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Autore: HeavenHell    06/09/2014    2 recensioni
Ne "I pilastri della Terra" l'ex sceriffo William Hamleigh viene giustiziato con un'impiccagione al patibolo di Shiring, il feudo che ha ingiustamente strappato dalle braccia dei figli del defunto traditore Bartholomew. E se la sua morte non fosse avvenuta? E se ci fosse stata una svolta del destino a cambiargli totalmente la vita?
Premetto che non sono un granchè nello scrivere e non ho mai aspirato ad essere un'autrice, ma mi piacerebbe molto sfogare la mia fantasia e condividerla con tutti voi lettori.
Mi piace molto leggere e amo lo stile di Ken Follett. Un nome, una garanzia.
E come potete dedurre dall'apertura di questa breve premessa la mia fan fiction ruoterà intorno alle vicende del tanto odiato William Hamleigh e l'oggetto della sua lunga e insoddisfabile ossessione: Aliena.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Aliena, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Who am I? Who should I be? 


<< Banchetto? Questa sì che è una meravigliosa notizia! >> Gli occhi di George si erano illuminati sentendo la parola "banchetto" uscire dalle labbra di Aliena. Finalmente poteva consumare un ricco e dignitoso pranzo, anzichè i soliti e umili pasti preparati dalla sua governante, tra cui il porridge, i piccioni cotti e piatti di verdure.
George era ancora schiacciato dal peccato di gola e spesso si lamentava ogniqualvolta che veniva servito con dei piatti poveri.
Ma nel giorno di Pasqua si sarebbe sentito in Paradiso assaporando la deliziosa carne di agnello accuratamente preparata dai servitori di Lady Anne. Non ci pensò neppure a ringraziare Aliena per conosciuto la moglie del conte e ricevuto un posto a tavola nel loro castello.

Nel giorno di Pasqua Aliena e George si recarono nell'unica chiesa presente nel villaggio e assistettero controvoglia alla funzione. L'odio di George verso le chiese non era cambiato per nulla dalla prima volta che aveva messo piede in un luogo sacro. Le trovava tetre, silenziose e fredde. E quando il sacrista recitava parole in latino riguardanti Satana e il suo esercito di demoni che risiedevano all'inferno, George provava fremiti di paura. 
Tutto per colpa di sua madre che da bambino gli aveva installato nella mente le favole dei diavoletti che torturavano con le forche chiunque avesse l'anima macchiata dai peccati.
Aliena invece avrebbe voluto restare a casa e saltare la funzione, in quanto chiese e cattedrali le ricordavano dolorosamente suo marito Jack. 
Non prestò molta attenzione alle parole del sacrista e si chiese più volte cosa stesse facendo il suo amato uomo in quel momento. Pregò silenziosamente a Dio di ritrovarsi il più presto possibile tra le braccia di Jack e di baciare le candide guance di Sally.
Al termine della messa i due indirizzarono i loro passi verso il castello del lord Spencer.
George camminò più in fretta del solito non vedendo l'ora di sedersi a tavola e inghiottire tutto ciò che gli sarebbe capitato avanti.
Aliena lo seguì proseguendo con calma. I ricordi di Jack e Sally le avevano tolto l'appetito.
All'ingresso del castello furono accolti dalla servitù, la quale condusse gli ospiti in un enorme e lucente sala da pranzo.
Entrambi fecero un lieve inchino per salutare gli altri invitati. 
Scorgendo i visi degli ospiti, George notò con dispiacere di non essere l'unico Hamleigh presente a celebrare la Santa Pasqua. Difatti a tavola vi erano seduti i suoi zii paterni, gli stessi zii che gli avevano concesso un posto ove dormire.
Ma la famiglia si limitò a salutarlo con un freddo cenno di capo. Aliena ipotizzò che non volevano rovinare la propria reputazione porgendo dei saluti ad un umile e povero cittadino.
Da quel momento in poi George si trovò in disagio. Servitù a parte, gli abiti che portavano addosso lui e Aliena sembravano dei stracci in confronto alle bellissime e colorate tuniche dei nobili.
Era abituato ad essere rispettato dagli uomini del suo rango ma, dopo aver perso il feudo di Shiring, la carica di sceriffo e il temibile nome di William Hamleigh, era tutt'altro che un uomo dalle nobili origini. 
Il brusio della sala cessò all'improvviso e Aliena potè vedere Lady Anne entrare con aria maestosa accompagnata dal suo marito Robert Spencer, il conte di Jarrow.
In  segno di rispetto, tutti i presenti si alzarono di scatto dai propri posti e salutarono ossequiosamente i conti appena entrati.
Robert ordinò alla servitù di riempire di vino francese tutti i calici presenti a tavola e fece un discorso di ringraziamento agli ospiti per esser venuti da lontane città e infine fece un brindisi prima di avviare il pranzo.
Al segno del conte George non aspettò nulla e mangò avidamente la carne del fagiano, lasciando nessun avanzo. Gli uomini seduti accanto a lui lo guardarono disgustati, ma George non li degnò di uno sguardo.
Aliena sollevò lo sguardo dal piatto di argento e lo poggiò sull'esile figura di lady Anne, seduta accanto al marito. 
Distolse immediatamente gli occhi dal conte che lo trovò di un aspetto rivoltante: aveva il doppio dei chili di George, barba e capelli scuri e lunghissimi, due occhi piccolissimi e un naso aguzzo. Si sentì profondamente dispiaciuta per Anne, una donna affascinante e graziosa come lei non si meritava di essere data in sposa ad un tale mostro.
Anne le rivolse un sorriso di intesa, quasi come se le avesse letto nella mente.

Al termine del pranzo George si appisolò sulla comoda e spaziosa sedia di legno. Il riposino post pranzo non gli mancava mai.
Aliena si alzò da tavola e, non avendo nessuno con cui conversare, lasciò la sala per dirigersi verso il giardino del castello. Attraversò il lungo e suggestivo corridoio fino a quando non trovò un grande spazio ricoperto di erba fresca.
Si sedette su una panca circondata dai magnifici fiori di stagione. Li ammirò e annusò il loro odore.
Passò del buon tempo nel giardino in assoluta tranquillità finchè non sentì una voce femminile alle proprie spalle.
<< Ora capisco perchè volete avvelenare vostro marito>> 
Presa dallo spavento Aliena balzò in piedi e si voltò indietro, ma tirò un sospiro di sollievo nel vedere Lady Anne avanzare elegantemente verso di lei.
Le fece un inchino. << Mia signora >> 
Una volta vicina, la contessa si sedette sulla panca e battè lievemente la mano su di essa per invitare Aliena a fare altrettanto.
Accettò l'invito della donna e occupò il posto accanto a lei lisciandosi la vecchia e scolorita tunica. Come George si era indossata dei miseri panni per non catturare molta attenzione.
<< Non ho mai detto di voler avvelenare George, mia signora >> Aliena riprese il discorso accarezzando i petali di un bellissimo geranio rosso.
<< Ma l'avete pensato >> Replicò Anne sorridendo sotto i baffi.
Aliena la guardò e vide riapparire la sua finta espressione da dolce e ingenua dama.
Aliena era fermamente convinta del pensiero che le donne erano pù pericolose degli uomini. Dietro l'apparenza di una debole e indifesa fanciulla si poteva nascondere uno squalo.
Lady Anne riprese a parlare : << Avete dunque visto mio marito? Peccato che in questo giardino non ci siano delle piante velenose >> 
Le due si fissarono in silenzio, dopodichè si lasciarono andare con delle graziose risatine.
Aliena non si sentiva più sola, aveva qualcuno con cui condividere l'infrenabile voglia di mandare all'inferno il proprio sposo. 
Fortunatamente l'uomo che aveva sposato in chiesa non era lo stesso che in quel momento sonnecchiava nella sala pranzo, ma agli occhi di Lady Anne doveva fingersi di essere caduta in disgrazia maritandosi con un simile uomo. 
Alla fine non era tutta finzione...provava gli stessi sentimenti di una donna costretta a trascorrere la vita nuziale con una bestia.
Passò gran parte del pomeriggio chiacchierando piacevolmente con la contessa ma, prima del calare della sera, lady Anne si alzò sentendosi in dovere di accompagnare il marito a salutare gli ospiti.
<< Spero di rivedervi domani sera >>
<< Cosa ci sarà domani, mia signora? >> Aliena la guardò con aria interrogativa, ignara degli eventi che sarebbero avvenuti nell'indomani.
<< Oh giusto, dimentico che  dalle vostre parti vengono esaltate soltanto festività cristiane. Ebbene qui, immediatamente dopo Pasqua, si terrà una celebrazione in onore delle divinità greche. A Jarrow non siamo tutti cristiani e Robert vuole essere un buon conte soddisfando le richieste dei cittadini che venerano Zeus >> Le spiegò brevemente la contessa, aspettandosi di ricevere una tale domanda in un momento o nell'altro.
<< So che voi e vostro marito siete fedeli a Gesù Cristo, vi ho visto stamattina in Chiesa, ma la festa di domani è aperta a tutti, credenti e non >> Aggiunse la donna avvicinandosi ad Aliena per prenderle una ciocca di capelli grigi e se l'arrotolò al dito per giocarvi un pò.
Aliena la lasciò fare e si rilassò al tocco delle sue lunghe e affusolate dita. 
<< Settimane fa io e Robert abbiamo ingaggiato un maestro d'arte. Egli e i suoi apprendisti provvederanno a fornirvi le maschere dei dii greci. Voi non dovete fare altro che scegliere una maschera del dio scelto e immedesimarvi nella sua parte per tutto il resto della serata >> Concluse lei smettendo di giocherellare con i ricci di Aliena. Quest'ultima le chiese con un tono curioso : << E voi chi sarete? >> 
<< Lo saprete domani >> Le rispose la contessa rivolgendole un ennesimo e furbo sorriso prima di accomiatarsi.
Con la sua invidiabile bellezza e gioventù sarebbe stata Afrodite. Pensò tra se e se Aliena vedendola allontanarsi e sparire dietro un pilastro della struttura che circondava il giardino.
Ma ora la domanda più difficile era: che divinità greca avrebbe scelto lei stessa?

Spazio Scrittrice

Mi scuso in anticipo per il capitolo di cacca e per il ritardo, ma purtroppo sto studiando per l'università ç_ç
  
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