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Autore: Jade Tisdale    06/09/2014    1 recensioni
Dopo la rivelazione dell'identità di Barasuishou, la vita delle Rozen Maiden sembra tornata normale. Ma si sa che la pace non dura in eterno. Infatti, la vera settima bambola della collezione, Kirakishou, è sveglia. Una nuova edizione del Gioco di Alice sta per compiersi. Chi sarà la vincitrice? Nel frattempo, la salute di Megu peggiora sempre di più. Il più grande desiderio di Suigintou, che prima era quello di diventare Alice, diventa quello di poter salvare Megu. Riuscirà la prima bambola nel suo intento?
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Megu Kakizaki, Suigintou, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

“Vittoria”

 

 

Shinku. La quinta bambola delle Rozen Maiden. Colei che mi insegnò a camminare. La sorella che mi diede speranza e che me la strappò via subito, facendosi odiare a vita.
Le avevo promesso che l'avrei sconfitta e una volta, ce l'avevo quasi fatta. Ero certa che vederla perire davanti ai miei occhi mi avrebbe fatto piacere. Ma, quando Kirakishou l'aveva uccisa, tutto ciò che avevo provato era rabbia. E non solo perché l'avrei dovuta sconfiggere io, ma perché aveva fatto fuori una delle mie sorelle.
Kirakishou, per me, era solo una nemica e non una sorella come le altre.
Quando la Rosa Mystica di Shinku si librò nell'aria, capii che la bambola desiderava che mi appartenesse. Ma prima che mi raggiunse, Kirakishou fu scaltra e se ne impossessò, facendo aumentare la mia rabbia.
Avrei voluto ordinarle di restituirmela, ma a cosa sarebbe servito? Non lo avrebbe mai fatto.
«Oh, sorellona, sei l'unica sopravvissuta!» esclamò, avvicinandosi. «E hai solamente una Rosa Mystica! Però, se vuoi, potrei regalarti le mie...»
Strinsi le mani a pugno. «Non mi servono, sai? Riuscirò a sconfiggerti comunque.»
Fece un sorriso beffardo. «Se ne sei convinta...»
La mia nemica lanciò nella mia direzione i petali di rose di Shinku, che schivai uno ad uno, ricambiando poi con le mie piume nere. Anche Kirakishou, però, le evitò con grazia. Mi avvicinai di più a lei, tentando uno scontro ravvicinato.
«Meimei!» esclamai, facendo in modo che il mio spirito artificiale diventasse una spada.
«Renpika!» mi imitò, appropriandosi delle cesoie da giardiniere.
Tentai di colpirla alla testa, ma lei parò il colpo con la punta delle forbici. Successivamente, fui lei che tentò di colpirmi, ma io schivai con un balzo all'indietro. Continuammo così per qualche minuto, fino a quando, ad un tratto, la settima bambola riuscì a colpirmi, facendomi cadere a terra. Rapidamente, chiamò Pizzicato e cominciò a suonare quell'orrenda melodia col violino di Kanaria. Mi portai le mani alle orecchie, ma fu tutto inutile. Non appena la canzone finì, le piante di fragola di Hinaichigo mi raggiunsero, stritolandomi.
«Sta' tranquilla, sorellona.» disse, con un tono di voce fin troppo cauto. «Per te, solo per te, ho deciso di donare una morte rapida e indolore.»
Le radici mi stritolarono sempre di più, provocandomi un dolore atroce su tutto il corpo. Ormai, era la fine per me. Sentii le forze abbandonarmi quando, ad un tratto, una voce catturò la mia attenzione.
«Suigintou...» disse, col respiro affannato. «Resisti...»
Mi sembrò quasi di vedere Megu davanti a me, sul letto d'ospedale. Ma era solo un'illusione.
«Megu, non ce la faccio.» ammisi, a denti stretti.
La mia medium cercò di sorridere. «Io credo invece che potresti farcela, sai?»
Abbassai lo sguardo. Sentivo le lacrime pronte per cadere.
«Suigintou... Sto morendo...» sussurrò, continuando a respirare profondamente. «Volevo solo dirti che per me è stato un piacere conoscerti... E non importa come andrà a finire... Tu sarai sempre la mia Alice...»
La guardai, impotente.
Non ce l'ho fatta. Avrei tanto voluto salvarti Megu, non immagini quanto. Ma non ce l'ho fatta. Perdonami, ti prego... fu quello che pensai.
Socchiusi gli occhi, pronta a lasciare andare la mia Rosa Mystica. Ma, ad un tratto, la voce di Megu mi fece di nuovo il lavaggio del cervello.

‘Yume wa kaze
Hikari michibiku
Sora to kumo wo koete yuku
Anata no koe hibike’
 

Megu chiuse gli occhi e prese a sospirare più frequentemente.
«Mi spiace, Suigintou... Non puoi usare la mia energia e ti volevo aiutare cantando... Ma non ce la faccio più... Scusami...»
E dopo quell'ultima frase, Megu sparì davanti ai miei occhi. Finalmente, cominciai a ragionare. Come potevo lasciarla morire?
All'improvviso, fu come se avessi riacquistato tutte le forze. Il mio corpo fu circondato da fiamme blu che incenerirono le piante di fragola.
Volai a tutta velocità verso Kirakishou, colpendola, nel frattempo, con le mie piume nere. Lei però, mi indirizzò i suoi vigneti di rose, che fecero scomparire in un baleno le mie piume. Ma, quando i vigneti mi raggiunsero, il mio corpo era ancora avvolto dalle fiamme, perciò non mi fecero nulla. La settima bambola deglutì, chiamando in soccorso Holie, che di conseguenza, prese le sembianze del bastone di Shinku.
Io, a mia volta, recuperai la mia spada e ci misi solo un secondo a fare a pezzi il bastone.
«Com'è possibile?» si domandò la settima bambola.
La guardai con un sorriso beffardo.
«Hai perso, sorellina.»
Con un colpo secco, le trafissi il torace con la mia spada, assicurandomi poi che il suo corpo andasse bruciato con le mie fiamme.
Dal corpo di Kirakishou, si sprigionò una calda luce accecante. Mi coprii gli occhi con le mani, ma riuscii ad intravedere tutte le Rose Mystiche uscire dal suo corpo e raggiungere il mio una ad una. Dopodiché, esausta, svenni. 

   
 
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