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Autore: EOW    06/09/2014    1 recensioni
Midnight Mist, ex-allievo della Principessa, è un unicorno di quasi quarantanni che vive una vita tranquilla con sua moglie Shooting Star, una pegaso che a suo tempo era capitana degli Wonderbolts.
Entrambi si godono il reciproco amore giorno dopo giorno, fino a quando una terribile malattia li colpisce entrambi, forzandoli a lasciare la città per evitare un contagio, ritirandosi in un accampamento attrezzato apposta.
Ma questa malattia nasconde segreti ben più oscuri di quanto potrebbe sembrare...
Chi diavolo era Greyhorn?
Perché ha creato questa maledizione?
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Double Six Trilogy'
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C'è sempre qualcosa che non potete sospettare.”

 

Mist irruppe furiosamente nella stanza e osservò con sguardo tagliente le colorate pony giocare con Blind Hope. Alla sua vista tutte si immobilizzarono e il piccolo puledrino, con la coda tra le zampe, arretrò. Conosceva bene suo padre e anche se sapeva di non aver fatto nulla di male capiva che la situazione non era piacevole.

‘Dunque voi sei siete le nuove portatrici degli elementi, eh?’ domandò. Nessuna rispose, stavano ancora cercando di valutare la bizzarra reazione del pony grigio.

‘Ecco…, si, siamo noi, problemi?’ Dash si fece coraggio. Mist le lanciò un’occhiataccia spaventosa che la fece ritirare subito.

‘Allora devo chiedervi di andarvene. I vostri stupidi elementi non ci servono a niente.’

‘Ma… io facevo per dire, non siamo venute qui per…’ Twilight arrivò da dietro. Lui si girò.

‘Lo so, siete venute per mio figlio e la cosa mi fa piacere. Ma non posso tollerare che della gente che ha a che fare con la principessina io-sono-dio cammini su questo pavimento!’

‘Ehi! Come osi parlare così della principessa?!’ inveì l’unicorno viola ‘Lei ha sempre fatto molto per noi!’

‘Beh, verrà il tempo in cui si scorderà di voi e vi lascerà per strada, senza considerarvi più.’

‘Tu cosa ne puoi sapere? Non la conosci!’ ringhiò AJ. Mist la guardò.

‘Oh, piccola puledrina, si vede che tu non sai come va il mondo. Nessuno conosce Celestia meglio di me, sono stato il suo studente preferito per tanti anni! Nonostante ciò appena ho subito questa tremenda malattia non ci ha pensato due volte a lasciarmi perdere!’

Star si avvicinò a Mist e lo abbracciò, chiedendogli di calmarsi.

‘Mist… lo sai che in un certo senso è grazie a Celestia che Blind Hope è con noi…’

A quelle parole l’unicorno grigio si chetò. In effetti era vero ciò che sua moglie stava dicendo, ma era anche vero che se il figlio era cieco e orfano, la colpa era solo della Principessa.

‘Scusatemi…’ mormorò Mist ‘Ma rinnovo la mia richiesta di andarvene. Non potete fare nulla per la nostra condizione e…’

‘Oh, andiamo!’ Rarity si infuriò ‘Chi ti credi di essere per trattarci così? Noi siamo venute per stare con tuo figlio, perché siamo sue amiche, e stiamo rischiando di subire la maledizione. E tu ci dici di andarcene solo perché rappresentiamo gli elementi? Non siamo certo venute con l’intenzione di risolvere il problema o chissà che cosa!’

‘Tsk… Forse se foste venute per conto di Celestia lo avrei apprezzato, un tentativo inutile è pur sempre meglio di non tentare. Ma, come ho già detto, io ODIO quella dannata principessa e odio chiunque sia ai suoi ordini.’ In cuor suo Mist si era reso conto di aver ecceduto per la rabbia all’inizio e sarebbe anche stato propenso a lasciarle stare, dopotutto erano anni che non vedeva suo figlio così allegro. Ma il ricordo di quello che gli era stato fatto, di come era stato tradito nella fiducia gli bruciava troppo.

Star aveva capito l’andazzo e sapeva che cercare di fermare suo marito era inutile, quindi si era avvicinata a Hope e lo aveva abbracciato, chiedendogli di capire. Lui rimaneva in silenzio e tirava su il muco col naso.

Fu inutile per le sei tentare qualunque discorso con lui, per ogni cosa che cercavano di dire esso ribadiva lo stesso concetto e alla fine le convinse ad andarsene, facendosi strappare però la promessa di permetterle di rivedere Hope prima o poi, promessa che avrebbe mantenuto malvolentieri.

Mentre si allontanavano si chiedevano il perché di questo odio, è assurdo pensare che possa essere stato causato solo da quella ragione. Infatti non era così.

Le ragazze avevano tralasciato un elemento molto importante nella loro valutazione:

Blind Hope era un alicorno.

Questa è una storia che risale a qualche anno fa, mantenuta opportunamente segreta. Sembra che Celestia avesse un figlio che, quando aveva poco più di due mesi, contrasse la Maledizione Greyhorn. Unito a ciò il piccolo aveva dimostrato scarsissimo talento, sia per il volo che per la magia, inoltre era molto debole di costituzione ed era pure cieco.

Era totalmente inadatto a prendere il posto di governante.

Fu abbandonato nella Everfree Forest e fu trovato per pura fortuna dal’unicorno grigio e dalla sua compagna, che lo presero e lo crebbero amorevolmente, come fosse loro figlio.

Quando Hope superò il trauma dovuto all’abbandono, riuscì a raccontare tutto ai suoi genitori adottivi. Star ne rimase addolorata, non pensava che Celestia fosse capace di atti così crudeli, ma comunque ringraziò il cielo di averle regalato un figlio, anche se adottivo.

Mist invece dal quel giorno perse la luce e la solarità che lo contraddistinguevano. Tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento era crollato in un istante.

 

‘Fuori dalla mia stanza papà!’ urlò il puledrino, cacciandolo dalla stanza.

‘Hope, lo sai bene cosa ti ha fatto la principessa, è solo colpa sua se stiamo soffrendo così.’

‘LORO NON C’ENTRANO NULLA!’ urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e chiuse la porta con forza. Saltò sul letto e si coprì la testa con i cuscini.

Cominciò a piangere.

Era riuscito finalmente a trovare delle amiche che gli volessero bene e non avessero paura della sua malattia e suo padre gliele aveva appena levate. Chi se ne fregava di chi erano le compagne, erano venute lì solo per giocare con lui.

Aveva ormai superato il trauma e aveva deciso di fregarsene totalmente della principessa. Ora aveva una vita felice, una mamma bellissima e bravissima, avrebbe riso in faccia alla sua vecchia madre se l’avesse vista.

Solo il padre non era riuscito a sorpassare questo odio e Hope desiderava solo che si desse pace. Mancava tanto così perché la loro famiglia fosse felice, nonostante la maledizione.

I guai dell’unicorno erano tutt’altro che finiti. Sua moglie, infuriata, lo aspettava al piano di sotto.

‘Era proprio necessario caro?’

Non rispose.

‘Rispondimi. Erano riuscite a far tornare a sorridere nostro figlio e tu le hai cacciate solo per una ragione così stupida. So che odi Celestia, ma non per questo devi agire così con tutti. Eri tanto dolce e solare…’

‘Prima della maledizione.’ Disse lapidariamente e si chiuse a chiave nel suo studio, dove nessuno poteva disturbarlo.

 

Twilight chiuse dietro di sé la porta della libreria e sospirò. Quello che era accaduto nel pomeriggio non fu per niente piacevole e inoltre avvertiva un tremendo senso di colpa. In effetti se non avesse tirato fuori gli elementi dell’Armonia non sarebbe finita così.

Si sentì persino peggio quando Spike le portò la lettera in cui Celestia le diceva di non fare assolutamente riferimenti agli elementi davanti a Mist.

Sparkle rimase quindi in silenzio per un po’ e poi decise di andare fino in fondo alla faccenda. Una lettera non bastava, doveva parlare con la Principessa di persona.

 

Dash stava accompagnando a casa Fluttershy ma la sua testa era altrove. Avrebbe voluto passare molto più tempo con Shooting Star, dopotutto era la sua eroina d’infanzia. Si chiedeva anche come una pegaso abile e intelligente come lei potesse sposare un unicorno così scorbutico e maleducato.

Da quando si erano messe in viaggio non si erano dette nulla. Rainbow iniziava a sentirsi infastidita e cercò di allentare la tensione dell’amica tirando fuori il primo argomento che le venne in mente.

‘Fluttershy, secondo te Midnight Mist come si è comportato? Secondo me è stato molto sgarbato.’

Avrebbe potuto toccare un altro argomento. La pegaso gialla abbassò lo sguardo, sconsolata.

‘Io… beh, noi…’ mormorava ‘Stavamo disturbando, quindi…’

‘Ma che disturbare e disturbare!’ ribatté l’amica ‘Hope era felice, Star era felice, solo quel tizio era arrabbiato!’

‘Forse dovremo anche cercare di capire come si sente.’ Rispose sottovoce ‘Quando quel tenero puledrino ha sentito che eravamo amiche della Principessa si è ritirato per un secondo.’

‘Dici che hanno fatto bene a cacciarci così?’

‘Ehm… no, dico solo che… che forse abbiamo sottovalutato lo stress accumulato di quell’unicorno. Tu come ti sentiresti se dopo una vita passata lontano da tutti sei complete estranee che hanno a che fare con la persona che più odi ti entrassero in casa e ti dessero fastidio?’

‘Ma se stavamo facendo giocare il piccolo! A detta di sua madre era da tanto che non rideva così!’

‘Neanche io lo capisco ma… ma credo che se ha agito così una ragione ci sarà…’ mormorò.

 

Mist, nel suo laboratorio, prese la sua fedele penna di Civetta Spirulina e aprì un pesante tomo arcano.

Perché nessuno lo capiva? Perché tutti lo disturbano? Se solo lo lasciassero in pace riuscirebbe a completare la sua ricerca e una volta completata nessuno avrebbe più temuto i “grigi”.

Già, tutti sarebbero diventati grigi. Nessuno escluso.

Mist aveva già rinunciato a trovare una cura, l’unica possibile l’aveva letta in un Sacrificet, tomi arcani dotati di incantesimi potentissimi, ma che richiedono pesanti sacrifici per essere eseguiti. Quello che interessava a lui era il Panacea, in grado di curare ogni maledizione e malattia, ma richiedeva in cambio la vita di chi lo usava. Una cosa così non poteva certo permettersela.

Quindi, se non poteva curarli, avrebbe maledetto tutta Equestria. Così, in un mondo grigio e senza colore, nessuno avrebbe più odiato nessuno per il colore del pelo. Ovviamente non lo aveva detto a sua moglie, le faceva credere di avere pronta una cura, così nessuno lo avrebbe fermato.

‘E’ incredibile come con una semplice bugia potrò arrivare molto lontano. Ho bisogno dell’aiuto di un alicorno e del cristallo di Sombra che si trova al palazzo di Canterlot.’

Mist ripensò alle parole di sua moglie. Aveva ragione, non avrebbe dovuto mandarle via, ma quella pony viola faceva troppe domande e lo aveva messo in allarme. Venire a sapere poi della loro relazione…

Beh, non poteva rischiare che scoprissero il suo piano e lo rivelassero alla principessa.

 

Le pesanti porte della sala del trono si aprirono e le guardie permisero ad un unicorno viola, di entrare. L’alicorno bianco era in fondo alla lunghissima stanza, ad osservarla.

‘Principessa Celestia, sono venuta come promesso.’

‘Ti stavo aspettando Twilight.’ Disse la sovrana. ‘Dalla tua lettera mi sono fatto un’idea del problema.’

‘Perché Midnight Mist la odia così tanto? E’ vero che lo ha abbandonato? Perché?’

‘Mia cara studente, la tua curiosità è giustificata. In realtà da quando ho saputo che lui è stato maledetto non ho più avuto pace. Ho cercato una cura ma non l’ho trovata.’

‘E perché non lo ha detto a Mist? Lui ha vissuto gli ultimi anni convinto di essere stata abbandonato!’

Celestia mostrò sul volto segni di incertezza, come se le fosse pesante reggere quella discussione. Twilight colse questo sentore e chiese se era il caso di continuare.

‘No, va bene. Mi pare giusto che tu sappia tutta la storia. Midnight Mist è stato il mio miglior studente, possedeva un talento che si vede una volta ogni cento anni. Nulla gli era impossibile, a soli sei anni era già in grado di lanciare incantesimi che gli unicorni più esperti si sognano. Come tu e le tue amiche, lui e i suoi amici rappresentavano gli Elementi dell’Armonia di vecchia generazione. Ormai il gruppo si è sciolto e gli elementi sono passati a voi, ma non ho mai dimenticato ciò che loro hanno fatto per me e per Equestria.’

‘E allora perché non è andata a trovarlo quando è stato male? Non avrà mica avuto paura della malattia?’

‘Quello era l’ultimo dei miei problemi, è solo che… Non ho mai avuto il coraggio di dirgli che non esiste una cura. Lui si fidava ciecamente di me e della mia magia, mi chiese di aiutarlo e io non ho potuto….’

‘Solo per questo? Principessa…’

‘Lo so, sono stata stupida e ora non posso neanche sognarmi di avvicinarmi a lui. Erano secoli che non fallivo così miseramente.’

‘Su Principessa, sono sicura che è ancora possibile rattoppare i rapporti con lui! Io mi fido di lei e dopotutto parliamo dell’unicorno più intelligente e dotato di sempre! Di sicuro capirà.’

‘E’ intelligente, questo è certo, ma è anche un inguaribile testardo, non so se…’

‘Quando eravamo là da lui disse chiaramente che avrebbe preferito se fossimo state mandate da te per cercare una soluzione, disse che un tentativo inutile era meglio di nessun tentativo.’

‘E va bene, proverò a parlarci, anche se ormai ho perso le speranze…’

‘Non dica così, sono certa che ce la farà.’

‘Grazie Twilight Sparkle, avevo proprio bisogno di parlarne di persona con qualcuno.’

‘A proposito.’ L’unicorno ricordò un certo particolare ‘So che non dovrei dirlo, ma loro figlio è un alicorno. Com’è possibile?’

A queste parole Celestia si bloccò. Si guardò intorno preoccupata e poi parlò.

‘Ti hanno detto qualcosa riguardo a lui?’ il tono di voce era innaturale, sembrava quasi un rimproverò. Twilight arretrò, spaventata, poi mormorò:

‘Ehm, no, abbiamo promesso di non fare domande e di non parlarne.’

Celestia tirò un sospiro di sollievo.

‘Scusa la mi reazione Twilight, ma… Ora devi scusarmi, ma ho degli incarichi importantissimi, ti prego di tornare a casa.’

‘Ma non ho ancora finito, cosa ha intenzione di fare con Mist?’

‘Non ti preoccupare, ci penso io. Ora vai.’ Disse lapidariamente, voltandosi per prendere una pergamena.

Twlight fece retro-front, chiedendosi cosa possa aver agitato così tanto la Principessa. Non era da lei diventare improvvisamente così acida e severa…

 

Star era in cucina, quando era agitata cucinava sempre per abbandonare le sue tensioni. Mentre lo faceva era solita fermarsi a ripensare ai tempi in cui, con i suoi vecchi compagni, andava in giro per Equestria a risolvere problemi.

Aveva da aspettare cinque o sei minuti per la cottura, quindi riprese la sua vecchia foto di gruppo. Da sinistra a destra c’erano lei, suo marito e gli altri compagni. Ricordava come fosse stato il giorno prima ognuno di loro.

C’era Jam Sooth, un corpulento pony terrestre, dal manto bianco e dalla criniera rossa, sempre pronto a stare con gli amici e divertirsi con loro.

C’erano Blithe Blitz e Golden Doubt, fratello e sorella, pegaso e unicorno. Blithe era sempre allegro e giocoso, mentre Doubt era seria e posata, ma dietro al suo carattere sospettoso nascondeva una personalità dolce e tranquilla.

Infine c’era la sua migliore amica, Cup Cake, colei che le aveva insegnato tutti i segreti dei fornelli.

‘Chissà cosa combina la vecchia Miss Cake’ si domandò Star, sorridendo leggermente e appoggiando la foto sul mobile. Poi si ricordò che non era più “miss” ma “mrs”, si era sposata ormai da tempo e gestiva un negozio.

Tanti pensieri affollavano la mente della giumenta grigia e non sapeva a quale dare importanza o no. Da un lato voleva solo rilassarsi, ma non ci riusciva, da l’altro andare a vedere come stava Hope, ma lui voleva stare solo, e infine si chiedeva come mai suo marito fosse così agitato.

Di sicuro quello che era accaduto quel giorno sarebbe rimasto un fatto di poco conto, loro tre insieme erano felici e avevano tutto e di sicuro prima o poi Mist avrebbe permesso a quelle sei brave ragazze di tornare.

Bussarono alla porta.

Star, pensando che nessuno sarebbe andato ad aprire, si avviò all’ingresso canticchiando tranquillamente.

Aprì.

Era Celestia.

  
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