Capitolo 15
Tutto era
pronto per la partenza. Lo avrei raggiunto a New York perché le cose dovevano
cambiare, risolversi in qualche modo. Ross aveva deciso di accompagnarmi, forse
solo per farmi pesare il fatto di non averle subito detto la verità o perché
semplicemente voleva essere lì ad uccidere Nick nel caso in cui non avesse
accettato il bambino.- Qualsiasi cosa non la passerà liscia il signorino-
diceva strappandomi sorrisi spontanei che mi toglievano un po' di quel peso che
sentivo dentro me.
-Ho sempre sognato di venire in America- esordì improvvisamente Ross appena
atterrate e mentre aspettavamo di riprendere i nostri bagagli. Io sorrisi di
rimando dandole qualche incoerente risposta. Il mio stato d'ansia era a mille
perché Nick non sapeva nulla del nostro arrivo e soprattutto perché non sapevo
come dirgli di essere incinta di suo figlio.
Non ne avevamo mai parlato, la nostra relazione era nata da troppo poco tempo,
per cui non sapevo nemmeno come l'avrebbe presa, cosa ne pensava, se si sarebbe
infuriato o no. Insomma non potevo immaginare nulla.
Il taxi ci lasciò all'indirizzo che gli avevo dato e che conoscevo perché una
volta Nick mi aveva mandato da lì un regalo. Scendemmo dall'auto e davanti a me
vidi un grattacielo che svettava su tutti gli altri. Deglutii convulsamente.
Feci un respiro pronfondo e seguì Ross che apparentemente tranquilla si avviava
all'entrata dell'edificio.
-Salve, signorine. Avete bisogno di aiuto?- ci chiese un uomo sulla sessantina
e che doveva essere l'usciere.
-Stiamo cercando Mr Terenzi, Nick Terenzi. Dovrebbe abitare qui- dissi con voce
esitante.
-Certo. Il signore vi aspettava?- rispose lui digitando qualcosa sulla tastiera
del suo computer.
-Ehm...veramente no, ma può dirgli che Gabriella è qui- continuai. Già me lo
immaginavo che correva per venire da me pensando che fosse successo qualcosa di
grave, data la mia presenza improvvisa lì. Lo stomaco mi si contrasse. Che
ansia! Sapevo di doverlo avvertire. All'improvviso ebbi la smodata voglia di
fuggire e tronare nella mia stanza. L'usciere chiamò l'appartamento di Nick, ma
non ricevette risposta.
-Dev'essere uscito. Strano, non l'ho visto- disse.
Aspettammo qualche altro minuto e poi richiamammo. Questa volta rispose...
-Ehm...Mr Terenzi c'è qui Miss Gabriella che vorrebbe salire. Po....- l'usciere
si staccò il telefono dall'orecchio con gli occhi sgranati.- Non mi ha fatto
nemmeno finito di parlare!- disse incredulo- Ad ogni modo credo stia
scendendo-. Infatti dopo pochissimo tempo vidi le porte dell'ascensore aprirsi
e Nick, più bello che mai, uscirne con passo deciso. Non riuscivo a capire se
fosse arrabbiato o meno, ma non appena mi afferrò e mi strinse a sé, posando
con passione le sue labbra sulle mie, capì che era felice di vedermi.
Il paesaggio della finestra era bellissimo, ma nonostante ciò non riuscivo a
farmi distrarre dalla suggestività del luogo. Stringevo convulsamente il
bicchiere dii succo che avevo fra le mani. Nick, seduto vicino a me, mi
accarezzò i capelli e mi chiese- Cos'hai? E' da quando sei arrivata che non
dici una parola. C'è evidentemente qualcosa che ti preoccupa- concluse
prendendo una mia mano e biaciandomene il palmo. Io gli sorrisi, distratta
dalla solcezza del gesto.
-Nick, cosa è successo poi a Natasha? Durante le telefonate eri molto vago-
chiesi esitante.
Lui sospirò e si alzò. Ross era nella stanza che Nick le aveva messo a
disposizione, quindi eravamo liberi di parlare tranquillamente.
-Gabriella, Natasha è qui-.
Quella risposta mi pietrificò e mi arrivò come una scarica elettrica.
-Da quanto tempo?- la mia voce rispecchiava la mia incredulità. Ma che cavolo
stava dicendo? Natasha lì con lui?! DA SOLA nel SUO appartamento con LUI?!?
-Due settimane- rispose- Cerca di capire, l'appartamento che aveva a New York
non era più disponibile, il suo ex se n'è lavato le mani e naturalmente i
medici hanno visto in me l'unica soluzione, dato che l'unico membro della sua
famiglia è una sorella in Messico che Natasha non frequenta più da anni-
concluse-.
Lentamente mi alzai e dissi- E' successo qualcosa fra voi?- posai la tazza sul
tavolino davanti a me ed incrociai le braccia.
Nick in un primo momenro fu sopreso, poi vidi che assunse un'aria infastidita.-
Non dire sciocchezze!-.
-Sai, il MIO ragazzo è rimasto SOLO nel SUO appartamento con la sua EX
per DUE settimane ed io non ne sapevo NIENTE. E' normale che io mi chieda se
sia successo qualcosa!- ribattei con altrettanto fastidio.
-Sei appena arrivata e già vuoi discutere?- disse lui appoggiandosi al tavolo
dietro di sé ed incrociando anche lui le braccia.
-Come ti sentiresti se fossi rimasta da sola per due settimane nel mio
appartamento con il mio ex? Non credo avresti fatto i salti di gioia. Al
contrario avresti sicuramente fatto succedere il finimondo- risposi incavolata.
Non poteva pretendere che, dopo aver convissuto per tutto quel tempo con
quella, io non dicessi nulla. Era inaccettabile!
Nick socchiuse gli occhi a due fessure e cominciò ad avanzare verso di me come
un predatore pronto a saltare sulla sua preda. Istintivamente arretrai.- Nick è
inutile che ora voglia risolvere la situazione con qualche bacio e qualche
moina. La questione c'è e deve essere affrontata come persone civili!-
cominciai ma lui non smetteva di braccarmi, così aggirai il divano e lo misi
come barriera fra me e lui.
-E chi ha mai parlato di coccole e moine? Inoltre sai bene che se una cosa mi
viene negata io ostinatamente faccio di tutto per ottenerla. Quindi ti conviene
smetterla di cercare di scappare- mi rispose.
Cosa?!? Sgranai gli occhi per la sorpresa e, non appena lui cominciò ad
aggirare il divano per raggiungermi, mi voltai e fuggì via.
Author's Corner
Eccovi un altro capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate. Besitos ;*
Robsten