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Autore: Kim_Pil_Suk    06/09/2014    2 recensioni
Potrei dirvi che è una storia a lieto fine. Potrei dirvi che poi "vissero sempre felici e contenti". Potrei dirvi la fine. Ma no, non lo farò.
Voglio che vi godiate il nostro finale. Potete andare a leggere l'ultima pagina del libro, se volete. Potete chiudere il libro e lasciare che ve lo racconti la mamma prima di andare a dormire. Oppure potete semplicemente godervi il finale, come ogni bravo lettore.
Perché è questo che fa un lettore. Legge, apprende, si emoziona e poi muore o vive assieme al protagonista.
Vi dirò solo che la nostra è una storia di intrecci, intrighi e menzogne. Perché fra le righe, troverete sempre una piccola menzogna, un piccolo errore che non avete mai visto. Vi accorgerete di come in realtà poco ci conoscete.
Vi dirò solo che è una storia proibita che potrebbe iniziare con "e vissero tutti felici e contenti" e finire con "c'era una volta...".
Leggi fra le righe e lo scoprirai.
[ Crossover ( Percy Jackson - favole/fiabe ); Percabeth ; con accenni Thaluke ]
[ I personaggi di Percy Jackson diventano i personaggi delle fiabe/favole ]
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti, Talia Grace
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Yes, I changed. Pain does this to people.

 

 

Percy

 

Percy aveva passato giorni cercando di non imbambolarsi a guardare un muro, in attesa di qualcosa. Eppure non sapeva cosa.

Aveva incontrato Belle ed era stato così felice, nonostante quella scorbutica di Biancaneve lo avesse messo in imbarazzo. Belle, gli era parsa così garbata e regale da farlo diventare improvvisamente uno zerbino sul quale pulirsi le scarpe. Era apparentemente altezzosa e distaccata. Eppure riusciva a percepire qualcosa dietro e aveva notato i suoi movimenti stanchi e annoiati, come se non avesse un buon motivo per essere lì, a perdere tempo con un ragazzo che si era preso inesorabilmente una cotta per lei.

Perché negarlo era inutile: lui si era preso una cotta per lei e probabilmente mezzo mondo fiabesco l'aveva capito.

Non aveva fatto discorsi idioti fra la propria mente e il proprio cuore. Non aveva iniziato a pensare cose come “Ma lei è sposata con la Bestia! E te fai parte di un'altra favola!” perché era inutile anche solo provare a domare uno dei due. Inutile dire che aveva provato in tutti i modi a non finire con la testa fra le nuvole, rischiando più volte di iniziare a svolazzare o di sbattere contro Trilli che, indignata, provava in tutti i modi ad evitarlo. E non aveva smesso di pensarla. Si era fermato più volte a chiedersi come fare per incontrarla e più volte aveva raggiunto la stessa conclusione: per loro, avere un qualche tipo di contatto era impossibile.

I due vivevano in mondi diversi. E parlo del fatto che vengono da due fiabe completamente diverse. Ma, intendiamoci, all'apparenza nessuno dei due aveva qualcosa in comune. Lei era così distaccata e piena di eleganza che avrebbe potuto benissimo disdegnarti con un gesto volgare ma sembrare sempre bella e regale. Mentre Peter era Peter. Come tutti sapete Peter è un ragazzo che non vuole mai crescere, che non vuole diventare adulto. Rifiuta le responsabilità, abbandona il sapere e tutto ciò che regala la maturità solo per rimanere giovane, per divertirsi e per non dover mai affrontare la realtà. Insomma, tutto il contrario di Belle, che anche se è una fangirl è comunque pragmatica e saggia.

Arrivato a questo punto Percy non sapeva davvero che farse del suo cuore e delle sue emozioni che non voleva controllare. Se avesse potuto l'avrebbe buttato assieme ai resti del pranzo. Ma non era possibile. Così gli toccava vivere con quel frenetico batticuore che doveva solo ignorare ogni volta che il solo pensiero di Annabeth lo sfiorava.

 

 

Annabeth

 

Annabeth si era impegnata a non impazzire in quegli ultimi giorni. Aveva cercato di non far svolazzare via i neuroni del suo cervello, ma sembrava piuttosto impossibile.

Annabeth, intendiamoci, è una ragazza organizzata, pragmatica, concreta ma con un buon cuore. Non aveva mai pensato di mischiare cuore e cervello – o almeno non dopo la sua storia – e nemmeno se lo sognava. Ma ultimamente il suo cervello aveva scelto di fare i capricci. La sua mente, che in qualsiasi momento era perfettamente organizzata, che le forniva spiegazioni per qualsiasi cosa, che la guidava per la strada più saggia, in quei giorni era completamente per i fatti suoi.

Quella mattina aveva usato un libro come sottobicchiere per la tazza – imperdonabile! Oppure durante il corso della giornata aveva più volte sbagliato stanza di lettura, finendo spesso comodamente seduta dentro la vasca a leggere. E diverse cose erano successe durante lo scorrere della giornata. E la preoccupavano non poco.

Il suo cervello viaggiava alla velocità di una tartaruga, spesso, e ogni tanto dimenticava informazioni basilari che lei sapeva dirti anche a testa in giù. Oppure finiva a fissare la pagina iniziale, bianca, di un libro pensando a diverse cose mentre sentiva il cervello farsi più leggero e il cuore più pesante.

- Chissà come fanno a conoscersi. - fu la voce pensierosa di Thalia a distrarla mentre controllavano gli scaffali della biblioteca.

- Eh? - chiese Annabeth, intelligentemente.

Thalia la guardò come se fosse pazza. - Come “eh”? Stavamo parlando del ragazzo della caffetteria. Percy, se non sbaglio. - disse lei prendendo in mano un vecchio volume polveroso.

Annabeth si riscosse subito dai suoi pensieri. Ora ricordava: si era messa a sognare ad occhi aperti mentre parlavano del ragazzo della pasticceria, Percy. Si era messa a rivivere il momento in cui si erano incontrati, per la terza volta in quella giornata.

- Mh. Ricordo. - disse lei mentre rimetteva a posto un libro. - Come fanno a conoscersi chi? - disse lei voltandosi a guardare l'amica.

- Alice e Peter. - disse lei soffiando sul volume che aveva in mano e alzando un polverone. Scosse la mano tossendo mentre Annabeth si fermava a pensarci per la prima volta. - Forse stanno insieme. - aggiunse distrattamente rimettendo via il libro e passando ad un altro.

Annabeth sussultò appena e si portò una mano al petto, constatando che il suo cuore aveva perso un battito, per poi accelerare. Si fermò a pensare, spaventata e arrivò ad una sola conclusione: “E' sicuramente aritmia.” si disse.

Thalia tacque mentre raggiungevano le due scrivanie, di Annabeth e Luke, sul fondo della biblioteca.

- Comunque sia, Percy è carino. Non mi stupirebbe se fosse già fidanzato. - disse lei sempre con quell'aria saccente mentre, con un accenno di insicurezza si avvicinava allo scaffale dei libri di Luke.

Annabeth si voltò verso la propria scrivania. - Sì. - acconsentì, cercando di nascondere il lieve imbarazzo. Sempre testarda, continuò a credere alla storia dell'aritmia che il suo cervello si era inventato.

Poi si voltò verso l'amica. La vide sfiorare con lo sguardo i libri sullo scaffale, come se fosse interessata ai libri di Luke. Ma Annabeth sapeva benissimo quanto Thalia odiasse leggere, se non qualche libro per sfizio qua e la. - Piuttosto... - disse attirando l'attenzione della ragazza, che però non si voltò. - Sembra che anche Luke sia un bel ragazzo. Te che ne pensi?

Thalia fece spallucce, come se non le interessasse, continuando a rivolgere l'attenzione ai libri. - E' vero, è bello. Ma ho visto di meglio a giro.

Annabeth corrucciò le sopracciglia e si appoggiò alla scrivania dietro di se. - Vero. Ma Luke ha molte pretendenti. - fece ruotare lo sguardo per aria per poi puntarlo verso la ragazza, che ora sfiorava i libri con la punta delle dita. - Penso che presto sceglierà una sposa, fra una delle pretendenti. Ci sono così tante ragazze venute da ogni fiaba. E sono tutte così belle! - disse con finta nonchalance.

Annabeth in un primo momento pensò che Thalia non avesse abboccato. Poi la vide irrigidire le spalle, come se ci fosse qualcosa di fastidioso che le dava noia. - Spero che trovi presto la sua anima gemella. - borbottò lei sottovoce, malcelando la nota aspra che le scaturì dalla bocca.

Annabeth la guardò storto mentre prendeva un libro fra le mani e le sfiorava la copertina. La guardò osservarlo con tristezza mentre la bionda apriva la bocca per ribattere, indignata che non avesse percepito le sue allusioni.

- Che ci fate qui? - a spaventarla fu la voce di Luke, spuntato improvvisamente da dietro lo scaffale. Le guardava con un faccia calma mentre faceva saltare lo sguardo da una all'altra, eretto nella sua posizione.

Thalia, per lo spavento, fece cadere il libro a terra con tonfo. Si spaventò del rumore, sotto lo sguardo perplesso di Annabeth, e arrossì abbastanza vistosamente.

Luke sussultò appena. - Aspetta ti aiuto.
- Non serve. - disse Thalia, così forte da far fermare Luke che si stava avvicinando a lei. Annabeth la guardò, sorpresa, mentre percepiva dell'imbarazzo nei suoi movimenti.
La vide chinarsi a raccogliere il libro tenendosi il vestito blu scuro corto fino alle ginocchia. Notò quanto fosse nervosa e tentennò nell'aiutarla mentre, cercando di non incontrare lo sguardo di nessuno, infilava il libro nella scaffale.
Luke se ne stava immobile, sorpreso e perplesso, ad osservarla mentre rimetteva via il libro.
Thalia mise il libro a posto e rimase immobile senza dire niente. Nessuno dei due parlò, mentre si guardavano negli occhi, con curiosità e imbarazzo.
​Fu Annabeth a rovinare il momento, lanciando un colpo di tosse.

- Luke si riscosse dai suoi pensieri e le guardò entrambe. - Di che parlavate? - chiese con la voce roca. Diede un colpo di tosse imbarazzato.

- Di te. - disse Annabeth con nonchalance.

- Di me? - chiese Luke, sorpreso.

Luke, nonostante non lo mostrasse, era un ragazzo dolce e timido. La prima impressione che avevi di lui era quella di un tipo pieno di se o per lo meno che si vantava del suo bell'aspetto. Invece era modesto e ogni volta che si sfiorava l'argomento “ragazze” o “pretendenti” diventava timido e insinuava che nessuna poteva innamorarsi di lui. E Annabeth sarebbe stata davvero contenta se avesse deciso di prendere moglie. Possibilmente una moglie che lo amasse davvero e non una scorbutica vecchiaccia che voleva solo vantarsi della sua bellezza.

Annabeth gli sorrise, celando il divertimento nel vederlo muoversi imbarazzato. - Sì. Parlavamo di te e delle tue pretendenti. Hai presente quelle ragazze che stanno in fila dietro alla porta con la scritta “per il principe modesto-Luke”? Bene, quelle. - disse Annabeth sfoderando un po' del suo sarcasmo.

Si appoggiò alla scrivania con il bacino e portò le braccia incrociate sul petto. Spostò lo sguardo di intesa su Thalia e la trovò immobile e silenziosa che guardava Luke, come in attesa di una risposta.

Luke, invece, fece un respiro profondo, evidentemente imbarazzato.

- Lo sai che non è per niente vero. - disse lui a bassa voce. - Piuttosto, perché voi due non andate alla pasticceria di Alice? - chiese, nervoso.

Annabeth alzò gli occhi al cielo. - Non cambiare discorso, Luke. Sappiamo entrambi che hai una fila enorme di pretendenti che vorrebbero solo rapirti e portarti verso l'infinito ed oltre. Devi solo smetterla di negarlo.

Luke non rispose, imbarazzato da quelle parole. Il suo sguardo vagò dal pavimento ad Annabeth, poi volò in direzione di Thalia e subito il suo sguardo si indurì.

- Non dire queste cose, Annabeth. - disse duramente, sorprendendo Annabeth. - Lo sai che io non sono intenzionato a sposarmi e ancora meno ho tempo da perdere a cercare moglie. Sicuramente ancora non ho intenzione di sposarmi. - disse raddrizzando le spalle e guardandola dritta negli occhi. Annabeth si staccò dalla scrivania, sorpresa da quell'atteggiamento. - E adesso, se non vi disturba, vorrei restare solo. Ho del lavoro da finire. - disse dirigendosi verso la propria scrivania. Non incontrò lo sguardo di Thalia nemmeno un attimo e lei si scostò, raggelata da quell'atteggiamento.

Annabeth, osservandola, notò che il solito cipiglio arrogante che caratterizzava la ragazza, ma che negli ultimi giorni vacillava, le aveva lasciato il posto e adesso, dipinta sulla faccia della corvina, c'era una espressione a dir poco ferita.

Thalia, sentendosi osservata, si voltò verso di lei e, immediatamente, tornò con il volto serio e impassibile.

Entrambe, con passo svelto e strascicato, si diressero fuori dalla biblioteca.

- Ma cosa gli prende! - chiese ad alta voce Annabeth quando raggiunsero il giardino. Thalia, seduta all'ombra dell'albero spostò lo sguardo verso l'orizzonte. Annabeth camminava avanti e indietro di fronte a lei, nervosa e adirata. Agitava le braccia in aria, agitata, mentre borbottava cose senza senso contro Luke, alzando la voce ogni tanto. - Ma che diavolo ha? Io proprio non riesco a capirlo! Ogni volta che ne parlavamo era sempre così timido mentre adesso si è arrabbiato! Dannazione! - disse tirando un calcio all'aria.

Thalia annuì immersa nei suoi pensieri mentre si accarezzava il bordo scuro di organza del vestito che le arrivava sopra le ginocchia.

- Anche a te! - gridò Annabeth, esasperata. - Anche te oggi sei strana! Non rispondi male, non guardi male nessuno e non fai battutine sarcastiche! - girandosi a guardarla. - Anche prima! Pensavo avresti risposto male. Avresti fatto battute sarcastiche sulle sue pretendenti! - disse lei con un gesto esasperato della mano. - Che ti prende? - disse abbassando la voce, fra l'adirato e lo stanco.

Thalia non la guardò nemmeno mentre si faceva cadere sul terreno davanti a lei, sospirando stanca ed esasperata.

- Non mi prende proprio niente. - disse lei a bassa voce, evitando il suo sguardo.

- Guardami negli occhi. - le disse Annabeth, esasperata.

Thalia alzò lo sguardo, prendendo un respiro profondo.

- Dimmi. Cosa ti prende? - disse Annabeth, con la voce sempre più bassa. Si avvicinò a lei e le poggiò la propria mano sulla sua.

Thalia la guardò, ma non disse niente. Si sentiva male. Non aveva niente in particolare, o almeno credeva, e far preoccupare così tanto la sua amica era imperdonabile.

Thalia si avvicinò a lei e le circondò le spalle con le braccia. La abbracciò, stringendo le labbra e sperando che quelle lacrime che teneva dentro non uscissero.

Perché diavolo piangeva? Non c'era nulla di cui piangere. Aveva una vita piuttosto bella, noiosa e monotona, ma comunque bella. Aveva tanti amici e una migliore amica intelligente e dolce come Annabeth. Forse le mancava qualcosa da quella vita così piatta, ma non riusciva a capire cosa. E improvvisamente si era sentita felice, quando era arrivata alla residenza di Annabeth, e tutto era cambiato, senza che lei se ne rendesse conto.

 

 

Percy

 

Percy aveva passato un intero pomeriggio a lavorare da Alice.

Lei gli aveva detto che le serviva una mano visti i tanti clienti. Così lui era stato più che contento di aiutarla visto che immaginava ci sarebbe stata anche Belle.

Se la immaginava di nuovo davanti a se, con i capelli d'oro sciolti che le accarezzavano le guance, gli occhi grigi che lo guardavano intensamente, il vestito color crema che le scendeva morbido sulle curve fino ai polpacci e la posa sempre regale. Così finì per incantarsi di nuovo mentre lavorava.

Si fermò a metà strada fra il tavolo e il bancone.

- Cosa fai fermo lì? Muoviti! - lo spronò Alice tirandogli una leggera spinta coi fianchi.

Percy scosse la testa e la abbassò, imbarazzato. Raggiunse il tavolo di Pocahontas e John Smith.

I due, teneramente per mano, stavano discutendo in paziente attesa del loro thè. Appena lo videro arrivare si voltarono a guardarlo e gli sorrisero.

- Ehi, Percy, amico! - lo salutò John. Percy gli sorrise mentre poggiava le tazzine sul tavolo. - Come stai?

- Bene, Jason. - disse lui, portandosi il vassoio sul fianco. - E vedo che anche voi due state bene. - disse loro guardando le loro mani unite.

John rise mentre Pocahontas arrossiva. Lo guardò e gli tirò una pacca sulla spalla. - Sì, tutto bene. Siamo fidanzati è normale che ci teniamo per mano! - disse con nonchalance.

Percy sorrise, facendo spallucce.

- E invece a te come va con le donne? - chiese lui con finta aria cospiratoria.

Percy immediatamente ripensò a Belle, e si sentì arrossire.

- Ah! Lo sapevo! - disse Jason tutto contento. - Allora, chi è?

Percy arrossì ancora di più. - Probabilmente non ci hai mai parlato.

Jason fece una smorfia. - Che tipo è?

- E'... è.... - indugiò. - bellissima. E' davvero bella. Bionda, con gli occhi grigi e intellingenti e un fisico da paura.

Jason lanciò un occhiata a Pocahontas e le disse, con aria complice: - Che dici, Piper? Questo secondo me è cotto.

Piper rise sotto i baffi e lo guardò. - Direi proprio di sì.

Percy li guardò, storcendo la bocca. Guardò le loro mani unite e sorrise appena, contento. Jason era un suo amico da quando ne aveva memoria e non avrebbe scelto una ragazza migliore di Piper: bella, intelligente, simpatica, modesta, piena di amici e fedele.

- Vi lascio parlare da soli, piccioncini! - li prese in giro lui, facendogli la linguaccia.

Jason gli rise dietro: - Fai la linguaccia anche alla ragazza e vedi che cadrà ai tuoi piedi!

Percy se la rise e riprese a lavorare, pensando che in qualche modo, qualsiasi modo doveva rincontrarla. E sperò vivamente che si sarebbe fatta viva al locale di Alice.

 

 

 

 

 

 

 

 

My Micro World in Blue of Percy:

Allora anzitutto sorry. Sì, ho fatto un certo ritardo.

Non c'è più la mia amica che mi minaccia di continuare perché anche lei vuole leggere il continuo. E sono molto contenta che un amica così cara per me stia dalla mia parte e mi sproni ad affrontare la mia pigrizia. Per cui ringraziate di nuovo Viola. Che per puro caso a il nome di un fiore, di un colore, e della maglietta del Campo Giove. Peccato che non sia il nome di una casa di Hogwarts...

Bene, siccome non sia qui per dare da mangiare i topi ad Edwige... volevo dire, non siamo qui a cercare Annabeth col cappello degli Yankee... cioè, avete capito!

Tornando a noi e ignorando i miei scleri delle 2 di notte, ( Sì, è tardi. No, non me ne frega un cazzo. E boh, ho visto Colpa delle Stelle e sto piangendo da più di 3 ore... ) il ritardo è dovuto a pigrizia, appuntamenti con amiche conosciute su internet, pigrizia, sonno, vacanze, il fatto che dormo dalle 7 di mattina alle 4 di pomeriggio, fame, nessuna ispirazione, impappinamento, ecc. Una mia amica mi ha anche aiutato con la trama e l'ha resa davvero davvero complicata. Più che complicata direi lunga e intricata ma la adoro e allora seguirò la sua trama.

Per cui da qui in avanti direi che sarà un po' più piena anche se sono a mezzo punto morto.

Questa mia amica è Amira, e ha detto che la leggerà quando sarà completa. Per cui ringraziate lei se la completo e siccome la leggerai più avanti, Amira, sappi che questa è dedicata a te che la vuoi leggere e mi supporti in qualsiasi cosa. Ti voglio bene e presto verrò da te! <3

E vorrei anche ringraziare Ester, una mia amica, che vuole leggere la mia fanfiction perché dice che non legge da un po' mie ff e le piacciono anche se lei non sa niente di Percy Jackson. Grazie <3

 

Per tutto il resto vi dico una cosa: in tanti mi hanno chiesto “Come mai i personaggi hanno due nomi? Ripo Percy e Peter, Annabeth e Belle, Thalia e Biancaneve?”

Vi rispondo: praticamente ognuno di loro è un personaggio di una favola ( non tutti i personaggi delle favole sono occupati, sarebbero esageratamente troppi; es. Alice ) ma ognuno di loro, fra amici, parenti e persone strette si chiamano col vero nome per cui ognuno di loro ha due nomi. Uno che usano con le persone che conoscono appena o in generale ( Peter, Belle, Biancaneve, ecc ) e uno che una con persone con cui sono in confidenza ( Percy, Annabeth, Thalia, ecc. ) questo mi rende anche tutto più facile per farvi capire l'aspetto e tutto.

E a questo proposito vi dico che gli aspetti non vengono minimamente alterati. Percy rimane un figo pazzesco con gli occhi color mare, Annabeth una gnocca bionda e sveglia, Thalia una punkettona che se potessi mi sposerei, Jason un giocatore di football con quel maledetto taglio sul labbro, ecc.

Vedrò anche di non farli troppo OC. Se succede ditemelo immediatamente in questo modo sarò capace di rendervi giustizia. ( Vi consiglio di stare attenti alle parole, ultimamente non è periodo, e mai far arrabbiare una figlia di Ares )

 

Altro punto: vorrei ringraziare percy_annie, Treacherouss e Myrenel Bebbe ART5 per avermi recensito lo scorso capitolo.

Mi rende triste vedere che meno persone recensiscono, guardano o quant'altro il capitolo ma ringrazio molto le persone che lo fanno e vorrei dire che aiutano la causa “Save a girl”. In questo modo aiutate una povera ragazza, scarsa d'autostima ad alzarla e sentirsi sempre più vicina al proprio sogno.

Per cui: MOLTE GRAZIE RAGAZZE. VI SONO DEBITRICE E NON POTRO' MAI RINGRAZIARVI ABBASTANZA.

Ringrazio anche:

Annie

Dandelion to dream

defechira

facciadivolpe_

gea_ ( stai attenta, qualcuno potrebbe scambiarti per madre terra )

Secretly_S

sissi_nox

 

Tutte le altre gli ho ringraziati nello scorso capitolo.

Ringrazio anche quelli che non recensiscono. Perché se non lo fanno c'è un motivo. Vorrà dire che non scrivo bene, che l'ADHD mi sta entrando nel cervello ( è già nel cervello ) e che mi sta rendendo incapace di scrivere bene, vorrà dire che scrivo in modo davvero davvero noioso. Boh, chi lo sa...

 

 

Scusate per le note, ma ci terrei se le leggeste.

C'ho messo davvero tanto a scrivere questa nota e questo capitolo, per poca ispirazione e errori continui. Ma non posso scusarmi per la mia dislessia visto che non è colpa mia e allora chiederò scusa per la lentezza, visto che effettivamente è colpa mia.

Saluti,

Kim_

 

  
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