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Autore: chelestine    07/09/2014    5 recensioni
"I'm down in the deep deep freeze,
what was I thinking of...
In the painful breeze,
by the frozen trees,
with a heart disease called love."

John Cooper Clarke
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Matt Helders, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci al secondo capitolo di questa mia nuova avventura, il titolo della fanfiction, ed i titoli dei capitoli sono poesie
appartenenti a John Cooper Clarke, che potete trovare qui. In questo capitolo ci saranno diverse citazioni ad artisti,
album o canzoni: nessuno di loro mi appartiene, così come i personaggi di Alex Turner, Miles Kane e le altre Scimmie.
Per gli interessati o semplicemente curiosi, metterò qualche link a fine capitolo riguardante canzoni/album citati.

Grazie ancora. Grazie a chiunque si fermi a leggere questa storia, grazie.
 
 

2. NIGHT PEOPLE


I like the nightlife... give me danger
I had a nice wife... she was a stranger
One of the people, I never meet
Night people, funky but neat”


 
Lavorare a contatto con persone famose aveva in qualche modo influenzato la percezione che aveva della notorietà; quelle che una volta sembravano ad Andy pressoché divinità aveva scoperto essere nient'altro che persone normali, o almeno, la maggior parte di loro erano persone normali. Cosa poi in fondo volesse dire essere normali, l'aveva sempre incuriosita, e lasciata perplessa. Ma il vero enigma che spesso le occupava la mente vi era strettamente collegato: è alla fine poi così desiderabile essere normale? Questo si chiedeva mentre con il suo vestito vintage in fantasia floreale si avvicinava a quella che immaginava essere l'area allestita a bar della casa del proprio capo per quella particolare serata. Lo scollo quadrato le copriva gran parte del petto, anche se il suo seno abbondante non veniva mascherato dallo sfondo bianco dell'abito che le sfiorava il ginocchio con una gonna leggera, che le aveva sempre ricordato la primavera.
Aveva acquistato quel vestito con sua madre quella che le sembrava una vita addietro, in un piccolo negozio vintage nella periferia Nord di Londra, e mentre lei si guardava allo specchio esibendosi in giravolte accompagnate da risate divertite, l'altra si preoccupava di farle ben comprendere che « è un vestito estivo, non lo metterei altro che per andare in spiaggia! » Andy aveva annuito; nella vita addietro annuiva sempre, senza mai ascoltare.
Provò ad immaginarsi che faccia avrebbe fatto sua madre nel vederla con proprio quel vestito ad una festa alla quale avrebbero partecipato anche persone famose; ma non ci riuscì: pensava di non conoscerla abbastanza bene, ed anche quel suo piccolo test fallì, inventandosi smorfie e rughe che forse mai sarebbero comparse sul volto di sua madre. Il fallimento la fece sentire triste, ma solo per un attimo.
« Un gin tonic, grazie » ordinò con un sorriso educato. Si inumidiva le labbra continuamente, nella paura che il rossetto violaceo se ne andasse per magia. Poco dopo sorrise di nuovo stringendo tra le dita il bicchiere in plastica freddo, e ricordandosi come il suo capo, Andrew, avesse additato proprio l'alcool gratuito come la maggior motivazione che avrebbe attratto tutti i suoi invitati famosi a quello che continuava a definire – secondo Andy impropriamente – l'evento dell'anno.
« Ma che cazzo ti sei messa addosso? Sembri uno spaventapasseri. » la ragazza lanciò la testa indietro in un impeto di nervosismo; non aveva bisogno di voltarsi per sapere che commenti maligni travestiti da sarcasmo non potevano uscire che dalle labbra di Jerry, suo collega di appena un paio di anni più grande di lei. A meno che non sia mia madre.
« Mi sono messa un vestito Jerry. » il suo tono non tradiva alcuna emozione.
« Oh si beh questo lo vedo, sfortunatamente. Speri di incontrarci Marcus Mumford in quel.. in quello? E' il tuo obiettivo per la serata? » la canzonò indicandola distrattamente con l'indice.
« Il mio obiettivo per la serata è evitare di far innervosire Andrew ulteriormente, bere fino a dimenticarmi l'intervista di domani con Chris Martin, scansare come la peste il cantante dei Black Keys se mai si presenterà, e si, eventualmente conoscere Marcus Mumford con.. questo » indicò il suo vestito con una smorfia, imitandolo.
« Quello è praticamente un frate, non ti scoperà mai! E Chris Martin è più stronzo di quanto non sembri! La Paltrow l'ha lasciato perché si fotteva le groupies! » concluse alzando la voce per farsi sentire mentre Andy si allontanava con noncuranza dal bancone, ben conoscendo l'unico metodo per mettere a tacere il castano ventottenne. Per i suoi colleghi era tutta una questione di sesso e di droga; era raro che parlassero di altro. Non aveva mai sentito Judith e Jerry disquisire sulle sonorità dell'ultimo album dei The Killers, o su quanto innovativo fosse stato il primo disco degli Strokes; per loro era solamente una questione di chi si droga di più, chi si è scopato chi, chi non si è scopato chi perché era troppo fatto. Qualche volta Andy si chiedeva se non fosse lei quella con un concetto erroneo di Rock 'n' Roll. Ma di nuovo, chi poteva decidere cosa fosse normale o quale fosse la corretta definizione di Rock 'n' Roll? Andy non aveva mai amato le classificazioni, il bianco e il nero, si trovava molto meglio a navigare nel grigio ed in tutte le sue variazioni, ben lontana dall'imprigionare un qualsivoglia concetto in celle distinte. Amava cambiare idea: credeva che il riuscire a farlo implicasse un'intelligenza non comune, e probabilmente aveva ragione. Amava lasciare le celle aperte.
« Quindi Mumford uhm? Non credo che verrà, non mi sembra il tipo, no? » la ragazza che aveva appena attirato la sua attenzione era bionda, leggermente più alta di lei, il suo rossetto rosso combinato alle lunghe ciglia nere ricordava ad Andy gli anni '20 ed era stata passiva ascoltatrice della conversazione con Jerry; un moto di empatia le dipinse un sorriso sul volto. « Sono Margareth, ma chiamami Marg per l'amor diddio. Gestisco le pubbliche relazioni dei The Neighbourhood. » L'intervistatrice alzò un sopracciglio confusa. « Sweater Weather » spiegò Margareth citando la loro canzone più famosa.
« Aaah! Ho capito, ho capito! » sorrise Andy, annuendo divertita. « Io sono Andy, lavoro da circa un mesetto per Andrew, alla KROQ. » Stavolta fu il nome della stazione radio di Los Angeles ad essere citata. Si strinsero le mani. « Si, non credo che Marcus Mumford verrà.. A dire il vero non so neanche se Andrew li ha invitati.. Non sono esattamente il genere di artisti che passano da lui. Cioè, da noi » si corresse.
« Oh, la nota di disappunto nella tua voce mi suggerisce che preferisci il folk? » chiese socchiudendo un occhio con divertimento Margareth. Andy, invece, rise di gusto.
« Pareggio, un totale pareggio. Non potrei mai scegliere » le rispose sinceramente, prima di poggiare le labbra sulla cannuccia e prendere un sorso del suo gin tonic. Il folk le aveva cambiato la vita: aveva appena ventuno anni quando scoprì i Mumford and Sons, Bon Iver, Iron & Wine, Ben Howard, le First Aid Kit e gli altri, ed innocentemente, lentamente, involontariamente.. Le cambiarono la vita. Prima di ascoltare Sigh No More – il primo album dei Mumford and Sons - non sapeva di aver bisogno di un cambiamento; ma d'altronde ci si rende conto di ciò che non si sa solamente quando lo si impara. Lei grazie a loro aveva capito: capito che aveva una scelta, che doveva conquistarsi la propria felicità, che le piaceva viaggiare, che il piacere a se stessa era più importante che piacere agli altri, che niente era più importante per lei che sentirsi viva e che niente la faceva sentire più viva che il vento tra i capelli.
« Però vuoi incontrare Marcus Mumford.. » rincarò la dose Margareth con un sorriso nascosto.
« Io lo voglio sposare, altro che incontrare. »
« Sai che è già sposato, vero? Con un'attrice. » Andy annuì divertita.
« Diventeremo una grande famiglia. »


Margareth era sicura di se. Andy pensò che avesse una trentina di anni, ma probabilmente li portava troppo bene per indovinare la sua reale età. Sembrava completamente inserita in quel mondo che ancora le faceva paura: salutava con cenni distratti quasi tutti i presenti alla festa – che iniziavano ad espandersi per tutta la superficie della villa del suo capo man mano che i minuti passavano – fermandosi a scambiare due veloci parole con alcuni di loro. Bevvero altri drink insieme, parlando di cosa aveva portato Andy a Los Angeles, e cosa aveva portato la PR dei The Neighbourhood al mondo della musica; parlarono anche di Rock 'n' Roll e Margareth le confessò che era cresciuta ascoltando blues, ed alle volte si lasciava trasportare dalle dolce sonorità del sax disperandosi per la poca popolarità del genere che l'aveva cullata durante la sua adolescenza, a Jackson, Mississippi. Dal canto suo Andy le confessò che suo padre era un grande amante del rock inglese, sorridendo mentre raccontava l'assoluto divieto di immettere nelle mura domestiche qualsiasi cosa che rimandasse lontanamente ai Rolling Stones.
« Beatles eh? » chiese allora Margareth annuendo appena, con approvazione.
« Ci puoi scommettere. » Andy le chiese allora quale fosse il suo preferito dei quattro di Liverpool, domanda più ricorrente del dovuto nella sua patria natia.
« Lennon. Non c'è storia. Chi dice altrimenti vuol solo fare il bastian contrario. » Rispose una voce maschile per lei, mentre entrambe si voltavano per guardare in volto l'intruso. Era esageratamente alto e magro, i capelli neri gli ricadevano sulla fronte e donavano al volto un colorito spettrale, aiutati da un collo alto nero. Un ampio sorriso si allargò sul volto di Margareth.
« Kane, pensavo fossi tornato nelle fredde lande desolate dell'Inghilterra! Miles, lei è Andy, lavora per Andrew alla KROQ. » disse la PR salutandolo ed evitando di sprecarsi in presentazioni per quanto riguardasse il ragazzo, ritenendole giustamente inutili.
« E' un'abbreviazione? Il tuo nome. » chiese il ragazzo moro al suo fianco, in cui l'intervistatrice riconobbe subito Alex Turner, abbassando lo sguardo sul pavimento nero.
« Si. » Lo schiocco di frusta. L'unica rivincita che si sarebbe presa sulla la loro intervista sintetica, concisa e deleteria per la sua giovane carriera. Lui sorrise, e lei non lo notò.
« Marg, ti presento Alex. » disse allora con un sorriso Miles Kane.
« Vi conoscete? » chiese innocentemente Margareth. Alex si strinse nelle spalle, portando alle labbra un bicchiere in vetro, contenente scotch.
« Li ho intervistati la scorsa settimana, alla radio. » spiegò Andy per entrambi dopo aver stretto la mano a Miles Kane, tornando a guardare la bionda. Si sentiva la testa leggera, e le luci soffuse che secondo lei continuavano ad abbassarsi non la aiutavano ad inquadrare bene i due ragazzi che davanti a lei parlavano sommessamente tra di loro, intervallando sussurri con sorrisi ed risate complici.
« Sei inglese, non è vero? » chiese Kane puntando i suoi occhi di un marrone ramato in quelli azzurro accesi dell'intervistatrice. Lei sorrise, consapevole che per l'ennesima volta il suo accento l'aveva tradita nel giro di due frasi.
« Sono di Shoreditch, Londra. »
« Shoreditch?! Ci ho preso una delle sbronze più colossali della mia vita. Eravamo insieme, Al? Oppure ero con John? » Miles Kane sembrava confuso, così come il ragazzo al quale aveva posto la domanda.
« Non ricordo di sbronze colossali a Shoreditch. » commentò Turner sorridendo.
« Ma si! Eravamo in quel pub.. il Three Doors Down! E poi andammo a ballare in un posto assurdo, c'erano un sacco di travestiti! »
« Non ricordo neanche travestiti, Miles » aggiunse alzando un sopracciglio con aria divertita. Andy si voltò verso di lui credendo – nella dimestichezza con la quale riusciva a snocciolare problemi e soluzioni allo stesso tempo grazie all'alcool – di aver svelato l'arcano. Forse non era stato così conciso nell'intervista per malignità, ma perché il suo carattere gli impediva di dilungarsi in risposte in conclusione sempre banali e vuote, come quei bei vasi che non vengono mai riempiti da fiori, per quanto uno lo possa desiderare. O forse sono solo ubriaca.
« Il fatto che tu non lo ricordi non implica necessariamente che tu non ci fossi » commentò sarcastica Margareth, probabilmente spinta ad una maggiore confidenza dai diversi Margaritas che aveva bevuto a quel punto della serata. « Anzi, in un certo modo suggerisce che tu abbia partecipato attivamente alla sbronza. » Miles Kane rise, al pensiero del suo migliore amico come Aurora de La bella addormentata nel bosco nel letto di un travestito; Alex Turner invece – nel suo giubbotto di pelle che nascondeva una t-shirt bianca ed un paio di jeans scuri – aggrottò le sopracciglia sorpreso da tanta intraprendenza, per poi sorridere imbarazzato.
« Non scordo mai niente, per quanto male mi possa ridurre. L'ho sempre considerato uno dei pochi pregi derivanti dall'aver conosciuto l'alcool troppo presto. » commentò poi prendendo un altro sorso di scotch, quasi per rafforzare il concetto. Andy non poté fare a meno che percepire la sua frase con un pizzico di dispiacere. Mentre si perdeva a rincorrere la nascita del proprio rapporto con l'alcool, perse anche il contatto con la realtà, e quando rialzò gli occhi dal quarto gin tonic che stringeva tra le mani, trovò la sua neonata compagnia dimezzata. Guardò l'unico sopravvissuto al taglio al personale con aria interrogativa. Alex Turner si limitò a poggiare l'indice sulla narice destra con delicatezza, e ci volle qualche secondo prima che Andy ne comprendesse il significato, ed una punta di dispiacere la cogliesse per l'uso di cocaina della compagna della sua serata.
« Mi accompagni a riempire il bicchiere? » chiese lui con un tono di voce troppo basso per la musica che riempiva le stanze della villa, e lei annuì anche se non aveva ben compreso il senso delle sue parole. Lo seguì silenziosamente, attenta a non perdere l'equilibrio sulle sue zeppe bianche, fino al bancone che pensava di aver già frequentato troppo spesso per una sola sera.
« Scotch, per favore. » chiese al barista porgendo il bicchiere vuoto.
« Non ti viene in mente Last Nite degli Strokes ogni volta che vai ad una festa? » chiese Andy guardando il contenuto del suo gin tonic, esternando uno dei mille filoni di pensieri che le viaggiavano nella mente, involontariamente. Alex sorrise con le labbra serrate, quasi non volesse concederle troppo.
« Non ti devi divertire molto alle feste. » suppose lui ricevendo tra le lunghe dita il suo bicchiere riempito. Lei si strinse nelle spalle imitandolo, troppo annebbiata dal gin per spiegargli cosa volesse intendere. « Quindi She's Thunderstorms è davvero il tuo testo preferito? » Lei scosse energicamente la testa, tornando a guardarlo negli occhi, vedendo finalmente uno spiraglio di redenzione per l'immagine mediocre che pensava di aver dato di se durante la loro intervista.
« No. Cioè, è bella, mi piace. Ma direi When The Sun Goes Down. Domani cambierò idea. » disse conoscendosi fin troppo bene. « No ho cambiato idea già ora.. Poi non mi sento in grado di fare commenti sui figli con la madre davanti. » aggiunse Andy riferendosi alla loro intervista. Lui sorrise, sempre con le labbra strette, ed entrambi presero un sorso del loro drink.
« Non sei una fan degli Arctic, vero? » chiese lui senza particolari intonazioni della voce. Sembrava semplicemente curioso. Lei lo guardò per qualche secondo negli occhi, tentando di capire se le aveva appena teso una trappola, o poteva esprimersi liberamente. Poi decise di farlo in ogni caso.
« Lo ero. Vi ho visti in concerto a Londra due volte: circa 5, 6 anni fa direi. Avevi un sacco di capelli. » commentò tentando di non ridere, ma un sorriso le sfuggì dalle labbra ed abbassò lo sguardo, imbarazzata per la sua constatazione chiaramente dettata dalla frequenza assidua al bancone del bar. Lui la osservò stranito, guardandosi per qualche secondo attorno nell'intento di trovare una risposta abbastanza divertente, ma lasciò perdere.
« Dovrei dare la precedenza al tuo commento sulle abilità del mio parrucchiere, o al fatto che hai usato il verbo essere al passato? Da quando non ci ascolti più? » Era divertito, ma non voleva apparire indagatore.
« Dovresti dare la precedenza alla scelta del tuo parrucchiere. » commentò sarcastica, mentre il rosso che albergava sulle sue guance non accennava a sloggiare per il perenne filo di imbarazzo che provava nell'intento di trattare Alex Turner come un qualunque ragazzo. « Comunque non ho mai smesso di ascoltarvi, è solo che.. Non so, suppongo di avere dei gusti diversi adesso.. Senza offesa. O forse semplicemente non vi ho più posto l'attenzione di prima, nell'ascoltare i dischi, dico. AM è bello, ma i B-Sides sono più belli, secondo me. Voglio dire, Stop the World I Wanna Get Off With you è pazzesco! » sorrise, guardandolo negli occhi. Se si fosse soffermata a pensare lucidamente al fatto che si trovava ad una festa a parlare di musica con il frontman degli Arctic Monkeys, non sarebbe riuscita ad incastrare parole cosicché formassero una frase di senso compiuto; dunque cavalcava l'onda, esprimeva concetti, lasciava che le parole fluissero dalle sue labbra sincere ed oneste, si faceva guidare dal gin tonic. « Comunque io preferisco McCartney. E non lo dico per fare il bastian contrario. » Aveva provato a non dirlo in precedenza, tenendo per se quell'opinione che secondo Kane poteva apparire dissacrante, ma Alex non era stato categorico come lui poco prima. Ed invece scosse la testa divertito.
« Lennon. Ha ragione Miles. Bastian contrario. » Lei sorrise timidamente, scuotendo a sua volta la testa. « Vuoi qualcosa da bere? » Andy alzò la testa tornando a guardarlo e fece segno di diniego con il capo, sorpresa per l'ennesima volta della delicatezza con la quale il ragazzo pareva fare o dire qualsiasi cosa. Non l'avrebbe descritta come educazione, o gentilezza, ma una vera e propria sofficità che pareva innata, imprescindibile dalla sua figura introversa e imperscrutabile di rockstar. Si inumidì di nuovo le labbra con la sensazione che il suo rossetto viola la stesse abbandonando. Non avrebbe più bevuto, il giorno seguente doveva intervistare Chris Martin e credeva di aver già ingerito troppo alcool per svegliarsi in condizioni accettabili al mattino.
« Non ti sentire in dovere di tenermi compagnia, ci sono dei miei colleghi a giro, posso trovarli. » disse Andy dopo qualche secondo di silenzio tra i due, che si guardavano intorno dal bancone del bar.
« Preferirei non incontrare troppa gente, soprattutto dopo aver bevuto quel che ho bevuto. Divento arrogante, malignamente sarcastico. » Rispose guardando un punto indefinito davanti a lui. Lei ne approfittò per studiarne il profilo: diverso, complicato. Non brillava di bellezza oggettiva, ma i suoi lineamenti singolarmente bizzarri assieme formavano un complesso intrigante ed innatamente adescatore. Non stentava a credere che da ragazzina ne fosse perdutamente innamorata, così come altrettante ragazze e donne continuavano a pendere dalle sue labbra, e pregare per riuscire a passare una notte con lui.
Quando Margareth e Miles tornarono a ricomporre la neonata combriccola, nel tentativo di mascherare il suo studio attento concernente la fisicità del musicista, Andy si lanciò alla ricerca della cannuccia del suo drink con la lingua, mancandola diverse volte in uno spettacolo divertente prima di riuscire a intrappolarla tra le labbra e finire in un sorso il gin tonic, alleato imprescindibile contro l'imbarazzo. Kane, inattento, aggiornò l'amico sulle diverse conoscenze in comune che aveva trovato alla festa nel tratto bar-bagno e viceversa, mentre Andy, attenta, non mancò di notare la sbavatura di rossetto scarlatto sul mento di Margareth. Le sorrise a labbra serrate, facendo conseguentemente gonfiare i suoi zigomi rosati, e con un cenno distratto le indicò la parte di volto sporca sul proprio, specularmente. La donna non ci mise molto a capire, e voltandosi di tre quarti si strofinò il mento energicamente, cercando poi uno sguardo di approvazione in Andy. Lei sorrise di nuovo, e con un cenno netto di assenso si trovò sollevata grazie alla scoperta che la sua nuova conoscenza avesse fatto sesso in bagno con Miles Kane piuttosto che uso di droghe.
« Che ne pensate? Non è fantastico Empire?! Ma che state facendo? » chiese l'altissimo cantante osservando le due donne, che sembravano esser state colte in flagrante. Andy annuì energicamente, tentando di nascondere un largo sorriso.
« Il mio preferito dei Kasabian. Una figata assoluta. » commentò con tono fintamente solenne.
« Vorrete scherzare! Mi volete far credere che secondo voi è meglio di Velociraptor!? Ma l'avete almeno sentito?? » esordì Alex Turner. Miles sbuffò spazientito, e le due ragazze ebbero la sensazione che quella doveva essere la centesima volta che affrontavano la medesima discussione.
« Mi dispiace per la solidarietà femminile, ma stavolta devo dare ragione a Mr. Rockabilly, Velociraptor è senza dubbio il migliore. » commentò Margareth con un tono sofferente. Alex la squadrò alzando un sopracciglio per il soprannome che gli era stato appena affibbiato, ma rimase in silenzio, senza lamentarsi.
« Ragazzi, Shoot the Runner. » si limitò ad aggiungere Andy.
« Esatto! Finalmente qualcuno che ragiona! Stuntman, Empire, Apnoea! Ma di cosa stiamo parlando? Ma di cosa state parlando?! » si infervorò divertito Miles Kane, scuotendo le braccia in segno di disperazione, elencando canzoni dell'album Empire. La sua spalla improvvisata per quella battaglia rise sommessamente, poggiando il bicchiere ormai vuoto sul bancone ed intrecciando le braccia sotto il seno, pronta ad avvalorare le proprie tesi.
« Re-Wired » disse allora Alex Turner con sguardo serio, quasi minaccioso. Sembrava che stesse sfidando i due avversari a parlar male di quella specifica canzone, contenuta in Velociraptor, cosicché potesse sfoderare le sue armi migliori, e farli a pezzi sul proprio territorio. Andy sbarrò gli occhi con divertimento ed alzò le mani
« Easy Cowboy » commentò inclinando leggermente la testa.
« Cosa vorrebbe dire? Un titolo di canzone buttato lì con quel tono? Non hai mica detto Enjoy the Silence. Non capisco questa tua fissa con Re-Wired. » Disse Kane prendendolo in giro e scuotendo la testa. « Re-Wired » lo scimmiottò prima di voltarsi verso il bancone ed ordinare una birra. Turner lo fissò per qualche secondo, studiandone i movimenti. Poi un sorriso gli si allargò sul volto, e per la prima volta in tutta la serata Andy notò i suoi denti bianchi. « Re-Wired » commentò ancora Miles Kane con la birra tra le dita. « Ti sei bevuto il cervello. Re-Wired. » Le ragazze erano onestamente divertite da quel teatrino, ed Alex sembrò abbandonare ogni speranza di poter vincere quella singolare battaglia voltandosi di profilo e scrutando la folla, con uno sbuffo allegro.
« Qualcuno ha fame? Ho voglia di frittelle. » disse Margareth con una smorfia, ed il suo fare da bambina fece sorridere Miles ed Andy. Quest'ultima annuì.
« Io ho sempre fame. » aggiunse
« Al, potreste venire tutti da me. Cuciniamo delle frittelle. Volevo dire cucinate delle frittelle, dal momento che io non ne sono capace; però sarei ben felice di mettere a disposizione i miei fornelli. » l'intervistatrice fu sorpresa da quelle parole. Non si immaginava che Miles Kane avesse una casa a Los Angeles, né tantomeno che vi invitasse una sconosciuta, per quanto questa potesse schierarsi al suo fianco in una battaglia musicale. Il frontman degli Arctic Monkeys annuì stringendosi nelle spalle, e l'ultima parola fu donata ad Andy.
« Non so cucinare. » ammise sorridendo.

 

Spero vivamente che questo secondo capitolo vi sia piaciuto; io mi sono divertita molto a scriverlo, e credo mi divertirò
altrettanto nel continuare la storia.  Ci tengo a precisare che le mie opinioni musicali non coincidono
necessariamente con quelle di Andy.  Recensioni sono sempre più che ben accette, positive o negative.
Al prossimo capitolo, un abbraccio!

Sweather Weather - The Neighbourhood: https://www.youtube.com/watch?v=RA26uXxh5O0
Last Nite - The Strokes: https://www.youtube.com/watch?v=EXaHy814cEA
Stop the World I Wanna Get Off With You - Arctic Monkeys: https://www.youtube.com/watch?v=IXTMDLbaIeg
Shoot The Runner - Kasabian: https://www.youtube.com/watch?v=2C0OEVWKZv0
Re-Wired - Kasabian: https://www.youtube.com/watch?v=gjsrH_cnK7g



 
   
 
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