Notte.
Calate le tenebre il giovane albino con passo felpato si allontana dalla sua casata, con un nodo in gola e un ansia spaventosa lento si porta al antico mulino che ormai, bruciato dai secoli e dai pianti del cielo fa girare morente le pale, in attesa un un ultimo giorno.
È solo uno dei mille dettagli che tutt’ora rendono quel posto infernale, il vento che soffia tra alberi spogli e sassi che rotolano dal dirupo, mentre occhi famelici cercano prede da divorare.E come ogni volta, scoccata la mezzanotte, un ragazzo si siede davanti al mulino e stringe le gambe. Ha freddo, ha paura e sente l’aura negativa –leggenda di anime corrotte e di povere donne date in pasto alle acque-.
Passano venti minuti e fruscii nell’erba morta avvisano Hakuryuu che lui è arrivato.
La testa nera fa capolino dai cespugli mentre gli occhi spentiacquistano un barlume di vita.
“scusami, ma la capretta si sentiva sola.” Sussurro sorridendo e lasciando senza fiato il povero ragazzo.