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Autore: xingchan    07/09/2014    4 recensioni
C. C. 1484:
“In primavera giunse nella Terra di Buck un messaggio da Rohan: Re Éomer desiderava vedere Messere Holdwine per l’ultima volta. Meriadoc era già anziano (102 anni) ma ancora sano e vigoroso. Si consultò con il suo amico il Conte, e poco dopo ambedue affidarono beni e incarichi ai figli e passarono Sarnoguado. Non furono mai più visti nella Contea. Si seppe poi che Messere Meriadoc si era recato a Edoras per trascorrere qualche tempo con Re Éomer prima che morisse in autunno.
Poi Meriadoc e il Conte Peregrino andarono a Gondor, ove dimorarono durante gli ultimi brevi anni di vita che rimanevano loro; quando morirono, furono composti a Rath Dinen insieme con i grandi di Gondor.”
(J. R. R. Tolkien)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Merry, Pipino
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Concerning hobbits'
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The Last Journey 
 


 
C. C. 1484:
“In primavera giunse nella Terra di Buck un messaggio da Rohan:
Re Éomer desiderava vedere Messere Holdwine per l’ultima volta.
Meriadoc era già anziano (102 anni) ma ancora sano e vigoroso.”
(J. R. R. Tolkien)
 
 

 
In attesa che suo figlio Wilcome, chiamato da tutti “Will”, il maggiore, arrivasse per  portargli la nuova edizione del suo libro “L'Erborista della Contea”, Meriadoc riaccese la sua quinta pipa.
L'anziano Brandibuck era entusiasta del successo che le sue argomentazioni sull'erba-pipa stavano riscuotendo, senza parlare della sorprendente facilità di gestione di quella che ora era divenuta la sua terra a tutti gli effetti.
Ma insieme alla soddisfazione, quel pomeriggio aveva avvertito un senso di nostalgia. Quella malinconica e fredda sera di primavera l'aveva trascorsa parlando con Wilcome, ripercorrendo le tappe della sua giovinezza.
Quando la Contea era ancora colma di traboccante gioia e spensieratezza.
Aveva fatto un patto con se stesso: che non avrebbe più sofferto per quella mancanza considerandola come legittima, e fare in modo che la Gente Piccola potesse gioire ancora senza mai dimenticare.
Aveva tratto personalmente insegnamenti dalle sue esperienze, e piano piano li aveva disseminati fra i suoi figli e nipoti, perpetuando la Storia.
Villa Brandy era frequentata da molti più bambini hobbit ora, così come chiunque volesse ascoltare le vicissitudini e godere della compagnia di Meriadoc il Magnifico.
Come era successo per Sam e per Pipino, anche lui aveva avuto la sua fetta di piccoli ammiratori che puntualmente lo cercavano per udire le sue fantastiche avventure; e lui, puntualmente, raccontava con entusiasmo, gongolando per le imprese eroiche da lui compiute ed assumendo toni più seri nei passaggi più delicati. Molto spesso riferiva ai ragazzini anche aneddoti più crudi, ma paradossalmente non trovava nessun tipo di obiezione da parte degli hobbit più grandi.
Aveva rimuginato a lungo sulla decisione di dare anche dettagli un po’ più cruenti degli altri, e aveva concluso che qualsiasi cosa fosse successa, non doveva mai essere nascosta.
A che giovava? I bambini avevano diritto di sapere quanto e come gli adulti, e forse anche di più: erano loro la generazione che si rinnovava, dunque i primi a dover essere a conoscenza del male del mondo, e di evitarlo quanto possibile, qualsiasi ne fosse la causa.
Neanche Frodo nel suo Libro Rosso aveva apportato censure, ora che ci pensava.
Il sole era prossimo al tramonto al di là della Terra di Buck, ora, disperdendo i suoi ultimi raggi sulla dolce serenità di Villa Brandy, e Will non aveva mai fatto così tardi quando era impegnato per commissioni per conto di suo padre.
Ma quanto ci metteva suo figlio ad arrivare?
Merry batté il piede destro con trepidante attesa, mentre un'altra boccata di fumo volava via.
Il rumore che fece la porta aprendo lo fece rizzare in piedi e, fremente, andò incontro a quello che era sicuro fosse Will.
Lo hobbit teneva in mano il voluminoso tomo dalla copertina rossa e verde.
E quella che doveva essere una lettera in pergamena.
“Ecco il tuo libro...” disse il ragazzo porgendoglielo e sbuffando per la stanchezza “e una lettera, credo.”
Meriadoc prese la lettera per prima, liberando il figlio del peso del suo scritto solo per riporlo distrattamente sul tavolino affianco all'ingresso.
Il rotolo presentava una dura macchia asciutta di cera verde, su cui era stato impressa la sagoma di un cavallo rampante pronto al galoppo.
Il sigillo di Rohan.
“Padre, ho già visto quel simbolo.” disse Will. “È  di Rohan, vero?”
“Sì!” gli venne risposto in un sussurro.
Merry ruppe il sigillo e srotolò il pregiato rotolo facendo attenzione a non farle subire incrinature, e piano, e con occhi emozionati, ne lesse i caratteri disegnati in linee sinuose e precise.
 
 
Messere Meriadoc Brandibuck, Signore della Terra di Buck,
 
In nome della nostra profonda ed indissolubile amicizia, ti chiedo di porgere a me, vostra amica, Eowyn, Principessa dell'Ithilien, i tuoi servigi.
Tantissimi anni or sono hai dimostrato di essere un hobbit d'arme, meritando l'appellativo di Scudiero del Mark. Un titolo simile non è mai stato affibbiato ad un Uomo originario delle terre esterne ai confini di Rohan, men che meno ad un Mezzuomo.
Ricordate il giorno in cui ti chiesi di tornare a Rohan un giorno, al momento del nostro congedo? Ebbene, ti imploro di esaudire il mio desio, perché è anche ciò che mio fratello brama con tutto il cuore.
La ragione è tanto semplice quanto straziante.
Éomer, Re del Mark, sta morendo.
E' in procinto di lasciare la sua vita terrena, e vorrebbe godere della vostra compagnia prima di raggiungere la Casa dei nostri Padri. Il suo pensiero dopo essersi sentito male è stato per te solo. Ti prego, non negargli il tuo sostegno nell’ora ultima di ogni Uomo.
Rinnovo la mia umile richiesta, Messere Holdwine, affinché possa ricongiungermi a te, ed in egual modo Sire Éomer.
 
Con sincero affetto,
Éowyn
 
 
Meriadoc chiuse la lettera ed emise un lungo sospiro, gli occhi colmi di lacrime a stento trattenute.
Erano passati anni da quando si congedò da loro, e da quel momento non aveva fatto altro che prendere in mano la sua vita nella Contea, com'era giusto che fosse.
Ma ora che aveva oltrepassato i cento anni, 102 per la precisione, si sentì in dovere di recarsi da quei grandi Uomini che tanto gli avevano insegnato.
E, doveva ammetterlo, anche un certo fervore.
Ignorando del tutto il figlio che lo osservava pensieroso, si precipitò ad aprire un grosso baule di quercia, prendendo poi fra le mani, fra tutte le altre cose, il dono che il Re di Rohan e sua sorella gli diedero prima di congedarsi da lui con la speranza di una riunione: il piccolo corno intarsiato d'argento, l'unico regalo prezioso che aveva accettato.
Conservava ancora la sua splendida magnificenza, con quelle incisioni raffiguranti biondi cavalieri al galoppo, e quel balteo verde che in qualche strano modo gli ricordava gli occhi lucenti e battaglieri della bianca Dama di Rohan.
Lo strinse al cuore, scuotendo quelli che ormai erano morbidi riccioli ammantati di neve e sorridendo pacatamente, con dolcezza, ricordandosi di come Éomer dovette ricredersi nell'appurare il suo coraggio, e di quanto sarebbe stato fiero di lui se avesse assistito al comando della loro ribellione contro Saruman nella Contea in nome della libertà, suonando con forza proprio il corno della nobile stirpe dei Signori dei Cavalli.
Chissà, magari avrebbe potuto anche narrarglielo.
Divagando in quegli anni, la sua mente si era soffermata spesso su ciò che doveva a Rohan, ai Signori del Mark, alla Compagnia, e a quel viaggio memorabile, ormai lontano nel tempo, in cui spesso aveva anche rischiato la vita.
Man mano che la vecchiaia avanzava però, distruggendo i propri affetti, anche la speranza di un nuovo viaggio stava svanendo.
La Terra di Mezzo era ormai piuttosto sicura, e gli eserciti avevano soltanto lo scopo di difendere le rispettive patrie da eventuali incursioni.
Ma la sua amicizia e fedeltà alla corona di Rohan non conobbero mai un epilogo: Re Théoden si era accordato un posto speciale nel suo cuore, così come il sovrano attuale e la sua splendida sorella.
Li aveva amati come genitori e fratelli, imparando ciò che c'era da scoprire al di là del loro aspetto imponente: che anche loro erano soggetti ai sentimenti, alle debolezze, alla morte.
Dopo sire Théoden, ora anche suo nipote era arrivato alla fine dei suoi giorni.
Questo rattristò un poco Meriadoc, ma aveva affrontato il concetto della morte già da molti decenni ormai, con la dipartita di sua moglie Estella, e l'aveva più o meno accettato.
Ed ora, avrebbe dovuto fare lo stesso con lui.
Tuttavia, oltre a provare tristezza, sentì una strana forma di euforia pervadergli la mente. Finalmente, aveva fra le mani l'occasione che aveva atteso da tempo di rivedere i suoi amici; per l'ultima volta.
Ripose il corno con tutti gli altri equipaggiamenti di Rohan, con l'impaziente certezza che da lì a breve quel baule sarebbe stato completamente svuotato del suo contenuto.
Rohan non gli era mai parsa così vicina.
 
 
 
 
 
 
 
NDA
 
Quando una mia ff parla da sé, non mi dilungo nello scrivere le note, perché potrei tediare inutilmente la gente. Stavolta farò un’eccezione, però, perché voglio spiegare un paio di cose.
Merry è un personaggio leggermente diverso da tutti gli altri hobbit. Leggendo il libro e vedendo i film, mi sembrava quasi fosse il più grande fra i quattro (quando invece lo è Frodo), di conseguenza più “maturo” già fin dall’inizio, e spesso pragmatico, cosa che ho adorato di lui.
È, a mio avviso, proprio il personaggio giusto per guidare e/o spronare gli altri a prendere decisioni, ad avanzare cautela in determinate situazioni, a indagare su quanto c’è da sapere nel mondo, Terra di Mezzo ed oltre. La sua curiosità lo spinge a fare quest’ultima cosa, proprio come Pipino ha lo spirito d’avventura.
Non che avesse doti da leader perfetto, almeno durante il viaggio narrato ne “Il Signore degli Anelli” ma che ci sia in qualche modo “bisogno” di lui, soprattutto per Pipino, proprio perché più piccolo d’età ed ingenuo (un ragazzino delle medie in gita, tanto per citare una scrittrice di queste parti xD) necessita di quel barlume di perspicacia mischiata al buon senso che Merry secondo me possiede.
Qui avrà a che fare con la dura realtà della vecchiaia, della morte, sempre in compagnia del buon (ora vecchio anch’egli) Peregrino. Mi sarà difficile immaginarli anziani, però! *^*
Comunque, ho rispettato e rispetterò le Appendici in modo da non scostarmi troppo dagli eventi originali, per quel che posso.
Ovviamente, a volte per necessità, altre per scelta, ho voluto creare espedienti in modo tale da assecondare anche la mia fantasia (so che Éowyn dimora nell'Ithilien con il Principe Faramir, ma ho pensato che sapendo dell'imminente morte del fratello abbia deciso di recarsi a Rohan, e che si sia incaricata di riferire a Merry le volontà di Éomer nei suoi confronti; così come i figli di Merry che ho inventato di sana pianta).
E' meglio che ora la finisca, non è vero? xD
Vi lascio ai vostri pareri.
Enjoy! :)

 
   
 
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