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Autore: Angelauri    06/09/2014    10 recensioni
A Miami è una splendida giornata estiva. Fa molto caldo e il team Austin e Ally si deve riunire. Il programma sarebbe quello di andare in spiaggia dopo aver discusso del nuovo video di Austin. Ma purtroppo succede qualcosa di inaspettato che trasformerà una bella giornata di sole e divertimento in un incubo per Austin, Ally, Trish e Dez. Come reagiranno i nostri protagonisti?
Dal testo:
"Pensai che al mondo ci sono diversi tipi di persone.
I simili, che vivono cercandosi a vicenda.
Gli opposti, che si attraggono come calamite.
Le anime gemelle, che si trovano sempre, anche se lontane.
E, infine, le persone come me ed Ally, che si cercano, si attraggono e si trovano nello stesso momento. Che sono simili, ma che sono anche agli opposti.
Quelle persone che sono complementari, fondamentali, indispensabili l'uno per l'altra.
Che da sole sono forti, ma che insieme sono indistruttibili, eccezionali.
E non importava se Ally non mi amava come l'amavo io, perché noi due eravamo quell'ultimo genere di persone.
Ci appartenevamo e nessuno avrebbe mai potuto cambiare questo."
Spero di avervi incuriosito e che leggiate questa mia prima fanfiction :-D
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ally Dawson, Austin Moon, Dez, Trish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riunione speciale

Ally

Era la stessa foresta con gli stessi identici arbusti, c'erano le stesse creature arboree, il fango, le lacrime di ghiaccio, i cori terrorizzanti. Sembrava la stessa identica scena che si ripeteva ogni volta, ma c'era qualcosa di diverso. Il cielo ad esempio, che di solito non riuscivo a vedere, si intravedeva tra le fronde degli alberi ed era scuro, nero, come durante una tempesta.
In generale tutto pareva meno spaventoso, ma io ero comunque in preda al panico.
I mostri senza volto si stavano avvicinando, con il loro andamento angosciante; le lacrime cominciavano a rotearmi intorno; il terreno instabile mi ingoiava lentamente.
Mi rimanevano ancora pochi secondi...

- Perché? Perché mi fate questo? - riuscii a sussurrare.

Nessuno rispose, ancora una volta.
Quello era il momento in cui annegavo, sprofondavo e soffocavo nello stesso momento. Doveva essere l'inizio della mia fine.
Ma, nel momento stesso in cui smisi di lottare contro quel mondo angusto, un lampo squarciò il cielo, che era sempre più oscuro. Dalla luce provocata da quella scarica d'elettricità, ne scaturirono numerose scintille, che andarono a scontrarsi con le creature. E dato che queste erano fatte di legno cominciarono a bruciare e arrestarono il loro cammino.
Un piccolo barlume di speranza si accese nel profondo del mio cuore, ma l'incubo continuò.
Anche senza i mostri non ce la feci a sopravvivere, perché il terreno e le lacrime ghiacciate portarono a termine il loro compito.
Mi svegliai di soprassalto nel letto di camera mia, col fiato corto. Riuscii a tranquillizzarmi e cercai di regolare la respirazione. Mi alzai, nonostante avessi le gambe instabili, ed arrivai in bagno, dove mi sciacquai il viso con dell'acqua gelida. Nel riflesso dello specchio, la ragazza che poche ore prime sembrava così sicura di sé era scomparsa, lasciando il posto a un'altra ragazza simile, ma con un espressione stanca e impaurita.
Era la prima volta, da quando era cominciata questa tortura, che l'andamento dell'incubo cambiava. Era strano, molto strano...
Tornai in camera mia e, con frustrazione, rimisi a posto tutti i vestiti che si trovavano sul letto.
Cosa significava tutto ciò?
Non lo sapevo, ma di sicuro non mi sarei arresa a degli stupidi sogni.
Guardai la sveglia sul comodino : segnava le tre e venti. Così mi diedi una sistemata veloce, per sembrare meno addormentata, e scesi in cucina. Presi una mela dal cesto di frutta sopra il tavolo e diedi due-tre morsi, giusto per azzittire il leggero brontolio del mio stomaco. Dopodiché presi il telefono, il broncodilatatore e il mio quaderno e li misi nella borsa, che indossai a tracolla.
Uscii di casa e chiusi la porta a chiave.
Cominciai a camminare in direzione del Sonic Boom, mentre il sole, nel cielo, giocava a nascondino dietro i palazzi; il venticello piacevole di qualche ora prima si era calmato, perciò faceva leggermente più caldo. A passo svelto, passeggiavo per le strade assolate di Miami Beach, mentre nuove domande si facevano largo nella mia testa. Io però non avevo risposte : non sapevo perché l'incubo era diverso, non avevo la più pallida idea di cosa fare per risolvere questa situazione angosciante, non capivo più i miei sentimenti...
C'era un'unica cosa da fare : rifugiarmi nella musica.
Arrivai al negozio in circa dieci minuti, ma non vi trovai nessuno. C'era solo un biglietto lasciato attaccato alla porta che diceva : “Siamo in pausa”. Di solito mio padre non chiudeva mai il Sonic Boom a quell'ora, ma quel pomeriggio non c'era anima viva, perciò era probabile che fosse andato al convegno del risparmio di cui mi aveva parlato la settimana prima. Presi le chiavi dalla borsa ed entrai.
Nel negozio regnava un silenzio assoluto, l'ideale per chi ha bisogno di stare da solo a pensare. Così salii le scale ed arrivai nella sala della musica; poi chiusi appena la porta, presi il mio quaderno e appoggiai la pochette sulla poltrona accanto alle finestre. Sfogliai qualche pagina del diario e mi resi conto che era da più di una settimana che non scrivevo nuovi versi per le canzoni : era come se l'ispirazione fosse scomparsa. Mi sedetti al pianoforte e cominciai a far scorrere le dita sui tanti tasti bianchi e neri, ma mi accorsi di non avere nuove idee. Qualsiasi nota suonassi mi sembrava sbagliata, ogni accordo che provavo a fare non mi soddisfaceva : era come se il cuore sapesse cosa fare, al contrario del corpo che non riusciva ad eseguire quei semplici movimenti che ormai sapevo fare anche ad occhi chiusi. Cacciai un piccolo urlo isterico : non bastavano solo gli incubi, ci voleva anche un'aspra guerra interiore! Perché dovevo essere così dannatamente indecisa?
Lo sapevo benissimo che tutti quei dubbi erano causati dalla confusione totale nella mia mente, ma allo stesso tempo non avevo la più pallida idea di come risolvere tutti i miei problemi.
Vi è mai capitato (a scuola o a casa) di dover svolgere dei problemi, delle equazioni o delle espressioni, i cui risultati vi venivano sempre sbagliati? Beh, a me sì.
Nella maggior parte dei casi si trattava di operazioni impossibili o che, semplicemente, non sapevo risolvere; oppure capitava che, a causa di un piccolo errore di calcolo, sbagliassi tutto il procedimento. Ma a volte, anche se i calcoli sono giusti, non riuscivo ad essere convinta delle mie azioni e cercavo soluzioni complicatissime per quesiti semplici; o peggio, anche se il risultato era giusto, ero convinta (per qualche assurdo motivo) che fosse sbagliato. Ed era in quei momenti di esitazione e confusione, che il dubbio mi assaliva.
Io penso che sia nella natura dell'uomo non essere mai soddisfatti di quello che si fa... Perché, anche se agiamo nel modo migliore possibile, quel giorno in cui ci guarderemo indietro, penseremo che, forse, avremmo potuto fare tutto in un altro modo. Secondo me, siamo inequivocabilmente e disperatamente alla ricerca dell'eccellenza, anche se siamo a conoscenza che la perfezione non esiste. È impossibile, almeno per quanto mi riguarda, ripensare al passato senza sentire quell'antipatica vocina che ti dice : - Avresti potuto fare meglio! - .
E, siccome quel giorno era uno di quei giorni in cui dubiti su tutto, decisi che sarebbe stato meglio suonare qualcosa di cui non ero l'autrice e che, quindi, non mi avrebbe fatto venire ulteriori dubbi su me stessa; una canzone che in quel momento mi poteva rispecchiare, perché infondo tutti noi nascondiamo qualcosa, nel profondo del nostro cuore.
 

Austin

Erano circa le tre e mezzo quando uscii di casa. Mia madre e mio padre, durante il pranzo, non avevano fatto altro che parlare dei loro affari commerciali e avevano insistentemente ripetuto che era mio dovere, in quanto primogenito e unico figlio dei Moon, ascoltare quella loro parte di vita. Ed erano anche riusciti a farmi giurare di partecipare, con mio padre, alla riunione dei proprietari dei negozi di materassi, che si sarebbe svolta quel pomeriggio alle cinque e mezzo. Non è che non fosse interessante, ma sinceramente avevo ben altri pensieri per la testa. Così, appena finimmo tutti di mangiare, sgattaiolai via come un fulmine.
In giro non c'era nessuno ed io ero stranamente in anticipo, cosa che non mi dispiacque affatto : in questo modo avrei potuto parlare tranquillamente con Ally, cercando di chiarire tutte le incomprensioni.
La strada per il Sonic Boom sembrava non finire mai, ogni passo che facevo sembrava allontanarmi anziché avvicinarmi alla metà. Che brutti scherzi gioca l'agitazione, non è vero?
Quando arrivai a destinazione non c'era nessuno, ma la porta era aperta. Entrai silenziosamente e mi guardai intorno, fino a quando non sentii una dolce melodia provenire dal piano di sopra : una voce angelica stava cantando.
Salii le scale e mi sistemai dietro la porta socchiusa, in modo che Ally non mi vedesse.
Stava cantando e suonando la versione piano di “Dark Side”.

- There's a place that I know
It's not pretty there and few have ever gone
If I show it to you now
Will it make you run away
Or will you stay
Even if it hurts
Even if I try to push you out
Will you return?
And remind me who I really am
Please remind me who I really am 

Everybody's got a dark side
Do you love me?
Can you love mine?
Nobody's a picture perfect
But we're worth it
You know that we're worth it
Will you love me?
Even with my dark side? -


Le dite esperte di Ally viaggiavano sicure e veloci sui tasti del pianoforte, alimentate dalla forza dei suoi sentimenti. Sedeva sulla panca con la schiena dritta e con il suo portamento elegante; la sua voce era emozionante, delicata, soave. Era semplicemente stupenda sotto ogni punto di vista.

- Like a diamond
From black dust
It's hard to know
It can become
A few give up
So don't give up on me
Please remind me who I really am

Everybody's got a dark side
Do you love me?
Can you love mine?
Nobody's a picture perfect
But we're worth it
You know that we're worth it
Will you love me?
Even with my dark side? -

Mi avvicinai di più, per poterla vedere mentre cantava. Aveva gli occhi chiusi (già, lei riesce a suonare il piano anche ad occhi chiusi!), ma dalla sua espressione si poteva vedere che c'era qualcosa che non andava.

- Don't run away
Don't run away
Just tell me that you will stay
Promise me you will stay
Don't run away
Don't run away
Just promise me you will stay
Promise me you will stay -

Strano... Ally cantava sempre canzoni dolci e romantiche e, anche se quella era una canzone con quelle caratteristiche, sentivo che la stava suonando per un altro motivo.

- Will you love me?
Everybody's got a dark side
Do you love me?
Can you love mine?
Nobody's a picture perfect
But we're worth it
You know that we're worth it
Will you love me?
Even with my dark side?” -

La canzone finì, così Ally aprii gli occhi e appoggiò le mani alla panca del pianoforte.

- Sei stata bravissima. - dissi applaudendo.

Lei si girò di scatto e mi guardò sorpresa, mentre io entravo nella sala della musica.

- Grazie Austin. Da quanto tempo sei qui? - chiese sorridendomi.

- Da quasi cinque minuti. - risposi avvicinandomi sempre di più a lei.

Lei abbassò lo sguardo e strinse con più forza le mani, con un'espressione assente in viso.

- Come mai hai scelto di cantare questa canzone? - domandai sistemandomi dietro al piano, in modo da poterla vedere negli occhi.

Lei alzo il viso e i nostri sguardi si incatenarono, come attratti da qualche sorta di calamita.

- Beh... Ognuno hai suoi segreti, no? Il proprio lato nascosto, o come dice il testo “oscuro”. - spiegò lei tranquillamente - Tu non mi nascondi mai niente? -

- No, tu sai praticamente tutto di me. - ribattei convinto, avvicinandomi al suo viso.

- Impossibile. - mi sfidò Ally, con un sorriso.

In effetti aveva ragione, ma non era facile confessare alla diretta interessata i propri sentimenti.

- Tu, piuttosto, che segreti hai? - chiesi ricambiando il sorriso.

- Si chiamano così apposta, no? - controbatté lei.

Poi si alzò e si avvicinò a me, mentre la sua espressione cambiava.

- Mi dispiace Austin, non volevo trattarti male ieri sera... - si scusò.

D'istinto la abbracciai e la strinsi a me.

- Scusami tu, ero solo preoccupato per te perché mi sembravi triste. E poi ero anche un pochino geloso e... - dissi velocemente.

Lei si staccò e mi guardò sorridendo.

- Eri geloso? Di cosa? - mi chiese.

Aiuto! Mi ero ingannato da solo! Cercai di trovare una scusa abbastanza credibile

- Emh... Io... - balbettai - Beh, ero invidioso della nuova maglietta di Dez! -

Lei mi guardò, con sguardo indagatore : non mi credeva.

- Vorresti anche tu una t-shirt con una scimmia che balla il tip-tap, con addosso un tutù? - domandò incredula.

- Sì, esatto! Proprio quella... - concordai con una risata nervosa.

- Va bene... - commentò lei ridendo.

Risi anche io, mentre quella sua dolce e splendida risata mi incantava.
Esiste forse sorriso più bello del suo? Secondo me, assolutamente no.

- Come stai? - le chiesi dopo un po'.

- Abbastanza bene, mi devo solo abituare all'asma. - rispose.

- E... Come è andato l'appuntamento con Elliot? - continuai.

Probabilmente non era successo niente tra loro due, ma non riuscivo a levarmi dalla testa questo dubbio.
Lei mi scrutò attentamente per qualche secondo, come per capire il perché di questa mia curiosità.

- Bene... Mi ha detto che andrà a Toronto per studiare. - spiegò Ally.

Feci un sospiro appena percettibile.

- E poi, mi ha anche confessato che prova qualcosa per me... - continuò lei, spostando lo sguardo sul pavimento.

Rimasi in silenzio, in attesa che finisse il discorso. Un profondo senso di agitazione mi invase da capo a piedi, mentre una domanda mi rimbombava nella mente : “E se avesse scelto Elliot?”.
Ally alzò lo sguardo e tornò a guardarmi, facendomi perdere nei suoi bellissimi occhi.

- Però, io gli ho detto che non ricambio più i suoi sentimenti. - aggiunse alla fine.

Sorrisi, pervaso da una sensazione di immensa felicità mista a sollievo. Lei mi guardò stranita.

- Perché sorridi in questo modo? - mi chiese.

- Emh... Io... Sono solo felice che tu stia bene. - risposi.

Lei sorrise un'altra volta e mi abbracciò delicatamente. Ero così felice che tra noi si fosse risolto tutto! Con lei, mi sembrava di poter far tutto, niente pareva impossibile quando stavamo insieme.

- Ally! - sentimmo urlare da una voce femminile al piano di sotto.

- Arrivo! - gridò a sua volta lei, per poi rivolgersi a me - È Trish, andiamo giù? -

Annuii e, insieme, scendemmo giù per le scale.

- Vedo che avete fatto pace! - disse Trish, notando i nostri sorrisi - Meglio così. Lavoreremo meglio, in questo modo. -

La salutammo e dopo qualche minuto arrivò anche Dez, con addosso la sua famosa maglietta.

- Oh Dez, Austin vorrebbe una t-shirt come la tua. - lo informò Ally, facendomi l'occhiolino.

- Davvero amico? - mi chiese il rosso entusiasta.

- Ceeerto! - mentii.

Dopodiché, mentre Ally ci guardava ridendo, Dez mi promise che mi avrebbe regalato quello che volevo al mio prossimo compleanno.
Dato che il negozio era chiuso, restammo al piano terra; ci sedemmo sui piccoli divani all'angolo della sala e Trish ci comunicò tutte le varie novità.

- Come sapete, abbiamo indetto questa riunione speciale del “Team Austin e Ally” perché a me e a Dez, è venuta un'idea geniale per il nuovo video musicale di Austin! - disse.

- E quando è successo questo miracolo? - chiesi.

- Hey! - esclamarono i diretti interessanti, leggermente offesi.

- Beh, tu e Trish nella stessa stanza che non litigate, è una cosa che non succede tutti i giorni! - mi giustificai.

Ridemmo tutti quanti e, ancora una volta, mi persi nel melodioso suono della risata di Ally.

- Comunque, durante la festa, noi abbiamo pensato a qualcosa di completamente nuovo! - spiegò Dez, per poi continuare in modo piuttosto teatrale - L'idea è questa : la protagonista femminile è una cheerleader ed è anche la ragazza più popolare della scuola, mentre Austin è il nuovo arrivato che si innamora a prima vista della dolce fanciulla. Lei, sebbene sia circondata dai ragazzi più belli della scuola, è single; così Austin cerca di conquistarla in tutti i modi : giocando a football, ballando, prendendo bei voti... Lei però non si lascerà convincere fino a quando non le canterai una canzone, in questo caso “Steal your heart”. Tu le ruberai il cuore, metaforicamente parlando ovvio, e lei si innamorerà di te. Fine! -

- Wow! Che idea fantastica! - mi congratulai.

- Davvero, è proprio una bella idea! - concordò Ally.

- Sono contenta che vi piaccia. - disse Trish.

- Già, ma ora passiamo alla location : abbiamo ricevuto il permesso speciale di girare il video alla Marino High! - continuò Dez - Il cast, invece, sarà costituito da Austin Moon, che interpreterà Austin Moon, e da i nostri compagni di scuola nei panni degli alunni. -

- Per la ragazza, avevamo subito pensato ad Ally. Però nel video dovresti muoverti tanto e potresti stancarti, perciò abbiamo preferito evitare di farti stare male. - aggiunse Trish.

- Oh grazie per il pensiero, siete stati davvero premurosi. - ringraziò Ally, regalando un veloce abbracciò alla sua migliore amica.

- E quindi chi avete scelto? - chiesi.

Mi sarebbe davvero piaciuto girare il video con Ally : lei è semplicemente fantastica e poi la canzone è dedicata a lei, quindi sarebbe stata la ragazza perfetta.

- Beh, ecco... Ho chiesto a Kira se voleva interpretare la cheerleader e lei ha accettato. - spiegò Dez.

L'espressione di Ally, nell'ascoltare quelle parole, si incupì leggermente e anche Trish non sembrò tanto contenta all'idea.

- Ah okay... - commentai io.

Kira non era Ally, ma era simpatica e già nel video di “No ordinary day” aveva dimostrato la sua bravura (nonostante il cattivo alito che aveva quel giorno).

- Perfetto, allora è tutto deciso! Le riprese inizieranno domani. - concluse Dez.

- Dovremmo fare qualcosa per festeggiare questa fantastica idea! - consigliò Trish.

- Certo! Che ne dite di andare al cinema? - proposi io.

- Sarebbe divertente. - continuò Ally.

Eravamo tutti d'accordo, perciò decidemmo che saremmo andati a uno spettacolo delle 20:00.

- Allora ci vediamo lì. - concluse Trish per poi andare via.

- Vado anche io, devo andare a sistemare la telecamera. - disse Dez, seguendo Trish.

Rimanemmo nel negozio solo io ed Ally. La guardai di nascosto per qualche secondo : non mi ero ancora accorto di quanto fosse bella in quel completo bianco e nero. Era davvero favolosa ed ero un tantino geloso del fatto che fosse andata così all'appuntamento con Elliot. Cercai di non pensarci e la guardai più attentamente : sul suo splendido viso, sotto un velo di fondotinta, si potevano notare ancora due leggere occhiaie.

- Non hai dormito neanche 'sta notte? - chiesi dolcemente.

Ally, che stava sistemando i clarinetti, si fermò e si voltò verso di me.

- Austin, il problema non è l'insonnia... - rispose lentamente - Sono riuscita a dormire, non ti preoccupare. Okay? -

- Non puoi dirmi di non preoccuparmi, perché non riesco a vederti così stanca e non dirti niente. - ribattei.

Lei in risposta mi abbracciò ancora una volta ed io non potei far altro che ricambiare il gesto.

- Sei davvero dolce, ma sul serio non devi stare in pensiero per me. - disse.

Stavo per risponderle, ma mi arrivò un messaggio da mia mamma che diceva :

Tesoro, devi tornare a casa. Hai promesso di stare con tuo padre per seguire la riunione sui materassi ergonomici, ricordi? Cerca di sbrigarti, tra mezz'ora dovete essere pronti per andare!

Cavolo, me ne ero completamente dimenticato! Sarei volentieri restato con Ally, ma una promessa è pur sempre una promessa. Sbuffai al pensiero di dover stare per quasi un'ora tra venditori di materassi.

- Devi andare via? - domandò Ally, notando la mia espressione.

- Sì, ma il nostro discorso non finisce qui. - la avvertii.

Lei in risposta mi sorrise tristemente. Le diedi un veloce bacio sulla guancia, facendola arrossire leggermente.

- Prima o poi, riuscirò a farti confessare cosa ti fa stare così male. - dissi mentre mi avviavo verso la porta.

- Ciao Austin! - esclamò lei per chiudere il discorso.

Le sorrisi e la salutai con un gesto della mano, per poi avviarmi in direzione di casa mia.
Per strada c'era più gente rispetto a prima, che andava e tornava dalla spiaggia. C'erano persone con le tavole da surf, altre munite di ombrelloni e sedie a sdraio, altre ancora che erano attrezzate solo con costume da bagno e una borsa per gli asciugamani. Quella era la cosa che mi piaceva di più di Miami in estate : la vitalità della gente. Non so come spiegarmi, ma qui andare in spiaggia è come giocare a calcio per i brasiliani : è come qualcosa che si ha nell'anima da quando si nasce. Io sono abituato alla leggera brezza estiva, alle onde quando c'è il mare mosso e alle giornate intere in spiaggia, perciò non riuscirei a farne a meno.
Anche per questo volevo che Ally stesse meglio, perché eravamo in estate, nel tempo del divertimento, e lei non poteva perdersi tutto questo a causa di qualcosa che la tormentava. Tenevo così tanto a lei che avrei fatto di tutto per farla sorridere spensieratamente. Era una persona troppo importante per me.
 

Angolo Autrice

Buongiorno a tutti cari lettori :-D ! Come state? Siete agitati per l'inizio della scuola? Io tantissimo!
Comunque, tornando alla fan fiction, eccomi di nuovo qui con il nono capitolo della storia!
Spero tanto che vi piaccia :-) !!!
La canzone nel capitolo è “Dark Side” di Kelly Clarkson; l'ho inserita perché il significato del testo (se vi va leggete la traduzione) mi sembrava azzeccato per i sentimenti di Ally, che non è ancora pronta a raccontare i propri segreti e sentimenti perché teme di non essere capita.
Ringrazio con tutto il mio cuore tutti i lettori e coloro che recensiscono (siete sempre gentilissimi e dolcissimi), ma anche tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite o le ricordate o le seguite. Ogni volta mi riempite di gioia e non riuscirei mai a ringraziarvi abbastanza per questo. Comunque, vi dico grazie dal profondo del mio cuore e vi mando un abbraccio coccoloso (gesto inventato dalla mia creativa sorella :-P) !
Baci e grazie ancora di tutto ♥ !!!
 

   
 
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