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Autore: ChibiRoby    06/09/2014    7 recensioni
E se dopo la morte di Maria, German non fosse scappato dal passato?
Violetta vive in una gabbia dorata finché non le si presenta l'occasione di fuggire, grazie al suo amore per la musica e a un paio di occhi verdi troverà il suo posto nel mondo.
Pablo e Angie sono una coppia sposata alle prese con un arrivo speciale che rivoluzionerà la loro vita.
Diego e Camilla da sempre migliori amici si ritroveranno alle prese con un nuovo sentimento mai provato prima.
E German dopo anni di paure scoprirà che si può sempre tornare ad amare.
Tratto del capitolo 11
[...] -Non credevo che provassi quello che provo io. – ammise abbassando lo sguardo imbarazzata.
-Invece è così, mi piaci da impazzire Violetta, fin dalla prima volta che ti ho vista, mi sei entrata dentro e non riesco a smettere di pensare a te. – le rivelò alzandole il mento con due dita per guardarla negli occhi.
-Tu non mi piaci Leon, io ti amo! – rivelò con un’audacia che neanche lei sapeva di avere, annullò nuovamente la distanza tra i loro volti e lo baciò. [...]
Leonetta, Pangie, Fedemilla, Camiego accenni Naxi, Marcesca, Andresx?, Larax?, Brodwayx?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla, Diego, Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 – La decisione di Violetta
 
 

-Mi dispiace piccolina ma non posso permettertelo!
-Ma Olga! – sbuffo Violetta infastidita – non andrò da sola allo Studio! Mi accompagnerà…
-Non lascerò che la mia bambina vada in giro con uno sconosciuto! – la interrompe la governante con decisione, le diede le spalle e senza darle il tempo ribattere uscì dalla cucina.
Sbuffò sedendosi su uno sgabello e poggiando la testa sulle braccia. La sera prima era andata a letto molto tardi e quando quella mattina si era svegliata pronta a comunicare agli zii la decisione che aveva preso durante la notte, aveva scoperto che erano usciti molto presto e che Federico era andato a fare colazione con Ludmilla. Così, ricordando la promessa di non uscire più da sola, aveva chiamato Leon. Peccato che Olga non avesse la minima intenzione di farla uscire con, almeno a parere della premurosa governante, un perfetto estraneo.
-Questo è sicuramente Leon. – pensò sentendo suonare il campanello, si alzò per andare ad aprirgli e rimase quasi a bocca aperta nel vederlo conversare amabilmente con Olga che sembrava pendere letteralmente dalle sue labbra. –Persino Olga stravede per lui.
-Buongiorno Vilù. – le sorrise dolcemente.
-Giorno. – ricambiò il saluto abbracciandolo.
Olga li guardava con gli occhi che le brillavano mentre già sentiva la marcia nuziale echeggiare per la stanza.
-Pronta per andare? – domandò accarezzandole dolcemente il braccio.
-Certo che è pronta! – rispose velocemente Olga ricevendo un’occhiata confusa dalla Castillo –Ma se fino a un secondo fa non voleva che uscissi!
Non ebbe nemmeno il tempo di dirle qualcosa, Olga le passo la borsetta e li spinse letteralmente fuori casa.
-Mi raccomando divertitevi e Leon riportala in tempo per cena. – li salutò allegramente prima di chiudere la porta. 
 -Non ci credo! – sussurrò Violetta appena uscirono dal cancello, non riusciva a credere che in meno di due secondi avesse conquistato la sua governante!
-A cosa? – chiese incuriosito dalle sue parole piene di stupore, che avesse fatto qualcosa di sbagliato?
-Fino a due minuti fa non voleva farmi uscire, sembrava quasi che lo spirito di papa si fosse impossessato di lei! - iniziò gesticolando – Poi sei arrivato tu e ha cambiato subito idea. Si può sapere come hai fatto? L’hai stregata! – concluse nei suoi occhi si leggeva un misto tra incredulità e accusa.
-Assolutamente no! – rise il messicano – Se avessi dei poteri magici non li userei mai per una cosa del genere!
-Ah no? Allora per cosa? – domandò mentre nella mente le passavano mille possibili risposte diverse.
Si fermò di colpo voltandosi per guardarla negli occhi – Per convincere un padre troppo protettivo a lasciar uscire la bella principessa dalla sua gabbia dorata. – rivelò sfiorandole il naso con l’indice in una leggera carezza, le sorrise e ricominciò a camminare. Violetta rimase per qualche secondo a guardarlo, sorrise e lo raggiunse prendendolo a braccetto. Sembravano una coppia al primo appuntamento.
-Voglio iscrivermi allo Studio. – esclamò rompendo il silenzio che li accompagnava da qualche minuto.
-Dici sul serio? – chiese stupito. Gli aveva detto più volte che il suo sogno era di frequentare lo Studio ma fino a quel momento non aveva mai espresso il desiderio di farlo senza il consenso del padre. 
-Si, sono stanca di vivere la mia vita chiusa tra quelle quattro mura! Voglio uscire, avere degli amici e fare tutte quelle esperienze che fanno le ragazze della mia età! - continuò voltandosi verso di lui. 
-E con tuo padre come farai? – domandò colpito da tanta determinazione.
-Gli racconto tutto quando torna. Vedrà che so cavarmela da sola e accetterà la mia decisione! – commentò ottimista, doveva esserlo per forza. Se pensava al peggio le sarebbero venuti mille dubbi e non avrebbe fatto nulla.
-E se non lo fa? – chiese senza smettere di guardarla, era così piccola e apparentemente fragile ma aveva l’anima di una Leonessa.
-Passerò i prossimi due anni nella mia prigione dorata e appena sarò maggiorenne scapperò per vivere la mia vita come voglio!
-E io ti aiuterò. – sorrise guardandola dolcemente.
-Davvero? – gli occhi le brillavano, quante volte aveva sognato di vivere un momento del genere con Leon? Talmente tante che ormai aveva perso il conto.
-Certo, potrai contare su di me per qualunque cosa. – sussurrò accarezzandole la guancia col dorso della mano. – Sempre.
- Leon… - mormoro commossa, abbracciandolo di slanciò –Grazie.
 
***
 
-Ancora non riesco a crederci. – sussurrò Galindo ancora visibilmente scosso mentre insieme alla moglie usciva dal reparto di ginecologia del ospedale di Buenos Aires.
-Credici perché è tutto vero! – ridacchiò Angie. Aveva appena fatto la sua prima ecografia, avevano visto il loro bambino per la prima volta e anche se assomigliava più a un fagiolo che a un bambino si erano emozionati moltissimo, Angie aveva pianto e anche Pablo aveva ancora gli occhi lucidi.
-Appena sapremo il sesso mi organizzerò per dipingere la cameretta. – annunciò visibilmente impaziente di svolgere i suoi doveri di padre.
-Ottima idea, ma sei sicuro di farcela da solo? – domandò dubbiosa, Pablo era un uomo in gamba ma non era molto portato per i lavori manuali.
-Dubiti di me? – sussurrò fingendosi offeso – Guarda che sono un vero genio con i pennelli! – ribatte mimando i movimenti di un pittore mentre dipingeva.
-Lo so, ho sposato il nuovo Michelangelo. – ammiccò baciandolo dolcemente.
-Ora andiamo, ho lezione tra venti minuti e non posso dare il cattivo esempio arrivando in ritardo.
 
***
 
-Permesso? – domandò Violetta aprendo la porta del ufficio dello zio e trovandolo vuoto. – Strano, dove potrebbe essere? – sussurrò chiudendo la porta per tornare sui suoi passi.
Si guardò intorno alla ricerca di un modo per passare il tempo, non poteva cercare Leon perché in quel momento era a lezione di musica con Beto, e probabilmente in quel momento anche Angie stava tenendo una lezione, sempre se non si trovava in compagnia del marito.
Iniziò a camminare osservando tutto quello che la circondava mentre immaginava come sarebbe stato bello camminare ogni giorno per quei corridoi in veste di alunna regolare.
-Violetta. - si voltò e vide Francesca venirle in contro seguita da Marco.
-Ciao. - li saluto entrambi con un sorriso mentre l'italiana l'abbracciava e Marco le sorrideva amichevolmente, non aveva scambiato più di due parole con lui ma da quel poco che le aveva raccontato Federico sapeva che era un bravo ragazzo, gentile e onesto.
- Cosa ci fai qui? -  le chiese l'italiana sorridente.
-Volevo parlare con Pablo ma purtroppo non c'è. - spiegò brevemente occultando il perché avesse tanta fretta di parlare con lo zio, non voleva divulgare la sua decisione ai quattro venti prima di averne discusso con quelli che almeno in assenza del padre, erano i suoi tutori.
-Lui e Angie non sono ancora arrivati... - inizio Marco venendo interrotto dalla fidanzata - È molto strano, in genere sono i primi ad arrivare. - che concluse la frase al suo posto.
-Se ti va intanto che li aspetti ti facciamo compagnia noi. - le propose indicando se stessa e il fidanzato.
- Mi piacerebbe molto.  - sorrise entusiasta all'idea di fare nuove amicizie - Però non vorrei disturbavi magari voi...- inizio accorgendosi solo in quel momento che i due erano soli, probabilmente avevano in mente qualcosa di romantico e non voleva fare la terza incomoda.
-Tranquilla non disturbi affatto. - si affretto a rassicurarla Marco notando l'imbarazzo della Castillo.
Leon aveva raccontato a lui e Diego delle insicurezze della giovane dovute al modo in cui era cresciuta, per questo si era ripromesso che se si fosse presentata l'occasione avrebbe fatto di tutto per farla sentire a proprio agio, lo doveva a Leon che era stato uno dei suoi primi amici li allo Studio e l'aveva incoraggiato a non arrendersi con Francesca.
-Marco a ragione e poi stavamo per raggiungere Maxi, Nata e Andres. - aggiunse Francesca intuendo quello che stava pensando.
-Allora va bene. - sorrise seguendoli fino ad alcune poltroncine situate vicino al ufficio del diretto, su cui si trovano una ragazza e due ragazzi.
Appena la vide Andres si alzò di colpo -Tu sei Violetta, la ragazza di Leon! - esclamò facendola arrossire.
-Smettila! Non vedi che la metti in imbarazzo! - lo rimprovero Maxi dandogli un leggero pugno sul braccio. –Ma che ho detto? – si lamentò ricevendo occhiate assassine da tutto il gruppo.  
-Ignoralo, spesso parla senza pensare. - intervenne Nata – A proposito, stavamo parlando di ieri, sei stata bravissima, hai una voce spettacolare. – si complimentò sinceramente colpita dal suo talento.  
 -Anche la canzone è bellissima, l’hai scritta tu? – le domandò Maxi.
-La musica è opera di Leon mentre il testo l’abbiamo scritto insieme. - confessò arrossendo nel ricordare le ore trascorse a scrivere cercando di far combaciare perfettamente musica e parole.
-Guarda Vilù, Angie e Pablo sono arrivati. – l’avvertì Francesca posandole una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.
-Scusate ma devo assolutamente parlare con loro. Ci vediamo. – li salutò prima di correre incontro agli zii.
-Vilù! – la chiamò Angie sorpresa di trovarla allo Studio, che fosse uscita di nuovo di nascosto?
-Tranquilli, sono venuta con Leon che adesso è a lezione. – si affretto a spiegargli, intuendo quello che stavano pensando.
-Va bene, ma cosa ci fai qui?
-Vorrei parlarvi, avete qualche minuto da dedicarmi? – chiese rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita.
-Certo, anche un’ora. – scherzò Angie cingendole affettuosamente le spalle con un braccio, stringendola a sé. –Parliamone nel mio ufficio. – aggiunse Galindo facendo segno alle due donne di seguirlo.
 
***
 
Pablo fu l’ultimo ad entrare, chiuse la porta per evitare che qualcuno li disturbasse e si sedette sulla sua poltrona difronte alla nipote.
-Allora, cosa volevi dirci di così importante da non poter aspettare stasera? – chiese sinceramente incuriosito, doveva essere molto importante se non poteva attendere nemmeno un paio d’ore.
-Per me lo è. – ammise la giovane sentendo gli occhi degli zii fissi su di lei. Deglutì sentendosi improvvisamente nervosa senza sapere il motivo. Pablo e Angie non erano come suo padre, loro l’avrebbero lasciata parlare, ascoltando le sue motivazioni. Questa consapevolezza riuscì a calmarla.
– Voglio iscrivermi allo Studio. – annunciò diretta e senza inutili giri di parole –Sono stanca di vivere rinchiusa tra quelle quattro mura. Ho sempre saputo che la musica è la mia strada e quando ieri ho cantato davanti a tutta quella gente ho avuto la conferma di quello che sospettavo da tempo: cantare fa parte di me! Proprio come faceva parte della mamma. – concluse pronunciando l’ultima frase guardando Angie dritta negli occhi, sapeva che lei l’avrebbe capita meglio di chiunque altro.
-E con tuo padre come farai? Sai benissimo che non vuole che tu esca di casa per nessun motivo al mondo. – le ricordo Galindo, per quanto le parole della nipote l’avessero colpito, restava il fatto che odiava mentire, le bugie causavano solo guai e c’erano grosse possibilità che quando quella storia sarebbe finita, Violetta ne sarebbe uscita emotivamente distrutta.
-La prima cosa che farò quando tornerà sarà raccontargli tutto, te lo prometto! Probabilmente mi rinchiuderà in camera, butterà la chiave e metterà le sbarre alla mia finestra ma almeno potrò dire di aver vissuto sei mesi della mia vita come una ragazza normale. – concluse sospirando.
Sapeva che Angie era dalla sua parte, il problema era convincere Pablo che da sempre era il paladino della verità.
Galindo sospirò prendendo un foglio dal primo cassetto della scrivania e porgendoglielo. –Compilalo. – le sorrise complice.
-Grazie zio, sei il migliore! – esclamò alzandosi per abbracciarlo con foga.
Riempì velocemente il modulo in ogni sua parte e con un sorriso che andava da un orecchio al altro lo passò allo zio.
-Perfetto, manca solo il tuo autografo zia Angie! Ce lo concedi? – scherzò passando il foglio alla moglie.
 -Con immenso piacere. – sorrise firmandolo.
Non sapevano che da quel momento la vita di Violetta Castillo sarebbe cambiata per sempre.
 
 
Angolo autrice:
 
Salve a tutti, eccomi qui con un nuovo aggiornamento!
Come vedete rispetto al precedente questo capitolo è meno Leonettoso, infatti ne abbiamo un accenno solo nel primo blocco, negli altri invece il bel Vargas non appare ma non temete tornerà nel prossimo capitolo.
Un bacione, alla prossima!
   
 
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