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Autore: Jelsa    07/09/2014    0 recensioni
Ok questo dovrebbe essere il prototipo del mio """libro""". Si parla di una stessa notte (la notte di San Lorenzo dove cadono le stelle) vista da più personaggi... E niente spero vi piaccia
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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1. Raffaele

Sono qui per farmi l’ennesima canna, qui seduto su questi gradini di un parco abbandonato, qui da solo. Preparo la cartina con molta cura, stando ben attento a non far cadere neanche un milligrammo. Vedo nel cielo una stupida stella cadente che cerca di farmi credere in qualcosa, ma non ci riesce; ciò che ottiene è la mia incertezza se accendermela ora o aspettare ancora un giorno, cercando di riprovarci, cercando di resistere un’ultima volta prima di cadere. Sono caduto così tante volte che se restassi per terra, facendomi calpestare, farebbe meno male. Quindi ora sono qui, quasi per terra, su questi gradini con un accendino nella mano destra e la mia porta per un mondo nuovo nella sinistra. Mi guardo intorno, è buio, c’è solo qualche lampione solitario che mi fa compagnia, debole con la sua luce fioca che basterebbe un calcio per spegnerlo. 

Mi appoggio la canna sulle labbra e porto la testa indietro, respiro, sono ancora fuori da quel paradiso ingannevole e me ne sto qui in questo inferno; sinceramente non so se sia meglio una bugia o la cruda realtà. Con una bugia alla fine puoi fingere che sia tutto come vorresti, ma la realtà è quella e non puoi farci niente. Mi domando perché i pensieri più impegnativi mi vengano giusto un momento prima di cadere.
La stella ancora ci prova a farmi desiderare qualcosa, ma piovesse anche tutto l’universo io oggi mi distruggo. Ok, va bene, giusto qualche piccola lesione mentale, niente di grave, no? Su Luna, non mi guardare così, lo so che fa male, ma credi che tutto il resto faccia bene? Sai Luna, ogni tanto ci provo a continuare, ma puntualmente mi ritrovo più infondo di prima e mi sono stancato di questa corrente, mi sono stancato di stringere i pugni e tirare avanti perché qui non si tira avanti niente.
Ricordo la prima volta che assaggiai quel sapore, quella volta che aspirai quel fumo. Ogni cosa diventava leggera, sentivo di poter volare, sentivo di esistere sopra ogni cosa, sentivo che qualcosa dentro di me cresceva. Cosa era? Forse era felicità, forse era tristezza, forse era la droga in circolo, non ne sono sicuro; ciò di cui ero certo era che tutti gli altri stavano ridendo, cantavano, ballavano, sembrava tutto così perfetto, era il paradiso.

“Dai Raffa! Un altro tiro! Anzi no, facciamo il giro della morte!” mi disse uno tra quelli, aveva gli occhi rossi e un sorriso agghiacciante.
“Il giro della morte cosa è?” chiesi ridendo.
“Ci mettiamo in cerchio, io sto al centro, si inizia con uno che fa un tiro, deve tenersi il fumo dentro fino a che non tocca di nuovo a lui. È una figata! Chi resiste di più si becca una canna gratis!”. Quello era entusiasta di quel gioco. Accettai e scoprii di avere una certa dote per la droga, così vinsi e quella sera continuammo a volare in quell’universo parallelo.


È un ricordo lontano, forse ormai una decina di anni quando i primi tiri non si aspiravano, quando ti sentivi in colpa, quando ti credevi un condannato e se i tuoi scoprivano qualcosa ti immaginavi fuori casa. Quegli anni dove i voti a scuola erano i numeri che ti classificavano, dove si cercava una console per giocare a COD, dove gareggiavi con i motorini modificati e ti sentivi libero vedendo sfiorare quei 90 km all’ora.
Una volta, sempre durante lo stesso periodo del primo tiro, dissi che finita la scuola avrei voluto diventare uno scrittore, così iniziai a scrivere. Tutto ciò che ho scritto sta in un quaderno sepolto da qualche parte in soffitta insieme ai libri di storia e italiano. In un tema scrissi alla mia professoressa che avrei voluto cambiare il mondo, che ero stanco di stare così. Il commento che mi lasciò fu ‘La convinzione è l’essenziale’.
Sono immagini lontane, di un passato che sembrava così brutto mentre lo vivevo eppure, visto ora, appare accettabile. Sono triste e ho deciso di accenderla, non mi interessa, non ho più la forza per sopravvivere. L’accendino è quasi finito e non riesco a far uscire la fiamma, oggi qualcuno ci si è messo d’impegno per mandarmele tutte male. Calcio via l’accendino e mi alzo, vado nel Vicolo, lì c’è sempre qualcuno con l’accendino. Mentre cammino vedo le ultime auto che se ne vanno dalle discoteche, la notte è pallida di fronte a questi giovani curvi al ciglio della strada che buttano fuori le loro illusioni. Sono impotente vedendo questi ragazzi con ancora i drink in mano che stanno per cadere – o sono già caduti – nel mio stesso oblio. Vorrei fermarli, vorrei avvertirli che non sarà solo marijuana quella che fumeranno, non sarà solo un drink quello che berranno. Vorrei avvertirli che la facilità di dire la frase “Smetto quando voglio” è inversamente proporzionale alla vera voglia che hai di smettere.
Qui nel Vicolo ci sono due ragazzi e due ragazze, avranno sì e no sui diciassette anni  e sono già su questo vicolo, che ci fate? Non vedete che quelle pasticche sono solo altro schifo che ingerite? Una delle ragazze piange mentre rigurgita qualcosa, mi giro, non ce la faccio a vedere questa generazione che si brucia. Pur vedendo tutto questo dolore ho ancora voglia di quella canna, ho voglia di cancellare queste immagini. Chiedo a quei giovani l’accendino, ma sono così distanti da questa terra che non mi sentono.
Alzo gli occhi al cielo, in questa notte di San Lorenzo, dove le stelle hanno il desiderio di farmi credere ancora in qualcosa. Così mi arrendo, respiro l’aria di quel vicolo e non mi piace, decido di andarmene, voglio uscire e tornare a casa, questa notte sta diventando troppo lunga.

Sono qui, nel mio letto, nella mia camera, sono qui che sto per chiudere gli occhi, sono qui e ho intenzione di far realizzare il desiderio di quelle stelle che ancora credono in me. Magari questa sarà l’ultima volta che ci provo, magari questa è la volta buona che ce la faccio o magari i miei occhi diventeranno ancora più rossi.
Nel dubbio, dormo.





#Spazio autrice (?)
Sì sono tornata dopo ... mmh... anni... Se ok...
Questa diciamo che per me è una cosa un po' più seria perchè tutte le storie che racconterò saranno sì frutto della mia fantasia ma mischiate alla quotidianità, a ciò che provo io in prima persona, ciò che mi raccontano gli altri. Mi piacerebbe far leggere alle persone la vita nostra ecco... Bhè recensite, ditemi che ne pensate, pubblicate, condividete, insomma fate quello che volete! Ahahah 
  
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