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Autore: Yssis    06/09/2014    2 recensioni
[Terza classificata al contest "Let's Sport! [anime/manga sportivi contest]" indetto da Drie sul forum di EFP]
… Non salvarti da sola, principessa.
Se solo mi dessi un'altra possibilità, ti dimostrerei che posso salvarti.
Posso renderti felice principessa, calcia via quel pallone e vieni con me a finire la fiaba.
Vieni con me a giocare ed io ti salverò.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hikaru Kageyama, Kageyama Reiji, Paolo Bianchi/Fideo Ardena, Rushe/Lassie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Yssis
Titolo:
Un gioco da bambini
Fandom:
Inazuma Eleven
Eventuale paring:
HikaRushe
Avvisi:
What if? ;; Crack Pairing
Note:
Devo ringraziare Drie per avermi permesso di partecipare a questo contest. Ritengo che sia una sfida elettrizzante e spero che la mia fanfic ne sia degna. Le idee erano veramente tante ma alla fine mi sono lasciata andare con il fluff, ne avevo bisogno psicologicamente (?)
Ora vi lascio a questi due cuccioli adorabili, buona fortuna agli altri partecipanti e buona lettura a chiunque si fermerà a leggere e commentare!
Prompt scelto:
Hikaru Kageyama/Rushe – What if? – Se avessi un’altra possibilità vorrei renderti felice

Un gioco da bambini

{A Lau.
Grazie per questa splendida estate}

-C’era una volta, tanto tempo fa…-

L’attacco è sempre la mia parte preferita. Quella voce armoniosa che sembra venire da lontano, ti trasporta in un mondo magico e fantastico…

-… Un coraggioso principe e la sua bella principessa, che vivevano felici in un castello nascosto in un bosco incantato…-

-Venite con me, oh mia principessa…! Fuori  il cielo è azzurro e gli uccellini cantano per voi. Venite con me, andiamo fuori…!-
Chiamo a gran voce, mentre un servo mi appoggia il mantello sulle spalle.
-Arrivo mio principe, arrivo!-
Guardo con impazienza la porta chiusa davanti alle scale, quando finalmente eccola, la mia principessa.
Capelli color del grano impreziositi con gemme e fermagli smeraldini, che mettono ancora più in risalto la lucentezza dei suoi occhi.
I passi della mia principessa sono candidi e delicati, quando passa non fa mai rumore; ai piedi porta ballerine bianche…
Lei ama danzare, e con i suoi movimenti sembra volare. Indossa un bel vestito, perché lei si veste sempre bene quando usciamo insieme.
Questo è violetto con dei ricami bianchi sulle balze che le arrivano fino ai piedi. Mi ricorda quello che indossava la prima volta che ci siamo incontrati…
Ma no, cosa dico? La prima volta che ci siamo visti non indossava un vestito così elegante, però i suoi occhi brillano come allora.
Gli occhi della mia principessa brillano sempre, amo quegli occhi.
Lei intanto sorride venendomi incontro.
-Eccomi mio principe, scusate se vi ho fatto attendere.-
Io mi inchino, tutto rosso in viso, e le bacio la mano che mi porge: -E’ un onore aspettarvi, milady. Vogliamo andare?-
-Con piacere, lord. Come siete galante!-

-Il principe e la principessa amavano fare lunghe passeggiate nel bosco incantato. Lì passavano degli splendidi pomeriggi insieme…-

-Oh guardate qui! Non è adorabile?-
Mi sporgo appena a guardare il punto dove la principessa mi indica: sotto un cespuglio un leprotto ci guarda spaventato e tremante.
-State ferma mia principessa, potreste spaventarlo…-
Lei mi sfiora con i suoi occhi verdi, irresistibili.
Mi chino lentamente, allungando una mano verso il cucciolo spaventato.
-Non avere paura piccolino, non vogliamo farti del male…-
Il leprotto si ritrae ma io con una mano lo sfioro.
Allora inizia a tremare lentamente, ma rimane immobile.
Continuo ad accarezzarlo sorridendo, finché il leprottino non trema più.
Allora porgo anche l’altra mano e riesco a sollevarlo da terra.
La mia principessa trilla di meraviglia quando le faccio accarezzare il cucciolo di lepre: è decisamente adorabile con quel batuffolo fra le mani.
-Sei un tesoro!- la mia principessa si fionda ad abbracciarmi, e il leprotto spaventato dal movimento improvviso salta sulla mia testa e ci osserva curioso mentre ci stringiamo forte.
Proseguiamo poi nella nostra passeggiata, lei ride mentre io cerco di far scendere il leprotto acciambellato sul mio capo.
La principessa d’un tratto smette di ridere, e guarda il cielo.
Una fitta coltre di nuvole nere ha oscurato il sole: sembra notte fonda.
Io stringo forte la mano della principessa bionda: ha tanta paura del buio lei, per questo vuole sempre rientrare in casa prima del tramonto.
Io non ho paura del buio, io sono un principe forte e coraggioso, non ho paura di nulla.
Perciò stringo forte la sua mano. “Guardami principessa guardami! Sono qui per te. Con me non ti succederà nulla, te lo prometto.”
Vorrei dirle queste parole. Vorrei dirle queste parole e molte altre, ma dalla mia bocca non esce niente.

-All’improvviso il cielo si oscurò, e dal profondo del bosco apparve un uomo mascherato avvolto in un mantello nero, che in un attimo afferrò la principessa e scappò via, in groppa al suo destriero veloce e terribile…-

-Tu adesso verrai con me!
-AIUTO AIUTO! LASCIAMI MOSTRO LASCIAMI!-
 -NO! Principessa!-

-… Allora il principe si lanciò all’inseguimento dell’uomo misterioso che aveva portato via la sua principessa. Non avrebbe mai permesso a nessuno di farle del male!-

Con la spada e il mantello corro in groppa al mio cavallo veloce, attraversando gelide vallate e deserti infuocati, affrontando terribili mostri, sempre all’inseguimento della mia amata principessa.
Quando cala la notte mi fermo: accarezzo il mio cavallo, è proprio un buon amico lui.
Anche il leprottino è rimasto con me, se ne sta sempre sul mio cappello e la notte viene ad acciambellarsi vicino a me per dormire.
-Stai tranquillo…- dico mentre accarezzo il suo pelo morbido – Presto troveremo la principessa e torneremo al castello tutti insieme!-
Lui allora muove il nasino, si struscia contro la mia guancia facendomi il solletico e poi si mette a dormire.
Penso che se fosse un gatto farebbe le fusa.

-… Dopo giorni e giorni di inseguimento, finalmente il principe vide in lontananza un castello diroccato, tutto nero e spaventoso…-

“Ma io non ho paura di niente” mi dico per farmi coraggio “La mia principessa è stata imprigionata là dentro e io devo salvarla!”

-… Allora il principe lanciò il suo destriero al galoppo, attraversarono la valle e quando ormai pensava di essere arrivato, dall’alto atterrò un orrendo mostro!-

-Aaaaah!- grido tirando le redini di colpo. Il cavallo si impenna, imbizzarrito, ma riesco a farlo calmare. Davanti a me c’è un terribile drago sputafuoco verde ed altissimo!
Alzo la mia spada, pronto a dare battaglia. “Io ucciderò un drago, io ucciderò mille draghi pur di liberare la mia principessa! Lei è là dentro e mi sta aspettando, neanche questo mostro potrà fermarmi!”

-… Iniziò una terribile battaglia, e quando-

-Oji-san oji-san! Fuori ha smesso di piovere! Possiamo uscire a giocare a calcio ora?-
 -M-ma e la nostra fiaba?- Provo a dire, agitando la spada di cartone con la quale stavo uccidendo Fidio-kun, che si alza in piedi rimettendo a posto la maglietta spiegazzata.

**

Sono seduto fuori, sulla panchina all’ombra.
Vorrei tanto che mio zio mi tenesse un po’ in braccio, ma la mamma dice che non si può fare, che le gambe dello zio sono ancora troppo deboli e rischierei di fargli del male.
Mio zio sbuffa sempre quando dice così, però poi non mi prende in braccio sul serio.
Fa niente, pazienza. E’ seduto vicino a me, in mano ha ancora il libro di fiabe che stavamo recitando, e guarda Fidio e Rushe che giocano con la palla.
“Si chiama calcio” mi ha spiegato un volta Rushe “ E’ un gioco molto divertente, quando sarai un po’ più grande ci giocheremo insieme!”
Penso che debba essere proprio molto divertente come gioco.
Rushe lascia sempre la torre del castello diroccato per uscire a giocare a calcio.
La mia principessa… Non sono mai riuscito a salvarla.
Si salva sempre da sola, lei.
-Oji-san, tu pensi che come principe non valgo nulla vero?-
L’uomo distoglie lo sguardo dai due ragazzini per guardarmi.
Sorride, scompigliandomi i capelli violetti e porgendomi il peluche del leprotto: -No, affatto. Sei molto coraggioso e ami tanto la tua principessa.-
-Wow!-
-A te non sembra?-
-Non so… Lei-Lei non mi lascia mai finire il gioco… Forse non mi reputa abbastanza bravo.-
-Un giorno lo farà.-
-Dici davvero?-
-Davvero davvero.-
Sorrido rasserenato e guardo in direzione del campo.
Stanno facendo di nuovo quell’esercizio con i paletti.

Oji-san mi dice dove metterli e io li posiziono, poi Fidio e Rushe possono iniziare; è divertente, ma non capisco bene a cosa serva.
Ho visto alcune partite di calcio alla televisione quando siamo andati in casa di Fidio: lui e lo zio si sono seduti sul divano, io e Rushe sul tappeto.
Era abbastanza noioso come gioco, degli omini con delle maglie di colori diversi correvano in un campo verde scambiandosi e rubandosi un pallone.
Una sola palla per ventidue persone: è ovvio che se la litigano di continuo!
Ma quando ho detto questa cosa, Fidio e lo zio si sono messi a ridere: non ho capito perché.
Poi Rushe ha portato i popcorn, ma quei due non li hanno voluti mangiare.
Solo quando la partita è finita e ci hanno spediti a dormire io e Rushe li abbiamo spiati attraverso una fessura della porta e li abbiamo visti che si lanciavano popcorn addosso come due bambini. Abbiamo ridacchiato e abbiamo chiuso la porta: a volte siamo più maturi noi di loro.

Ma questo non c’entra niente con il calcio… Non ho ancora capito cosa c’entrano i paletti con le partite di calcio.
Sul campo dove correvano quegli omini alla televisione non c’erano paletti… Però Fidio e Rushe non dicono mai niente, anzi sembra che si divertano anche così.
Forse mio zio è impazzito però per non offenderlo non gli dicono niente. Chi lo sa…
Quello che so di per certo è che questi paletti non mi convincono neanche un po’.

Nonostante la fatica che fanno per mantenere la palla dentro lo stretto spazio fra un palo e l’altro, se la cavano decisamente bene.
Le gambe della principes- cioè, di Rushe sono magre e veloci, i suoi passi sono morbidi e delicati pure quando scatta.
Fidio è più grande, però è molto bravo e lo zio sorride sempre quando lo vede correre alla televisione.
Qua nel giardino no, perché allo zio piace quando corre con tutta la squadra. Non capisco la differenza, di fatto è solo una questione di corsa no?
Non so proprio, il calcio è molto complesso e nessuno mai si degna di spiegarmi qualcosa.

Una volta Fidio mi ha portato di nascosto in una stanza e mi ha detto che mi doveva far vedere una cosa.
Ero molto contento, i regali di Fidio sono sempre bellissimi…
Poi però ha messo nel videoregistratore una di quelle cassette dove ci registrano le partite e mi ha detto che quella era una partita speciale.
Io l’ho guardato storto, tutte le partite che guardano per un motivo o per l’altro sono “speciali”.
Ha riso e mi ha detto “Guarda bene chi c’è in campo!”
Allora mi sono messo davanti al televisore.
Era una partita vecchia, c’erano degli omini che non avevo mai visto.
La palla volava da tutte le parti, c’era un portiere che parava tutti i tiri.
Era davvero bravo anche se decisamente grasso, forse era lui quello che dovevo guardare. Ad un certo punto l’arbitro ha fischiato.
Mi piacciono i momenti del cambio, sto sempre a guardare la panchina e cercare di indovinare chi potrebbe entrare. L’uomo in piedi vicino all’arbitro –Fidio ha detto che si chiama “allenatore”, e anche lo zio è un allenatore, ma quello non era lo zio. – ha detto qualcosa, ma nessuno si è mosso.
L’inquadratura è andata più vicino e seduto in un angolo della panchina c’era un ragazzo che dormiva!
Sono scoppiato a ridere, quello lì doveva essere proprio un broccolo per addormentarsi durante la partita della sua squadra!
Si è svegliato e tutti ridevano, ma quando è entrato in campo è stato davvero forte!
Correva molto veloce e non passava la palla a nessuno. Era più alto di molti altri omini e aveva i capelli raccolti in una coda.
E’ arrivato in porta e ha tirato: non ha fatto goal, ma per pochissimo.
Si è portato le mani alla testa, sembrava proprio…
“MA E’ LO ZIO!” Ho strillato allora, ma oji-san è entrato subito e ha trovato me e Fidio a ridere con quella cassetta che andava.
E’ diventato talmente rosso che pensavo si fosse ustionato e ci ha sbattuto fuori da quella camera.
Quella sì che era una bella partita, a volte ci ripenso e mi viene da ridere.
Anche mio zio giocava da ragazzo, ora che è grande allena.
Fidio dice che è molto più bravo come allenatore, ma mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno, soprattutto a lui.

A parte questo, ho capito che qui il calcio piace a tutti, quindi dovrò farlo piacere anche a me.
Perché io voglio giocare con Rushe e Fidio, voglio giocare ancora!
Afferro la mia spada e appoggio il peluche di leprotto sul cappello: diventerò grande, Rushe, e giocherò a calcio con te.
Tu aspettami su quella torre, per favore. Non scappare più.
… Non salvarti da sola, principessa.
Se solo mi dessi un'altra possibilità, ti dimostrerei che posso salvarti.
Posso renderti felice principessa, calcia via quel pallone e vieni con me a finire la fiaba.
Vieni con me a giocare ed io ti salverò.

  
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