Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: _Alien_    07/09/2014    5 recensioni
[Spoiler di tutto TID e TMI, compresi possibili spoiler di COHF]
Sono passati sette anni dalla fine della Guerra Oscura e gli Shadowhunters newyorkesi sono in fibrillazione per il matrimonio fra Alec e Magnus. Per questo lieto evento, vengono invitati anche Tessa Gray e Jem Carstairs, che possono finalmente conoscere una nuova storia di Lightwood, Herondale e Fairchild. Ma qualcosa è destinato a turbare l'equilibrio dell'Istituto: i confini spazio-temporali si stanno lentamente incrinando e Alec, Isabelle, Jace e Clary si ritroveranno inspiegabilmente catapultati nella Londra vittoriana. Riusciranno a tornare indietro, nel presente?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Londra, 1879
Se c’era una cosa che Will Herondale odiava era aspettare. Dal piano di sopra, dove si era rifugiata Tessa da quando la maledizione l’aveva colpita, si sentivano dei rumori inquietanti, come scoppi improvvisi o crepitii di fiamme. Gideon, appoggiato al muro a braccia conserte, osservava senza commentare l’andirivieni dell’Herondale. Sapeva che prima o poi Will sarebbe riuscito a scavare un solco abbastanza profondo sul pavimento, a furia di andare avanti e indietro, ma non se la sentiva di intervenire. In fondo, si ripeteva fra sé, se fosse capitato qualcosa di male a Sophie e lui non avesse potuto fare nulla per aiutarla, sarebbe impazzito. Will si stava sorprendentemente limitando ad accanirsi sul pavimento. All’improvviso, proprio nel bel mezzo dei pensieri di Gideon, Will si fermò, le dita intrecciate nervosamente le une alle altre dietro la schiena.
- Questa è un’emergenza. – disse, come se stesse per iniziare una narrazione epica. Gideon inarcò un sopracciglio. Un secondo dopo, un rombo assordante, simile a quello di un tuono, invase tutto l’Istituto. Will e Gideon si guardarono attorno spaesati, poi fissarono con apprensione le scale che conducevano ai piani superiori. Will fece per slanciarsi verso le scale e raggiungere Tessa, ma il Lightwood lo fermò, afferrandogli saldamente la spalla.
- Non compiere gesti avventati, William.
- Ma Tessa… !
- C’è Magnus con lei. Sta’tranquillo, è in buone mani.
Will gemette di frustrazione. Si ritrasse dal tocco di Gideon e si scostò stizzito un ciuffo di capelli dagli occhi. Il blu delle iridi ricordava quello di un mare in tempesta.
- Devo chiamare Jem.
- Cosa? – la voce di Gideon venne fuori più acuta di un’ottava – Ma non puoi! Lui non può lasciare la Città Silente senza un motivo valido.
- Tessa è un motivo più che valido. James è l’unico che forse può davvero fare qualcosa. – ribatté con forza l’Herondale.
- Anche se ora è un Fratello Silente, Jem rimane comunque un Figlio dell’Angelo. Da quello che ho capito, solo chi ha sangue demoniaco può interagire con Tessa. Quindi anche James sarebbe impotente.
Will ammutolì.
- Forse non voglio che venga solo per Tessa. – mormorò il Cacciatore – Voglio che venga perché io ho bisogno di lui. È il mio parabatai
Gideon non sapeva cosa dire. Non era esattamente bravo con le parole. Avrebbe tanto voluto consolare Will, ma non aveva la minima idea di come fare. A salvarlo giusto in tempo, giunse Jace. La cosa però non fece che irritare ancora di più l’Herondale dagli occhi blu.
- Ebbene? – sibilò infatti con stizza. Jace ricambiò il suo sguardo gelido.
- Cosa? Adesso non si può neanche camminare per il corridoio? – replicò il biondo.
- Dunque, io… io vado a chiamare Fratello Zaccaria. Will… per favore. – lo supplicò con lo sguardo Gideon. Poi, impaziente di scrollarsi la tensione che solo due Herondale inferociti l’uno contro l’altro potevano scatenare, si dileguò. In certe situazioni, soltanto i parabatai potevano far rinsavire i contendenti. Come in quel momento. Jace e Will si squadrarono a vicenda, senza muovere un muscolo, semplicemente non staccavano neanche per un istante gli occhi dall’altro.
- Nel caso non l’avessi ancora capito, non sono venuto qui per caso. – si decise a parlare Jace.
- E allora saresti così gentile da illuminarmi sul motivo della tua presenza qui? – ribatté piccato Will.
- Io e Alec vorremo accedere alla Sezione Ombra della biblioteca.
- Cosa?! E come potremmo noi far accedere dei perfetti sconosciuti ad un luogo così importante come la Sezione Ombra? – sbottò Will – Tu e Alec potete anche scordarvelo.
- Parliamoci chiaro. Non so che cavolo di problema tu abbia con me, ma non m’importa. Puoi tranquillamente continuare a odiarmi e a darmi dell’impostore. Però non puoi costringermi a rimanere qui, in questa epoca, soltanto perché non mi sopporti.
- E tu non puoi pretendere che io ti creda. È una storia decisamente troppo assurda, la tua. E in più non ci avete detto niente sulla vostra epoca, sulla vostra vita nel futuro. A parte gli anelli, non abbiamo nessuna prova che tu e il tuo parabatai siate chi dite di essere.
A questo punto, Will fece qualcosa che Jace non si sarebbe mai aspettato: cominciò a sbottonarsi la camicia, lentamente, e poi la sfilò via dal corpo con un movimento  fluido, gettandola per terra. Jace sgranò gli occhi.
- Capisco che la mia bellezza sia leggendaria e ti faccia andare fuori di testa, ma comprendimi: sono fidanzato e non mai provato nessuna attrazione per un uomo. E poi siamo imparentati, non sarebbe incesto? Credimi, io pensavo di essermi innamorato di mia sorella e non è stato molto piacevole.
- Puoi tacere per un istante? – strillò esasperato il moro – Per l’Angelo, sembri una vecchietta bisbetica e petulante. E non preoccuparti, non attenterò in alcun modo alla tua virtù, anche perché quella peluria gialla che hai in testa non può essere considerata “bellezza”. Quanto all’essere parenti… - si picchiettò con l’indice la spalla - … dimostramelo.
Jace capì subito cosa volesse dire. Con un movimento agile, si sfilò a sua volta la camicia e la gettò in un angolo, mostrando la spalla sinistra all’antenato.
- Ecco qui. – mormorò trionfante – Ce l’ho anch’io. Come tutti gli Herondale.
La stella sulla spalla di Jace, identica alla sua, turbò non poco Will. Quando l’aveva casualmente scoperta, si era precipitato da Magnus per chiedere cosa significasse. Lui aveva risposto che probabilmente era il segno che un angelo avrebbe vegliato su di lui e sulla sua famiglia per sempre, anche sulle generazioni future. Quindi era naturale che la stella sarebbe stata tramandata ad ogni membro della famiglia dopo di lui. Trasalì e indietreggiò tanto da sbattere la schiena contro il muro. Ma no, non era possibile. Non poteva crederci. Era sicuramente un impostore, ne era certo. Non c’era niente, nei lineamenti di Jace, che gli ricordasse vagamente se stesso, Ella o Cecily, e i secoli che doveva esserci tra i due non contavano. C’era sempre qualche caratteristica che passava da una generazione all’altra. Per esempio il presunto Lightwood aveva un modo di contrarre la mascella che era uguale a quello di Gabriel e Gideon. Ma in Jace non riconosceva niente degli Herondale. Ok, aveva senso dell’umorismo, ma… no. Jace non era un Herondale. Non lo era e basta.
- Uno squallido tatuaggio, come quello che ho io.
- Hai un tatuaggio? – chiese sinceramente sorpreso Jace.
- Sì, un drago gallese dove non batte mai il sole. Vuoi vedere?
- No.
- Bene.
- Bene.
Silenzio imbarazzante. Will cominciò a rimirarsi le unghie mentre Jace si schiariva la voce.
- Io e Alec abbiamo davvero bisogno di visitare la Sezione Ombra della biblioteca.
- L’hai già detto. – sbuffò il moro.
- Se lo ripeto ci sarà un motivo.
- Sei estremamente irritante.
- In genere la gente usa altri aggettivi in “–ante” per riferirsi a me. Sfolgorante. Sfavillante. Aitante. Strabiliante…
- Ho capito il concetto.
- Allora avrai capito anche che, se non mi vuoi più tra i piedi, devi permettermi di visitare la Sezione Ombra. È una cosa che non puoi evitare.
- Non mi fido di te, biondino. Pensavo che ormai l’avessi capito.
- E io preferirei essere dovunque piuttosto che stare qui a discutere con te, moretto. Ma non ne posso fare a meno. Nel futuro c’è gente che ha bisogno di me e Alec.
- Per esempio? Prima hai nominato una fidanzata… - disse Will. Voleva proprio vedere cosa gli avrebbe raccontato il biondo. Jace fu preso in contropiede e tentennò per istante. Will avrebbe preso quell’esitazione per attimo di confusione, avrebbe pensato che probabilmente Jace non aveva davvero una fidanzata. Non poteva sapere che invece ogni volta che Jace pensava a Clary, rivedeva davanti a sé l’immagine di lei sballottata via nel buio.
- Sì. Si chiama Clarissa. – rispose nonostante le brutte immagini nella tua testa. Stava parlando pur sempre di Clary, la donna che amava.
- È una Shadowhunter?
- È una Fairchild.
- Per l’Angelo, mi imparenterò con Charlotte ed Henry! – esclamò Will – Dimmi, ci saranno molti membri della famiglia a di nome Buford?
- Non ne ho idea. Non credo che a Clary piaccia il nome Buford.
- A chi piace? A parte Henry, ovviamente.
- Com’è che siamo finiti a parlare di Buford?
- La tua promessa è una Fairchild. – per poco Jace non gli scoppiò a ridere in faccia nel sentire la parola promessa. Già si vedeva la sua Clary incastrata in qualche abito antico, che storceva il naso e sbuffava, dicendo che il vestito era troppo lungo per una nana come lei, senza rendersi conto che lei era perfetta così com’era.
- Direi piuttosto la mia ragazza, non abbiamo mai parlato di matrimonio, almeno non seriamente.
- Come prego?
- Sai, le cose nel futuro funzionano in modo diverso.
- Ma il tuo parabatai sta per sposarsi!
- La situazione di Alec è diversa. – eccome se lo era. Alec, in confronto a Magnus, aveva i giorni contati. Era ovvio che volesse trascorrere più tempo possibile con la persona che amava.
- Perché?
- Bhe… diciamo che tu e lui avete qualcosa in comune.
- Anche la sua fidanzata è una strega? Come si chiama? Forse Magnus la conosce?
- Eh, sì, direi che la conosce piuttosto bene.
- Chi è?
ArgomentoDiCuiAlecMiHaVietatoEspressamenteDiParlare in avvicinamento!
- Il punto non è con chi esce Alec, Mister HoUnDragoGalleseTatuatoSulDidietro. – sviò abilmente il discorso Jace.
- E allora qual è? La tua ragazza Clarissa? – replicò sarcastico Will.
- In parte. Per tornare da lei devo assolutamente entrare nella Sezione Ombra. Per favore, William. Se non altro, te lo chiedo come favore personale.
- Non posso e non voglio farlo. Per accedere a quella sezione devi avere delle motivazioni più che valide, molti di quei volumi riguardano la magia nera. – incrociò le braccia Will. Non importava cosa avesse detto il biondo, la sua Clarissa magari esisteva davvero, ma lui non era un Herondale. Era pronto a scommetterci.
- Ti prego, Will. Ti prego.
L’aveva costretto ad implorare, il bastardo. Ma non si sarebbe arreso. La Sezione Ombra della biblioteca dell’Istituto londinese era sempre stata famosa per il suo ricco assortimento di volumi di magia nera e non. Lì sicuramente avrebbero trovato qualcosa di utile. Ma per accedervi ci voleva l’apposita Chiave, che solo il capo dell’Istituto aveva. E Jace stava implorando il suddetto tipo. Per se stesso, per Alec e il suo matrimonio, per Clary e il resto della famiglia. Will ispirò ed espirò sonoramente, stringendosi le braccia al petto.
- Prova a metterti nei miei panni! – sbottò – Non posso consegnare la Chiave al primo che capita!
- Ma io sono un Herondale!
- No, non lo sei! Per quanto mi riguarda, sei un impostore!
- Ah sì?
- Sì.
- Bhe… allora se non potrò avere la Chiave con le buone… la dovrò ottenere con le cattive.
 
Aprì gli occhi quando i primi raggi del sole filtrarono dalle persiane. Sbatté un paio di volte le palpebre e poi abbassò lo sguardo, un sorriso gli nacque spontaneo sulle labbra. Magnus dormiva abbracciato a lui, la testa nell’incavo del suo collo e la mano posata morbidamente sul suo petto. Alec sospirò, odiava doverlo lasciare, avrebbe voluto restare accanto a lui e guardarlo dormire, aspettando il suo risveglio, ma sapeva perfettamente quali erano i suoi doveri. Lentamente si districò dall’abbraccio del suo ragazzo e si alzò in piedi. Raccolse i vestiti che la sera prima entrambi non si erano preoccupati di sistemare, presi da tutt’altre attività, e li ripose nell’armadio. Dopo una doccia veloce, si vestì in tutta fretta, indossando la divisa da Shadowhunter. Stava finendo di allacciarsi gli stivali, quando sentì un gemito sommesso.
- Dove stai andando? – domandò Magnus con la voce impastata dal sonno. Dopo che Alec era sgusciato via dal letto, lui si era sdraiato a pancia in su, una mano sugli occhi per evitare il contatto con la luce.
- All’Istituto. – rispose Alec, avvicinandosi di nuovo al letto. Si chinò su Magnus e gli lasciò un lieve bacio sulle labbra – Scusami se ti ho svegliato.
- Non andartene. – le braccia dello stregone si avvolsero attorno al suo collo, stringendolo di nuovo a sé – Resta con me.
- Lo sai che non posso. Scusami.
- Alexander…
- Ci vediamo stasera. Ti amo tanto. – lo baciò di nuovo – Adesso torna a dormire.
- Ti amo anch’io, Alec. Non fare tardi. – sussurrò Magnus, prima di chiudere di nuovo gli occhi.
 
- Alec?
Aprì gli occhi, ma accanto a sé non c’era il suo ragazzo. Si era appisolato in biblioteca, seduto su una poltrona, mentre leggeva una vecchia edizione del Codice, sperando di trovare qualcosa che lo aiutasse a tornare nel suo tempo. Sfortunatamente, non aveva ancora trovato nulla che facesse al caso suo. Con Jace, però, aveva convenuto di cercare nella mitica Sezione Ombra, una delle due cose per cui l’Istituto di Londra era sempre stato famoso. La seconda era ovviamente lo spirito che proteggeva l’edificio. Sospirò, chiudendo il volume sulle sue ginocchia. Il tempo di un respiro e la porta della biblioteca si aprì con un tonfo. Due figure alte e snelle corsero veloci verso di lui.
- Alec! – strillò una voce femminile, appartenente a Cecily – Alec, per favore, vieni con noi!
- Che succede? – balzò in piedi lo Shadowhunter.
- Si tratta di Will. – disse Gabriel, accanto a lei. Alec non reagì in alcun modo, non vedeva come la questione potesse coinvolgerlo.
- Si tratta di Will e di Jace. – specificò Cecily – Si stanno picchiando!
Alec boccheggiò e gli tornò in mente la conversazione con il parabatai avvenuta solo qualche ora prima.
- Sei sicuro di volerlo fare? Non mi sembra che tra te e Will corra buon sangue.
- Corre necessariamente buon sangue, Alec. Lui è qualcosa come il mio bis-bis-bis-bis nonno.
- Hai capito cosa voglio dire. Ogni volta che vi parlate vorreste scannarvi a vicenda, l’abbiamo notato tutti quanti!
- Tranquillo, siamo tutti e due Herondale. Ci intenderemo.  E poi conosci la mia incredibile capacità oratoria. Entro stasera avremo quella Chiave fra le mani.
- Lo spero. Ti supplico, Jace. Non fare cazzate.
- Ehi, ti ho detto di stare tranquillo! So quello che faccio!
- Ma è un idiota! – sbottò prendendosi il viso fra le mani e sospirando – Per l’Angelo.
E senza nemmeno aspettare Cecily e Gabriel, si catapultò nel corridoio.
 
Quando alla fine riuscì a trovarli, era decisamente un momento importante del combattimento. I due ragazzi stavano uno davanti all’altro, in posizione di combattimento, a torso nudo. Sulla pelle di entrambi erano comparse lesioni di vario genere: Jace aveva un livido sullo zigomo mentre il braccio di Will era segnato da varie unghiate. Alec si portò le mani ai capelli e li tirò indietro, gli occhi azzurri sgranati.
- JACE, CHE CAZZO STAI FACENDO!? – strillò, la voce ridicolmente più alta del normale, di almeno sedici ottave. Ma Jace non girò nemmeno la testa. Serrò il pugno e colpì la gola di Will con tutta la forza che aveva. Il moro indietreggiò tossendo, ma poi si scagliò a peso morto contro il biondo. Ruzzolarono insieme per terra, continuando a menare calci e pugni.
- JACE!!! – urlò di nuovo Alec e stavolta non rimase a guardare. Si buttò per terra anche lui e cercò di dividere i due contendenti, ma Jace lo allontanò con una gomitata.
- Stanne fuori, Alec. – sibilò appena prima di sferrare una ginocchiata nello stomaco dell’avversario. Il colpo andò a segno, ma l’antenato di Jace si riprese subito, si alzò arpionando per le spalle il biondo e lo gettò violentemente a terra.
Fu allora che, dietro di lui, Alec sentì dei passi leggeri, appena strascicati. I passi di un Fratello Silente. Si voltò giusto per vedere Fratello Zaccaria raggiungere i due combattenti e stringere con decisione la spalla di Will. L’Herondale smise immediatamente di muoversi e spinse Jace lontano da sé.
Riprenditi, William. Non è questo il momento di perdere la testa. Tessa ha bisogno di te.
La voce di Zaccaria rimbombò nelle loro teste come se avesse parlato ad alta voce in una stanza vuota. Il labbro inferiore di Will tremò leggermente mentre la sua mano raggiungeva quella del parabatai.
- Sei venuto… - sussurrò.
Mi hai chiamato.
Alec aiutò Jace a rimettersi in piedi. Ora aveva anche un occhio tumefatto. Alec e Zaccaria si guardarono per un istante, poi presero i rispettivi Herondale e li trascinarono nelle loro camere.
 
- Grazie per essere venuto…
Come ti sei conciato, Will? Come sei arrivato a questo?
Will sospirò, mentre Jem – o meglio, Fratello Zaccaria gli tracciava un iratze sulla schiena. Le contusioni dovute allo scontro con Jace si stavano rimarginando molto più lentamente del normale. Sibilò, mentre l’effetto intorpidente della runa raggiungeva le zone colpite.
- È tutta colpa di quel biondino, di quell’impostore. – ringhiò. Quella frase fu la premessa al racconto dettagliato e forse un po’deformato dal suo punto di vista dell’arrivo inaspettato di Alec e Jace. Il Fratello Silente accanto a lui si limitava a muovere lo stilo sulla pelle dell’amico, ascoltando attentamente ogni parola e tracciando con attenzione le rune di guarigione. Quando Will ebbe finito la sua storia e si fu sfogato, Zaccaria congiunse le mani davanti al viso e chiuse gli occhi, come se stesse meditando.
Quale motivo avrebbe questo Jace di affermare di essere un Herondale? Le famiglie di Shadowhunters sono così tante…
- È comunque un bugiardo. E lui e il suo amichetto adesso esigono anche la Chiave della Sezione Ombra!
… Io credo che stiano dicendo la verità.
Il moro rimase senza fiato.
- Cosa? – scattò in piedi, incredulo – Tu… tu non mi credi?
Non ho detto questo, William. È solo che… non so come spiegartelo. Da quando sono entrato nella Fratellanza, ho acquisito delle nuove capacità, cose che gli altri Nephilim non possono comprendere. Ho avuto modo di esaminare le loro auree durante quello spiacevole inconveniente…
- Auree? – inarcò un sopracciglio Will, confuso. Non ne aveva mai sentito parlare.
Ognuno di noi possiede un’aura, un’espansione della propria anima percepibile anche all’esterno. Io ho percepito quella di Jace: c’è un fuoco che divampa dentro di lui, molto simile al tuo.
- Fuoco? Scusa, Jem, non credo di capirci nulla di queste cose.
Sotto il cappuccio, Will giurò di poter scorgere una smorfia che sarebbe stata un sorriso, se le labbra del parabatai non fossero state cucite.
Oh, non preoccuparti per questo. Non è necessario che tu comprenda questo genere di cose. Ciò che è importante ora è aiutare Tessa. E soprattutto ritengo sia opportuno da parte tua chiedere scusa a Jace.
- T-tu sei sicuro che dica la verità? – chiese incerto Will.
Sì. Lo sono.
Will annuì, anche se ancora riluttante.
- Allora… allora ti credo. Mi fido di te.
Anche Fratello Zaccaria annuì. Tese il braccio, forse con l’intento di stringere la spalla di Will, ma si ritrasse quasi subito.
Ora devo andare.
- Ma Jem! Non puoi andartene ora! Che ne sarà di Tessa? Che ne sarà di me?
Tessa è in ottime mani, Magnus Bane saprà aiutarla al meglio. E tu, Will, sei abbastanza forte da continuare senza di me.
Jem gli diede le spalle e stava già strisciando via, verso la porta, quando Will parlò:
- Tu sei il mio parabatai, Jem. Sei il mio migliore amico, mio fratello… ho bisogno di te.
Il Fratello si girò verso di lui, gli occhi nascosti dal cappuccio del mantello.
James Carstairs non tornerà mai più, William. Il tuo parabatai, il tuo migliore amico, tuo fratello se ne è andato per sempre. Ormai io sono questo. Sono un Silente. Sono Fratello Zaccaria. Ma una cosa posso assicurartela: anche per lui tu eri molto importante, l’unico a cui avrebbe mai affidato Tessa.
- Ora stai mentendo. Tu tieni ancora a me e a Tessa. Tu ci ami ancora.
James vi ama ancora. E lo farà per sempre.
 
- Non mi piace dirti certe cose, Jace, lo sai, ma certe volte sei un tale coglione…
- Ok, Alec, va bene. Sarà la centesima volta che me lo dici.
- No. Prima ti ho detto quanto fossi incosciente, sconsiderato, idiota e cretino. Non ti avevo ancora dato del coglione.
- Oh, ora sì che la mia vita è completa! Alec mi ha dato del coglione! Morirò finalmente in pace!
- Deficiente…
Alec si era categoricamente rifiutato di tracciare un iratze per l’occhio di Jace, ma non se l’era sentita di ignorare completamente la contusione. Così stava delicatamente tamponando l’occhio del parabatai con un impacco freddo, sorbendosi i sibili e i gemiti di dolore dell’altro con glaciale disinteresse. O almeno, questa era la facciata che si era imposto per punire psicologicamente Jace.
- Mi dispiace, ok? Ascolta, io ho provato a parlargli, davvero, ma lui non voleva saperne di darci la Chiave…
- Così tu l’hai preso a pugni. Adesso ci darà la Chiave sicuramente. – sbuffò Alec.
- Scusami. È che ha tirato in ballo Clary e io… io non ci ho visto più. Lo sai come sono fatt-AHI! – gemettè Jace – Fai piano, per favore.
- Te lo sei meritato. – commentò serafico Alec – E comunque Clary non è una buona ragione per picchiare un tuo antenato.
- Tu hai ucciso Meliorn perché aveva rapito Magnus. – gli ricordò Jace.
- Non credo proprio che Clary sia nell’Edom, in fin di vita e con un padre demone desideroso di ucciderla. E comunque non nominare Magnus, non qui. Loro non devono sapere…
- Credo che a questo punto non credo farebbe molta differenza. Tu e Magnus vi sposerete e allora? Che…?
- Che problema c’è? C’è che se lo diciamo, Magnus potrebbe prendere scelte diverse. In questo momento potrei non piacergli e così, chessò, lui potrebbe decidere di vivere da eremita sull’Himalaya. Così non conoscerebbe più Jocelyn, non bloccherebbe più i poteri di Clary, non darebbe più una festa per il Presidente Miao, non… non mi incontrerebbe più. -  la voce di Alec si spezzò. Non ci aveva mai pensato prima, ma cosa ne sarebbe stato di lui, se non avesse mai incontrato Magnus? Probabilmente sarebbe rimasto per sempre solo, convinto di essere innamorato di Jace e di essere sbagliato, contro natura.
- Detto fra noi, non credo che la vita da eremita faccia per Magnus. E comunque va bene, non diremo niente di voi due. – l’Herondale aveva visto subito il radicale cambio d’umore del parabatai, così strinse saldamente la mano attorno al ginocchio dell’altro – Sarò anche un coglione, ma non spiffererei mai i segreti del mio migliore amico ai quattro venti.
Alec accennò un sorriso.
- Sono comunque arrabbiato con te. - disse, ma nella sua voce c’era una punta di divertimento – Ma d’altronde credo che me lo sarei dovuto aspettare, no? Voglio dire, tu e Will non potete proprio sopportarvi.
- No, infatti. Però mi dispiace davvero, Alec. Ho fatto un casino.
- Come se non ne facessi mai. Ora sarà molto difficile ottenere quella Chiave, ma dobbiamo provarci. Non vedo altro modo per tornare nel nostro tempo.
- Ma il quarzo laccato? A cosa serve?
- Micrato, Jace. Magnus ce l’ha dato per comunicare fra noi. Tre me e te funziona, l’hai notato anche tu, ma non riesco a parlare con lui o con nessun altro. E come se non riuscissi a connettermi alle loro menti. È frustrante. – scosse la testa Alec – Forse nella Sezione Ombra troveremo qualcosa… deve esserci qualcosa.
- E se non trovassimo nulla o decidessero di non farci entrare? – domandò esitante Jace. Alec lo guardò negli occhi, blu nell’oro, e sospirò.
- Troveremo qualcos’altro. – rispose. Jace capì che in realtà, se non avessero trovato ciò che cercavano, non avrebbero avuto altre possibilità. Non sarebbero riusciti a tornare indietro. Sarebbero rimasti bloccati per sempre. Rabbrividì all’idea di restare nel passato, senza Clary. No, non era proprio possibile.
- Ok, allora… che si fa adesso?
- Chiedi scusa a Will.
- Ma… ?!
- Poche storie, Herondale. Possibilmente evita di usare il tuo sottile sarcasmo mentre ti scusi con lui.
- Come vuoi, Lightwood.
- Ehm-ehm.
I due ragazzi si voltarono verso la porta, dove era appena comparso Will, a braccia conserte. Alec fece saettare lo sguardo da Will a Jace, rivolgendo a quest’ultimo un’occhiata eloquente. Jace sospirò, si alzò in piedi e si diresse verso il suo antenato. Dopo essersi guardati negli occhi per alcuni secondi – in cui Alec temette seriamente che si saltassero di nuovo addosso – presero contemporaneamente fiato per parlare.
- Scusa. – dissero all’unisono.
Per poco Alec non si lasciò sfuggire una risatina.
- Ascolta – esordì Will – io potrei, ecco… potrei essermi fatto un’idea sbagliata su di te e sul tuo amico… io ho deciso di crederti, Jace Herondale.
Gli occhi dorati dell’altro minacciavano di rotolare via dalle orbite, tanto erano sgranati.
- Cosa? Ma tu avevi detto che…
- Lo so cosa ho detto. Ma le cose sono cambiate. Una persona mi ha aperto gli occhi. – le dita di Will rovistarono nelle tasche dei pantaloni, tirando fuori una piccola chiave d’ottone – Questa è la Chiave della Sezione Ombra. Cercate di trattarla bene.
Jace non reagì, rimase semplicemente a fissarlo, così Alec si alzò a sua volta e lasciò che la Chiave gli cadesse sul palmo della mano.
- Grazie. – disse Alec, accennando un sorriso. Jace mugolò qualcosa di indefinito.
- Prego. – sorrise a sua volta Will, lanciando un ultimo sguardo a Jace e uscendo dalla stanza.
- Quel tizio è strano. – commentò il biondo – Fino a qualche ora fa mi avrebbe ucciso a mani nude, ora invece vuole diventare il mio migliore amico!
- Credimi, neanche io so cosa pensare. Però adesso abbiamo la Chiave. – gli occhi di Alec scintillarono mentre teneva in mano il piccolo oggettino – Iniziamo subito a cercare.
E mentre i due uscivano dalla stanza e si avviavano verso la biblioteca, l’unico pensiero fisso di Alec era: Magnus, sto arrivando.

NdA: immagine ispiratrice del capitolo: http://www.bing.com/images/search?q=jace+will+herondale&FORM=HDRSC2#view=detail&id=1686C685C3462FA1DDBAB2DBE467DA5D9BEC4539&selectedIndex=17
Sì, appena ho visto questa fan art di Cassandra Jean, mi è venuta l'ispirazione :) Le cose si fanno sempre più complicate BTA!!! Ma forse ora è il caso di trovare una soluzione...
Ringrazio tantissimo Amy_demigod per la recensione, quello era un capitolo a cui tenevo particolarmente :)
Detto questo, al prossimo week-end e il 7 ottobre esce Kings of Suburbia, scusate fandom sbagliato
_Alien_
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: _Alien_