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Autore: Liris    26/09/2008    5 recensioni
Ricorderò sempre quel pomeriggio d’inverno.
Il sole faceva capolino a fatica dalle nuvole grigie che macchiavano il cielo bianco, mentre nell’aria si sentiva l’arrivo della neve.
Nell’inverno dei miei dieci anni, ero del tutto inconsapevole di ciò che sarebbe successo di lì a poco.
E di ciò che avrebbe cambiato la mia vita, e quella di mio fratello, per sempre.

Ecco la vostra Liris con una nuova fic a capitoli su un genere totalmente differente dalle prime.
Genere: Drammatico, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Away from the sun
Categoria: FullMetal Alchemist
Autrice: Liris
Desclaimers: Tutti i personaggi contenuti non sono di mia proprietà ma di Hiromu Arakawa e la storia non è a fini di lucro
Genere: Drammatico, Guerra, Azione, Romantico (ma non da carie v.v)
Raiting: Giallo






-Occhi di miele, cuore di ghiaccio-





Ricorderò sempre le parole di mio padre.

-Gli incidenti capitano, Edward….è la vita-

Una lezione che è servita sia a me che a mio fratello, quando allora vedevamo ancora il mondo con gli occhi innocenti di bimbi ed estranei a cosa realmente c’era là fuori, pronto a ghermirci con i denti aguzzi e affilati.
Forse una lezione che ho compreso più io di lui.
Dipende dai punti di vista.


Non ho mai conosciuto veramente mio padre.
Nella mia tenera età, dove il sole era solo una grande palla gialla che si alzava luminosa oltre le montagne lontane, e che si abbassava quando bisognava infilarsi nei letti, sapevo solo che era una persona speciale.
Sapeva molte cose, era stato in molti posti, e aveva tantissimi libri polverosi e pieni di segni troppo complicati per capirne solamente una virgola.
A me e ad Alphonse bastava che ci prendesse sulle sue forti gambe e ci raccontasse storie fantasiose dei suoi innumerevoli viaggi.

Solo questo.

Teneva in una scatola della piccola soffitta che avevamo, piena di polvere e ragnatele appiccicose, un tesoro tutto nostro: lucenti medaglie con rilievi particolari e che a noi lasciavano sempre con le labbra l‘una staccata dall‘altra
Così….a bocca aperta a quel luccichio ancora bello e attraente.

E giocavamo con quei cimeli, stando attenti, perché rovinarne anche uno avrebbe messo nei nostri cuori una tristezza infinita, mentre papà avrebbe solamente riso e datoci una dolce pacca sulla spalla.
Per lui non erano altro che vecchi ricordi di un tempo ormai fuggito e che non avrebbero mai cambiato nulla.

La vita ci prende quasi sempre per i fondelli..

Se avessi avuto un età maggiore, l‘avrei pensato, mentre vedevo solo la schiena di mio padre in linea con quella dei due uomini in blu, allontanarsi lungo il sentiero con in mano una sacca di tela scura.

Per non fare più ritorno.

Ma allora non lo sapevamo.
Eravamo nella convinzione che il nostro papà sarebbe tornato su da quel viottolo, con la misera valigia che si era portato dietro, e un’altra medaglia da farci vedere e con cui giocare.


Niente medaglia

Niente padre.


Fu forse in quel momento, anzi, ne sono più che sicuro, che presi in mano tutto.
Nell‘inverno dei miei undici anni gettai quel viso sereno e col moccio al naso, per indossarne uno serio e pieno di decisione.
Avrei aiutato io nostra madre, e sarei diventato il perfetto uomo di casa, visto che ero il maggiore dei due figli.

Non accorgendomi che tutto quello che stavo facendo avrebbe rovinato per sempre la nostra famiglia.


Così, mentre io iniziavo il mio lento declino lontano dal sole e mio fratello, in silenzio mi seguiva, qualcosa di più terribile ghermiva nostra madre trascinandocela sempre più lontano e portandocene la consapevolezza solo troppo tardi.

La consapevolezza che il mondo era fatto solo di sangue e dolore, malattia e….morte.


Qualcosa che in quell‘inverno, non avevo ancora compreso.






Pianura di South City, campo 12



La grande distesa verde che si estendeva a perdita d‘occhio intorno alla città di South City appariva dall‘alto invasa da medi puntini di un blu scuro.
Le tende dell‘esercito di Central erano disposte in modo ordinato e quasi preciso in gruppi da trenta, gli uni distanti dagli altri di pochi metri, tanto da dare un senso di divisione
Ogni reparto aveva un proprio comandante, e tutti rispondevano ai due Colonnelli in carica e ai tre Generali principali.

Il campo numero 12, l‘ultimo appena stanziatosi nella grande pianura, si trovava proprio nelle retrovie dove in contemporanea era stata allestita la tenda centrale di comando.

Da questa, proprio in quel momento uscirono due giovani uomini, uno dal passo pesante e dai movimenti stizziti, l’altro che seguiva il primo un po’ impacciato e perplesso.
Attraversarono metà del campo, per raggiungere la tenda dove avevano radunato le proprie cose, osservati da molti occhi che si alzarono al loro passaggio.
Una volta giuntici, con fare stizzito Edward scansò in malo modo il tessuto dell’entrata, facendo pochi passi per ritrovarsi al riparo nella propria tenda, dove mollò un calcio alla prima cassa mezza vuota che gli capitò a tiro.
-Nii-san, vedi di calmarti- affermò Alphonse, lasciando andare alcuni fogli che teneva in mano, sul tavolino per potersi infine stiracchiare.

Avevano passato due buone ore dentro al “comando centrale”, immersi nella più elaborata discussione che poteva nascere fra i generali e i comandanti di tutto l’immenso esercito di Central, per cercare una soluzione all’enorme problema che si presentava davanti ai loro occhi.

La guerra era in stallo.

Un maledettissimo punto morto, che il caro King Bradley non aveva voluto sottolineare al giovane FullMetal, e che anzi, aveva amabilmente nascosto con la favola della “vittoria ormai in pugno“
-Sono tutti degli idioti! E più di tutti quel Archer di merda! Perché me lo devo sempre trovare fra i beneamati?!- urlò Edward, dando un altro calcio, con la gamba sana, alla cassa per poi lasciarsi cadere sulla brandina.

Altro piccolo punto dolente in quella già situazione terribile: il Generale Archer era partito esattamente qualche giorno prima di loro, precedendoli e così mettendo Edward in una posizione di svantaggio.
Perché, giusto essendo un Colonnello uno e Generale l‘altro, c‘era già una notevole differenza fra i due; la cosa sostanziale era che il maggiore degli Elric poteva avere più facilità di manovra delle truppe e degli altri generali, senza avere fra i piedi quell‘uomo orribile.
Aveva una buona capacità, Edward, nel portare in guerra gli uomini che a dir di molti si fidavano di lui, e altri Generali avrebbero ascoltato pazientemente le sue strategie, se non ci fosse stata quell‘ape fastidiosa che era Archer.

Le cose naturalmente dovevano essere sempre difficili, in momenti già così complicati.

-Nii-san, non puoi continuare a strillare così…non serve a nulla, e poi, cosa vorresti fare scusa? Il Generale Archer si è tirato dietro gli altri due come delle marionette. Non credo tu abbia molta speranza di poter ribaltare la situazione, oltremodo continuando a comportarti da bambino!- affermò Alphonse, mettendosi a posto gli occhiali cascanti.
Edward alzò il viso sul fratello e si tirò su di scatto, facendo pochi passi per essergli davanti.
Lo fronteggiò, anche se leggermente più basso di lui, come se i suoi occhi l‘avrebbero potuto incenerire con solo uno sguardo.
-Comportarmi da bambino!?? Ma Al! Li hai sentiti no?? Pensano di poter mandare al massacro una centinaia di uomini, come se niente fosse e senza neanche una buona strategia!? E io non dovrei fare il bambino?- continuò a strillare, tanto che l‘altro dovette massaggiarsi una tempia con due dita.
-Lo so, Nii-san, ma l‘unica cosa che puoi fare è comandare le tue truppe e basta. Son pur sempre tre Generali al servizio del Comandante Supremo, e tu un Colonnello. Devi sottostare alla gerarchia!-
-Me ne sbatto della Gerarchia, Al!- sbraitò Edward interrompendolo, e pestando l‘auto-mail alla gamba sinistra, a terra.
-Ottimo…e poi questo non è un comportamento da moccioso..- sbuffò Alphonse, incrociando le braccia al petto, alzando gli occhi al cielo.

Edward tacque, anche se il suo incontenibile orgoglio lottava furiosamente per venire fuori e investire il fratellino come una gigantesca onda anomala.
Il silenzio opprimente che era calato sui due fu interrotto dall‘arrivo di uno dei commilitoni facenti parte della truppa Elric.
-Signore, un dispaccio per lei- riferì solamente quando gli fu concesso di parlare, facendo il saluto militare e consegnando la busta sigillata al maggiore dei due fratelli.
Questo, dopo aver congedato il sottoposto, aprì con fare scocciato la lettera, e la lesse velocemente.

L‘irritazione già grande, crebbe ancora di più, se possibile, mano a mano che le dorate iridi scorrevano veloci sulle righe stampate.
Il seguente urlo di frustrazione e l‘ennesimo calcio alla cassa fecero sobbalzare Alphonse che, allarmato, prese la missiva dalle mani del suo Nii-san, e gli diede un accurata lettura

La comunicazione era chiara e precisa: il Furher sarebbe arrivato solo fra due settimane, con il resto dell‘artiglieria pesante e gli ultimi Alchimisti di Stato ancora in congedo

La guerra, dunque, sarebbe rimasta in stallo ancora per molto.


Il motivo per cui quel conflitto sembrava ad un punto morto, si doveva ricercare da entrambi i fronti: lo schieramento nemico si era praticamente barricato all’interno della piccola città di South City, che trovandosi per metà circondata dalla catena montuosa, era un vantaggio in favore militare.
La colpa era naturalmente dell’esercito di Amestris, che come un perfetto gregge di montoni, aveva dato la possibilità agli altri di rifugiarsi dietro alle solide mura cittadine.
Un’altra rilevante ovvietà era che tutti i cittadini di South City si erano schierati dalla parte della Resistenza, come si erano rivendicati il gruppo di rivoltosi che da più di sette anni stavano rodendo il fegato a quelli di Central, capovolgendo così l’intero conflitto.

Era rinomato che a South City ci fossero i migliori alchimisti e strateghi della zona.

Il capo dello schieramento nemico non era mai venuto fuori, a detta di Edward; un ombra che aveva la capacità di colpire duramente e di non farsi trovare facilmente.
Era stato un ottimo Generale nell’esercito di Amestris, prima di schierarsi contro, ancora per motivi a molti sconosciuti.

Una situazione, per farla breve, del cavolo.

-Dovremo quindi aspettare due settimane prima dell’arrivo dell’artiglieria pesante…- borbottò Alphonse, lasciando cadere la missiva sul tavolino, insieme alle altre carte.
Edward camminava furibondo in cerchio, tanto pesantemente che dette l’impressione di voler scavare un solco.
-Aspettare, Aspettare!! Ma come gli salta in mente?! Ogni giorno quei maledetti bastardi riescono in chissà quale modo a passarci sotto al naso e a commettere veri e propri sabotaggi nei nostri reggimenti! Qui urge una soluzione immediata! Una cosa studiata a pennello, e non campata per aria!- sbraitò, guardando il fratello che di tutta risposta ricontrollò le carte.

-Il problema principale sono i cannoni piazzati sui tetti delle prime case, che difendono egregiamente l’intero perimetro.- iniziò Alphonse, spostando la miriade di disegni e mappe della struttura di South City, su cui erano riportati i vari accorgimenti che molti erano riusciti a fare , prima di ritrovarsi una pallottola nello sterno.
-Amestris ha pensato che un azione di assedio avrebbe messo in poche settimane alle strette la città, non tenendo in considerazione che gli altri non sono assolutamente stupidi- continuò, indicando a Edward, ora fattosi vicino, un punto cerchiato da poco con un pennarello rosso, tra le montagne e il centro abitato.

La zona era più scura e aveva delle perfette forme squadrate.

-Cioè?- domandò, non capendo, il maggiore degli Elric, spostando il peso del corpo da una gamba all‘altra.
-Gli abitanti hanno la maggior parte delle coltivazioni a loro disposizione. È una tattica ben congegnata, che in caso di guerra e successivo assedio, avrebbe fornito agli abitanti una perfetta resistenza- spiegò, sistemandosi gli occhiali sul naso, incrociando poi le braccia al petto.
Edward annuì piano, studiando relativamente la cartina, senza venir a capo di una qualsiasi soluzione al loro problema.

Neanche la più piccola pecca.

-Quindi, sono tagliati fuori dal resto del mondo, ma avranno la pancia piena fino a che campano!- affermò, cercando un qualsiasi segno affermativo dall’altro, che annuì.
-Esattamente- disse, arrotolando le carte e prendendole fra le braccia -l’unica scelta è sbaragliare le loro difese, ma l’unica cosa che può farlo è l’artiglieria pesante, che porterà solo fra due settimane il Furher.- finì Alphonse, notando la rabbia e lo sconforto dipingersi sul volto del fratello.
-Siamo dunque inutili fino ad allora..- sbuffò, ricadendo mollemente sulla branda, mentre il suo Nii-chan si congedava e lo lasciava a rimuginare sui suoi pensieri.




***






Un rumore ovattato perforò per qualche secondo la cortina di fumo che aveva davanti agli occhi, lasciandolo intontito.
Da quando era diventato cieco?
Chiuse per l’ennesima volta gli occhi, prendendo un bel respiro, mentre altri rumori, questa volta molto più forti e vicini riuscirono a toglierlo del tutto dalle braccia di Morfeo.
Aprendo le palpebre e cercando di muovere di poco la testa, capì di essere sdraiato in malo modo sulla branda nella propria tenda.

Doveva essersi addormentato poco dopo la sfuriata con Al e il successivo studio dello schieramento e delle tattiche del nemico.

Accidenti, almeno due minuti di pausa poteva permetterseli? Aveva dovuto sopportare quello spocchioso uomo che era Frank Archer! Almeno un ovazione e un applauso gli erano di merito.

Tiratosi completamente su, si passò una mano nei capelli, sistemandosi per quel che poteva, mentre fuori sembrava esserci il finimondo.
Un soldato entrò trafelato dentro la tenda, seguito immediatamente da suo fratello.
-Signore! Deve venire subito!- affermò il primo, mettendosi sull‘attenti, mentre Edward cercava ancora di capire cosa diamine stesse succedendo, fermando il gran mal di testa che stava affiorando a poco a poco.
-Ed! La situazione è grave! Archer ha..- iniziò subito Alphonse, interrotto quasi immediatamente dal Nii-san, che a quell‘insopportabile nome, era scattato in piedi.

-Che diavolo ha fatto quell‘imbecille?!- domandò furioso, prendendo la giacca della divisa e indossandosela, senza chiedersi come e quando se l‘era tolta.
Uscì con passo svelto dalla tenda, seguito dagli altri due, mentre il fumo aveva iniziato ad alzarsi da poco più avanti.

Un inferno di fiamme si contrapponeva fra il loro accampamento e la città

Un fuoco semplicemente inverosimilmente alto e blu.

Rimase spaesato, Edward, mentre piccoli lampi azzurri partivano dalla base del terreno, e molti soldati scappavano terrorizzati.
Ne fermò uno, sbattendolo malamente contro un gruppo di casse ben incolonnate, guardandolo con gli occhi di miele che sfioravano la freddezza del ghiaccio.
-Che cavolo sta succedendo?!-sbraitò, raggiunto subito da Alphonse, che cercò di calmarlo.
Il sottoposto guardava il suo superiore con occhi sbarrati dal terrore, facendo fatica a riordinare le idee nel minor tempo possibile.
-Non lo…non lo sappiamo, Signore!- affermò, facendo malamente il saluto militare, rimanendo fermo nella presa ferrea del Colonnello Elric.
-Archer, signore! Il Generale Archer ha mandato un gruppo ben composto, fra alchimisti e soldati semplici, contro la parte ovest della città- si intromise velocemente l‘altro militare, affiancando il minore degli Elric.

Edward mollò la presa su quello che teneva letteralmente impuntato contro le casse, rivolgendo così tutta la sua attenzione a quello che era arrivato per primo.
I dorati occhi sembravano eguagliare quelle azzurre fiamme, tanto bruciavano di rabbia.
-Quell‘idiota!! Lo sapevo che non mi avrebbero ascoltato! Cretini che non sono altro!- gridò furioso il biondo, riprendendo a camminare con passo veloce verso la zona attaccata.

Il fratello lo seguiva, cercando di tenere il passo, mentre altri soldati si fiondavano nella direzione opposta a quella dove stavano procedendo loro, gridando e facendo segni troppo veloci per essere separate e messe in un ordine logico.
Quando finalmente Edward si fermò, osservò il grande macello che si era venuto a creare poco più avanti, nella parte di piana libera fra la città e il loro accampamento

Le fiamme lambivano molta parte della terra, senza però lasciare segni di incendio su questa, mentre strani accumoli di…cenere? Si, erano sparsi un po’ ovunque.
Alphonse trattenne il fiato, mentre si fermava accanto al fratello, guardando con orrore quegli ammassi indefiniti, riconoscendoli come persone ormai completamente bruciate.
Nessuno dei due parlava, mentre alcuni soldati stavano tentando di spegnere le fiamme azzurre con getti d’acqua.
-Perché….non usano l’Alchimia!- affermò Al, stringendo la manica destra della divisa di Edward, mentre questo digrignava i denti, osservando l’uomo che si fece più vicino a loro.

Frank Archer si fermò con passo tranquillo, in contrapposizione all’inferno che avveniva poco più avanti, con un leggero sorrisino sulle labbra.
-Brutto idiota! Che diavolo avete fatto?!- gridò frustato Edward, cercando di saltare addosso all’uomo, trattenuto però da Alphonse.
Questo, intuendo la reazione del suo Nii-san, l’aveva prontamente afferrato per le braccia.
-Colonnello Elric! È questo il modo di rivolgersi ad un suo superiore?- domandò, tranquillo Archer, portando comodamente le braccia dietro la schiena.

“È il modo migliore di rivolgersi ad un verme come te!” pensò il biondo, trattenendosi dall’esprimere quella personale affermazione a parole.
Cercando di darsi una calmata e un contegno, FullMetal si liberò gentilmente della presa di suo fratello, portando le braccia conserte.
-Mi dica, Generale Archer…che cos’è accaduto qui?- domandò di nuovo, guardando con occhi di fuoco l’uomo mentre rimaneva impassibile, leggermente divertito del suo cambio d’umore.
-Una semplice reazione alchemica- fu la sua risposta, indicando verso l’inferno che ora stava man mano diminuendo, fino a che la fiamma azzurra non si spense del tutto.

Alcuni soldati presero coraggio e cercarono di raggiungere quello che rimaneva dei corpi dei loro commilitoni, ormai un mucchio di carne bruciata, o peggio, cenere.
-Una reazione alchemica?- ripeté incredulo Alphonse, mentre Edward si massaggiava gli occhi con il pollice e l’indice della mano sinistra.
-Il Generale Hammer ha voluto fare di testa sua attaccando con metà del suo reggimento, e dei suoi alchimisti migliori, le difese poste sulla porta principale della città- spiegò Archer fermato subito dal maggiore degli Elric che, quasi sputandogli addosso, lo guardò con sfida e malcelata ira.
-E lei naturalmente ha pensato bene di tacere, vero?- chiese, senza remore, notando il luccichio sinistro negli occhi dell’uomo.
-Ognuno è libero di fare quello che vuole della propria vita. Se il Generale era tanto cieco da non capirne il trucco, allora è una pedina difettosa in meno da seguire.- sentenziò, spostando il peso del corpo sulla gamba sinistra, tenendo sempre quell’espressione strafottente sul viso.

Edward fu trattenuto per la seconda volta dal fratello, prima che potesse zompare addosso al Generale e spaccargli la faccia, mentre questo sprezzante del pericolo che correva, proseguì nelle sue constatazioni personali, per nulla scosso.
-Sei fortunato che ci sia tuo fratello a tenerti a bada, FullMetal; me lo terrei ben stretto se fossi in te- sogghignò avvicinandosi al viso, o per meglio dire all’orecchio destro, del biondino -Non ci sarà sempre Alphonse o il Furher a pararti il culo, Elric…. Vedi di tenerlo ben presente.- fece una piccola pausa, gustandosi il basso ringhio frustato che provenne dal ragazzo, prima di proseguire -Io mi guarderei le spalle- finì, sussurrando malevolo, prima di allontanarsi e tornare all’accampamento.

Edward si liberò della presa di Al, rimanendo a guardare il punto dove il bastardo era sparito, prima di rivolgere la sua attenzione ad un soldato appena giunto, per sbollire la rabbia.
-Signore, Il Generale Hammer è stato trovato vivo ma in gravi condizioni fisiche. Ha chiesto di lei.- riferì velocemente, rimanendo poi in attesa.
Alphonse si fece vicino al fratello, e posatagli una mano sulla spalla sinistra, attirò i suoi occhi su di se.
-Vado a dare una mano per cercare altri sopravvissuti e poi vedo di capire esattamente cos’è successo. Tu vedi di chiedere qualcosa al Generale.- disse, vedendo il suo Nii-san annuire, ancora leggermente infuriato.

Rimasto solo, Edward seguì il soldato, facendosi guidare fino alla tenda dove avevano portato il corpo di Hammer, sentendo ancora le parole del bastardo rimbombargli in testa.

Me lo terrei stretto se fossi in te

Si morse il labbro inferiore, mentre superava l‘entrata della tenda medica.

Io mi guarderei le spalle

Oh, certo,….non era una novità per lui rischiare la vita sul campo.
La gamba e il braccio erano la testimonianza che già una volta avevano tentato di fargli la pelle.
Avrebbe messo la mano sana sul fuoco, indicando come artefice di tutto quel verme di Archer.

Un esplosione nemica, accidentale…..dire “Tentato omicidio” forse faceva più scena.

La cosa che però dava più fastidio ad Edward, mentre aspettava che il dottore gli permettesse di avvicinarsi al Generale, completamente ustionato e bendato in vari punti, era che Archer aveva nominato Alphonse.
Gli rodeva il fatto che avesse solamente pensato di far uscire da quelle labbra indegne il nome del suo Nii-chan, minacciandolo silenziosamente.
-Generale Hammer….riesce a sentirmi?- parlò piano, Edward, sedendosi sullo sgabello accanto alla branda dove avevano sdraiato l’uomo.

Allan Hammer era un uomo di corporatura notevole, dai folti capelli rossicci, sempre ben tirati all‘indietro dal gel, e sempre in perfetto ordine.
Un paio di perfetti baffi curati, un tempo facevano mostra su un viso dai lineamenti duri, ma dal sorriso affabile e disponibile.

Ora rimaneva ben poco sul volto per la maggior parte bruciato e pieno di escoriazioni.

Gli occhi un tempo verdi, erano ora velati da una platina bianco cenere, dove la pupilla si muoveva lentamente e cieca, in cerca della persona che gli stava parlando.
La mano del Generale si mosse, riuscendo ad afferrare il braccio di Edward, dopo due tentativi che si chiudeva a vuoto.
-C…..colonnel….Elric…..- biascicò a fatica, come se la gola fosse totalmente arsa e la voce fosse stata portata via.
-Si, Generale Hammer, sono qui.- mormorò Edward cercando di tranquillizzarlo, mentre la presa dell’uomo, solo pochi istanti prima tremante, si accentuava.
-Il….i…il nemico…alch…- ingoiò un paio di volte, cercando di sollevarsi, senza successo -….ha…bo….bombe alchem….- continuò, puntando i suoi occhi ciechi sul viso di FullMetal, mentre questo si tirava in piedi e più vicino a lui.
-Bombe…alchemiche?- domando, incredulo, vedendo il Generale annuire a fatica.
-Sono…sono espi…esplose a reazione dell’alc…alchimia usata dai..miei uomini- buttò fuori tutto d’un fiato, aggrappandosi disperatamente al braccio del giovane.

Edward stava cercando di ragionare velocemente sulle parole appena affermate dall’uomo.
Bombe Alchemiche….certo, ne aveva sentito parlare, ma non credeva che gli uomini di South City avessero avuto la brillante idea di posizionarle proprio così vicino alla città, per meglio dire sopra.
Riportò l’attenzione su Hammer, e gli pose una mano sul quella bendata di lui, che lo teneva saldo nella sua morsa.
-Si, Generale….ho capito. Cerchi di rispondermi ora…la vostra azione, è stata volontaria o siete stato istigato da qualcuno?- una domanda semplice e perfetta.

Edward sperava nella seconda risposta.

Con lui c’era il medico del campo e un infermiera; da solo non avrebbe potuto avanzare l’accusa contro Archer, di sicuro l’autore di tutto, visto il cattivo sangue che correva fra di loro.
Ma con due testimoni, tutto cambiava.

Il Generale prese fiato, aprendo la bocca arsa e completamente screpolata per rispondere, ma il corpo e la mente non ressero al troppo dolore, forse colpa dell’effetto degli antidolorifici che stava sparendo, e perse i sensi.
Il dottore appoggiò una mano sulla spalla del maggiore degli Elric, chiedendogli gentilmente di lasciar riposare quella povera anima, e che l’avrebbe potuto interrogare più tardi quando si sarebbe ripreso.

Edward così uscì, con passo lento, dalla tenda medica.
Rimuginò sui vari pensieri che gli attraversavano la mente, intanto che si avviava lungo la via, in mezzo alle tende, fino alla sua dove trovò Alphonse intento sulle proprie carte.
-Nii-san…giusto in tempo! Vieni qui e dimmi cos’hai scoperto- disse, alzando la testa dalle cartine, mentre si rimetteva gli occhiali.
FullMetal osservò il viso tondo e dai lineamenti ben definiti del fratello, guardando con una certa nota dolente il gesto del Nii-chan, con la pulitura delle lenti.

Era sempre colpa sua….

L’aveva portato con se in quell’orrore, e molto prima gli aveva tolto la vista…

O almeno questo si ripeteva lui, anche se era stato un incidente per niente legato alla sua persona.

-Il Generale ha parlato di Bombe Alchemiche….- mormorò, sedendosi sulla cassa che qualche ora prima si era divertito, nella sua ira, a prendere a calci.
-Bombe…Alchemiche? Esistono davvero?- domandò perplesso Alphonse, poggiando i gomiti sul tavolino, dove carte di ogni tipo erano di nuovo sparse alla rinfusa.
Edward incrociò le braccia al petto, sospirando piano mentre si ritrovò ad annuire -Ne sentì parlare nella guerra su ad Ovest. Sono particolari congegni che si attivano quando nelle vicinanze avviene una reazione alchemica…- spiegò velocemente, guardando negli occhi il suo Nii-chan, che pendeva dalle sue labbra.

Certo, questo cambiava molte cose.
L’idea dei Generali, di attaccare in massa le porte della città poteva benissimo essere archiviata, grazie anche alla dimostrazione delle truppe del Generale Hammer.

-Dunque siamo punto e a capo…bisogna aspettare il Furher e l’artiglieria pesante.- affermò Alphonse, appoggiandosi meglio al ripiano di legno, togliendosi gli occhiali e lasciandoli su di esso.
Edward annuì piano, socchiudendo gli occhi.
Doveva esserci un modo per raggirare quella maledetta situazione.
Come facevano, dopotutto, i militari di South City ad uscire e sabotarli, senza passare davanti ai loro posti di blocco?

-Stavo controllando alcuni punti che non tornavano sulla cartina…- così Alphonse attirò l’attenzione del fratello, di nuovo su di se.
-Quali?- domandò questo, sporgendosi per poter meglio vedere.
Al indicò tre punti cerchiati, dove erano stati riportati dei strani quadrati neri.
-Sembrerebbero come delle….capanne?- sparò lì Edward, prendendo altre cartine, e notando la stessa cosa.
Alphonse annuì, picchiettando con l’indice i tre punti principali, ai lati della città
-Un sopraluogo veloce non li aveva evidenziati. Vedi? Sono immersi completamente nella vegetazione. Se non li segnavo io, credo che non ce ne saremmo mai accorti.- spiegò velocemente Al, mettendosi anche lui a braccia conserte.

-Bisognerebbe fare un sopralluogo più accurato, Nii-san…- mormorò, vedendo il viso perplesso di Edward
-Il problema è che dobbiamo sempre far rapporto ai capi…e mi rode l‘idea che Archer ci sguazzerà sopra come un pesce…- borbottò, alzandosi in piedi.
-Credi che il Generale Hammer sia stato spinto da Archer ad attaccare la città?- si arrischiò a chiedere Alphonse, vedendo il fratello annuire quasi subito.
-Ma non credi che….sia un controsenso? Cioè…perché dovrebbe portare alla sconfitta un intero reggimento più un Generale del suo stesso esercito?- domandò perplesso il biondino.

Edward si appoggiò con un piedi alla cassa dove poco prima era seduto, sospirando piano.
-Quell‘uomo farebbe di tutto per salire di potere. Sbaragliare perfettamente i suoi avversari è una strategia subdola ma perfetta….proprio te, Al, dovresti capirlo- spiegò FullMetal, sorridendo verso il suo Nii-chan, che con un sospiro si rimise gli occhiali.
-Gli uomini e il loro profitto personale…- borbottò, alzandosi e risistemando tutto.
-Tranquillo Al….ormai ce l‘ho in pugno!- affermò di botto Edward, con un luccichio negli occhi.

Questo lasciò ancora più spaesato il più giovane, che si girò a guardarlo, riportando così l‘attenzione su di lui.
-In che senso?-
Il maggiore degli Elric lo guardò di sbieco, con un sorrisino poco rassicurante, di vittoria.
-Hammer non è mai stato un uomo stupido. Se ha mosso contro la città, ha avuto i suoi buoni motivi, penso…..ma se questi fantomatici motivi fossero stati inculcati da quella serpe di Archer? Hai visto che era lui che continuava durante il consiglio militare, a spingere gli altri ad una rappresagli veloce e compatta!- spiegò, allargando le braccia, convinto della sua prova schiacciante.

Alphonse si ritrovò ad annuire, trovando nelle parole del fratello il fondo di verità.

Frank Archer non aveva sprecato parola, se non per continuare a spronare gli altri.
-Ma come farai a dimostrarlo?- domandò, alzando un sopracciglio, mentre si sistemava la montatura sul naso.
-Hammer stesso me lo dirà, appena avrà ripreso le forze. Se poi avrò accanto a me alcuni testimoni, potrò benissimo inchiodare Archer e le sue cretinate, davanti a tutta la corte marziale!- pestò il piede sulla cassa, lasciandole fare un leggero rumore screpolante, mentre fuori qualcuno tossì, chiedendo il permesso di entrare.

Alphonse si alzò, portando la sua attenzione all‘entrata della tenda, dove fece il suo ingresso Jean Havoc, con fra le labbra l‘inconfondibile sigaretta.
-Colonnello Elric, Signore.- salutò con un veloce gesto militare il maggiore dei due, girandosi poi verso l‘altro, facendo lo stesso.
-Riposo, riposo…Cosa c‘è Havoc?- domandò subito Edward, tralasciando l‘odore di fumo che si espanse per tutta la sua tenda, colpa della maledetta sigaretta del suo sottoposto.
-Il medico mi ha chiesto di informarla sulle condizioni del Generale Hammer, Signore.- rispose questo, rilassandosi dalla postura di saluto e prendendo la cicca dalle labbra.

Il buon rapporto che correva fra i tre, di solida amicizia, poteva benissimo tralasciare le formalità, che a detta di Edward, aveva sempre odiato.
-Si è svegliato?- domandò speranzoso FullMetal, cercando una qualche risposta nel viso del sottoposto, che facendo una piccola smorfia contrariata, scosse la testa.

-Decisamente no, Signore. Pochi minuti fa è stato dichiarato deceduto.- affermò Havoc, lasciando che nella tenda scendesse un silenzio tombale, perfetto per quel momento.


Fu in quel momento, forse, dopo che i suoi sogni di riconquista si erano lentamente spenti e dopo che aveva fatto uscire i due presenti dalla tenda, che capì che la sfortuna aveva preso in simpatia la sua famiglia ormai dall‘inizio della sua vita.

Abbandonato sulla sua branda, con una mano posata sugli occhi, lasciava che pensieri e memorie prendessero ancora il sopravvento della sua mente, ora stanca della giornata appena iniziata sul fronte










Note d‘Autrice:


E finalmente, dopo settimane intere di crisi di nervi e blocchi di scrittura, ecco che ce la fece a postare XDD

Anche se l’idea di base era nella mia mente dall’inizio v.v metterlo a parole è stata una cosa da mangiarsi le ditina dalla rabbia v.v
L’ispirazione ha deciso di lasciarmi a metà, facendomi ciao ciao XD poi fra scuola e cosplay, mi son persa v.v’’ chiedo umilmente perdono ç.ç
Cmq! Andiamo avanti XD come potete vedere, anche qui un piccolo ricordo è stato svelato, ma davvero poco^^ buahauahua *-* mi diverto. Credo di aver già detto che la ficciola sarà strutturata per metà all’inizio sui ricordi del nostro caro FullMetal, che mi diverto a strapazzare ^^

uhuhuh chi domanda di Roy, mi spiace, ma dovrete attendere ancora un paio di capitoletti….o forse uno *-* prima della sua comparsa..ahahah! Me crudele *_* gna! (noo, sei solo pazza o.o n.d. Ed)(<__<…n.d.me)

Un bacio a tutti coloro che leggeranno e che mi faranno l’immenso piacere di commentare questa mia nuova pazzia ^^ spero di aggiornare con più regolarità v.v chiedo ancora scusa *indica la scuola, con ditino tremante* colpa sua ç.ç




Mi raccomando *-* più commenti e più mi sentirò spronata a continuare XDD
Gni *-*




Ringraziameti:

FightClub: shiii, voglio un Lucano *-* buahauaha guarda, me scrive ovunque c’è posto XD figurati che la fine di questo l’ho scritta mentre ero seduta su una panchina in un supermercato in Svizzera, che aspettavo i miei XD bauahauah *-* dappertutto! Sisi XD grazie tata *-* un paciosissimo *-* e no, grazie XD tieni i gatti malefici XD ghghgh


saku_chan the crazy dreamers: ehh si, anni e anni di giochi e letture strategiche mi hanno fatto venir voglia di cimentarmi in questa nuova ficciola *-* indi, che guerra sia v.v e naturalmente deve esserci il rompiscatole di turno >__> *indica Archer* XD e nn solo lui XD ma me ha bocca cucita *-*
Spero di aver fatto leggermente capire come è morta Trisha ç.ç cara donna, mentre per Roy, mia cara XD sopporta ancora un po’ la sua assenza XD bacio^^


Aki_: eehh, Postpostpost francia XD dunque, Roy….l’uomo da tutte desiderato XD ghghgh *fa pat pat sulla spalla del moro, tenuto segregato dietro le sbarre* arriverà XD tranquilla XD e saprà farsi riconoscere *-* gni! Contenta che ti abbia interessato questa mia nuova pazzia ^-^ buahauha sii Al sta bnissimo più alto di Ed *-* (gnooooooooooo >.< n.d. Ed)(ahah! N.d. me *-*) dimmi se ti è piaciuto questo ^^ bacio!


Elmeren kun: so di averti in pugno, mia cara *-* bauahuahau *tiene legato vicino a se Al* ghghghg, vedi che so cosa piace alle mie care fan? XD ghghgh tranquilla, credo che Winry non avrà più spazio libero….forse….chissà *-* huhuhuh XD
Gnooo XDD che razza di coppie ti inventi XD my God v.v’ vedi che Bradley ha il fascino dell’infame? XD *-* ehh, mi spiace ma è una RoyxEd, indi Mustang farà la sua comparsa, prima o poi XD



   
 
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