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Autore: Wild imagination    06/09/2014    8 recensioni
Prendete un liceo qualsiasi a Lima, Ohio. Magari il McKinley.
Adesso trasformatelo in un istituto per ragazzi con... capacità particolari.
Considerate una scuola privata gemellata (perchè no, magari la Dalton) i cui studenti sono cordialmente invitati a trascorrere un anno insieme al nostro Glee Club, che è un po' diverso dal solito.
Aggiungete delle sfide per rendere il tutto più emozionante, una convivenza forzata, e un Kurt che proprio non sopporta Blaine, ricambiato.
Un anno scolastico non vi sarà mai sembrato così interessante.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Note iniziali dell'autrice-
Perdonate se il capitolo è piuttosto corto, ma dovevo interromperlo per forza in quel punto.
.. 




Let the game begin


Kurt era schiacciato contro la parete del corridoio, le mani che stringevano febbrilmente il colletto del blazer.
Percepiva il fiato caldo del ragazzo davanti a lui accarezzargli il viso, e il suo sguardo scivolare dai suoi occhi alla sua bocca, ora leggermente dischiusa. Le sue mani calde gli cinsero dolcemente i fianchi, e Hummel si mordicchiò istintivamente le labbra, sentendo la pelle bruciare sotto la maglietta. A quanto pare non era più così terribile l'idea di dare un primo bacio. L'altro giovane avvicinò lentamente il viso a quello del manipolatore, arrivando a far sfiorare i loro nasi, toccandogli lievemente le guance con le lunghe ciglia. Kurt socchiuse le palpebre quando avvertì il profumo di nocciola invadergli le narici, e accostò la bocca a quella di Blaine. Le loro labbra erano così vicine...
Sarebbe bastato un attimo, un millimetro, e Kurt avrebbe sentito il loro sapore sulla lingua...

Il castano si svegliò di soprassalto, sollevandosi a sedere sul letto, con le mani che stringevano convulsamente le coperte. Aveva gli occhi spalancati per la sorpresa, il respiro lievemente affannato e il cuore in gola.
Nononono! Questo non va affatto bene! Non posso aver sognato di baciare Anderson!
Il suo sguardo scivolò istintivamente sulla figura distesa sotto le coperte nel letto accanto al suo.
Per sua fortuna, il movimento lento e regolare del suo petto lasciava supporre che Blaine stesse dormendo beatamente.
Hummel affondò il viso fra le mani, chiedendosi cosa ci fosse che non andava in lui.
Fino a...
Controllò l'orologio sul comodino.
dieci ore fa avevo paura che Adam (il ragazzo che dovrebbe piacermi) mi baciasse, e adesso sogno di pomiciare col mio odiato compagno di stanza?!
La parte razionale del suo cervello obbiettò che, in realtà, non si erano propriamente baciati...
Beh, sarebbe successo, se non mi fossi svegliato!
Kurt avvampò a quel pensiero, ricordando la sensazione di quelle labbra morbide a pochi millimetri dalle proprie...
Deve esserci qualcosa di sbagliato in me. O, per lo meno, una spiegazione scientifica a tutta questa situazione assurda.
La spiegazione scientifica c'è, si chiama "cotta". Ne hai mai sentito parlare?
Io NON ho una cotta per Anderson, te lo puoi dimenticare! E' insopportabile, testardo e odioso. E ultimamente è anche peggio del solito.
In effetti, capita spesso di sbavare dietro a persone che si odia.
E' inutile che adesso ti metti a fare del sarcasmo. Il fatto che io ritenga che sia un bel ragazzo, non implica che mi sia preso una cotta per lui... Mi vieto categoricamente di essermi preso una cotta per lui.
E come ti spieghi il sogno? Non dirmi che non l'hai trovato piacevole, perché in quanto parte razionale del tuo cervello, nonché voce della ragione, nonché bocca della---
Abbiamo afferrato il concetto. TAGLIA.
...bocca della verità, so che non vedevi l'ora di poggiare le labbra sulle sue e baciarlo. Dimmi che mi sto sbagliando.
Mi avvalgo del diritto di non rispondere, visto che quello che penso sarà usato contro di me dal mio stesso cervello...
Allora te lo dico io: stavi per saltargli addosso e risucchiargli la faccia.
Certo che sei proprio volgare per essere la voce della mia coscienza.
Non cambiare argomento, dico solo le cose come stanno. Allora, come te lo spieghi il sogno?
Stress accumulato. Cena pesante.
Immagino che tutta quella insalata ti sia rimasta sullo stomaco...
Ah-ah ah-ah
Sai cosa diceva Freud dei sogni? Che sono desideri inconsci.
Freud diceva anche che a tre anni progetti di uccidere tuo padre e giacere con tua madre.
E la Disney? I sogni son deeeesideeeeri di feliiicitààààà!
Ma perfavore!
Sei frustrante! perché non puoi semplicemente ammettere che ti piace Blaine?
Perché non è vero e--
Questo lo dici tu.
...e a cosa mi porterebbe ammetterlo? Ammesso e non concesso che mi sia preso una cotta per lui, quante probabilità avrei di essere ricambiato o, addirittura, fidanzarmici? Meno di una settimana dopo il suo arrivo stava limonando allegramente con uno del McKinley! Sicuramente non avrebbe problemi a trovarsi un ragazzo molto più carino e molto meno paranoico di me con cui passare del tempo.
Quindi hai paura.
Se la vuoi mettere in questo modo... Sì, ho paura.
E Adam?
Cosa c'è da dire di Adam? E' carino, gentile e gli interesso. Mi sembra abbastanza.
Già, peccato che a te non piaccia.
Questo non è del tutto vero. Lui mi piace. Mi piace passare del tempo con lui.
Ti piace passare del tempo anche con Rachel, ma non fingi che lei ti piaccia.
Rachel è una ragazza!
Allora con Puck. Stai usando Crawford solo come "scialuppa di salvataggio" perché pensi che non potresti avere di meglio.
Non è così? Non so tu, ma io non vedo una fila di ragazzi ai miei piedi pronti ad apprezzarmi per quello che sono. Adam mi fa sentire bene. Per la prima volta, sento di valere qualcosa. Scusami se preferisco questo al coltivare una (improbabile) cotta per Blaine Anderson!
Quanto sei pessimista...
Disse la parte razionale del mio cervello. Preferisco "realista", comunque.
Kurt sbuffò, riabbassandosi sul cuscino e coprendosi con il lenzuolo.
Non riusciva neanche ad andare d'accordo col proprio cervello; praticamente si contraddiceva da solo. Questa situazione stava diventando decisamente frustrante.
Una cotta per Anderson, figurarsi. Era una vita che si impediva di nutrire vane speranze e accrescere amori impossibili, di certo non sarebbero bastati due occhioni ambrati per farlo cedere.
Si girò su un fianco, tentando di rilassarsi e riprendere sonno.
I sogni son deeeeeee-
Ma chiudi il becco!

Nei giorni seguenti, l'inizio del semestre fu quasi un sollievo.
E non credeva che avrebbe mai potuto pensare una cosa del genere.
Tanto per iniziare, aveva una montagna di compiti da svolgere, e ciò implicava la netta riduzione del tempo per conversazioni allucinanti con la propria mente; in secondo luogo, aveva una scusa per stare in camera il minor tempo possibile, dato che doveva studiare in biblioteca tutti i pomeriggi.
Come fu in grado di appurare con sommo disappunto, però, non esisteva un libro intitolato:
"Come riuscire a guardare in faccia il tuo compagno di stanza dopo aver sognato di pomiciare con il suddetto."
Sì, perché adesso non riusciva ad incrociare lo sguardo di Anderson senza arrossire dalla testa ai piedi e iniziare a balbettare come un idiota.
Perfetto!
Come se non bastasse, alla semiperenne sensazione di caos interiore, si aggiungeva una profonda, profonda amarezza: Adam era sparito nel nulla.
Era passata una settimana da quel quasi-bacio di fronte alla porta della camera 216, e Kurt non aveva avuto più sue notizie.
Niente più rose, niente più bigliettini romantici, niente chiamate, niente sms.
Niente di niente.
Puff, come nebbia al sole. Hummel non sapeva cosa pensare.
Anzi, di una cosa era abbastanza certo: di essere un idiota fatto e finito.
Come aveva potuto credere di piacere davvero ad un ragazzo del genere? Perché si era lasciato convincere da tutte quelle frasi preconfezionate e dai fiori? Forse era stata colpa sua... Avrebbe dovuto baciarlo e basta, invece di fare tanto il prezioso, tremando come una ragazzina.
Era successo tutto troppo in fretta, e lui era rimasto fregato.
Stupido, stupido, stupido Kurt!
Avrebbe iniziato a sbattere la testa sul tavolo, se non fosse stato sicuro che poi la bibliotecaria avrebbe avuto qualcosa da dire al riguardo.
Si sentiva ferito, umiliato. Sperava davvero di piacere ad Adam, nonostante la perenne insicurezza e il carattere difficile. Significa che tutti quei complimenti, tutte quelle premure... Erano una bugia? Perché aveva lasciato che quelle attenzioni gonfiassero il suo ego? Era molto meglio prima, quando non aveva speranze di riscatto, quando il suo unico pensiero era arrivare indenne alla fine dell'anno scolastico.
L'unica nota positiva in tutta la faccenda, è che si era accorto di non provare assolutamente nulla per Crawford.
Non osava immaginare come si sarebbe sentito se il ragazzo che amava fosse sparito così, senza nessuna spiegazione. Aveva provato a chiamarlo al cellulare più volte, ma non aveva mai ricevuto risposta.
Era troppo orgoglioso per andare a cercarlo in giro per la scuola e, soprattutto, per chiedere in segreteria il numero della sua stanza e capitare lì per caso. Cercava di mantenere quel poco di dignità che gli era rimasta; sempre che ce ne fosse. Quindi... finiva così.
Forse per l'altro non era mai stato più di un flirt, un semplice passatempo, e Kurt ci aveva ricamato troppo sopra.
Con i suoi amici aveva messo su una facciata ben costruita: nessuno di loro, nemmeno Rachel, sapeva quanto stesse male per tutta quella faccenda.
Faceva finta di averla presa bene, ma in realtà l'unica cosa che riusciva a pensare era di non essere abbastanza.
Per nessuno.
Chi poteva amare un ragazzino insicuro, isterico e acido? Si alzò dal tavolo della biblioteca, asciugandosi con stizza una lacrima che gli si era incastrata tra le ciglia.
Non riuscirei comunque a studiare niente, in queste condizioni.
Si trascinò per inerzia su per le scale e poi lungo il corridoio, arrivando con un sospiro alla stanza 216.
Fece per inserire le chiavi nella toppa, quando udì delle voci oltre la porta.
Strano, di solito Blaine non era mai in camera quando lui tornava dalla biblioteca.
Controllò l'orologio: in effetti aveva una buona mezz'ora d'anticipo.
Rimase qualche minuto impalato lì fuori, spostando nervosamente il peso da un piede all'altro.
Con Blaine i rapporti continuavano ad essere freddi, anche se il Warbler si era dimostrato più ben disposto nei suoi confronti, ultimamente.
Fece di nuovo per entrare, quando udì una frase che gli fece gelare il sangue nelle vene.
"Quindi gli hai... consigliato di allontanarsi?" stava chiedendo un ragazzo.
Forse Wes, riflettè Kurt, attento.
"Sì", rispose Blaine. "Era la cosa migliore per lui, capisci?"
Non trarre conclusioni affrettate, Kurt. Non è detto che stiano parlando di Adam, potrebbe essere una coincidenza.
Il manipolatore tentò di recuperare la calma, continuando a schiacciare dolorosamente l'orecchio contro lo porta.
Sperava davvero che non stesse per passare nessuno di lì, perché sarebbe stato alquanto imbarazzante dover dare spiegazioni.
"E Kurt lo sa?" chiese Wes, tranquillo.
Sospiro. "No, lui non lo deve sapere."
Hummel sentì qualcosa spezzarsi dentro di lui, e poi un dolore sordo all'altezza del petto.
No, doveva aver capito male. Non era possibile che Anderson avesse consigliato ad Adam di allontanarsi da lui; perché avrebbe dovuto farlo?
"Era la cosa migliore per lui". In quel momento, tutto acquistò un senso.
Ecco spiegate le occhiate che Blaine lanciava ad Adam, la sua rabbia quando li aveva trovati davanti alla camera...
Kurt aveva pensato che fra i due ci fossero stati dei trascorsi, che avessero litigato, o che non si sopportassero... E invece era proprio lui, Kurt, il problema.
Blaine non voleva che stessero insieme. Ma perché? Forse perché non si meritava di stare con uno come Crawford?
Il suo viso fu attraversato da lacrime di rabbia e frustrazione. Si sentiva tradito.
Quell'idiota aveva avuto la faccia tosta di intromettersi nella SUA vita privata!
Come si era permesso di giudicarlo, di consigliare ad Adam di stare lontano da lui? Cosa aveva di così sbagliato da non poter stare con un ragazzo?
Strinse i pugni in preda ad un furore cieco, tanto forte da farsi sbiancare le nocche.
Va bene, lui e Anderson non erano mai stati amici per la pelle, ma arrivare a sabotare una sua relazione solo perché pensava 'che fosse meglio' per qualcuno... Questo non se lo sarebbe mai aspettato!
Pensava che tra di loro ci fosse una specie di rispetto reciproco, a quanto pare si sbagliava.
L'umiliazione che aveva provato prima non era niente in confronto a quella che lo assalì quando udì quelle parole.
Mai, prima di allora, si era sentito così ingenuo.
Aveva impiegato anni a costruire quelle mura di ghiaccio che gli avevano impedito di soffrire, ed era bastato così poco perché si sgretolassero senza che avesse il tempo di accorgersene.
A quanto pare, Adam non era poi così interessato a lui se si era allontanato al primo "avvertimento".
Si sentiva a pezzi; la testa gli pulsava dolorosamente, aveva un nodo in gola e i suoi occhi erano gonfi di lacrime. "Blaine, non ti sembra che faccia... più freddo?" chiese Wes con aria perplessa.
Ci fu un attimo di silenzio e poi... "Oh, cazzo" imprecò Anderson.
"B., ma cosa...?" Si sentì un tramestio, e poi il riccio aprì la porta di slancio, con espressione allarmata.
"Hummel, aspetta!" gridò al castano, che si era allontanato lungo il corridoio a passo di marcia.
Kurt continuò a camminare dandogli le spalle: non aveva intenzione ascoltare le sue scuse.
Ne aveva abbastanza.
Sentì qualcosa di caldo e forte stringersi attorno al suo polso, e fu costretto a fermarsi, trattenuto dalla mano di Anderson.
Odiò con tutto se stesso la scarica che gli risalì lungo il gomito a quel contatto.
"Senti, io non---" iniziò Blaine, a bassa voce. Si bloccò con espressione smarrita quando Kurt si girò verso di lui.
I suoi occhi erano arrossati, ma le iridi sembravano di ghiaccio. Così azzurre, così fredde... Il suo volto si era irrigidito in una maschera di cera.
Il suo tono fu tagliente quando parlò, ma era chiaro che avesse pianto. "Risparmia le parole, Anderson. Ho sentito." con uno strattone liberò il polso, ma rimase fermo davanti a lui, guardandolo con odio.
"Cos'hai sentito?" gli chiese Anderson con un filo di voce.
Il volto del castano si distorse in un sorriso amaro. "Abbastanza da sapere che hai consigliato ad Adam di stare lontano da me perché pensavi che fosse 'meglio per lui' " la sua voce si incrinò sulle ultime parole.
"No, non è---" tentò di spiegare il riccio, con aria allarmata.
Non voleva che fraintendesse, ma non poteva neanche dirgli la verità... Non poteva, giusto?
"Ti ho già detto che non importa" lo interruppe Kurt. "Sono solo stato uno stupido illuso. Non dovevo fidarmi né di lui, né di te."
"No, non capisci! Non puoi stare con uno come lui! Lui è…”
“Come potevo pensare di piacere ad uno come Crawford?" mormorò Kurt, più a se stesso che a Blaine, guardando il pavimento con aria desolata.
Gli occhi del Warbler si spalancarono per la sorpresa e...
No, Kurt non avrebbe permesso che provasse compassione per lui.
Inchiodò lo sguardo in quello dell'altro, fermando ogni possibile risposta. "La nostra tregua è rotta" sibilò, ad un palmo dal suo viso. Si allontanò lungo il corridoio, girandosi un'ultima volta e aggiungendo in tono sprezzante: "Va’ al diavolo."
Com'era quella frase? Ah, sì: this is war, bitch. E la prossima mossa è la mia. Che la partita cominci.












-Note dell'autrice-
Sssssalve (?)
Prima che tiriate fuori i forconi, sappiate che il prossimo capitolo sarà divertente. Sul serio :D
Un indizio?


When you see my face hope it gives you hell, hope it gives you hell....


 
  
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