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Autore: xwilliamseyes    06/09/2014    2 recensioni
"Sei come la pioggia, Louis"
"Cosa?"
"Si, sei stato capace di sconvolgere la mia vita così, all'improvviso, proprio come quattro gocce d'acqua in una giornata d'estate"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Come La Pioggia D'Estate
 
Odio la pioggia.
Si, la odio più di ogni altra cosa al mondo. 
E' capace di rovinare i piani di un'intera giornata in un secondo soprattutto in estate quando si presenta, per la maggior parte delle volte, senza preavviso fottendoci tutti. 
Quel pomeriggio, il 26 Agosto, fui costretto a dire addio ad una bellissima giornata al mare con gli amici solo ed unicamente per colpa SUA. Eppure, per quanto io la odi, non posso non ammettere che sia necessaria per il bene dell'umanità, del Mondo, dell' ecosistema e di tante altre cose.
E ancora, quel pomeriggio la noia si presentò ancor prima di quanto io mi aspettassi; gettato sul divano scorrevo in velocità i diversi canali della TV alla ricerca di qualcosa che attirasse anche solo minimamente il mio interesse ma si sa che in estate non ci sono altro che repliche di fiction e show televisivi proporzionalmente noiosi alla mia di noia. 
Decisi di alzarmi e dare un sguardo fuori, oltre le tende.
La pioggia era aumentata, si poteva sentire il rumore delle gocce che si schiantavano sul terreno e il loro scroscio lungo i marciapiedi. Tutto ciò non faceva altro che rendermi incredibilmente furioso ma allo stesso tempo molto triste.
Accesi il pc, privo di qualsiasi altro passatempo e navigai nel Web.
Lessi un pò il giornale dello sport online ma anche quello non sembrava fare alcun effetto contro la mia noia, anzi. 
Dopo alcuni minuti apparve alla destra dello schermo una pubblicità con tanto di una musichetta fastidiosissima: era lo sponsor di un sito d'incontri che prometteva, con molta auto-convinzione, amore, felicità e grandi emozioni per chiunque si iscrivesse. Le avevo provate tutte quel giorno e mi dissi che qualcosa di nuovo non mi avrebbe fatto di certo male.
Mi iscrissi subito. 
Elencai i miei hobby, le cose che odiavo, le cose che amavo e tutti i miei dati anagrafici. Tenni per ultimo la scelta dell'immagine del profilo; volevo qualcosa che attirasse l'attenzione, qualcosa che mi avrebbe reso subito popolare in quel sito di falliti perchè, insomma, io ero e sono bello da far paura.
In seguito ad una attenta selezione optai per una foto che mi scattò un paio di settimane prima mia sorella Gemma con la sua nuova macchina fotografica. Metteva in risalto i miei occhi color smeraldo, i capelli morbidi e le mie irresistibili fossette. 
Non che fossi un tipo vanitoso ma, insomma, chi è che non lo è almeno un pò?

Circa cinque minuti dopo avevo già la casella della posta piena di messaggi. Sorrisi alla vista di una tale scena ed iniziai a leggerne qualcuno.
Erano tutte bruttissime e quelle poche carine non potevano sembrare altro che troie ma a me di tutto questo non importava nemmeno un pò e presi ad iniziare una conversazione con qualcuna di loro.
Il tempo, per mia grande fortuna, iniziò a passare sempre più velocemente e un tantino mi stavo divertendo ma non perchè la ragazza dall'altra parte dello schermo scrivesse cose divertenti o altro ma per il semplice motivo che scriveva peggio di un bambino di seconda elementare mancando accenti, apostrofi e doppie  ed io non potevo far altro che assecondare il suo "gioco" scrivendo a mia volta in quel modo.
All'improvviso spalancai gli occhi: mi aveva appena contattato un ragazzo.
Doveva esserci uno sbaglio, io avevo chiaramente scritto che ero etero e che mi piacevano le donne.
Ignorai, privo di una spiegazione, quel messaggio. Dopo alcuni secondi, però, me ne scrisse un altro e un altro ancora ma io continuai ad ignorarli.
Finalmente si arrese e allo stesso tempo io decisi di spegnere il pc ormai stanco delle più che stupide parole di quella ragazza.
Finalmente arrivò sera e la pioggia cessò lasciando un leggero e fresco venticello. Chiamai un paio di amici e insieme ci organizzammo per andare a bere qualcosa.
Finalmente all'aria aperta mi sentivo felice e spensierato in compagnia di John, Mick e Al. Bevemmo una birra nel famoso locale "Stand Up" e ridemmo come pazzi.

"Ciao"
Mi girai, era un ragazzo che non avevo mai visto prima. Lo scrutai dall'alto in basso ma ne ero sicuro: era uno sconosciuto.
"Scusami, ci conosciamo?"
"Sono Louis, Louis Tomlinson"
Quel nome, però, mi era familiare.
Scossi la testa un pò turbato e gli feci capire che proprio non lo ricordavo.
"Ehm..il sito d'incontri"
Ora ricordavo e capivo tutto ma i miei amici iniziarono a guardarmi strano, piuttosto dubbiosi della situazione a cui stavano assistendo.
"Ah si si"
Mi sorrise e stranamente gli brillarono gli occhi.
"Sapevo che ti avrei trovato qui"
Iniziai ad agitarmi e a preoccuparmi, non capivo cosa cavolo voleva da me quello sconosciuto: strano e inquietante.
Mi alzai di scatto pronto ad allontanarmi.
"Ora devo, dobbiamo andare. E' stato un piacere, Louis".
"Harry, io.."
"Ciao" Lo bloccai e corsi via.
Non so il motivo per cui d'un tratto il mio cuore prese a battere ad una velocità pazzesca e il respiro si fece eccessivamente affannoso. Mi strinsi il petto e appoggiai la mia schiena ad un muro.
Al mi si avvicinò: "Harry, tutto bene?"
"Si..si"
"Ma chi era quel ragazzo? Di cosa parlava?"
"Non lo so, non lo so"
Mi guardai attorno: la musica continuava a rimbombare nelle casse e la gente ad essere trasportata dalle sue note solo intorno a me il tempo e il luogo si erano fermati lasciandomi nell'oblio. Capii che dovevo bere qualcosa e mi avvicinai lentamente al bar. 
Mi sedetti e bevvi una Coca Cola Zero guardandomi intorno: lo sconosciuto non c'era più.

"Ciao Harry, ho iniziato con il piede sbagliato e ti chiedo scusa. So che presentarmi in quel locale inaspettatamente sia stata una cosa del tutto sbagliata ma io tenevo davvero a vederti. Sei un bellissimo ragazzo, abbiamo più cose in comune di quanto tu creda e mi piacerebbe tanto conoscerti meglio per condividere insieme queste passioni. Sono sicuro che leggerai questo mio piccolo poema ma non tanto sicuro del fatto che mi risponderai. Nel dubbio rinnovo le mie scuse nel tentativo di sentirmi un tantino meno in colpa della figura di merda che ho fatto e ti ho fatto fare con i tuoi amici. A presto e un bacio.
Louis xx"

La mattina dopo, frastornato e assonato, mi svegliai con questo messaggio dritto in cima alla pila di messaggi del sito d'incontri.
Non sto qui a dirvi le migliaia di domande che presero posto nella mia mente e gli infiniti motivi per cui io decisi di rispondergli.

"Ciao Louis, accetto le tue scuse ma non capisco il perchè di tante cose ma soprattutto il perchè di una tua simile richiesta. Sai che non potrà mai nascere tra di noi qualcosa per il semplice motivo che io sono un maschio etero e mai lontanamente mi sognerei di iniziare una relazione con un'altra persona del mio sesso. Pertanto sono costretto a rifiutare ques.."
E mentre digitavo queste parole mi arrivò un'altro suo messaggio.
"Qualsiasi sarà la tua risposta almeno un pò ti ho colpito altrimenti non staresti sprecando tutto questo tempo per scrivermi ;)"
Mi immobilizzai: a quale assurdo e strano gioco stava giocando?
Cancellai tutto e presi a riscrivere qualcosa di più breve, anzi brevissimo.
"Bah"
"Se dici di avere tante domande incontriamoci oggi al parco, alle 17 xx. Con o senza una tua risposta io oggi sarò lì"

In preda ad un'emozione a cui non so dare nemmeno un nome chiusi lo schermo del pc con una forza che era sul punto di romperlo.

Alle 16:59 ero al parco.
Esattamente all'entrata con le mani in tasca e lo sguardo fisso sui miei piedi. Ed esattamente due minuti dopo vidi la figura di Louis avvicinarsi e non appena mi vide accennò un sorriso e prese a camminare più velocemente.
"Ciao Harry"
Ciao Louis, io.."
"Voglio mostrarti una cosa"
"No, non hai capito le.."
"Viene, sul serio"
Mi afferrò un braccio ed iniziammo a correre nella direzione opposta al parco, lungo vicoli e ambigue strade. Giudicai che era tutto fin troppo inquietante e mi liberai dalla sua presa.
"Cazzo, fermati!"
"Harry, siamo arrivati, senti!"
Una musica Hip Hop penetrò lo stretto vicolo e non appena avanzammo di qualche passo ci ritrovammo davanti ad un'immensa pista da skateboard, una pista che io non avevo mai visto.
"In cima alla lista delle cose che ami hai scritto lo skate ed eccoci qua"
Mi disse illustrando con la mano l'intero posto.
Mi immobilizzai, di nuovo.
Lo ammetto, mi divertii come uno dei migliori giorni della mia vita.
Louis ci sapeva fare davvero sullo skate ma ovviamente io lo superavo, quello sport era tutta la mia vita, forse l'unica cosa che sapevo fare meglio di chiunque altro.
Un paio di ore dopo, ormai esausti, ci sedemmo ai bordi della pista osservando gli altri ragazzi sfrecciare sulle quelle tavole con le ruote.
"Allora?"
Mi disse, quando un sorriso mi occupava il viso ma lo eliminai subito al suono delle sue parole.
"E' davvero un bel posto". Risposi e mi accorsi, anche non osservandolo, il cambiamento dell'espressione sul suo volto: era sicuramente un'espressione di delusione.
"Si..lo penso anch'io"
Si girò completamente verso di me e mi guardò. Fui costretto a girare almeno a tre quarti il mio viso verso di lui.
Mi osservava in modo insolito.
"Cosa c'è?"
"Hai, hai.."
"Cosa?"
Così, senza un avvertimento, senza una qualsiasi parola prese un ciuffo dei miei capelli e lo fissò dietro il mio orecchio destro. 
Lo guardai fisso in volto, negli occhi e solo in quel momento mi accorsi di quanto fossero belli. Azzurri, proprio a rispecchiare il colore del mare. Trattenni il respiro per tutto il tempo di quel gesto, un tempo che durò una manciata di secondi ma che a me sembrò un'eternità.
Rimise le mani sulle sue ginocchia e "ora va molto meglio, sei più carino"
e si rigirò verso di me, sorridendomi.
Avrei potuto sbattergli la mano all'aria come una qualsiasi persona sana di mente avrebbe fatto alla vista di un simile gesto, io semplicemente non lo feci.

Uscivamo quasi tutti i giorni io e Louis. 
Condividevamo secondi, minuti e ore insieme in posti sempre diversi.
Una volta in pizzeria, una volta al cinema, una volta al bowling mai nello stesso posto per più di una volta.
E ogni giorno che passavo in sua compagnia notavo un suo nuovo particolare: aveva delle piccole zampe di galline sotto gli occhi anche se aveva solo 22 anni, portava i capelli sempre sudici di gelatina, tagliava la barba solo una volta settimana spuntandola qua e là ma la cosa che Louis aveva più bella di tutte le altre persone a questo mondo era il sorriso. Certo di persone con un sorriso stupendo ce ne sono milioni se non miliardi ma il suo era unico sul serio. I sorrisi di Louis erano lenti, iniziavano con una piccola increspatura ai lati della bocca, seguiva una leggera apertura delle labbra e in ultimo mostrava i denti, i più bianchi che io avessi mai visto per giunta. Lo avevo visto così tante volte che ormai avevo imparato le sequenze a memoria e ogni notte prima di addormentarmi era l'ultima immagine che affollava la mia mente.
Con Louis, ero felice ma non appena ci salutavamo inverosimili domande si scontravano e lottavano nel mio cervello, tutte collegate ad un'unica: cosa mi sta succedendo? Si, perchè per quanto io provassi a convincermi che Louis era per me un'amico proprio come Al, John e Mick una parte di me sapeva che non era così, lui era di più, molto di più. Di Al non ricordavo nemmeno di che colore fossero gli occhi mentre per Louis sapevo descrivere ogni singola sfumatura, di John non ricordavo quanti giorni a settimana aveva la barba e quanti no mentre per Louis avevo imparato a memoria il suo modo di tagliarla e di Mick ricordavo a stento l'impronunciabile cognome mentre di Louis sapevo addirittura quello esteso. Ecco, con gli amici ci si diverte, ci si sta in compagnia non ci si ferma a guardare quanto belli e immensi siano gli occhi dell'altro o quanto siano particolarmente belli e lucidi i suoi capelli ciononostante io in Louis mi soffermavo solo ed unicamente su queste cose e mi resi conto in quale guaio mi ero cacciato: mi ero innamorato di lui.

"Giorno Harry! Proprio stamattina hanno completato la pista ciclabile sul lungomare dobbiamo assolutamente andarci. Un bacio, tuo Louis xx"
Il solito messaggio mattutino di Louis illuminò lo schermo del mio cellulare. Quel giorno, però, mi svegliai con un'inconsueta sensazione allo stomaco a cui lì per lì non diedi molto peso.

"Stasera c'è parecchia gente"
"Già" confermai a Louis mentre guidavo sicuro la bici.
Il lungomare era più affollato che mai, forse sarà stato il piacevole clima della serata, la nuova pista ciclabile o la gelateria appena aperta ad aver convinto la maggior parte della cittadina a scendere proprio in quel posto.
"Scendiamo sugli scogli, hanno messo le luci!"
"Louis, non credo che sia una buona idea"
Ma come suo solito non accennò a darmi retta. Ci ritrovammo così seduti sugli scogli ad osservare nella penombra le onde del mare abbattersi e frantumarsi contro gli spigoli di quelle pietre.
"Louis, io volevo dirti delle cose"
"Dimmi tutto, Harry"
"Io, beh..come posso dire, meglio noi.."
"Tranquillo"
Mi girai e lo fissai un pò rimbambito prima di baciarlo. 
Fui io a baciarlo ma non certo per mio volere bensì di un'entità superiore che mi aveva spinto a fare quel gesto che bramavo da tanto tempo ma a cui non avevo mai trovato il coraggio.
Lui ricambiò, bramoso delle mie labbra e della mia lingua almeno la metà di quanto lo fossi io. Esploravamo le bocche di entrambi proprio come due adolescenti al loro primo bacio e provavamo ad avvicinarci e a toccarci sempre di più fin quando ripresi coscienza della realtà. Lo allontanai, girandomi dall'altra parte ed iniziando a piangere.
"Harry, ma cosa.."
"Louis io ti odio, cazzo"
"Ma che dici? Mi hai appena baciato"
"E' proprio questo il punto. Sono fottutamente innamorato di te e queste ultime settimane per me sono state le più belle di tutta la mia vita ma no, non è giusto, non è ciò che voglio essere"
"E cosa vorresti essere?"
"Una persona etero che bacia una persona etero, cazzo"
E mentre pronunciavo queste parole che sembravano bruciare la mia gola come mille fiammiferi continuavo a piangere generando tra me e Louis un orribile silenzio.
"Sei come la pioggia, Louis"
"Cosa?"
"Si, sei stato capace di sconvolgere la mia vita così, all'improvviso, proprio come quattro gocce d'acqua in una giornata d'estate"
Lui rimase in silenzio, mi guardò per alcuni secondi e poi osservò altrove.
"Alzati su"
"No, vai via tu"
"Ho detto alzati"
"Ho detto di no, cazzo"
"Harry non fare il bambino capriccioso con me"
E con tutta la forza che aveva in corpo mi afferrò per un braccio e mi tirò in piedi scalando in velocità i massi che sovrastavamo.
Era fatto così, voleva comandare il mondo e tutti i suoi abitanti e ci riusciva fin troppo bene; non una volta ero riuscito a tenergli testa e forse questo era stato il problema più grosso di quella nostra relazione. Non c'era equità tra le nostre forze psicologiche: io ero troppo debole e lui troppo forte.
Abbandonammo le nostre bici e ci dirigemmo nell'attico di un palazzo inabitato
"Louis sai bene che sono allergico alla polvere perchè mi hai portato qui?"
"Zitto e cammina"
"Ok, ora devi spiegarmi chi ti ha dato il diritto di rivolgerti a me così"
"Vuoi proprio saperlo?"
"Direi di si"
"Tu"
Non appena finì di pronunciare quel pronome davanti ai nostri occhi si aprì un immenso cielo e l'intera città sotto i nostri piedi.
Non avevo parole.
"Avevi bisogni di calmarti, io vengo sempre qui quando sono nervoso."
Non riuscivo ancora ad aprir bocca e Louis mi sorrise sussurrando "vedo che questa vista ha fatto effetto".
Ci sedemmo lungo i bordi della recinzione di quel terrazzo.
"Scusami"
"Per cosa?"
"Per averti trattato in quel modo"
"Tutto passato"
"Non so cosa mia sia preso"
"E' normale, sul serio"
"Tu dici? E' tutto così nuovo, io sono una persona che non si abitua facilmente alla novità e.."
Ripresi a piangere e rinchiusi il mio viso tra le ginocchia.
Louis prese a massaggiarmi la schiena per poi prendere il mio viso tra le mani e ad asciugarmi le lacrime con i polpastrelli, a quel suo cenno la mia schiena fu percossa da un brivido e il mio intero corpo si concesse a quel gesto tanto piccolo quanto inteso e pochi secondi dopo ci baciavamo e facevamo l'amore sotto quel cielo fatto di stelle e nuvole.

Fu l'ultima volta che io vidi Louis.
L'ultima volta che i miei occhi avevano incrociato i suoi.
L'ultima volta che le mie mani si erano perfettamente incrociate con le sue.
L'ultima volta che le increspature del suo sorriso avevano occupato la mia mente.
L'ultima volta che lo avevo baciato.
Tutto questo per colpa mia, della mia testardaggine.
Stavo soffrendo come un matto: leggevo i migliaia di messaggi che mi scriveva con le lacrime agli occhi e la mano stretta sul petto cercando di affievolire quel dolore che ormai si era fatto fin troppo insistente, rifiutavo le sue chiamate gettando il cellulare dall'altra parte della stanza piegandomi in due sul letto. Se solo fossi stato più forte, se solo fossi stato più menefreghista nei confronti dei giudizi delle persone, se solo lo avessi amato di meno a quest'ora gli starei accarezzando il viso e gli terrei stretta la mano proprio in quella pista da skateboard dove i nostri innocui gesti si sarebbero trasformati in amore.
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- SPAZIO AUTRICE
Salve gente! Eccomi con questa os che si è impadronita del mio intero sabato pomeriggio. Ho tratto ispirazione dalla continua pioggia che continua sulla mia città e mi impedisce di fare parecchie cose (si, sono furiosa proprio come Harry) comunque non ho altro da aggiungere e se avete dei dubbi non esitate a chiedere, spero tanto che vi piaccia. Un bacio.
-Manu 

 
 
 
 
 
  
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