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Autore: Aeltanin    08/09/2014    6 recensioni
Sono trascorsi ormai 5 anni dalla fine della seconda guerra. Il mondo magico vanta una discreta serenità, ma la sete di vendetta di alcune famiglie purosangue reclama una giustizia aberrante, quando una notizia circola veloce tra le loro residue fila. La novella famiglia Malfoy dovrà fare i conti con le ingiustizie della vita e dovrà lottare strenuamente per ritrovare la sua piccola felicità e proteggerla dalle mine della guerra.
« Perdonami » Lo odio con tutta me stessa, perché non ha capito assolutamente nulla. Non c'era niente che avrebbe potuto fare per salvarmi, se non dividerci e salvare nostro figlio dalla furia e violenza spietata di quelle bestie abiette dei Mangiamorte. [...]
« Non devi dirlo. Non ti è concessa nessuna colpa, non adesso ».
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Più contesti
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Capitolo 7. A Little Lie. Shh!

 

 

 

Guardo Draco sollevare il corpo di Leon senza il minimo sforzo, passandogli le braccia attorno alla vita minuta e stringerlo contro il suo petto villoso. Se riuscissi anche solo ad emettere un fiato, convoglierei ogni residuo di energia che è in me per urlare, per gridare nei confronti di quel Dio che è stato poco giusto con me, con Draco e con Leon. Ma ci credo davvero, io, in un Dio? Questa entità sovrumana verso la quale i babbani professano il loro credo e che promette misericordia, si è forse dimenticata della mia famiglia? 

Mi alzo come un automa, tenendo congiunte le mani sul ventre, nell'atto di proteggere il fagiolino che cresce in me, totalmente ignaro della guerra che divora gli uomini. 
Ma son uomini o bestie questi sostenitori della malvagità? Che obiettivi possono muovere coloro che erano pedine nelle mani di un pazzo, ormai sconfitto, e che ancora ne condividono e perseguono gli ideali? 
Ci siamo illusi di aver debellato la piaga, ma questa ancora ci affligge, dimostrandoci solo quanto vano sia stato il nostro combattere. 
Abbiamo lottato fino allo stremo, asciugandoci sangue e sudore dalla fronte, dal petto e dagli arti, rialzandoci sulle ginocchia scorticate, brandendo con austera dignità quel legnetto potente contro l'ostacolo di fronte a noi. 

Ma abbiamo perso. Io e Draco abbiamo perso.

Lo adagia sul suo lettino, ancora sfatto, e gli affianca quel ridicolo orsetto di pezza, che vinse per Leon in una fiera babbana. Lo sfiora tutto, percorrendo con i palmi aperti delle mani ogni singolo angolo del suo corpicino, per poi accasciarsi sul suo ventre e circondarlo con le braccia.
Ogni membro della famiglia Weasley ci osserva attonito, incapace di rompere quel precario equilibrio emozionale intorno a Leon. Draco solleva il capo e si volta verso di me, le lacrime mute gli rigano il volto. Non una smorfia a imbruttirne i lineamenti, non un fiato emesso dalle sue labbra, solo dolore umido, tangibile, sul suo viso d'avorio. Il suo sguardo è fisso su di me, le sue mani si allungano sul mio ventre. 

 

Condivisione.

 

Si starà chiedendo perchè non ho ancora distrutto tutto, perchè non sto dimostrando in alcun modo fisico la mia sofferenza. E' così dannatamente facile rispondere, che vorrei non fosse tale, tanto lacerato è il mio cuore.
Nessun taglio, nessuna bruciatura, nessuna caduta sarebbe paragonabile alla gangrena del mio cuore. 
Prendo atto solo in quel momento, come fin ad ora non la fosse stata, che la morte di mio figlio è reale. Lo testimonia l'aria rarefatta, l'immobilità dei familiari, la Tana distrutta per metà e quella tetra espressione che si è appena disegnata sul viso di Draco.

 

Ho bisogno di te, ho bisogno di condividere il mio dolore.

 

Faccio un passo avanti e mi ritrovo di fronte a lui, che subito si aggrappa alla mia vita e affonda il viso tra i seni. Le sue dita stringono forte sui fianchi, la sua presa fa tanto male. Ma mai quanto la vista del mio meraviglioso e dolce bambino, che forse ha già trovato la sua pace, mentre noi ancora lo compiangiamo.

 

« Dimmelo, ti prego dimmi che non è vero, Hermione. Dimmi che adesso si sveglierà e verrà a saltare sul nostro letto. » Gli appoggio le mani sul viso e lo sollevo verso il mio. L'anellino di smeraldo da lui regalatomi alla nascita di Leon viene striato dalle sue lacrime, sulle quali i miei palmi si posano gentili. 

« Draco, guardami! » lo scuoto con poca cortesia, fissandolo negli occhi « Draco… » Sento qualcosa di umido scorrermi sulle guance e finalmente capisco di star manifestando il mio dolore « Lui…sarà sempre con noi. Nei nostri cuori, nei nostri ricordi…nei… » Non ho la forza di continuare, né il fiato per andare avanti. Mi aggrappo alla schiena di Draco e stringo le dita sulla sua nuca. Mi sento sollevare da terra e allaccio istintivamente le gambe alla sua vita. 

« No…non portarmi via…no… » dico, senza riuscire a indirizzare lo sguardo sul corpo immobile di mio figlio. Senza ricevere alcuna risposta, la sua stretta si fa ancora più serrata sulla mia schiena, finché essa non viene a contatto con qualcosa di morbido. Mi adagia sul nostro letto e mi depone un bacio sulla fronte. 

« Grazie » mi sussurra sulle labbra, mentre le mie mani si intrecciano alle sue « grazie per aver condiviso il mio dolore. » La piccolina scalcia. Questa ragazzina non è ancora nata e già mi sembra che percepisca tutto. Riconosce la voce del padre, reagisce alle emozioni. Qualche volta ho l'impressione che mi infonda forza e coraggio. Sposto la mano destra di Draco sul ventre e lascio che anche lui venga invaso dal benessere che mi procura. Socchiude gli occhi e apre leggermente la bocca. Ha le gote arrossate e le palpebre gonfie. E' semplicemente perfetto anche così vulnerabile. Quando riapre gli occhi e allontana la sua mano dalla mia rotondità, mi sento immediatamente scoperta. 

« Dove vai? Non voglio riposare! Come…come potrei… » gli chiedo, rendendomi immediatamente conto della stupidità della domanda e degli occhi che minacciano di chiudersi da un momento all'altro.

« Dove vuoi che vada, Hermione? Vado a disporre con dignità del corpo di mio figlio. » Non mi capacito se ho ricominciato a piangere, quando si è staccato da me o quando ho associato le sue parole al corpo di Leon, sepolto sotto terra.

 

 

***

 

 

Un urlo.
Un dannatissimo urlo, una sguaiata emissione di fiato.
La riconoscerei tra mille. Mi tormenta i sogni ancora oggi. Mi sveglio madido di sudore, quando ripenso ad Hermione sottoposta alle torture della sua bacchetta. Quegli occhi iniettati di sangue e pazzia che stavano per spegnere la vita della donna che un giorno, non lo sapevo ancora, avrei amato più di me stesso. 

Torno in cucina, ma i Weasley si sono già precipitati fuori. Ginevra si è accasciata su qualcosa, poco lontano dalla Tana. Accanto ad un cumulo di fieno, quasi a volerlo confondere con le bestie, il corpo chiaro di Harry Potter privo di vita, candeggia il buio della notte. Gli occhi chiari sbarrati, cristalli immobili dell'ultimo momento di vita, scrutano vacui il terreno umido. 
Grida, urla. Lo scuote quasi dovesse snodare i fili di un burattino. 
E' questo che l'eroe del mondo magico è diventato. Un burattino, una bambola di pezza. Carne cruda destinata a fungere da nutrimento per gli animali della terra.
E' forse la fine più giusta che spetta a chi ha dedicato la sua esistenza agli altri, sacrificandosi per un fine superiore? 

« Con chi lo crescerò tuo figlio? No! Devi svegliarti! » 

Un altro corpo da seppellire, un'altra vita da compiangere, un ulteriore motivo per lottare.

« Nipote traditore del suo sangue, buonasera. » Bellatrix si palesa, sprezzante, come avesse vinto chissà quale premio. Si attorciglia i ricci tra le dita e si ferma ad un palmo di naso da me. Sorride, di un sorriso sadico e soddisfatto. Non riesco a frenare l'impulso di stringerle il collo e vederla annaspare tra le mie dita. Una furia cieca mi invade, mentre uso sempre più forza e sto per riuscire nel mio intento. Perchè non reagisce? Perchè si lascia uccidere in questo modo? Quasi desidero che contrattacchi, pur di non avere sulla coscienza il peso di avere ucciso un essere umano. Ma Bellatrix, di umano, cosa ha davvero?

« Puoi…anche…uccidermi » riesce a dire, un soffio roco tra quelle labbra infernali « ho già… raggiunto il mio… scopo » termina, ancor più sorridente. Respiro profondamente, recuperando la calma.

« Se credi che riuscirai a farmi perdere la pazienza, se credi che qualsiasi bestialità tu possa proferire, questa possa scalfirmi, ti sbagli di grosso. » Lascio improvvisamente la presa sul suo collo e la vedo accasciarsi sul terreno, le mani che massaggiano la gola. « Ho appena perso mio figlio, il sangue del mio sangue, credi che abbia qualcos'altro da perdere? Credi che se ti uccidessi, potrei pentirmene? » I miei occhi mandano lampi, sento fluire impetuoso il sangue nelle vene. I battiti del mio cuore accelerano notevolmente, mentre vedo il suo ghigno sarcastico spegnersi sul suo volto e le gambe spingere all'indietro, per allontanarsi. 
Bellatrix Black che teme il nipote traditore del suo sangue? Da non crederci.

Stringe le gambe al petto, arretrando ancor di più. Non emette fiato e respira sommessamente. 
Mi sono portato alla sua altezza, molleggiando sulle ginocchia. La guardo severamente, schifandomi del legame di sangue che mi unisce a lei. 
Mi sono quasi dimenticato dei Weasley, mi sono dimenticato di Hermione, mi sono dimenticato perfino che mio figlio attende una degna sepoltura. 
Mi sono dimenticato che sono diventato una persona migliore e ho sfilato la bacchetta, pronto a togliere la vita a chi l'ha tolta a mio figlio. 

« Guardati, sei patetica. » Faccio scorrere la bacchetta dalla sua fronte al suo collo e ancora su e giù fino a raggiungere lo sterno, all'altezza del cuore. « Mi basterebbe pronunciare le due paroline dolci che tanto adori usare » le sorrido, tragicamente inquietante « … e farti provare cosa significa morire, freddata da chi non ha il diritto di portarti via la vita. »

« Forza nipote. » ha il coraggio di incitarmi. Mi sembra quasi che abbia ritrovato un momento di lucidità. « Forza, dillo! Ora! » Premo la bacchetta, facendo penetrare la punta più in profondità, quasi le buco il petto.

« Non hai idea » sussurro, sfiorandogli l'orecchio con le labbra, un gesto familiare tanto spesso compiuto da lei « non hai davvero idea di quanto vorrei vedere la luce lasciare i tuoi occhi spiritati, di vedere il tuo corpo diventare freddo, la tua carne rattrappirsi e decomporsi. Non hai davvero la minima idea di quanto aneli questo. » Sarebbe passato per un gesto affettuoso, visto da lontano, se non fosse stato per l'entità delle frasi. « Ma ammazzarti, significherebbe fartela passare liscia, significherebbe farti un regalo. Significherebbe condurti laddove mio figlio ingiustamente è stato condotto. Ed io non posso permettere che tu la faccia franca con un colpetto di bacchetta dritto al cuore. Convieni? »

« Che…che intendi fare, Draco? Tu sei in parte Black! Avresti potuto essere un Mangiamorte, avresti potuto perseguire gli ideali del Signore Oscuro, saresti diventato uno dei migliori! » Sta sragionando. Sta tentando di persuadermi, mettendo in mezzo la famiglia. Come può credere di potermi raggirare così stupidamente? La spingo violentemente, schiacciandola sul terreno con il tacco degli stivali. Le premo il petto, lei ansima. 
Il vecchio Draco, quello educato da Lucius a non perdonare, quello che ha ancora addosso i segni delle cruciatus, avrebbe tentato di ucciderla invano. 
Ma quel Draco codardo non esiste più. Quel Draco ha mitigato la sua anima da serpe con una da grifone e il coraggio per ucciderla ce l'ha, eccome. 
Perchè è Draco, ma è anche e ancora Malfoy. Ma...

« Tu sei la vergogna dei Black, tu ha infangato la nobiltà della stirpe. Hai ucciso tuo cugino, sangue del tuo sangue, hai partecipato all'uccisione di mio figlio, l'hai incoraggiata. Ti aspetti che non ti uccida? » le chiedo, sarcastico. Non attendo risposta e proseguo il mio monologo. « Potrei ucciderti, ma non lo farò, perchè sono migliore di te e perchè sarebbe troppo facile, per te, morire e non scontare i tuoi delitti. Incarceramus! » 

« No! Slegami subito! » si dimena inutilmente, alla ricerca della bacchetta che le ho sottratto.

« Calma Bella, calma. Adesso tu ed il tuo amico Nott » ancora incosciente, vittima del medesimo incantesimo « andrete a trascorrere il resto della vita dove meritate, ad Azkaban. Il mio patronus ha già informato Shacklebolt della vostra cattura. Gli Auror saranno qui a momenti. Forse il bacio del Dissennatore vi farà rinsavire, perchè, credetemi sulla parola, voi siete già fuori di testa. »

 

 

***

 

 

La vita che ho trascorso fino ad adesso è stata infelice e instabile. Ho vagato per mesi alla ricerca di Draco ed Hermione, ho ceduto a vari ricatti, ho sporcato le mie mani con i lavori più umili. Ho vissuto momenti di ansia e angoscia, nel tentativo di sfuggire ai Mangiamorte, che da quanto la guerra è finita, cercano di aumentare le file dei proprio seguaci, cercando di ristabilire "l'ordine" voluto da Voldemort. 
Nott ha ben pensato di approfittare dell'entusiasmo delle forze oscure e vendicare il figlio Evan, ucciso da Malfoy Senior, giovandosi dell'aiuto dei Mangiamorte.
Quando sono riuscito a scappare da loro, sono rimasto in sordina, tentando di anticipare, non sempre positivamente, le loro mosse.
Ho intercettato Arthur Weasley e gli ho comunicato il pericolo incombente. Il mio gufo non è mai tornato a casa.

Bellatrix e Nott hanno stretto un patto: la prima l'avrebbe aiutato nell'impresa di uccidere Leon, il figlio di Draco, e il secondo avrebbe sposato la figlia sterile di Bellatrix, Cassiopea. Quando ne sono venuto a conoscenza, una furia disumana mi ha invaso. Sono stato silenzioso, discreto; molto spesso sul punto di essere scoperto, ho approfittato del momento migliore per agire.
Ma adesso finalmente faranno la fine che si meritano. Forse una piccola vittoria, che mai potrà compensare le ingenti perdite subite. Per Potter non ho potuto far niente. 
L'hanno braccato in tre; Bellatrix ha inferto l'anatema che uccide. Sono arrivato troppo tardi per salvarlo e di questo mi rammarico molto.

Ho adorato letteralmente Draco. Del ragazzino borioso e arrogante di un tempo non ne è rimasto che qualche stralcio. E' un uomo quello che ha combattuto e vinto. E' un uomo quello che non ha ucciso, ma condannato. E' un uomo quello che sta seppellendo suo figlio. E' un eroe per questa piccola folla radunata intorno la tomba di Leon. Hermione ha appena deposto un fiore sulla piccola bara bianca, Draco le stringe la vita, attirandola a sé e nascondendo il volto tra i suoi capelli. 
Nemmeno lo conosco questo bambino, ma so già che lo devo proteggere. 
Devo sbrigarmi, il tempo stringe, devo salvarlo. 

 

 

***

 

 

L'ho tirato fuori appena in tempo, già tossiva violentemente e annaspava in carenza d'ossigeno. L'ho coperto con un telo di pile e l'ho scaldato con il calore del mio corpo. Povero piccolo, ne ha passate così tante. 
Adesso che lo osservo per bene, è proprio identico a Draco. Gli percorro il viso con lo sguardo e ritrovo quella smorfia marchio Malfoy, che il padre sfoggiava senza ritegno. E' inquietante il fatto che Leon la riproduca anche nel sonno.
Stropiccia gli occhi, irritato dalla luce del sole che filtra attraverso il piccolo oblò della cameretta. Le manine ancora poco reattive, i muscoli indolenziti. 
E' atroce quello che ha passato, ma sono riuscito a salvarlo e garantirgli una esistenza umile, ma dignitosa.
E' importante che i Mangiamorte rimasti liberi lo credano morto. Cassiopea farebbe carte false per trovarlo e toglierlo di mezzo. Ha ereditato la follia della madre e il sadismo del padre. Mette i brividi.
E' fondamentale che Draco ed Hermione ne siano convinti allo stesso modo.

« Mammina… papino! Fame… » Dimena le braccia e cerca di mettersi a sedere, fallendo. La debolezza ha avuto il sopravvento e il capo è ricaduto nuovamente all'indietro sul cuscino.

« Leon, hai fame? Cosa desideri? Vuoi un bicchiere di latte? O preferisci del tea? » Mi osserva per un minuto buono, senza parlare. Spalanca gli occhioni grigi e si porta una mano alla bocca, in segno di stupore.

« Tu non sei papino! E… dove sono? Perchè mammina non c'è? A me non mi piace il tea » dice, facendo una smorta di disgusto. Possibile che il figlio di Hermione Granger si esprima in maniera scorretta? Si solleva la maglia e tasta sul punto in cui era presente il Metamarchio. Non sente evidentemente più dolore, semplicemente perchè il Metamarchio Leon non l'ha mai subito

« Non ti fa più male eh? » gli sorrido, ricevendo di rimando una buffa espressione tra lo scettico e l'arrabbiato « Ehi, non guardarmi in quel modo! Non sono bello come tuo padre, ma non voglio farti del male. »

« No male, guadda! » risponde, in evidente carenza di "erre", regalandomi un sorriso smagliante « stato tu? » Mi punta l'indice sul naso.

« Tu non sei mai stato ferito Leon. Quella macchiolina rossa che avevi sul petto era un piccola bugia, ma non dirlo a nessuno! » gli dico teatralmente, portandomi l'indice alle labbra. Quando ho scoperto che Nott voleva legare la sua vita a quella di Leon, ho subito cercato di raggirarlo, lasciandogli credere di star agendo secondo il suo intento. Ho disegnato quel finto Metamarchio sulla pelle di Leon, procurandogli un lieve dolore, ed ho modificato la memoria di Nott in modo tale da convincerlo di aver inferto a Leon quella condanna. Se davvero così fosse stato, questo meraviglioso bambino adesso non starebbe saltellando sul letto e non starebbe tastandomi la faccia con le manine.

« Shhh! Piccola bugia! » sussurra, imitando il mio gesto e provocandomi ilarità. Sento dei passi dietro di me ed una mano posarsi gentile sulla mia spalla. Mia moglie gli offre un bicchiere colmo di latte fresco, che lui afferra quasi  disperatamente. Lo beve senza neanche respirare, poi termina con sonora soddisfazione e due deliziosi baffetti bianchi a contorno della bocca.

« Come stai tesoro? Hai ancora fame? Vuoi dei biscotti? » gli chiede gentilmente. Le guance di Leon si imporporano leggermente, quando la mia dolce metà gli pulisce quegli sbuffi con il pollice.

« Io… bene… » risponde, scostandosi un ricciolo biondo dalla fronte « Biccotti? Due pel favole! » aggiunge educatamente, sventolandole davanti al naso indice e medio. Lei sorride, si siede sul letto, e si porta Leon sulle gambe. 

« Sei proprio un bel bambino Leon, sai? » gli dice, accarezzandogli una guancia. Leon si incupisce, abbassando gli occhi sulle manine. Gli alza il volto e continua « Ti mancano papà e mamma? » A quella domanda, Leon risponde positivamente con un cenno di assenso.

« Mammina e papino non più bene? »

« No tesoro, i tuoi genitori ti vogliono bene tantissimo » mi intrometto, bloccando sul nascere le lacrime di mia moglie, intenerita dalla ingenuità di Leon e degli ormoni della gravidanza, ormai al termine « ma in questo momento… hanno da fare. » Sembra aver capito, dato che la sua espressione triste, diventa prima neutra, poi rilassata. Mi stupisco che non abbia ancora fatto la domanda più semplice e scontata che, neanche a farlo apposta, arriva e mi spiazza come mai avrei pensato.

« Ma tu chi sei? » mi chiede, mentre afferra una biscotto al burro e lo morde svogliatamente.

« Io sono Blaise, lei è Daphne. Siamo amici del tuo papà ».




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Buonasera lettori. Questo capitolo è arrivato in anticipo rispetto alla mia tabella di marcia, ma comunque in ritardo rispetto lo standard settimanale. Beh, direi che sorprese ce ne sono state parecchie. Leon non è morto. Non sono poi così sadica si lo sei. Una angelo mulatto ha agito in sordina, per salvare il figlio del migliore amico che abbia mai avuto. Ha dovuto far credere ai due genitori che il figlio fosse morto, ha inscenato tutto questo e portarlo con sè, per sottrarlo alla furia dei Mangiamorte. Cassiopea, la figlia di Bellatrix (che è una mia esclusiva invenzione!) è spietata quanto e forse più della madre. Se venisse a scoprire che Leon è vivo e che ha sabotato il suo matrimonio con Nott, lo ucciderebbe senza dubbio. La casetta di Blaise e Daphne (modesta e dotata di due sole stanze) si trova nascosta ed è protetta da un incanto fidelius, di cui custode è la defunta madre di Blaise. Non vi è modo di scoprire la sua ubicazione: Blaise e la famiglia sono protetti in maniera assoluta e con loro adesso anche Leon. Anche un'altra persona ha trovato la morte: Harry Potter, assassinato barbaramente da Bellatrix. Mi dispiace non aver dedicato più spazio alla sua dipartita, ma più avanti, ci saranno riferimenti a lui, che è stato notevolmente importante nella storia. Altro non posso rivelare. :)
Volevo ringraziare di vero cuore quelle tre, quattro persone che puntualmente mi fanno felice, manifestandomi la loro opinione. E' importantissimo sapere che qualcuno che mi segue con affetto c'è ed è grazie a voi che vado avanti. :)
Il capitolo è dedicato ad una persona speciale che domani (oggi ormai!) compie gli anni e che è stata un supporto notevole in queste settimane! Tanti Auguri HermClary alias Vanessa

Lascio il link della mia pagina FB a chi volesse seguirmi: 
https://www.facebook.com/ErikaAstoriaGM
Grazie per la lettura!

Aeltanin Astoria (che ha cambiato nome!)
 

 

 

 

 

   
 
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