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Autore: Achernar    06/09/2014    1 recensioni
Il suo mite fratellino non sarebbe mai stato capace di scriverle in modo tanto arrogante. Eppure la grafia era la stessa. Come se la penna fosse stata impugnata proprio dalla mano di Ryou, ma animata da sentimenti, emozioni diverse. Da un’altra personalità.
Genere: Angst, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amane Bakura, Ryou Bakura, Yami no Bakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la lunga pausa estiva torno ad affacciarmi in sezione con questa piccola OS. Non ho molto da dire questa volta, credo che la fic parli da sola, sono personaggi di cui generalmente non scrivo nelle mie storie ma credo che ogni tanto faccia bene variare un po'.

Buona lettura!

_____________

 

‘’Sta lontana da lui

Non ci sei mai quando ha bisogno di te

Se provi ad avvicinarti ti ammazzo

Due mani leggere e pallide piegarono di nuovo in due il foglio, rimettendolo con cura a posto nel cassetto della scrivania, insieme con gli altri.

Erano lettere. Le decine e decine di lettere che lei e suo fratello si erano scambiati negli ultimi anni ed essendo passato tanto tempo non era riuscita a resistere alla curiosità, la peggiore delle tentazioni, e aveva recuperato la chiave per aprirlo e poter di nuovo sfogliare e leggere le lettere più vecchie. Le lettere che contenevano le risposte alle sue domande, quelle che con gli occhi della vecchia lei non era riuscita a decifrare fino in fondo ma che adesso sapeva di poter osservare con i nuovi strumenti dellesperienza. Curiosità... sei sempre così attratta dal passato, ne? Si rimproverò.

Il foglio trovò il suo posto nella piccola pila di carte bianche, ma le mani di lei non si accontentarono e vagando più a fondo nel cassetto e nei ricordi ne tirarono fuori altre. Paradossalmente più recenti.

Perché ti ostini, non hai paura?

‘’Forse non avrei mai dovuto iniziare a scrivere

Non lo so più... non riesco a odiarti più’

Amane sorrise. Senza dover aspettare di nuovo i mesi che erano stati necessari al mittente per cambiare tono, e potendo passare da un anno allaltro con il semplice movimento delle mani e degli occhi prima su un foglio ora su un altro, leggendo quelle parole diventare sempre meno violente le sembrava quasi impossibile che il mittente fosse lo stesso della lettera di prima.

Quanto tempo le ci era voluto per capire chi o cosa fosse il suo corrispondente... Certo, quando leggendo la prima lettera, dopo le parole gentili e affezionate di Ryou, trovò quella riga scritta con veleno intuì subito che lautore doveva essere qualcun un altro, e non il suo affezionato fratello. Ma nessun altro avrebbe potuto scrivere una lettera indirizzata appositamente ad Amane: nessuno sapeva neanche della sua esistenza, come avrebbe potuto reperirne lindirizzo? Sarebbe stato costretto a frugare fra la corrispondenza di Ryou, magari intercettare una delle sue lettere e aprirla appositamente per aggiungere quelle righe di odio. Altrimenti lunico altro modo per far giungere alla ragazza le parole sarebbe stato scriverle in presenza di suo fratello. Ma Ryou non avrebbe mai permesso che qualcuno si intromettesse nella privacy del loro scambio epistolare e tantomeno che le si rivolgessero minacce del genere. Ryou non poteva sapere di quelle righe.

Non poteva sapere di quello sconosciuto che aveva preso possesso della sua penna e del suo foglio per impossessarsene con la sua invadente calligrafia, così simile a quella dellalbino, ma così prepotente nelloccupare ogni spazio disponibile sulla carta. Il suo mite fratellino non sarebbe mai stato capace di scrivere in modo tanto arrogante. Eppure la grafia era la stessa. Come se la penna fosse stata impugnata proprio dalla mano di Ryou, ma animata da sentimenti, emozioni diverse. Da unaltra personalità.

Frase dopo frase, parola, dopo parola, Amane cominciò a mettere insieme le informazioni e lodio, la gelosia che quelle righe in più trasudavano. Righe che ormai erano diventate una consuetudine alla conclusione di ogni lettera. E la ragazza delineò una personalità sempre più aggressiva, più inquietante, più cupa. Non poteva nascondere di aver paura dellautore di quelle parole e per diverso tempo non osò mai rivolgersi direttamente a lui: doveva essere sicura della correttezza del ritratto che stava tracciando, sicura che la persona misteriosa fosse proprio chi sembrava di essere, per quanto inspiegabile e incredibile fosse. E quando finalmente ebbe finito la sua analisi, Amane si spaventò. E poi la tristezza si impadronì di lei perché si rese conto che quella persona, così dura e crudele nei suoi confronti, in realtà non lo era affatto, e non era cambiata, era semplicemente sempre stata così, ma Amane non era mai stata in grado di andare oltre la superficie ostile che riservava agli estranei come lei, alle persone che credeva potessero fare del male al suo protetto.

Ora lo sapeva: chi le scriveva era un altro Ryou, un Ryou forte e aggressivo, un Ryou nascosto, un Ryou terribilmente protettivo. Un Ryou geloso. Eppure non era una doppia personalità di suo fratello: laltro Ryou era orgoglioso della propria identità e amava sottolineare che lui e lalbino erano due persone distinte. Aveva vissuto per secoli nellanello egiziano che il padre di Amane aveva regalato a suo fratello, era uno spirito ed era... innamorato di Ryou.

Forse era solo un amore platonico, forse Ryou non ne era neppure a conoscenza, forse era solo la manifestazione di un senso di protezione altissimo che lo spirito mostrava per il ragazzo. Ma a volte quella personalità così strana si abbandonava a parole daffetto, di cui probabilmente non era neanche consapevole, e lasciava Amane a leggerne fra le righe il vero significato e ad aumentare la propria amarezza.

Rilesse di nuovo la loro ultima lettera, lasciando finalmente in pace le scartoffie del povero cassetto.

‘’Non mi dispiacerebbe incontrarti. Ryou parla così spesso di te che dovrei ricominciare a essere geloso. Devessere bello poter amare così qualcuno…è diverso dal desiderio di possesso, vero? Diverso dal voler impedire che chiunque si avvicini a lui...  

Ah, allora credo proprio di non amare! O di amare nel modo sbagliato…’

Ma lo spirito non era lunico ad essere geloso. Anche Amane lo era, e molto di più perché diversamente dallo spirito lei era consapevole di amare, e il suo non era il modo sbagliato del suo corrispondente.

Era gelosa di suo fratello. Perché a lui? Perché quello spirito in grado di legarsi in quel modo a qualcuno, di desiderare in quel modo la protezione e il benessere dellaltro, doveva legarsi proprio a Ryou? A Ryou che neanche lo sapeva. Che neanche lo meritava.

Amane prese la penna e un foglio bianco, chiuse il cassetto con forza e poggiò la lettera davanti a sé, sulla scrivania. Adesso era pronta a rispondere.

Non esiste un modo sbagliato di amare. Dicono che se lasci libero chi ami, questo tornerà da te. Ma non è vero. Se lo lasci andare potrebbe non tornare più indietro e tu ti renderai conto che i tuoi sentimenti non erano mai stati ricambiati. Una cosa che avresti preferito non scoprire A volte lamore non è corrisposto e quando tutto è perduto non esiste più alcuna strategia: si fanno giocare gli altri, si osserva.

È il sorriso amaro di chi abbandona una partita già persa in partenza.

Era il suo sorriso amaro.

 

  
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