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Autore: weremar    06/09/2014    0 recensioni
Lynx Davis ha sedici anni, un nome imbarazzante, una famiglia che sembra un manicomio multietnico e una cotta per la persona sbagliata.
James Sirius Potter ha diciassette anni, una ragazza bionda e sexy, una nomina come Capitano della squadra di Quidditch dei Grifondoro e tante T in Erbologia.
E se Lynx accettasse la proposta di James?
Tratto dalla storia:
"« Tu devi aiutarmi. »
Il tono saccente con cui dice “devi” non mi piace affatto.
Alzo un sopracciglio. « Scusami? »
« Sei una Tassorosso. Sei leale e altruista e tutto il resto. Devi aiutarmi. »
« Io non devo fare proprio nulla », sbotto irritata.
Ma guarda questo sbruffone.
« Ti prego, mia madre mi uccide se vengo bocciato in Erbologia. »
A quanto pare, i litri di alcool che ha in corpo gli hanno fatto dimenticare cosa sia l’orgoglio, perché ha assunto un tono supplicante.
« Penso che Erbologia sia una materia che meriti rispetto come tutte le altre », lo correggo, mangiucchiando le unghie.
« Sì, sì, come vuoi tu », replica sbrigativo. « Ti prego, aiutami. Ho saputo che sei una schiappa in Pozioni. » Che gentiluomo. « Ti aiuto in Pozioni. Ho E in Pozioni. Io ti aiuto in Pozioni e tu mi aiuti in Erbologia. »"
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Occhio di lince.

In un mondo di ciechi,

occhio di lince è quello

con un occhio solo”

 

« Tesoro, hai visto il mio cappotto? »

« Dovrebbe essere in salotto. Trish vieni subito qui! Ryo smettila di tirare i capelli a tuo fratello! Kam, per l’amor del cielo, perché sei ancora in pigiama? »

Oh, mio Dio.

Sospiro, cercando di placare il mal di testa, mentre prendo Ryo in braccio, incitando Kamau a vestirsi.

Oggi è primo settembre e, come ogni primo settembre da cinque anni a questa parte, casa mia è un inferno.

Mia madre insiste ogni volta per portare ogni componente della nostra famiglia – e credetemi, ne siamo tanti – per salutarci calorosamente al binario.

“Sai che non ci rivedremo prima di Natale” ripete sempre. “Perché non possiamo salutarti per bene?”

La mia famiglia è decisamente tra le più bizzarre.

Siamo sei figli, così nell’ordine:

Ana, che ha ventun’anni e frequenta il college babbano – fuori città, per fortuna. Una persona in meno. Ana ha la pelle ambrata, gli occhi scuri e i capelli corti e neri.

Christoph di anni ne ha diciannove, frequenta anche lui il college fuori città ed è biondo con gli occhi azzurri. E ha la pelle color porcellana.

Poi c’è Kamau, che ha dieci anni, la pelle scura come il cioccolato, gli occhi marroni e i capelli dello stesso colore - i capelli più ricci e indomabili che abbia mai visto.

Dopo ci sono Trishna e Ryo, i piccoli di casa (sei e quattro anni), la prima indiana, il secondo giapponese.

Infine ci sono io, Lynx, di anni ne ho sedici e ho la pelle più bianca del latte. I miei capelli sono rossi – in realtà sono tendenti all’arancione – e i miei occhi hanno un colore indefinito che varia dal grigio topo all’azzurro – a seconda del cielo.

Insomma (se non si fosse capito) in casa siamo stati tutti adottati; la cosa non è mai pesata a nessuno perché Diana e Jack, i nostri genitori, non ce l’hanno mai nascosto e ci hanno dato tutto l’amore di cui avevamo bisogno.

Sangue o non sangue, loro sono i nostri genitori e su questo siamo tutti d’accordo.

Della famiglia sembro essere l’unica ad avere sangue magico; i miei genitori non riuscivano a crederci quando, cinque anni fa, ricevetti la mia lettera.

Ma ormai accompagnarmi al binario 9¾ è di routine.

Quando siamo tutti pronti, papà carica il mio baule sull’auto e cerchiamo di entrare, con esso, anche tutti e otto.

Nel giro di qualche minuto scorgo la stazione di King’s Cross, con il solito via vai mattutino.

Papà parcheggia e trascina il baule per me, Ana mi sorride. Ed è un sorriso che significa mi mancherai stupida sorellina, un sorriso che significa ti voglio bene.

Ed io le sorrido di rimando, pensando che forse mi mancherà un po’ anche lei.

Arriviamo in silenzio ai binari 9 e 10, ed io cerco di non sembrare troppo frettolosa con i saluti.

Amo tantissimo la mia famiglia, ma non posso nascondere che ogni estate che arriva inizio il conto alla rovescia per il ritorno ad Hogwarts.

Nonostante i miei genitori biologici potrebbero essere maghi, mi sono sempre considerata una nata babbana: per me incantesimi e pozioni erano soltanto favole prima dei miei undici anni.

Immaginate come potrebbe sentirsi una bambina nell’apprendere che la magia esiste e che esiste una scuola di Magia e Stregoneria alla quale lei è attesa il primo settembre.

Be’, ora di anni ne ho sedici e mi sembra comunque di provare le stesse emozioni.

Abbraccio tutti i membri della famiglia, indugiando particolarmente su Ana e Chris, ma non mi volto quando devo camminare verso il binario 9¾. La mia vera casa mi sta aspettando.

La confusione mi investe non appena mi trovo dall’altro lato del binario. Numerose famiglie di maghi si stanno scambiando gli ultimi saluti; tra queste riconosco le varie teste rosse dei Weasley, e anche quella bionda di Scorpius Malfoy. Istintivamente cerco anche un’altra testa scura, invano. Cercando di nascondere la delusione, individuo la mia amica Lucy e la raggiungo con un sorriso. Tanto per cambiare, sta litigando con sua sorella gemella.

« Se non volevi farlo lo dicevi », sbraita Molly. « Invece mi hai detto sì e ora sono nei casini ».

« Io volevo aiutarti, Molly », replica Lucy, abbassando gli occhi castani. « Solo che non ne ho avuto il tempo… »

« Balle », sputa acida la rossa. Poi si volta, scuotendo energicamente la coda di cavallo, e si allontana.

« Lucy », dico, un po’ incerta. La ragazza alza gli occhi e si apre in un sorriso, anche se leggermente intristito dalla discussione precedente.

« Lyn! », esclama, e mi stringe in un abbraccio. « Come stai? Pronta a ricominciare? »

« Prontissima », ribatto con un sorriso. « E tu? », chiedo con un sorriso malandrino.

Lucy non è famosa per essere una ragazza studiosa.

Probabilmente pensando la stessa cosa, lei alza gli occhi al cielo e sbuffa.

« Non ne parliamo. Hai visto Alice per caso? »

« No ». Anche se avrei tanto voluto.

Alice è il terzo componente del nostro gruppo, siamo praticamente inseparabili.

Peccato non sia questo il motivo per cui voglio vederla.

« Sarà di nuovo in ritardo… » Non è una novità. « Aspetta, forse è lei! », esclama poi scrutando la folla. Alza le mani, sbracciandosi. Una furia dai capelli neri ci travolge.

« Ragazze! », squittisce. « Mi siete mancate tanto ».

« Anche tu », rispondo. Ed è la verità.

Le sorrido, e automaticamente le guardo alle spalle.

Lui è lì, sta salutando alcuni suoi amici, rivolgendo loro quel suo sorriso smagliante.

Cerco di distogliere subito lo sguardo per non farlo notare ad Alice, ma so che già l’ha fatto, anche se non dice niente; la mia cotta per suo fratello è storica, ma mi mette ancora in imbarazzo parlarne con lei.

« Dove siete andate quest’estate? ».

Parlando, i minuti passano velocemente, e presto arriva il momento di salire sull’Espresso.

Osservo da lontano Lucy e Alice salutare i loro genitori, poi le seguo sul treno.

Mentre cerchiamo uno scompartimento libero, scorgo Scorpius.

Il biondo mi rivolge un sorriso smagliante; istintivamente vado ad abbracciarlo.

Se qualcuno dovesse mai chiedermi di elencare le mie qualità, penso che la prima che non esiterei a dire sarebbe la mia timidezza: colossale, storica, irrecuperabile.

Eppure Scorpius Malfoy mi ha sempre ispirato fiducia. Forse è perché è stato il primo ad essere stato gentile con me, durante il mio primo viaggio per Hogwarts; forse per i suoi enormi occhioni chiari – così simili ai miei –, o forse per i suoi abbracci stritolatori.

Fatto sta che fra me e Scorpius Malfoy non c’è mai stato imbarazzo; probabilmente soltanto l’idea di abbracciare un ragazzo che non sia mio fratello mi farebbe arrossire in altre occasioni, ma non con lui.

« Hey, pulce! », esclama, apostrofandomi in quel modo che odio. « Passato delle belle vacanze? »

« Splendide. E tu? ».

Annuisce. « Vi sedete con noi? »

Guardo le mie amiche per una conferma che non tarda ad arrivare, così annuisco.

So benissimo che Alice ha capito il motivo per il quale non ho esitato ad accettare, e di certo non è la compagnia di Scorpius.

Si dia il caso che Scorpius e Frank siano molto amici.

Soltanto all’idea di sedere nel suo stesso scompartimento inizio a sentire il batticuore, dandomi poi dell’idiota.

Alice dice che dovrei darmi dell’idiota soltanto perché, dopo cinque anni, non ho ancora avuto il coraggio di dichiararmi a Frank. Dice che ho tutte le possibilità di piacergli, che dovrei tentare. Il problema è che tra me e Frank non c’è nemmeno un centesimo della confidenza che c’è fra me e Scorpius. Ogni volta che sono in sua presenza balbetto, arrossisco e inciampo.

E non riesco a dire nulla di intelligente; è ovvio che non mi abbia ancora notata. Voglio dire, lui è bello e intelligente, è ovvio che cerchi una ragazza bella e intelligente. E se pensavo di poter contare almeno su quest’ultima, be’… ho capito che i miei neuroni si prendono una vacanza per le Hawaii ogni volta che lui è nei paraggi.

Purtroppo il batticuore si ferma improvvisamente quando noto che lo scompartimento è pieno e nel mio petto si fa strada un senso di delusione.

Il posto normalmente occupato da Frank è ora occupato da quel troglodita di James Potter, che sta discutendo animatamente con suo fratello Albus.

James è al settimo anno, e in genere è circondato da Jordan e Thomas, che gli leccano i piedi e gli sbavano dietro come neanche le ragazzine di undici anni, per questo sono così stupita e infastidita.

Nonostante tutto mi siedo, per non fare brutta figura di fronte a Scorpius. Gli sorrido leggermente, mentre lui si unisce alla conversazione dei Potter, che è – che novità – sul Quidditch.

A quanto pare il Potter maggiore è finalmente riuscito a diventare Capitano della squadra dei Grifondoro; sembra dare per scontato che anche Albus e Scorpius entreranno a far parte della squadra, nonostante la data dei provini non sia neppure stata stabilita.

Alice si esibisce in una smorfia. « Non capisco proprio cosa ci troviate di bello in questo sport ».

Naturalmente, ha catturato l’attenzione dei signori.

Il Potter più vecchio assume un’aria di superiorità, che lo fa apparire ancora più tonto – anche se un angolino della mia mente pensa che qualcun altro l’avrebbe definito sexy – e dice: « Nessuno si aspetta che una ragazza possa capirlo ».

Quasi mi va la saliva di traverso. Quando si tratta di maschilismo, dimentico quasi di essere timida. « Mi sembra che siano state due giocatrici donne a farvi vincere la coppa due anni fa. Guarda caso, da quando loro si sono diplomate, i Serpeverde vi schiacciano », dico acida.

Potter ghigna, e Scorpius scuote la testa, divertito. « I Serpeverde ci hanno schiacciato, signorinella, perché il Finnegan faceva schifo come Capitano », sottolinea Potter. « E poi non ci hanno schiacciato », si corregge, con una smorfia. « Hanno vinto per un pelo ».

Pur non seguendo il Quidditch, sono sicura che non sia così, comunque mi sto zitta, e mi limito a guardarlo con aria rassegnata.

Nonostante Albus e Lily mi stiano piuttosto simpatici, e nonostante io non abbia niente contro i Weasley, o contro i Potter – insomma, ho come migliore amico un Malfoy. non sono proprio tipa da pregiudizi – James Potter non mi è mai stato simpatico. Con la sua aria da fighetto, il signor Sono-il-miglior-cercatore-dai-tempi-di-mio-padre-che-tra-l’altro-è-Harry-Potter-quello-che-ha-sconfitto-Voldemort-e-salvato-il-Mondo-Magico, tratta sempre tutti con aria di sufficienza, si comporta continuamente da idiota insieme ai suoi due migliori amici – leggi, fidanzatine – e si diverte ad attaccare briga con i Serpeverde.

E, ultimo ma non meno importante, si diverte a fare il bullo con i più deboli per farsi fare i compiti. Disgustoso. Ora che ha i M.A.G.O., mi divertirò da morire.

Mentre gli “uomini” continuano a parlare di Quidditch, Alice, Lucy ed io decidiamo di escluderci dalla conversazione e chiacchieriamo fino all’arrivo.
Poco prima ci allontaniamo per indossare le divise con i colori della nostra casa – Tassorosso – e poi ci prepariamo a scendere.

Sento indistintamente il vocione di Hagrid che richiama i ragazzi del primo anno, ma noi ci dirigiamo altrove, verso le carrozze. Stavolta decidiamo di lasciare i ragazzi avanti – che proseguono senza neppure accorgersene, così presi da chi fosse stata la squadra migliore dell’estate – e di aspettare le altre ragazze. Presto veniamo raggiunte da Rose, Dominique, Roxanne e Lily, che ci salutano calorosamente. Chiacchieriamo fino all’arrivo al Castello che, come ogni anno, mi lascia senza fiato.

Scendiamo dalle Carrozze e ci dirigiamo subito in mensa, affamate.

E quando entriamo in dormitorio e crolliamo nei letti a baldacchino dalle tende gialle e nere, sorrido. Finalmente a casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve a tutti!

Okay, questa non è la prima fan fiction che scrivo, ma è la prima che ho avuto il coraggio di pubblicare. So che il primo capitolo è un po’ illeggibile vago, e non succede niente, ma è soltanto una specie di prologo. Le tragedie iniziano nel prossimo (?)

In ogni caso, se avete voglia di commentare questo schifo capitolo, sarei contenta di seguire i vostri consigli, dato che ho ancora molto da imparare. :)

Detto questo mi dileguo, al prossimo capitolo! C:

PS: questa è Lynx (sì, è davvero un nome orribile, mi dispiace per lei.) :

  
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