Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: arangirl    06/09/2014    1 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER per chi non ha letto "La Danza dei Draghi"*
Un AU/What if? in cui Arya Stark ha passato la sua adolescenza allenandosi nelle arti dell'assassinio nella Casa del Bianco e del Nero, diventando una delle migliori assassine in tutta Essos. Ormai la ragazza è diventata una spietata macchina da guerra, senza sentimenti e con pochi ricordi del doloroso passato e della sua famiglia. Ma all'improvviso un nuovo e inaspettato incarico sconvolge il suo mondo, catapultandola di nuovo in un universo che aveva a lungo dimenticato, facendo nascere nel suo cuore di nuovo dei sentimenti, facendole desiderare di tornare indietro.
Premetto che questo è il mio primo tentativo di ff, perciò non so cosa ne uscirà. La storia mi ronza in testa da un po', e prevedo che ci saranno parecchi capitoli! Consigli e commenti sono assolutamente bene accetti!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Arya Stark, Brienne di Tarth, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arya si mise seduta non senza difficoltà, ma incurante del dolore tanta era la gioia che provava nel rivedere il fratello. Quando tempo era passato, dieci, undici anni? Guardò di nuovo Jon, che ora si era avvicinato al letto e le sorrideva, notando come il volto giovane e gentile del fratellastro si fosse incupito negli anni. Una spessa barba nera gli ricopriva il volto, i capelli selvaggi che ricordavano quelli di Arya gli incorniciavano il viso, percorso da solchi di preoccupazione che mal si associavano alla sua giovane età. Arya gli tese la mano e lui la prese tra le sue con cautela, quasi stesse maneggiando una delicata statuetta "Ho sentito che sei diventata regina, sorellina" Arya sorrise, più imbarazzata che orgogliosa "E tu sei Lord Comandante, fratello. Chi l'avrebbe mai detto che ci saremo rincontrati così." "Chi l'avrebbe mai detto che ci saremo rincontrati! L'ultima volta che ho sentito tue notizie dicevano che eri sposata con Ramsay Bolton." "Menzogne, non ero io, ma Jeyne Pool... Povera ragazza, non avrei augurato un destino simile a nessuno. Ora Ramsay è morto." "Si, mi hanno detto che l'hai distrutto." Calò un silenzio quasi imbarazzato, e Arya si rese conto di come le cose fossero cambiate dall'ultima volta che si erano visti. 



Nonostante l'affetto profondo che la legava al fratello, l'uomo che aveva davanti era per lei quasi un estraneo, una persona completamente diversa dal Jon che conosceva; immaginò che questo fosse la stessa cosa che provava lui in questo momento, forse anche in modo più accentuato. "Fatichi a riconoscermi, Jon?" gli chiese con un sorriso, e vide l'espressione di lui farsi seria "Se devo essere sincero, in un primo momento pensavo che si fossero sbagliati. Ma poi ho visto i tuoi occhi. Qualsiasi cosa sia successa nel tuo passato, sei ancora la mia Arya, anche se non più solo lei." Arya non fu troppo sorpresa nel sentire quelle parole, anche se le scaldarono il cuore; sapeva che Jon avrebbe capito, lui l'aveva sempre capita meglio di chiunque altro. Rimasero in silenzio per un paio di minuti, semplicemente godendosi la reciproca presenza, finché Arya non lo guardò negli occhi, incerta se confidargli o meno il sogno che sentiva ancora vivido dentro di lei. "Io... io ho visto Bran, in sogno." lo sguardo di lui si fece più attento, ma non del tutto sorpreso "Mi ha detto alcune cose, cose sul mio futuro, che non so se ascoltare o meno. Se si rivelassero solo fantasie potrebbe essere la fine della nostra piccola impresa." "Ascoltalo Arya." la voce di Jon era seria e composta, ma Arya riusciva a vedere l'emozione dietro i suoi occhi, e si rese conto di quanto il fratello fosse diventato abile nel nascondere ciò che pensava "E' stato Bran a dirmi di venire qui oggi. Per nessun'altra ragione avrei lasciato il Castello Nero."  "Quindi anche tu l'hai sognato? Cosa ti ha detto?" "Mi ha detto che stavi tornando a casa. E che avresti avuto bisogno di qualcuno della famiglia per accoglierti... Mi ha detto di..." "Di farlo anche per lui." Arya concluse la frase per lui e Jon si limitò ad annuire. "E sei venuto per questo Jon? Per salutarmi?" 



Il viso del fratello si aprì in un sorriso malinconico, ma Arya sentì un certo astio crescerle dentro "Perché venire adesso? Perché non sei venuto quando Robb aveva bisogno di te? Quando tutti avevamo bisogno di te?" Jon si staccò da lei, alzandosi in piedi e dandole le spalle, e la ragazza capì che si era aspettato questa domanda "Io.. io ho fatto un giuramento Arya. Lasciare il mio posto per venire in vostro aiuto l'avrebbe infranto." "Ma si trattava della della tua famiglia Jon!" Il fratello si voltò di nuovo verso di lei "E' qui che ti sbagli. Per quanto io ti voglia bene sorella, per quanto io abbia amato nostro padre e Robb... Io non sono mai stato un membro della famiglia. Io ho la mia famiglia e sono i miei confratelli; il mio posto è con loro. Sono venuto qui oggi perché la situazione era abbastanza calma per permettermi di lasciare la Barriera, e perché volevo vedere con i miei occhi la mia Arya di nuovo a casa. Ora che so che stai bene, potrò tornare al mio posto. Nubi di tempesta si muovono al Nord, Stannis l'aveva capito. La vera guerra non è quella per la conquista del Trono." Arya lo ascoltava in silenzio, cercando dentro di se di comprendere le ragioni del fratello, anche se la bambina dei suoi giorni passati si rifiutava di credere ad una cosa del genere "Di cosa stai parlando Jon? Lo sai che io non sono interessata al Trono di Spade." 



"Eppure stai combattendo per esso. Non ti sto incolpando Arya, voglio avvertirti. Gli Estranei sono alle porte, sempre più forti, e quando sferreranno il loro attacco i regni di questa terra dovranno unirsi se non vogliono essere spazzati via." "Gli Estranei? Jon, sono solo vecchie storie, quelle che ci raccontava la Vecchia Nan..." "Così come i draghi, eppure sembra che l'ultima Targaryen stia arrivando nei Sette Regni in groppa a tre leggende." Questo chiuse la bocca ad Arya, che per un momento non seppe cosa dire "Cosa vuoi da me Jon?" "Mi servono uomini, mi serve aiuto." Arya riflettè in silenzio ancora un attimo "Puoi prendere gli uomini di Bolton. Io non li voglio nel mio esercito. E quando questa guerra sarà finita, se sarò ancora in vita verrò personalmente ad aiutarti. Ma non puoi chiedermi di abbandonare ora... Ho aspettato così tanto questo momento Jon... Tu non c'eri, non hai visto lo sguardo di nostro padre mentre affrontava la morte, il cadavere mutilato di Robb e di mia madre. Devono pagare per quello che hanno fatto." Jon la guardò di nuovo, sorpreso dalle sue parole "Sei davvero diventata grande sorellina. Dunque così sia, ti aspetterò alla Barriera." Arya fece per rispondergli, ma furono interrotti da Brienne, che entrò nella stanza trafelata. "Mia regina, c'è un problema." Arya la guardò stancamente, cercando di alzarsi, consapevole che il suo momento di riposo era giunto al termine. "Si tratta di Roose Bolton... Molti uomini del nostro esercito hanno perso i loro cari nelle Nozze Rosse e pensano che sia d'obbligo linciare Bolton per quello che ha fatto." "Si potrebbe anche fare" la voce di Arya risuonò seria, ma un ghigno sornione le spuntò sulle labbra, uccidere Bolton in un modo decisamente doloroso le sembrava un opzione terribilmente invitante, ma altrettanto sbagliata. Guardò Jon mentre si alzava faticosamente dal letto,la testa che le girava leggermente "Ma non succederà. Aiutami a vestirmi Brienne, andiamo a fermare la folla."




Non appena Arya entrò nel campo visivo del cortile di Grande Inverno sia le grida che i sussurri si fermarono, e tutti si inchinarono leggermente al suo passaggio. La dote principale di una buona assassina era di riuscire a leggere le emozioni nei volti delle persone, e Arya era sempre stata la migliore in questo. Capiva che dopo averla vista combattere i suoi uomini non la consideravano più come una semplice figura simbolica, la figlia dell'uomo che idolatravano, ma una donna forte, capace di condurli in battaglia e di uccidere senza ripensamenti. Nei loro volti ora Arya poteva leggere un misto di ammirazione e rispetto mentre si faceva largo tra la folla, verso un grande spiazzo lasciato vuoto. Arya riuscì a riconoscere Roose Bolton a malapena, il volto tumefatto dai residui di quello che doveva essere stata una brutta sessione di lotta e, accanto a lui, riconobbe lord Reed, che evidentemente cercava di far ragionare gli uomini. Arya avanzò con fatica, il mal di testa che sembrava farsi più acuto con ogni passo; ma non poteva permettersi di mostrarsi debole, non in quel momento. 



"Cosa succede?" la sua voce risuonò limpida e chiara mentre lei stessa andava a posizionarsi al centro della folla, Brienne e Jon alle sue spalle. Fù lady Mormont a parlare per tutti, avanzando minacciosa con l'ascia in mano "Siamo venuti a prendere ciò che ci spetta mia regina, la pelle di Bolton!" a quell'affermazione si levò un boato dal resto degli uomini, e la donna aspettò compiaciuta che si spegnesse "Costui è colpevole di perdite immani per ognuno di noi, deve pagare, e lo ripagheremo con la sua stessa moneta!" Arya la guardò con calma, scegliendo con cura le parole da usare "E così vorreste spellarlo vivo." "O impalarlo!" "Bruciamolo!" furono le proposte che si levarono dalla folla, ma Arya rimase impassibile. "E così vorreste dare a quest'uomo una morte memorabile, giusto? Una morte che verrà ricordata come monito negli anni futuri, una fine così orribile che il suo nome verrà ricordato dai posteri con un misto di pietà e orrore?" Un basso mormorio percorse la folla, e Arya cercò di fissare negli occhi più uomini possibile mentre il suo sguardo saettava nel cortile, fermandosi infine su Bolton, che la fissava patetico "Sapete cosa vi dico? Quest'uomo non si merita una fine degna di essere ricordata. Non si merita che i posteri pronuncino il suo nome. E' un uomo spregevole che si merita di essere dimenticato, lasciamo che la sua memoria e quella della sua gente finiscano nella polvere, dov'è giusto che stiano. E' un traditore e come tale verrà trattato, come mio padre e mio fratello prima di me hanno trattato gli uomini come lui. Gli taglierò personalmente la testa, con l'acciaio di mio padre, l'uomo che avrebbe dovuto servire e di cui invece ha tradito la memoria. Lascerò che il suo ricordo rotoli nella polvere insieme al suo capo, così che il suo nome non possa oscurare quello dei vostri cari morti a causa sua. Non faremo di lui un esempio, un martire. Faremo giustizia, non vendetta, perché questa è la nostra legge. Perché al sud capiscano contro chi stanno per combattere, perché si rendano conte che noi siamo uomini del Nord, e l'inverno sta arrivando su di loro!" 



La fine del suo discorso fu accolta da un boato assordante e Arya si sentì riempire di fiducia; era la cosa giusta da fare, quello che avrebbe fatto suo padre. Lo sguardo che Jon le lanciò, pieno di orgoglio e di affetto fu la conferma che le serviva. Senza nessun'esitazione sguainò le lame e le posizionò entrambe sulla gola di Bolton, incrociando le lame con un rumore metallico che suonò come musica nella sua mente "Ultime parole, Lord Bolton?" lui la guardò con odio mentre dalle labbra gli usciva un gorgoglio di parole soffocate dal rumore della folla "Và all'inferno, lupa" Arya sorrise e lo decapitò con un movimento fluido, le lame affilate che tagliavano carne e ossa come se fossero burro. Guardò la testa di Bolton rotolare ai piedi di Maege Mormont, che si inchinò davanti a lei guardandola con una gioia feroce. "Ci sono già stata, e sono tornata indietro." fu l'unica cosa che riuscì a dire, in un sussurro. Ora che la foga del momento l'aveva abbandonata, si sentiva debole come non mai. Jon le fu subito accanto, stringendole il braccio rassicurante, e Arya ringraziò gli dei per la sua presenza; qualsiasi cosa fosse successa, lei aveva sempre suo fratello.




Il giorno dopo, all'alba, erano da soli nel cortile della fortezza, e Arya cercava di sorridere anche se dentro di lei sapeva di non essere pronta a dire addio al fratello; non poteva sapere se e quando si sarebbe rivisti. Jon guardava il sole nascente con un misto di malinconia e d'impazienza, ma le sorrise quando si accorse che lei lo stava guardando "Mi sembra ieri che in questo stesso cortile ho detto addio a Robb. Eravamo così giovani, così ansiosi di vivere il futuro che avevamo davanti. E adesso devo dire addio a te; gli dei sanno se ti auguro una sorte migliore della sua." Arya sentì il petto farsi più pesante al ricordo del suo sorridente fratello maggiore, ma si sforzò di non apparire triste; la corona sul suo capo non le era mai sembrata così pesante. "Mi mancherai Jon... è stato bello rivederti." Ed era vero; nonostante le differenze che ora li dividevano, Arya sapeva che l'affetto per il fratello avrebbe sempre avuto un posto centrale nel suo cuore. "Anche tu Arya, e ricordati la promessa che mi hai fatto. Ti aspetterò." 



Jon l'abbracciò con forza e lei si concesse per un momento di lasciarsi andare tra le sue braccia; accanto a loro Nymeria leccò affettuosamente la testa di Spettro mentre il grosso metalupo albino la sfiorava con il muso. Arya si era chiesta dove fosse finita Nymeria in quei giorni, ma aveva capito ben presto che doveva essere andata a caccia con il fratello. "Sei sicuro di voler andare?" Arya cercò di non far trasparire la tensione dalle sue parole, con il fratello al suo fianco si sentiva più sicura che mai. "I miei uomini mi aspettano, e anche tu non hai tempo da perdere. Se quello che ti ha detto Bran è vero, devi sbrigarti. Sono sicuro che te la caverai magnificamente." allungò la mano per scrollarle giocosamente i capelli come faceva quando era una bambina, ma fermò il braccio a mezz'aria, ricordandosi della corona che Arya portava. Arya si chinò leggermente, togliendosi la corona e sorridendo mentre Jon completava il gesto, sorridendo a sua volta "E ricordati... infilzarli sempre di punta." completarono la frase insieme, ridendo, e per un momento furono di nuovo bambini, pronti a giocare con la neve insieme ai loro fratelli. Jon partì senza aggiungere altro, e Arya rimase a guardare la figura solitaria accompagnata dal lupo finché non scomparve dietro il cancello. Arya era certa che nell'ultimo istante Jon si fosse fermato a guardare indietro.




Note: Scusate immensamente per il ritardo, sono andata in vacanza e non sono riuscita a trovare una connessione! Nel prossimo capitolo (che ho quasi finito, arriverà fra poco) torneremo a visitare i lidi di Bravos per ritrovare una nostra vecchia conoscenza! Abbiate fede, il grande momento sta per arrivare! Grazie per il continuo supporto, alla prossima!
  
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