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Autore: AymlerShaunCampbell    06/09/2014    2 recensioni
Crackfic ambientata nella terza stagione dopo il ritorno da Neverland.
Allarmati dal repentino cambio di comportamento di Hook, i Charmings decidono di rivolgersi alle figure magiche più potenti della città. Una nuova, bizzarra maledizione si sta abbattendo su Storybrooke, trascinandone gli abitanti in una spirale di assurdi eventi...
Disclaimer: Non possiedo né il telefilm, né i personaggi, ecc.. Elementi femslash (principalmente SwanQueen) e non solo, siete avvisat*!
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Altra settimana altro capitolo.. buona lettura!
Aym

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Il campanello di casa Glass suonò più volte prima che qualcuno si degnasse di rispondere.
Devono avere proprio bisogno.. pensò Blue, infilandosi una vestaglia e spiando l'ingresso dalla camera da letto. Non poteva certo farsi beccare da qualche cittadino li ed in quelle condizioni.
Sidney si infilò i pantaloni della tuta ed aprì la porta ad un trafelatissimo Henry, seguito da Grace.
“Henry! Signorina Grace! A cosa devo questa visita?” chiese Sid sorpreso.
I bambini appoggiarono le cartelle su una sedia e si accomodarono sul divano.
“Stiamo cercando Blue, in convento ci han detto che l'avremmo trovata qui e abbiamo bisogno urgentissimissimo!” disse Henry tutto d'un fiato.
Glass li guardava inebetito, senza sapere cosa dire.
“Si, e poi forse ci può aiutare anche lei, ma non scriva niente sul suo giornale..” aggiunse preoccupata Grace.
Come fanno a sapere di me e Sidney? Si chiese la fata Oh giusto, avevo detto alle ragazze che sarei andata a controllare dei nuovi articoli.. si ricordò poi.
La madre superiora fece il suo ingresso in salotto e rivolse uno sguardo rassicurante ai due bambini.
“Buongiorno piccini, cosa posso fare per voi?” chiese lei.
“Perché è in vestaglia?” chiesero dubbiosi i due. Blue e Glass divennero paonazzi.
“P..perché c'è caldo?” offrì Glass. I due non gli credettero nemmeno per un secondo, ma al momento avevano cose ben più importanti da chiedere.
“Ok.. io, noi siamo qui perché.. eravamo nel cortile dietro alla scuola e.. ecconoicisiamobaciati!” disse Henry senza respirare.
“Ehm.. congratulazioni. Ma continuo a non capire il problema, e non credo di essere la persona più adatta con cui parlarne..” rispose cortesemente Blue accomodandosi su una sedia. Le stava già girando la testa.
Dai fornelli Glass ridacchiò, subito ripreso da un'occhiataccia della suora.
“È stato un bacio del Vero Amore!” strillò Grace, paonazza.
“Si si, con tanto di schiocco e luce che va via!” aggiunse Henry.
Sid e Blue si guardavano confusi.
“Il bacio del Vero Amore è leggermente diverso, almeno da quello che mi hanno raccontato. Avete detto nel cortile posteriore della scuola? E avete sentito uno schiocco?” chiese Blue, iniziando a mettere assieme i pezzi.
“Si!” risposero in coro i bambini.
“E avete paura di una gravidanza magica, è corretto?” chiese Glass, depositando quattro tazze di tè e un piattino carico di biscotti sul tavolino. I bambini si guardarono i piedi, mentre i due adulti sorridevano comprensivi.
“Prima di tutto, dubito sia stato il bacio del Vero Amore, siete ancora troppo piccoli. Ieri un lampione dietro la scuola è stato danneggiato, da qui il botto e la luce che va via.” sorrise Blue.
“Oh..” disse Grace intingendo un biscotto nel tè, un po' delusa.
“Ma.. ma con me ha funzionato!” balbettò Henry. La fata lo guardò senza capire.
“Si, intendo quando Emma mi ha baciato sulla fronte e ha spezzato la maledizione di mamma.” proseguì il piccolo.
“Ma è diverso, per i bambini è diverso. Quello era amore tra madre e figlio, ha funzionato perché ora sei ancora piccolo. Quando sarai più grande subentrerà l'amore romantico, quello in grado di spezzare qualsiasi maledizione, anche le più grandi e potenti.” disse Blue, poi si bloccò. Ma certo! Perché non ci aveva pensato prima? Appena i bambini avessero levato le tende doveva parlare con Belle, era l'unica abbastanza informata per aiutarla.
“Ma come fai a non sapere com'è il bacio del Vero Amore se ne hai già ricevuto uno?” bisbigliò Grace.
“Ero morto, me l'hanno detto dopo!” sussurrò Henry.
“Se prima eri morto e ora sei vivo sei tipo uno zombie?” chiese la biondina, allarmata.
“Non lo so.. Non è che ti ho contagiata, vero?” chiese il bambino, grattandosi la testolina.
“Mia cara, Henry non è uno zombie e tu non sei stata contagiata, così come non sei incinta.” disse Blue tentando di non ridere.
“No?” chiesero i due piccini, speranzosi.
“Certo che no. Come per il bacio romantico del Vero Amore, anche per le gravidanze magiche siete troppo giovani. Anche guardando i casi che ci sono capitati vi confermo che non ci sono gravidanze magiche sotto i 17 anni.” sorrise Glass.
“Quindi possiamo baciarci?” chiese Henry, diventando immediatamente bordeaux. Blue si sforzò di non svenire. Ma quanto è diretto questo ragazzino? Pensò.
“Certo.” sorrise Sidney, divertito dall'imbarazzo dei due bambini ed ancora di più da quello della compagna.
“Anche se siamo parenti?” chiese Grace.
“In che senso?” chiesero il giornalista e la suora in coro.
Grace si alzò dal divano, aprì il tubo da disegni che portava agganciato alla cartella e ne estrasse un corposo rotolo. Henry ed i due adulti fecero spazio sul tavolo e la biondina stese suddetto rotolo mostrando un complesso ed intricatissimo albero genealogico.
“Vedete?” chiese la bambina puntando il dito su alcuni nomi e seguendone le linee che li legavano l'uno all'altro “Qui si vede chiaramente che sono la sorella del nonno di Henry!”
“Capisco..” disse Sidney grattandosi la testa interessato.
“Non condividendo nessun sangue in comune ed essendoci una linea di parentela così blanda potete baciarvi quanto vi pare.” sorrise il giornalista. Blue stava per obbiettare ma il moro la fulminò con uno sguardo che non ammetteva repliche.
“Henry! Hai sentito?” sorrise raggiante Grace, poi si buttò tra le braccia di Henry e lo baciò.
Mi sta baciando! Lei! Davanti a gente! Pensò Henry, i neuroni completamente in tilt.
Poi Blue svenne ed i due piccini si staccarono.
“Bene, c-credo sia ora di andare..” disse imbarazzato Henry prima di alzarsi ed aiutare Grace a richiudere il rotolo.
“Ragazzi, credete sia possibile avere quel foglio in prestito per qualche giorno? Vorrei fotocopiarlo e magari metterlo sul giornale, un giorno..” chiese Glass aiutando Blue a tirarsi su da terra.
I due bambini annuirono e Grace allungò il tubo verso il giornalista.
“Henry, credi sia possibile avere in prestito anche il tuo libro?” chiese Blue.
“Certo, nessun problema!” sorrise lui, estraendo il tomo dalla cartella.
Dopo aver accettato senza troppi complimenti qualche biscotto per il viaggio e salutato i due adulti, Henry e Grace si erano messi a correre verso la scuola.
Sidney, chiusa la porta, si girò verso il salotto.
“Blue, che te ne fai del libro di Henry?” chiese. Ma Blue non gli rispose, era già sparita in un turbine di polvere fatata portando con sé il libro.

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Whale aveva fotocopiato, riletto, evidenziato ed ordinato ogni analisi inerente ai parti magici, consultato ogni libro in suo possesso e rifatto i calcoli più volte.
Eppure il risultato era lo stesso. Si rigirò tra le mani l'ecografia fatta ad Hook qualche giorno prima.
Merda! Pensò, poi compose nuovamente il numero della tanto odiata fata.
“Pronto?” rispose Blue, il tono stranamente cortese.
Sarà ubriaca? Si chiese Whale.
“Si, buonasera, perdoni se la disturbo.. Volevo avvertirla che ho rifatto tutti i controlli del caso e debbo purtroppo confermarle i miei sospetti.” disse il biondo, contrito.
“Temevo avesse chiamato per questo. Gli interessati sono già a conoscenza delle sue scoperte?” chiese la fata, accarezzando distrattamente i corti capelli dell'uomo assopito al suo fianco.
“No, ho fatto in modo di seguire personalmente ogni caso e le due infermiere che mi assistono sono già state informate della massima riservatezza di queste informazioni.”
“Ottimo. Prosegua le ricerche che le mancano e stili un rapporto. Presenterà i risultati al prossimo concilio poi provvederemo ad informare assieme tutti gli interessati. Ci serve tempo per un piano d'azione e la situazione è troppo delicata per scatenare il panico. Mi raccomando, si ricordi di fornirmi una tempistica più fedele possibile.” disse Blue.
“Certamente. Ci sono novità sulle maledizioni? Al momento non sono state registrate nuove gravidanze sospette ma in settimana sono arrivati un paio di feriti a causa degli orchi ed un ragazzo morso da un'idra.” chiese il medico.
“Potrei aver trovato le cause scatenanti della maledizione dei portali, ma prima di fornirvi qualcosa di concreto debbo verificare con la signorina French che i miei sospetti siano fondati.”
“D'accordo.. Avrà il suo rapporto a breve.”
“Ottimo. Come stanno i feriti?”
“Un po' ammaccati ma bene, sono stati tutti dimessi nel giro di poche ore.”
“Buono a sapersi. Ora devo lasciarla, ci sentiamo prossimamente.”
“D'accordo, buona serata.”
“Ah, Dottor Whale?”
“Si?”
“Per stasera basta così, è tardi. Vada a casa e si riposi.” disse Blue prima di concludere la chiamata.
Ma che diavolo? È appena stata.. gentile? Pensò Viktor sgomento.
Poi impilò i documenti, ripose tutto nell'armadietto, chiuse a chiave ed afferrata la giacca si diresse verso l'uscita dell'ospedale. A breve una certa cameriera molto carina avrebbe finito il proprio turno ed era giunta l'ora di concedersi una cenetta romantica e prendere qualche multa per oltraggio al pudore.

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Emma Swan non avrebbe mai pensato che andare in gioielleria sarebbe stato tanto complicato.
Un orco, un'idra ed un'altra bestiaccia di cui non conosceva nemmeno la specie l'avevano bloccata in un angolo buio ed uscirne quasi incolume si era rivelata un'impresa decisamente ardua.
Sono davvero più grandi e feroci.. pensò la Swan massaggiandosi la spalla. L'orco l'aveva scagliata a terra con violenza ed a pochi centimetri dalle fauci dell'idra, che aveva abbattuto per puro miracolo. Guardò preoccupata le tre carcasse e si spostò di lato per far passare Leroy con il furgone, mentre Happy abbassava il pianale.
“Ragazzi, sapete che roba è quella?” chiese Emma indicando la bestia misteriosa. I due si strinsero nelle spalle.
La bionda puntò il cellulare verso la carcassa e scattata una fotografia la inviò a Belle, sicuramente lei avrebbe avuto qualche risposta. Lasciò i ragazzi al proprio lavoro, recuperò il plico dall'auto di pattuglia e suonò il campanello della gioielleria.
Una volta entrata l'ex sovrano le sorrise entusiasta.
“Buongiorno Sceriffo! È finalmente venuta a prendere gli anelli? Mi è arrivato giusto ieri un catalogo con delle deliziose fascette con due simboli di Venere intrecciati. Un po' cliché se vuole, ma sempre modernissimi.” sorrise l'uomo un tempo conosciuto come Re Mida.
“Di che anelli parla?” chiese confusa la Swan.
“Ciao Emma! Sei qui per gli anelli?” chiese Fred uscendo dal magazzino. Iniziato il periodo di maternità aveva iniziato a passare i pomeriggi a rassettare il negozio del suocero, ormai avanti con gli anni.
“Fred! Ti trovo in formissima, come stai? E di che anelli parli?” chiese sempre più confusa la Swan.
“Benissimo, sia io che il piccolo.” sorrise il giovane massaggiandosi la pancia.
“Quindi non è qui per gli anelli di fidanzamento, sceriffo?” chiese pensieroso Mida.
“Anelli di fidanzamento? Ma io non sono fidanzata!” disse la Swan. Non ci stava capendo nulla.
“Oh. Pensavo che dato che convivete da più di un mese lei e il sindaco Mills aveste deciso di ufficializzare la cosa..” si scusò sorridente Mida.
“Oh. OH. Io e Regina.. No! No no no, noi.. lei mi sta ospitando finché la situazione in casa dei miei non migliora, noi non stiamo.. no..” balbettò la Swan, sempre più bordeaux.
Certo, come no.. pensarono Fred e Mida alzando gli occhi al cielo.
“Emma! A cosa dobbiamo questa visita?” chiese cortesemente Kathryn, uscendo dal magazzino con le braccia colme di scatoloni.
“A dire il vero cercavo proprio te. L'ufficio del sindaco ha ricevuto questi documenti stamattina, li ha vidimati e devo consegnarteli.” sorrise Emma porgendo il plico alla bionda.
“Oh, il divorzio da David è finalmente effettivo!” sorrise Kathryn.
“Oh, finalmente! Questo vuol dire che potete organizzare il matrimonio!” disse Mida battendo le mani con gioia. Fred e Kathryn si abbracciarono e la bionda appoggiò amorevolmente una mano sul pancione di lui.
“Sa, non vedevamo l'ora che arrivassero queste carte. Non mi fraintenda, David è un bravo ragazzo, ma l'amore..” sorrise Mida.
“Si figuri, nessuna offesa.” rispose Emma con un sorriso.
“E poi sa, il nostro Fredrik è davvero un ragazzo d'oro!” disse Mida. I tre si girarono e lo fulminarono con lo sguardo.
“Papà!” lo rimproverò Kathryn.
“Ma è un modo di dire..” disse imbarazzato Mida, abbassando lo sguardo.

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Che cosa pacchiana.. pensò Geppetto dando le ultime rifiniture alla culla. Ma d'altronde, i clienti erano clienti, ed andavano accontentati. E poi David aveva pagato in anticipo.
Geppetto si girò verso le voci che provenivano dall'esterno del negozio, il figlio stava accogliendo un paio di clienti.
Parli del diavolo.. pensò l'anziano falegname mentre Charming e Hook facevano il proprio ingresso in bottega.
“Buongiorno!” lo salutarono in coro.
“Buongiorno a voi! Sarete lieti di sapere che è pronta.” disse Geppetto, mettendosi di lato e permettendo ai due di vedere il frutto di tanto lavoro. Dietro di lui, assemblata in tanti listelli di legno chiaro, una culla a forma di nave, che ricordava vagamente la Jolly Rodger faceva la sua bella figura e luceva della vernice applicata da poco.
“Oh mio dio, è bellissima!” squittì Hook deliziato, poi abbracciò Geppetto.
Il falegname, imbarazzato, ricambiò l'abbraccio.
“È davvero stupenda Geppetto, hai fatto un ottimo lavoro!” sorrise David, poi si avvicinò alla culla per osservarla meglio. Era davvero di ottima fattura.
“Sono certo che le piacerà tantissimo!” esclamò Hook. Era una culla meravigliosa.
“Quando possiamo portarla a casa?” chiese il biondo.
“La vernice deve asciugare ancora qualche ora, se per voi va bene ve la consegno domani mattina.” sorrise il vecchio.
“Ottimo!” rispose David prima di congedarsi.
“Geppetto, lei si occupa anche di protesi, vero?” chiese Hook.
“Certamente, perché?” chiese Geppetto.
“Vorrei una mano di legno. Voglio poter stringere mia figlia senza farle del male..” disse imbarazzato Killian. David lo guardò adorante.

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Convincerle tutte non era stato facile, specie senza spiegazioni. Riportare la calma dopo che avevano visto Cora era stata un'impresa, con Ruby che già fuori dalla porta aveva fiutato un potenziale pericolo ed era entrata ringhiando. Spiegare tutta la faccenda, poi, quella era stata una fatica degna d'Ercole.
Eppure erano li, orecchie aperte e cervelli che lavoravano a pieno regime, cercando di elaborare la valanga di informazioni che le aveva travolte. Cora non si era fatta illusioni, Snow nemmeno. Se questo incontro fosse andato in vacca, il loro piano avrebbe fatto la stessa fine, seguito da ogni loro speranza.
Eppure eccole li.
Ruby e Mulan, chiamate perché migliori amiche di Emma.
Kathryn e Tinkerbell, chiamate perché migliori amiche di Regina.
E Belle, perché in una faccenda così delicata le sue conoscenze e l'accesso ad ogni libro della città erano indispensabili.
“Io ti posso anche credere Cora, ma ti rendi conto che tutto questo è..” attaccò Ruby.
“Improbabile?” disse Snow.
“Mortalmente pericoloso?” disse Mulan.
“Assurdo?” disse Kathryn.
“Eccitante!” disse Belle, con entusiasmo. Le altre si girarono verso di lei e la giovane abbassò lo sguardo.
“Si beh insomma, da un punto di vista puramente accademico..” disse Belle, imbarazzata.
“Questo e molto altro.” sorrise Cora, comprensiva.
“Quindi, voi sostenete che l'unico modo di spezzare le maledizioni sia farle baciare? E nessun bacetto a stampo, stiamo parlando del bacio del Vero Amore.. Un bacio per cui le due devono essere consapevoli dei propri sentimenti e di quello che prova l'altra.” disse Tink, dubbiosa.
“Già.” risposero Cora e Snow.
“Facciamo prima a far saltare in aria Storybrooke con tutti i portali..” disse Kathryn buttando giù la terza vodka.
“Abbatterò orchi per il resto della mia esistenza..” disse Mulan sconsolata, affondando il viso tra le mani.
“Suvvia ragazze, non siate così pessimiste..” le rimproverò Cora.
“Infatti. Ormai è palese che c'è qualcosa tra loro, non so se il Vero Amore ma sicuramente c'è del tenero!” disse Snow.
“Stiamo parlando di Emma e Regina..” disse Ruby “Con tutto il rispetto, ma le vostre figlie non brillano esattamente di acume per queste cose.” proseguì la lupa. Le altre annuirono.
“Non me ne parlare.. Persino David se ne è reso conto. David, il mio David, capite?” disse Snow con enfasi.
“E poi c'è la storia del tatuaggio..” aggiunse Snow rivolta a Tink.
“Si, ma di quello non dobbiamo preoccuparci. Il Vero Amore può essere più di uno, e Regina è fuggita dall'uomo del tatuaggio, che era il suo Vero Amore ma solo in quel tempo e in quel luogo, come Daniel lo è stato prima di lui.” rispose la fata.
“Ha senso. E coincide con quello che abbiamo scoperto sul perché ci siano i portali.” annuì Cora.
“Quindi che facciamo? Se aspettiamo che si sveglino quelle due facciamo notte!” disse Kathryn, cinica.
“Ma almeno una delle due ha ammesso l'attrazione per l'altra, con qualcuna di voi?” chiese Cora, preoccupata.
Le ragazze scossero la testa.
“Oh, quelle due!” disse Snow, alzando gli occhi al cielo. “Insomma, io sono sua madre e tu eri tecnicamente morta, ma almeno con le amiche..” proseguì esasperata.
“Ok, il primo passo è far ammettere alle ragazze l'attrazione reciproca, poi da li potremo stabilire un piano d'azione. Siamo tutte d'accordo?” chiese Cora.
“Mi sembra ottimo. Servirebbe una serata tra ragazze, Mulan e Ruby si occuperanno di Emma, Kathryn e Tink di Regina.” annuì Snow.
Ruby e Kat si guardarono.
“Ci servirà dell'alcool. Tanto, tanto alcool.” disse la bionda. La lupa annuì.
“Io posso chiamare Emma nel mio appartamento, mentre Kathryn e Tink possono portare Regina al Rabbit Hole.” disse pensierosa Ruby.
“Come mai non andate al Rabbit Hole anche voi?” chiese Cora.
“Perché se si vedono addio confessioni, e poi Tink abita ancora in convento e Katrhyn ha Fred incinto a casa.” disse pratica la lupacchiotta “Oh, e servirete anche voi!” proseguì Ruby, indicando Snow e Belle.
“Noi?” risposero le due in coro.
“Si. Tu Snow con noi, e tu, Belle, con Tink e Kat.” sorrise Ruby.
“Ma io sono sua madre, non so se..” disse dubbiosa Snow.
“E io e Regina non è che abbiamo dei buoni trascorsi..” aggiunse Belle.
“Donne, qui abbiamo bisogno di tutta la potenza di fuoco che riusciamo a mettere assieme, niente quisquilie!” disse Kat, decisa. Cora, Tink e Mulan annuirono.
“Cora, credo dovremmo coinvolgere anche la madre sup.. Blue in questo piano.” disse Belle rivolta alla donna.
Le ragazze la guardarono sgomente.
“French, ti è dato di volta il cervello?” chiese Ruby, con gli occhi spalancati.
“Belle, sei ubriaca!” dissero Tink e Kat buttando giù l'ottavo shottino.
Mulan semplicemente si massaggiò le tempie. Poteva essere di turno ad abbattere bestiacce, a spupazzarsi il figlio appena nato di Aurora e Filippo o ancora meglio a casa sua a coccolare la fidanzata e invece no, aveva accettato l'invito della mamma della sua migliore amica ed ora si trovava in questa situazione assurda..
“Quella bigotta turchina? Bella idea! Come peggiorare una situazione già catastrofica di suo..” disse Cora.
“No, no ragazze, ascoltatemi.. Blue è venuta da me in gran segreto e mi ha chiesto di indagare su una certa cosa..” disse Belle, poi rivelò al gruppo i progressi di Blue.
Le donne l'ascoltarono rapite. Era perfetto. Oppure una sfortuna incredibile.
“Quindi è praticamente al nostro stesso punto?” chiese Snow per conferma.
“Così sembrerebbe.” annuì Belle.
“A questo punto non ci resta che coinvolgerla. Anche perché nasconderle il nostro piano complicherebbe ulteriormente le cose.” disse Kathryn.
“Ho una sola domanda..” esordì Mulan. Le ragazze si voltarono verso di lei.
“Che fine faranno i bimbi concepiti dalla maledizione e le persone portate qui dai portali se le maledizioni si spezzano?” chiese.
Nella stanza calò il silenzio.
“Beh.. ci sto già studiando su. Blue non mi ha parlato solo della maledizione dei portali quando è venuta l'altra volta..” disse Belle “anche il tuo ragazzo ha fatto delle scoperte importanti.” aggiunse poi, rivolta verso Ruby.
Le ragazze si sporsero verso la bibliotecaria, mentre questa proseguiva il suo racconto.
“Beh, sono.. tante informazioni..” balbettò Snow, senza fiato. Le girava la testa.
“A questo punto coinvolgiamo anche Viktor, almeno avremo informazioni rapide sui suoi studi e domani io e lui potremmo andare a parlare con Blue e portarla da te.” disse Ruby rivolta a Snow.
“Dunque, ricapitolando..” disse Cora battendo le mani sul tavolo per richiamare l'attenzione “Il dottorino e la lupa vanno a prendere la fata, la portano qui e io e Snow la convinciamo. Tu Tink approfitterai della tua vicinanza con Blue per tenerla d'occhio, nel caso decida di remarci contro. Belle proseguirà le sue ricerche segrete per conto nostro e in settimana organizzeremo le due uscite per l'interrogatorio alle due rintronate. Domande?” chiese l'ex strega.
Kat alzò la mano.
“Si?” chiese Cora.
“Avreste mica dell'altra vodka?”

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Ovviamente non poteva andare come previsto. Ovviamente no.
Emma e Regina si erano finalmente ritagliate ben quindici minuti nel mezzo della caotica giornata lavorativa per parlare. Giunte a quel punto era palese che avrebbero dovuto parlare.
Il fatto che si stesse sviluppando qualcosa tra loro era ormai ovvio ad entrambe, il problema è che pur dividendo lo stesso indirizzo non riuscivano mai ad avere tempo di discutere degli affari propri.
Tra lavoro, parenti, cittadini, figlio e creature magiche non sembrava esistere un solo secondo da potersi dedicare. La sera erano talmente provate che dopo un meritato bicchiere di sidro finivano per parlare di tutt'altro poi si buttavano a letto, esauste, per poi ricominciare quel ridicolo circo la mattina successiva.
Eppure, come tutte le volte, si erano illuse.
Emma, diretta come solito, le aveva chiesto qualche minuto del suo tempo per parlarle. Regina si aspettava le solite noiose faccende di paese, ma quando aveva fermato l'auto nel parcheggio dove avevano appuntamento e l'aveva guardata negli occhi sapeva che avrebbero parlato di loro.
Le aveva sorriso, Emma aveva sorriso di rimando.
La tensione ancora presente ma più flebile, come una nebbiolina che le avvolgeva senza però privarle dell'ossigeno.
Regina si era avvicinata e l'aveva guardata, gli occhi così colmi di speranza che Emma aveva quasi pensato di mostrarle quello che provava più che dirglielo, la tentazione di baciarla più forte che mai. Aveva preso le mani della mora e tirata dolcemente a sé, quel viso meraviglioso ad un soffio dal suo.
Poi, ovviamente, era successo qualcosa.
Un qualcosa di terribile e alto più di tre metri, tre metri di pietra.
Un qualcosa che vedendole si era girato e aveva annunciato la propria presenza con un verso talmente terrificante da far gelare il sangue, il portale che crepitava richiudendosi dietro la bestia.
Poi aveva abbassato la testa ed era partito alla carica.
Emma non aveva subito capito cosa succedeva, tanto persa negli occhi di Regina.
Ma quando il viso della mora si era trasformato in una maschera di terrore si era girata, appena in tempo per vedere la terribile creatura che apriva la bocca e urlava prima di caricarle.
La bionda si girò d'istinto verso il pericolo, mettendo mano a spada e pistola contemporaneamente, pronta ad attaccare.
La mano di Regina, tremante, artigliò la spalla di Emma.
“No.. Solo magia.” la voce della mora era meno di un sussurro, Emma non l'aveva mai vista tanto terrorizzata.
Regina alzò una mano in direzione del mostro e si concentrò, per una cosa simile serviva quanto potere potesse richiamare.
Emma, ancora davanti a lei a mo' di scudo, guardava inebetita la bestia, sempre più vicina. Sentiva le vibrazioni della magia di Regina fluttuarle attorno e fluire nel corpo dietro di lei.
Se gliene serve così tanta quella cosa dev'essere.. pensò la bionda, improvvisamente spaventata.
Il mostro era sempre più vicino e l'impatto era ormai inevitabile.
La creatura si preparò a sfoderare un poderoso pugno, alzando le braccia sopra la propria testa.
Emma gettò spada e pistola, afferrò di scatto la mora e la gettò a terra, pregando ogni divinità conosciuta che, qualsiasi cosa fosse successa, il suo corpo fosse uno scudo sufficiente per salvare Regina.
Come se qualcuno avesse pasticciato con il Tempo stesso, i secondi si dilatarono fino a sembrare minuti e tutto accadde con immediata lentezza.
Regina stava cadendo all'indietro, il corpo della Swan premuto contro il suo, una mano a proteggerle la testa e l'altra stretta alla camicia in un disperato abbraccio.
La mora convogliò tutta l'energia accumulata e qualche decimo di secondo prima di toccare il terreno scagliò una sfera di pura energia verso la bestia.
Il tonfo di due corpi che cadevano a terra coprì in parte il rumore del colpo che trasformò l'immensa creatura in acqua.
Prima che potessero rendersi conto di essere ancora vive, Emma e Regina vennero travolte da una potente onda.
“Cosa accidenti era quello?” chiese la Swan tossendo.
Non capiva perché i suoi vestiti e quelli della sindachessa fossero improvvisamente fradici come se avessero nuotato nell'oceano.
“Gh--g--golem!” disse la mora, girando il viso sull'asfalto a sputare acqua salata.
Emma, ancora sdraiata su di lei, si sentiva le ginocchia troppo deboli per alzarsi. Inoltre, una mano tremante le artigliava la schiena stringendola istintivamente al corpo sotto il suo.
“Regina, tutto bene?” chiese Emma rialzandosi ed aiutando la mora a rialzarsi a sua volta.
Raccolse le armi e non ricevendo risposta guardò Regina alzando un sopracciglio.
“Si, credo..” la mora abbassò lo sguardo, ma una mano le prese dolcemente il mento e le sollevò il viso ad incontrare gli occhi verdi della bionda.
“Regina.. dimmi.” il tono della bionda era dolce ma deciso.
“Io.. quelle cose sono il peggio del peggio.” sospirò Regina.
“Hai usato molta magia per una creatura sola..” constatò Emma.
“Come ho già detto, sono il peggio del peggio. Dobbiamo subito avvertire gli altri, con i golem non si scherza.” disse la mora, salendo sull'auto di pattuglia di Emma.
“Oh..ok.” disse Emma “Ma non sarebbe meglio se prima ci asciugassi magicamente?” chiese poi mettendosi alla guida.
“Non c'è tempo, possiamo usare gli asciugamani che avete in centrale. E poi ho promesso ad Henry che avrei usato la magia solo per difesa e per insegnare a te.” disse Regina, gli occhi che si rifiutavano di staccarsi dal corpo della bionda.
Indubbiamente, anche il modo in cui la divisa fradicia aderiva perfettamente al corpo della bionda aveva giocato un ruolo fondamentale nella decisione della mora.
Emma, dal canto suo, doveva far leva su tutta la sua forza di volontà per tenere gli occhi incollati alla strada. La seta della camicia di Regina, già sottilissima di suo, era ora poco più di un velo.
Eppure, nonostante questo piacevole risvolto, si ritrovavano con l'ennesima catastrofe sulle spalle e nemmeno stavolta erano riuscite a parlare.
Maledetta tentazione. Maledetti mostri. Maledetto tempo. Maledette maledizioni! Pensarono entrambe mentre volavano verso la centrale.

  
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