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Autore: Old_Memories_of_us    06/09/2014    5 recensioni
Victoria Henderson è una ragazza determinata e spiritosa, pronta a tutto per difendere le persone a cui vuole bene, una di quelle ragazze che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno.
Ashton Irwin è uno dei ragazzi più popolari delle scuola, considerato un ragazzo ribelle che tratta le ragazze come oggetti, ma con il sogno di sfondare nel mondo della musica insieme ai suoi tre migliori amici.
Cosa succederebbe se i due si incontrassero? Victoria darà del filo da torcere ad Ashton? Beh, sta a voi scoprilo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stavo ancora dormendo beatamente avvolta dalle mie calde coperte quando sentì la sveglia suonare con quel suo solito rumore fastidioso simile ad un trillo, interrompendo il mio ennesimo sogno con Leonardo Di Caprio. Con la calma di una lumaca mi scostai le coperte di dosso, presi i vestiti preparati ieri sera per l’occasione e mi diressi in bagno. Provai ad aprire la porta ma era chiusa a chiave, così bussai sperando che all’ interno non ci fosse mia sorella.

« Occupato! » urlò Trina.
« E te pareva.. » sussurrai, ma a quanto pare forse un po’ troppo forte.
« Ti ho sentita! La prossima volta ti alzi prima, invece di continuare a fare sogni perversi su Di Caprio » esclamò dall’ interno della stanza.
« Guarda che non faccio sogni perv.. dai muoviti che non voglio fare tardi il mio primo giorno! » dissi con voce agitata.
« Tutto tuo, ti aspetto giù » disse uscendo dal bagno già pronta « e muoviti che se no facciamo tardi! » urlò, per l’ennesima volta, mi domando cosa abbia sempre da urlare.

Entrai, chiusi la porta e mi preparai in fretta, ma prima di uscire, mi soffermai ad osservare il mio riflesso nello specchio. I capelli castani e lunghi mi ricadevano mossi lungo le spalle, per poi finire poco più in giù del seno, i miei occhi marroni continuavano ad osservare ogni minimo particolare del mio corpo, fino a soffermarsi sulle labbra rosa e sottili, passando poi al naso proporzionato al mio viso. Pensai a quanto poco assomigliassi a mia sorella, ma non solo caratterialmente, anche esteriormente. Sono più alta di 2 o 3 centimetri rispetto a lei, la pelle leggermente più chiara, ed il mio viso è meno arrotondato, ed anche se delle volte non la sopporto, credo che sia una delle ragazze più belle che abbia mai visto.

« Vic muoviti è tardi! » sentì dire da mia madre al piano di sotto.

Così corsi in cucina, afferrai un cornetto al volo, e raggiunsi Trina che era già nella sua nuova 500 bianca dopo aver dato un bacio sulla guancia dei miei genitori.
Mentre andavamo verso la scuola, mi accorsi di quanto fossi agitata all’ idea di iniziare un nuovo anno scolastico in mezzo a persone che non conosco, iniziando a farmi paranoie su paranoie, e se non piacessi a nessuno?

« Smettila subito » disse mia sorella, come leggendomi nel pensiero.
« Di fare cosa? » chiesi facendo la finta tonta.
« Lo sai, non devi preoccuparti degli altri, hai un carattere forte e sei determinata, per non parlare del tuo talento, cosa che non mi sarei mai aspettata, ribadendolo, quindi stai tranquilla » disse continuando ad osservare la strada.
Mi girai leggermente con la testa poggiata al sedile verso di lei e iniziai ad osservarla.
« Che c’è? » chiese rivolgendomi uno sguardo veloce per poi tornare a concentrarsi sulla guida.
« Niente è che..grazie » dissi sorridendogli sincera.
Fermata la macchina ad un semaforo rosso, si girò verso di me e sorrise.

Arrivammo a scuola circa 15 minuti dopo, Trina mi accompagnò alla segreteria per chiedere i miei orari e dopo averli presi mi fece fare un breve giro della scuola, così da potermi ambientare.

« Ed infine questa è l’aula di recitazione » disse aprendo una grande porta gialla per mostrarmi l’aula con dentro un piccolo palco in fondo alla stanza, e piena di sedie blu.
« Perché non ci sono i banchi? » chiesi curiosa, osservando la classe.
« E’ un’ aula di recitazione, a che servirebbero i banchi? » sentì dire da una voce profonda dietro di me.
Mi girai di scatto, trovandomi faccia a faccia con il ragazzo della scorsa sera, accompagnato dai suoi tre amici.
« Potreste farci passare, dovremmo entrare » disse il ragazzo con i capelli verdi, mi sembra si chiamasse Michael.
« Sì cer.. » iniziò mia sorella guardandolo come un bambino guarda un giocattolo nuovo.
« Certo che no, dove sono finite le buone maniere? » chiesi suscitando l’attenzione di qualche alunno ancora presente nell’ atrio.
« Come scusa? » chiese il biondino dagli occhi azzurri.
« Luke lasciala perdere, dai andiamo, è solo una ragazzina » disse un ragazzo con una canottiera nera e bianca dei Ramones e la pelle un po’ più scura rispetto agli altri.
« Ehi, aspetta un secondo » dissi assottigliando lo sguardo verso la maglietta « dove hai comprato la maglia? » continuai osservandola ammirata.

Tutti mi guardarono stupiti, mentre mia sorella si sbattè una mano sulla fronte con fare esasperato.

« Scusatela è che stamattina non ha mangiato molto e.. »
« Perché, ti piace? » chiese il ragazzo, ricevendo un pugno sulla spalla dal biondo.
« Direi di sì » risposi non riuscendo a togliere gli occhi da quella maglia che non riuscivo a trovare in nessun negozio.
« Beh, mio zio me l’ha portata dall’.. » iniziò a raccontare prima di essere interroto dal ragazzo con la badana rossa, che rivolgeva uno sguardo di rimprovero al ragazzo che avevo di fronte.
« Scusate se interrompo le vostre chiacchere da donne » disse cercando di imitare una voce femminile « ma mancano due minuti per l’inizio delle lezioni e non vorrei arrivare in ritardo »
« Ash, non te ne è mai importato niente di queste cose » disse Michael guardando confuso l’amico.
« Da oggi sì, va bene? » rispose scontroso « e adesso andiamo » disse trascinandosi dietro i tre.
Mi girai verso mia sorella che mi stava osservando in silenzio.
« Primo giorno, e già combini casini » esclamò « e non è ancora incominciata la prima ora! »
« Ma ho chiesto soltanto dove ha preso la maglietta, che ho fatto di male?! » chiesi esasperata.
« Cerca di non dargli fastidio ok? » mi disse soltanto.
« Va bene, va bene »
« Promettilo. »
« Loro non portano rispetto a me, ed io dovrei portarlo a loro?! » chiesi con un’ espressione sconvolta in volto.
« Esattamente, ti ci abbituerai » affermò spostandosi la frangia dagli occhi e avviandosi verso la sua classe.
« E se non ti ascoltassi? »
« Ne riparliamo in mensa » disse scoccandomi un’ occhiataccia « adesso va in classe, buona fortuna »
« Grazie mille.. » dissi pensierosa mentre la vedevo allontanarsi, cercando di ricordarmi dove fosse la mia prima classe della giornata.

Con l’aiuto della mappa riuscì a raggiungere rapidamente l’aula di musica, in cui a detta di Trina spiegavano la storia della musica e raccontavano dei vari artisti che hanno fatto la storia.
Con il cuore che batteva a mille bussai alla porta, e non appena udì un “avanti” detto da una voce femminile, entrai, chiudendomi la porta alle spalle.

« Lei deve essere la signorina Henderson, giusto? » chiese lei sorridendomi cordiale.
« Sì, sono io » dissi cercando di sembrare tranquilla.
« Io sono la professoressa Benson, puoi sederti a questo banco proprio davanti alla cattedra dato che è completamente vuoto, anzi.. » affermò pensierosa « Hemmings, perché non vieni qui davanti a fare compagnia a Victoria? » spalancai gli occhi non appena sentì l’ultima frase.
« Ma no, la ringrazio! Sto benissimo anche da sola, dico davvero » dissi sperando che cambiasse idea, ma a quanto pare, non fu così.
« Hemmings, spostati subito, forza muoviti! » esclamò la professoressa nel frattempo che io mi sedevo.

Lui con uno sbuffo si alzò e si venne a sedere accanto a me. Nel frattempo che la Benson si girò per scrivere alla lavagna, Luke iniziò a parlare.
« Proprio nello stesso corso dovevamo capitare? » sussurò spazientito cercando di non farsi sentire.
« Perché, non ne sei felice? » chiesi sarcasticamente, mettendo su una faccia da cucciolo con tanto di labbro inferiore sporto in fuori.
Lui scosse la testa e tornò a “concentrarsi” sulla lezione.

« Beh, come inizio in questa scuola, non è poi così male.. » pensai facendo un lungo sospiro per poi rivolgere lo sguardo alla lavagna. 
  
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