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Autore: la grande    08/09/2014    3 recensioni
Non c'è molto da dire è la storia di una ragazza normale che vive una situazione più grande di lei.
Dal testo:
" Eravamo lì abbracciati e mentre mi stringeva semplicemente disse "ti amo" come se stesse dicendo che doveva andare a fare la spesa, non so davvero cosa mi fosse preso ma lo dissi anch'io, e lo pensavo veramente, dopo di che ci addormentammo, e da allora iniziarono i problemi. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono al bivio, chi l'avrebbe mai pensato che una sedicenne qualunque, un po' in carne con nessun talento in particolare, se non quello di soffrire e far soffrire chi le sta intorno, sarebbe arrivata a questo punto nella vita. Io sinceramente no. Nessuno dovrebbe sopportare le pene dell'inferno, per nessuna ragione al mondo! Nemmeno per quella merda che tutti chiamano amore, con il quale giustificano ogni loro azione. La verità è che l'amore non esiste, è solo un illusione che ci creamo per convincerci di essere importanti per qualcuno, in realtà ognuno di noi è innamorato solamente di sè stesso. Io ne sono la prova vivente. Voi vi chiederete come io possa parlare in questo modo avendo solamente sedici anni, come io possa essere cosi scoraggiata rispetto al sentimento chiamato amore, beh semplice, la vita mi ha fregata.

Quando avevo quindici anni (solo l'anno scorso) avevo tentato il suicidio, storia triste anche se in realtà non ha molto a che fare con la situazione in cui mi trovo ora, genitori separati, carattere di merda e bisogno di attenzioni superiore alla media, queste tre cose mi avevano portato ad auto-accoltellarmi all'addome, mossa non molto intelligente se volevo una morte veloce ed indolore, forse non volevo morire davvero, chi lo sa? Comunque dopo questo gesto mia madre cercò di allontanarmi dai miei problemi mandandomi a vivere in California da suo cugino. Mi ero sempre trovata bene con il cugino di mia mamma e con le sue figlie, quindi non mi opposi più di tanto a quella decisione, più mi fossi allontanata dalla mia "famiglia" meglio sarebbe stato per me. La California, che stato affascinante! Mare e sole, sole e mare....altro che il tempo di merda che c'è in Italia. (almeno in questo periodo). Beh, poco importa del tempo, fatto sta che mi ritrovai in una scuola nuova, in un continente nuovo, dove parlano una lingua diversa dalla mia, benchè io me la cavi abbastanza bene con l'inglese è tutta un'altra cosa. Forse fu proprio per questo motivo che mi chiusi in me stessa, che decisi di fingere quella felicità che avrei dovuto avere, in modo che a mia madre non giungesse voce di una possibile ricaduta, e mi concentrai molto sullo studio, volevo ottenere una borsa di studio per studiare giornalismo nella Ivy League, già avevo trovato il mio scopo nella vita, o almeno così credevo nei giorni in cui gli antidepressivi facevano effetto. Fu in quel momento della mia vita che lo conobbi, già come in ogni buona storia che si rispetti c'è una storia d'amore che prende il sopravvento, poteva mancare nella mia? Lui era lui, alto moro con gli occhi azzurri, quegli occhi che al solo guardarli ti sciogli, un figo da paura insomma. In classe ormai passavo le lezioni a fissarlo, non c'era problema tanto capivo meglio leggendo che ascoltando, i miei voti non ne risentirono, ma il mio umore si. Io sempre chiusa in me stessa iniziavo a sorridere di più, cosa che incoraggiò gli altri a fare amizia con me, cosa che non mi dispiacque affatto. Poi un giorno finita la lezione di letteratura, che libro affascinante "To kill a mockingbird" o come lo chiamiamo in Italia "Il buio oltre la siepe", mi chiamò mentre stavo uscendo ed io rimasi sola con lui, quando chiuse la porta della sua classe. Ah già, mi ero dimanticata di dirvi che lui era il mio professore. Comunque mi ricorderò sempre le sue parole, parlò del più e del meno la maggior parte del tempo, ma quando giunse al grano del suo discorso il sangue mi si gelò nelle vene.
"Sai, presuppongo che nessuno dei miei colleghi abbia il coraggio di affrontare questo argomento con te, ma mi sono soffermato molto a leggere il tuo fascicolo, ho letto dei tuoi problemi di depressione e che hai tentato il suicidio, metodo poco convincente secondo me" fu allora che pensai per la prima volta che l'amore a prima vista è una cazzata e che probabilmente era solo uno stronzo ma poi... "Sai, non fraintendermi, sono contento che tu non lo abbia fatto, penso solo che magari non volevi davvero toglierti la vita, volevi solo far sentire la tua voce, è capitato anche a me di sentirmi impotente, beh bando alle ciance, ti vai di uscire con me?" nel ricordare quelle sue parole sorrido, gli chiesi se stesse scherzando ma lui mi disse che essendosi laureato solo l'anno prima e che faticava a distinguere giusto da sbagliato. 
"Allora che ne dici?"
"Si!" risposi con il sorriso sulle labbra.
Da allora ci frequentammo per tutta la durata dell'anno scolastico, mi faceva sentire bene sentire viva, felice per la prima volta nella mia vita. talmente tanto felice che da quel momento ho smesso di prendere quegli stupidi farmaci. Perchè prendere sostanze nocive quando hai la felicità in carne ed ossa? Beh fatto sta che uscivamo insieme tutti i giorni, beh sarebbe meglio dire ci incotravamo, a casa sua, una stupenda villa con piscina tra l'altro, genitori ricchi! Dopo tre mesi che uscivamo abbiamo anche fatto l'amore per la prima volta, è stata la sensazione più magnifica del mondo, beh inutile dire che è successo molte altre volte dopo quella. Fu proprio dopo una di quelle volte che lui mi disse le fatidiche parole per la prima volta. Eravamo lì abbracciati e mentre mi stringeva semplicemente disse "ti amo" come se stesse dicendo che doveva andare a fare la spesa, non so davvero cosa mi fosse preso ma lo dissi anch'io, e lo pensavo veramente, dopo di che ci addormentammo, e da allora iniziarono i problemi. Infatti ci addormentammo ed io rimasi lì con lui tutta la notte, ed il fatto che io non fossi rientrata mise in allarme il cugino di mia madre, da quel momento in poi fui una sorvegliata speciale. E quando un giorno non mi accorsi che mia "cugina" (non so di che grado sia. La figlia del cugino di mia madre) mi stava seguendo la portai dritta dritta alla residenza del mio Romeo. Inutile dirvi che quel genio da cui mia madre mi aveva scarrozzata lo denunciò il giorno dopo, ultimo giorno di scuola, e quando la polizia venne ad arrestarlo io ero lì con lui. Fu la scena più orrificante che io avessi mai visto e mentre lo portavano via sussurava quelle due parole che gli avevano rovinato vita e carriera "ti amo".
Passarono due mesi prima che ebbi sue notizie, beh non proprio sue, già perchè c'è un codice tra i carcerati chi importuna i minori subisce torture e per quanto quello che avessimo mi sembrava estremamente giusto io rimanevo una sedicenne, comunque la polizia venne nella casa in cui alloggiavo con la notizia che si era suicidato e con uno stupido biglietto.

Biglietto che ora tengo tra le mani, biglietto che ho letto e riletto. "Ti ho amata, ti amo e ti amerò per sempre. Perdonami se ho deciso di andarmene, sai quei momenti di cui avevamo parlato quel giorno in aula? Beh fidati non volevi morire davvero, perchè io voglio andarmene perchè non sopporto che trasformino qualcosa di magico in qualcosa di sbagliato. Ti amo perdonami se puoi. L."
Eccomi qui in piedi sulla lettera H della scritta Hollywood, lascio andare quel biglietto e lo osservo vorticare nel vuoto mentre cerco di decidere cosa fare e nel guardare il cielo rivedo i suoi occhi. Decido e salto nel vuoto. Mentre cado mi accordo di aver sbagliato completamente, mi rendo conto che l'amore esiste,che è egoista perchè vuoi sempre il meglio per te, che è brutale perchè non impota quante volte sbatterai la testa contro il muro continuerai comunque a non capire come funziona, e che ora so cosa cosa si prova a voler morire davvero. Aspettami amore mio sto arrivando. Chiudo gli occhi e......

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Nota autrice:
Era un po' che mi ronzava in testa e la volevo scrivere ma non trovavo la maniera giusto. Sinceramente non sono molto contenta del risultato, ma spero che vi piaccia. Sam.
  
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