ehi…non muoverti…-
-Che è successo?- domandò Sam, confuso.
-Hai avuto la bella idea di cadere giù dalla montagna insieme alla Gorgone, idiota!-
Sam ci ripensò un attimo: la sensazione di cadere nel vuoto, le ali di Euriale che si spiegavano di fianco a lui,  mentre il mostro cercava di planare, il machete affondare nel collo della creatura a cui era riuscito  a recidere la testa proprio nell’istate in cui toccavano terra. L’essere sbalzati via e rotolare nel bosco, con le zanne della Gorgone ancora affondate nel braccio, e poi il buio dell’incoscienza.
-Ah…già…- sussurrò il minore dei fratelli, richiudendo brevemente gli occhi.
-Già…- ripetè il maggiore dei due, mentre pensava al da farsi –Adesso resta fermo, Sammy…voglio sentire se hai qualche osso rotto…-
Iniziò a tastargli braccia, gambe, petto e schiena, alla ricerca di qualche frattura, con sguardo serio e inquieto. Sam, avvertendo la preoccupazione di Dean, cercò di sdrammatizzare:
-Potresti prima invitarmi a cena, sai…-
Dean ridacchiò al tentativo di Sam e rispose, disgustato, ma divertito:
-Per favore, Sam…cerca di non dire queste cose o potrei vomitarti addosso!-
-Ma perché? Prima non volevi baciarmi per risvegliarmi?- lo provocò ancora Sam.
Dean alzò un sopracciglio, perplesso, a quella domanda e chiese a sua volta:
-Mi hai sentito prima?- 
-No, ma conosco a memoria le tue battute noiose e monotone…-
Dean assunse un’espressione indignata e rispose:
-Non è vero! Sono un genio della comicità io!-
-Se lo dici tu!-
-Stronzo!-
-Scemo.-
L’espressione di Dean ritornò concentrata, avendo finito di esaminare il corpo del fratello, e diede il suo responso:
-Bene…nulla di rotto…hai qualche brutta escoriazione, dei bei tagli sulla schiena, quello in testa che si è riaperto e dovremo richiudere con qualche punto questa volta… e vedrai che bel lavoro di cucito sarà il tuo braccio…- si prese un secondo per fare un respiro profondo –Pronto per muoverti?- 
Sam annuì e iniziò a girarsi sulla schiena con l’aiuto del fratello, stringendo con forza i denti, per sopprimere il dolore che lo pervadeva. Una volta a pancia in su, Sam era fradicio di sudore, nemmeno avesse corso una maratona. Respirava ansante, contrastando la nausea che lo aveva colto.
-Piano piano, Sammy…adesso riposati un secondo…- fece Dean, togliendosi il cappotto. Si strappò una manica della camicia che indossava e la avvolse all’avambraccio di Sam, lì dove il morso della Gorgone ancora sanguinava copiosamente. Strinse per bene il pezzo di stoffa, strappando un mugolio di dolore al fratellino. In un moto di tenerezza, Dean arruffò delicatamente i capelli di Sam, per fargli sentire il suo sostegno.
Ad un tratto, una voce giunse alle orecchie di Dean:
-DEANNNNN! SAMMMMM!-
-ED!- gridò in risposta il cacciatore più grande, avendo riconosciuto la persona che li cercava –Da questa parte!-
Degli scarponi si fecero strada tra il fogliame e il tappeto erboso e Ed comparve di fronte a loro.
-Porca puttana!- esclamò quando si ritrovò davanti alla testa mozzata della Gorgone e a un Sam disteso sul terreno con Dean in ginocchio di fianco a lui.
-È vivo?- chiese con preoccupazione il taglialegna, temendo il peggio per il più giovane dei due cacciatori.
Dean annuì e ricatalizzò l’attenzione del fratello, dicendo:
-Sì, è vivo, anche se parecchio malconcio…-
-Guarda che sto benissimo…- sussurrò Sam aprendo appena appena un occhio.
-Certo! Tu stai sempre bene.- gli rispose con un ghigno Dean, conoscendo la testardaggine del fratellino.
Fratellino che ignorò il tono ironico del fratellone e fece roteare gli occhi fino ad incontrare quelli del taglialegna che si era inginocchiato di fianco a lui.
-Ehi, Ed…- lo salutò un po’ debolmente.
L’uomo sorrise e salutò a sua volta:
-Ehi! Allora…avete sconfitto la Gorgone?- chiese poi, guardando di nuovo la testa del mostro vicino a loro.
Dean, che si era occupato di fasciare ulteriormente il braccio di Sam con l’ultima manica della camicia che gli era rimasta, rispose:
-Yep! Rambo qui presente ha deciso di precipitare giù dalla montagna con la nostra cara Euriale…-
-Guarda che aveva il mio braccio tra le sue fauci e dovevo proteggere un certo idiota che si era fatto mettere K.O.- fu la spiegazone che diede Sam, aggrappandosi alla voce del fratello per non svenire dal dolore che si faceva sempre più lancinante e gli attraversava il corpo.
-Ehi! Stavo andando benissimo!-
Sam iniziò a roteare gli occhi, ma smise subito e li chiuse, a causa del dolore alla testa che lo aveva colpito prepotentemente.
-A proposito, Ed…cosa sei venuto  fare qui? Ti avevamo detto di restare a casa…- fu la domanda sussurrata del minore dei cacciatori.
Ed assunse un’espressione colpevole, ma convinta e rispose:
-Lo so, ma quando ho iniziato a sentire degli urli riecheggiare dalla montagna, questo bagliore dorato muoversi e precipitare, sono corso a vdere come stavate.-
-Mossa stupida, Ed! La Gorgone poteva essere ancora viva! Cosa sarebbe successo alla tua famiglia se tu fossi morto?!- lo rimproverò Dean, distogliendo per un attimo l’attenzione dal fratellino.
-Credi che non ci abbia pensato?! Infatti mi sono mosso solo quando ho visto il bagliore precipitare! Ha anche telefonato mia moglie Lara e le ho detto quello che stava accadendo! È stata lei a dirmi di venirvi a cercare quando le ho raccontato quello che avevo visto! Chiamatela una fottutissima intuizione femminile, ma credeva che avreste avuto bisogno di aiuto per tornare indietro!-
Dean non replicò a quell’affermazione. In effetti, l’arrivo di Ed era stata una manna dal cielo. Suo fratello probabilmente non sarebbe stato in grado di reggersi sulla gambe per molto e lui non aveva la forza per trasportare 190 centimetri di gigante fino alla città, non con una schiena adesso dolorante e in fiamme per i tagli causati dagli artigli della Gorgone.
-Ok…- esordì il maggiore dei due, riscuotendosi dai suoi pensieri e ritornando a guardare Sam –dobbiamo muoverci! Fratellino, ti dobbiamo mettere in piedi! Credi di farcela?-
Sam aprì gli occhi a fatica. Sapeva che stava per soccombere all’incoscienza mano a mano che il dolore si intensificava e l’adrenalina della caccia svaniva.
-Sì…- fu il debole bisbiglio di risposta che diede a Dean, muovendo faticosamente il baccio ferito e fasciato.
Dean gli pose una mano sotto alla spalla e lo stesso fece Ed dall’altra parte. Senza avvertimento, issarono il giovane Winchester seduto e, con un altro sforzo, lo misero in piedi.
Sam aveva stretto i denti per tutta l’operazione, cercando di collaborare, ma una volta in piedi, le gambe gli cedettero, una fitta alla testa oscurò il suo mondo e si lasciò andare tra le baccia protettive del fratellone che furono pronte a stringerlo.
-Sam! Sam! Sammy!- urlò Dean, cercando di far riprendere il fratellino, che gli era franato addosso.
-Merda!- esclamò il cacciatore più grande, quando il capo di Sam dondolò da una parte e dall’atra, abbandonato.
-Coraggio, Dean!- intervenne Ed, per cercare di calmare ed essere utile al cacciatore –Lascia che lo prenda io!
-Sei sicuro di poterlo reggere?- domandò Dean, passando il corpo privo di sensi del ragazzo tra le sue braccia al taglialegna. Ed si caricò su una spalla Sam e rispose:
-Sono abituato ai lavori pesanti, Dean! Posso gestire un ragazzo troppo cresciuto! Ora torniamo in città! Dobbiamo portare Sam da un dottore!-
-No! Nessun dottore od ospedale! Ci penserò io a curarlo! Non è così grave!-
-Dean, tu fratello sta bruciando a causa della febbre! Lo posso sentire chiaramente!-
-Lo so! Ma ho tutto io in macchina! Posso curarlo! Ma dobbiamo cercare di evitare il più possibile ospedali o luoghi simili… quello che facciamo non è proprio legale!-
Ed scrutò per un attimo gli occhi preoccupati di Dean  e rispose:
-Va bene, Dean! Andiamo  a casa mia! È più vicina e decisamente più comoda rispetto al vostro motel!-
Dean annuì, un po’ sollevato, e seguì Ed verso la città.
 
 
 
A sorpresa, fuori dalla porta di casa del taglialegna, ad aspettarli, c’era nonna Em, che vendoli arrivare, Sam sulla spalla di Ed, e Dean malconcio, corse loro incontro, strillando:
-Che diamine è successo?!-
-Nonna Em! Che ci fai qui?- chiese a sua volta Dean, incredulo –Come facevi a sapere dove trovarci?-
L’anziana donna girò dietro a Ed e prese il volto di Sam tra le mani, visitandolo velocemente, e rispose con grande nonchalance:
-Ho semplicemente origliato il vostro discorso in biblioteca! Non è stato difficle ascoltarvi e poi correre in fondo alla sala quando mi avete chiamato!-
Finì di osservare le condizioni di Sam, ignorando l’espressione imbronciata di Dean, poi disse:
-Piuttosto…diamoci una mossa! Dobiamo curare Sam!-
I due uomini annuirono ed entrarono in casa.
 
 
 
Ancora una volta, nonna Em diede sfoggio della sua grande cultura. A quanto pare, aveva letto un bel po’ di libri sul pronto soccorso, poiché, a detta sua, “il suo Greg era uno di quegli uomini che non sapevano mai stare fermi e si faceva male un giorno sì e l’altro anche”, quindi aveva dovuto imparare a ricucire qualche taglio profondo. A suo marito non piacevano i dottori, aveva detto ancora nonna Em, e quindi doveva pensarci sempre lei a rammendarlo.
Fu un lavoro minuzioso e accurato quello che fece la donna con il braccio sinistro di Sam, martoriato dalle zanne della Gorgone, ma ancora miracolosamente funzionate, mentre Dean si occupava della ferita alla testa e dei vari tagli sulla schiena e quelli sulle braccia del giorno precedente.
Il maggiore dei Winchester cominciò a tagliare qualche minuscola ciocca di capelli vicino alla ferita sulla testa del fratellino. Ridacchiò sotto i baffi immaginandosi la faccia che avrebbe fatto Sam quando gli avrebbe detto che i suoi adorati capelli erano stati tagliati. Il ghigno gli sfumò velocemente dalla faccia quando passò a ricucire le ferite alle braccia di Sam che si erano riaperte: la pelle intorno ai tagli era rossa e infiammata, segno che stava inizando a fare infezione. Era quella, dunque, insieme allo stress e alla mancanza di un buon riposo a causa delgi incubi, il motivo del febbrone che aveva colpito il fratellino.
Rimosse i pochi punti che avevano retto, riaprendo tutti i tagli, li ripulì ancora e più accuratemnete e li ricucì. Fu dopo avere richiuso anche le altre nuove lacerazioni che Dean rovistò nel fornitissimo kit di pronto soccorso che aveva recuperato dal bagliaio dell’Impala e impugnò una siringa sigillata e già pronta di pennicillina. La ignettò nel fratello, sperando che iniziasse a fare effetto di lì a poco.
Anche nonna Em aveva finito con l’avambraccio sinistro di Sam e lo aveva fasciato, posandolo sul materasso su cui avevano adagiato il minore dei due ragazzi. Ed procurò una bacinella di acqua fredda e ghiaccio e una pezzuola e la portò al maggiore dei due cacciatori. Dean impugnò la pezzuola, la immerse nell’acqua, la strizzò e la posò sulla fronte rovente di Sam che mosse un po' il capo sotto a quel tocco.
Em interruppe il momento e raggiunse la schiena di Dean, dicendo:
-Devo ricucire anche te, Dean! Ho visto che hai delle ferite alla schiena…-
-Ok…ma io non mi muovo di qua…- decretò, determinatissimo, il ragazzo, posando una mano sul braccio di Sam.
-Dean…- mugugnò nell’incoscienza Sam, irrigidendosi nel sonno.
-Shhh... shhhh, fratellino…sono qui! Non vado da nessuna parte…- sussurrò il fratellone, rassicuratore, accarezzando con il pollice il braccio sotto la sua mano.
Nonna Em fu colpita dalla tenerezza della scena e dovette ricorrere a tutte le sue forze per non lasciar cadere qualche lacrima e a mantenere la voce ferma quando disse:
-Non ti devi muovere infatti…tu resta pure lì mentre ti ricucisco…-
Tagliò la maglietta, ormai logora, del maggiore dei Winchester e si mise all’opera.
Ed si fece avanti e, cautamente, mantenendo un tono di voce basso, chiese:
-C’è niente che io possa fare?-
Dean puntò gli occhi verdi su di lui e rispose:
-Ci sarebbe e, in quanto taglialegna e guardiano del bosco, forse puoi farlo solo tu…devi dare fuoco al corpo della Gorgone…non possiamo lasciarla lì…-
-Capisco! Ci penso io!- decretò Ed.
-Hai già visto dov’è la testa e il corpo non è molto lontano…prima di dare fuoco a tutto, però, cospargilo di sale…-
Ed annuì e uscì dalla stanza, deciso.
Il silenzio cadde nella stanza, tanto che i respiri dei tre che vi erano all’interno si udivano chiaramente.
Dieci minuti passarono, finchè Em decretò:
-Fatto…ho finito di rammendarti…-
-Ti ringrazio, nonna Em.- mormoró Dean, in ringraziamento.
Em scosse la testa, per fare segno che non c’era nulla per cui ringraziare, poi chiese:
-Come sta?-
Naturalmente si riferiva a Sam.
-Adesso è ancora presto per dirlo, ma sembra che la febbre si stia già abbassando, anche se per il mio fratellino è tipico farsi ritornare un febbrone verso le otto di sera…- rivelò Dean, sostituendo momentaneamente la pezzula di acqua, con la sua mano, sulla fronte di Sam.
L’anziana donna annuì e chiese:
-Ti va se ti preparo qualcosa da mangiare? Ormai sono le 15 passate e so che non avete messo nulla nello stomaco…-
Dean scosse la testa e rispose:
-No, grazie…sto bene così…ti chiedo solo di portarmi dell’acqua, così provo a far bere Sam quando si riprende…-
-Certo…torno subito…- sussurrò la donna con un sorriso, mentre posava una coperta sulla schiena fasciata di Dean, gli posava amorevolmente una mano sul collo, per dargli un sostegno, e usciva.
E fu in quel momento che Sam iniziò ad agitarsi sul letto, dicendo:
-No…Dean…mi dispiace…non volevo spararti…no! Scusami! Scusami! Non te ne andare!-
Dean gli pose una mano sul petto, inizando a muoverla in gesti circolari, dicendo con voce bassa e calma:
-Calmo, Sammy…sono qui, fratellino…non preoccuparti…non ti devi scusare…so che non volevi spararmi…e so che non volevi litigare il giorno dopo…non sono arrabbiato…ma immagino che tu lo debba sentire a parole per capirlo…domani ne riparleremo…al diavolo la regola del “no momenti da femminuccia”…-
I movimenti circolari e la voce calma del fratellone, cullarono di nuovo Sam nell’incoscienza.
 
 
 
 
Sam si riscosse dal torpore che lo invadeva da capo a piedi, svegliato da un raggio di sole che gli accarezzava  placidamente il viso. Sebbene avesse tutto il corpo indolenzito e la testa pesante e dolorante, si sentiva riposato per la prima volta dopo settimane. Si rese conto di essere sdraiato sul morbido e che una voce non molto distante da lui canticchiava con tono basso e sereno un motivetto rock. Avrebbe riconosciuto quella voce anche da sordo. Le labbra gli si piegarono in un lieve sorrisino e si mosse un po’ sotto la coperta.
La voce smise di canticchiare ed esordì:
-Guarda che so che sei sveglio, Sammy…-
-Mi chiamo Sam…- sussurrò il minore dei Winchester aprendo gli occhi.
Di fianco a lui, Dean sedeva su una poltrona vicinissima al letto. Aveva gli occhi verdi stanchi e velati di preoccupazione, ma, alla risposta del fratellino, il volto del maggiore si distese in un sorriso e chiese:
-Come stai?-
-Come se fossi caduto da una montagna…- Sam si alzò seduto, aiutato dal fratello che gli mise un altro  cuscino dietro alle spalle. Fece un po’ di forza sul braccio sinistro e se ne pentì subito; una fitta di dolore gli attraversò l’avambraccio. Gemette sonoramente, colto di sorpresa, notando lo spesso bendaggio che lo avvolgeva.
-Piano, piano…non sforzare il braccio per ora!- raccomandò Dean, sedendosi sul bordo del letto.
-Come va la testa?-
Sam si portò una mano tra i capelli, scendendo verso la nuca e avvertì una linea di punti, segno che il taglio era stato ricucito. Impallidì, notando la mancanza di un po’ di capelli. Dean ridacchiò davanti all’espressione preoccupata del fratello e lo rassicurò:
-Tranquillo! Non ne ho tagliati così tanti…non si nota nemmeno! Anche se ero parecchio tentato di farti un bel taglio stile militare!-
-Non ci provare nemmeno!- fu la minaccia di Sam.
Dean rise all’espressione seria e decisa del ragazzo. Sam ne approfittò per guardarsi attorno: era in una stanza elegantemente arredata,  con due letti a una piazza, grandi e lunghi abbastanza per farlo stare comodamente sdraiato senza lasciargli pendere i piedi fuori dal bordo come nei motel. Un comodino di fianco al letto in cui era steso dove sembrava essere stata allestita una farmacia tra bende, medicine e una bacinella di acqua. Una finestra si apriva sulla parete a fianco e, dalle tende tirate, passava un tenue raggio di sole che lo accarezzava. A distoglierlo dai suoi pensieri, fu Dean che gli passò un bicchiere con dell’acqua fredda. Sam lo accettò con un sorriso e bevve avidamente, osservando il volto ancora leggermente tirato dalla stanchezza e dalla preoccupazione del fratello.
-Da quanto sono qui? E dov’è questo qui?- chiese Sam, una volta finito di bere.
Dean si passò una mano sul viso e rispose:
-Siamo a casa di Ed…dopo che sei svenuto ieri pomeriggio nel bosco, mi ha aiutato a trasportare il tuo pesante culone malato fino a qui, dove io e quella grande donna di nonna Em ti abbiamo ricucito!-
-Era qui anche nonna Em?-
-È andata a casa a riposare circa sei ore fa, verso le sei del mattino, quando la febbre ti è scesa completamente…-
-Ho avuto la febbre?-
-Sì…le ferita alle braccia iniziavano a fare infezione…e mettiamoci anche un po’ di stress e di mancanza di sonno a causa degli incubi!-
Sam si irrigidì a sentire la parola incubi e subitò capì che stavano per fare un bel discorsetto al riguardo. Una parte di lui voleva liberarsi di quel peso, urlare le sue scuse e il suo dispiacere al fratello, implorando il suo perdono, ma l’altra parte di lui, temeva di ricevere una risposta negativa, un rifiuto. Il suo lato razionale continuava a ripetere che, se Dean non avesse voluto accettare le sue scuse, probabilemente non sarebbe stato lì a vegliarlo per tutta la notte, durante la malattia. Avrebbe anche potuto giurare di aver sentito la voce calma di Dean rassicurarlo nel sonno, dicendogli che lui era lì e che non se ne sarebbe andato. Ma  il lato irrazionale che è presente in ogni essere umano ed oscura ogni pensiero coerente, gli diceva che quello che aveva fatto Dean per tutta la notte non era stato, né più né meno, quello che gli aveva ordinato John Winchester ogni giorno: prendersi cura di Sammy.
Una mano che scese a stringergli delicatamente il collo attirò la sua attenzione e lo riscosse dai suoi pensieri, facendogli alzare gli occhi ad incrociarne due verdissimi e sinceri.
Dean esordì:
-Lo sai che tutti i ragionamenti che stai facendo adesso in quel tuo cervello enciclopedico, sono sbagliati? Lo sai che tutte le scuse che pensi di dovermi dare sono inutili? Che io non ho niente di cui perdonarti…che ho capito che tu stavi agendo sotto il controllo del dottor Elicott…che non mi avresti mai sparato se fossi stato in te…forse quella rabbia era vera, ma posso anche capirla…con tutto quello che ti è successo in questi sei mesi, è giusto che tu sia arrabbiato…ma te l’ho già detto una volta…non puoi lasciare che ti consumi…devi lasciarla uscire e prima che lo faccia grazie a un pazzoide morto…-
Gli occhi di Sam erano due pozze di colore indefinito e, a fatica, con la voce rotta dal tentativo di trattenere le lacrime, sussurrò:
-Lo so…io non volevo…non me ne ero reso conto…a causa di Elicott, ho sentito questa rabbia bruciante che mi scorreva dentro…e non volevo dire quelle cose…ti giuro che non le pensavo veramente…tu non c'entravi…io volevo solo trovare papà e l’assassino di Jessica…anche il giorno dopo, quando abbiamo litigato, non volevo dirti quelle cose…non volevo andarmene…e non volevo spararti…mi dispiace, Dean…mi dispiace…-
Dean attirò a sé il fratellino, avvolgendolo tra le braccia, mentre Sam gli affondava il viso nell’incavo tra il collo e la spalla. Un contatto bagnato attraverso la maglietta e le spalle tremanti di Sam, fecero capire a Dean che il fratellino si era lasciato andare.
-Lo so, Sammy…lo so…tranquillo…va tutto bene…va tutto bene…- lo rassicurò il maggiore dei Winchester, aumentando la forza della sua stretta. I Winchester non erano bravi con le parole, quindi lasciavano parlare i gesti.
 
Non si erano resi conto che, fuori dalla stanza, appena dietro l’angolo, nonna Em si stava asciugando le lacrime di commozione che le erano scese lungo le guance dopo essere stata testimone involontaria di quella scena così toccante. Stava salendo per portare un po’ di dolce a Dean e a vedere come stava Sam, ma si era bloccata sulla porta, dopo aver sentito l’inizio di quel chiarimento. Decise di tornare più tardi, per non rovinare il momento tra fratelli, e scese le scale, ancora commossa da quello che aveva sentito.
 
Passarono un paio di minuti prima che Sam riuscisse a calmarsi e a staccarsi dal fratello, asciugandosi gli occhi.
-Meglio?- chiese Dean, con apprensione.
Sam annuì e domandò a sua volta:
-Tu come stai?-
-Solo qualche graffio e qualceh ammaccatura, ma sto bene!
-Dovresti riposare anche tu…-
-Lo farò…basta che adesso la smettiamo con il momento da femminuccia prima che mi venga voglia di guardare “Oprah” o qualche altro programma da signora!- esclamò Dean, alzandosi e andando a gettarsi sul letto di fianco a quello di Sam.
-Dean…ma tu guardi già “Oprah” ogni tanto…- constatò Sam con un sorrisino, rigettandosi sui cuscini, adesso con un peso in meno nel petto.
-Dormi, stronzo!- fu la rispostaccia di un Dean, a pancia in giù sul materasso e la testa affondata nel morbido guanciale.
-Grazie, scemo…- fu il ringraziamento sincero e sentito che sussurrò Sam prima di sprofondare di nuovo tra le braccia di Morfeo.
 
 
 
Ed e sua moglie Lara avevano insistito affinché i due fratelli rimanessero a casa loro come ospiti fino al mattino seguente. Dean e Sam furono molto grati dell’invito e non lo rifiutarono, trasferendosi nella camera degli ospiti dopo aver svuotato la camera del motel. Si sentivano ancora stanchi e pesti a causa della caccia alla Gorgone e le ferite inizavano solo in quel momento a rimarginarsi. Lara aveva anche deciso di lasciare i figli dalla sorella in un’altra città, in cui si era rifugiata durante la settimana degli attacchi della creatura, quindi i Winchester, i due coniugi e nonna Em, che non mancava di andarli spesso a trovare, ebbero modo di parlare tranquillamente dell’accaduto. Ed aveva provveduto a bruciare ogni resto della Gorgone e ad eliminare ogni prova. Parlarono anche della leggenda e capirono che la vendetta della Natura non c'entrava niente con Euriale, ma se ciò voleva dire preservare il territorio, avrebbero continuato a tramandarla.
 
 
 
Venne la mattina seguente e, quindi, il momento dei saluti. Si ritrovarono davanti all’Impala, carica e pronta per partire.  
-Siete sicuri di non voler rimanere un altro po’, ragazzi? Le vostre ferite si stanno ancora rimarginando!- chiese Lara, abbracciata al marito.
-Grazie della proposta, ma abbiamo già approfittato abbastanza della vostra ospitalità. Oltretutto dobbiamo metterci in marcia! Abbiamo già scovato un caso in Wisconsin e dobbiamo andare a controllare.- rispose Sam, deciso.
Ed si fece avanti e strinse la mano ai ragazzi, ringraziando:
-Io non posso fare altro che ringraziarvi per tutto quello che avete fatto! Molti non sanno quello che è successo, ma noi sì e non lo dimenticheremo mai!-
-Grazie, Ed!- esclamarono sinceramente colpiti i due cacciatori. Loro facevano tutto senza pretendere dei ringraziamenti in cambio, ma era comunque bello sapere che qualcuno conosceva il bene che avevano fatto.
Nonna Em abbracciò sia Dean che Sam, non senza far scivolare le mani lungo la schiena dei due e palpando vigorosamente il sedere di entrambi.
-Tornate quando volete, ragazzi!- esclamò, ammiccando, l’anziana donna.
Con un sorriso imbarazzato, i due Winchester annuirono e salirono sull’Impala.
-Se avete bisogno, avete il nostro numero.- disse Dean, mettendo in moto la sua amata Piccola.
Con un cenno del capo, i due cacciatori salutarono e sgommarono via, salutati dai loro amici.
Dopo un paio di minuti di strada, Sam e Dean incrociarono il cartello che indicava l’uscita dalla città di Bennet.
-Sai…- esordì Dean –Credo che mi mancherà questa città! Alla fine abbiamo trovato delle brave persone!-
Sam annuì e aggiunse:
-Hai ragione, ma credo che, tra tutto, ti mancherà soprattutto la torta di mele di nonna Em!-
Dean lo guardò con un ghigno e rispose:
-Mi conosci!-
E, ridendo, i due Winchester, a bordo dell’Impala, inseguirono il sole verso un nuovo caso.
 
 
 
 
Note dell’autrice: ciao a tutti! Scusate se ho potuto pubblicare solo oggi, ma gli esami mi hanno ucciso e non sono riuscita a scrivere fino a ieri praticamente! XD Ed ecco qui! Questo è l’ultimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto e non vi sia sembrato troppo ooc! A me non è dispiaciuto scriverlo così! XD voglio precisare che, alla fine, ho scritto che vanno verso il sole, e non verso l’oscurità, più adatta ai Winchester, perché trovo che la prima serie sia quella un po’ più luminosa rispetto alle altro! XD visto che è l’ultimo capitolo, è il momento di tirare le fila e fare gli ultimi, grandi e importantissimi ringaziamenti a Nala91 (che ha anche revisionato), Cin75, lilyy, abhainnjees, ladyvampiretta, Tatuata Bella, Nerea_V, jess22, Greeneyes74, Jerkchester che hanno recensito e messo tra le preferite/seguite/ricordate questa ff, cepiro, jo ste, Sarii15, studentessa che hanno messo questa tra le preferite/seguite/ricordate. E naturalmente ringrazio coloro che mi seguono nell’ombra! XD (DemonWithAShotgun, so che ci sei! XD e Terry Winchester 88, ricordati che questa ff è per te!XD) grazie mille a tutti per aver letto questa ff fino alla fine! Grazie davvero! Non sapete quanto mi abbia fatto piacere che questa mia prima long abbia fatto breccia nei cuori delle persone che hanno usato un po’ del loro tempo per leggerla! Grazie mille a tutti!!! GRAZIEEEEEE!! Alla prossima, spero! Ciao ciao XD 


 
  
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