In
una notte tempestosa
In una notte tempestosa mentre il
vento ululava e la
pioggia scrosciava rumorosa sui vetri, un lampo illuminò la
macchina dove io ed il ragazzo del quale non conoscevo il nome ci
trovavamo.
Sobbalzai spaventata, con le sue mani fredde mi cinse i fianchi,
guardai il suo
bellissimo viso bianchissimo, mi sorrise rassicurandomi, mi sentii
improvvisamente meglio e tornai a guardare la pioggia preoccupata,
pensando a
quella mattina…
Venne
tutto in mente a Giorgio, che il giorno
prima esclamò: <
L’ego delle loro voci
rimbombavano nel mio orecchio e mi fecero venire la pelle
d’oca. Sentimmo un
rumore e dei rami afferrarono le nostre caviglie, ogni tentativo di
liberazione
fu inutile i miei amici caddero giù, io stavo facendo la
loro stessa fine, ma
una mano fredda afferrò la mia, un ragazzo dai capelli neri
come la pece mi
stava salvando, mi guardava con i suoi occhi scuri quasi selvaggi, non
avevo
mai visto una creatura così bella in tutta la mia vita. La
radice mollò la mia
caviglia ed il ragazzo mi tirò su. Mi girai di colpo
<>
<
Mi prese in braccio e mi
portò dentro la macchina di Giorgio per ripararmi dalla
pioggia. Cercai di
oppormi, ma la sua bellezza mi faceva girare la testa, gli chiesi come
si
chiamasse, ma mi rispose soltanto: <
La pioggia si placò
e lui mi
aiutò ad uscire dall’abitacolo. Tenendomi per mano
andammo a cercare i miei
amici. Arrivammo nella grotta dove erano scomparsi, mi prese tra le
braccia e
scendemmo, gettai un gemito, ma in un secondo fummo a terra. Trovai i
miei
amici incatenati e svenuti, istintivamente andai loro incontro, ma mi
fermò dal
braccio. Cercai di divincolarmi, ma la sua presa fu più
forte. Una donna da un
lungo vestito nero si avvicinò. Il ragazzo ruggì.
Rabbrividii, era una donna
bellissima, il suo viso visibilmente cattivo mi guardò e
scoprì i denti. Rimasi
immobile, non riuscivo a parlare e ne a scappare. Il ragazzo le
andò incontro.
Farfugliavano qualcosa che non riuscivo a sentire per qualche minuto, e
la
donna alla fine puntò il dito contro di me. Con uno scatto
il ragazzo che mi
aveva salvato la vita, fu a pochi centimetri dal mio viso, rimasi
congelata, la
mia mente mi diceva di scappare, ma i miei muscoli non rispondevano.
Uscì i
suoi denti appuntiti e scivolò lungo il mio collo, avevo gli
occhi sgranati,
guardavo in faccia la morte. Con le sue labbra fredde mi bacio
semplicemente il
collo, rabbrividii ma no di paura. Mi sorrise e si girò
verso la sua nuova
preda con un balzo corse verso di lei e con un paletto di legno la
polverizzò.
Stavo per svenire ma mi fu subito vicino. Prima di chiudere gli occhi
gli
domandai <