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Autore: Ashley Holmes    06/09/2014    4 recensioni
" John ha dei sentimenti, Sherlock ha una lista di cose da fare prima di morire. Non che se la ricordi. Ma quando la trova, e John la legge, le cose al 221B potrebbero iniziare a cambiare. "
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Riassunto: “Di cosa immagini possa avere paura una mente come quella di Sherlock?”
 










12. Identifica le tue paure e superale

&

13. Smetti di odiare te stesso







John, ripensandoci, suppone che se lo sarebbe dovuto aspettare già da un po’. Dopo tutto, Mycroft non lo rapiva da settimane, e il piano di John di evitare semplicemente di vederlo (perché va con Greg, e non c’entra con l’essere omofobo ma Greg e Mycroft vanno insieme nel senso di andare a letto insieme nel senso di fare sesso e perché Sherlock doveva proprio dirglielo?! John avrebbe potuto vivere anche senza  questa vivida immagine del suo amico e del sostituto della Regina di Inghilterra) probabilmente era destinato a fallire fin dall’inizio. Si parla di Myroft, dopo tutto.

Negli ultimi trenta minuti, è stato sequestrato da Tesco (almeno uno dei gorilla rasati che sembrano fare le guardie del corpo si è occupato della spesa e John ha ridacchiato quando l’uomo ha fallito con la cassa automatica. Le vecchie abitudini faticano a morire e John, proprio come ogni altro essere umano basso, ha un punto debole per le persone che torreggiano al di sopra di lui – Sherlock un altro esempio molto buono – e la naturale gioia maliziosa quando le persone alte non riescono a fare qualcosa è un’abitudine (cattiva, in effetti, ma pur sempre un’abitudine) ), strattonato dentro ad un’automobile con Anthea e scaricato all’ufficio di Mycroft.

Tre tentativi di conversazione con l’assistente di Mycroft sono falliti perché l’unico argomento che hanno in comune è proprio Mycroft e dalla breve caduta della sua facciata, John capisce che anche Anthera è assolutamente non interessata nel discutere di lui con John. Quindi che silenzio sia.

Ora John è comodamente seduto (per quanto si possa stare comodi quando ci si aspetta il peggio – che è essenzialmente quello che ci si deve aspettare quando si affronta Mycroft Holmes) di fronte al maggiore degli Holmes, che, come spiegazione del perché John è qui, ha una copia della lista di cose da fare prima di morire di Sherlock davanti a sé, con il 12esimo punto evidenziato.

Parla senza mezzi termini. “Di cosa immagini possa avere paura una mente come quella di Sherlock?”

John ci pensa per un po’, osservato attentamente da Mycroft. Alla fine, prova: “Qualche sorta di malattia mentale? Il suo lavoro è tutto per lui, e se qualcosa minacciasse la sua mente, non sarebbe più in grado di lavorare.”

Mycroft sembra davvero compiaciuto per un momento (non che lo mostri per più di mezzo secondo, ma sì, le abilità-Holmes di John sono molto utili ora) ma poi scuote la testa. “Una buona idea, ma no. Quando Sherlock era sotto effetto della droga, l’unica cosa di cui aveva paura era tornare allo stato normale. Non lo ammetterà mai, e forse l’ha persino cancellato, ma io l’ho sentito, l’ho visto. Io lo so.”

“Ma ora è pulito,” dice John con sicurezza. Il bisogno di difendere Sherlock ancora una volta diventa insopportabile e malgrado sappia che Mycroft probabilmente lo trova divertente o qualcosa del genere, lui non si trattiene.

“Oh, lo so. Ma ha trovato qualcos’altro. Pensa, Dottor Watson – cos’ha Sherlock ora che non aveva un paio di anni fa?”

La risposta arriva a John dopo solo un paio di secondi. E sa che Mycroft sa che lui lo sa, ma non è facile dirlo ad alta voce, perché non importa come la metta, suona sempre… patetica. Alla fine, si arrende, e mormora un incredulo: “Me.”

“Sì. Un… amico-”

A John non piace il modo in cui Mycroft lo dice, per niente.

“-e nonostante io gli avessi consigliato di rimanere contro questo tipo di attaccamento, lui ha formato un legame forte con te. Beh, non ha mai fatto ciò che gli chiedevo…”Un sorriso sottile compare sulle labbra di Mycroft, ora, e John sorride apertamente perché questa è l’unica cosa che riesce bene ad immaginare.

“Tutta la cosa del non-interessarsi non ha funzionato troppo bene nemmeno per te,” aggiunge, “voglio dire, con Greg e tutto il resto…”

“Ho fatto i miei errori.” Come quando ho tradito Sherlock per Moriarty, resta non detto, ma è presente nelle menti di entrambi gli uomini.

“Preferirei che questa ammissione restasse tra noi, ma-”uno sguardo di Mycroft lungo la sua figura “-ma non penso di poterci contare.”

John sorride dolcemente solo una volta, prima di lasciar cadere il sorriso. Solo perché ora Mycroft sembra quasi semi-umano (con tutta la cosa di Greg) John non si fiderà semplicemente di lui. La fiducia deve essere conquistata. “Perché mi stai dicendo tutto questo, comunque?”

“Perché mi preoccupo per mio fratello.”

“Sì, costantemente, l’avevo capito le ultime venti volte.”

“È la verità. Ero e sono ancora sicuro che l’aver riscoperto questa lista e il lavorare ai punti stia facendo bene a mio fratello. Si era distaccato troppo, perdendo quasi sé stesso, specialmente mentre era-“ morto “-via. Hai un’enorme influenza su di lui, Dottor Watson. Con il tuo aiuto, Sherlock potrebbe non solo divenire umano, ma anche un bravo umano.”

“È il migliore uomo che io conosca,” John dice semplicemente, ripetendo le parole che ha detto davanti alla lapide. L’aria è densa di tensione.

“Certo. Ma vedi, non è mai stato bravo con i sentimenti, e probabilmente ne è più  spaventato di ciò che crede o vuole ammettere. La nostra infanzia non è stata facile. So che nostra madre ti ha riferito alcuni dettagli.”

“Vostro padre era violento.” John stringe i pugni, di riflesso, e Mycroft solleva un sopracciglio, ma non dice niente a proposito.

“Sì, nostro padre. Vedi, malgrado possa non sembrare, Sherlock ed io siamo molto simili. Le nostre menti sono sempre state la nostra arma migliore. Tuttavia, Sherlock ha sempre avuto difficoltà a… filtrare le cose che dice. Ci sono state verifiche, psicologi, terapie – tutti diagnosticavano qualcosa di diverso, e alla fine Sherlock ha scelto quella che gli piaceva di più – cos’è al momento? Sociopatico?”

John è attento, ma resta in silenzio, ascoltando tutto e provando a non iniziare ad urlare al mondo per avere incasinato in quel modo il giovane Sherlock.

“Ovviamente era più intelligente della maggior parte dei professionisti, conosceva i test. Penso che alla fine abbia disertato di proposito  i test per portarli all’orlo della disperazione. Ma questo non importa ora. Come ho detto, Sherlock non filtra le cose che dice, quindi dal momento in cui iniziò a parlare, cominciò a dedurre. E nostro padre non era mai stato bravo a confrontarsi con entrambi I nostri intelletti, ancora meno con suo figlio di cinque anni che gli dice che sapeva delle amanti che aveva. Era un segreto all’aperto, almeno per nostra madre, ma mio padre vedeva Sherlock come una minaccia. Era troppo rumoroso, troppo curioso, troppo intelligente. Io mi sono interposto, e quando lui ha iniziato a confrontare Sherlock a me, Sherlock si è arrabbiato.

Mai nella sua vita fino a quel momento John si era sentito così violento, ma se il Vecchio Holmes avesse varcato la soglia in quel momento, gli avrebbe sparato in testa all’istante, ne è sicuro. Tuttavia, è arrabbiato anche con Mycroft – e il maggiore degli Holmes sembra saperlo.

“Prima di giudicare, senti la storia fino alla fine. Non potevo fare molto quando nostro padre abusava di Sherlock verbalmente, ma mi sono sempre fatto avanti quando le cose diventavano fisiche.”

“Ti picchiava?”

“Provò a buttare Sherlock giù dalle scale, a colpirlo in faccia, cose simili. Mi mettevo in mezzo ogni volta che potevo farlo.” Mycroft si interrompe e apre i bottoni del polso destro, arrotolando un po’ la manica e mostrando un polso pallido a John. Ha una lunga cicatrice, che si estende per cinque centimetri abbondanti.

“Sherlock ha un taglio simile sul ginocchio. Stava sperimentando con dell’attrezzatura da chimico quando nostro padre si arrabbiò di nuovo con lui. Spinse Sherlock contro le fiale, che si ruppero. Quando corsi a proteggerlo, spinse a terra anche me. Poco dopo quell’incidente, nostro padre ebbe un infarto e morì. Non c’è alcun bisogno di dire che non ci dispiacque molto per lui.”

Tutta la rabbia di John è improvvisamente scomparsa, e ora si sente davvero in colpa per essere stato arrabbiato con Mycroft. Il fratello di Sherlock ha fatto degli errori, sì, ma se quella storia è vera – e John non ne dubita, non questa volta – aveva giudicato male Mycroft.

Per un breve momento, entrambi restano in silenzio, mentre Mycroft senza dubbio rivive alcuni ricordi, mentre John cerca di ragionare su ciò che gli è stato detto.  Alla fine, si schiarisce la gola e dice : “Grazie, per avermelo detto. Non spingerò Sherlock per farmi dire queste cose da lui, se è questo ciò di cui sei preoccupato.”

“Oh, no. Come ho detto, ha chiuso con questo capitolo da molto tempo, ma ciò di cui ho bisogno è che tu lo rassicuri del tuo desiderio di continuare a vivere con lui, di tempo in tempo. Non lo mostra – e non possiamo essere sicuri che lui stesso lo capisca – ma lui dipende molto da te.”


X


Quella notte, John dice a Sherlock che non se ne andrà nel prossimo futuro.

All’inizio, Sherlock sembra disturbato, come al solito quando qualcuno fa il sentimentale, ma quando John gli dice che ha parlato con Mycroft (e sopravvive ai capricci che fa Sherlock (incluso lanciare lettere, un cuscino, un vaso che contiene dita – schifo – e la mano corrispondente – amputata, senza dita) quando lo sente), il suo coinquilino diventa stranamente silenzioso.

“Sai, non ha detto nulla di cattivo su di te. Mi ha solamente detto un po’ sulla tua infanzia, su tuo padre… ciò che sto cercando di dirti è che io so che ti senti un po’” okay, eufemismo del secolo, “- a disagio a parlare di queste cose. Voglio solo che tu sappia che non devi dirmi di tutti i punti della lista. Voglio dire, ovviamente mi interessa, e voglio aiutarti e ti ascolterò, ma se te ne vuoi occupare da solo va… uhm, va bene. Solo, ricordati che niente che potresti dirmi mi farà andare via. So già quanto dannatamente esasperante tu possa essere, e sono ancora qui, giusto?” Aggiunge l’ultima frase solo per alleggerire un po’ la situazione, e per dare a Sherlock l’opportunità di rispondere a qualcosa, se non vuole parlare del resto di ciò che John ha detto.

C’è gratitudine negli occhi di Sherlock – solo per mezzo secondo, ma c’è – e risponde:
“Non è una mia preoccupazione se tu non capisci l’importanza di parti del corpo nel frigorifero.”

“O sotto il mio letto,” sottolinea John.

Se Sherlock è sorpreso che lui le abbia trovate, non lo dà a vedere. Sorride solamente – non ha nemmeno la decenza di arrossire, o dire che gli dispiace. Non che John se lo aspettasse.

Quello è tutto per i discorsi seri da fare quel giorno, ma quando John riemerge dal bagno la sera, i punti 12 e 13 sono stati cancellati.

Sherlock non fa commenti, però, e John decide di non forzare – dopo tutto, è ciò che aveva promesso, giusto?

Mezz’ora dopo, è addormentato davanti alla TV, e la sua testa si abbassa lentamente fino ad appoggiarsi alla spalla di Sherlock. E il detective non si sposta.


X


Certo che Mycroft avrebbe interferito – è quello che fa sempre dopo tutto. Per un po’, Sherlock rimugina sulle fantasie di torte avvelenate, o la fattibilità della presa Vulcaniana al trapezio (John gli ha fatto guardare Star Trek e non ha ancora avuto tempo di cancellare le informazioni non necessarie).

È trascinato via dai suoi pensieri, però, quando all’improvviso sente un peso caldo sulla sua spalla. Un’occhiata di lato gli fa capire che John si è addormentato lì. Contempla la possibilità di scrollarsi, ma un paio di cosa contrastano quell’opzione – primo, John si sveglierebbe, e sarebbe infastidito che è fastidioso per Sherlock; secondo, John ha sopportato Mycroft per più di un’ora oggi, quindi si è sicuramente guadagnato il diritto di riposare; e terzo – a Sherlock non dà davvero fastidio. In effetti, avere John così vicino – mentre riposa su di lui – è stranamente rassicurante. Sta ancorando Sherlock al presente, così non può andarsene troppo lontano con la mente.

Prova a dirsi che non ha nulla a che vedere con le cose di cui John ha provato a parlare – oh, beh, a non-parlare prima, ma (per quanto odi Mycroft) è vero. L’unica cosa che disturba continuamente Sherlock (non arriverebbe a dire di “averne paura”(anche se è così)) è la possibilità che John se ne vada.

L’immenso odio per sé stesso che Sherlock ha provato, specialmente durante i mesi all’estero, quando era morto (notti solitarie, notti per pensare e ripensare e avere paura e odiare), non è mai passato del tutto, e ora, con John vicino, può permettersi di rivisitarlo senza essere trascinato nell’oscurità dei suoi stessi pensieri.

Si odia per aver fatto quello che doveva fare, a John (e Lestrade e Mrs. Hudson, nonostante loro l’abbiano affrontato in un modo diverso. Migliore.), malgrado sapesse che era la cosa giusta da fare. A John, l’unica persona nella pazzia-Moriarty che mai, nemmeno una volta ha dubitato di lui. (Nemmeno Lestrade non si era mai convinto che fosse un bugiardo, e Mrs. Hudson gli vuole troppo bene per pensare male di lui, ma John è decisamente stato l’unico ad aver corso con lui per tutto il percorso. Eccetto la parte giù dall’ospedale. Lì, lui doveva cadere. Da solo.)

Non è necessario dire a John quelle cose, e Sherlock può conviverci da solo molto facilmente.

Ma…

Ma quando parla, a John, che sta dormendo, e quando ha finito, si sente sollevato, e l’odio verso sé stesso viene un po’ meno.

La figura di John che dorme è soffice, calda, rilassata contro di lui, e poi Sherlock fa la cosa più egoista, illogica, e non necessaria che abbia mai fatto – preme il proprio viso nel capelli di John, solo per un momento. Inala. Forse muove un po’ le proprie labbra. Un bacetto. Niente di più.

Non riesce a spiegarlo, ma sente che è giusto così. E non è che qualcuno verrà mai a saperlo.


X


John è in uno strano stato in cui tecnicamente è addormentato, ma non sta proprio dormendo, e quindi non può essere certo che si stia immaginando la voce di Sherlock oppure no. Resta fermo, e ascolta le storie su un bambino triste e solo che era troppo intelligente per il mondo attorno a sé; ricade dentro e fuori dai sogni.

E poi c’è una faccia tra i suoi capelli, ed è sicuro di stare sognando.
  
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