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Autore: __Fly__    06/09/2014    0 recensioni
"Stavo per realizzare il mio sogno, ero davanti a tutte quelle persone che mi fissavano incuriosite.
Mancavano, però, gli unici occhi che volevo vedere, di quell'azzurro capace di non farmi capire più niente.
Lui non era con me e io non potevo continuare...
Il mio sogno, senza di lui, mai sarebbe stato completo"
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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CAPITOLO 3
 
Mia madre scese le scale di corsa, spaventata dall'urlo che avevo gettato. Vide che stavo sorridendo e si calmò, poi abbassò lo sguardo sulla lettera che avevo in mano e gliela consegnai per fargliela leggere. Man mano che leggeva cominciava a sorridere e quando terminò alzò lo sguardo su di me e mi abbracciò stretta a sé.
-"Meg, tu lo sai che lunedì è domani, vero?"- sorrisi ancor di più a questa domanda e cominciai a saltellare per la stanza.
Avrei voluto dirglielo a mia sorella ma era uscita con il suo fidanzatino così chiamai immediatamente Gwen per raccontarle la notizia. La mia amica cominciò a urlare e dire "La mia migliore amica andrà nel mio stesso istituto, cazzo" facendomi ridere e gioire. Non potevo ancora crederci, lo desideravo da tanto, tantissimo tempo e finalmente avrei frequentato quella scuola! Cominciai subito a prepararmi le valigie per trasferirmi agli alloggi, dato che avevo già diciotto anni. Avrei potuto abitare da sola oppure con una coinquilina ad esempio Gwen e la seconda scelta era quella più eccitante. Mi sarebbero mancate mia madre e Savannah ma l'idea di vivere lì scacciava tutta la nostalgia di loro che sentirò. La mia migliore amica stava venendo a casa mia per darmi una mano a sistemare tutto e poi mi avrebbe accompagnata a comprare nuovi vestitini da indossare alle numerose feste che gli studenti organizzavano! Al rintocco del campanello saltellai verso la porta e accolsi Gwen con un abbraccio.
-"Muovi quel maledetto culo, abbiamo solo un pomeriggio di tempo!"- urlò la mora, facendomi ridere.
-"Sissignora"- e le feci il saluto militare.
Salimmo le scale correndo e mi aiutò a sistemare i bagagli, buttando tutta la biancheria che avevo. Secondo lei quella "robaccia" la indossava sua nonna quindi voleva che comprassi qualcosa di "provocante"...come se io dovessi portarmi a letto qualcuno! Dopo qualche ora salimmo in macchina e mi portò al centro commerciale Burlington Arcade a Piccadilly, era il suo preferito.
Mi fece girare almeno una ventina di negozi, la maggior parte dei quali vendevano intimo. Avevo comprato cinque completi neri con il pizzo, due perizoma sotto suo consiglio e altri cinque completi di vari colori. Nei restanti negozi di abbigliamento mi fece comprare "solo" quattro vestitini diversi e molto eleganti. Tornai a casa verso le sette e mezza e già mia madre stava preparando la cena. Mia sorella aveva gli occhi e le dita occupati con il suo Iphone ma appena mi sentì entrare dentro casa lo posò e mi venne incontro.
-"Sorellina, complimenti! La mamma è stata depressa tutto il pomeriggio al solo pensiero che ti trasferirai a quel collage, mi mancherai."- mi salutò.
-"Ehi, non è mica un addio questo! Ci rivedremo spesso, ve lo prometto...soprattutto per le vacanze, tra poco c'è il mio compleanno"-
Avrei fatto diciannove anni tra tre mesi, a novembre, Gwen li aveva appena fatti e Zac avrebbe compiuto vent'anni a dicembre.
Cenammo in stretto silenzio e non parlammo per niente fino alla mattina del giorno seguente quando le avrei salutate. Scesi le valigie e mi fermai davanti alla porta in attesa dell'arrivo della mia famiglia. Ero stata in quell'appartamento solo due settimane ma ne avrei sentito la mancanza. Dru e Savannah fecero la loro comparsa all'ingresso con delle facce da funerale.
-"Ragazze, ma che vi prende? Non sto mica andando in guerra per morire! Ci vedremo presto, nemmeno papà quando sono venuta qui aveva questa faccia"-
-"Perché noi ti abbiamo avuto soltanto per due settimane"- mi rispose mia madre.
Annuii e corsi ad abbracciarle.
-"Ci vedremo molto presto, quando finiscono le lezioni vi chiamo"-
Mia madre mi baciò in fronte e mia sorella ancora non mi si staccava di dosso. Le sussurrai che non doveva fare scemenze con il suo ragazzo e lei mi disse invece:
-"Tu, però, cerca di fartelo un ragazzo...in tutti i sensi"- le diedi una gomitata e finalmente lasciai l'appartamento per dirigermi all'istituto.
Appena arrivai mi diressi verso la segreteria per farmi dare, come diceva la lettera, l'orario delle lezioni, della mensa e gli orari di apertura per la biblioteca, la segreteria, il parcheggio riservato agli studenti, la caffetteria, il supermercato degli studenti e i vari ristoranti e svaghi situati nella "Zona Universitaria" del campus. Misi tutto dentro una carpetta di plastica e mi feci dare le chiavi del dormitorio di Gwen, dato che avrei vissuto con lei. Dormitorio n°18 settore G. Mi spiegò la segretaria che erano a 6 chilometri cioè a circa 10 minuti dall'istituto. Presi la macchina e seguii le indicazioni della donna per poi parcheggiare nel parcheggio degli studenti, precisamente del settore G numero 18. Che precisione...Fortunatamente c'erano tre posti, uno per Gwen, uno per me e uno per qualche visitatore. Erano le otto e avevo solo un ora per sistemare le mie cose prima della lezione di canto. Entrai nel dormitorio e mi guardai un po' in torno. Le pareti erano di colore beige e il pavimento ricco di piastrelle bianche. Entrati dalla porta d'ingresso si poteva vedere subito la cucina-soggiorno con un piccolo tavolo in legno che poteva contenere almeno tre persone con le rispettive tre sedie e più a destra vi era un divanetto blu e una poltroncina dove davanti vi era un piccolo televisore. Seguendo un corto corridoio si andava in due camere da letto, quella a sinistra vidi che era già occupata da Gwen quindi a destra mi sarei sistemata io. Era piccolina, conteneva un letto a due piazze, un armadietto e una scrivania con sopra un computer e i libri teorici dei corsi. Sistemai velocemente i vestiti e i miei effetti personali e mi feci una rapida doccia per poi vestirmi con una canottiera a maniche lunghe e dei jeans attillati infilati negli stilavi. Mi sistemai la folta chioma castana e mi truccai un po'. Uscii dall'alloggio che erano già le nove meno dieci e chiusi la porta a chiave. Stavo per prendere l'ascensore per andare nel garage ma la porta che avevo di fronte, l'appartamento numero 19 si aprì per far uscire un ragazzo alto dai capelli biondi e degli occhi di un verde brillante. Poteva essere alto quanto Zac ma questo che avevo davanti era un po' più palestrato e lo capì dalla tartaruga e dai pettorali messi in evidenza dalla canottiera smanicata che indossava. Non sapevo il perché ma mi fermai a guardarlo, era molto carino ma non quanto Zac! Aveva l'aria di un ragazzo montato che sapeva di mandare in estasi ogni ragazza. Alzò lo sguardo verso di me e mi sentii subito un idiota per averlo fissato tanto. Gli spuntò in viso un ghigno provocante e poi parlò.
-"Ciao piccola, sei nuova di qui? Perché mi sarei ricordato di te sicuramente"-
-"Si, da oggi frequento l'istituto...abito qui di fronte con la mia amica Gwen"-
Mi squadrò bene, soffermandosi sul mio seno formoso e passando alle gambe. Avevo quasi voglia di schioccare le dita per attirare la sua attenzione dato che l'avevo perso.
-"Allora tu devi essere per forza Meg Williams. Io sono Eric Turner, sicuramente mi conoscerai  per sentito dire"- aveva ancora quel ghigno stampato in faccia.
Quindi era lui quell'Eric che Gwen aveva definito "Eric il biondo pervertito che si è portato a letto quasi tutta l'università e mi avrebbe scopata soltanto con gli occhi per la mia bellezza" cosa che ha fatto come aveva previsto la mia migliore amica. Però era davvero bello e il suo carattere da montato poteva anche farmi simpatia. Mi aveva confessato Gwen che anche lei aveva avuto rapporti con Eric soltanto per levarsi lo sfizio e poi rimasero amici.
-"Zac è da prima che arrivassi che parla sempre di te, di quanto sei fottutamente bella, simpatica e tutto il resto. Mi aveva pure detto che se ti avrei toccata mi avrebbe castrato!"-
-"Lui abita con te?"- chiesi guardando alle sue spalle, verso la porta dell'appartamento.
-"Si certo, adesso è andato a lezione con Bea. Dovrei andarci anch'io ma mi annoiavo, adesso mi hai dato un motivo per andarci. Sei al primo anno, quindi abbiamo lo stesso orario delle lezioni di canto e ballo. Quelle di piano e chitarra non coincidono dato che sono al secondo."-
-"Mi accompagneresti alla lezione di canto?"- gli proposi e vidi che gli si formò un sorriso sghembo.
-"Ovvio piccola"- Si avvicinò a me e mi circondò le spalle con un braccio.
Andammo con la sua Volvo grigia verso l'istituto. Mi disse che lui aveva già compiuto vent'anni e tra poco anche Zac li avrebbe compiuti il nove dicembre, ma questo lo sapevo già. Mi raccontò anche della sua bravura a cantare e io gli dissi che anch'io me la cavavo. Quando arrivammo eravamo in ritardo ma per fortuna l'insegnante non era ancora arrivata. Vidi Gwen seduta in seconda fila e mi misi accanto a lei.
-"Eric, vieni qui!"- lo chiamò una ragazza dagli ultimi posti.
Lui la salutò con la mano ma invece si sedette accanto a me.
-"Bene, preparati Meg. Di solito il biondino si siede agli ultimi posti con Zac e tutte le sue puttanelle. Ti ha già proposto di farlo?"-
-"No, non l'ha fatto e non credo che lo farà. E' stato gentile."-
La mia amica alzò le sopracciglia non molto convinta. Era vestita davvero bene, gonna al ginocchio e un cardigan abbinato. Girai la testa per vedere se c'era Zac ma non lo vidi, eppure era già andato a lezione...
Infatti era così. In un angolo vidi i capelli lisci e rossi di Bea che si stava baciando con...Zac. Mi venne un colpo al cuore. Era così bello e vederlo attaccato a quella mi scatenava rabbia mischiata a tristezza. Si, ero gelosa. Riuscivo a vedere le loro lingue danzare.
-"Piccola, li stai guardando come se stessi per vomitare"- attirò la mia attenzione Eric mettendomi un braccio intorno alla schiena.
-"No, ma che dici! Li guardo con gioia, sono così carini insieme"- sentivo l'amaro in bocca ogni volta che mentivo e quella volta lo stavo facendo, ovviamente.
Li ignorai e cominciai a parlare con Eric e Gwen fin quando non arrivò l'insegnante. Una donna sulla quarantina, bassina, con gli occhiali sulla punta del naso e con i capelli biondi raccolti in un tupè.
-"Oh ragazzi, perdonate il mio ritardo. Cominciamo subito la lezione ma prima mi presento perché oggi abbiamo una ragazza nuova tra di noi. Sono la signorina Cole, l'insegnante di canto. Dove sei Meg Williams?"-
Sentendomi nominare mi alzai e la signorina Cole mi chiese di raggiungerla per firmare un foglio che dichiarava la mia presenza. Nel momento in cui mi alzai diedi una sbirciatina in fondo dove Zac mi stava fissando da quando l'insegnante mi aveva nominata. Anch'io lo osservai e pure da lontano quegli occhi azzurri brillavano.
-"Devi portare questo foglio alla direttrice, chi la vuole accompagnare?"- i miei occhi andarono dritti verso Gwen che stava per offrirsi ma non fu abbastanza veloce.
-"Signorina Cole, l'accompagno io con molto piacere"- parlò Eric, sorridendomi.
Guardai verso le ultime file dove vidi Zac teso in volto, forse anche irritato. Beh, per qualsiasi cosa era arrabbiato...ben gli stava. Eric arrivò accanto a me e mi mise un braccio attorno le spalle e mi accompagnò dalla direttrice Lucy Roberts.
-"Che programmi hai dopo le lezioni?"- mi sentì domandare dal biondino.
Stavo per dire "nessuno" ma mi ricordai che era stato Eric a chiedermelo...
-"Credo che resterò nell'appartamento a sistemare le mie cose, ho ancora tanto da fare"- mentii. Già avevo sistemato ogni cosa.
Lui annuii un po' deluso. Andammo dalla direttrice che firmò il foglio e lo tenne per sé, in fine Eric mi accompagnò in classe. Ci sedemmo e la lezione continuò.
-"Ragazzi, per superare l'anno, come sempre, dovete comporre per la mia lezione una canzone da solisti e in coppia che oltre a essere il vostro esame d'ammissione all'anno successivo sarà anche per lo spettacolo di fine anno di tutte le scuole di musica di Londra. Lo stesso dovete fare con la danza, comporre una coreografia da solisti e in coppia...ve lo spiegherà successivamente la signorina Hale."-
Avevo solo un piccolo e insignificante problema. Ero un disastro a ballare. Come avrei fatto a superare l'anno se non sapevo ballare? Avrei avuto bisogno di un grande aiuto o semplicemente di un miracolo. La specialità di Gwen era suonare il pianoforte, quella di Eric cantare così come la mia. Ero brava a suonare la chitarra e anche il piano grazie a molte lezioni prese a Toronto. Chi mi avrebbe aiutato? Zac era un bravissimo ballerino...ma non gli avrei chiesto mai e poi mai di aiutarmi.
La signorina Cole durante la lezione aveva voluto sentire la mia voce per scoprirne il timbro e la tonalità. A quanto pare mi definì con l'ugola d'oro e ricevetti i complimenti da tutta la classe. Sapevo di cavarmela ma non di essere così brava come ritenevano gli altri. Soffrivo di panico da palcoscenico ma in classe mi isolai chiudendo gli occhi e non pensando a tutti quelli che mi stavano fissando. La lezione di chitarra era alle ore 11 e ci dovetti andare insieme a Gwen dato che gli altri che avevo conosciuto avevano orari diversi. Avremmo dovuto comporre una canzone per superare l'anno ma intanto dovevamo esercitarci con gli spartiti dati dal professor Druge, un uomo grassottello con gli occhiali da vista e i capelli ricci sale e pepe. Era un po' strano, molto alto anche se la sua corporatura era grassa...era però un ottimo professore. Dopo pranzo avrei dovuto andare alla lezione di pianoforte alle quattro del pomeriggio e in fine quella di ballo alle sei.
Io e Meg, insieme a un ragazzo conosciuto durante la lezione di chitarra di nome Justin e una ragazza di nome Sophie, andammo verso la mensa.  Justin era un ragazzo davvero simpatico, castano e alto quanto me. Sophie invece era una ragazza silenziosa ma quando ci si metteva faceva ridere. Si vestiva quasi sempre di nero, così mi disse Gwen, e aveva uno stile dark. Era un po' in carne e aveva i capelli fucsia. Entrammo nella mensa dirigendoci ai self-service. Non c'era una grande scelta, purè di patate con carne oppure pasta con l'uovo. Scelsi la prima opzione così come gli altri. Vidi Eric che cercava di attirare l'attenzione per farci sedere nel loro tavolo dove vi erano anche Zac, Bea e una ragazza bionda seduta accanto a Eric. Forse la sua nuova preda? Chissà.
Ci sedemmo insieme a loro e mi toccò stare accanto a Zac. Non cercai di ignorarlo, anzi parlammo molto e gli spiegai cosa avevo fatto in queste due settimane prima di ricevere la lettera d'ammissione.
-"Mi sei mancata Meg"- mi sussurrò.
Da sotto il tavolo intrecciai la mia mano con la sua e gliela strinsi. Anche lui mi era mancato, non riuscivo ad avercela con lui per troppo tempo. Mi mise in guardia su Eric dicendomi di fare attenzione con lui. Non era mica un maniaco! Va bene che era un dongiovanni e cambiava ragazza ogni notte, ma non era pericoloso. Se eravamo amici non era un dilemma.
-"Non sei più arrabbiata con me, vero?"- domandò con incertezza.
-"Di meno, ma non cambia il fatto che tu mi abbia mentito! Per questa volta lasciamo stare..."-
Gli spuntò un grande sorriso e vidi di nuovo quelle belle fossette nelle guancie. Era bellissimo.
Per tutto il tempo dedicato al pranzo parlammo tutti insieme del più e del meno, tranne Eric e quella ragazza...Jasmine. Vidi che lui aveva una mano sotto il tavolo e lei si mordicchiava il labbro inferiore. Appena capì che diavolo stavano facendo mi salii un conato di vomito. Non che nessuno me l'avesse fatto ma quando si è con delle persone, in un luogo pubblico mentre si mangia...fa molto schifo. Evitai di guardarli per tutta la durata del pranzo. Successivamente tornammo ognuno nel proprio alloggio. Gwen, io, Zac ed Eric salimmo insieme dato che eravamo nello stesso settore.
-"Piccola, quindi non passi da me prima delle altre lezioni?"- quasi implorò il biondo.
Zac gli diede uno schiaffetto nel braccio, fulminandolo con il braccio.
-"Mi dispiace per te ma, non credo di poterti raggiungere"- scherzai io.
-"Allora sarà sicuramente per un altra volta"- e detto questo mi fece un sorriso malizioso.
Io e Gwen entrammo nel nostro appartamento e io mi diressi in camera per chiamare mia madre. Successivamente andai alla lezione di pianoforte con la signorina Dulssemberg, e a quella di danza. Fortunatamente la signorina Hale non mi fece ballare, avrei fatto una figura di merda e avrei fatto capire che saprebbe ballare meglio un tricheco rispetto a me.
 
Per due settimane fu tutto molto monotono. Dovetti studiare la teoria di ogni materia e la pratica venne spostata. Uscii molte volte con gli altri ragazzi e ci incontrammo alla caffetteria del campus da "Grese's". Ancora non avevo partecipato a nessuna festa dati che avevo molto da studiare. Passai molto tempo con Zac e uscimmo tanto. Alcune volte mi soffermavo a guardargli le labbra immaginando come fosse assaporarle, poi scacciavo lo stupido pensiero.
Legai un sacco con tutti, anche Bea si dimostrò gentile nei miei confronti. Avevo sempre qualche fastidio vedendo insieme lei e Zac, ma lo nascosi come sempre. Eric si dimostrò un grande amico. Nella prima settimana di settembre mi invitò ad uscire per vederci un film insieme. Quando lo raccontai a Gwen rimase sconvolta perché non aveva mai invitato nessuno ad uscire.
-"Siamo solo amici"- le dissi
Ma lei era convinta che forse gli stavo cominciando a piacere davvero, non solo per scopare. Zac non era per niente d'accordo di questa uscita e per questo litigammo.
-"Non puoi dirmi cosa devo o non devo fare. Non mi ha fatto una proposta di sesso sfrenato. Mi ha detto soltanto di andare al cinema, cazzo"- gli urlavo io.
Faceva sempre il fratello maggiore geloso e super protettivo, ma Gwen era convinta che si trattasse di altro. Altro che riusciva ad immaginare solo lei. Lui era il ragazzo di Bea, punto.
Era venerdì e il giorno seguente non avendo lezioni dovevo uscire con Eric. La mattina uscii insieme alla mia migliore amica e Sophie, il pomeriggio mi stavo preparando. Già a settembre cominciava a esserci freddo, quindi mi misi una camicia bianca attillata con dei jeans scuri ma mi portai il cappotto. Gwen era uscita con Justin, quei due si stavano frequentando. Sentii suonare il campanello e andai ad aprire ad un Eric molto bello. I suoi capelli biondi spettinati erano bagnaticci, indossava anche lui una camicia (a maniche corte) però era di colore blu con dei jeans. Mi squadrò dalla testa ai piedi.
-"Piccola, sei spettacolare"- esclamò, salutandomi con un bacio sulla guancia.
-"Non esagerare, non ho messo chissà cosa"-
Sempre con un braccio attorno alle mie spalle, andammo verso la sua auto. Avevamo deciso di vederci un film d'azione, dato che piacevano entrambi.
-"Dato che non mi hai obbligato a vederci un film sdolcinato, ti dovrei dare una medaglia. Sei una ragazza da sogno!"- mi lodò.
Io gli sorrisi e automaticamente arrossii. Quando mi facevano dei complimenti le mie guancie s'imporporavano. Il film era carino sparatorie e morti compresi. Mangiammo al McDonald's e verso le nove ritornammo agli alloggi.
-"Ti va di entrare per bere qualcosa?"- gli chiesi per cortesia.
-"Certo piccola, un secondo vieni con me nel mio appartamento che poso la giacca"-
Lo seguii là dentro. Era uguale a quello mio e di Gwen, c'erano solo più oggetti maschili. Entrai in camera sua e vidi che si toglieva la giacca e la riponeva nell'armadio.
-"Eric, sei tornato?"- chiese la voce di Zac che spuntò all'ingresso della stanza.
Aveva indosso soltanto delle mutande grigie. Si potevano vedere chiaramente i muscoli scolpiti, un po' lucidi dal sudore e aveva i capelli tutti scompigliati e gli occhi lucidi. Davanti a me avevo l'immagine della perfezione assoluta. Avevo il cervello in brodo di giuggiole e sentivo un forte calore in basso. Quando mi vide, socchiuse la bocca. Perché era sorpreso? Lo capii subito dopo. Dalla porta, accanto a lui spuntò una Bea in intimo color argento. Quel reggiseno non aveva motivo di esserci dato che era larga anche la prima. Anche lei aveva tutti i capelli in disordine, gli occhi lucidi ed era rossa in volto.
Oh.Mio.Dio.
Il mio cuore già batteva all'impazzata, al suo arrivo si fermò di colpo. Avevano fatto sesso. All'improvviso anch'io mi sentii gli occhi lucidi.



  ERIC TURNER


  JUSTIN VERLAC


  SOPHIE MASON


  JASMINE DUNCAN
 
  
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