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Autore: CassandraBlackZone    07/09/2014    1 recensioni
Paura? No, lei non aveva affatto paura. Ed era proprio questo quel qualcosa in più.
Correre per lei non era mai stato un modo per scappare, anzi: correre per lei era l’unico modo per superare la monotonia e anche se stancante, era lo svago che più la soddisfaceva. Persino più del contare le statue del Duomo.
Emily amava correre. Da sempre.
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Emi appoggiò la mano su quella di Jake. Era gelida e tremendamente pesante. I suoi occhi non lampeggiavano più e la fissavano senza vita.
Reietto salvato, così aveva detto prima di spegnersi del tutto, e dentro di sé Emi sperava vivamente che non si riferisse a lei. Cosa aveva di speciale? Era un comune essere umano, senza qualità particolari, solo la passione di correre e la memoria eidetica; che fosse il suo incontro col Dottore la causa di tutto?
“Reietto. Ha detto di aver salvato il reietto, ma… lo ha detto riferendosi a te, Emi.” Le lesse nel pensiero Jeremy.
“Non so davvero cosa dirti,” si limitò a rispondere lei “ora però dobbiamo andarcene. Prima che il cacciatore ci raggiunga.”
Detto fatto, al di là della cortina di fumo, i pesanti passi dell’androide si stavano avvicinando pericolosamente a loro.
Massy si aggrappò di nuovo alla mano di Emi “Maledizione” imprecò quest’ultima.
“ Questo dannato fumo… è troppo denso! Non vedo niente!”
“E non urlare, Jeremy! Dobbiamo… dobbiamo aspettare.”
Il ragazzo si voltò di scatto verso Emi fulminandola con lo sguardo “Non mi pare il momento di scherzare, lo sai?!”
“Io non sto scherzando!” Si difese lei  aggrottando la fronte“Massy mi ha detto…”
Detto?!  A parte averci avvertiti che uno stramaledetto cacciatore ci sta inseguendo, ora non penso che stia dicendo qualcosa!”
“Lo ha fatto invece! A me!”
Jeremy era pronto a tirare Emi su di peso, ma notò che la mano di Massy era saldamente aggrappata a lei. Il palmo pulsava di un’intensa luce arancione“Oi… fai sul serio, piccoletto?”
Il giovane alieno deglutì e annuì insicuro.
“Jeremy. Aggrappati all’altra mano di Massy, sbrigati!” lo ammonì Emi.
“O-ok!” arresosi, Jeremy si allungò a Massy e afferrò saldamente la mano libera.
 
Sta arrivando. Ora arriva.
 
“Oddio… ma questo è… Massy?” disse Jeremy con voce tremante.
“Esatto. E ora… aspettiamo.”
La figura nera del cacciatore era ben visibile nella cortina di fumo. Una decina di passi e li avrebbe raggiunti.
Entrambi gli umani strinsero con forza le mani dell’alieno, che sembrava aver acquistato un po’ di sicurezza. Un sorrisetto compiaciuto si disegnò su di lui, quando l’androide si fermò davanti a loro.
“Reietto salvato” disse tranquillamente il piccolo Liseno alzandosi in piedi “Reietto…”
“Salvato” dietro il cacciatore, il Dottore continuò la frase. Alla frequenza giusta puntò il suo cacciavite sonico davanti al nemico, che cadde di lato a peso morto. Gli occhi spenti come quelli di Jake.
Emi e Jeremy si rilassarono lasciando entrambi la mano di Massy. I loro cuori ripresero a battere regolarmente.
“Scusate il ritardo, ragazzi.” Sogghignò il Dottore “Ma capitemi. Quindici minuti di distacco sono molti.”
“Po-potevi venire un po’ prima, no?!” gli urlò Jeremy in un bagno di sudore freddo.
“Non mi hai sentito? Quindici minuti, ragazzo: puoi fare di tutto, lo sai? E io ho corso.”
“Allora non sei molto allenato.” Intervenne Emi “Dovremmo fare jogging insieme, un giorno.”
“Affare fatto” disse il Dottore sorridendo.
“Ehi…  mi dispiace interrompere la vostra chiacchierata. Ma abbiamo un piccolo problema qui” disse Jeremy indicando Jake.
“Oh, certo! Hai perfettamente ragione! Jake. Dobbiamo aggiustare Jake.”
“Cosa? Dottore, puoi aggiustare Jake? Sul serio?!”
“Non vedo perché no, Emi. Ho un cacciavite. Una patente da meccanico. Cosa vuoi di più.”
“Una… patente?”
“Sì, il tizio che mi ha esaminato era un po’ ubriaco. Ora, pensiamo al nostro amico.”
Con una certa delicatezza, il Dottore sfilò il razzo dal petto di Jake. Dal buco erano ben evidenti circuiti ammaccati, tra essi anche quelli importanti. Non era messo per niente bene.
“Dottore. Puoi fare veramente qualcosa?” chiese Emi preoccupata.
“Spostarlo da qui non se ne parla,” le rispose lui mentre cercava la frequenza giusta del suo cacciavite “posso sempre riavviarlo per farci dare qualche spiegazione, e poi spostarlo col TARDIS.”
“Dottore.”
“Stai tranquilla,” le sorrise veloce l’alieno “ Ricordi? Ho la patente.”
“Sono io.”, disse tutto ad un fiato la ragazza, “ Sono io il reietto che cercavano.”
Il Dottore si fermò per un millisecondo, riprendendo subito a legare tra loro fili su fili tutti di un colore diverso, e rispose semplicemente “Ah, davvero?”
Emi rimase così scioccata dalla reazione del Signore del Tempo, che le parole che le uscirono dopo erano al dir poco incomprensibili.
“M-ma… ha-hai sentito che ho detto?! Insomma… io… io sono il…”
“Scommetto che lo hai pensato perché Jake è venuto a salvarvi, vero? E’ stato messo K.O. da un missile, anche gli androidi delirano con una punta nel proprio nucleo di palladio.”
Reietto salvato” Emi rabbrividì a quelle parole, quando Jeremy si avvicinò a lei “E’ questo che ha detto. Rivolto verso a Emi.”
Questa volta il Dottore guardò a lungo la serietà dipinta sul volto di Jeremy. Persino il tuo buffo taglio a caschetto sembrava tremendamente serio,  assieme ai suoi occhi che rispecchiavano pura sincerità su quelli dell’alieno.
“E non credere che non ti abbiamo sentito,” continuò lui aggressivo “anche Massy lo ha detto una volta, alla seconda tu hai proseguito. Perché?”
Il Dottore, che intanto fingeva di sonicizzare due fili gialli, era incapace di rispondere. La verità era che non lo sapeva nemmeno lui; non sapeva perché Massy avesse detto reietto salvato, e non sapeva soprattutto perché Jake lo avesse detto rivolto a Emi. Una mera coincidenza? Era dovuto al fatto che l’androide stesse perdendo energia? E Massy? Sapeva chi era effettivamente il famoso reietto? Ancora non aveva raccolto abbastanza informazioni, e quindi era incapace di rispondere a quella semplice domanda.
“Non lo so perché l’ho detto. E non so perché anche Jake e Massy l’abbiano detto.” Rispose alla fine con la gola secca. “Ma sapete che vi dico? Penso che Jake si sia semplicemente sbagliato. Per quanto riguarda Massy, beh… Ha appena perso la sua prima, non  che unica vita, è normale che sia un po’ confuso. Emily il reietto tanto atteso? Ma andiamo! Senza offesa, ma sei solo una semplice umana, a cosa potresti servire a dei cacciatori sanguinari come i Loto? Ridicolo!”
Una risposta lunga poco più di cinquanta parole, detta tutta ad un fiato con un sogghigno nervoso. Gli occhi persi nel buco del petto di Jake, e il nome. Soprattutto il nome.
“Tu stai mentendo.” Disse fredda Emi.
“Oh, ma davvero? Che cosa te lo fa pensare?”
“Mi hai chiamata Emily.”
“Scusa, dov’è il problema? E’ il tuo nome, giusto?”
“Da quando abbiamo viaggiato insieme non mi hai più chiamata Emily.”
“Dove vuoi arrivare?”
"Allora una cosa é certa: tu, Dottore, sei insicuro e preoccupato."
Sonicizzato gli ultimi circuiti, il Dottore tirò fuori dalla giacca una sfera argentata, e la infilò tra i fili ai lati del buco.
"Non lo sarebbe chiunque? L'ho detto prima. In quindici minuti tutto é possibile. come ad esempio, riparare un androide come Jake."
La piccola sfera prese a sibilare, e con un leggero pop si divise in tante piccole sfere, che iniziarono a riempire la voragine provocata dal razzo.
"Una cosetta che ho rubato da Randy. Quel ragazzo non é molto attento. Nanogeni modificati, ma pur sempre efficaci.”
Prima un mignolo, poi l’anulare, e infine tutta la mano. Jake stava iniziando a muoversi. Era visibilmente disorientato, gli occhi lampeggiavano ininterrottamente di una luce azzurra, il volto inespressivo come sempre.
“E’ incredibile. Il buco non c’è più!”
“I suoi sistemi si stanno ancora aggiornando, ma è a posto. Per ora.”
“Io… io… dove sono?...” iniziò a parlare Jake “Che… è successo?”
“Oh, ben tornato fra noi, vecchio mio!”
“Signor… Dottore?”
“Ehi… credevo che quello lo avessi aggiornato…” disse irritato il Signore del Tempo.
“E invece no.”
“E invec-…? Dov’è finito il negativo?”
“L’ho aggiornato assieme all’affermativo, signore.”
“Tu lo fai apposta, vero?!”
“Esatto.”
“Oi!”
Emi e Jeremy risero davanti all’espressione buffa del Dottore contro quella inespressiva di Jake. Sembrava di vedere un duo comico in azione.
“Ok, va bene. Ci siamo fatti due risate, ma ora pensiamo alle cose serie.”
“Per serie intendi il fatto che il cacciatore abbia distrutto il centro di Londra e Massy sia ritornato bambino?” puntualizzò Jeremy.
“Esattamente. Per Londra, beh. Visto che ho usato già il trucchetto dell’ologramma a Milano, non mi è possibile usarlo qui.” Disse il Dottore scuotendo la testa.
“E perché?” chiese Emi.
“Perché ucciderei il TARDIS, perciò lasceremo ai media, Facebook, Twitter e ai poveri muratori, la singolare storia del buco nell’asfalto. Noi dobbiamo andarcene via, e alla svelta. Torniamo da dove tutto è iniziato.”
 
“Bene così, Jeremy. Jake, metti dell’altro nastro segnaletico sul cancello”
“Qui, signore?”
“Sì, bravo.”
“E qui, Dottore?”
“Perfetto, Jeremy. Anche lì!”
 Come il direttore di un’orchestra, il Dottore indicava a Jeremy e a Jake le zone da ricoprire con il nastro segnaletico. Bianco e arancione rimpiazzarono le strisce nere e viole. Il locale aveva tutta l’aria di essere un regalo di Natale che aspettava di essere scartato.
Intanto Emi e Massy si gustavano il cono gelato tanto atteso, nonostante le nuvole cariche di pioggia sopra le loro teste non fossero dalla loro parte.
“E’ buono il gelato, Massy?”
Il giovane liseno strabuzzava gli occhi ad ogni leccata del suo gelato crema e pistacchio “Sì! E’ buono!” rispose con entusiasmo.
“Ne sono felice. Sai, Dottore. Io non credo sia una buona idea.”
“E perché?” chiese l’alieno senza voltarsi.
“Dove hai preso il nastro?”
“Oh, l’avevo fregato a uno di quei simpaticoni dei carabinieri a Milano. Man… Manforti? Credo fosse quello il suo nome.”
“Ah, ecco.”
“Qual è il problema?”
Polizia locale.
“Come?”
“Sul nastro c’è scritto in italiano: polizia locale.
Il Dottore strabuzzò gli occhi per leggere il nastro. Così fecero Jeremy e Jake.
“Ha ragione”  sbottò il biondo.
“Confermo” seguì l’androide.
“Oh, al diavolo. Mi ero stancato di portare il rotolo in giro. Le mie tasche non sono più grandi all’interno.”
“Ora… che cosa ne sarà di Massy?” chiese Emi preoccupata “Insomma. Dov’è starà ora?”
“Una cosa e certa,” rispose subito il Dottore “non potrà venire con noi.”
“E perché no?”
“Perché il suo posto non è con noi. Rimarrà qui a Londra. Con Jake.”
Sentito il suo nome, Jake alzò la testa impassibile verso il gallifreyano “ Con me?”
“Questo sarà l’ultimo aggiornamento che ti ordino di fare. Dopodiché, sarai nelle mani del tuo nuovo padrone,” si girò verso il giovane alieno sorpreso “ovvero Massy.”
Jake spostò lo sguardo dal Dottore al liseno tre volte, valutando le parole del suo padrone attuale “Aggiornamento confermato. Quando lei è pronto, io sarò al servizio del signorino Massy.”
“Qualunque cosa accada, chiunque osi fare del male a Massy, dovrai proteggerlo con tutto quello che hai. Gli sarai fedele, ti dimenticherai della tua natura di cacciatore, e tutto questo da ora, Jake.”
L’androide fece per l’ultima volta un profondo inchino al Dottore, fintanto che i suoi dati si aggiornassero al cento per cento “Come desidera, signore.”
   
 
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